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    Open Fiber, a Siracusa +120% richieste linee in fibra ottica

    (Teleborsa) – Più che raddoppiata nel giro di un anno la domanda di connettività a Siracusa. È quanto emerge dai dati delle attivazioni di linee di telecomunicazioni integralmente in fibra ottica registrati da Open Fiber. Nel periodo compreso tra febbraio 2020 e oggi, l’incremento di impianti ultrabroadband installati in abitazioni private, uffici ed esercizi commerciali della città siciliana ha infatti superato i 120 punti percentuali.Siracusa è stata una delle prime città d’Italia a essere dotate della rete a banda ultralarga interamente in fibra ottica realizzata da Open Fiber L’intervento della società guidata dall’amministratore delegato Elisabetta Ripa è concluso da circa un anno, grazie al cablaggio di ben 50.700 unità immobiliari frutto di un investimento privato totalmente a carico di Open Fiber pari a 14,5 milioni di euro.”I cittadini siracusani, da Ortigia ai quartieri più periferici, – sottolinea Open Fiber in una nota – hanno potuto affrontare le restrizioni del lockdown forti di un’infrastruttura all’avanguardia: la rete di telecomunicazioni in modalità FTTH (Fiber-to-the-home) permette di raggiungere velocità di connessione di 1 Gigabit al secondo e latenza inferiore a 5 millisecondi, prestazioni in grado di supportare al meglio servizi divenuti indispensabili come smart working e didattica a distanza”. LEGGI TUTTO

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    Mediaset, Tar Lazio fissa a dicembre udienza su ricorso Vivendi

    (Teleborsa) – Il Tar del Lazio ha fissato per il prossimo 6 dicembre l’udienza di merito relativa al ricorso proposto da Vivendi per contestare l’istruttoria dell’Agcom avviata a dicembre dopo il cosiddetto decreto “Salva Mediaset”. Il provvedimento dello scorso autunno ha dato all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni il compito di rimediare all’illegittimità della Legge Gasparri (Tusmar), decisa dalla Corte europea, che portò nel 2017 al congelamento delle quote di Vivendi in Mediaset.In sede di camera di consiglio Vivendi ha rinunciato all’istanza cautelare ai fini di una fissazione dell’udienza di merito a breve. La vicenda peraltro potrebbe essere superata dalle evoluzioni della stessa istruttoria.Il 23 dicembre il Tar del Lazio aveva annullato la delibera dell’Agcom che nel 2017 aveva imposto a Vivendi di scegliere tra la partecipazione rilevante in TIM e la presenza quasi al 30% in Mediaset e portato al congelamento di quasi il 20% di Mediaset detenuto da Vivendi in un fiduciaria, che non ha mai avuto diritto di voto nelle assemblee del Biscione.Quando i francesi stavano per riappropriarsi della totalità dei diritti di voto Agcom, in applicazione dell’art. 4 bis del decreto 125/2020 (norma che tutela il principio del pluralismo esterno nel caso di soggetti operanti contemporaneamente nei mercati delle Comunicazioni elettroniche e in quelli del SIC, il sistema integrato delle comunicazioni) aveva aperto una nuova istruttoria per verificare la posizione Vivendi.Mediaset intanto ha anche fatto ricorso al Consiglio di Stato ed è attesa la fissazione dell’udienza, anche questa però potrebbe risultare superata dagli esiti della nuova istruttoria. LEGGI TUTTO

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    TIM entra nel Nasdaq Sustainable Bond Network

    (Teleborsa) – TIM è entrata oggi nel Nasdaq Sustainable Bond Network, la piattaforma sulla finanza sostenibile gestita da Nasdaq che riunisce investitori, emittenti, banche di investimento e organizzazioni specialistiche. Con questa operazione TIM rafforzerà ulteriormente la platea di potenziali investitori internazionali, in particolare quelli più sensibili alle tematiche ESG.Il network fornisce informazioni finanziarie e dati sugli obiettivi di sviluppo sostenibile delle società quotate e rappresenta un punto di riferimento strategico per la selezione ed il monitoraggio degli investimenti sostenibili. Per celebrare l’iniziativa, il logo di TIM è stato proiettato sulla Nasdaq Tower di Times Square nel cuore di Manhattan, luogo simbolo della città di New York. LEGGI TUTTO

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    BEI, Europa indietro in investimenti sul 5G. Usare fondi Recovery

    (Teleborsa) – L’innovazione nel campo del 5G, la quinta generazione di connessioni destinata a impattare numerosi campi della vita umana, è un motore chiave per promuovere la competitività, l’innovazione e la crescita delle economie europee, assicurando al contempo un’autonomia digitale strategica dell’Europa. Il Vecchio Continente è però indietro nel campo rispetto agli Stati Uniti, in particolar modo per le applicazioni sviluppate dalle PMI, secondo un nuovo rapporto congiunto della Banca europea per gli investimenti (BEI) e dell’Unione europea.Il quadro che emerge dalla ricerca è quello di un significativo deficit di finanziamento tra Europa e Stati Uniti per l’ecosistema dell’innovazione a 5G: il Vecchio Continente investe tra 4,6 e 6,6 miliardi di euro in meno all’anno. Questo gap di investimenti rischia di far restare l’Europa indietro nella corsa alla leadership del 5G e di essere un freno alla ripresa dalla pandemia, sottolineano le istituzioni europee.È quindi di fondamentale importanza per l’Europa aumentare in modo significativo gli investimenti nell’ecosistema 5G. Lo studio suggerisce, in particolare, che l’aumento degli investimenti nelle fasi iniziali e di crescita delle startup digitali sarà la chiave per l’ulteriore sviluppo e l’adozione delle tecnologie 5G. Suggerendo di usare i fondi del Recovery plan anche per questo scopo, BEI e Commissione UE fanno notare che gli investimenti del settore pubblico saranno più efficaci se supportati da una strategia condivisa per il mercato unico, promuovendo omogeneità e standard uguali in tutto il continente.Un ulteriore focus è sulla mancanza di fondi per le PMI che sviluppano applicazioni della tecnologia 5G. Il rapporto stima che in Europa ci sia un gap di finanziamento tra 4,6 miliardi e 6,6 miliardi di euro all’anno per quelle PMI che hanno modelli di business focalizzati sul 5G. “Le imprese più piccole in particolare trarranno vantaggio dalla transizione alla tecnologia 5G – ha affermato Teresa Czerwinska, vicepresidente della BEI responsabile per innovazione e digitale – Dobbiamo sfruttare l’agilità e la creatività delle imprese più piccole, per assicurarci che l’Europa non perda le vaste possibilità e i nuovi percorsi di crescita che il 5G ha da offrire”. LEGGI TUTTO

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    TLC, Orange punta a fusioni in mercato europeo delle torri

    (Teleborsa) – Orange, multinazionale francese delle telecomunicazioni, intende avviare i colloqui con altri grandi player europei per una possibile fusione delle loro torri wireless. “Stiamo esaminando coloro che in tutta Europa condividono la nostra visione di non vendere torri, ma di unire le forze e costituire insieme una forte tower company”, ha detto il CEO Stephane Richard alla stampa.Il riferimento è a due colossi come Vodafone e Deutsche Telekom. Per Richard, una vendita delle torri di Orange a un soggetto come Cellnex danneggerebbe gli interessi a lungo termine della compagnia telefonica francese e quindi preferisce una combinazione con l’infrastruttura di altri operatori telefonici europei per creare una società in grado di “competere con Cellnex e raggiungere le stesse dimensioni di Cellnex”.Fusioni e operazioni congiunte nel mercato non sarebbero una novità. Cellnex ha di recente acquisito la francese Hivory e stretto un accordo con Deutsche Telekom nei Paesi Bassi. Inoltre, il mese scorso American Tower ha acquistato più di 30.000 torri da Telefonica SA per 7,7 miliardi di euro.La società ha chiuso la giornata in borsa con un calo del 2,61% a Parigi, anche a causa della trimestrale negativa. Orange ha registrato un calo del 2,3% dell’utile operativo core del quarto trimestre a 3,18 miliardi di euro. La pandemia ha ridotto le tariffe di roaming di oltre mezzo miliardo di euro (545 milioni) nel 2020 e la società ha registrato un EBITDAaL di 12,7 miliardi di euro, in calo dell’1% su base comparabile. Orange ha confermato che proporrà un dividendo di 0,70 euro per azione per il 2020. Il gruppo si aspetta che l’utile operativo sia stabile o leggermente inferiore quest’anno.Nella giornata di oggi la società francese ha anche lanciato TOTEM, una società che raggrupperà 25.500 torri tra Spagna e Francia, i due mercati più grandi di Orange, con attività che hanno generato 300 milioni di euro di utile operativo principale lo scorso anno. LEGGI TUTTO