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    Garante privacy multa Fastweb per 4,5 milioni per telemarketing aggressivo

    (Teleborsa) – Il Garante per la privacy ha ordinato a Fastweb il pagamento di una sanzione di oltre 4 milioni e 500 mila euro per aver trattato in modo illecito i dati personali di milioni di utenti a fini di telemarketing. Gli accertamenti svolti dall’Autorità hanno evidenziato, si legge in una nota, “importanti criticità di sistema, riconducibili al complesso dei trattamenti effettuati da Fastweb nei confronti sia dell’intera base clienti della società, sia del più ampio ambito di potenziali utenti del settore delle comunicazioni elettroniche”.Durante l’istruttoria è emerso “un allarmante ricorso all’utilizzo di numerazioni fittizie o non censite nel Registro degli Operatori di Comunicazione (Roc)”, che potrebbe essere “riconducibile ad un sottobosco di call-center abusivi che effettuano le attività di telemarketing in totale spregio delle disposizioni in materia di protezione dei dati personali”. Ulteriori problemi sono stati riscontrati nella gestione delle liste dei contatti fornite a Fastweb da partner esterni.L’Autorità ha anche registrato “inadeguate misure di sicurezza dei sistemi di gestione della clientela”, portando come esempio il fatto che molti clienti hanno riferito di indebiti contatti da parte di sedicenti operatori Fastweb che cercavano di acquisire, tramite Whatsapp, i loro documenti di identità, probabilmente con finalità di spamming, phishing e per la realizzazione di altre attività fraudolente.Altre criticità sono state rilevate nell’attività promozionale svolta da Fastweb in partnership con un altro soggetto per aver usato liste di clienti fornite da quest’ultimo senza consenso, nelle procedure adottate per il servizio “Call me back”.L’Autorità ha quindi ordinato a Fastweb di adeguare i trattamenti in materia di telemarketing e di irrobustire le misure di sicurezza per impedire accessi abusivi ai propri database. Fastweb infine non potrà più utilizzare i dati contenuti nelle liste anagrafiche fornite da partner terzi, senza che questi ultimi abbiano acquisito un consenso specifico, libero e informato dagli interessati. LEGGI TUTTO

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    Open Fiber, Ripa: cablare l'Italia entro il 2026 è un obiettivo “alla portata”, ma serve l'impegno di tutti

    (Teleborsa) – La Ceo di Open Fiber Elisabetta Ripa ha detto che l’obiettivo posto dal ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao di cablare l’Italia entro il 2026 è “alla portata”, ma serve “l’impegno di tutti gli attori del mercato pubblici e privati perché non possiamo continuare a essere gli unici che contribuiscono alla realizzazione della rete in fibra in Italia”. In un’intervista al Sole 24 Ore, Ripa ha sottolineato l’impegno di Open Fiber da quando è nata – “in questi 4 anni abbiamo investito oltre 4,3 miliardi di euro per raggiungere questo obiettivo e ne investiremo oltre 1 miliardo all’anno per completare il progetto” – e ha individuato nella burocrazia uno degli scogli più difficili da superare e che ha determinato i ritardi registrati nella stesura della fibra nelle aree bianche dove non c’è interesse del mercato.”Il Governo ha dichiarato di considerare a breve ulteriori, drastiche, misure per accelerare i tempi di posa dell’infrastruttura, anche nell’ottica di un efficace utilizzo del Recovery Fund – ha dichiarato – Le riforme però devono essere scaricate a terra, e l’implementazione delle semplificazioni sul territorio è ancora deficitaria”. La Ceo ha rivendicato però i risultati ottenuti nell’ultimo anno nonostante la pandemia: “siamo riusciti, comunque, a imprimere un’accelerazione. L’Italia ha, infatti, recuperato terreno in Europa anche per quanto riguarda la copertura Ftth delle aree rurali”. Ripa ha citato un’analisi di McKinsey secondo la quale l’Italia è seconda solo alla Francia sia in termini di copertura (28% vs 31%) sia di crescita nell’ultimo anno per numero di abitazioni coperte in Ftth (+47% vs +59%).Quanto alla necessità di una nuova consultazione per individuare le nuove aree bianche alla luce degli investimenti fatti dagli operatori dopo il 2015, Elisabetta Ripa ha sottolineato che “le dichiarazioni di investimento degli operatori privati che sono state alla base della definizione delle aree bianche e in ampia misura disattese, hanno determinato situazioni paradossali sul territorio, con una parte delle cosiddette aree grigie che in realtà possono oggi essere definite ‘nuove aree bianche'”. Anche per tale ragione servirà “aggiornare la mappatura delle diverse aree del Paese in virtù dello stato di copertura e dei piani di investimento degli operatori, rendendo, se possibile, più cogenti le dichiarazioni di investimento dei privati in modo da allocare più efficientemente le risorse pubbliche”. LEGGI TUTTO

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    Rete unica, Colao: in corso una valutazione, non ci si può più permettere una lunga attesa

    (Teleborsa) – Il ministro per l’Innovazione e la Transazione digitale Vittorio Colao ha dichiarato che sulla Rete unica è in corso una valutazione ma che che non ci si può più permettere “una lunga attesa”. “Poiché si tratta di un intervento cruciale per assicurare la modernizzazione del Paese la coesione sociale e l’inclusione – ha detto il ministro durante il question time alla Camera – è necessario giungere, nel più breve tempo possibile a una definizione del contesto competitivo in grado di garantire allo stesso tempo una rapida copertura delle zone interessate e il rispetto degli enunciati principi di concorrenza”.”Non possiamo permetterci di rimanere quindi in una situazione di lunga attesa che rischia di condizionare i piani, e quindi i tempi, di copertura delle reti a banda ultra larga finanziati anche con le risorse del PNRR”, ha spiegato, aggiungendo che “coerentemente con l’impegno assunto verso quest’Aula lo scorso 20 luglio, si sta quindi procedendo ad una valutazione della situazione in essere che permetta di avviare i piani di investimento, per recuperare i ritardi accumulati e traguardare gli obiettivi europei”. Quanto alla digitalizzazione del Paese, il ministro Colao ha dichiarato che il governo vuole essere ambizioso “grazie anche alle risorse del Next Generation Eu”, raggiungendo gli obiettivi non nel 2030 ma “entro i prossimi 5 anni”. Per raggiungerli, ha dichiarato, “stiamo innanzitutto verificando la dimensione degli investimenti effettivamente necessari per soddisfare l’obiettivo della gigabit society all’interno del PNRR, incrementando sensibilmente gli investimenti originariamente previsti”. “Allo stesso tempo – ha proseguito Colao – stiamo esaminando il programma di implementazione per garantire che gli interventi siano realizzati nei tempi e nei modi previsti, cercando di recuperare il ritardo accumulato”. “A riguardo, siamo convinti che due siano i principi da applicare: quello della piena neutralità tecnologica, in grado di garantire la massima copertura possibile indipendentemente dalla tecnologia utilizzata, fissa o mobile; e quello del mantenimento del rispetto delle regole di mercato e dei principi che tutelano la concorrenza”, ha ribadito il ministro. LEGGI TUTTO

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    Open Fiber, Ripa: “Necessario accelerare digitalizzazione. Riforme fondamentali”

    (Teleborsa) – Open Fiber spinge sull’acceleratore per gli investimenti nella rete delle aree rurali. “Abbiamo tutti i requisiti, ora dobbiamo dare un colpo di reni per accelerare”, ha affermato l’Amministratore delegato, Elisabetta Ripa, ad un convegno organizzato dal Centro economia digitale, ricordando che l’azienda ha raggiunto circa 11 milioni di unità immobiliari in un paese in cui ce ne sono 30 milioni da raggiungere.Ripa parla di uno “sforzo corale” per coprire le aree rurali, aggiungendo che “per correre bisogna usare le infrastrutture già esistenti, evitare duplicazioni e dedicare il tempo a quello che effettivamente conta, cioè la realizzazione della rete”.”Dobbiamo costruire una rete di circa 100mila chilometri nelle aree rurali, due volte la circonferenza terrestre”, ha affermato la manager di Open Fiber, mettendo l’accento anche sull’importanza delle riforme e sulla semplificazione per “permettere la realizzazione di queste infrastrutture”.”Abbiamo recuperato come paese un gap tecnologico che ci portiamo dietro da decenni”, ha sottolineato Ripa, aggiungendo “abbiamo capito che abbiamo corso in maniera rilevante, siamo diventati una realtà rilevante, siamo il terzo operatore in Europa dopo i due incumbent Telefonica e Orange”. LEGGI TUTTO

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    Digitale, Colao accelera: con Recovery spinta a fibra e 5G

    (Teleborsa) – Per una non-dipendenza europea e italiana “dobbiamo ambire all’eccellenza tecnologica, ma anche ad una eccellenza normativa, per policy e allocazione di risorse”. Lo ha detto il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, partecipando alla presentazione di un rapporto del Centro Economia Digitale su La sfida della sovranità tecnologica: una strategia per l’Italia e l’Europa. “Ce la faremo, possiamo essere ottimisti? Sono ottimista di natura: sì, ce la faremo, ci sono buone condizioni di investimento. Ma dobbiamo aggiungere un’altra ambizione, dobbiamo permettere più sperimentazione, liberare spazi giuridico-regolatori, un po’ come cambiare occhiali per guardare al futuro con gli occhiali del futuro e non gli occhiali del passato”.Quello di una “autonomia strategica” è “l’obiettivo più largo che dobbiamo avere”, dice Colao sottolineando che bisogna puntare su tre pilastri: “Una sovranità europea comune e condivisa, per ovvi motivi di dimensioni”. Poi “deve estrinsecarsi in una capacità di collaborazione italiana con progetti e persone di eccellenza”: non dei “campioni nazionali”, ma “atleti di livello internazionale”. E, aggiunge, serve “una capacità di negoziare e di fare partnership al di fuori della Commissione europea”. Per una “modernizzazione degli stati europei e semplificazione dell’ambiente innovativo” si lavora anche sul fronte del PNRR (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, ndr). “Ci sono tutti gli elementi per una grossa spinta alla connettività e alle reti, ad esempio abbiamo carenze nell’edge computing. Dobbiamo puntare sul 5G e la fibra e guardare alle tecnologie di domani e non di ieri”, ha spiegato Colao.Centrali “le competenze” che sono “quasi tutto forse più importanti delle reti. Serve un sostegno ai settori innovativi con una accelerazione dei settori di punta. Ci sarà molto sulle persone e sulla formazione cui sta lavorando Brunetta e investimenti in Salute e ed educazione e tutto quello che sta mettendo in campo Cingolani sull’ambiente”. LEGGI TUTTO

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    TIM conferma gli obiettivi di crescita in vista dell'assemblea

    (Teleborsa) – TIM conferma la guidance che vede nel 2021 “la sostanziale stabilizzazione/leggera crescita delle Service revenues e dell’EBITDA”. Lo fa nelle risposte alle domande degli azionisti in vista dell’assemblea dei soci fissata per mercoledì 31 marzo. “La posizione finanziaria netta after lease si attesterà a 16,5 miliardi di euro escluso l’impatto dell’acquisizione di OI in Brasile che si prevede produca benefici su revenues ed EBITDA a partire dal 2022″, sottolinea la società di telecomunicazioni.”I dati 2020, pur considerato il difficile momento con l’emergenza pandemia, considerano in modo favorevole operazioni non ricorrenti e differimento delle imposte” e “mettono in evidenza una significativa riduzione del debito per oltre 3,3 punti percentuale. Un dato positivo ben oltre ad ogni aspettativa”, si legge nelle risposte.”Il titolo è cresciuto del 18% circa da inizio anno: una performance che supera sia l’indice settoriale sia il FTSE MIB”, con “oscillazioni giornaliere sono talvolta influenzate da articoli di stampa più o meno fondati”, sottolinea TIM.”Si ritiene peraltro che investitori e analisti apprezzino il sensibile miglioramento dei risultati finanziari, in particolare nel quarto trimestre, e il notevole progresso in tema di corporate governance e sostenibilità: il 62% degli analisti che esprimono un giudizio sul titolo TIM ne raccomanda l’acquisto – evidenzia la società guidata da Luigi Gubitosi – il 36% raccomanda di tenerlo in portafoglio e solo il 4% di venderlo. La crescente fiducia nel titolo è sostenuta dai traguardi raggiunti nel 2020, tra cui la stabilizzazione delle linee fisse domestiche per la prima volta dal 2001, la riduzione del debito after lease di 3,3 miliardi e la riduzione dei costi a livello domestico del 9,5%”. LEGGI TUTTO

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    Recovery Fund, Gubitosi: “Fondamentale evitare perdite di tempo e sperpero risorse”

    (Teleborsa) – Le risorse del Next Generation EU faranno moltiplicare i progetti per la digitalizzazione, ma “sarà fondamentale la velocità di esecuzione ed evitare nuovi casi di perdite di tempo, sperpero di fondi pubblici e scarsa trasparenza”. L’avvertimento arriva dal numero uno di TIM, Luigi Gubitosi, in occasione di un webinar sulla digitalizzazione. A questo riguardo e in ottica di assunzione di una maggiore responsabilità, Gubitosi propone che il sistema di gare preveda un “meccanismo di salvaguardia”, in base ai quale “le imprese aggiudicatarie dei progetti siano chiamate a rispondere dei loro risultati, facendosi carico in solido delle conseguenze di eventuali inadempienze”.”Consideriamo il nostro approccio aperto e propositivo e per questo qualche mese fa abbiamo pubblicato un’offerta di co-investimento da parte di FibeCop, approccio che pensiamo possa essere ancora più efficace se applicato ai progetti del Recovery fund”, ha sottolineato l’Ad di TIM.Il manager ha ricordato che esiste “un circolo virtuoso tra domanda e offerta e per lo sviluppo del comparto digitale” e che che la nuova domanda comporterà una accelerazione delle infrastrutture e delle reti digitali e queste a loro volta genereranno nuova domanda. “TIM negli ultimi mesi ha impresso una accelerazione senza precedenti, basti pensare che abbiamo coperto 3250 comuni e 5 milioni di famiglie nelle aree bianche, altrimenti abbandonate dai progetti precedenti, ed intendiamo accelerare ulteriormente”, ha spiegato Gubitosi, aggiungendo che il Gruppo “intende essere la locomotiva dell’innovazione digitale del paese”. “Dal gestire la prima rete del paese derivano economie di scala e questo è un aspetto molto importante”, ha aggiunto l’Ad, sottolineando che la capillarità della rete consente all’azienda di avere costi inferiori a quelli di altri operatori. LEGGI TUTTO

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    Digitalizzazione, Colao: piena cittadinanza digitale entro il 2026

    (Teleborsa) – Il ministro della Transizione digitale Vittorio Colao ha fatto il punto sugli obiettivi dell’Italia in termini di digitalizzazione che si intendono raggiungere anche grazie alle risorse del Recovery Plan, evidenziando la necessità di accelerare sulla connessione in banda ultra larga per famiglie, sanità e scuola. Nella sua relazione al Consiglio dei Ministri sul digitale Colao ha spiegato che, in coerenza con le ambizioni del Digital Compass 2030 che prevede anche il 100% dei principali servizi al cittadino in digitale, il 5G in tutte le aree popolate, tutti i servizi pubblici online, l’80% dei cittadini con identità e domicilio digitale e accesso al fascicolo sanitario, tra i punti c’è anche un Cloud sicuro e flessibile per la PA locale e centrale.”La differenza tra un cittadino che si sente sostenuto dal suo Stato e uno trascurato è quella di sapere di poter essere riconosciuto in maniera semplice e sicura e di ottenere senza attrito ciò che gli spetta. Con la piena cittadinanza digitale, a cui ambiamo per il 2026, questo sarà possibile per tutti gli italiani e italiane”, ha detto dopo aver presentato la relazione. L’obiettivo per quella data è infatti di “consentire a chiunque lo vorrà di interagire con la pubblica amministrazione tramite un solo punto di accesso che fornisca informazioni, servizi e notifiche e permetta pagamenti e transazioni interamente digitali”Per il ministro questo si traduce nel “garantire accesso digitale a tutta la popolazione italiana ovunque si trovi, agli studenti di tutte le scuole, a tutti gli operatori sanitari e ai pazienti sul territorio italiano”. In merito al collegamento tra i diversi sistemi, ciò “permetterà alla PA a sua volta di essere maggiormente efficiente nell’offrire i servizi e definire politiche pubbliche basate su dati aggregati tempestivamente aggiornati – ha spiegato Colao – Questo può avvenire attraverso l’adozione di infrastrutture digitali in Cloud, sicure e efficienti, flessibilmente scelte dalle PA centrali e locali secondo i diversi bisogni, che custodiranno i dati secondo principi di tutela della privacy e di riservatezza del trattamento”. LEGGI TUTTO