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    TIM, inviato all'Ue memorandum per progetto FiberCop

    (Teleborsa) – La strada che porta alla realizzazione del progetto FiberCop passa da Bruxelles. Il piano che prevede l’ingresso di Kkr e Fastweb nel capitale della nuova società della rete unica insieme a TIM, infatti, è all’attenzione della Commissione europea a cui spetta la valutazione se si tratta di una concentrazione o meno e dunque se si rende necessaria una notifica ufficiale.Secondo quanto riporta Ansa citando fonti europee, i contatti tra TIM e la Direzione generale della Concorrenza sono in corso già dallo scorso luglio mentre all’inizio di questa settimana il gruppo avrebbe inviato un memorandum descrittivo sull’operazione di scorporo della rete secondaria (deliberata dal CdA il 31 agosto).Se Bruxelles deciderà di aprire ufficialmente il file con la notifica dell’operazione a quel punto i tempi saranno molto brevi (circa 45 giorni) e il via libera dovrebbe arrivare entro novembre.Non è previsto l’intervento dell’Antritrust italiano in quanto l’operazione avrebbe rilevanza comunitaria per via delle dimensioni delle parti coinvolte. Mentre l’operazione è già stata segnalata all’Agcom per quanto di sua competenza e ai fini dell’eventuale esercizio del Golden Power.I precedenti, intanto, sembrano suggerire un lieto fine per il progetto di rete unica. Lo schema del co-investimento alla base del piano studiato da TIM e CDP con il coinvolgimento di Kkr, Fastweb e Tiscali, infatti, è già stato sperimentato – con successo anche se in forma differente – in Spagna e Portogallo.Al fianco del progetto ci sarebbe anche il nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche (articolo 76) che prevede tra le condizioni validanti per l’offerta di coinvestimento anche la caratteristica di essere “aperta”.Il via libera nel frattempo è arrivato anche dal Think Tank Ambrosetti insieme all’ex commissario Viviane Reding che, studiato il modello del co-investimento, sono arrivati alla conclusione che, al contrario del monopolio, si tratta di “uno schema competitivo che permette di mantenere la concorrenza infrastrutturale e ottimizzare gli investimenti degli operatori stimolando l’innovazione nella rete”.La stessa Vodafone, che in Italia vorrebbe fermare il progetto, in Spagna ha partecipato a co-investimenti con Telefonica, Orange e Mas Movil e secondo un report di Cullen International quel modello ha portato al raddoppio della fibra in 5 anni. LEGGI TUTTO

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    Rete Unica, Vodafone boccia il ritorno dell'Italia al monopolismo

    (Teleborsa) – Vodafone è fra coloro che non vedono di buon occhio il progetto Rete unica, messo a punto da CDP e TIM, con il benestare del Governo italiano, in quanto presenta una serie di criticità e non garantisce la concorrenza. Un brusco “passo indietro” per l’Italia ed una “cattiva politica” per l’UE.Va ricordato che il piano prevede la costituzione di una nuova società AccessCorp, con la fusione delle reti di TIM e Open Fiber controllata da Enel e CDP. La nuova società sarebbe sotto il controllo di TIM al 50,1% del capitale e la governance affidata ad un soggetto terzo, la Cassa Depositi e Prestiti.Un piano che prevede di fatto una rinazionalizzazione della rete di stampo monopolistico ed una compressione della concorrenza, scrive il Ceo di Vodafone, Nick Read, in un articolo su Politico.Un approccio che viene criticato dal numero uno della big europea delle tlc, il quale sottolinea che non è positivo né per il mercato né per i consumatori e viola quattro decenni di politiche anticoncorrenziali e si pone in contrasto con il diritto dell’UE.Read Afferma che l’Europa non dovrebbe cedere a quella che definisce una “cattiva politica” ed un “gigante passo indietro” nelle infrastrutture digitali, perché la priorità in Europa è colmare il gap infrastrutturale, soprattutto nell’ambito del 5G.Non solo Vodafone, ma anche il Financial Times si occupa della rete unica italiana, affermando che il progetto, dato già per certo entro il primo trimestre 2021, è ben lungi dall’essere completato, data la complessità dell’operazione e l’opposizione più volte manifestata da Enel, che secondo indiscrezioni starebbe anche pensando anche di uscire dal business con la vendita della sua quota a Macquarie”Stanno disegnando un suicidio perfetto per la fibra”, ha detto al FT un dirigente del settore telefonico, aggiungendo “stanno ricreando un mostro”.Il quotidiano britannico parla anche di un “precedente” in UE, che potrebbe esser preso a modello da altre compagnie fortemente indebitate come l’inglese BT, per “estrarre valore” dalle proprie reti senza perderne il controllo. LEGGI TUTTO

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    Mediaset-Vivendi, AgCom chiede parere all'Avvocatura dello Stato

    (Teleborsa) – Nuovo capitolo nella vicenda Vivendi-Mediaset. Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha deciso di chiedere un parere all’Avvocatura dello Stato sui profili procedurali da seguire dopo quanto stabilito della Corte di Giustizia UE sul caso.La decisione di fare appello all’Avvocatura arriva dopo che la scorsa settimana i giudici europei hanno di fatto “bocciato” la delibera dell’AgCom secondo la quale Vivendi non potrebbe avere incroci azionari in Tim – di cui possiede il 23,4% – e in Mediaset – di cui detiene il 29,9% – che ha avuto come principale conseguenza per il gruppo francese quella di congelare una quota del 19,9% in un trust senza diritti di voto nell’assemblea dell’azienda guidata da Pier Silvio Berlusconi.Vivendi si era quindi appellata al TAR che a sua volta si era rivolto alla Corte di giustizia UE.Ora per l’Agcom si aprono sostanzialmente tre opzioni: l’Authority potrebbe annullare la delibera originaria contro la quale si è appellata Vivendi, sterilizzarne gli effetti in attesa del pronunciamento del TAR a dicembre oppure non sterilizzare gli effetti della delibera e aspettare comunque che il Tribunale amministrativo prenda una decisione. LEGGI TUTTO

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    Rete unica, Gualtieri ribadisce: “Sarà neutrale e aperta a tutti”

    (Teleborsa) – La rete unica sarà neutrale e aperta a tutti. Lo ha assicurato il Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nel corso del suo discorso al Forum Ambrosetti di Cernobbio, spiegando che il progetto è “utile per accelerare gli investimenti”.A dispetto di queste dichiarazioni non è passato inosservato l’atteggiamento perplesso, se non addirittura ostile, del numero uno di TIM, Luigi Gubitosi, che intervenendo allo stesso evento sul Lago di Como, rispetto alla possibilità di ingresso di operatori televisivi e media, come Mediaset o Vivendi.”Abbiamo sempre pensato ad altri operatori di telecomunicazioni. Auspichiamo che arrivino, mentre operatori di contenuti non necessariamente saranno azionisti della società”, ha affermato Gubitosi, chiarendo “non mi è evidente il vantaggio di un creatore di contenuti a partecipare”.Per questi soggetti – ha aggiunto – si potrebbe valutare l’interesse ad entrare nell’investimento, ma non sotto il profilo industriale. “Dovremo capire cosa portano e cosa possono prendere”, ha affermato.Quanto alla possibilità di un ingresso di Enel, Gubitosi ha affermato “si considererebbe anche quello” dopo aver valutato “le motivazioni e le condizioni”, ma il manager ha ricordato che la compagnia ha più volte escluso l’ipotesi di figurare come “partner di minoranza”. LEGGI TUTTO

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    5G, Corti (WINDTRE): “Tecnologia accogliente, vicina alla vita quotidiana delle persone”

    (Teleborsa) – “Non perdiamo il treno del 5G”. Cosi Gianluca Corti, Chief Commercial Officer di WINDTRE, azienda guidata da Jeffrey Hedberg, sottolinea al magazine Fortune Italia l’importanza che riveste la nuova tecnologia. Una delle principali leve per lo sviluppo del Paese e tema di primo piano per l’emergenza sanitaria che ha messo in evidenza l’importanza della connettività Internet e del digitale in generale.”Durante il lockdown, spiega Corti, WINDTRE ha visto incrementare in breve tempo il proprio traffico con numeri che di solito si registrano in un anno, ma, grazie alla sua Top Quality Network, ha continuato a fornire ai clienti un servizio di altissima qualità”.”In preparazione al nuovo standard di rete 5G- aggiunge – abbiamo realizzato un significativo processo di consolidamento del nostro network con 6 miliardi di investimenti in 5 anni. Il risultato è un’infrastruttura definita “Top Quality” dai principali istituti specializzati e che sta ricevendo importanti attestati, come quello della società indipendente Opensignal per la velocità di upload e download”. “La nostra rete – continua il manager – è un’infrastruttura importante per il Paese, con 20mila siti di trasmissione “5G ready”. Entro la fine dell’anno, assicura Gianluca Corti, saremo attivi anche con la tecnologia di quinta generazione in varie città”.”Lo scorso 6 marzo – ricorda il manager – l’azienda ha lanciato il nuovo brand unico WINDTRE che punta a consolidare il suo posizionamento in una visione di “tecnologia accogliente”, molto più vicina alla vita quotidiana delle persone e il 5G sarà un elemento centrale nel futuro”.”Lo standard di quinta generazione – afferma Corti – rappresenta una svolta rivoluzionaria in numerosi settori, ad esempio con lo sviluppo di soluzioni evolute in ambiti come la smart mobility, la sicurezza o la telemedicina. Anche nel segmento business il 5G consentirà la realizzazione di nuove soluzioni IoT e industria 4.0, per rispondere alle necessità delle aziende italiane e supportare settori chiave come quello manifatturiero, già tra primi al mondo per quantità e qualità della produzione”.Per il Chief Commercial Officer di WINDTRE “il 5G è un’evoluzione cruciale, una garanzia per la crescita e lo sviluppo dell’Italia, che può vedere il nostro Paese tra i protagonisti. Perdere il treno del 5G, conclude Gianluca Corti, decreterebbe una ulteriore perdita di competitività per il sistema Italia e, in pochissimi anni, gli operatori non riuscirebbero a gestire il traffico, che aumenta del 40% ogni anno, per fare quelle cose che oggi consideriamo ormai basiche, come lo streaming dei contenuti o lo smart working”. LEGGI TUTTO

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    Rete Unica, De Leo: “Troppa fretta per un progetto che rischia di essere già vecchio”

    (Teleborsa) – La Rete Unica è il tema caldissimo di questi ultimi giorni, ma il progetto per la creazione di una società che accorpi le infrastrutture di tlc, che ha ricevuto il via ibera di massima del governo, divide l’opinione pubblica, in attesa che si esprimano oggi i CdA di TIM e CDP. Un progetto che per la sua complessità sembra un po’ “frettoloso” e che ….E’ quanto affermato, una intervista a Key4biz,da Francesco De Leo, presidente di Kaufmann & Partners ed ex direttore generale di Telecom Italia.Il manager ha commentato anche la reazione dei mercati, affermando che la performance del titolo in Borsa suggerisce che gli operatori nutrono evidentemente “più di un dubbio sulla percorribilità dell’operazione”. Affermando che nel progetto si intravedono ancora “pochi punti fermi”, De Leo ha spiegato che “c’è ancora una palese approssimazione e molta ambiguità” sul progetto “sia nei termini che nei modi”, che il mercato legge come “segnali di incertezza”.Per l’esperto “sono almeno quattro i fattori che hanno incrinato la coerenza complessiva del progetto”, innanzitutto la “fretta eccessiva” che – sottolinea – “non è mai gradita dagli osservatori, perché insinua il dubbio che ci siano problemi più gravi di natura strutturale”.Criticata anche la scelta di TIM di dare l’annuncio del via libera del governo all’accordo con CDP “a mercati aperti”, prassi che viene giudicata “non condivisibile” e guardata con “sospetto”, così come la presenza dell’Ad di CDP a Palazzo Chigi senza “una preventiva presa di visione da parte del CdA” ella Cassa.E poi, ancora, De Leo cita gli atteggiamenti contraddittori e non coerenti di una serie di soggetti che “hanno ricoperto ruoli apicali proprio in TIM”, che “hanno insinuato negli analisti il sospetto” che non si stia parlando di un “progetto che ha una sua valenza industriale, ma di un problema di assetto politico”. “Occorre prendere atto che l’unico soggetto che è stato rispettoso delle proprie prerogative, coerente senza esitazioni, e rispettoso dei mercati è stato Open Fiber”, afferma De Leo, aggiungendo che la società “proietta un’immagine positiva del nostro Paese in Europa” e ricordando che in 5 anni “ha creato un valore fra i 6 e i 7 miliardi di euro” pari al valore del 100% di TIM.Posto che all’interno del Governo ci sono “posizioni diverse” sulla governance, l’esperto ritiene che si tratti di un “percorso che richiede tempi lunghi”, con il rischio che la rete “possa essere resa obsoleta dall’evoluzione della tecnologia e del settore nel suo complesso”. Parla poi di “un progetto che parte già vecchio” che va a scontrarsi con le tendenze emerse da almeno 10 anni a livello internazionale, verso la de-verticalizzazione del settore delle telecomunicazioni e l’affermazione di operatori di torri neutrali e indipendenti, come Cellnex.Se la parola d’ordine – spiega l’ex manager di Telecom – è neutralità ed indipendenza, che TIM non è in grado di assicurare nel sui ruolo di “incumbent” e con un passato alle spalle.L’altro punto che rende obsoleto il progetto Rete Unica prima ancora della sua nascita riguarda lo scenario internazionale, afferma De Leo, citando gli esempi di Elon Musk e Jeff Bezos ed aggiungendoLa soluzione suggerita dal’esperto per l’Italia passa dunque per una visione d’insieme, più realistica e proiettata al futuro.”Il Paese non ha bisogno di ritrovarsi con nuovi monopoli, ma deve mettere invece in gioco le risorse migliori, con una visione sfidante del futuro, se vuole rilanciare una vera stagione di crescita sostenibile”, conclude. LEGGI TUTTO

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    Rete Unica, Codacons si oppone e interpella l'antitrust

    (Teleborsa) – Nuovi ostacoli si frappongono alla creaizone della Rete Unica. Il Codacons esprime infatti qualche perplessità sul progetto messo a punto da TIM e CDP, soprattutto in relazione all’ingresso del Fondo KKR con una quota superiore al 37%, ed annuncia che si opporrà e si rivolgerà al Governo ed all’antitrust per rivalutare l’operazione.La strada scelta per la creazione della rete unica – commenta l’associazione di tutela del consumatori – “sembra tutelare soprattutto gli interessi strategici statunitensi, vista la preoccupazione, sempre più forte a livello globale, rispetto all’interesse cinese verso la realizzazione e gestione delle reti di telecomunicazioni europee, ma non sembra rispondere a esigenze nazionali”.”Quello della banda larga – aggiunge – è evidentemente un settore strategico per il nostro Paese: ci si chiede, allora, perché mai tutelare interessi di un altro Paese nell’ottica di costruire un mercato competitivo, trasparente e neutrale. Proprio per questo, con un’istanza a TIM, Cassa Depositi e Prestiti, al Presidente del Consiglio Conte e all’Antitrust, il Codacons ha deciso di sollevare la questione dell’indipendenza strategica e operativa della nuova società”.L’Associazione apre in questo modo il dibattito intorno alle scelte del Governo di non ricorrere al golden power – la procedura che consente all’esecutivo di opporsi all’acquisto di quote o società per alcuni settori strategici per l’economia dello Stato – per opporsi all’accordo con Kkr. LEGGI TUTTO

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    TLC, sindacati a Conte: subito tavolo, no a spezzatino

    (Teleborsa) – I sindacati delle Tlc chiedono, in una lettera indirizzata al Premier Giuseppe Conte, di aprire un confronto sul futuro della Rete e sul ruolo di TIM dicendosi contrari all’ipotesi “spezzatino”.Nella missiva, Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, sottolineano come “una società della Rete pubblica specializzata nel solo whoolesale (vendita a terzi della connettività) finirebbe per trasformarsi in una grande società di manutenzione che difficilmente potrebbe svolgere quel ruolo di continua innovazione di un settore dove non è sufficiente “stendere un cavo'”.Occorre, secondo i sindacati di categoria, “un soggetto forte, capace di sostenere ingenti e costanti investimenti nello sviluppo della rete non solo come cavo di connessione ma come sistema intelligente ed evoluto”.”Una Rete unica della banda larga con la presenza rafforzata della CDP nell’azionariato di TIM è una occasione storica e un progetto fondamentale per il futuro del nostro paese. Da tempo è la proposta della Cisl. Ma occorre aprire subito un confronto tra il Governo ed i sindacati di categoria per coinvolgere anche i lavoratori in questo progetto strategico, aprendo alla partecipazione ed alla democrazia economica, a tutela dell’occupazione e delle competenze presenti e future per l’intera filiera delle telecomunicazioni”. Lo scrive su Facebook la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, commentando positivamente il progetto della rete unica delle telecomunicazioni.(Foto: © gonewiththewind/123RF) LEGGI TUTTO