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    Telecomunicazioni, colossi europei vogliono creare JV per pubblicità online

    (Teleborsa) – La Commissione europea, responsabile della concorrenza nell’UE, deciderà entro il 10 febbraio se consentire a Deutsche Telekom, Orange, Telefonica e Vodafone di costituire una joint venture (JV) in ambito pubblicitario. Il 6 gennaio 2023, si legge sul sito della Commissione UE, questa ha ricevuto la notifica di un progetto di concentrazione delle quattro società, che intendono creare una JV controllata congiuntamente.”La JV offrirà una soluzione di identificazione digitale guidata dalla privacy per supportare le attività di marketing e pubblicità digitale di marchi ed editori”, si legge in un documento della Commissione UE.”Previo consenso esplicito dell’utente fornito a un marchio o editore (solo su base opt-in), la JV genererà un token sicuro e pseudonimizzato derivato da un’identità interna pseudonimizzata e crittografata”, viene spiegato. Questo token “consentirà al marchio/editore interessato di riconoscere un utente senza rivelare alcun dato personale direttamente identificabile e quindi consentire loro di ottimizzare la consegna della pubblicità display online e di eseguire l’ottimizzazione del sito/app”, viene aggiunto. LEGGI TUTTO

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    TLC, Iliad e WINDTRE annunciano closing di Zefiro Net

    (Teleborsa) – Iliad e WINDTRE annunciano il perfezionamento del closing per la società Zefiro Net, joint venture paritetica il cui capitale sociale è detenuto al 50% da ciascuno dei due soci e che persegue lo scopo di condividere e gestire congiuntamente le rispettive reti di telefonia mobile nelle aree meno densamente popolate del territorio nazionale.Con questa operazione – autorizzata dalle Istituzioni e Autorità per i profili di rispettiva competenza – i due operatori lavorano sinergicamente per accelerare la diffusione delle reti di telefonia mobile, incluse quelle 5G, con rilevanti benefici in termini di disponibilità di servizi a banda ultralarga per gli abitanti delle aree in cui opera la joint venture.Zefiro Net ha acquistato la proprietà e la gestione tecnica – per conto dei due soci – dell’infrastruttura fisica che consente la fornitura di servizi radiomobili in un’area in cui risiede circa il 26,8% della popolazione italiana. LEGGI TUTTO

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    TIM sotto pressione in Borsa dopo ennesimo slittamento dossier rete

    (Teleborsa) – Ultima giornata dell’anno difficile per Telecom Italia, che sta segnando un calo del 2,22% in Borsa, dopo l’ennesimo slittamento del dossier rete unica al nuovo anno. Su base settimanale, il trend del titolo è più solido rispetto a quello del FTSE MIB, a conferma del suo magfgior appeal. L’esame di breve periodo classifica un rafforzamento della fase rialzista del titolo, con immediata resistenza vista a 0,2225 Euro e primo supporto individuato a 0,2164. Tecnicamente ci si attende un ulteriore spunto rialzista della curva verso nuovi top stimati in area 0,2286.Tornando al capitolo rete, l’ultima riunione “tecnica” al Ministero dell’Industria e del Made in Italy ha dato come esito una fumata nera, vanificando le speranze di chi credeva che il capitolo venisse chiuso entro la fine dell’anno. Quel che è uscito di buono dalla riunione, che ha visto da un lato i rappresentanti del governo (Ministeri) e dall’altro gli azionisti (Vivendi con il 24% e CDP con il 10%, è la volontà di coinvolgere anche il management nelle trattative per il riassetto nelle riunioni che si terranno nel 2023.Fra le questioni più spinose il valore degli asset (Netco), con valutazioni che restano ancora distanti, nonostante Vivendi abbia ridimensionato le sue aspettative indicando un valore di 24 miliardi più 3 miliardi di dividendo straordinario a valle della cessione. Un valore che, pur correggendo le pretese iniziali (31 miliardi), giudicate dai più eccessive, resta lontano dai 18-19 miliardi offerti da CDP. LEGGI TUTTO

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    Rete unica, domani nuovo tavolo tecnico: i nodi da sciogliere

    (Teleborsa) – Il governo cerca di trovare la quadra sul fronte rete unica. Si avvicina per il dossier Telecom Italia la scadenza fissata dal governo al 31 dicembre per la definizione delle migliori soluzioni di mercato. Domani, nel quarto e ultimo degli incontri del tavolo aperto a Palazzo Chigi a cui partecipano anche Vivendi e Cdp Equity, si dovrebbero tirare le somme.L’obiettivo del sottosegretario alla presidenza Alessio Butti e dei ministri Adolfo Urso e Giancarlo Giorgetti è arrivare entro quella data a una soluzione per definire i contorni di una rete nazionale a controllo pubblico e non verticalmente integrata, nel cui perimetro far rientrare anche Sparkle, vista la sensibilità e la rilevanza per la sicurezza nazionale della dorsale delle tlc. Le strade sembrano ancora tutte aperte, a partire dalla vendita della rete a uno o più soggetti sotto il controllo dello Stato, con la scissione di Tim: le infrastrutture da una parte (Cdp) e i servizi dall’altra (Vivendi). Sono circolati poi i nomi di Invitalia, ma anche di Poste e di Fs e sul fronte investitori istituzionali, oltre a Kkr, Macquarie (già azionista di Open Fiber) e Gip.Nei giorni scorsi Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi, ha fatto sapere di essere “grato a questo Governo e in particolar modo al Mimit e al ministro Urso, e agli altri dicasteri competenti, per aver creato le condizioni e un clima sereno e costruttivo che accompagna il lavoro dei tavoli tra Governo e azionisti di maggioranza di Tim” per “trovare una soluzione condivisa che risponda ai target del Governo e soddisfi tutti gli stakeholders nell’interesse del Paese per una rete nazionale delle telecomunicazioni. Questo clima – afferma de Puyfontaine dopo i tre incontri tecnici che si sono svolti al Ministero guidato da Urso – è propedeutico per considerare altri investimenti in Italia che possano suggellare la partnership tra Italia e Francia”.Sul tavolo rimangono, tuttavia, due nodi principali. Il primo riguarda il titolo che – come rileva il Sole 24 Ore – è ancora distante dai 65 centesimi che rappresentano il prezzo di carico di Vivendi che per la sua quota aveva sborsato 3,9 miliardi avendole comprate a 1,07 euro. E anche gli 86 centesimi di Cdp, poi rettificati a 65, sono lontani. La seconda questione riguarda il debito. Stando alle simulazioni che – a quanto ricostruito nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore sarebbero state fatte nel corso dell’ultimo tavolo – la sostenibilità si raggiungerebbe con “un debito fino a 10 miliardi sulla NetCo e attorno ai 4 miliardi per la parte servizi” ma “il debito lordo di Tim pesa per 25 miliardi sui conti del gruppo, cifra che scende a 20,1 miliardi se si guarda il valore netto”. (Foto: © gonewiththewind/123RF) LEGGI TUTTO

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    Banda Ultralarga, Open Fiber investe su Arnesano con fondi Pnrr

    (Teleborsa) – Sono oltre un migliaio i numeri civici che saranno connessi ad Arnesano a una rete ultraveloce. In Puglia, la fibra ottica di Open Fiber raggiunge anche la cittadina leccese situata nella Valle della Cupa, coinvolta come altri Comuni nel progetto di digitalizzazione “Italia a 1 Giga”. L’iniziativa – sottolinea Open Fiber in una nota – rientra nella Strategia italiana per la Banda Ultralarga (BUL) – finanziata con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) – e riguarda zone non coperte da almeno una rete in grado di fornire velocità di connessione in download pari o superiori a 300 Mbit/s, che in gran parte coincidono con le cosiddette aree grigie. In particolare, il bando prevede il collegamento di oltre mille civici distribuiti sul territorio che corrispondono ad oltre 1.300 unità immobiliari (abitazioni, sedi d’impresa e della Pubblica amministrazione).Arnesano si dota quindi di una infrastruttura FTTH (Fiber To The Home, fibra fino a casa), l’unica soluzione tecnologica in grado di garantire velocità di connessione fino a 10 Gigabit per secondo e latenza inferiore ai 5 millisecondi. Prestazioni che agevolano la fruizione di numerosi servizi: dalla telemedicina allo smart working, fino alla didattica a distanza. La rete ultrabroadband consente inoltre di connettere i servizi pubblici comunali, abilitando la cosiddetta Smart City che rende i centri urbani moderni, tecnologicamente all’avanguardia e a prova di futuro.”Siamo grati ad Open Fiber per questo intervento che ci permette di realizzare un’infrastruttura digitale che porterà benefici, utilità e vantaggi per la nostra comunità, considerato che il progetto per la posa della fibra ottica servirà le famiglie e le imprese per le loro attività quotidiane – afferma Emanuele Solazzo, sindaco di Arnesano –. Questo investimento ci fa guardare al futuro con grande ottimismo, perché valorizza il nostro territorio e dà la possibilità ai piccoli centri urbani del Sud come il nostro di non restare isolati e, quindi, essere penalizzati dalla mancanza di una connessione veloce e stabile. Qualcosa che sembrava impossibile fino a qualche tempo fa, ecco perché abbiamo velocizzato tutte le procedure autorizzative richieste per il tempestivo avvio dei lavori”. “La missione di Open Fiber è anche quella di far comprendere i benefici di un progetto di rivoluzione digitale che ci permette di guardare al futuro – spiega Mattia Luperto, field manager di Open Fiber e responsabile dei lavori ad Arnesano –. L’Amministrazione comunale fin da subito ha condiviso il progetto, comprendendo i vantaggi per la cittadinanza e il sistema produttivo locale. La fibra ottica, infatti, è una tecnologia strategica per la crescita dei territori, perché è performante e garantisce prestazioni ottimali in qualunque condizione, consentendo l’accesso stabile e performante a numerosi servizi digitali all’avanguardia”. Open Fiber si è aggiudicata complessivamente 8 lotti in gara, per un totale di 3.881 comuni in 9 regioni: Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto. Il piano prevede la realizzazione di reti di telecomunicazioni ad alta velocità con una copertura di 3,9 milioni di civici.Con oltre 14,5 milioni di unità immobiliari già connesse in Italia alla sua nuova rete a banda ultralarga, l’azienda guidata dall’amministratore delegato Mario Rossetti punta a coprire circa 25 milioni di unità immobiliari, pari al 94% dei comuni italiani. Il piano complessivo, tra investimento privato e pubblico, vale oltre 15 miliardi di euro. Ad oggi, la connettività ultraveloce sulla rete realizzata da Open Fiber è disponibile in 225 città e oltre 4200 piccoli comuni. LEGGI TUTTO

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    TIM, CEO Vivendi apprezza clima “sereno e costruttivo” in colloqui con governo

    (Teleborsa) – Arnaud de Puyfontaine, CEO di Vivendi, “è grato a questo Governo e in particolar modo al Mimit e al ministro Urso, e agli altri dicasteri competenti, per aver creato le condizioni e un clima sereno e costruttivo che accompagna il lavoro dei tavoli tra Governo e azionisti di maggioranza di TIM”. Lo afferma in una nota il manager francese, sottolineando che l’obbiettivo è “trovare una soluzione condivisa che risponda agli obiettivi di Governo e che soddisfi tutti gli stakeholders nell’interesse del paese”.Il CEO di Vivendi, che è principale azionista dell’ex monopolista di Stato, “ritiene che questo clima sia propedeutico per considerare altri investimenti in Italia che possano suggellare la partnership tra Italia e Francia”.Un nuovo incontro tra Governo, CDP e Vivendi sul riassetto di TIM è previsto il 29 dicembre. La speranza è che possa essere il meeting decisivo per trovare una soluzione per il gruppo telefonico “entro la fine dell’anno”, come promesso nelle scorse settimane dal ministro dell’Industria Adolfo Urso. LEGGI TUTTO

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    AT&T e BlackRock, accordo su piattaforma commerciale per fibra ottica

    (Teleborsa) – La società di telecomunicazioni statunitense AT&T e il colosso del private equity BlackRock hanno firmato un accordo per formare una joint venture (JV) che gestirà una piattaforma commerciale in fibra. La nuova JV, denominata Gigapower, prevede di fornire una rete in fibra di prim’ordine ai fornitori di servizi Internet (ISP) e ad altre aziende negli Stati Uniti.Gigapower prevede di implementare un’affidabile rete in fibra multi-gig a un numero iniziale di 1,5 milioni di clienti in tutta la nazione utilizzando una piattaforma commerciale ad accesso aperto. L’implementazione della fibra Gigapower sarà incrementale rispetto all’obiettivo esistente di AT&T di oltre 30 milioni di location in fibra, comprese le sedi aziendali, entro la fine del 2025.Dopo il closing, AT&T e BlackRock deterranno e governeranno congiuntamente Gigapower. AT&T non prevede di consolidare i risultati finanziari di Gigapower, ma prevede di riportare i suoi abbonati consumer serviti tramite Gigapower nei risultati operativi della business unit Consumer Wireline. LEGGI TUTTO

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    Rete Unica, nuova riunione “tecnica” con governo, CDP e Vivendi

    (Teleborsa) – Un’altra riunione interlocutoria per il dossier Rete Unica, ma sicuramente determinante per giungere ad un equilibrio nelle trattative fra CDP, espressione delle governo, e Vivendi, in qualità di soggetto rappresentativo degli interessi del settore privato. Il tema clou quello di dare un valore all’asset o almeno capire a quale prezzo Vivendi sarebbe disposta a cedere la rete, oltre ad una serie di questioni correlate, come il debito, la salvaguardia dei livelli occupazionali, la questione delle aree in concorrenza e quelle a fallimento di mercato. Fra i nodi da sciogliere anche la futura governance, il ruolo di CDP e la partecipazione dei fondi, quali Kkr per Fibercop e Macquaire per Open Fiber. L’obiettivo è arrivare ad una rete pubblica che operi solo all’ingrosso (wholesale only) e non verticalmente integrata. Nella riunione di oggi, la terza di carattere “tecnico”, sono intervenuti come da prassi i rappresentanti della presidenza del Consiglio, del Mimit e del Mef insieme all’advisor Rothschild, ai rappresentanti di Vivendi, che ha circa il 24% di TIM, ed ai rappresentanti di CDP,. che è socia di TIM con circa il 10% e di Open Fiber con il 60%. Il governo si è impegnato a individuare una soluzione per la rete unica entro fine anno e con questo proposito ci si è dati appuntamento per la prossima settimana, nel periodo che intercorre fra Natale e Capodanno, più probabilmente in data 29 dicembre, per tornare a discutere del dossier cruciale per il futuro delle Tlc.Il Governo auspica che il tavolo che si terrà prima della fine dell’anno sia risolutivo e consenta di dare indicazioni più approfondite per poi chiudere il dossier nelle settimane seguenti. Frattanto, l’Ad Pietro Labriola, nella sua lettera ai dipendenti ha parlato di “un’azienda viva, che è tornata ad essere leader” ed ha raggiunto “importanti traguardi”, mettendo in campo un “piano di delayering che non solo ha senso industrialmente, ma mette anche nelle condizioni di poter valutare operazioni volte a risolvere il vincolo del debito”. Una realtà che ha recuperato la sua “visione industriale” per guardare al futuro e che ha migliorato la guidance nonostante il contesto difficile. LEGGI TUTTO