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    Pod Point, la società di ricarica di veicoli elettrici annuncia IPO sulla Borsa di Londra

    (Teleborsa) – La società britannica di ricarica di veicoli elettrici Pod Point ha annunciato l’intenzione di portare a termine un’offerta pubblica iniziale (IPO) sulla Borsa di Londra, anche se non ha fornito indicazioni sulla dimensione dell’IPO e l’obiettivo di raccolta. Le azioni dovrebbero essere negoziate nel segmento Premium del Main Market del London Stock Exchange, con un flottante di almeno il 25% del capitale che le consentirebbe di essere inclusa negli indici FTSE UK.L’offerta comprende la vendita di nuove azioni (con proventi a sostegno dei piani di crescita di Pod Point) e la vendita di azioni da parte di azionisti esistenti, tra cui Legal & General Capital Investments Limited e alcuni dipendenti. L’attuale azionista di maggioranza Electricite de France (EDF) manterrà una quota di oltre il 50% dopo la quotazione in Borsa.Al 30 giugno 2021, Pod Point ha installato più di 89.000 punti di ricarica a domicilio e oltre 13.000 unità commerciali, comprese quelle situate nei luoghi di lavoro e in luoghi come i parcheggi dei supermercati. La società ha chiuso il 2020 con ricavi pari a circa 33,1 milioni di sterline, un EBITDA adjusted negativo per 331 mila euro e una perdita di 12,3 milioni di sterline. Nei primi sei mesi dell’anno ha registrato ricavi per 26,5 milioni di euro (+122% sugli 11,9 milioni di sterline dello stesso semestre 2020), un EBITDA adjusted positivo per 487 mila euro e una perdita di 6 milioni di sterline.”Ho fondato Pod Point nel 2009 con la missione di fare in modo che i viaggi non danneggino la terra. La nostra attenzione su questa missione non ha mai vacillato – ha commentato Erik Fairbairn, amministratore delegato di Pod Point – Un’IPO sarebbe una pietra miliare nel viaggio di Pod Point, consentendoci di continuare a investire nella nostra rete, punti di ricarica, tecnologia e persone, aiutandoci a progredire verso il nostro obiettivo di un Pod Point in ogni parcheggio”. LEGGI TUTTO

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    Trasporti, in corso lo sciopero nazionale di 24 ore: disagi a Napoli e Roma

    (Teleborsa) – È in corso lo sciopero nazionale del settore dei trasporti proclamato da CUB Trasporti, USB lavoro Privato Lombardia, SGB, Al Cobas e Sol Cobas. La mobilitazione è stata indetta per 24 ore e coinvolge i settori pubblici e privati. A Napoli manifestanti Cobas e Usb hanno in mattinata bloccato una rampa di accesso all’autostrada nella zona Porto della città, accesso poi liberato. Tra le richieste ci sono la riduzione del tempo di lavoro a parità di salario, un reddito universale, la rivalutazione delle pensioni, il rilancio dello Stato sociale, investimenti nella scuola nei trasporti. In città sono chiuse le funicolari centrale e Chiaia, regolare quella di Montesanto, così come la linea 1 della metro, ad eccezione della stazione IV Giornate che è chiusa al pubblico. A Roma corteo per le strade del centro organizzato da Cobas e Cub. Nella Capitale la Metro C e la ferrovia Termini-Centocelle sono chiuse mentre le linee A e B sono a servizio ridotto. Complice il maltempo sono numerosi i disagi alla mobilità registrati nella città.Sembra più tranquilla invece la situazione a Milano dove secondo quanto riferito dalla Polizia Locale e metropolitane funzionano regolarmente e non si segnalano, al momento, particolari criticità su banchine e fermate. Atm, l’azienda dei trasporti cittadina, ha confermato che “A Milano il servizio sta proseguendo su tutte le linee metropolitane. Il traffico potrebbe rallentare la circolazione delle linee di superficie” e che “l’agitazione del personale delle linee di superficie e metropolitane è consentita dalle 8:45 alle 15 e dalle 18 al termine del servizio”. Lo sciopero generale indetto dalla Cub e da altre sigle sindacali ha avuto il suo apice nel capoluogo lombardo in una manifestazione davanti alla sede di Assolombarda. Dalle 10 circa duemila manifestanti si sono trovati davanti agli uffici in via Pantano per poi muoversi in corteo verso largo Augusto, in pieno centro città. Altri presidi di protesta si registrano in via Carducci, dove Adl Cobas ha dato vita a un flash mob davanti alla sede di Enel “contro il carovita gli aumenti delle utenze i licenziamenti e la decarbonizzazione delle centrali termiche”, e in piazza Lombardia, sotto il palazzo della Regione, dove stanno manifestando una cinquantina di dipendenti di Air Italy.Nel frattempo sono 127 sull’intera rete i voli, tra nazionali e internazionali che Alitalia si è vista costretta a cancellare oggi a causa dello sciopero. Come conseguenza delle soppressioni dei voli di oggi, la compagnia, in un comunicato, ha informato di aver annullato anche 10 collegamenti già nella giornata di ieri ed altri 11 in quella di domani. Alitalia ha attivato un piano straordinario che prevede l’impiego di aerei più capienti per riprenotare i viaggiatori coinvolti nelle cancellazioni sui primi voli disponibili in giornata. LEGGI TUTTO

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    ICCSAI di UNIBG vince bando Enac per il piano nazionale degli aeroporti

    (Teleborsa) – Il centro Iccsai Transport and Sustainable Mobility dell’Università degli studi di Bergamo, in cordata con la capofila Aecom e To70, è risultato vincitore del Bando Enac per l’aggiornamento del Piano nazionale degli aeroporti.Obiettivo principale del Piano nazionale degli aeroporti è quello di fornire un’analisi del ruolo degli aeroporti italiani rispetto alle esigenze e agli obiettivi, territoriali e nazionali, individuando conseguentemente indirizzi strategici ed elementi prioritari di sviluppo che forniscano al Paese una struttura aeroportuale adeguata competitiva all’interno di un piano di sviluppo sostenibile.”Aver vinto la selezione, – commenta il Rettore dell’Università degli studi di Bergamo, Prof. Remo Morzenti Pellegrini – vista anche la valenza dei competitor che hanno partecipato al bando, è per noi un importante riconoscimento delle attività che ormai da 15 anni il Centro ICCSAI svolge nell’ambito degli studi sul trasporto aereo, oltre a essere motivo di grande orgoglio per l’intero Ateneo, che ha creduto nel valore di ICCSAI e lo ha trasformato in Centro Universitario multidisciplinare”.Paolo Malighetti, Direttore del centro Iccsai Transport and Sustainable Mobility dell’Università degli studi di Bergamo, sottolinea la particolarità della partnership che combina la conoscenza della realtà territoriale all’ampio respiro internazionale; AECOM è una multinazionale di origine americana e partecipa alla gara con 3 diverse sedi europee (Italia, Spagna e UK), mentre To70 è una società di origine olandese che vanta la propria presenza in Europa, Australia, Asia e America, particolarmente improntata alla consulenza in ambito aeroportuale. LEGGI TUTTO

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    Air India aggiudicata al Gruppo Tata con un'offerta da 2,4 miliardi dollari

    (Teleborsa) – Air India, da tempo in gravi difficoltà finanziarie, è stata aggiudicata al Gruppo Tata, che ha fatto un’offerta di 2,4 miliardi di dollari. I fratelli Tata tornano così in possesso del vettore a più di mezzo secolo dalla sua nazionalizzaizone.E’ risultata aggiudicataria della gara indetta per la vendita della compagnia aerea la società Talace Pvt Ltd, sussidiaria del Gruppo Tata, che procederà con il closing entro la fine dell’anno. Oltre alla compagnia aerea, la gara indetta dal governo indiano comprendeva anche il 50% della società Air India SATS Airport Services, che fornisce servizi di trasporto merci ed assistenza a terra.L’impero Tata detiene già la quota di maggioranza (51%) della compagnia aerea Vistara e l’84% di AirAsia India. La neo acquisita vanta una flotta di circa 120 aeromobili, 4.400 slot negli aeroporti nazionali e 1.800 all’estero, e serve il 50% di tutti i voli internazionali dall’India. Air India era pesantemente indebitata: al 31 agosto aveva accumulato un debito di 615,62 miliardi di rupie che verrà coperto per circa un quarto dal Gruppo Tata (153 miliardi di rupie) ed il resto trasferito su un veicolo ad hoc LEGGI TUTTO

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    Helbiz e Moovit ampliano partnership per mezzi elettrici in app mobilità urbana

    (Teleborsa) – Helbiz, società attiva nel settore della micromobilità e quotata sul Nasdaq da agosto 2021, ha stretto una partnership con con Moovit, che fa parte del gruppo Intel, per estendere la presenza dei suoi mezzi elettrici all’interno dell’app di mobilità urbana di Moovit. Gli utenti di Moovit avranno accesso alla gamma dei mezzi per la micromobilità messi a disposizione da Helbiz in oltre 35 città tra USA e Italia, a cui andranno ad aggiungersi nei prossimi mesi altri Paesi europei.In particolare, Moovit informerà i clienti della presenza di mezzi Helbiz nelle loro vicinanze, calcolando sia il tempo necessario per raggiungerli a piedi, sia una stima di costi del viaggio, oltre al livello di carica della batteria. “Mentre Helbiz continua ad espandersi a livello globale, siamo orgogliosi di ampliare la nostra partnership con Moovit per assicurare ai nostri clienti l’accesso a opzioni di trasporto efficienti e sostenibili ovunque si trovino”, ha affermato Ruggero Cipriani Foresio, Chief Marketing Officer di Helbiz. LEGGI TUTTO

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    Green pass, dal 15 ottobre rischio paralisi trasporto marittimo e terrestre nel Paese

    (Teleborsa) – “Se non si risolvono alcune criticità legate al Green pass al 15 ottobre il trasporto nel Paese rischia la paralisi”. A lanciare l’allarme sul nodo della certificazione verde, in vista dell’entrata in vigore dell’obbligo per i lavoratori, è il vicepresidente di Conftrasporto Gian Enzo Duci, a margine del convegno “Next generation shipping”, nell’ambito della “Genoa shipping week”.”Quando è stato introdotto il Green pass sul posto di lavoro il mondo dei trasporti non è stato al centro dell’attenzione del legislatore – spiega Duci –. A bordo delle navi di bandiera italiana ci troviamo con situazioni diverse da quelle di un posto di lavoro a terra. Abbiamo equipaggi multinazionali, molti provenienti da Paesi che hanno vaccinato le persone con vaccini riconosciuti dall’Oms ma non dall’Ema e quindi non in condizioni di generare il Green pass. L’armatore italiano o l’amministrazione italiana non possono somministrare un vaccino perché queste persone sono già vaccinate. Questo crea potenzialmente una situazione molto complessa, perché se il sistema dei tamponi può in parte ovviare, non è ancora chiaro come dovranno essere considerate le navi: se sono una ‘bolla’, se l’accesso ai posti di lavoro è da intendersi quando il marittimo imbarca o tutte le volte che scende a terra”. Ma il problema riguarda anche il trasporto terrestre. “Speriamo che da qui al 15 le complessità siano risolte – sottolinea Duci – perché altrimenti il tema trasporti rischia di paralizzare il Paese con una tempesta perfetta. Infatti abbiamo problemi simili nell’autotrasporto con una percentuale rilevante di autisti che si muovono sul territorio e sono stranieri, magari anche loro con un vaccino non riconosciuto dall’Ema e anche il sistema ferroviario ha problemi, per personale non vaccinato. Il rischio è trovarci in una situazione simile a quella dell’Inghilterra con gli scaffali dei supermercati vuoti o le pompe di benzina che non hanno carburante”. Le criticità determinate dall’obbligo della certificazione verde per gli autotrasportatori sono state confermate dall’Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici (Anita). Secondo l’Associazione, infatti, il Green pass obbligatorio per gli autisti di mezzi pesanti aggrava il problema della carenza di personale e potrebbe portare a un blocco dei trasporti su gomma. “Il green pass esteso al settore privato è certamente uno strumento valido e da noi condiviso per tenere sotto controllo la curva del contagio e mettere in sicurezza i cittadini, i lavoratori e le attività economiche – commenta Thomas Baumgartner, presidente di Anita – tanto è vero che le nostre aziende si sono subito attivate per definire le modalità operative per l’organizzazione delle verifiche a cui sono tenute, nel rispetto della nuova normativa. Sebbene la percentuale di non vaccinati nel nostro settore sia in linea con il dato nazionale, il problema più grave in questo momento riguarda il personale viaggiante e c’è un rischio concreto di una fuga in massa di autisti che pur di non sottoporsi alla vaccinazione o al tampone per essere in regola con il Green pass, hanno già annunciato di voler rientrare nei loro Paesi di origine o addirittura trasferirsi in altri Stati europei, dai quali difficilmente rientreranno una volta conclusa l’emergenza sanitaria. Ciò potrebbe danneggiare in maniera irreparabile l’operatività delle imprese, già provate dalla mancanza di autisti e frenare la ripresa economica. Non possiamo accettare che vi siano regole e trattamenti differenziati per i lavoratori italiani rispetto a quelli stranieri – conclude Baumgartner – pertanto occorre intervenire con urgenza prevedendo deroghe specifiche per tutti i conducenti, siano essi italiani che esteri, i quali va ricordato hanno garantito in sicurezza i servizi anche nella fase più critica dell’emergenza pandemica, applicando i protocolli di filiera concordati con il Governo e le Autorità sanitarie”. In tale scenario l’Unione delle principali associazioni dell’autotrasporto italiane (Fai-Conftrasporto, Confartigianato Trasporti, Cna-Fita, Assotir, Unitai e Fiap), presieduta da Amedeo Genedani, ha inviato una lettera al premier Mario Draghi e al ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Enrico Giovannini, per sottolineare “la necessità di garantire l’omogenea applicazione della norma su tutto il territorio nazionale a chiunque assicurandone il rispetto agli operatori nazionali e a quelli stranieri”. “Siamo convinti – si legge nella la lettera – che debba continuare il confronto avviato in tema di aggiornamento del ‘Protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del Covid -19 nel settore del trasporto e della logistica’, e riteniamo opportuno coniugare le disposizioni del Decreto del 21 settembre con le linee guida, promuovendone un aggiornamento”. L’auspicio delle associazioni è che si possano chiarire anche i dubbi sull’applicazione del decreto per arrivare a un risultato definitivo. LEGGI TUTTO

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    Ita, Sardegna: la Regione valuta i chiarimenti per l'affidamento dei servizi di continuità territoriale

    (Teleborsa) – La commissione di gara e l’area legale della Regione Sardegna stanno valutando la documentazione presentata questa mattina da Ita come integrazione alla procedura d’urgenza per l’affidamento dei servizi in continuità territoriale aerea tra i tre scali sardi di Alghero, Cagliari e Olbia e gli hub nazionali di Roma Fiumicino e Milano Linate. La Regione Sardegna aveva infatti chiesto alla nuova compagnia aerea chiarimenti in merito alla consistenza della flotta e su altre questioni legate sulle autorizzazioni di volo.Se le integrazioni alla domanda presentate saranno ritenute valide tutti i collegamenti saranno aggiudicati a Ita, in attesa comunque della decisione del Tar della Sardegna a cui Volotea ha presentato ricorso ieri per la sua esclusione dalla gara a causa di un vizio formale. La questione però non sembra preoccupare l’assessore sardo, Giorgio Todde. “È un vettore privato ed è legittimo che possa voler far valere le proprie ragioni di fronte ad una non aggiudicazione – ha detto Todde secondo quanto ha riportato Unione Sarda – da parte nostra possiamo solo dire che la commissione è sovrana e che non credo che il ricorso possa rappresentare un un freno a tutta la procedura”.Se invece i documenti saranno ritenuti insufficienti da parte della commissione di gara, la Regione avvierà una procedura negoziata con gli stessi 12 vettori che erano stati invitati alla procedura d’urgenza. “Contiamo di aggiudicare le tratte già lunedì”, ha dichiarato in merito Todde. Tale procedura permetterebbe a Volotea di rientrare in gioco trattandosi di una trattativa sui termini dell’accordo tra la stazione appaltante e l’operatore economico – in questo caso uno dei 12 vettori – che viene scelto in base al criterio di aggiudicazione scelto, che può essere minor prezzo o miglior rapporto costi/qualità o frequenza del servizio. LEGGI TUTTO

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    FS Italiane: sciopero del personale 10/11 ottobre 2021

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