(Teleborsa) – “Carenza del personale, scioperi e Covid”. Questi – come spiega a Teleborsa il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma – gli elementi alla base del caos dei voli aerei che, tra ritardi e cancellazioni, sta segnando l’estate della ripartenza. “In Italia – sottolinea Di Palma – il sistema aeroportuale ha retto perché ci sono stati indennizzi agli operatori per 800 milioni ed è stata attuata la cassa integrazione in deroga. Questo ha sostanzialmente garantito la fidelizzazione del personale che, nella ripartenza, ha potuto garantire al meglio il presidio. Negli altri paesi continentali questo non è accaduto”. “Tenuto conto che noi abbiamo solo Ita come compagnia di riferimento nazionale, è chiaro che – evidenzia il presidente dell’Enac – i disagi che si verificano negli altri paesi continentali si riflettono anche nel nostro Paese. Ne consegue che se Ita è in grado di garantire una totale puntualità, al contrario i voli che sono operati in particolare da low cost continentali, in prosecuzione possono determinare accavallamenti e ritardi”. È chiaro, dunque, che a risentire di tale scenario siano principalmente gli scali dove operano compagnie low cost. “Il tema vero – prosegue Di Palma – è che molti aeroporti in Italia hanno il traffico low cost, un diverso modo di volare che ormai si sta affermando come normale. Si tratta di vettori che hanno il loro centro direzionale a Dublino o in altre città europee interessate da uno stato di agitazione dei lavoratori e ciò si riflette anche in Italia determinando un’estate più ‘calda’ del normale. In alcuni aeroporti che riteniamo perfetti, come Bergamo che credo sia uno dei migliori aeroporti italiani, non vi è un problema aeroportuale ma vi sono criticità rispetto ai vettori che cancellano determinati voli in particolare nel caso di tratte point to point. Stiamo parlando di presidi aeroportuali ottimali nel contesto di una situazione dei vettori difficoltosa rispetto alla quale la regolamentazione comunitaria non permette di intervenire sui collegamenti ma solo sui ristori ai passeggeri. Aeroporti come Bergamo e Venezia fanno tanto anche per garantire i passeggeri che si trovano in difficoltà pur non avendo un obbligo normativo”. A spiegare come i disagi provocati dagli scioperi e dalla mancanza di addetti che hanno coinvolto compagnie estere e low cost stiano interessando di riflesso anche l’Italia sono i numeri. A Bergamo, ad esempio, – la principale base del sud Europa e d’Italia di Ryanair con oltre 130 destinazioni in 38 Paesi – nel mese di giugno, anche a fronte di giornate di sciopero a livello europeo, si è registrato un movimento superiore al periodo pre-pandemico con 1.249.409 passeggeri rispetto ai 1.235.821 del 2019 e un tasso giornaliero sempre superiore a 40mila pax. Con 5,8 milioni di passeggeri nel primo semestre 2022 l’aeroporto di Bergamo si è, inoltre, confermato terzo aeroporto nazionale dopo Fiumicino e Malpensa.Carenza del personale – “Con il Covid ci sono stati i licenziamenti e quindi oggi, in una ripresa vorticosa non prevista dagli economisti, – sottolinea il presidente dell’Enac – è chiaro che la programmazione e la riassunzione non ha funzionato. Bisogna, inoltre, tenere conto della rigidità del sistema. Non è, infatti, sufficiente solo assumere qualcuno ma è c’è bisogno anche di un lungo periodo di formazione. Ciò significa che all’assunzione non consegue il presidio. Tutto questo sta determinando una situazione di difficoltà anche in ambito aeroportuale”.Scioperi e Covid – “I vettori, in particolare delle compagnie low cost, – prosegue Di Palma – sono inoltre interessati da una fase di scioperi. Il nostro Paese ha una legislazione che permette di deferire il prossimo sciopero anche a settembre ma negli altri Paesi dove questa legislazione non c’è tali agitazioni determinano una situazione di difficoltà. A ciò si aggiunge il problema del Covid con di conseguenza gli equipaggi che non si riescono a formare”.Restrizioni al traffico aereo – A causare ulteriori disagi sono, inoltre, le limitazioni al traffico aereo imposte dai principali aeroporti europei, in particolare a Londra Gatwick e Amsterdam Schiphol. “L’intervento statuale dei paesi continentali sta limitando i voli per limitare i disservizi. Tendenzialmente – spiega Di Palma – al disservizio consegue la riprotezione su un altro volo. Ma in questo momento i voli sono anche completamente pieni e alcuni governi gestiscono tale situazione di malessere anche limitando l’operatività degli scali”. Applicazione regolamento UE – “Le compagnie stanno applicando il regolamento UE con parecchi ristori che vengono elargiti. In alcuni casi stanno venendo chiamati in causa anche gli aeroporti dal momento che nel nord Europa la responsabilità dei disagi non è solo dei vettori. In alcuni scali, ad esempio a Londra, vi sono anche servizi aeroportuali che non funzionano e che incidono molto sui collegamenti. La legislazione europea addebita ai vettori il maggior onere di responsabilità. In Italia abbiamo chiesto ai gestori aeroportuali di supportare questa situazione di difficoltà a garanzia della tutela dei diritti dei passeggeri al di là di un obbligo normativo”.Questa situazione andrà avanti per tutta l’estate? – “Non abbiamo una previsione serena. Sicuramente il mese di luglio sarà impegnativo ma speriamo che le assunzioni, o misure come l’impiego dell’esercito a Dublino o in altri scali nord continentali, possano alleggerire questa situazione di difficoltà e – conclude il presidente dell’Enac – si superi anche il conflitto sociale che c’è tra vettori e operatori del settore”. LEGGI TUTTO