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    Mediaset, CdA conferma Pier Silvio Berlusconi vicepresidente e AD

    (Teleborsa) – Il consiglio di amministrazione di Mediaset, eletto ieri dall’assemblea degli azionisti, ha riconfermato Pier Silvio Berlusconi nei ruoli di vicepresidente e amministratore delegato. Costituito anche il Comitato Esecutivo composto da sei membri: ne fanno parte Fedele Confalonieri, Pier Silvio Berlusconi, Marco Giordani, Gina Nieri, Niccolò Querci e Stefano Sala.La società ha anche reso noto che nei primi sei mesi del 2021 ha registrato una crescita dei ricavi pubblicitari totali di circa il 31,5% rispetto allo stesso periodo del 2020. Il secondo trimestre dell’anno ha “performato al di sopra delle aspettative di inizio anno, con una crescita superiore al 65% rispetto al secondo trimestre 2020 – sottolinea una nota – In particolare, si segnala che, nel primo semestre 2021, la raccolta pubblicitaria Tv di Publitalia 80 è tornata ai livelli 2019 evidenziando la forza editoriale dei contenuti Mediaset”. LEGGI TUTTO

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    Hedberg (WindTre): il 5% del PNRR a rischio se non cambiano le regole sulla rete cellulare

    (Teleborsa) – Jeffrey Hedberg, Amministratore delegato di WindTre, indica nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza la stella polare alla quale l’Italia guarda non soltanto per lasciarsi alle spalle la pandemia da COVID-19 ma anche per riscattarsi da anni di produttività stagnante e crescita del PIL confinata a pochi decimi di punto. Il Governo guidato da Mario Draghi, rileva in una lettera a Formiche.net, è consapevole che le risorse finanziarie siano importanti ma non sufficienti e, infatti, ha inserito nel Piano alcune riforme di accompagnamento, orizzontali (pubblica amministrazione e giustizia) e abilitanti (semplificazione e concorrenza). Senza riforme, fa notare, risulterà impossibile spendere i soldi disponibili o almeno spenderli bene. In questi giorni è in Parlamento, ricorda Hedberg, un importante intervento “abilitante” (DL 77, “Governance del Piano nazionale di rilancio e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”) che introduce novità legislative finalizzate – tra l’altro – a rendere più facile la realizzazione delle infrastrutture. Le imprese di telecomunicazioni, fa notare il CEO, salutano favorevolmente questo intervento perché la nostra industria è capital intensive e sarà più facile attirare in Italia i capitali necessari a dotare il Paese di infrastrutture all’altezza delle sfide poste dalla competizione internazionale.Tuttavia, precisa, i provvedimenti all’esame dalla Camera possono essere ancora migliorati. Sembrano finalmente maturate le condizioni culturali perché si possa rimuovere un vero vincolo allo sviluppo che affligge l’Italia dall’inizio del millennio, precisa il top manager, quando il Consiglio dell’Unione europea raccomandava limiti alle emissioni elettromagnetiche mutuati dalle linee guida internazionali mentre un DPCM li fissava arbitrariamente a un decimo (o un centesimo, secondo il parametro preso a riferimento) di quelli. Le implicazioni di questa differenza tra i limiti in vigore in Italia e quelli applicata in Germania o in Corea del Sud con cui competiamo sui mercati globali, spiega il CEO, comprendono la necessaria ma difficile proliferazione di impianti della rete cellulare e quindi il rischio che la nuova rete 5G non sia all’altezza di quella in via di realizzazione in altri Paesi. Una nostra analisi del PNRR, aggiunge, individua 12 linee di investimento collegate alla tecnologia 5G per un totale di 44,5 miliardi di euro. Abbiamo stimato che un quarto di questo importo, pari al 5% del totale dei fondi del PNRR, risulterebbe vanificato dalla mancata revisione dei limiti elettromagnetici. L’Unione europea, conclude Jeffrey Hedberg, ha reso possibile un finanziamento di entità epocale, il governo – con i ministri Cingolani, Colao e Giorgetti in prima linea – ha predisposto un piano articolato, organico e credibile di riforme e spesa, ora il Parlamento ha una straordinaria opportunità di porre rimedio a un vincolo ingiustificato da qualsiasi prospettiva tecnica, scientifica e sanitaria. LEGGI TUTTO

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    Vetrya, ok da soci a rafforzamento patrimoniale con aumento capitale e bond

    (Teleborsa) – L’assemblea degli azionisti di Vetrya, società quotata su AIM Italia e attiva nello sviluppo di servizi, piattaforme e applicazioni digitali, ha approvato l’operazione di rafforzamento patrimoniale già deliberata dal CdA e annunciata al mercato il 19 maggio 2021.L’operazione comprende un aumento di capitale sociale a pagamento e con esclusione del diritto di opzione, riservato al socio Aglaia Holding S.r.l., per un importo di 250.000 euro. Questo ha l’obiettivo consentire di reperire in modo rapido ed efficiente le risorse funzionali alla presentazione della domanda di finanziamento al Fondo Patrimonio PMI promosso da Invitalia.Via libera inoltre all’attribuzione al consiglio di amministrazione di Vetrya di una delega ad aumentare il capitale sociale in opzione, per un importo massimo complessivo di 1,5 milioni di euro, a pagamento e in via scindibile, in una o più volte, entro il 30 giugno 2022, con ogni più ampia facoltà di stabilire, di volta in volta, nel rispetto dei limiti sopra indicati, modalità, termini e condizioni dell’operazione.I soci hanno inoltre approvato l’emissione di un prestito obbligazionario convertibile (POC) cum warrant riservato ad Atlas Special Opportunities. Ai fini dell’emissione delle azioni ordinarie a servizio della conversione del POC e delle azioni di compendio a servizio dell’esercizio dei warrant, l’assemblea ha anche deliberato di approvare i relativi aumenti di capitale con esclusione del diritto di opzione. Il POC rappresenta “uno strumento rapido e flessibile e la sua emissione consentirà alla società di potersi dotare dei mezzi finanziari necessari per attuare la propria strategia di riposizionamento”, si legge in una nota. LEGGI TUTTO

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    Top Employers Institute, WINDTRE: modello di smart working “best practice”

    (Teleborsa) – Decollato in scia alla pandemia, lo smart working è destinato a restare in pianta pressochè stabile all’interno del mondo del lavoro. Un cambiamento improvviso al quale Windtre ha saputo adeguarsi fin dalla prima ora. L’ azienda guidata da Jeffrey Hedberg, è stata, infatti, selezionata da Top Employers Institute, ente certificatore globale delle eccellenze in ambito Risorse Umane, per aver implementato un innovativo modello di smart working, riconosciuto tra le migliori pratiche HR in Italia nell’ambito del “Top Employers Italia eBook 2021”. Nato da un processo di ascolto e co-creazione e proiettato verso l’orizzonte del new way of working, il modello di lavoro agile di Windtre è stato considerato ‘distintivo’ da Top Employers Institute per la sua flessibilità e per l’importanza data alla cultura della responsabilita’, oltre che alla centralità delle persone e del loro benessere. Apprezzata, inoltre, la costituzione della We-etiquette, carta dei buoni comportamenti per collaborare in modo efficace e salvaguardare, al contempo, l’equilibrio tra vita privata e lavorativa. “Siamo orgogliosi di questo importante riconoscimento, che conferma il carattere fortemente innovativo dello smart working di Windtre”, commenta Rossella Gangi, Direttrice Human Resources di Windtre. “Grazie al coinvolgimento di tutti gli stakeholder, a partire dalle nostre persone, abbiamo realizzato un modello coerente con i valori aziendali di coraggio, responsabilità, fiducia e inclusione, con l’obiettivo di coniugare la flessibilità propria del lavoro agile con la valorizzazione del capitale relazionale, vero bene da proteggere in questa fase. Insomma, un progetto strutturale che guarda al futuro post-emergenziale, proiettato verso la nuova normalità del lavoro ibrido”.Il Top Employers Italia eBook 2021 presenta 15 best practices selezionate da Top Employers Institute con l’obiettivo di condividere spunti e insights sulle pratiche più evolute nel mondo HR. LEGGI TUTTO

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    Mediaset-Vivendi, Commissione UE non conferma procedura d'infrazione

    (Teleborsa) – “Non posso confermare, ma posso dire giù genericamente che la Commissione riconosce l’importanza di proteggere il pluralismo dei media, ma le misure nazionali devono essere proporzionate e non andare oltre il necessario per ottenere questo obiettivo”. È quanto risposto da un portavoce dell’esecutivo UE a una domanda sulle indiscrezioni in merito all’apertura formale di una procedura contro l’Italia per il cosiddetto emendamento salva Mediaset approvato dal Parlamento a dicembre.Stamattina La Repubblica aveva scritto che la direzione Connect della Commissione UE sarebbe in procinto di avviare e trasmettere al governo italiano una procedura sull’emendamento salva Mediaset, con il rischio di ripercussioni sulla pace appena raggiunta dal Biscione con Vivendi.”La Commissione ritiene che le regole che proteggono il pluralismo nei media nella legge italiana di novembre avrebbero dovuto essere notificate in base alla direttiva sulla trasparenza. Stiamo valutando la compliance della norma con il diritto europeo e con i pronunciamenti della Corte di giustizia”, ha aggiunto il portavoce della Commissione europea.Secondo Equita, lo scenario di una revisione della Legge Gasparri non mette comunque in dubbio la pace fatta fra Mediaset e Vivendi. “Considerato il lungo periodo di litigation legale fra i due gruppi di questi anni, ci pare poco probabile che si possa riaprire nuovamente uno scontro legale fra i due gruppi”, osservano gli analisti della SIM. L’intesa fra il gruppo della famiglia Berlusconi e Vivendi, aggiunge Equita, prevede la rinuncia reciproca di tutte le cause legali pendenti, il trasferimento della sede della società italiana in Olanda e la cessione sul mercato in quattro anni del 19,2% di Mediaset in mano ai francesi. LEGGI TUTTO

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    Intred, avviati lavori previsti da bando Infratel per banda larga nelle scuole

    (Teleborsa) – Intred, operatore di telecomunicazioni quotato su AIM Italia, ha comunicato che a maggio sono iniziate le opere per collegare alla rete in fibra ottica le scuole (circa 4.500 nel territorio lombardo) oggetto del bando di gara Infratel Italia (società in house del Ministero dello Sviluppo Economico). In particolare, al 31 maggio risultano attivati già tutti i 20 istituti scolastici previsti dal piano: 14 a Brescia, 4 a Manerbio (BS) e 2 Ghedi (BS).”L’attivazione dei primi 20 istituti scolastici è motivo di grande soddisfazione perché rispetta pienamente gli obiettivi fissati nel piano concordato con Infratel – ha commentato Daniele Peli, co-fondatore e AD di Intred – Il risultato, non scontato soprattutto per le usuali criticità nell’ottenimento delle relative autorizzazioni, è il frutto di un grande lavoro di squadra da parte di Intred ed Infratel che hanno coinvolto positivamente le autorità locali, che pienamente hanno compreso l’importanza del progetto”.”Confidiamo che l’aggiudicazione del Bando di gara Infratel per le scuole possa essere un punto di svolta nei rapporti con la Pubblica Amministrazione – ha aggiunto Peli – perché può consentire di estendere la rete in fibra ed il livello di copertura del territorio con maggiore velocità”. LEGGI TUTTO

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    Mediaset, CFO: “Non eserciteremo pressioni in assemblea ProSieben”

    (Teleborsa) – “La nostra posizione come azionista a lungo termine non è quella di esercitare pressioni. Ci piacerebbe però avere più engagement”. È quanto ha detto il CFO di Mediaset Marco Giordani il giorno prima dell’assemblea degli azionisti di ProSieben, gruppo televisivo tedesco di cui il Biscione controlla il 23,5%. Giordani, in un’intervista a Reuters, ha sottolineato che Mediaset sosterrà le risoluzioni del management durante l’assemblea: “Non è il momento dei fuochi d’artificio, ma piuttosto il momento di costruire la giusta strategia per tutti gli azionisti di ProSieben”.In passate interviste Giordani aveva già detto di non trovarsi d’accordo con la strategia dell’attuale management, che guarda alla diversificazione piuttosto che alla crescita dimensionale e alle sinergie nel core business. In sostanza, i manager del gruppo tedesco non guardano con favore alla creazione di un big europeo dell’intrattenimento, che Mediaset sta invece cercando di creare con il progetto MediaforEurope. Mediaset cercherà probabilmente di imporsi maggiormente con il rinnovo del Supervisory Board di ProSieben previsto per il 2022.Giordani è sicuro che ci sarà un consolidamento nel settore dell’intrattenimento europeo: “Vogliamo essere parte di questo consolidamento. Vogliamo proporre e spiegare come il nostro consolidamento sarà quello di successo”. “È abbastanza facile trovare sinergie rapide sui costi. Ma i problemi dei media in Europa non sono i costi, sono i ricavi – ha aggiunto – Se vuoi competere con i grandi venditori di pubblicità, devi offrire un prodotto continentale”. LEGGI TUTTO

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    Digital divide, Gubitosi (Tim): necessario uno sforzo sulle competenze per evitare un “social divide”

    (Teleborsa) – L’amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi, ha dichiarato che il digital divide in Italia “non è tanto geografico ma di competenze”. Questo non deve diventare un “social divide”, ha sottolineato nel corso del suo intervento all’EY Summit Infrastrutture. “Il tema delle competenze è fondamentale, è necessario che si facciano degli sforzi importanti per dare le competenze a chi non le ha, altrimenti avremo un Paese a due velocità”, ha spiegato. “Bisogna fare uno sforzo importante sulla formazione e recuperare le persone”, ha aggiunto.Gubitosi ha assicurato che nel processo di digitalizzazione del Paese “Tim sarà un attore importante e fondamentale ma non è il solo, anzi è importante che via sia uno sforzo coordinato di tutti gli attori”. “Per questo – ha affermato – il principio che stiamo spingendo è quello del co-investimento, dove più soggetti lavorano assieme per evitare duplicazioni e per accelerare, perché i tempi che ci si sta dando sono raggiungibili ma sono ambiziosi”.Quanto allo sviluppo di una rete efficace ed efficiente di ultima generazione, l’ad di Tim ha spiegato che “é un fattore abilitante importantissimo per il Paese ma da solo serve a poco”. Per completare la digitalizzazione del Paese, infatti, “servono anche cloud, edge computing, una cybersecurity all’altezza e le altre tecnologie. La rete è una condizione necessaria ma non sufficiente allo sviluppo”. A tal proposito Gubitosi ha dichiarato che Tim sta lavorando molto sul cloud: “il mondo dei dati è la vera frontiera. Facciamo i dibattiti sulla rete ma il tema vero è cosa faremo dei dati, come commercializzarli, come far si che la gente vada sulla rete”. Un esempio sarà presto disponibile con il passaggio del calcio sulla fibra: “accelererà la digitalizzazione del Paese”, ha assicurato. LEGGI TUTTO