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    TLC, Fitch: redditività sotto pressione nel 2023 con l'aumento dei costi

    (Teleborsa) – L’inflazione elevata e la minore crescita economica avranno un impatto sulla capacità del settore delle telecomunicazioni europeo di aumentare la redditività, secondo un nuovo rapporto di Fitch Ratings. Mentre ricavi ed EBITDA 2022 non dovrebbero subire significativi contraccolpi, l’agenzia di rating afferma che è probabile che le previsioni in seguito si indeboliranno a causa della potenziale riduzione della spesa dei clienti e dell’aumento dei costi inflazionistici.Nel breve termine Fitch prevede che gli operatori di telecomunicazioni dell’Europa occidentale resisteranno alle pressioni inflazionistiche e macroeconomiche, mentre alcune aziende avranno anche la possibilità di aumentare le tariffe in quei mercati che consentono prezzi competitivi.Tuttavia, un periodo più lungo di crescita economica debole “finirà per alimentare una minore crescita dei ricavi poiché i clienti aziendali ritardano la spesa e i consumatori iniziano a cambiare pacchetti verso quelli a prezzo più basso”, si legge nel rapporto.Al contrario, gli operatori di torri mobili dovrebbero dimostrare una “forte resilienza” grazie ai contratti legati all’inflazione a lungo termine, ai programmi di sviluppo costruiti su misura e alla capacità di trasferire i costi energetici agli utenti finali LEGGI TUTTO

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    Tlc, Codacons: costi dismissione mai superiori a canone mensile

    (Teleborsa) – In riferimento ai contratti di telefonia “l’utente può in ogni momento cambiare operatore, migrando a diversa compagnia telefonica, anche prima della scadenza dell’eventuale offerta sottoscritta, in quest’ultimo caso potrà sostenere dei costi per il passaggio al nuovooperatore. Quando si cambia operatore l’utente comunica la sua volontà alla nuova società, comunicandogli il codice di migrazione”. Lo ricorda Codacons Lombardia, citando quanto stabilito da Agcom e Corte di Cassazione. “Nel caso di recesso dal contratto – continua la nota del Codacons – il precedente operatore può addebitare dei costi di dismissione o migrazione della linea che però non possono eccedere il canone mensile mediamente pagato dall’utente”.”Attenzione alle bollette che ricevete perché molto spesso le compagnie telefoniche gonfiano i costi nel caso di disattivazione della linea e di migrazione a diverso operatore” afferma il presidente nazionale del Codacons Marco Donzelli.”Molti consumatori – spiega – ci segnalano di aver spesso ricevuto alcune fatture dal vecchio operatore anche dopo aver concluso ogni rapporto con la precedente società di telefonia, e nel caso di addebito in conto corrente i soldi gli vengono immediatamente addebitati costringendo l’utente a doversi rivolgere a qualcuno per ottenerne il rimborso”. LEGGI TUTTO

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    WINDTRE: Carlo Melis nuovo chief technology officer

    (Teleborsa) – Carlo Melis dal primo settembre sarà il nuovo chief technology officer di WINDTRE. Ne dà notizia l’azienda in una nota. Melis opera nel settore delle telecomunicazioni a livello italiano e internazionale da oltre vent’anni. Nel corso della sua carriera ricopre diversi ruoli manageriali in ambito IT e Technology. Manager di Wind dal 2002 e poi di WINDTRE a seguito della fusione con H3G nel 2016, guida il processo di consolidamento e di modernizzazione della nuova infrastruttura di rete. Nel 2020 viene nominato chief network officer di Three UK, dove sviluppa la rete 5G più performante del Regno Unito.Laureato in Ingegneria presso il Politecnico di Milano, Melis nel 2004 ha conseguito un Executive Master in Business Administration all’Università di Bologna. LEGGI TUTTO

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    Digitalizzazione accelera FTTH (+33%): tre clienti su quattro viaggiano su rete Open Fiber

    (Teleborsa) – L’Italia accelera nel suo percorso di digitalizzazione. Passi avanti si registrano, in particolare, sul fronte delle infrastrutture. Negli ultimi dodici mesi – come rileva l’Osservatorio sulle comunicazioni dell’Agcom – le tradizionali linee in rame si sono ridotte di oltre 1,5 milioni (circa 9,1 milioni nell’ultimo quadriennio), mentre le linee che utilizzano altre tecnologie, da inizio anno, sono aumentate di circa 300mila.Se nel marzo 2018, il 68,5% degli accessi alla rete fissa era in rame, dopo quattro anni questi sono al 25,7%. Allo stesso tempo, l’indagine dell’Agcom evidenzia un sensibile aumento degli accessi con tecnologie che consentono prestazioni avanzate: le linee FTTC (Fiber to the cabinet) sono aumentate di oltre 700 mila unità su base annua e di oltre 5,5 milioni nell’intero periodo; gli accessi FTTH (Fiber to the home) sono cresciuti di circa 620mila unità (+33% su base annua) e, a fine marzo, superavano i 2,8 milioni. Sul fronte Ftth risulta decisivo il contributo di Open Fiber che con circa 2 milioni di clienti attivati sulla propria rete (a marzo 2022) costituisce oltre il 70% del mercato italiano, cioè quasi tre clienti su quattro. Rispetto a dicembre 2021, il peso degli accessi FTTC/FTTH è aumentato passando dal 64% al 70% degli accessi complessivi. Infine, gli accessi FWA si attestano a quota 1,7 milioni di linee (+7% su base annua).L’avanzamento della trasformazione digitale nel nostro Paese presenta, tuttavia, ancora diverse criticità. L’edizione 2022 del DESI, il Digital Economy and Society Index dell’Ue, segna i progressi dell’Italia 18esima (punteggio 49,3) su 27 Paesi. Ma, nonostante le 2 posizioni guadagnate rispetto al 20esimo posto dell’edizione 2021, pur avvicinandosi alla media europea (punteggio 52,3), il nostro Paese rimane ancora lontano da Spagna (7a), Francia (12a), e Germania (13a). A pesare sono soprattutto le carenze alla voce “Capitale umano” che misura le competenze necessarie a trarre vantaggio dalle possibilità offerte dalla società digitale: l’Italia è terzultima in Europa per popolazione con competenze digitali almeno di base (42%), contro una media UE del 56%, e quartultimi invece per competenze digitali avanzate (22%), contro una media UE del 31%. La quota di imprese che ha offerto formazione in ambito ICT ai propri dipendenti si ferma al 16%, contro una media europea del 20%; e siamo ultimi nel continente per quota di laureati in ambito ICT sul totale della popolazione con una laurea (1,3% rispetto a un valore UE del 3,9%). Tra le varie iniziative messe in atto per colmare questo gap ci sono: Repubblica Digitale, Servizio Digitale Civile, inserimento delle materie digitali nel programma scolastico di tutte le scuole.I progressi dell’Italia sono stati trainati principalmente dai risultati sul lato della Connettività, indicatore che misura lo sviluppo della banda larga, la sua qualità e l’accesso fatto dai vari stakeholder, che vede l’Italia al settimo posto su 27, prima in Europa per copertura del 5G, con un risultato sopra la media europea. Segno del fatto che gli investimenti infrastrutturali stanno avendo effetto. Un risultato ottenuto anche grazie al contributo di Open Fiber che ha coperto con la sua rete ultra broadband oltre 14 milioni di unità immobiliari. Affinché l’Italia recuperi terreno sul fronte del digital divide è necessario che accanto all’opera di cablaggio dell’infrastruttura nazionale per la connettività ultraveloce, si lavori per promuovere i vantaggi della digitalizzazione attraverso iniziative e progetti collaterali.Il nostro Paese deve, infine, recuperare il divario nell’offerta di servizi pubblici digitali, riducendo le distanze rispetto alla media Ue, perseguendo l’obiettivo di rendere disponibile online il 100% dei servizi pubblici principali per le imprese e i cittadini dell’Unione. LEGGI TUTTO

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    TIM balza in Borsa su piano Fratelli d'Italia per delisting e vendita asset

    (Teleborsa) – TIM balza in Borsa, finendo anche per essere brevemente sospesa al rialzo, dopo un’indiscrezione di Bloomberg secondo cui Fratelli d’Italia starebbe lavorando a un piano per delistare l’ex monopolista delle telecomunicazioni e vendere i vari asset per ridurre di oltre la metà il debito che grava sul gruppo.Il partito guidato da Giorgia Meloni, dato al primo posto dai sondaggisti alla prossime elezioni politiche, incoraggerebbe un’offerta pubblica di acquisto (OPA) da parte di Cassa depositi e prestiti (CDP). In seguito, si procederebbe alla vendita di asset ai concorrenti per circa 13 miliardi di euro – ha detto la fonte dell’agenzia, chiedendo di restare anonima – e la vendita dell’unità brasiliana della compagnia telefonica per circa 4 miliardi di euro.L’obiettivo finale sarebbe mantenere il controllo della rete fissa. I portavoce di Fratelli d’Italia e Telecom Italia hanno rifiutato di commentare l’indiscrezione.Intanto, spicca il volo Telecom Italia, che si attesta a 0,2367 euro per azione, con un aumento del 4,37%. Poco dopo l’uscita della notizia ha raggiunto anche gli 0,2474 euro per azione, prima di ripiegare. Operativamente le attese sono per un proseguimento della giornata in senso positivo con resistenza vista in area 0,2471 e successiva a quota 0,2676. Supporto a 0,2266. LEGGI TUTTO

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    Accordo Rai-Sky, app Raiplay disponibile sulla piattaforma Sky Q

    (Teleborsa) – Rai e Sky hanno siglato un accordo pluriennale che porta la app RaiPlay sulla piattaforma Sky Q. È quanto si legge in una nota. Gli abbonati Sky con Sky Q, via satellite o via internet, da oggi potranno accedere a RaiPlay direttamente dalla sezione app o attraverso il controllo vocale. Andrea Duilio, amministratore delegato di Sky Italia, ha spiegato che con l’accordo “Sky arricchisce ulteriormente il numero di app accessibili attraverso Sky Q, la quale si conferma il punto di riferimento per chi vuole trovare, in un unico posto, tutti i contenuti Sky e quelli delle principali app in streaming. Sono molto soddisfatto di questo rapporto di collaborazione con un partner di eccellenza come Rai. Il ricchissimo catalogo di contenuti di Rai sarà così facilmente accessibile ai nostri abbonati Sky Q, e questo rafforza la nostra strategia di aggregazione dei migliori contenuti”.Per Carlo Fuortes, amministratore delegato della Rai, grazie all’accordo con Sky Italia “l’azienda di servizio pubblico potrà far vedere a un numero ancora più ampio di utenti le sue trasmissioni e renderà più ricca l’offerta multimediale della televisione italiana. Questo accordo ribadisce il pieno impegno della Rai ad attuare il Contratto di Servizio, garantendo l’universalità del servizio pubblico attraverso l’accessibilità della propria offerta sulle diverse piattaforme distributive televisive, in linea con l’evoluzione del mercato e con l’innovazione tecnologica”. LEGGI TUTTO

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    Deutsche Telekom aumenta guidance, punta a maggioranza in T-Mobile US

    (Teleborsa) – Deutsche Telekom, la più grande azienda di telecomunicazioni d’Europa, ha registrato ricavi in aumento del 5,9% a 28,2 miliardi di euro nel secondo trimestre del 2022, con ricavi da servizi che crescono ancora più rapidamente del 10,8%. L’EBITDA AL rettificato ha registrato una crescita del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e si è attestato a 9,9 miliardi di euro (al di sopra dei 9,84 miliardi di euro attesi dagli analisti). In termini organici, al netto degli effetti dei tassi di cambio e dei cambiamenti nella composizione del gruppo, i ricavi sono rimasti pressoché invariati rispetto al livello dell’anno precedente, i ricavi dei servizi del 4,3% e l’EBITDA AL rettificato è diminuito dello 0,9% a causa del passaggio dal precedente modello di leasing di telefoni Sprint.L’utile netto adjusted è aumentato del 15,7% nel secondo trimestre a 2,4 miliardi di euro, trainato in particolare da maggiori utili derivanti dalle operazioni. L’utile netto reported è diminuito, principalmente a causa delle maggiori spese per l’integrazione di Sprint negli Stati Uniti.Alla luce dei risultati positivi, Deutsche Telekom ha alzato la propria guidance per la seconda volta quest’anno. L’EBITDA AL rettificato dovrebbe ora raggiungere circa 37 miliardi di euro, in aumento rispetto alla precedente previsione di oltre 36,6 miliardi di euro. Ciò è attribuibile sia al positivo sviluppo del business di T-Mobile US sia alla buona performance al di fuori degli Stati Uniti.”Continuiamo a crescere, nonostante il difficile contesto economico – ha affermato Tim Hottges, presidente del consiglio di amministrazione di Deutsche Telekom – Siamo sulla buona strada quest’anno per raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi annunciati al Capital Markets Day 2021. I nostri investimenti stanno dando i loro frutti”.L’acquisizione di una quota di maggioranza in T-Mobile US è una priorità per Hottges, secondo quanto ha detto nella call con gli analisti. “Questo è il nostro progetto strategico più importante al momento”, ha spiegato, aggiungendo che la quota dovrebbe superare il 50% a medio termine e il gruppo potrebbe raggiungerla molto prima del 2024. T-Mobile US, che rappresenta i tre quinti delle entrate del gruppo, sta guadagnando clienti dopo la sua fusione con Sprint e mentre lancia il suo servizio 5G. LEGGI TUTTO

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    Torri TLC, Fitch: operatori europei ben posizionati per affrontare stagflazione

    (Teleborsa) – Gli operatori europei di torri per telecomunicazioni sono resilienti alle attuali pressioni macroeconomiche e inflazionistiche grazie ai termini dei loro contratti con gli operatori di rete mobile e sono ben posizionati per ottenere maggiori ricavi e registrare più alti flussi di cassa. Lo afferma Fitch Ratings in un nuovo report sul settore. L’agenzia di rating sottolinea che i profili di credito degli operatori delle torri sono supportati dal loro modello di business generativo di cassa con un’elevata visibilità dei ricavi e prevedibilità dei rendimenti degli investimenti, consentendo loro di sostenere una leva finanziaria relativamente elevata rispetto agli operatori di rete mobile.Gli operatori di torri in Europa beneficiano di accordi a lungo termine con i propri clienti, con indicizzazione dei prezzi legata all’inflazione. Il prezzo per la maggior parte di tali contratti è collegato all’indice dei prezzi al consumo e viene rivisto annualmente, sebbene l’entità dell’indicizzazione vari a seconda dell’operatore e del mercato ed è spesso soggetta a limiti, sottolinea Fitch.”Ciò consente agli operatori di torri di trasferire ai propri clienti gli aumenti dei costi o, a volte, anche di espandere i margini in cui l’indicizzazione dei prezzi illimitata porta a una crescita dei ricavi superando gli aumenti dei costi (in genere le società di torri operano con margini EBITDA del 55%-75%), si legge nel rapporto.I livelli di capex per la manutenzione delle società di torre sono in genere bassi al 2%-3% dei ricavi, ma l’espansione del capex può essere irregolare. Tuttavia, tali investimenti di crescita “sono generalmente implementati con accordi contrattuali prestabiliti e pertanto comportano un rischio di investimento inferiore rispetto agli investimenti di espansione degli operatori di telecomunicazioni che spesso prendono decisioni di investimento con livelli di domanda e utilizzo potenziali sono sconosciuti”, viene sottolineato.Analizzando l’evoluzione del settore, viene osservato che la vendita degli asset delle torri da parte degli operatori di rete mobile europei è “un fattore di crescita inorganico per gli operatori di torri affermati”. Tuttavia, le acquisizioni potrebbero aumentare la loro già elevata leva finanziaria, rendendo le scelte di finanziamento per l’espansione futura “critiche per i loro profili di credito”. LEGGI TUTTO