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    TIM: presentate al CdA linee guida del piano industriale 2022-2024

    (Teleborsa) – TIM informa che il CdA si è riunito oggi sotto la presidenza di Salvatore Rossi. Nel corso della riunione l’Amministratore Delegato, Pietro Labriola, ha illustrato le linee guida del piano industriale 2022-2024, che presenterà al Consiglio il prossimo 2 marzo.L’Amministratore Delegato ha evidenziato come sia necessario intraprendere un percorso di trasformazione delle offerte e dei servizi alle persone e alle famiglie e sviluppare i servizi alle imprese nell’ambito del Cloud, IoT, Cybersecurity, facendo leva sulle competenze e sul diffuso patrimonio tecnologico del Gruppo, oltre che sullo stretto controllo dei costi e dei risultati operativi. Inoltre, l’Amministratore Delegato ha sottolineato l’importanza di assicurare all’infrastruttura di rete una prospettiva industriale di crescita, che sia stabile e duratura nell’interesse di tutti gli stakeholder.In tale contesto, il Consiglio ha deciso all’unanimità di dare mandato all’Amministratore Delegato di esplorare possibili opzioni strategiche mirate a massimizzare la creazione di valore per gli azionisti, con specifico riferimento agli asset infrastrutturali del Gruppo, anche attraverso soluzioni che comportino il superamento dell’integrazione verticale.Il Consiglio ha preso atto che il Comitato ‘ad ho”, designato per analizzare la manifestazione di interesse indicativa e non vincolante inviata da KKR & Co, sta continuando il suo lavoro con gli advisor finanziari del Comitato stesso per analizzare la manifestazione e compararla anche con le prospettive del Gruppo e con le alternative strategiche destinate ad esser considerate nel quadro del piano. LEGGI TUTTO

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    TLC, Corte dei Conti Ue: “Europa in ritardo su obiettivi 5G. Necessario accelerare”

    (Teleborsa) – È necessario incrementare la diffusione del nell’Unione europea. I “notevoli ritardi” registrati dagli Stati membri dell’Ue nell’implementazione del nuovo standard stanno, infatti, compromettendo il raggiungimento degli obiettivi europei in termini di accesso e copertura. Parallelamente sono necessari ulteriori sforzi per risolvere le questioni di sicurezza legate all’implementazione del 5G. Questo il monito lanciato dalla Corte dei conti Ue, in una relazione speciale sul 5G pubblicata oggi. “Oltre 400 miliardi verranno spesi in Europa entro il 2025 nello sviluppo di reti 5G necessarie a supportare la futura crescita economica e la competitività. Ma con diversi Stati membri rimasti indietro, l’Ue è ancora lontana dal raccogliere i benefici che offre il 5G – afferma Annemie Turtelboom, esponente della Corte dei conti europea responsabile del rapporto –. L’approccio degli Stati membri alla sicurezza del 5G, e in particolare la necessità di un’azione concertata, rimane una questione di importanza strategica per la sovranità tecnologica europea”. Tutti i Paesi Ue – ad eccezione di Cipro, Lituania, Malta e Portogallo – hanno raggiunto l’obiettivo intermedio del 2020 di avere almeno una grande città con accesso al 5G, ma molti Stati membri –, evidenzia la Corte dei Conti europea – sono rimasti indietro con il dispiegamento delle reti e con l’attuale ritmo di attuazione è molto probabile che gli obiettivi fissati dall’Ue per questo decennio non verranno raggiunti. In controtendenza l’Italia che – come emerge da una recente analisi condotta dalla Commissione europea e riportata nel rapporto dei revisori dei conti Ue – risulta in un gruppo di undici Paesi che hanno una “alta probabilità di raggiungere l’obiettivo” previsto per il 2025. Il nostro Paese finora ha già assegnato due delle tre reti pioniere del 5G (3,6 GHz e 26 GHz), mentre la terza banda (700 MHz) sarà disponibile dal luglio di quest’anno.La Corte ha, inoltre, sottolineato come nonostante la natura transnazionale delle questioni di sicurezza relative al 5G siano poche le informazioni disponibili su come gli Stati Ue affrontano tali problemi. Tra questi figura, in particolare, la questione di fornitori ad “alto rischio” rispetto alla quale gli Stati Ue hanno adottato strategie differenti. Al centro del problema vi è il fatto che i fornitori facenti capo ai paesi dell’Ue sono tenuti a rispettare le norme e gli obblighi giuridici dell’Ue. Ma sei degli otto maggiori fornitori – ad esempio Huawei (Cina) e Samsung (Corea del Sud) – hanno la propria sede principale in Paesi non-Ue dove la legislazione può differire notevolmente dalle norme europee. La Corte teme, dunque, che gli utenti dell’Ue possano essere soggetti a normativa non-Ue, laddove i centri di controllo siano ubicati al di fuori dell’Ue. Quando la Commissione europea ha adottato nel gennaio 2020 il “pacchetto di strumenti dell’Ue sulla cibersicurezza del 5G” era già troppo tardi in quanto alcuni gestori di reti mobili avevano già scelto i propri fornitori. Sul punto – conclude la Corte – sarebbe, dunque, necessaria e auspicabile una linea condivisa a livello Ue. LEGGI TUTTO

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    TLC, il mercato europeo è in fermento: le partite aperte

    (Teleborsa) – L’annuncio di una potenziale OPA di KKR su Telecom Italia aveva mandato in subbuglio il settore europeo delle telecomunicazioni a fine novembre 2021. Ora, con la nomina di Pietro Labriola ad amministratore delegato di TIM e il nuovo piano che sarà svelato a breve, diminuiscono le possibilità che l’operazione ipotizzata dal fondo statunitense veda la luce. L’interesse per l’ex monopolista italiano ha però intanto rivitalizzato l’intero settore europeo, che negli ultimi anni ha visto diminuire i ricavi complessivi a causa della forte competizioni sui prezzi. Sul fronte italiano, le operazioni di M&A sono partite a inizio 2022 con il progetto di integrazione tra il gruppo Tiscali e il ramo retail del gruppo Linkem, e potrebbero presto continuare.La trattativa tra Vodafone e IliadNel weekend sono emerse indiscrezioni sul fatto che le società di telecomunicazioni Vodafone e Iliad sono in trattative per concludere un accordo in Italia ed unire le rispettive attività nel paese per mettere fine alla grande concorrenza registrata nella terza economia più grande della zona euro. Iliad, che farà il suo debutto ufficiale sul mercato della telefonia fissa in Italia il 25 gennaio, sta lavorando con la banca d’investimento Lazard sui suoi piani strategici in Italia, ha scritto Reuters.Se l’operazione dovesse concretizzarsi, la nuova realtà avrebbe una penetrazione del mercato mobile di circa il 36% e ricavi combinati di quasi 6 miliardi di euro. La possibilità di raggiungere un deal de genere fanno volare le azioni di Vodafone sulla borsa di Londra, dove si attesta a 124,3 con un aumento del 5,77%. Iliad ha lasciato la borsa di Parigi nel 2021, in seguito al successo dell’OPA lanciata dal fondatore Xavier Niel.”Se confermata, sarebbe una notizia molto positiva per il settore in quanto si assisterebbe a un consolidamento da 4 a 3 operatori infrastrutturali nel mobile e probabilmente a minore aggressività di Iliad nel fisso”, hanno commentato gli analisti di Equita. “Per TIM l’operazione eliminerebbe le speculazioni sul possibile interesse di Iliad per le proprie attività commerciali e complicherebbe altre ipotesi speculative, ma pensiamo che sia comunque uno scenario migliore dello status quo”, hanno aggiunto.Un nuovo CEO per OrangeGiornata positiva in borsa anche per Orange, il più grande operatore di telecomunicazioni della Francia. Secondo in discrezioni, il board starebbe per nominare Christel Heydemann come nuovo amministratore delegato. La manager sarebbe la terza CEO donna a guidare una società inclusa nel CAC 40, dopo Catherine MacGregor di Engie ed Estelle Brachlianoff di Veolia (entrerà in carica il 1 luglio 2022). Il consiglio di amministrazione di Orange dovrebbe riunirsi venerdì per procedere alla nomina. Heydemann siede nel CdA di Orange dal 2017 ed è attualmente chairman di Schneider Electric France. Il titolo Orange si attesta a 10,06, con un aumento dell’1,65%. LEGGI TUTTO

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    Rai, Fuortes: senza pubblicità servirebbe un canone maggiore di 90 euro

    (Teleborsa) – “È assolutamente possibile avere un finanziamento solo canone, ovviamente non è pensabile che 90 euro possano essere” sufficienti “se viene abolita” l’altra fonte di finanziamento, cioè la pubblicità. Lo ha detto l’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, in audizione davanti alla commissione Lavori pubblici del Senato. In questo caso il canone “dovrebbe essere senz’altro aumentato”, ha spiegato Fuortes che ha spiegato come la scelta di mantenere il sistema duale canone-pubblicità o affidarsi solo al canone è una decisione “politica”. “Deve tener conto degli effetti molto rilevanti sull’azienda”, ha sottolineato Fuortes. L’amministratore delegato della Rai ha però evidenziato che le forme di finanziamento non influenzano la qualità della programmazione. “Rai oggi – ha aggiunto – ha come principale obiettivo quello di essere rilevante e universale, quando facciamo un programma l’obiettivo non è stimolare la pubblicità ma parlare al nostro paese. È ovvio che se siamo interessanti la pubblicitò viene a noi”. In azienda c’è “assolutamente l’idea del servizio pubblico, e il driver non è mai la pubblicità. La pubblicità è l’effetto secondario che otteniamo quando diventiamo universali e rilevanti”, ha puntualizzato.Se le risorse da canone arrivassero integralmente alla Rai, ha poi proseguito Fuortes, “probabilmente questo sarebbe sufficiente a gestire l’azienda in modo diverso. Ho presentato in consiglio un bilancio previsionale in pareggio” perché “credo sia obbligo degli amministratori presentare un bilancio in pareggio”. “Questo non vuol dire che il bilancio è sufficiente, ma che con i quattrini di cui disponiamo cercheremo di gestire l’azienda”, ha puntualizzato. Per Fuortes è “indiscutibile” che la Rai “sia sottofinanziata”.Sul tema della Governance si è invece espressa la presidente Rai, Marinella Soldi. “L’attuale governance lega l’azienda alle contingenze della politica e la rende dipendente dalla congiuntura, talvolta la trasforma suo malgrado in un agone politico parallelo e questo da un lato rende diffidenti i cittadini e dall’altro rende l’azienda fragile”. “Indipendentemente dalle procedure di nomina, alla Rai serve stabilità di risorse naturalmente, ma c’e’ assoluto bisogno anche di una governance aziendale stabile, il più possibile slegata dagli scossoni quotidiani del dibattito nazionale e con un orizzonte temporale sufficiente a delineare strategie efficaci”. “Per rendere la Rai davvero in grado di essere al passo con i tempi e confrontarsi con competitor agili e veloci va risolto il nodo della sua personalità giuridica di società mista: società di diritto privato, al contempo riveste natura di organismo di diritto pubblico. Un unicum giuridico che ostacola il processo di cambiamento e allo stesso tempo, impedisce l’accesso diretto ai fondi del PNRR aperto ai soggetti pubblici. È essenziale che la futura riforma metta la Rai in condizioni di agire con vera logica d’impresa”, ha aggiunto la presidente Rai. “È altrettanto essenziale che il processo di riforma parta da visione strategica di lungo respiro”, con un’idea “precisa di quale debba essere il ruolo di servizio pubblico. La rivoluzione digitale è iniziata da molti anni e incide e altera ogni aspetto della nostra esistenza. Il servizio pubblico deve mettersi al passo con questo processo se vuole restare rilevante e continuare a svolgere la funzione essenziale che storicamente ha svolto per il Paese”, ha concluso Soldi. LEGGI TUTTO

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    TLC, costo banda Ethernet conferma delibera AGCOM

    (Teleborsa) – Resta confermata la determinazione del costo della banda Ethernet (Eth) effettuata dall’Agcom. La decisione è contenuta in una complessa sentenza con la quale il Tar del Lazio ha respinto un ricorso proposto da Fastweb. Con il primo motivo di ricorso la società telefonica deduceva l’illegittimità della determinazione del costo, affermando, in particolare, che l’Agcom avrebbe fatto uso di un modello con il quale sarebbe pervenuta a un risultato falsato dall’erroneità del valore di partenza. Tesi questa, respinta dal Tar, secondo il quale l’Autorità ha applicato “uno specifico modello di costo che ha consentito l’individuazione dei costi medi ivi definiti”, utilizzando quindi “un modello di calcolo innovativo”.Con il secondo motivo Fastweb lamentava un ulteriore profilo di illegittimità della definizione del costo, deducendo che, essendo il prezzo della banda Eth determinato anche in funzione del consumo medio per cliente, il quale avrebbe un andamento crescente in relazione all’aumento del fabbisogno di traffico dati in ragione della costante evoluzione dei servizi che ne richiedono il consumo, l’Autorità avrebbe sottostimato questo consumo medio di banda già nel 2018, riducendolo ulteriormente nella analisi attuale. Per i giudici, però, “le difese svolte dell’Autorità sul punto hanno motivatamente illustrato l’approccio metodologico seguito per la determinazione del valore contestato”. Quanto, poi, alla censura di eccessivamente elevatezza dei coti di rete Ethernet, il Tar ha ritenuto che “il motivo non può essere favorevolmente apprezzato, posto che la ricorrente non fornisce alcun elemento oggettivo, né valide ragioni sulla base delle quali occorrerebbe operare l’invocata riduzione dei costi di rete”. Stessa sorte – ovvero il rigetto – per gli ulteriori otto motivi di ricorso proposti. LEGGI TUTTO

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    Banda Larga, AIIP: “Il 5G è una chimera la vera rivoluzione è il Wi-Fi 6E”

    (Teleborsa) – Un sistema Wi-Fi con uno standard tecnico a disposizione di tutti con velocità molto superiori al 5G, applicabile sia nell’Internet of Things (IoT) che in ambito privato, che permetterà una maggiore larghezza di banda con meno interferenze per gli utenti di tutti i giorni. Si tratta del Wi-Fi 6E, una rivoluzione tecnologica che l’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) propone di adottare subito in Italia per aprire la strada in Europa. Negli Stati Uniti dove la Corte Federale, nel mese di dicembre, ha già deciso di dividere 1.200 MHz di spettro nella banda 6GHz per l’uso senza licenza, che di fatto apre le porte all’attesissimo passaggio appunto al Wi-Fi 6E. Prima della sentenza, il wi-fi era limitato alla trasmissione su bande da 2,4 GHz e 5 GHz.”Il vero 5G, quello con antenne in ogni via collegate in fibra ottica – sottolinea il presidente di AIIP, Giovanni Zorzoni –, è una chimera: esclusione dei produttori cinesi, enormi costi infrastrutturali, mancanza di una killer-application (o “verticale” come si dice ora). Le auto di nuova generazione fanno già tutte da sole, ci sono già soluzioni efficaci e a basso costo per l’IoT, e i consumatori di pagare di più per i collegamenti Internet da smartphone non ne vogliono sapere. C’è però una tecnologia simile al 5G ma a disposizione di tutti: operatori di telecomunicazioni (e non solo di quelli con licenza radiomobile), privati e aziende, il WiFi 6E. Quella E dopo il 6 vuol dire tutto, perché aggiunge una tecnologia di fatto identica alla modulazione di frequenza del 5G, che rende possibili tutte le applicazioni del 5G ad una frazione del prezzo. Il vero 5G – prosegue Zorzoni – è costoso, è inapplicabile in tanti contesti e nessuno ha ancora capito quanto fastidio dia ad aerei e satelliti (e per questo è stato parzialmente sospeso in Usa), mentre non si può bloccare il progresso, in particolare quello diffuso e più democratico. AIIP ha già sostenuto con AGCOM che il WiFi-6E è fondamentale e gli vanno dedicate subito le frequenze alte della banda a 6Ghz: la tecnologia Wi-Fi 6E avrà abbondanza di chip, possibilità di essere utilizzato dovunque oggi già si usa il Wi-Fi 6 normale, oltre che in tutti i contesti del 5G ed infine permetterà di avere industrie e case collegate fino a 10Gbit/s di velocità senza fili: sarà una rivoluzione”.Questo standard tecnico, a disposizione di tutti (non solo dei gestori radiomobili) – spiega l’AIIP – ha velocità molto superiori al 5G e sarebbe impiegabile da subito, permettendo a tutti i vecchi terminali (Wi-Fi 6 in giù) di continuare a funzionare e di avere velocità incredibili per i nuovi “6E” con applicazione sia nell’IoT (es. Industria 4.0) che in ambito privato (wireless veloce come la fibra) e pubblico (WiFi pubblico ad altissima qualità e con standard di sicurezza ampiamente migliorati). LEGGI TUTTO

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    TIM, AGCOM: coinvestimento Fibercop conforme. Avvia consultazione

    (Teleborsa) – L’offerta di coinvestimento di TIM per la rete in fibra di Fibercop, con KKR e Fastweb, è conforme al Codice europeo delle comunicazioni elettroniche. Lo ha attestato l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM), che “a maggioranza – si legge in una nota – ha valutato, in linea di principio, conforme all’articolo 76 del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche la versione consolidata dell’offerta di coinvestimento di TIM per la realizzazione di nuove reti ad altissima capacità (VHC) e ha deciso di avviare una consultazione pubblica sul conseguente trattamento regolamentare della nuova rete oggetto dell’offerta”.Si tratta della prima applicazione in Europa delle disposizioni del nuovo Codice in materia di coinvestimento, evidenzia l’AGCOM, che sottolinea come l’offerta di TIM prevede la realizzazione di una nuova rete in fibra ottica fino ai locali degli utenti finali con condivisione del rischio a lungo termine, attraverso cofinanziamento o accordi strutturali di acquisto.”La consultazione pubblica appare utile al fine di acquisire il punto di vista del mercato sulla proposta di trattamento regolamentare, prima di procedere alla notifica dello schema definitivo di provvedimento alla Commissione europea”, si legge nella nota dell’Authority. LEGGI TUTTO

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    WINDTRE estende la connettività in fibra ottica a nuove aree di Roma

    (Teleborsa) – WINDTRE ha ampliato ulteriormente a Roma i servizi in fibra ultraveloce fino a 1 Gigabit di Open Fiber, disponibile direttamente nelle abitazioni dei cittadini, nei negozi e nelle aziende attraverso la tecnologia Fiber To-The-Home (FTTH). In particolare, la connettività in fibra ottica è da oggi disponibile nei quartieri di via Cassia, della Magliana e di Lido di Ostia. L’impegno dell’azienda guidata da Jeffrey Hedberg, si legge in una nota, continua ad essere quello di collaborare al superamento del digital divide.”L’estensione della super fibra FTTH nella Capitale garantisce a cittadini e imprese un servizio di connettività con il massimo delle performance disponibili per velocità, qualità e affidabilità”, ha commentato Gianluca Corti, Chief Commercial Officer di WINDTRE. “La nostra rete ultrabroadband Top Quality Network – ha aggiunto il manager – abilita una serie di soluzioni all’avanguardia ed è in grado di supportare al meglio una serie di servizi digitali ormai essenziali nella nostra vita quotidiana e lavorativa, come lo Smart Working e l’e-learning, ma anche la fruizione di contenuti in streaming e on-demand, come il calcio”. LEGGI TUTTO