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    Rapporto Censis – WINDTRE: “Il digitale migliora la vita, ma aumentano le cyber-paure”

    (Teleborsa) – Il 71,5% degli italiani dotati di una connessione a internet utilizza sia la rete fissa sia quella mobile, il 17,7% solo la linea mobile, il 10,8% solo la rete fissa. Immersi nella digital life, gli utenti ricorrono alla combinazione di infrastrutture fisse e mobili per garantirsi l’accesso sempre, ovunque e comunque. Agli operatori di rete sono richieste connessioni veloci, con un’alta qualità e fluidità dei contenuti (51,6%), connessioni affidabili, senza incorrere in interruzioni (41,7%), un servizio di assistenza rapido e facilmente accessibile in caso di guasti o di problemi amministrativi (31,1%). Il 43,9% degli italiani (il dato sale al 51,5% tra i laureati e al 55,0% tra i giovani) pagherebbe qualcosa in più pur di avere la connessione con i requisiti indicati. È quanto emerge dal Rapporto “Vivere e valutare la digital life”, il secondo studio sul valore della connettività realizzato dal Censis in collaborazione con WINDTRE, azienda guidata da Gianluca Corti e Benoit Hanssen. Il Rapporto è stato presentato oggi alla Camera da Giorgio De Rita, segretario generale del Censis, e discusso da Roberto Basso, direttore External Affairs and Sustainability di WINDTRE, Giusella Finocchiaro, co-founder and partner di DigitalMediaLaws Milano-Bologna, Alberto Gambino, prorettore dell’Università degli Studi Europea di Roma, Mario Staderini, direttore studi e ricerche di Agcom, Francesco Verducci, vicepresidente della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza del Senato della Repubblica, e Vania Zadro, coordinatrice didattica di Agenzia La Fabbrica.”Come operatore di tlc che apre la porta di internet agli utenti avvertiamo su noi stessi una responsabilità, il dovere – ha affermato Basso – di aiutare gli utenti a cogliere da internet tutto ciò che c’è di positivo ma sappiamo che, come la vita reale anche quella in internet è disseminata di rischi e riteniamo fondamentale aiutare alcune categorie di utenti più fragili, per esempio i più giovani, ad affrontare questo mondo con consapevolezza che per noi è la parola chiave. Sappiamo che l’età di accesso a internet si va abbassando, oggi è intorno ai 10 anni, e riteniamo dunque doveroso adottare un atteggiamento di responsabilità. Prima della pandemia internet era una distrazione dalla vita reale, oggi è evidente che la nostra vita si svolge dentro la Rete e per questo motivo l’incremento della percezione del rischio da parte degli utenti è per noi un segnale molto importante”. “Sulla Pa emerge in maniera molto chiara – ha sottolineato De Rita – quello che è il ruolo che gli italiani affidano alla pubbliche amministrazioni. Oltre il 90% degli italiani dice che bisogna fare di più, bisogna accelerare, c’è una spinta sociale verso il sistema amministrativo affinché metta mano a una reale accelerazione. Tanto è stato fatto ma gli italiani si aspettano una decisa accelerazione che non c’è, un salto di qualità che non si vede”. Le cyber-paure al primo posto – Il lato oscuro della digital life oggi ha il volto delle cyber-minacce. Il 56,6% degli italiani (e ben il 61,9% dei giovani) ha paura per la propria sicurezza informatica, ad esempio quando svolge operazioni bancarie online. I ripetuti attacchi informatici a istituzioni, imprese e cittadini fanno presa sul corpo sociale e spaventano di più di quanto si tema il libero accesso alla rete da parte dei minori (34,7%), i rischi di dipendenza dal web e le minacce alla salute mentale (23,7%), gli hater che aggrediscono le persone sul web (22,0%). I cyber-attacchi insidiano il diritto alla connessione, che per gli italiani va tutelato garantendo adeguate protezioni dalle minacce.La maggioranza è favorevole al 5G – In un periodo in cui l’irrazionale circonda di fake news persino i vaccini, il 5G ad oggi beneficia di un ampio consenso sociale. Il 57,1% degli italiani (il 68,4% dei giovani, il 62,5% dei laureati) è favorevole a rendere la nuova tecnologia operativa ovunque, il 14,9% è invece contrario, convinto che faccia male alla salute, mentre il 28,0% è incerto. Il desiderio di non ritrovarsi con connessioni inadeguate spinge verso il consenso, mentre non decollano le tesi complottiste che associano alle reti di quinta generazione possibili rischi per la salute.I benefici delle piattaforme digitali – Le piattaforme digitali sono ormai una parte integrante della vita quotidiana degli italiani. Il 64,8% di chi è dotato di una connessione le utilizza per ascoltare musica e podcast, il 64,7% per guardare film e serie tv, il 39,5% per seguire eventi sportivi, il 31,9% per leggere libri, il 19,3% per frequentare corsi di formazione. Il giudizio sugli effetti sociali dell’utilizzo di massa delle piattaforme è positivo. Per il 49,0% ampliano la platea di persone che possono accede a cultura e entertainment, per il 30,8% accorciano le distanze tra le generazioni, per il 30,6% riducono le differenze culturali tra i vari Paesi. Sono minoritarie le quote di coloro che sottolineano soprattutto gli svantaggi: il 17,9% ritiene che vi sia un eccesso di potere delle grandi piattaforme, il 17,5% teme che si amplino le disuguaglianze sociali e culturali in base alle disponibilità di connessione, il 14,3% vede il rischio di un crollo della qualità dell’offerta.Pa digitale: per ora il giudizio è rinviato – Come valutano i cittadini la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione? Il 46,3% è cauto, convinto che per ora abbia generato solo miglioramenti poco rilevanti. Il 32,7% è entusiasta, perché ritiene che abbia profondamente migliorato la Pa e lo farà ancora di più in futuro. Il 21,0% è scettico, in quanto non vede benefici nell’immediato e ritiene che non ce ne saranno in futuro. Il 50,5% degli italiani dichiara comunque di utilizzare personalmente i servizi online delle amministrazioni pubbliche quando sono disponibili. Per ora c’è grande cautela nei giudizi. Ad oggi il tanto atteso salto di qualità della Pa digitale è rinviato. LEGGI TUTTO

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    TIM, Borsa premia nuovi passi per la Rete Unica

    (Teleborsa) – Protagonista di oggi a Piazza Affari il titolo Telecom Italia, tra le big del FTSE MIB, che chiude la seduta con un rialzo del 3,14%.L’inizio di giornata è stato decisamente buono per il titolo che ha segnato un primo prezzo a 0,2904 Euro, attestandosi sopra i picchi del 27 maggio, per poi perdere forza nell’arco della riunione.A fare da assist fin dall’avvio è stato l’annuncio che la stessa TIM, CDP Equity, Kkr, Macquarie e Open Fiber hanno firmato un Memorandum of Understanding per avviare il processo di integrazione delle reti di TIM e Open Fiber. Dunque la rete unica si farà, almeno è così che la Borsa ha letto l’impegno dalla firma della lettera di intenti. La firma del MOU “è il primo passo di un piano coraggioso per TIM, la più grande azienda di telecomunicazioni italiana”, ha commentato Pietro Labriola, amministratore delegato di TIM, in un post inviato ai dipendenti, la firma del memorandum.Su base settimanale, il trend del titolo è più solido rispetto a quello del principale indice della Borsa di Milano. Al momento, quindi, l’appeal degli investitori è rivolto con più decisione alla compagnia telefonica rispetto all’indice di riferimento.La tendenza di breve di Telecom è in rafforzamento con area di resistenza vista a 0,295, mentre il supporto più immediato si intravede a 0,2776. Attesa una continuazione al rialzo verso quota 0,3124.L’investimento presenta un rischio di guadagno/perdita decisamente elevato, con la volatilità giornaliera che si posiziona a 3,13. Gli investitori propensi al rischio sembrano essere fortemente interessati all’azienda telefonica, visto l’elevato livello dei volumi giornalieri a 163.889.696, che risulta essere superiore rispetto alla media mobile a 86.926.680. LEGGI TUTTO

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    Rete unica più vicina: TIM, CDP, Open Fiber e fondi firmano MoU

    (Teleborsa) – La rete unica in Italia è più vicina. Dopo mesi di negoziati, CDP Equity (società interamente partecipata da Cassa Depositi e Prestiti), Teemco Bidco S.à.r.l. (società lussemburghese controllata da KKR, Macquarie, Open Fiber e TIM hanno sottoscritto un protocollo di intesa non vincolante (Memorandum of Understanding, MoU) relativo al progetto di integrazione tra le reti di TIM e Open Fiber. Le parti si sono impegnate a negoziare in via esclusiva i termini e condizioni dell’operazione con l’obiettivo di arrivare alla firma di eventuali accordi vincolanti entro il 31 ottobre 2022.L’obiettivo del MoU è avviare un processo volto alla creazione di un solo operatore delle reti di telecomunicazioni, non verticalmente integrato, controllato da CDPE e partecipato da Macquarie e KKR, che consenta di accelerare la diffusione della fibra ottica e delle infrastrutture VHCN (Very High Capacity Networks) sull’intero territorio nazionale.Le parti hanno condiviso che l’operazione possa articolarsi mediante la separazione delle attività infrastrutturali di rete fissa da quelle commerciali di TIM – mediante un’operazione societaria o combinazione di operazioni societarie da definirsi – e l’integrazione delle prime con la rete controllata da Open Fiber con modalità da definirsi.Una nota congiunta spiega che il progetto sarà perseguito dalle parti nel rispetto dei vincoli regolatori inerenti le attività infrastrutturali, dei processi autorizzativi interni e degli interessi dei rispettivi azionisti, investitori e stakeholder, nonché in piena, trasparente e preventiva consultazione con tutte le competenti autorità nazionali ed europee.Viene ricordato che la sottoscrizione di accordi vincolanti sarà portata all’approvazione dei rispettivi organi deliberanti e soggetta all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni (incluse quelle in materia di antitrust) da parte delle Autorità nazionali ed europee competenti. Inoltre, a prescindere dalla struttura che potrà essere da ultimo individuata e condivisa, l’operazione sarà sottoposta all’approvazione dell’assemblea degli azionisti di TIM. LEGGI TUTTO

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    MFE, CNMV autorizza l'OPAS su Mediaset Espana

    (Teleborsa) – MFE-MEDIAFOREUROPE (ex Mediaset, che ora scambia con azioni MFE A e MFE B) ha comunicato che l’autorità spagnola per i mercati finanziari (Comisión Nacional del Mercado de Valores, CNMV) ha autorizzato l’offerta pubblica di acquisto e scambio volontaria (OPAS) promossa sull’intero capitale sociale di Mediaset España Comunicación.Il documento di offerta (folleto explicativo) depositato da MFE presso la CNMV il 24 maggio 2022 e approvato dalla CNMV il 26 maggio 2022 è disponibile sul sito web della CNMV e sul sito web di MFE, viene sottolineato.Rispetto a quanto annunciato a marzo, il mese scorso MFE ha abbassato la condizione di efficacia dell’OPAS legata al numero minimo di adesioni alla stessa, rinunciando alla revoca automatica delle azioni di Mediaset España Comunicación dalla quotazione sulla Borsa spagnola.(Foto: Ansa / Uff. Stampa Mediaset) LEGGI TUTTO

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    MFE, ricavi salgono a 654,3 milioni in Q1 2022. Cala l'utile

    (Teleborsa) – MFE-MEDIAFOREUROPE (ex Mediaset, che ora scambia con azioni MFE A e MFE B) ha chiuso il primo trimestre del 2022 con ricavi netti consolidati pari a 654,3 milioni di euro, in crescita del 3,2% rispetto ai 634,2 milioni del primo trimestre 2021. In particolare, i ricavi in Italia sono saliti a 466,3 milioni di euro rispetto ai 450,2 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente, e in Spagna a 188,0 milioni di euro, rispetto ai 184 milioni del 2021. Decisivo il buon andamento dei ricavi pubblicitari lordi in entrambe le aree geografiche. In Italia hanno raggiunto i 460,9 milioni di euro, mentre in Spagna sono saliti a 175,1 milioni di euro.I costi operativi complessivi consolidati (costi del personale, costi per acquisti, servizi e altri oneri, ammortamenti e svalutazioni di diritti e di altre immobilizzazioni) sono stati di 639 milioni di euro, in crescita rispetto ai 566,3 milioni del primo trimestre 2021. Il risultato netto consolidato è positivo per 2,7 milioni di euro, rispetto ai 52,5 milioni del pari periodo 2021. L’indebitamento finanziario netto consolidato al 31 marzo è pari a 719,6 milioni di euro, in miglioramento rispetto agli 869,2 milioni di inizio periodo.MFE ha confermato l’obiettivo di conseguire per l’esercizio 2022 risultati economici e una generazione di cassa caratteristica (free cash flow) positivi. Il gruppo afferma che la raccolta pubblicitaria di MFE in Italia, dopo un +2% nel primo trimestre 2022, ha mantenuto un trend positivo anche nei primi quattro mesi dell’anno. “Per il momento, non sono si sono registrati da parte degli inserzionisti richieste di cancellazione nelle campagne già pianificate”, viene sottolineato.In Spagna, Mediaset Espana, dopo un avvio positivo del primo trimestre (+2,4%) si trova ad affrontare un confronto più difficile ad aprile, mese nel quale il mercato ha registrato un calo a doppia cifra rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. LEGGI TUTTO

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    Antitrust indaga su società TLC per fatturazione post recesso

    (Teleborsa) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha aperto quattro distinte istruttorie su Vodafone Italia, Fastweb, Wind Tre e Telecom Italia per presunte pratiche commerciali scorrette dopo un numero elevato di istanze di intervento pervenute.Le società avrebbero posto in essere “una pratica commerciale scorretta a danno di consumatori e microimprese, continuando a emettere fatture per i servizi di telefonia mobile e/o fissa anche successivamente alla regolare comunicazione, da parte di consumatori e microimprese, della richiesta di cessazione del rapporto”.Inoltre le aziende, si legge nel bollettino antitrust, avrebbero continuato a emettere fattura anche “in seguito all’avvenuta migrazione della numerazione di telefonia fissa e/o mobile, dando atto quindi ad una doppia fatturazione a carico dell’utente, cui viene richiesto di pagare le fatture del nuovo e del vecchio operatore, anche ostacolando la chiusura del rapporto contrattuale”. LEGGI TUTTO

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    Reti 5G, Cina contro Canada per esclusione Huawei e ZTE

    (Teleborsa) – Un divieto “infondato” e basato su inesistenti rischi per la sicurezza. Non si è fatta attendere la risposta della Cina alla decisione del Canada di vietare ai giganti cinesi delle telecomunicazioni Huawei e ZTE l’accesso alle sue reti wireless 5G per motivi di sicurezza nazionale. “La Cina è fermamente contraria a tutto questo”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, aggiungendo che Pechino “adotterà tutte le misure necessarie” per proteggere le aziende cinesi. “Annunciamo la nostra intenzione di vietare l’inclusione di prodotti e servizi Huawei e ZTE nei sistemi di telecomunicazione canadesi – ha dichiarato ieri il ministro canadese dell’Innovazione, della Scienza e dell’Industria François-Philippe Champagne –. Le società di telecomunicazioni canadesi non potranno includere nelle loro reti prodotti o servizi che mettano a rischio la nostra sicurezza nazionale. I fornitori che hanno già installato queste apparecchiature dovranno cessarne l’uso e rimuoverle. Proteggeremo sempre la sicurezza e l’incolumità dei canadesi e adotteremo tutte le azioni necessarie per salvaguardare le nostre infrastrutture di telecomunicazione. Il governo canadese nutre serie preoccupazioni nei confronti di fornitori come Huawei e ZTE che potrebbero essere costretti a rispettare direttive extragiudiziali di governi stranieri in modi che sarebbero in conflitto con le leggi canadesi o dannosi per gli interessi canadesi”. Per la Cina le preoccupazioni di sicurezza citate da Ottawa sono “un pretesto per manipolazioni politiche”. Il Canada – si legge in una nota diffusa dall’Ambasciata cinese in Canada – “ha deciso di escludere dal mercato canadese importanti società cinesi per motivi di cosiddetta sicurezza nazionale senza alcuna prova conclusiva, generalizzando gravemente il concetto di sicurezza nazionale, violando i principi dell’economia di mercato e delle regole del libero scambio e danneggiando gli interessi legittimi delle società cinesi”.Dopo che Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda avevano già vietato le apparecchiature di Huawei, la decisione del Canada era attesa da tempo. Il provvedimento era stato ritardato dal governo canadese a causa delle tensioni diplomatiche tra Ottawa e Pechino in seguito all’arresto a Vancouver nel 2018 del direttore finanziario di Huawei Meng Wanzhou e del successivo arresto in Cina del diplomatico Michael Kovrig e dell’uomo d’affari Michael Spavor, entrambi canadesi. LEGGI TUTTO

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    TIM, Danese: al fianco di Coldiretti e Rete Clima con innovazione sostenibile

    (Teleborsa) – “TIM è al fianco di organizzazioni come Coldiretti e sostiene il progetto di forestazione lanciato da Rete Clima. L’obiettivo è rendere il mondo produttivo, inclusa la filiera agro-alimentare, più sostenibile con le nuove tecnologie disponibili, in linea con la centralità della sostenibilità nel nostro piano industriale”. Così Enrica Danese, Direttore Institutional Communication, Sustainability & Sponsorship di TIM, all’evento “Foresta Italia” tenutosi oggi a Roma presso Palazzo Rospigliosi.”Con Rete Clima abbiamo misurato l’impronta climatica dei nostri siti web che ogni giorno sono visitati da milioni di persone. Il progetto di forestazione cui partecipiamo contribuisce a creare un impatto positivo compensativo sull’ambiente”, ha sottolineato la manager di TIM, ricordando l’importanza di “far percepire a clienti e dipendenti” la sostenibilità di comportamenti e scelte d’acquisto.”Le tecnologie – ha spiegato Danese – possono essere utilizzate dalle imprese agricole per aumentare la sostenibilità dell’intero tessuto produttivo, fatto da realtà di piccole e medie dimensioni, grazie ad esempio ai sensori che possono regolare la quantità d’acqua ad uso irriguo, o per fornire la giusta quantità di fertilizzante in base allo specifico terreno e per ridurre in generale l’impatto ambientale ricorrendo a soluzioni di robotica e automazione”. LEGGI TUTTO