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    Turismo, Istat: domanda stabile sotto i livelli pre-Covid (-27% rispetto al 2019)

    (Teleborsa) – Nel 2023 il turismo dei residenti si attesta su livelli simili a quelli del 2022. I viaggi con pernottamento sono 52,1 milioni e risultano ancora inferiori ai valori del 2019, anno precedente la pandemia (-27%). Le notti trascorse in viaggio (323,6 milioni) sono ancora il 21% in meno rispetto a quelle osservate nel 2019. Dopo la marcata crescita osservata nel 2022, i viaggi all’estero nel 2023 rimangono stabili e ancora al di sotto dei livelli del 2019 (-35,6%). Anche i viaggi in Italia non registrano sostanziali variazioni e non recuperano il 24% perso rispetto al 2019. Le vacanze, che nel 2022 avevano mostrato una decisa ripresa, sono sostanzialmente invariate e si attestano nel 2023 a poco più di 48 milioni (92% dei viaggi, 95% delle notti). Prevalgono le vacanze “lunghe”, di 4 o più notti (54,7% dei viaggi e 82% delle notti), che, dopo aver raggiunto nel 2022 i livelli pre-pandemia, nel 2023 interrompono la loro crescita attestandosi a 28,5 milioni (-19% sul 2019). Anche le vacanze brevi non cambiano rispetto al 2022 e sono ancora il 31% in meno di quelle registrate nel 2019. Il divario tra i pernottamenti di vacanza del 2023 e del 2019 rimane elevato (75 milioni, -19,6%). È quanto rileva l’Istat nel report “Viaggi e vacanze in Italia e all’estero” relativo all’anno 2023.Commentando i dati le associazioni dei consumatori denunciano gli effetti del caro-tariffe nel comparto turistico sulle partenze dei cittadini. “I forti rincari dei prezzi che hanno interessato nell’ultimo anno il settore dei viaggi hanno pesato sulle scelte dei cittadini, portandoli a tagliare la spesa per le villeggiature e a ridurre il numero di notti fuori casa – spiega il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso – Nel periodo estivo che va da luglio a settembre le vacanze di 4 o più notti sono calate infatti del -12,6% rispetto al 2022, e si riduce fortemente il numero di italiani che nello stesso periodo si è concesso una vacanza: 31,5% contro il 35,8% del 2022 e 37,8% nel 2019. A pesare sul drastico crollo delle partenze sono gli aumenti che hanno interessato prezzi e tariffe nel comparto dei viaggi: basti pensare che i biglietti dei voli nazionali sono rincarati nel 2023 in media del 37,8% su base annua, quelli dei voli europei del 16,4%, +10,8% i voli internazionali. I listini di alberghi e motel sono aumentati del 14% e i pacchetti vacanza del 16,1%. Ma a salire sono anche tutti i servizi legati alle vacanze, dai ristoranti (+5,3%) ai parchi divertimento (+8,55), passando per musei e monumenti storici (+3,2%)”. I rincari annui delle tariffe nel comparto turistico elaborati da Assoutenti sulla base dei dati Istat 2023 fanno registrare un +14% per alberghi e motel +14%; villaggi vacanza +5,7%; ristoranti +5,3%; pacchetti vacanza nazionali +16,1%; parchi divertimento +8,5%; musei e monumenti storici +3,2%; pedaggi +1,6%; parcheggi +2,4%; trasporto ferroviario +4,9%; autobus e pullman +3,4%; voli nazionali +37,8%; voli europei +16,4%; voli internazionali +10,8%. Il Codacons chiede “misure per calmierare prezzi e tariffe nel comparto turistico”. “I dati Istat dimostrano che gli italiani rinunciano sempre più alle vacanze, con i viaggi che si trasformano oramai in un lusso riservato ai più benestanti” commenta il Codacons. “Siamo di fronte ad una debacle del turismo, con le partenze degli italiani che si riducono di oltre un quarto rispetto al periodo pre-Covid, scendendo del -27% – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi –. I viaggi all’estero addirittura crollano del -35,6% rispetto al 2019, a dimostrazione di come sia sempre più difficile per i cittadini concedersi una vacanza fuori dai confini nazionali. Questo perché le tariffe nel comparto turistico sono del tutto fuori controllo e hanno raggiunto livelli insostenibili per una ampia fetta di popolazione. Un trend preoccupante che prosegue anche nel 2024, e che deve portare il Governo a studiare misure specifiche per calmierare i prezzi nel settore, affinché i viaggi non siano un lusso riservato ai ricchi ma una opportunità per tutti”. “Effetto caro vita e caro bollette. La perdita del potere d’acquisto dovuta all’inflazione e le bollette di luce e gas alle stelle pesano troppo sulle tasche degli italiani e finiscono per incidere sui loro spostamenti e sulle loro vacanze – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori –. Significativo, in tal senso, il dato relativo ai mesi estivi e alle vacanze di 4 o più notti che, invece di migliorare, peggiora del 12,6% rispetto all’estate del 2022, tornando così sotto i livelli del 2019. Insomma, le spese non obbligate non possono certo andare bene se la gente vede intaccare i propri risparmi pur di arrivare a fine mese”. In calo le vacanze lunghe estiveNel primo trimestre del 2023 la domanda turistica aumenta rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+40,5% di viaggi, +34,4% di notti, +39,7% di turisti). La crescita si concentra nelle vacanze (+37,3% di viaggi, +32,1% di notti) ed è trainata dalle vacanze lunghe, che aumentano di oltre il 60%. Tuttavia, le vacanze sono ancora inferiori del 25,5% rispetto ai livelli dello stesso periodo del 2019 (-15% di notti). Nel secondo trimestre i viaggi sono sostanzialmente stabili rispetto alla primavera del 2022 e rimangono più bassi del 32% rispetto al corrispondente periodo del 2019 (-36,5% di notti). Nel trimestre estivo (luglio-settembre) il calo delle vacanze lunghe (-12,6% di viaggi, -13,4% di notti) é in controtendenza rispetto alle estati dei due anni precedenti e riporta l’ammontare dei viaggi sotto i valori dell’estate del 2019 (-18,5%,-15% in termini di notti). Nell’ultimo trimestre dell’anno la domanda è stabile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e il confronto con il corrispondente periodo del 2019 evidenzia le criticità persistenti nella domanda turistica: -39% di viaggi, -27% di notti. Le persone partite per una vacanza estiva sono 18,4 milioni, in calo del 13% rispetto all’anno precedente (21,1 milioni nel 2022). La diminuzione riguarda tutte le fasce di età e si concentra tra i residenti nel Nord-ovest (-18%) e nel Sud (-17,8%), aree che tornano sotto i livelli dell’estate 2019 (rispettivamente -12% e -23%). Nel complesso, i turisti che partono per vacanza tra luglio e settembre sono il 19% in meno del 2019 (18,4 milioni nel 2023, 22,7 milioni nel 2019). I viaggi estivi sono mediamente più lunghi rispetto a quelli degli altri trimestri (8,5 notti) e di durata pari a quelli dell’estate del 2022. Le vacanze lunghe rappresentano il 73,3% dei viaggi estivi, quota simile all’estate del 2022 (73,6%) e del 2019 (72,6%). Quasi la metà delle vacanze lunghe (49,6%) dura meno di una settimana. Solo il 7,9% dei viaggi è svolto per motivi di lavoro (4,1 milioni), senza sostanziali variazioni in termini di viaggi e di notti rispetto al 2022. Gli spostamenti per lavoro non mostrano quindi segnali di ripresa, attestandosi a circa la metà di quelli registrati nel 2019, con una durata media simile a quella del 2022 (4 notti rispetto a 3,8). Le riunioni d’affari e i viaggi per congressi, convegni e seminari sono le motivazioni più frequenti (17,8%), seguite dalle attività di rappresentanza, installazione o vendita (15,6%). La durata media delle vacanze (6,4 notti) e dei viaggi nel loro complesso (6,2 notti) sono sostanzialmente invariate rispetto al 2022. Le escursioni (visite in giornata) nel 2023 sono 42,4 milioni (stabili rispetto al 2022) e sono effettuate per lo più nel periodo primaverile (28,8%). La percentuale di residenti che, in media, hanno effettuato almeno un viaggio in un trimestre diminuisce lievemente, passando da 19,4% del 2022 a 18,7% del 2023 (24,2% nel 2019). La media nazionale dei viaggi pro-capite si attesta, come nel 2022, a 0,9 (1,2 nel 2019), con il valore più elevato nel Nord-ovest e nel Nord-est (entrambi 1,2) e più basso al Sud e nelle Isole (entrambi 0,4). L’area dove risiede la maggior parte dei turisti è il Nord-ovest (25,4%; 35,5% in termini di provenienza dei viaggi), seguono il Nord-est (24,9% dei turisti e 27,1% dei viaggi), il Centro (20,8% dei turisti e 22,1% dei viaggi) e, a distanza, le Isole (9,7% di turisti; 5,3% di viaggi) e il Sud (8,0%, 10,0%).Mare e città le vacanze preferite dai residenti Il 2023 conferma la tendenza a spostarsi in ogni periodo dell’anno principalmente per piacere, svago o riposo (73,3% delle vacanze) e per visite a parenti e amici (24,7%). Entrambe le motivazioni sono stabili rispetto al 2022, ma ancora sotto i livelli del 2019 (-21,3% per le vacanze di piacere, svago e riposo, -31,1% per le visite a parenti e amici).La quota di vacanze per visite a una città, per la prima volta, eguaglia quella delle vacanze al mare (entrambe pari al 49% sul totale vacanze). Continua la lenta ripresa delle visite a città, grazie soprattutto al recupero di quelle estere (+29,3% sul 2022) e di quelle estive in città italiane, che superano ampiamente i livelli prepandemici (+37% sul 2019). Tuttavia, complessivamente, le visite a città sonoancora di circa il 15% inferiori rispetto al 2019. Per la prima volta dal 2019, le vacanze al mare in Italia tornano ad essere più scelte (50%) di quelle all’estero (45,1%), ma si assiste ad un rallentamento (-11,7%), in Italia e all’estero, rispetto alla crescita osservata negli ultimi due anni. Le vacanze in montagna e campagna rimangono stabili sul 2022 e sono, rispettivamente, il 25,4% e il 14,3% del totale delle vacanze. Mentre per le vacanze in montagna a fine anno il bilancio è ancora in difetto rispetto al 2019 (-12,2%), quelle in campagna hanno recuperato i livelli pre-pandemia. Rispetto al 2022, aumentano le vacanze dedicate a visite al patrimonio culturale, alla partecipazione a eventi e spettacoli e al turismo enogastronomico, grazie agli incrementi osservati nei primi nove mesi dell’anno (+55%). Inoltre, per la prima volta dopo anni di cali, il 2023 vede crescere la quota di vacanze con attività culturali (da 9,7% nel 2022 a 13,1% nel 2023). Tuttavia, queste vacanze sono ancora inferiori del 39% rispetto al 2019. Le vacanze per visitare le bellezze naturali del luogo (9,2%) sono stabili rispetto al 2022.Tra le vacanze svolte per piacere, svago o riposo, quelle dedicate al riposo o divertimento anche nel 2023 rimangono predominanti (68,3%) rispetto al periodo pre-pandemico (erano 57,8% nel 2019). Il saldo di fine anno si conferma prossimo ai livelli precedenti alla pandemia, grazie al marcato incremento osservato nel primo trimestre (+61% rispetto al corrispondente periodo del 2022), mentre in estate si conferma la stabilità registrata nel triennio precedente. Le altre attività, quali i trattamenti di benessere, lo shopping, il volontariato, la pratica di hobby, le visite ai parchi divertimento o le vacanze svolte per assistere a eventi sportivi, per studio o formazione, sebbene aumentino rispetto al 2022, non riescono a recuperare il gap dovuto alla pandemia. Di fatto la quota delle vacanze effettuate per svolgere queste attività è ancora molto contenuta (4,7%, era 7,5% nel 2019).In estate aumentano le attività culturali, stabili i viaggi paesaggistici Durante l’estate del 2023 i viaggi per visite alle bellezze naturali (57,5% dei viaggi estivi) e quelli con almeno un’attività culturale (64,3%), confermano le quote raggiunte nel periodo prepandemico, sebbeneancora non recuperino completamente rispetto al 2019.Le attività culturali preferite rimangono le visite a città e borghi (84,7%) e le visite ai monumenti e siti storici o archeologici (48,4%), seguite, quasi in egual misura, dalle visite a mercati tipici locali (35,9%) ea musei e mostre (33,4%). Rispetto all’anno precedente, sono in aumento tutte le tipologie di attività, ad esclusione delle visite a città. In particolare, la quota delle attività legate all’enogastronomia (25,3%) è più alta del 2019 (19,7%) e, per la prima volta dal forte calo del 2020 (erano scesi all’11,3%, da 29,6% nel 2019) anche i viaggi estivi per partecipazione a spettacoli e manifestazioni tornano ad essere più frequenti (23,7%), seppure ancora inferiori di circa un terzo rispetto all’estate pre-pandemica.Nel 2022 quasi un turista su 10 lavora dal luogo di vacanzaL’ampia diffusione del lavoro da remoto in questi anni, spinta anche dalla pandemia da COVID-19, ha permesso a molti di combinare due elementi storicamente contrastanti, la vacanza da un lato e il lavoro dall’altro, alimentando un fenomeno definibile come workation o holiday working. Si tratta della possibilità di svolgere il proprio lavoro dal luogo di vacanza, unendo il lavoro al piacere di viaggiare.Prima della pandemia, tale fenomeno era limitato ad alcune tipologie di liberi professionisti e lavoratori della conoscenza; l’accelerazione dell’adozione del lavoro a distanza lo ha reso accessibile a un pubblico più ampio diventando una possibile nuova tendenza nel settore del turismo. Nel 2022, il 9,7% dei vacanzieri occupati hanno lavorato dal luogo di vacanza in una qualsiasi modalità di lavoro da remoto (telelavoro, smartworking o lavoro agile). La propensione a lavorare in vacanza è maggiore tra i turisti occupati maschi (10,4%) rispetto alle donne (8,8%) e tra i residenti nelle regioni del Nord-ovest (12,1%, contro il 5,5% del Mezzogiorno). Inoltre la quota di holiday workers è oltre tre volte maggiore tra coloro in possesso di laurea o titolo superiore (18,5%) rispetto a chi ha titoli di studio più bassi.L’incidenza dell’holiday working tra i lavoratori autonomi (16,5%) è più del doppio di quella dei lavoratori alle dipendenze (7,7%). Tra questi ultimi, il fenomeno riguarda in misura maggiore i dirigenti (37,2%) e, tra gli autonomi, gli imprenditori (37%). Sono gli occupati nei settori “Servizi di informazione e comunicazione” (30,5%) e “Attività finanziarie e assicurative” (22,8%) a dichiarare più frequentemente di aver lavorato dal luogo di vacanza: si tratta soprattutto di professioni appartenenti al primo grande gruppo professionale “Legislatori, dirigenti e imprenditori” (33%) e al secondo “Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione” (16,5%).Toscana: meta preferita per le vacanze, sia brevi che lungheNel 2023 il 79% dei viaggi ha come destinazione una località italiana. Il Nord rimane l’area del Paese con più potere attrattivo (38% dei viaggi), sia per le vacanze (soprattutto se brevi, 48,5%), sia per i viaggi di lavoro (38,9%). Il Mezzogiorno continua a registrare quote più elevate del Centro per le vacanze lunghe (29% contro 12,6%) e meno consistenti per le brevi (16% contro 25%) e per i viaggi di lavoro (11,3% contro 24,6%). I viaggi internazionali rimangono sostanzialmente stabili, ad eccezione di quelli versi i paesi extra-europei che crescono di poco meno del 50%. Ne consegue che la quota dei soggiorni oltre confinesale lievemente rispetto al 2022 (21% da 19,7%) e si avvicina sempre di più ai livelli pre-Covid (23,9% nel 2019). Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Trentino Alto Adige sono le setteregioni più visitate e accolgono complessivamente il 59,4% degli spostamenti interni, con quote che variano tra il 6,2% del Trentino Alto Adige e l’11,6% della Toscana. Anche nel 2023 quest’ultima rimane la regione preferita per le vacanze (11,6%), sia lunghe (9,9%) sia brevi (13,7%). Per lavoro si viaggia invece di più verso Lombardia, Lazio e Toscana, che insieme ospitano quasi il 42% dei viaggi d’affari in Italia. Lombardia e Lazio sono le mete preferite delle vacanze invernali (entrambe 11,7%), in particolare la prima per i soggiorni lunghi (15,1%), la seconda per quelli brevi (14%). Le vacanze primaverili e autunnali confermano la Toscana al primo posto tra le destinazioni privilegiate sia per i soggioni brevi (rispettivamente 17,1% e 14,1%), sia per quelli lunghi (13,4% e 19,1%). Questa regione è seconda (9%) solo all’Emilia-Romagna (12%) nella graduatoria delle mete più frequentate in estate, anche durante le vacanze brevi. In occasione delle vacanze lunghe estive, invece, le destinazioni preferite, oltre all’Emilia-Romagna (11%), sono la Puglia (8,9%), il Trentino Alto Adige e la Calabria (entrambe 8,5%). I viaggi all’estero hanno come destinazione prevalente una meta europea (82%): i paesi più visitati nell’anno sono Spagna (13,4%), Francia (10,7%), Germania (7,1%) e Romania (5,5%). Quest’ultima accoglie per la maggior parte i residenti stranieri in vacanza nel paese di origine, soprattutto nei mesi invernali ed estivi (9,7% e 6,4% delle vacanze rispettivamente del primo e del terzo trimestre). In estate e in autunno, la Spagna è la meta più scelta dai residenti per le vacanze all’estero (14,7% e 17,1%), ma in primavera è preceduta dalla Francia (16%). Tra le mete extra-europee, Egitto (4,3%), Stati Uniti (2,8%) e Marocco (2,3%) si riconfermano anche per il 2023 le destinazioni preferite per le vacanze lunghe.Preferiti gli alloggi privati in Italia, le strutture collettive all’esteroNel 2023 gli alloggi privati si confermano la sistemazione prevalente per gli spostamenti turistici (52,9%, 62,3% in termini di pernottamenti), soprattutto in Italia (54,7%, 63,9% di notti). Fuori dai confini nazionali, invece, si preferisce alloggiare in strutture ricettive collettive (54,1% dei viaggi), anche se gli alloggi privati rappresentano la quota prevalente in termini di pernottamenti (57,9%). Ciò è dovuto principalmente agli stili di viaggio dei residenti con cittadinanza straniera che prediligono, in più di otto spostamenti su 10 all’estero, gli alloggi privati alle strutture ricettive collettive. Queste ultime sono invece scelte in quasi il 61% dei viaggi all’estero dai cittadini italiani. Il ricorso agli alloggi privati prevale nel Mezzogiorno (64,4% dei viaggi) e nel Centro (53%), soprattutto abitazioni di parenti e amici (rispettivamente 38,3% e 26,1%) e alloggi in affitto/bed&breakfast (17,5% e 16,7%). Al Nord, strutture ricettive collettive e alloggi privati sono scelti in misura pressoché simile(rispettivamente 50,2% e 49,8%), ma maggiore, rispetto alle altre aree del Paese, è il peso dei soggiorni in albergo (44,2%). Gli alloggi privati sono scelti soprattutto durante le vacanze, specie se lunghe (58,2% dei viaggi e 66,4% delle notti). Tra questo tipo di sistemazione, le abitazioni di parenti e amici si confermano le più utilizzate per i soggiorni di quattro notti o più (33%, 35,2% in termini di pernottamenti), seguite da alloggi in affitto (16%) e abitazioni di proprietà (7,2%). Le strutture collettive sono preferite nel 79,2% dei viaggi di lavoro (77,3% delle notti); nella maggior parte dei casi si tratta di strutture alberghiere (76% dei viaggi e 56,5% delle notti), utilizzate anche in oltre un terzo delle vacanze (41,3% se brevi). Viaggi soprattutto in automobile, ma cresce la quota dei viaggi in aereo e in treno Nel 2023 l’automobile continua a essere il mezzo di trasporto più utilizzato per viaggiare (58,8% dei viaggi), ma la sua incidenza continua a diminuire rispetto al triennio precedente (era 63,7% nel 2022, 69,8% nel 2021, 73,9% nel 2020) per tutti i tipi di viaggio e tende ad allinearsi al 2019 (56,5%). Di conseguenza cresce, rispetto al 2022, la quota dei viaggi in cui si utilizzano mezzi di trasporto collettivi (aereo, treno, nave e pullman) (37,9% da 32,4%). L’utilizzo dell’aereo (20,8% sul totale dei viaggi) riguarda soprattutto i viaggi di lavoro (29,5%) e le vacanze lunghe (26,5%) con incidenze simili ai livelli pre-Covid (rispettivamente 30% e 27,5% nel 2019). Il treno è utilizzato in oltre un quinto dei viaggi di affari (20,6%).Record di prenotazioni via web dell’alloggio e del trasportoAncora più marcata rispetto al passato, nel 2023 è l’abitudine a prenotare l’alloggio (oltre la metà dei viaggi, 56,7%), soprattutto l’albergo (59% dei viaggi con prenotazione). Rispetto al 2019, le prenotazioni dell’alloggio risultano ancora in calo di circa il 21%. Tuttavia, in caso di prenotazione, il 2023 conferma la nuova attitudine, delineatasi nel periodo pandemico, di prenotare contattando direttamente la struttura, come l’albergo o l’abitazione privata (72,3%), anziché tramiteintermediari (27,7%). Infatti le prenotazioni tramite intermediari, sia con canali tradizionali che su internet (incluse le piattaforme digitali), rappresentano soltanto il 40% dei livelli del 2019. Le prenotazioni dirette, invece, sono circa un quarto superiori a quelle del 2019. Ciò conferma la tendenza ad una prenotazione dell’alloggio “fai-da-te”. Nel 2023, si consolida l’utilizzo di internet per la prenotazione dell’alloggio che, dopo l’accelerazione osservata nell’anno della pandemia, interessa circa il 70% dei viaggi (58,4% nel 2019). Il ricorso all’intermediazione (27,4%) si conferma inferiore alle prenotazioni effettuate direttamente (72,6%) dal turista sulla pagina web dell’albergo o dell’abitazione privata (nel 2019 la situazione era opposta,rispettivamente 68,7% e 31,3%). L’utilizzo dei diversi canali di intermediazione online per gli alloggi è stabile rispetto agli anni precedenti: i più diffusi sono quelli che offrono in prevalenza strutture alberghiere (69,6%), meno quelli che usano piattaforme specializzate nell’offerta di alloggi privati (7,8%). Le agenzie di viaggio, le agenzie immobiliari e i tour operator con i loro siti web o le app, rispetto all’anno precedente, intercettano invece più viaggi (22,6%; 15,5% nel 2022). Le prenotazioni del mezzo di trasporto (33,2%), di consueto meno frequenti di quelle dell’alloggio, nel 2023 aumentano e sono per la prima volta pressoché uguali a quelle osservate nel 2019. Come evidenziato in precedenza, ciò è dovuto soprattutto al minor utilizzo dell’auto propria a favore dei mezzi di trasporto collettivi. I viaggi con prenotazione del trasporto sono però ancora inferiori di circa il 30% rispetto al 2019. Come lo scorso anno, invece, circa i tre quarti delle prenotazioni dei mezzi di trasporto è effettuata via web. LEGGI TUTTO

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    Turismo Confcommercio, Pasqua e 25 aprile: 20 milioni di italiani con la valigia in mano

    (Teleborsa) – La voglia di viaggiare degli italiani sembra non affievolirsi nonostante le tensioni internazionali e le ormai consuete “incertezze” del tempo. Secondo il Focus dell’Osservatorio Turismo Confcommercio, realizzato in collaborazione con Swg, dieci milioni di italiani sono pronti a partire per le vacanze di Pasqua, di cui due ancora indecisi per il meteo incerto, ma pronti a fare le valigie mentre altri 8 milioni e mezzo stanno programmando un viaggio per il ponte del 25 aprile. La spesa complessiva si aggira sui 3,5 miliardi, 350 euro a persona e l’Italia resta la meta preferita nell’85% dei casi. Il 61% dei viaggiatori sceglie vacanze più brevi con 2 pernottamenti a destinazione. Aumenta dall’11% al 15% la quota dei viaggi all’estero, con Spagna, Francia e Austria tra le destinazioni preferite indipendentemente dal numero di pernottamenti programmati.Il mare in testa alle preferenze – Siamo ancora a marzo ma per gli italiani il mare è già un’opzione prioritaria per le vacanze con il 25% di preferenze. Seguono le città d’arte scelte dal 21% e la montagna dal 15% degli intervistati. Per quel che riguarda la soluzione di alloggio, il 51% opta per un albergo o un b&b, il 30%, invece, approfitta della Pasqua per riaprire seconde case di proprietà o per andare a trovare parenti e amici. C’è tanta voglia di Sud in quel 46% di italiani che, restando nella penisola, faranno un viaggio al di fuori della propria regione: Campania, Sicilia e Puglia sono la meta scelta per 3 intervistati su 10 mentre, tra le regioni del Nord, Emilia Romagna, Lombardia e Toscana distanziano di poco Liguria e Veneto. Sangalli: “Velocizzare riforma fiscale per sostenere i consumi” – Commentando i dati dell’Osservatorio Turismo, il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha sottolineato che “aprile, tra Pasqua e ponti, si annuncia in crescita per il turismo. Meteo e tensioni internazionali, infatti, non penalizzano la voglia di viaggiare degli italiani. È necessario, però, sostenere la capacità di spesa delle famiglie accelerando i tempi di applicazione della riforma fiscale”. LEGGI TUTTO

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    I Grandi Viaggi, ricavi in leggera crescita nel primo trimestre 2024

    (Teleborsa) – I Grandi Viaggi, società italiana attiva nel settore turistico e quotata su Euronext Milan, ha chiuso il primo trimestre (1° novembre 2023 – 31 gennaio 2024) con ricavi della gestione caratteristica pari a 7,15 milioni di euro, in leggero rialzo rispetto ai 7,08 milioni di euro del corrispondente periodo 2023. Il fatturato è da riferirsi per l’88% a vendite di destinazioni extraeuropee, delle quali il 79% è dato dalle vendite di soggiorni relative ai villaggi di proprietà esteri, rispettivamente Blue Bay Village in Kenya, Dongwe a Zanzibar e Cote d’Or e Chauve Souris a Seychelles.L’EBITDA è risultato negativo per -0,83 milioni di euro contro i -0,34 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente a causa del decremento della voce altri ricavi. Il risultato netto del periodo al netto delle imposte differite, negativo per 1,28 milioni di euro a causa della stagionalità, è in linea con il risultato del corrispondente periodo del precedente esercizio pari a 1,25 milioni di euro.Al 31 gennaio 2024 la liquidità ammonta a 9,26 milioni di euro; la posizione finanziaria netta a breve termine è positiva per 8 milioni di euro, mentre quella complessiva, comprensiva delle attività finanziarie non correnti, risulta positiva per 18,26 milioni di euro. Rispetto al 31 gennaio 2023 la posizione finanziaria netta è aumentata di 3,51 milioni di euro.L’andamento delle vendite invernali evidenzia un rafforzamento della ripresa economica nel settore turistico e, per quanto riguarda le vendite relative alla prossima stagione estiva, si rileva un buon interesse sia per le strutture di proprietà italiane che estere da parte della clientela, con un incremento delle vendite rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. LEGGI TUTTO

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    Destination Italia, Gross Travel Value vola a 55,7 milioni di euro nel 2023

    (Teleborsa) – Destination Italia, società travel tech italiana specializzata nel turismo incoming di qualità verso l’Italia e quotata su Euronext Growth Milan, ha comunicato che il Gross Travel Value al 31 dicembre 2023 si attesta a 55,7 milioni di euro, in crescita del 98% rispetto al 2022 (28,1 milioni di euro). Il segmento B2B contribuisce per circa il 75%, mentre la clientela leisure appartenente a target medio-alti e luxury si attesta al 25%.Il perimetro di consolidamento comprende Portale Sardegna, consolidata a partire dal 6 giugno 2023, che ha contribuito con un GTV pari a 12,8 milioni di euro.La società sostiene che il dato sia “particolarmente significativo” se confrontato con il Gross Travel Value del 2019 pre-pandemia, paria 34,9 milioni di euro, rispetto al quale si registra un incremento di 20,1 milioni di euro. La società ha registrato un CAGR 2020-2023 pari a +99% principalmente trainato dai mercati internazionali con performance significative in Nord America, West Europa, America Latina.”Chiudiamo un anno record che testimonia la capacità del gruppo di agire da protagonista nel settore del turismo incoming – ha commentato la presidente Dina Ravera – Il GTV 2023, pari a 55,7 milioni di euro, è circa 8 volte superiore al dato 2020. Destination Italia si posiziona oggi tra i pochi player attivi su tutto il territorio nazionale, con una crescita esponenziale sui mercati internazionali grazie anche al contributo innovativo apportato da Portale Sardegna, incorporata nel mese di giugno 2023″. LEGGI TUTTO

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    I Grandi Viaggi, utile di 2,8 milioni di euro al 31 ottobre 2023

    (Teleborsa) – I Grandi Viaggi, società italiana attiva nel settore turistico e quotata su Euronext Milan, ha chiuso il bilancio al 31 ottobre 2023 con ricavi della gestione caratteristica pari a 56,98 milioni di euro, con un incremento di 7,99 milioni rispetto al precedente esercizio (+16,30%). La ripartizione del fatturato della capogruppo indica vendite delle destinazioni relative ai villaggi di proprietà, nazionali ed esteri, per il 79,42%, pari a 37,13 milioni di euro, con un incremento rispetto al precedente esercizio pari al 13,77%. Il settore Tour Operator ha invece registrato vendite per 9,38 milioni, con un incremento pari a 1,81 milioni rispetto al precedente esercizio (+23,85%). I villaggi commercializzati hanno registrato vendite per 237 migliaia, con un incremento pari a circa 77 migliaia (+48,13%) rispetto al precedente esercizioL’EBITDA è stato pari a 5,9 milioni di euro, contro i 3,07 milioni fatti registrare nell’esercizio precedente (+92,27%). Il bilancio consolidato ha quindi registrato un utile, al netto delle imposte, di 2,84 milioni di euro dopo aver rilevato ammortamenti per 2,63 milioni.La posizione finanziaria netta consolidata è positiva per 8,80 milioni di euro, in aumento di 0,77 milioni rispetto a quella del precedente esercizio, che risultava positiva per 8,03 milioni.Al 16 gennaio 2024, il volume complessivo delle vendite è pari a 10,88 milioni di euro contro 9,38 milioni del corrispondente periodo dell’esercizio precedente; l’incremento del volume complessivo delle vendite (+15,96%) riflette principalmente le maggiori delle vendite di soggiorni delle strutture italiane ed estere di proprietà, nonché delle vendite di pacchetti di viaggio verso le destinazioni estere commercializzate.”I dati gestionali rilevati a metà gennaio 2024 evidenziano una fase di ripresa del settore turistico, con un incremento delle vendite sia per quanto riguarda le destinazioni italiane che le vendite inerenti alla maggior parte delle destinazioni estere in area extra Schengen, confermando l’interesse e la preferenza della clientela verso i nostri prodotti – si legge in una nota – Le previsioni economiche per il 2024, unite ai conflitti in corso i cui esiti non sono prevedibili, tendono a ridurre la propensione alla spesa specie di quelle a carattere voluttuario. Come in passato in casi analoghi l’obiettivo che il gruppo si pone è comunque quello di raggiungere un sostanziale equilibrio finanziario”. LEGGI TUTTO

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    Immobili turistici, FIMAA-NOMISMA: nel 2023 crescono compravendite e affitti

    (Teleborsa) – Continua a crescere il mercato degli immobili ad uso turistico. Nel 2023 il trend dei prezzi delle compravendite e delle locazioni è ancora marcatamente positivo, con un andamento delle compravendite di seconde case, tuttora in ascesa rispetto al tradizionale mercato delle abitazioni. È quanto emerge dal report dell’Osservatorio Nazionale Immobiliare Turistico 2023 di FIMAA-Confcommercio (Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari, aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia) condotto in collaborazione con NOMISMA, analizzando le dinamiche del mercato immobiliare di 126 località di mare e 59 di montagna e laghi. Il trend delle abitazioni turistiche si sta dimostrando più consistente di quello delle normali abitazioni. Nel 2023, il prezzo medio per l’acquisto di un’abitazione turistica in Italia si attesta a 2.820 euro al mq commerciale, con un aumento del 4,6% annuo, che si aggiunge alla crescita del 3,2% già registrata nel 2022. In cima alla classifica delle principali località turistiche – per quanto riguarda i prezzi massimi di compravendita di appartamenti top o nuovi – spiccano anche quest’anno destinazioni montane. A Madonna di Campiglio (TN) e a Cortina d’Ampezzo (BL) si raggiungono i 15mila euro a mq. A seguire, Forte dei Marmi (LU) e Capri (NA) con 14mila euro a mq e Santa Margherita Ligure (GE), con valori massimi pari a 13mila euro a mq. I canoni di locazione nel 2023 segnano un incremento medio del 5,9%, che anche in questo caso si aggiunge alla crescita già messa a segno nel 2022 (4,8%). L’aumento ha interessato maggiormente le località marittime (+6,3% in media) e le località montane (+4,7%), mentre i canoni medi delle località lacuali registrano un aumento più contenuto (+3,2%).”Dopo l’emergenza sanitaria il mercato delle abitazioni turistiche si è mosso in maniera consistente – commenta Santino Taverna, presidente nazionale Fimaa –. Con la fine della pandemia non è venuta meno l’esigenza del lavorare in smart-working che, sommata all’aumento del costo del denaro per la ripresa dell’inflazione, sono elementi che tuttora contribuiscono ad alimentare l’investimento nel comparto immobiliare. Gli immobili, da sempre sono ritenuti cassaforte di risparmi contrariamente ai prodotti finanziari maggiormente soggetti a subire oscillazioni e rischi elevati. Fattori che stanno portando gli italiani a soggiornare in case di villeggiatura amplificando la domanda di unità al mare o in montagna, favorendo compravendite e locazioni di queste località”.Un ulteriore elemento che sta influenzando positivamente le compravendite turistiche è infatti l’andamento dei tassi di interesse. “Nel primo periodo erano molto favorevoli, ed era inevitabile che favorissero le transazioni – aggiunge Fabrizio Savorani, referente settore turistico Ufficio studi Fimaa –. Le compravendite tuttavia sono rimaste elevate anche nel corso del 2023, nonostante la forte impennata del costo del denaro. Dai dati preliminari del 2023 emerge che le compravendite di abitazioni turistiche stanno crescendo maggiormente rispetto a quelle di altre località. E questo dimostra che gli immobili turistici siano tuttora una sorta di bene rifugio su cui si investe per proteggere il valore dei propri risparmi. Insomma, si acquistano immobili in località turistiche non solo per uso proprio ma anche come investimento in grado di produrre reddito. Questo si riversa anche sui prezzi, che sono in ulteriore crescita, per il fatto che la domanda è tuttora maggiore rispetto all’offerta”. LEGGI TUTTO

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    UE, Eurostat: picco dei viaggi turistici nazionali a dicembre

    (Teleborsa) – A dicembre 2022, i residenti nell’Unione europea hanno effettuato circa 92 milioni di viaggi turistici, pari all’8,6% di tutti i viaggi effettuati durante quell’anno. Di questi, 73 milioni erano viaggi nazionali, pari al 9,0% del totale dei viaggi nazionali effettuati nel 2022. Ulteriori 19 milioni di viaggi sono stati effettuati all’estero, pari al 7,1% del totale dei viaggi esteri. Lo comunica Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea.Viene evidenziato che “la tradizione duratura di favorire i viaggi nazionali durante le vacanze invernali e il periodo natalizio provoca un picco visibile nei mesi invernali piuttosto inattivi”. A dicembre 2022 il numero dei viaggi nazionali è stato quasi 4 volte superiore al numero dei viaggi esteri (negli altri mesi dell’anno il numero dei viaggi nazionali è stato in media 3 volte superiore al numero dei viaggi esteri).L’aumento dei viaggi nazionali durante il periodo di fine anno “può essere attribuito alle persone che visitano amici e parenti”, viene sottolineato. Questo è stato lo scopo segnalato per più della metà dei viaggi nazionali nel mese di dicembre (mentre negli altri mesi dell’anno questo scopo ha rappresentato circa 1 viaggio turistico su 3).Osservando i dati nazionali, i residenti in Romania si distinguono con la maggior parte dei viaggi del 2022 concentrati a dicembre (17,1%). Seguono i residenti di Bulgaria (12,5%) e Malta (11,8%). Al contrario, i viaggi nel mese di dicembre hanno rappresentato il 5,2% del totale dei viaggi effettuati dai residenti in Grecia, il 6% dei viaggi effettuati dai residenti in Lituania e il 6,4% dei viaggi effettuati dai residenti in Svezia. LEGGI TUTTO

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    Turismo organizzato frena per le Feste: -5,4% su 2022

    (Teleborsa) – Inflazione, tariffe elevate e conflitto in Medio Oriente raffreddano le partenze per le prossime festività natalizie. Saranno quasi 500mila gli italiani che quest’anno si metteranno in viaggio durante le feste con un pacchetto vacanze completo prenotato presso le agenzie di viaggio, di cui 286mila raggiungeranno una destinazione internazionale. Un numero che sale a circa 2 milioni se si considera pure chi ha acquistato anche solo un servizio – dai biglietti ai servizi turistici – in agenzia, circa 114mila in meno rispetto al 2022 (- 5,4%). È quanto emerge dall’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoviaggi Confesercenti, su un campione di 523 imprenditori del turismo organizzato. LEGGI TUTTO