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    Pensioni, Fondo Fon.Te. chiude il 2024 con oltre 6 mld di euro di patrimonio

    (Teleborsa) – Il Fondo pensionistico Fon.Te. continua la sua crescita e chiude un 2024 molto positivo: sono 45mila le aziende associate e aumentano anche gli iscritti, oltre 290mila (+7%), con 19mila nuove adesioni al netto delle uscite. Il patrimonio gestito supera i 6 miliardi di euro, con un incremento rispetto al 2023 del 13%, dovuto anche dalla maggior contribuzione in entrata, che nel 2024 ha superato i 700 milioni di euro. Fondo Fon.Te. ha investito su innovazione tecnologica, ricerca medicale, transizione ecologica e agrifood-tech, allocando 30 milioni di euro in Venture Capital italiano e deliberato 130 milioni di euro per la gestione di Fondi di Investimento Alternativi internazionali. Ammonta a 270 milioni di euro, invece, il capitale erogato nel 2024 in favore di oltre 22mila aderenti. È quanto è emerso dalla Relazione annuale 2024 del Fondo Fon.Te., illustrata al Senato, che esamina il bilancio dell’anno 2024 e le proposte per valorizzare il ruolo della previdenza complementare nel contesto socioeconomico italiano.Fondo Fon.Te., nato nel 1996 per la gestione della previdenza complementare del terziario, è ente no profit e dal 1 aprile 2022 ha allargato il proprio ambito di attività ai liberi professionisti e ai lavoratori autonomi.”In questa Manovra finanziaria è stato messo al centro il tema della previdenza complementare, uno strumento necessario per dare una visione pensionistica adeguata al futuro dei giovani, e non solo. È fondamentale, infatti, – ha dichiarato Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – tenere conto del fatto che dal ’96 il sistema contributivo è prevalente e avremo pensioni più povere. In tal senso, abbiamo inserito in Legge di Bilancio una norma in forza della quale la previdenza integrativa potrà contribuire alla flessibilità in uscita attraverso un cumulo con il primo pilastro. Non accettiamo lezioni dalla professoressa Fornero, che con un pianto ci ha tolto sette anni di pensioni. Dare la possibilità di un’uscita anticipata ai lavoratori rappresenta un cambio culturale significativo, con il fine di dare un maggiore sostegno ai giovani. Un secondo intervento che avremmo voluto inserire riguarda il meccanismo del silenzio assenso. Non siamo riusciti a inserirlo per motivi legati alle coperture economiche, ma ci lavoreremo ancora di più, stiamo andando nella giusta direzione”.”La presentazione al Senato della terza Relazione annuale di Fondo Fon.Te., uno dei più grandi Fondi negoziali italiani, è l’occasione per illustrare i risultati di un 2024 per noi molto positivo – ha detto il presidente di Fondo Fon.Te., Maurizio Grifoni – e per provare a far comprendere più in profondità il ruolo della previdenza complementare. Ciò che appare inevitabile è l’avvio di una seria riforma del sistema previdenziale di secondo pilastro, che migliori le agevolazioni di natura fiscale per renderla più accessibile a tutti, in particolare ai giovani lavoratori. Per il futuro, Fondo Fon.Te ha tanti progetti che vedranno la piena concretizzazione a partire dal 2025 su un orizzonte di medio lungo termine. Il nostro impegno resta immutato e con spirito innovativo continueremo ad assicurare il necessario contributo nella costruzione di un sistema previdenziale sempre più vicino alle persone e utile al futuro del Paese”.”Il 2024 è stato un anno estremamente positivo per il Fondo pensione Fon.Te.. Lo strumento della previdenza complementare – ha affermato Anna Selvaggio, direttore generale di Fondo Fon.Te. – comincia a diffondersi tra i nostri settori, c’è una maggiore consapevolezza, non solo da parte dei lavoratori ma anche delle aziende che, dopo la pandemia, hanno scoperto e valutato meglio i vantaggi derivanti dall’adesione alla previdenza complementare. È ovvio che il Fondo pensione Fon.Te. ha ancora una strada molto lunga da fare, ma siamo molto contenti e soddisfatti, anche perché come emerge da un’indagine che abbiamo promosso, emerge una grande fiducia nel Fondo e nel modo in cui vengono gestite le risorse che ci vengono affidate”.”La Relazione Annuale di Fondo Fon.Te. presenta numeri particolarmente positivi nonostante le crisi economiche recenti. Le sfide del sistema previdenziale italiano sono numerose. È fondamentale, pertanto, – ha detto Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati – prevedere adeguate tutele per i casi di carriere discontinue, tenendo conto delle complesse dinamiche salariali, per cui occorre costruire un sistema pensionistico in grado di dare risposte. L’aumento dell’età pensionabile con l’incremento dell’aspettativa di vita rende necessario introdurre meccanismi di flessibilità in entrata e in uscita dal mercato del lavoro. Ribadisco la mia intenzione di riproporre la norma relativa all’introduzione del meccanismo del silenzio assenso, un passo importante in questa direzione. Altri aspetti centrali riguardano l’educazione finanziaria dei giovani, le agevolazioni fiscali e le deducibilità al fine di rendere più accattivante la sottoscrizione di una pensione integrativa”.”Sono molte le donne lavoratrici iscritte al Fondo Fon.Te. e c’è un impegno concreto nell’economia reale. Credo – ha affermato Annamaria Furlan, vicepresidente della Commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale del Senato – che sia un risultato positivo, che può dare prospettive a tanti lavoratori e tante lavoratrici. Bisogna informare e coinvolgere i giovani, che un domani, anche attraverso l’adesione alla previdenza integrativa, saranno pensionati con un reddito dignitoso. Occorre capire cosa serve affinché l’adesione alla previdenza complementare sia sempre più estesa. In tal senso, è opportuno prevedere un fisco premiante per i Fondi che investono in economia reale e, al contempo, intervenire per contrastare il fenomeno dei salari bassi”.”Quest’anno, all’interno del dibattito politico sulla Manovra finanziaria, si sta finalmente affrontando il tema della previdenza complementare, un passo importante. Tuttavia, – ha dichiarato Donatella Prampolini, vicepresidente Confcommercio – Imprese per l’Italia – persiste la tendenza a trascurare il momento in cui saranno necessari i requisiti per accedere alla pensione. In questo contesto, il ruolo della contrattazione diventa fondamentale. È quindi indispensabile intensificare il lavoro a livello territoriale per dare il giusto rilievo a una questione cruciale”.”Nonostante i dati estremamente positivi emersi dalla Relazione e gli evidenti vantaggi della previdenza complementare, persistono criticità che – ha evidenziato Francesca Mandato, esponsabile nazionale Filcams CGIL – richiedono interventi mirati, come la questione delle carriere discontinue e del lavoro povero, problematiche che colpiscono soprattutto le donne. Per rafforzare un sistema pensionistico integrativo è fondamentale rendere più stabile e solido il mercato del lavoro. Sul piano finanziario e degli investimenti è inoltre necessario distinguere tra profit e no profit, garantendo così rendimenti sicuri e una gestione responsabile”.”Una delle sfide principali è spostare l’attenzione sull’informazione, trasformandola in un tema sociale. È cruciale – ha affermato Mirco Ceotto, Fisascat Cisl Nazionale – agire sulla contrattazione di secondo livello. Serve avviare un confronto tra Governo e parti sociali per affrontare questioni come il TFR, gli aumenti contrattuali, le quote da destinare alla previdenza complementare e le agevolazioni fiscali”.”Nel settore del Terziario le persone che avrebbero più bisogno della previdenza complementare sono proprio i giovani e le donne. Gli strumenti di intervento per incentivare le adesioni sono diversi. Occorre – ha detto Gabriele Fiorino, segretario nazionale UILTuCS – promuovere una maggiore informazione, rafforzare la contrattazione e prevedere misure a sostegno della previdenza complementare”.Iscritti, la metà sono donneDegli iscritti al Fondo Fon.Te. quasi il 50% è costituito da donne, un dato in netta controtendenza rispetto ad altri settori economici. I lavoratori con età compresa tra i 20 e i 34 anni rappresentano, invece, solo il 25% della popolazione iscritta. La fascia d’età compresa tra i cinquantacinquenni e gli over 65 raggiunge il 19% della platea degli aderenti.Formazione e gestione finanziariaNel 2024 sono state gestite 30mila richieste di contatto telefonico e oltre 45mila pervenute via mail, mentre sono stati svolti oltre 60 incontri formativi – informativi con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza sui vantaggi del sistema di secondo pilastro. Il Fondo ha poi sviluppato e concluso un progetto di collocazione di sportelli della previdenza complementare. Sul fronte della gestione finanziaria, per il comparto Conservativo, con 1,8 miliardi di euro di capitalizzazione, si è registrato un rendimento del +4,8% a dodici mesi. Ottime performance anche per i comparti Sviluppo (+9,3%), Crescita (+10,6%) e Dinamico (+14,1%). Un importante driver strategico della gestione finanziaria di Fon.Te. resta anche nel 2024 la crescente allocazione in investimenti illiquidi.Previdenza di secondo pilastro e progetti futuriDa un’indagine promossa da Fon.Te. su come la previdenza complementare sia percepita dai lavoratori del settore terziario, è emerso che l’88,2% delle persone intervistate esprime forte preoccupazione sulla vita da lavoratore in pensione, nonostante solamente 1 su 3 si sia informata. Molti degli intervistati già aderenti, tuttavia, si dichiarano iscritti a un fondo pensione negoziale poiché questo infonde maggiore tranquillità, considerato che è stato istituito attraverso accordi collettivi tra datori di lavoro e organizzazioni sindacali.Diversi i progetti di Fondo Fon.Te. in cantiere per il futuro. Dal 2025 sarà introdotto un meccanismo di life cycle, per ampliare l’offerta di investimento per gli iscritti e garantire la scelta automatica della linea di investimento in relazione alla fase del ciclo di vita e alla distanza dal momento del pensionamento. Verrà rafforzata l’infrastruttura tecnologica e amministrativa con l’implementazione della Generative AI, mantenendo alta l’attenzione ai rischi sulla sicurezza IT. È previsto, inoltre, l’avviamento del processo di adesione paperless, e Fon.Te. sarà il primo Fondo negoziale in Italia a offrire una soluzione di adesione senza scambi di documentazione cartacea, con l’utilizzo di firma elettronica digitale one shot a costo zero per l’aderente. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sapaolo, Pastorino: “aziende fondamentali per promuovere la genitorialità”

    (Teleborsa) – “Le aziende private hanno un ruolo fondamentale per promuovere la genitorialità, in Intesa Sanpaolo abbiamo introdotto misure per permettere alle persone di conciliare al meglio i tempi dedicati al lavoro e alla famiglia”. E’ quanto affermato da Chiara Pastorino People Management & Development Intesa Sanpaolo, in occasione degli Stati Generali della Natalità in corso a Milano. Queste misure – ha agigunto “comprendono lo smart working, la possibilità di avere un giorno libero a settimana, la flessibilità di orario in entrata, oltre a un potenziamento di permessi e congedi anche per la paternità. Si tratta di misure che aiutano le famiglie a dividersi i carichi di cura e danno la possibilità di realizzare un progetto personale e familiare”.(Foto: © Giuseppe Porzani / 123RF) LEGGI TUTTO

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    BNL, raggiunto con sindacati accordo su aumento premio

    (Teleborsa) – La Fabi e le altre organizzazioni sindacali First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin hanno sottoscritto, oggi, con i rappresentanti di Bnl Bnp Paribas il nuovo accordo per il premio aziendale 2025 e 2026. Il premio per la figura di riferimento (terza area professionale, quarto livello) è pari a 904 euro: tale importo risulta in aumento del 13% rispetto a quello precedente e potrà beneficiare di ulteriori incrementi sulla base degli indicatori stabiliti. Il premio, nella formula welfare, è pari a 1.356 euro, mentre nella formula mista è pari a 452 euro cash a cui si sommano 565 euro in welfare. “È positivo che gli indicatori siano stati meglio calibrati e siamo giunti a un incremento rispetto alla precedente erogazione. Abbiamo inoltre inserito interessanti strumenti di welfare: la possibilità di convertire parte del premio in ulteriori giornate di permesso e, soprattutto, è confermata una erogazione extra per lavoratrici e lavoratori con reddito più basso”, spiega il coordinatore Fabi nel gruppo Bnl Bnp Paribas, Fabio Armeni. LEGGI TUTTO

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    Pensioni: sistema italiano più integro e sostenibile, ma meno adeguato

    (Teleborsa) – Il regime previdenziale dei Paesi Bassi si conferma al primo posto a livello globale, seguito da Islanda e Danimarca. Sul fronte del sistema pensionistico Italia si colloca, invece al 35esimo posto, seguita dal Giappone. È quanto rileva la 16esima edizione dello studio annuale Mercer CFA Institute Global Pension Index (MCGPI). “In un mondo in cui i tassi di fertilità stanno diminuendo e l’aspettativa di vita è in aumento, i sistemi pensionistici sono al centro dell’attenzione – commenta Marco Valerio Morelli, amministratore delegato di Mercer Italia –. Occorre garantire un migliore allineamento tra reddito pensionistico pubblico e privato per aumentare la copertura dei dipendenti. Oltre a questo, è fondamentale creare un ambiente di lavoro adeguato in un contesto nel quale saranno sempre di più coloro che desiderano lavorare in età più avanzata”.Nel dettaglio i Paesi Bassi realizzano il punteggio complessivo più elevato dell’indice (84.8), tallonati dall’Islanda (83.4) e dalla Danimarca (81.6). Oltre alla presenza di normative strutturate e di servizi di assistenza a disposizione dei partecipanti, il sistema pensionistico dei Paesi Bassi continua a godere dei benefici dettati dal passaggio da una struttura collettiva a prestazione definita a un approccio più individuale, a contribuzione definita.Il Global Pension Index utilizza la media ponderata dei sotto-indici di adeguatezza, sostenibilità e integrità. Per ciascuna di queste macro-categorie, i sistemi previdenziali che hanno conseguito i valori più elevati sono i Paesi Bassi per l’adeguatezza (86.3), l’Islanda per la sostenibilità (84.3) e la Finlandia per l’integrità (90.8).L’Italia si riconferma sotto la media europea su tutte e 3 le dimensioni dell’indice, insieme ad Austria, Polonia e Turchia, sebbene con un leggero decremento totale rispetto al 2023 (da 56.3 a 55.4), in particolar modo dovuto all’indice dell’adeguatezza che passa dal 72.7 al 68.2. Di contro gli indici di sostenibilità ed integrità segnano dei lievi rialzi. Nell’ambito dell’adeguatezza, l’Italia ha leggermente peggiorato la propria posizione vedendo passare l’indice relativo a questa dimensione da 72.7 a 68.2. In leggero miglioramento l’indice di sostenibilità (da 23.7 a 25.1), ricollegabile principalmente ad un piccolo aumento del numero di persone con età superiore ai 50 anni iscritte ad un fondo pensione. Il nostro Paese si riconferma tuttavia nella parte più bassa della classifica europea per quanto concerne la sostenibilità, posizionandosi al penultimo posto (seguito dall’Austria). Le difficoltà in questo ambito rimangono il debito pubblico elevato, il basso tasso di crescita, l’elevata spesa governativa per le pensioni e il livello di adesione alla previdenza complementare ancora molto basso. l valore del terzo sotto-indice considera l’integrità del sistema pensionistico complessivo, ma con un’attenzione particolare al settore privato, ed è il valore più alto dei tre sotto-indici per l’Italia (77.2), con un rilevante miglioramento rispetto allo scorso anno (75.9), dovuto principalmente all’aumento del capitale pensionistico detenuto dai maggiori fondi pensione privati e alla reperibilità delle informazioni in merito alla propria posizione individuale per i membri iscritti ad un fondo pensione.A livello globale, la crescita della longevità, gli alti tassi di interesse e l’aumento dei costi delle cure hanno esercitato una maggiore pressione sui bilanci pubblici per sostenere i programmi pensionistici, facendo sì che i punteggi quest’anno siano complessivamente leggermente inferiori. Diversi sistemi, tra cui Cina, Messico, India e Francia, hanno intrapreso recenti riforme per migliorare i loro punteggi negli ultimi anni. Le più recenti riforme pensionistiche in Cina, annunciate a settembre, non si riflettono nel punteggio dell’Indice.I sistemi pensionistici di tutto il mondo si stanno allontanando sempre più dai piani a benefit definiti (DB) e si stanno spostando verso accordi a contribuzione definita (DC). Lo studio esplora le opportunità e le sfide associate ai regimi DC sia per i piani pensionistici che per i singoli individui. “Il passaggio ai piani pensionistici a contribuzione definita introduce una serie di nuove sfide di pianificazione finanziaria, che ricadono direttamente sulle spalle dei pensionati di domani – afferma Margaret Franklin, CFA, Presidente e CEO di CFA Institute –. I piani DC richiedono che gli individui prendano molte decisioni complesse in materia di pianificazione finanziaria, che potrebbero avere un impatto significativo sulle loro condizioni finanziarie in età avanzata. Tuttavia, molte persone non sono sempre ben preparate a gestire le decisioni richieste: i dati del report e l’indice contenuto mettono in evidenza questo gap, con l’obiettivo di favorire la sicurezza finanziaria sul lungo periodo e offrire indicazioni utili. La necessità di consulenti finanziari etici e con credenziali emerge ancora una volta, ed è per questo che noi di CFA Institute abbiamo lanciato nuove iniziative nello spazio degli investimenti privati per colmare questa lacuna”.Guardando al sistema italiano, una maggiore adesione a fondi di previdenza complementare potrebbe essere salutare sia per il sistema pensionistico che per i cittadini. Esiste però una sfida per i sottoscrittori, poiché devono essere preparati per scegliere autonomamente le linee di investimento. Non basta essere affiancati da advisor preparati, ma è necessario investire in importanti attività di sensibilizzazione e formazione in ambito di gestione dei risparmi e finanza personale. Qui le imprese possono fare la differenza, avviando decisamente percorsi di formazione agli investimenti e sportelli di supporto per i lavoratori. A fronte dell’esigenza di un maggiore coinvolgimento dei singoli nella previdenza complementare, è evidente come siano necessari anche interventi a più alto livello, per fronteggiare le sfide a livello demografico, di riduzione dei contribuenti a fronte di un aumento della popolazione pensionata e quelle legate alla crescita del debito pubblico. Con il crescere dell’aspettativa di vita, la maggiore flessibilità e la possibilità di personalizzazione offerte dai regimi DC saranno fondamentali. Il concetto di pensionamento è cambiato e molti individui si stanno avvicinando alla pensione in modo graduale o stanno rientrando nel mondo del lavoro con una veste diversa dopo il pensionamento iniziale. I piani pensionistici DC offrono anche importanti benefici per i lavoratori a tempo determinato, spesso rimasti ai margini degli schemi pensionistici a prestazione definita.”Le riforme politiche dei sistemi di reddito pensionistico devono svilupparsi man mano che le esigenze finanziarie dei pensionati e le loro aspettative lavorative evolvono – continua Morelli –. Non esiste un’unica soluzione per portare i sistemi pensionistici su un terreno più solido. Ora è il momento in cui i governi, i politici, il settore pensionistico e le aziende collaborino per garantire che gli anziani siano trattati con dignità e possano mantenere uno stile di vita simile a quello che hanno sperimentato nei loro anni lavorativi”. LEGGI TUTTO

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    Sostenibilità Welfare italiano: necessari 176 miliardi di euro aggiuntivi entro il 2030

    (Teleborsa) – Il ruolo trasversale della prevenzione per rispondere alle sfide evolutive del sistema di welfare in quanto elemento capace di ridurre i costi sistemici, la sostenibilità di medio-lungo termine del sistema di welfare, il ruolo del privato e degli investimenti sociali. Questi alcuni dei temi di dibattito affrontati al Welfare Italia Forum dal titolo “Quali opportunità per creare valore nel sistema di Welfare” che si è tenuto oggi a Roma presso le Corsie Sistine di Santo Spirito in Sassia. Durante l’evento, aperto dal messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stato presentato il Rapporto 2024 del Think Tank “Welfare, Italia” supportato da Unipol Gruppo con la collaborazione di The European House – Ambrosetti (TEHA), e con il sostegno di un comitato scientifico composto da Veronica De Romanis, Giuseppe Curigliano, Giuseppe Guzzetti e Stefano Scarpetta.Il sistema di welfare italiano è chiamato a rispondere ai crescenti bisogni di protezione all’interno di un sistema economico con pochi margini di spazio fiscale, in quanto inevitabilmente condizionato da un quadro di finanza pubblica complesso e dalle nuove regole relative alla governance economica europea (nuove clausole del Patto di Stabilità e Crescita). Seppur in progressivo miglioramento, il quadro di finanza pubblica resta uno dei più complessi a livello europeo. La correzione di bilancio per l’Italia è quantificabile in circa 13 miliardi di euro/l’anno per i prossimi sette anni. Se a questa correzione si aggiungono gli incrementi della spesa previsti nelle diverse voci di welfare, entro il 2030 sarà necessario reperire 176 miliardi di euro addizionali per garantire la sostenibilità del sistema di welfare e del Paese. Inoltre, dalle dinamiche tendenziali e congiunturali delle componenti del welfare emerge come l’Italia risulti il primo Paese tra i Big-4 europei per incidenza della spesa in previdenza sul PIL (16,2% vs 12,3%). Al contrario, l’Italia si trova ultima sia con riferimento al valore dell’istruzione (che incide solo per il 4,1% del PIL italiano, rispetto ad una media dell’Eurozona pari a 4,6%) che a quello delle politiche sociali (5,7% del PIL italiano, contro una media dell’Eurozona pari a 7,3%) e penultima con riferimento alla sanità (7,1% del PIL italiano, contro una media dell’Eurozona del 7,9%). Secondo le stime del Think Tank, in Italia il welfare (inteso come Sanità, Politiche Sociali, Previdenza e Istruzione) rappresenta nel 2023 la principale voce di spesa pubblica con 662,7 miliardi di euro (circa il 57,9% della spesa pubblica). La spesa previdenziale assorbe la metà delle risorse, ovvero il 50,9% della spesa sociale totale, a seguire, la spesa sanitaria (20,9%), quella in politiche sociali (16,1%) e la spesa in istruzione (12,1%). Per il 2030 si prevedono risorse aggiuntive così ripartite: 60,6 miliardi di spesa previdenziale, 19,8 miliardi di spesa sanitaria, 6,8 miliardi di spesa per le politiche sociali, 7,6 miliardi di spesa in istruzione.La prevenzione – si legge nell’analisi – rappresenta uno strumento per contrastare la dinamica crescente dei costi di welfare e stimolare la crescita economica: un euro investito in prevenzione genera a sua volta un ritorno di 14 euro sull’intera filiera socio-assistenziale del Paese. Attraverso un’inedita ri-classificazione delle voci di spesa del welfare, TEHA ha evidenziato come la spesa in welfare in Italia risulti troppo sbilanciata sulla “gestione del presente” con una quota complessiva sulla spesa totale del 78,9%, un valore 6,1 punti percentuali più alto rispetto alla media europea del 72,8%, e superiore rispetto alla quota della Francia (76,4%) e della Germania (75,4%). Di contro, la spesa dedicata alla “costruzione del futuro”, ovvero gli investimenti rivolti alle nuove generazioni e alla prevenzione pesano solo per il 21,1% sulla spesa totale di welfare, un valore inferiore di 6,1 punti percentuali rispetto alla media europea del 27,2% e più basso rispetto alla quota dedicata a queste voci di spesa da Francia (23,6%) e Germania (24,6%). In termini assoluti, la Francia spende 150 miliardi di euro in più rispetto all’Italia mentre la Germania 279 miliardi di euro. Alla luce di quanto esposto, la prevenzione rappresenta una leva fondamentale per invertire questa tendenza, soprattutto alla luce dei suoi importanti ritorni economici: infatti, 1 euro investito in prevenzione genera a sua volta un ritorno di 14 euro sull’intera filiera socio-assistenziale del Paese. Il Think Tank “Welfare, Italia” ha quantificato per la prima volta in Italia, la filiera estesa del welfare italiano. Dalle analisi è emerso come la filiera del welfare italiano coinvolge oltre 425mila enti pubblici e privati (profit e no profit) e l’erogazione di queste prestazioni è assicurata dall’apporto di 4,3 milioni di lavoratori, a cui si sommano gli oltre 4,6 milioni di persone che forniscono attività volontaristica nell’ambito del Terzo Settore. Infine, l’impatto generato dalle attività svolte da questi enti e professionisti è quantificabile in 206 miliardi di euro in termini di valore della produzione delle attività legate al welfare.Un ruolo chiave all’interno della filiera è svolto dalle professioni di welfare: l’Italia è chiamata a reclutare tra 250mila e 440mila tra infermieri, medici e docenti per allinearsi ai benchmark e da formare alla luce delle dinamiche demografiche e dell’evoluzione tecnologica e digitale. Quello delle competenze rappresenta un tema cruciale per lo sviluppo e la sostenibilità del sistema di welfare: a tal proposito, sono ancora diversi i gap che il Paese è chiamato a colmare. Con riferimento, per esempio, all’inclusione formativa, nel 2023 il 10,5% dei giovani italiani tra i 18 e 24 anni ha ottenuto al massimo la licenza media e non ha seguito percorsi formativi di livello superiore (5° valore più alto in UE e superiore di 1 p.p. rispetto alla media europea). Per quanto riguarda invece la disponibilità di competenze avanzate, necessarie per assicurare innovazione e competitività, nel 2023 solo il 19,2% della popolazione italiana nella fascia 15-64 anni deteneva un titolo di studio terziario, il secondo valore più basso nell’Unione Europea e inferiore di 11,7 punti percentuali rispetto alla media europea. Occorre affrontare inoltre gli impatti dello skills mismatch (disallineamento tra le competenze offerte dai lavoratori e quelle richieste dalle imprese): in media, infatti, il 45% delle entrate di lavoratori previste dalle imprese, pari a 2,5 milioni di lavoratori, sono di difficile reperimento con un costo di 43,9 miliardi di euro per il Paese. L’incessante evoluzione tecnologica, accelerata dall’introduzione dell’Intelligenza artificiale, è destinata a determinare inevitabilmente una riconfigurazione dello scenario delle professioni e una carenza di adeguate competenze tra i lavoratori. Alla luce di ciò, gli investimenti in formazione, rappresentano una leva strategica fondamentale per prevenire gli effetti disruptive determinati dall’innovazione tecnologica. Il Welfare Italia Index: nel 2024 aumenta la divisione tra Nord, Centro e Sud nella capacità di risposta dei sistemi di welfare regionaliNel 2020 il Think Tank “Welfare, Italia” ha messo a punto uno strumento di monitoraggio, basato su 22 KPI (Key Performance Indicator), che valuta, all’interno di un indicatore sintetico, sia aspetti legati alla spesa in welfare sia aspetti legati ai risultati che questa spesa produce. In questi termini, l’indicatore sintetico, che prende in considerazione gli ambiti di politiche sociali, sanità, previdenza e formazione, consente di identificare a livello regionale i punti di forza e le aree di criticità in cui è necessario intervenire. Nel Welfare Italia Index 2024, l’amministrazione territoriale con il punteggio più elevato è la P.A. di Trento (79,7 punti), seguita dall’Emilia Romagna (79,5 punti) e dalla P.A. di Bolzano (78,5 punti). Dal lato opposto del ranking, si posizionano la Basilicata (59,5 punti), la Campania (58,6 punti) e la Calabria (56,1 punti). L’edizione 2024, rispetto ai dati 2023, segnala una costante polarizzazione nella capacità di risposta del sistema di welfare delle Regioni italiane. Il divario tra Regione best e worst è infatti pari a 23,6 punti (in aumento di 0,7 punti rispetto all’edizione precedente).Le 3 priorità di azione per il sistema di welfare italiano Il Think Tank “Welfare, Italia” ha individuato tre ambiti d’azione su cui il Paese dovrebbe agire prioritariamente per sostenere l’evoluzione del sistema di welfare. Alla base di questi ambiti d’azione il concetto della prevenzione assume un ruolo fondamentale per rispondere alle criticità del sistema di welfare, in quanto abilita una riduzione dei costi sistemici, promuove la sostenibilità economica generale di medio-lungo termine e sostiene approcci innovativi che consentono di anticipare le sfide future riducendo i gap formativi e agendo positivamente sull’offerta dei servizi di welfare. 1) Promuovere il contributo della Long-Term Care – La proposta del Think Tank “Welfare, Italia” è quella di introdurre una normativa nell’ambito della Long-Term Care, che la renda di tipo mutualistico collegata ai Fondi pensione o anche ai fondi di sanità integrativa attraverso tre elementi specifici: l’introduzione di una polizza di base obbligatoria di LTC; la previsione di agevolazioni più ampie di quelle attualmente riconosciute ai fini IRPEF a chi stipula un contratto di assicurazione LTC (al momento limitate al 19% dei premi sostenuti nei limiti di 1.291,14 euro annui); l’introduzione di schemi di incentivazione per le imprese che contribuiscono alla diffusione dello strumento.2) Lanciare un piano di sviluppo delle competenze del welfare – Il Think Tank “Welfare, Italia” propone di realizzare un Piano strategico di sviluppo delle competenze del welfare, coinvolgendo le istituzioni nazionali e internazionali oltre che i diversi stakeholder provenienti dal mondo delle imprese e della società civile, che focalizzi il cambiamento indotto dall’evoluzione demografica e tecnologica e includa: l’analisi dei fabbisogni attuali e prospettici delle professioni legate al welfare, anche grazie all’evoluzione demografica e tecnologica; l’identificazione dei percorsi formativi necessari per le nuove competenze, coinvolgendo sia le istituzioni educative pubbliche (scuole superiori, ITS, università, ecc.) sia l’offerta dei soggetti formativi privati (centri di formazione, ecc.); l’introduzione di specifici schemi di incentivazione, sul modello dei Conti individuali di apprendimento (Individual Learning Account, ILA[4]) che incentivino l’accesso dei cittadini a programmi di formazione, con particolare riguardo a quelli certificati, nonché su innovativi modelli di finanziamento (sull’esempio di condivisione del debito di SURE). 3) Creare un punto di accesso unico digitale per i servizi di welfare come obiettivo di digitalizzazione del Paese – In materia di digitalizzazione, il Think Tank “Welfare, Italia” propone la creazione di un punto di accesso unico digitale per i servizi di welfare – integrato nell’attuale ecosistema di servizi e piattaforme pubbliche digitali (App IO, It Wallet, ecc.) – che consenta ai cittadini di consultare attivamente tutti i servizi di welfare: nell’ambito della formazione (es. consultazione del “libretto” relativo ai diversi cicli di istruzione e alle competenze acquisite, accesso ai crediti per la formazione, certificazioni, borse di studio e voucher, ecc.); in ambito sanitario (es. prenotazioni per prestazioni e servizi di telemedicina, consultazione del libretto vaccinale, integrazione di patologie e prestazioni previste sul fascicolo sanitario, ecc.); nell’ambito delle politiche sociali (es. richieste di ammortizzatori sociali, sostegno al reddito, ecc.); nell’ambito della previdenza (es. consultazione della posizione previdenziale pubblica, consultazione e modifica della posizione privata, ecc.). 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    Previdenza, Enpapi: nel 2024 aumento sostanziale delle entrate contributive

    (Teleborsa) – Aumento sostanziale delle entrate contributive in questa prima parte del 2024 per Enpapi, l’Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica. Ad agosto si è registrato un aumento del 17% rispetto allo stesso mese del 2023, mentre per i primi otto mesi del 2024 l’incremento è stato del 12,32%, con riferimento al medesimo periodo dello scorso anno.”Rileviamo un progressivo ritorno della fiducia nell’Ente da parte degli iscritti – osserva il presidente di Enpapi, Luigi Baldini –. Siamo soddisfatti per i risultati ottenuti finora, che sono sempre preceduti dal segno più. Cresce il numero dei colleghi che tendono a regolarizzare la propria posizione contributiva, evidentemente anche per rientrare in qualità di beneficiari dell’assistenza messa a loro disposizione dall’Ente stesso”. LEGGI TUTTO

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    Pensioni all’estero, INPS: “Eliminazione della modalità di pagamento assegno negli Stati Uniti e in Canada”

    (Teleborsa) – “Il vigente contratto che regola i rapporti tra l’INPS e l’attuale gestore del servizio di pagamento delle pensioni al di fuori del territorio nazionale, Citibank N.A., prevede che i pagamenti siano eseguiti, in via ordinaria, a mezzo accredito su conto corrente bancario intestato al pensionato oppure, laddove possibile, in contanti allo sportello di un corrispondente diretto della stessa Citibank (Western Union, nella maggior parte dei paesi). Soltanto in via del tutto eccezionale, la banca può disporre l’erogazione della pensione mediante l’emissione e la spedizione al pensionato di un assegno di deposito non trasferibile. Ma poiché la regolarità dei pagamenti eseguiti con assegno spesso è compromessa da ritardi nella consegna dovuti essenzialmente a inefficienze dei locali servizi postali oppure da evenienze, quali lo smarrimento o il danneggiamento, l’INPS, anche al fine di ridurre il rischio di erogazione di prestazioni indebite, è impegnato a eliminare gradualmente il pagamento delle pensioni all’estero tramite questa modalità”. Lo comunica l’INPS in una nota.In particolare,– spiega l’INPS – i pensionati pagati con assegno residenti negli Stati Uniti e in Canada riceveranno nei prossimi giorni da Citibank un modulo per acquisire i dati bancari per i futuri pagamenti, da compilare e restituire entro il 15 dicembre 2024, allegando sia la copia di un documento d’identità in corso di validità che un documento recente della banca estera nel quale siano chiaramente indicate le coordinate bancarie locali utili all’accredito, l’intestatario e l’eventuale cointestatario del conto. In caso di mancata risposta, il pagamento della rata di gennaio 2025 sarà disposto in contanti allo sportello presso le locali agenzie di Western Union. LEGGI TUTTO

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    Bonus psicologo, INPS: pubblicate le graduatorie

    (Teleborsa) – L’INPS ha comunicato la pubblicazione delle graduatorie per l’erogazione del contributo teso a sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia (il cosiddetto Bonus psicologo). La prestazione – ricorda l’INPS in una nota – fornisce un supporto economico alle persone in condizione di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica. I beneficiari sono individuati tenendo conto del valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) più basso e, a parità del valore ISEE, dell’ordine cronologico di presentazione delle domande.Dalla home page del portale dell’Istituto è possibile accedere alla pagina dedicata alla prestazione, digitando nel campo di ricerca testuale le parole “bonus psicologo” e selezionando poi il servizio “Contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia – Bonus psicologo”. In tale pagina sono disponibili: la scheda informativa della misura, i tutorial per il cittadino e per il professionista aderente all’iniziativa e il link di accesso al servizio (“Utilizza il servizio”). Autenticandosi tramite i consueti canali (SPID, CIE 3.0 o Carta Nazionale dei Servizi), l’utente può visionare l’esito della richiesta e l’eventuale importo riconosciuto, corredato dal codice univoco per usufruire delle sedute di psicoterapia.I beneficiari presenti in graduatoria hanno 270 giorni di tempo per usufruire del contributo.L’INPS ricorda, infine, che con il messaggio 2568/2024, ha riaperto i termini per la registrazione dei dati di fatturazione a quei professionisti che, avendo confermato le sedute di psicoterapia entro il 26 marzo (per la Basilicata entro il 6 maggio), non avevano corredato le stesse con i dati menzionati entro la scadenza del 21 maggio 2024, indicata dal messaggio 1153/2024. La nuova finestra si aprirà, pertanto, alle ore 9:00 del 15 luglio e si chiuderà alle 18.00 del 31 luglio 2024. LEGGI TUTTO