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    CdM rivede il decreto Aiuti: esteso Bonus “una tantum” di 200 euro

    (Teleborsa) – Il decreto Aiuti di euro cambia in meglio, grazie alle modifiche introdotte dal Consiglio dei Ministri al secondo step, confermando in 14 miliardi la misura complessiva degli aiuti erogati a favore di famiglie ed imprese, per superare l’impatto della guerra in Ucraina e del caro bollette. C’è un ampliamento del bonus da 200 euro per lavoratori, pensionati e disoccupati, per ricomprendere anche chi percepisce il Reddito di Cittadinanza, i lavoratori stagionali, gli autonomi ed i collaboratori domestici (Colf) non ricompresi al primo step. L’indennità “una tantum” erogata per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie arriverà con la busta paga di luglio per i lavoratori dipendenti, pensionati e disoccupati con redditi fino a 35mila euro. Arriva ache il bonus TPL da 60 euro. Si tratta di un buono che copre fino al 100% della spesa per l’abbonamento fino ad un limite di 60 euro a favore di studenti e lavoratori con reddito fino a 35mila euro, che viaggiano sui mezzi pubblici locali, regionali, interregionali e sui treni. L’erogazione del buono avverrà con modalità informatica e sarà utilizzabile fino a dicembre. Sul fronte Superbonus 110% vengono riammesse le cessioni multiple di crediti, per liberare le banche dall’ingorgo in cui erano venute a trovarsi con un numero limitato di cessioni a tre. A favore delle imprese circa 10 miliardi di aiuti contro il caro materiali e interventi nel settore trasporti. Sale a 150 milioni lo stanziamento a favore delle imprese danneggiate dalla guerra in Ucraina, con l’aggiunta di altri 20 milioni di un fondo per le imprese agricole istituito presso il ministero delle Politiche agricole. Arrivano nuove risorse anche per le Regioni, per finanziare fino al 30 giugno 2022 i servizi aggiuntivi di trasporto pubblico locale istituiti durante la pandemia per le esigenze delle scuole (orari scaglionati). LEGGI TUTTO

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    Turismo, Orlando: “Occorre salvaguardare occupazione ed evitare licenziamenti”

    (Teleborsa) – Nel turismo occorre salvaguardare l’occupazione ed evitare procedure unilaterali di licenziamento facendo uso di tutti gli ammortizzatori sociali. Lo ha detto il Ministro del welfare Andrea Orlando, intervenendo al Tavolo sul Turismo a Roma. “Nel primo trimestre di quest’anno, per agevolare il ricorso agli ammortizzatori sociali, siamo intervenuti con due specifiche norme a sostegno del settore turistico”, ha spiegato Orlando, citando l’esonero fino al 31 marzo del pagamento del contributo addizionale e le 8 settimane aggiuntive di cassa integrazione fruibili fino al 31 dicembre 2022 dai datori di lavoro che occupano fino a 15 dipendenti.Questi due interventi si collocano in un contesto più generale di riforma strutturale degli ammortizzatori sociali, operata con la legge di bilancio, che ha esteso la platea di lavoratori coperti dalle integrazioni salariali. Sono coperti 12,4 milioni di lavoratori: 9,9 milioni i dipendenti di aziende a cui viene estesa la Cigs, 1,5 milioni di lavoratori di imprese che occupano fino a 5 dipendenti a cui viene per la prima volta riconosciuto l’assegno ordinario del Fis, 1 milione i lavoratori a cui viene riconosciuto l’assegno di integrazione salariale del Fis in affiancamento alla CIGS. “L’estensione della Cigs anche alle imprese del turismo che occupano più di 15 dipendenti consente di dotare le imprese del settore di strumenti di gestione della crisi e dei processi di trasformazione e riorganizzazione, salvaguardando i livelli occupazionali ed investendo sulle competenze delle persone”, ha affermato il Ministro. “C’e’ un punto però dal quale non possiamo sfuggire, la volontà dell’impresa di utilizzare questi strumenti, che per quanto possano essere ancora di maggior vantaggio, non possono assecondare una logica liquidatoria delle imprese o di restart, perché sono tutti strumenti che sono finalizzati alla continuità dell’attività”, ha concluso Orlando, ribadendo c he il Ministero impedirà la strumentalizzazione di questi strumenti finalizzata a licenziare e riassumere. LEGGI TUTTO

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    Assegno unico 2022, inoltrate all'Inps oltre un milione di richieste

    (Teleborsa) – È online sul sito dell’Inps il modulo per effettuare la domanda per l’Assegno unico universale per i figli a carico, in vigore dal 1 marzo 2022. Per il 2022, la domanda – spiega l’Inps in una nota – può essere effettuata entro giugno 2022, con il riconoscimento di tutti gli arretrati da marzo. Ad oggi le domande inoltrate sono 1.123.348 per 1.854.865 figli a carico.Per ricevere l’assegno è necessario che il titolare del conto corrente identificato dal codice IBAN specificato nella domanda sia il richiedente dell’assegno unico. L’Inps non potrà accreditare l’assegno sul conto corrente di una persona differente da chi presenta la domanda. È possibile comunque chiedere l’accredito dell’assegno unico su un conto corrente cointestato al beneficiario che ha presentato la domanda. Non è sufficiente essere delegati alla riscossione.Il codice fiscale del richiedente deve essere esattamente corrispondente a quello che risulta all’Istituto di Credito come codice fiscale del titolare del conto corrente su cui si chiede l’accredito.Infine, il conto corrente su cui si chiede l’accredito dell’assegno unico deve essere effettivamente attivo e correttamente intestato (o cointestato) al richiedente la prestazione. LEGGI TUTTO

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    Assegno Unico, arriva il via libera del Consiglio dei Ministri

    (Teleborsa) – Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto attuativo dell’Assegno Unico che entrerà a regime marzo 2022 fatta salva la facoltà di presentare domanda a partire dal 1° gennaio, per coprire il periodo che intercorre fra marzo di ogni anno e febbraio dell’anno successivo. Il provvedimento passerà ora al vaglio delle commissioni competenti delle Camere per il parere, prima del via libera definitivo. Per questa misura vengono stanziati 15 miliardi nel 2022, che saliranno progressivamente sino ad arrivare a 19 miliarid nel 2029.A chi spettaL’Assegno Unico universale che viene riconosciuto sia ai lavoratori dipendenti sia agli autonomi, viene erogato dall’INPS sempre su richiesta dei nuclei familiari, per ogni figlio a carico, e va a sostituire tutti i vecchi aiuti alla famiglia come il bonus bebè e gli assegni familiari. L’Assegno Unico sarà erogato anche ai cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno, permesso di lavoro o di ricerca superiore a sei mesi. L’assegno è riconosciuto anche per i nuovi nati a partire dal settimo mese di gravidanza e non avrà limiti di età per i figli disabili. Andrà al genitore che fa la domanda o a richiesta, anche successiva, in pari misura tra i genitori. La domanda può essere presentata anche dai figli maggiorenni, che possono richiedere la corresponsione diretta della quota di assegno loro spettante.Quanto vale l’Assegno UnicoL’importo pieno è pari a 175 euro per ogni figlio minorenne a carico per chi ha un Isee fino a 15mila euro, superata tale soglia l’assegno andrà a calare progressivamente fino a raggiungere un minimo di 50 euro (25 per i maggiorenni) per Isee oltre 40mila o per chi non presenta l’indicatore della situazione economica familiare. L’assegno terrà conto anche delle famiglie numerose e, a partire dal terzo figlio, è prevista una maggiorazione tra i 15 e gli 85 euro a figlio in base all’Isee. Dal 2022 sarà prevista inoltre una maggiorazione forfettaria di 100 euro al mese per i nuclei con quattro o più figli. Prevista una ulteriore maggiorazione da 30 euro al mese per ciascun figlio se entrambi i genitori lavorano, che diminuisce al crescere dell’Isee fino ad azzerarsi oltre i 40mila euro. Altri 20 euro al mese per ciascun figlio arriveranno alle mamme under 21, indipendentemente dall’Isee.Le famiglie con figli disabili riceveranno l’assegno unico senza limiti di età dei figli: 105 euro al mese in più “in caso di non autosufficienza”, 95 euro al mese in più “in caso di disabilità grave” e 85 euro in più “in caso di disabilità media”. LEGGI TUTTO

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    Ministro Orlando forma decreto per stanziamento fondi politiche sociali

    (Teleborsa) – Il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha firmato il decreto per il riparto del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, che prevede risorse per circa 391 milioni di euro per ognuna delle annualità 2021-2022-2023. Il documento prevede che le Regioni dovranno programmare per il triennio 2021-2023, gli impieghi delle risorse complessivamente loro destinate, entro 60 giorni dall’emanazione del decreto stesso.Il Ministro Orlando ha voluto mettere l’accento sulla “necessità che il sistema dei servizi sociali faccia un salto di qualità che lo porti a configurarsi come sistema strutturato sull’intero territorio nazionale”. “Si tratta – ha aggiunto – di un ulteriore passo in avanti verso l’obiettivo, che ha visto impegnati tutti i soggetti istituzionali coinvolti”.Inoltre, a valere sulla quota del Fondo nazionale per le politiche sociali destinata alle Regioni sono finanziate, per non meno di 3.937.500 euro, azioni volte all’implementazione delle Linee di indirizzo sull’intervento con bambini e famiglie in situazione di vulnerabilità. LEGGI TUTTO

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    Orlando, Green Pass diverso da proceduta disciplinare non implica licenziamento

    (Teleborsa) – Il Decreto Green Pass “discrimina e dà un trattamento diverso tra chi decide di vaccinarsi o no, lasciando la facoltà di usare il tampone”. Lo ha chiarito il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, nella conferenza stampa seguita al CdM, precisando “ci fermiamo prima dell’obbligo vaccinale che comporterebbe una ulteriore polarizzazione delle posizioni in campo”. Parlando delle sanzioni per chi andrà al lavoro senza Green Pass – da 600 a 1.500 euro più la sospensione dal lavoro, il titolare del dicastero ha chiarito che “non hanno nessun nesso con le attuali procedure che attengono alle sanzioni disciplinari” e “non devono agganciarsi a percorsi che portano al licenziamento”, quindi è anche vietato “il loro uso surrettizio per la riorganizzazione delle imprese”.Orlando ha parlato anche della fase economica espansiva che sta caratterizzato l’Italia associata ad una “ripresa occupazionale”, avvertendo che “questi posti sono spesso a tempo determinato” e quindi la ripresa è fragile. “Ci possiamo permettere tutto – ha aggiunto -tranne un autunno con nuove restrizioni e con effetti negativi sulle attività economiche e sul lavoro”. A proposito dello smart working, il Ministro ha affermato che auspica un intervento normativo o un accordo quadro con le parti sociali prima della scadenza dello stato di emergenza del 31 dicembre 2021. In generale, Orlando ha auspicato la ripresa del dialogo con le parti sociali sull’attuazione delle nuove regole, sul modello dell’accordo raggiunto nel marzo dello scorso anno in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro. “La strada che abbiamo fatto fino qui è stata importante” – ha spiegato – e “senza quell’accordo l’Italia non avrebbe continuato a svolgere alcune funzioni fondamentali e di questo va dato atto a tutte le organizzazioni che hanno concorso”. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, Tridico: “Boom di nuovi contratti. Non c'è stata temuta emorragia posti”

    (Teleborsa) – Il Presidente dell’INPS Raffaele Tridico si dice favorevole al green pass obbligatorio sui luoghi di lavoro ed annuncia che c’è stata una forte crescita dell’occupazione nell’ultimo semestre, in barba alla temuta emorragia di posti di lavoro. In una intervista a La Repubblica, Tridico afferma che c’è stato un “boom di nuovi rapporti di lavoro rispetto all’anno scorso” e si è raggiunto il livello più basso di ricorso alla cassa integrazione da quando è scoppiata la pandemia”. Citando dati “reali” il Presidente dell’INPS afferma: “Non si sono verificati dunque i temuti e terribili licenziamenti di massa”. Si è assistito- spiega – ad una ripresa dell’occupazione “molto forte”, testimoniata da una crescita dei contributi che imprese e lavoratori versano all’Istituto pari all’8% nel semestre tra gennaio e giugno 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020″. Un aumento equivalente a oltre 400mila nuovi contratti.”È un trend che ci permette di dire – afferma – che a fine anno le entrate contributive, al netto di nuove chiusure che ovviamente nessuno si auspica, ritorneranno ai livelli pre-Covid”. Il numero uno dell’INPS sostiene che “a causa del Covid è stata sostanzialmente anticipata la riforma degli ammortizzatori sociali” ed oggi la Cassa integrazione è diventata “un istituto universale con una differenziazione sulle aliquote contributive: più alte per chi vi farà maggiore ricorso”. Una misura che nel 2020 è costata 20 miliardi, nel 2021 ne costerà circa 10 e nel 2022 costerà “meno della metà: nell’ordine di 4-5 miliardi”.Tridico commenta anche lo stop a Quota 100 che – afferma – “non è la fine del mondo” e ritiene che “si debba consentire di anticipare il ritiro dal lavoro, prima dei 67 anni, a coloro che svolgono mansioni gravose”, ma quota 41 costa “troppo”, circa 9 miliardi ilò primo anno. LEGGI TUTTO

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    Lavoro: sottoscritto rinnovo contratto UnionAlimentari Confapi

    (Teleborsa) – UnionAlimentari Confapi ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil l’accordo di rinnovo per l’adeguamento per gli anni 2020-2024 del Ccnl dei lavoratori dipendenti della piccola e media industria alimentare, scaduto il 30 giugno 2020. L’incontro si è svolto nella sede di Confapi in un clima di confronto positivo, anche se in un momento storico difficile e senza precedenti.L’intesa sarà in vigore fino a ottobre 2024. Oltre ad un incremento pari a 119 euro (sul parametro medio) nell’arco dei 52 mesi di vigenza, che graverà maggiormente sulle aziende nel corso del biennio 2023-2024, si sottolineano fra i suoi aspetti salienti le novità in materia di microflessibilità, la gestione dell’orario di lavoro, le relazioni industriali e la regolamentazione del lavoro agile.”E’ stato il rinnovo contrattuale più difficile da quando esiste il Ccnl, non solo per le modalità con le quali abbiamo dovuto svolgere la trattativa, ma soprattutto per le tante incertezze economiche. Difficoltà che sicuramente hanno inciso in modo importante su alcune aziende e di questo ne abbiamo tenuto conto. Gli incrementi sono stati distribuiti in modo tale da consentire alle aziende di riprendersi dalla crisi dei consumi derivante dalla chiusura per moltissimi mesi del canale Ho.Re.Ca.. Inoltre importanti novità in tema di flessibilità. Ringraziamo per questo i rappresentanti della Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil per il confronto positivo avuto in questi mesi”. Così il Presidente UnionAlimentari Confapi, Giorgio Zubani, dopo aver siglato l’accordo. LEGGI TUTTO