PNRR, Giovannini: 47% ai porti, ora Sud può correre
(Teleborsa) – “Lo avevo detto sin dall’inizio che il 55% delle risorse PNRR di nostra competenza sarebbero andate al Mezzogiorno. E così è avvenuto, a dispetto di giudizi e affermazioni che leggiamo anche adesso non suffragati dai dati. Anche per le realtà portuali meridionali l’obiettivo, come per le infrastrutture ferroviarie, era quello di migliorare l’accessibilità, a partire dai retroporti e dalle Zes. Non c’è stato alcun algoritmo dietro questa scelta, ma una volontà chiara e precisa”. Lo ha detto Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, a Il Mattino, parlando del Rapporto del Mims pubblicato ieri sui singoli interventi sui porti italiani da cui emerge che il 46,9% di risorse del Pnrr e del Piano complementare è stato destinato al Sud.”Il Cresme nei giorni scorsi ha reso noti i dati sui bandi già pubblicati e le relative assegnazioni per i primi 9 mesi del 2022: la parte del leone è fatta da Ferrovie e Porti, esattamente come avevamo previsto. E da quei dati emerge la forte ripresa del Mezzogiorno. Non stiamo parlando di teoria, ma di fatti. Anche il nostro ultimo Rapporto di monitoraggio al 30 settembre ha confermato il rispetto del cronoprogramma a suo tempo indicato, sia per le riforme che per gli investimenti. Insomma, il PNRR si muove nei tempi previsti: il 2022 doveva essere l’anno della progettazione e dei bandi, il 2023 l’anno dei cantieri. E così sta avvenendo”, spiega.Sul progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina: “Io ho cercato di avere un atteggiamento molto laico sul Ponte, tanto è vero che ho avviato lo studio di fattibilità che da un lato deve valutare come il vecchio progetto può e deve essere modificato alla luce delle novità tecnologiche e ambientali intervenute negli anni, e dall’altro fare un’ipotesi alternativa. Lei sa che nel vecchio progetto l’altezza del ponte appare incompatibile con l’altezza delle navi, e non solo da crociera, che oggi è molto superiore rispetto a vent’anni fa? Il rischio di una scelta incompatibile con il gigantismo navale sarebbe quella di obbligare a circumnavigare tutta la Sicilia ma questo vorrebbe dire, tanto per dirne una, un forte danno per Gioia Tauro. Per questo ho voluto uno studio supplementare e ciò non c’entra nulla col dirsi a favore o contro. Ecco perché è necessario un approccio non ideologico”, sottolinea Giovannini. “Nel frattempo, abbiamo investito molto per migliorare l’attraversamento dinamico, con primi effetti importanti che si vedranno, in termini di riduzione dei tempi di attraversamento, già nei prossimi mesi”, aggiunge. LEGGI TUTTO