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    Alitalia, addio ai cieli: tocca a ITA. Offerta per il marchio

    (Teleborsa) – Partirà dall’aeroporto Cagliari Elmas alle 22.05 di oggi, giovedì 14 ottobre, l’AZ1586, diretto a Roma Fiumicino l’ultimo volo Alitalia che segna l’addio ai cieli dell’ex compagnia di bandiera. Una data che resterà negli annali. Finisce oggi, una lunga storia fatta prima di fasti e, poi, di una lunghissima crisi: dopo 74 anni Alitalia opererà l’ultimo volo, quindi spegnerà definitivamente i motori, lasciando nel limbo della cassa integrazione il 70% degli oltre 10mila dipendenti. Testimone a Italia Trasporto Aereo (ITA) che decolla domani, venerdì 15 ottobre. ADDIO ALITALIA, DAL BOOM ALLA CRISI – Fondata nel 1946 come Aerolinee Italiane Internazionali, la compagnia inizia le operazioni il 5 maggio 1947 con il primo volo nazionale Torino-Roma-Catania con un aereo Fiat G-12 E. Un paio di mesi dopo, il primo volo internazionale da Roma a Oslo con un aereo Savoia Marchetti SM95 e poco più di 30 passeggeri a bordo. Tre anni dopo, dunque siamo nel 1950, entrano in servizio le hostess Alitalia che diventano subito icone dello stile e dell’eleganza Made in Italy con le divise disegnate dalle Sorelle Fontana, mentre debuttano in flotta i quadrimotori DC4. Nel 1960 Alitalia è lo sponsor ufficiale dei Giochi Olimpici di Roma. L’anno successivo viene aperto l’aeroporto di Fiumicino che diventa l’hub principale di Alitalia. Negli anni ’70 e ’80 prosegue la crescita della flotta e vengono aperte nuove rotte verso le Americhe e l’estremo Oriente.Poi la brusca virata che arriva a metà degli anni ’90: anni di tribolazioni segnati da continue operazioni di salvataggio attraverso contributi statali per coprire i bilanci in rosso fino ad arrivare al 2 maggio del 2017 quando l’assemblea dei soci della compagnia aerea approva l’ingresso in amministrazione straordinaria dell’azienda. Il Governo per tenere in volo Alitalia eroga quindi due prestiti ponte, rispettivamente da 900 e 400 milioni di euro, che finiranno poi sotto la lente dell’Antitrust Ue. Infine, col decreto-legge Cura Italia del 2020 viene autorizzata la costituzione della newco interamente partecipata dallo Stato, Italia Trasporto Aereo, che decollerà domani con una flotta ridotta di 52 aerei (in attesa di acquisire da Airbus a partire dal 2022 velivoli di nuova generazione) 45 destinazioni e soli 2.800 dipendenti, dunque, sarà una società di bandiera decisamente ridimensionata. Intanto, ITA avrebbe offerto 90 milioni di euro ai commissari per comprare il marchio di Alitalia e i “domini” del sito internet. La prima gara – partita da una base di 290 milioni – è, infatti, andata deserta aprendo alla fase dei ribassi con il Presidente esecutivo di Ita, Alfredo Altavilla che aveva più volte definito la cifra “irrealistica”. CIAO MAMMA ALITALIA! – Rabbia e amarezza tra i lavoratori di Alitalia nel giorno dell’ultimo volo della compagnia. “E’ una sconfitta per l’Italia, si chiude una pagina di orgoglio per il nostro Paese e per il mondo con quel nostro logo che ci ha rappresentato come italiani – dicono due lavoratori da oltre 20 anni in servizio. LEGGI TUTTO

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    FNM, collocato prestito obbligazionario da 650 milioni di euro

    (Teleborsa) – FNM, società quotata sull’MTA di Borsa Italiana e attiva nella mobilità integrata in Lombardia, ha concluso con successo il collocamento di un prestito obbligazionario non convertibile cosiddetto senior unsecured per 650 milioni di euro, con durata 5 anni. Il prestito obbligazionario, che sarà quotato sulla Borsa Irlandese, è l’emissione inaugurale nell’ambito del programma di emissione di prestiti obbligazionari non convertibili a medio termine (EuroMedium Term Note Programme) fino a 1 miliardo di euro, la cui costituzione è stata approvata dal CdA il 16 settembre 2021.Il prestito obbligazionario ha ricevuto ordini per 2,3 miliardi di euro (3,5 volte l’ammontare offerto), da parte di un gruppo diversificato di investitori istituzionali nazionali ed internazionali. La data di regolamento dell’emissione è prevista per il 20 ottobre 2021. I titoli sono stati collocati ad un prezzo di emissione pari a 99,824% e avranno un tasso fisso con una cedola annuale di 0,75% e un rendimento annuo pari allo 0,786%, corrispondente ad uno spread di 88 punti base rispetto al tasso di riferimento mid-swap.I proventi saranno utilizzati per il pagamento anticipato e per intero dell’indebitamento in essere assunto in relazione all’acquisizione di Milano Serravalle – Milano Tangenziali S.p.A., in scadenza a inizio 2022, e per mantenere idonei livelli di liquidità per far fronte alle esigenze operative e agli investimenti.Il collocamento è stato organizzato e diretto, in qualità di Joint Lead Managers, da BNP Paribas, IMI-Intesa Sanpaolo, J.P. Morgan e da Equita in qualità di Co-lead Manager. FNM è stata assistita dallo studio legale Linklaters ed i Joint Lead Managers e il Co-lead Manager dallo studio legale Clifford Chance. LEGGI TUTTO

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    Delta Air Lines, margini 4° trimestre sotto pressione con aumento costo carburante

    (Teleborsa) – Delta Air Lines, una delle principali compagnie aeree degli Stati Uniti, ha registrato un fatturato trimestrale (al 30 settembre) rettificato di 8,3 miliardi di dollari, in calo del 34% rispetto ai 12,5 miliardi di dollari dello stesso periodo di due anni fa, ovvero pre-pandemia. L’utile netto rettificato è stato di 194 milioni di dollari, in calo dell’87% rispetto al 2019, pari a 0,3 dollari per azione, contro i 2,33 dollari del terzo trimestre 2019.”Il trimestre ha segnato un’importante pietra miliare nella nostra ripresa, con il nostro primo profitto trimestrale dall’inizio della pandemia e i ricavi che hanno raggiunto i due terzi dei livelli del 2019″, ha affermato Ed Bastian, CEO di Delta. “Mentre la domanda continua a migliorare, il recente aumento dei prezzi del carburante metterà sotto pressione la nostra capacità di rimanere redditizi nel trimestre a dicembre”, ha aggiunto.Le entrate dei passeggeri nazionali sono state pari al 72% dei livelli del trimestre di settembre 2019, un miglioramento di 17 punti rispetto al trimestre a giugno 2021. Le entrate dei passeggeri internazionali sono aumentate al 42% dei livelli pre-pandemia, pari a un miglioramento di 16 punti trimestre su trimestre. I ricavi totali dovrebbero tornare ai livelli del 2019 nel 2023. LEGGI TUTTO

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    Green Pass a lavoro, a Genova si tratta per evitare il blocco delle attività portuali

    (Teleborsa) – Mentre al porto di Trieste si fa sempre più vivo il pericolo di un blocco delle attività, a Genova vanno avanti le trattative per evitare il rischio paralisi a causa delle proteste dei portuali contro l’introduzione del Green Pass suoi luoghi di lavoro. Nel capoluogo ligure si è svolta questa mattina una riunione in prefettura tra i sindacati e le aziende del porto. Secondo quanto ha riferito il segretario settore porto per Uiltrasporti Genova, Duilio Falvo, la quota di personale sprovvisto di vaccino all’interno del terminale di Genova si aggira intorno al 20%, “un dato che tradotto in termini di defezioni potrebbe inficiare e di molto le operazioni in porto e avere ripercussioni anche sulla logistica e sulle attività dirette sulle navi”. I sindacati hanno chiesto alle aziende di sostenere il costo dei tamponi per gli operatori, mentre il settore dell’autotrasporto ha chiesto di installare dei camper fuori dai varchi portuali per mettere a disposizione i tamponi anche per chi arriva da fuori per la movimentazione e il trasporto merci. Segnali di apertura sono arrivati dall’associazione dei terminalisti genovesi di Confindustria che attraverso il presidente Beppe Costa ha fatto sapere che alcuni operatori del porto di Genova pagheranno i tamponi ai dipendenti che non hanno il Green Pass. “La decisione è singola di ogni azienda, alcune hanno dato la disponibilità altre sono libere di scegliere. Come Confindustria ribadiamo che le norme dicono che il tampone lo paghi il lavoratore”, ha dichiarato. Prosegue intanto la protesta dei tir che blocca il PSA di Genova Prà, il terminal di conteiner più importante del porto di Genova che si intreccia con lo sciopero a singhiozzo proclamato dalla RSU – la Rappresentanza Sindacale Unitaria, cioè l’organismo collettivo rappresentativo di tutti i lavoratori senza alcun riferimento alla loro iscrizione a un sindacato – dei dipendenti del terminal sul contratto integrativo. Gli autotrasportatori protestano per i lunghi tempi di attesa per entrare nel terminal. Anche gli autotrasportatori hanno chiesto un incontro urgente al prefetto per presentare le loro richieste.Nei porti di Napoli e Salerno e nei cinque porti pugliesi di Manfredonia, Barletta, Bari, Monopoli e Brindisi non si preannunciano invece problemi relativi all’entrata in vigore del Green pass. I sindacati dei terminal non hanno infatti espresso preoccupazioni a riguardo sottolineando che il numero dei lavoratori senza vaccino è minimo e non compromette le regolari attività degli scali. Il segretario generale dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Tito Vespasiani, ha precisato che nei porti pugliesi in particolare “il tasso di vaccinazione tocca in alcuni settori il 100%”.C’è invece il rischio di paralisi nel settore dei trasporti delle merci su strada e per tutta la logistica nazionale. L’allarme è stato lanciato dalle associazioni di categoria che hanno sottolineato che il 30% degli autotrasportatori non è munito di Green Pass e ben l’80% degli autisti stranieri che portano le materie prime in Italia non è vaccinato. “Il rischio che si blocchi tutto è oggettivo – ha spiegato Ivano Russo, direttore generale di Confetra – noi abbiamo in Italia circa 900 mila addetti tra autotrasportatori, corrieri e operatori di magazzino, abbiamo una media del 25-30% non munito di Green Pass. Il 30% circa degli autotrasportatori è senza il certificato verde. È chiaro che se sottrai un terzo di forza lavoro a un settore già in affanno, da un lato perché è in crescita, dall’altro perché mancano circa 5mila autisti, vai verso una decapitazione dell’attività di consegna”. LEGGI TUTTO

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    Assaeroporti, Giovannini: comparto aereo fondamentale per sviluppo economico e sociale del Paese

    (Teleborsa) – In riferimento al comunicato stampa di Assoaeroporti sulle affermazioni del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, Enrico Giovannini, rese durante il suo intervento in apertura del Salone CSR, si precisa che nel suo discorso, il Ministro ha fatto riferimento solo agli interventi previsti dal Next Generation EU che, sulla base del principio del “do not significant har”, non potevano essere orientati, per definizione, ad alcuni settori di attività come la costruzione di strade e gli investimenti sul trasporto aereo.Come più volte ribadito, anche in recenti occasioni pubbliche, tra cui intervento di oggi alla conferenza di alto livello dell’ICAO “One Vision for Aviation Recovery, Resilience and sustainability beyond the global pandemic”, il comparto aereo è fondamentale per lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese. Peraltro, per compensare i danni causati dalla pandemia sono stati destinati al settore finanziamenti pari a 800 milioni di euro per i gestori aeroportuali e l’handling e 200 milioni di euro per i vettori aerei.Come emerge dal Piano strategico nazionale per lo sviluppo della mobilità aerea 2021-2030 di recente pubblicato dall’ENAC, il Governo intende accompagnare il rilancio del settore dell’aviazione civile, sia passeggeri sia cargo, nell’ambito dell’impegno verso la sostenibilità ambientale e la decarbonizzazione che caratterizza i vettori aerei e gli aeroporti. In questa prospettiva gli aeroporti italiani sono già fortemente orientati alla riduzione delle emissioni e potranno contribuire alla predisposizione di una nuova strategia nazionale per il trasporto aereo in grado di soddisfare la domanda presente e futura. LEGGI TUTTO

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    Sostenibilità, Assaeroporti: dal Ministro Giovannini preoccupante chiusura verso sistema aeroportuale

    (Teleborsa) – Assaeroporti esprime forti perplessità e preoccupazione per le dichiarazioni del Ministro Giovannini che in occasione del Salone della Csr questa mattina ha affermato che nel PNRR e nel Fondo Complementare del MIMS “non ci sono fondi per gli aeroporti perché finché la transizione ecologica non viene avviata in modo consistente, investire sul trasporto su gomma o aereo significa danneggiare l’ambiente e andare nella direzione opposta rispetto agli obiettivi di riduzione delle emissioni e di decarbonizzazione”.L’esclusione del trasporto aereo, ed in particolare degli aeroporti, da ogni forma di finanziamento pubblico è in evidente contraddizione con l’esigenza da tutti condivisa di realizzare forti investimenti capaci di spingere il settore verso la piena sostenibilità. Il sistema aeroportuale italiano è da tempo impegnato in tale direzione ed i nostri aeroporti sono in prima linea in Europa sul fronte della decarbonizzazione. Gli ingenti investimenti necessari per accelerare tale processo non possono essere sostenuti esclusivamente dalle società di gestione, duramente colpite dalla crisi pandemica (-3 MLD di fatturato). E’ opportuno peraltro tener presente che a livello nazionale il peso del trasporto sulle emissioni complessive di Co2 nel 2019 è stato del 25,2%, di cui il 23,4% relativo al settore stradale, l’1,2% al settore marittimo e lo 0,6% al comparto aereo.D’altra parte non si può non sottolineare come questa tassativa chiusura verso il trasporto aereo da parte delle autorità di Governo appare in singolare contraddizione con il significativo volume di risorse pubbliche destinato all’operazione ITA, operazione che, peraltro, Assaeroporti ritiene positiva per il Paese. Vale la pena, infine, ricordare che il settore aeroportuale rappresenta il 3,6% del PIL italiano con 150 mila lavoratori diretti e circa 880 mila indiretti; che il trasporto aereo costituisce una formidabile leva di sviluppo del turismo e di crescita dei territori; che è il mezzo di trasporto nettamente più sicuro; che resta ovviamente insostituibile per assicurare il diritto alla mobilità sulle lunghe distanze.E’ quindi miope e palesemente priva di strategia una politica che si esaurisce nell’obiettivo di limitare il traffico aereo, invece di sostenere lo sviluppo del sistema aeroportuale ed accompagnarne la transizione ecologica e digitale, in un’ottica intermodale a beneficio della collettività. LEGGI TUTTO

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    Singapore Airlines aumenterà il numero di voli operati su Milano e Roma

    (Teleborsa) – Singapore Airlines aumenterà il numero di voli operati su Milano e Roma a partire dal 19 ottobre. Il numero di frequenze settimanali con Singapore passerà da 3 a 5 su Milano Malpensa e da 3 a 4 su Roma Fiumicino. Tre dei voli operati da Singapore Airlines sull’aeroporto milanese rientreranno nel programma Vaccinated Travel Lane (Vtl), mentre da quello previsto inizialmente su Fiumicino si passerà a due voli settimanali dal 1° novembre prossimo.Dal 19 ottobre Singapore Airlines opererà collegamenti da Amsterdam, Barcellona, Copenaghen, Londra, Los Angeles, New York e Parigi. Inoltre, la compagna aerea Scoot, controllata da Singapore Airlines, inizierà a operare su Berlino a partire dal 20 ottobre. LEGGI TUTTO

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    Sciopero trasporti, circa 1.000 lavoratori bloccano gli ingressi al magazzino Amazon di Piacenza

    (Teleborsa) – Lo sciopero nazionale di 24 ore della logistica e dei trasporti ha coinvolto anche il magazzino Amazon di a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza. Da questa mattina alle 11, infatti, circa 1.000 lavoratori aderenti al sindacato Si Cobas hanno bloccato i mezzi in entrata e in uscita dall’hub. Gli organizzatori hanno dichiarato di voler portare avanti la protesta fino a questa sera. L’area è presidiata da un robusto cordone di polizia e carabinieri e si svolge in un clima di notevole tensione anche se fino a questo momento non si registrano incidenti. LEGGI TUTTO