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    TIM: offerta KKR ha durata di 4 settimane, pronta a considerare alternative

    (Teleborsa) – Salvo diversi accordi tra le parti, l’offerta di KKR per l’infrastruttura fissa di TIM ha una durata di 4 settimane dalla data di invio (1 febbraio) e, come già comunicato, il CdA di TIM si riunirà il giorno 24 febbraio per discuterla e assumere le decisioni del caso, dunque prima del termine di durata dell’offerta.Lo precisa in una nota nota l’ex monopolista, su richiesta della Consob e dopo alcune notizie di stampa circa l’offerta.L’offerta non vincolante, “com’è normale per operazioni di questo tipo, è solo indicativa e soggetta ad approfondimenti, analisi e valutazioni che saranno condotti nel frattempo, anche interloquendo con KKR”, viene sottolineato. D’altro canto, come già reso noto, TIM “è pronta a considerare altre opzioni alternative”. LEGGI TUTTO

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    TIM, Giorgetti: “Controllo strategico rete resta obiettivo”

    (Teleborsa) – Il controllo strategico della rete resta un obiettivo del governo. È quanto ha affermato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a margine del forum Aspen Italia Francia. Giorgetti, al quale era stato chiesto se per il governo resti comunque l’obiettivo di una rete nazionale a controllo pubblico, ha detto che “il controllo strategico della rete resta non solo un obiettivo dichiarato ma che cercheremo di praticare”. Il governo – ha sottolineato Giorgetti – attende di vedere i dettagli dell’offerta di Kkr per la rete Tim e poi valuterà. “C’è da vedere – ha detto il ministro dell’Economia – la proposta di Kkr, cosa stanno dicendo a Tim. Poi il governo, che è in parte azionista in parte ha altri poteri, valuterà quando avrà piena intelligenza della proposta”. LEGGI TUTTO

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    Piano “Italia a 1 Giga”, Open Fiber: partiti i webinar in Lombardia

    (Teleborsa) – Il 1 febbraio si è tenuto il primo webinar di presentazione del progetto di digitalizzazione “Italia a 1 Giga”, un piano finanziato con i fondi del PNRR per cablare le zone non coperte da una rete in grado di fornire velocità di connessione in download pari o superiori ad almeno 300 Mbit/s. Sono stati 21 i primi comuni coinvolti dall’iniziativa che rientrano nei 1.132 comuni lombardi interessati dalprogetto: Open Fiber si è aggiudicata complessivamente 8 lotti su 15 lotti, messi in gara da Infratel Italia, per un totale di 3.881 Comuni in 9 Regioni per la copertura complessiva di 3,9 milioni di numeri civici entro il 2026.Scopo dell’iniziativa – spiega Open Fiber in una nota – è creare un momento informativo e di confronto con i Comuni interessati dal piano durante il quale vengono illustrate le finalità del Piano “Italia a 1 Giga” e le principali semplificazioni normative in materia di posa di infrastrutture a banda ultra larga. Un focus specifico, durante l’evento, è stato dedicato alle modalità operative con cui verranno eseguiti gli interventi sul territorio e l’ambito normativo in cui tali lavorazioni verranno realizzate.I 21 comuni lombardi chiamati a partecipare al webinar sono stati: Bollate, Buccinasco, Cassina de Pecchi, Cernusco sul Naviglio, Cinisello Balsamo, Cormano, Cornaredo, Milano, Opera, Peschiera Borromeo, Rho, San Donato Milanese, Segrate, Sesto San Giovanni, Settimo Milanese e Trezzano sul Naviglio in provincia di Milano, Monza in provincia Monza e della Brianza, Seriate in provincia di Bergamo, Sondrio in provincia di Sondrio, Busto Arsizio e Induno Olona in provincia di Varese. Saranno circa 10.800 numeri civici totali connessi alla rete a banda ultra-larga in questi comuni. Il piano “Italia a 1 Giga” costituisce un ulteriore tassello del piano industriale di Open Fiber volto a dotare il Paese di una infrastruttura in fibra ottica di ultima generazione con una velocità di connessione a partire da 1 Gigabit al secondo e mette a disposizione di tutti i cittadini e delle imprese i servizi digitali innovativi già disponibili sulla rete ultraveloce.Regione Lombardia si è resa disponibile, fin da subito, a collaborare attivamente alla realizzazione di questo progetto facilitando l’iter autorizzativo e a sostegno dello stesso investirà ulteriori 209 milioni a valere sulle risorse PNRR cui si aggiungono i 303 milioni della Programmazione Comunitaria 2014-2020, con riferimento alle sole aree a fallimento di mercato, in corso di ultimazione entro il 2024. LEGGI TUTTO

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    TLC, Agcom: nel 2017-2021 ricavi complessivi aziende -10%

    (Teleborsa) – I ricavi complessivi delle principali aziende che operano nel settore delle comunicazioni elettroniche si sono ridotti, nel periodo 2017-2021, del 10%, passando da 31,8 miliardi di euro nel 2017 ai 28,6 miliardi di euro nel 2021. Ampliando su base decennale (2012-2021) l’analisi dei ricavi, emerge come a inizio periodo gli introiti da rete mobile fossero stimabili nel 51,3% del totale, mentre nel 2021 questi scendono a poco piu’ del 44% a testimonianza, nel comparto mobile, della progressiva pressione competitiva, mentre la crescita della componente fissa è dovuta all’incremento dei servizi broadband e ultrabroadband. È quanto emerge dal “Focus Bilanci 2017-2021” dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che fotografa lo stato di salute dei settori di interesse istituzionale dell’Agcom attraverso l’analisi di oltre 100 tra le principali imprese operanti nei settori delle comunicazioni elettroniche, dei servizi di corrispondenza e consegna pacchi, del settore televisivo e dell’editoria quotidiana e periodica. Tra il 2017 ed il 2019 il margine lordo del settore tlc tende a migliorare (passa dal 35,6% al 38,5% dei ricavi) con il valore di Tim che nel 2017 risulta significativamente superiore a quello delle altre imprese (41,1% vs 31,1%); nel 2019 tale vantaggio si riduce, a seguito del netto miglioramento della marginalità delle seconde (l’indice è pari al 36% nel 2019). Nei due successivi esercizi, 2020 e 2021, gli effetti della crisi pandemica e la pressione competitiva del settore fanno registrare una flessione del margine lordo complessivo di quasi dieci punti percentuali (27,1% nel 2021) e si riflettono in particolare su Tim, che nel 2021 registra un Ebitda pari al 21,3% dei ricavi, contro il 31,6% ottenuto in media dalle altre imprese. Il margine netto (Ebit) del comparto vede un andamento analogo a quanto sopra descritto e, nel 2021, mostra per la prima volta dal 2012 un valore complessivamente negativo (per 70 milioni, pari a -0,2% degli introiti settore) con Tim che risulta in negativo per 400 milioni di euro (-3,2% dei ricavi) e le altre imprese in positivo per 340 milioni di euro (+2,1% dei ricavi).Nel periodo comprese tra il 2012 e il 2021 – si legge nel report – il settore delle comunicazioni elettroniche, limitatamente alle imprese considerate, ha registrato complessivamente, a fronte di circa 313 miliardi di euro di ricavi, un margine netto aggregato valutabile in meno di 26 miliardi di euro (8,2% degli introiti), mentre il risultato di esercizio aggregato è negativo per circa 2 miliardi di euro. Tali dati sembrano testimoniare sia gli effetti della pressione competitiva sui prezzi, sia la natura fortemente “capital intensive” del settore, con flussi di investimenti (infrastrutture fisiche e asset immateriali) che nel periodo 2012-2021 sono stati pari a circa 73 miliardi di euro (quelli effettuati tra il 2017 ed il 2021 sono stati di poco inferiori ai 42 miliardi, e mediamente hanno assorbito la quasi totalita’ dei flussi di cassa generati dall’attivita’ operativa). A fine 2021, gli addetti diretti nel settore risultano essere circa 59.200, con una riduzione complessiva nell’ultimo anno di poco meno di 1.400 unità lavorative. Il trend di riduzione degli addetti, va sottolineato, è in atto da tempo (nel 2017 gli organici del comparto risultavano, in termini omogenei, circa 66.400), ed è conseguente ai processi di riorganizzazione aziendale che hanno interessato alcuni tra i principali operatori storici (Tim, Vodafone e WINDTRE in particolare). Allo stesso tempo si osserva come la progressiva strutturazione e la crescita degli operatori che più di recente, sia nel segmento retail, sia in quello wholesale, sono entrati sul mercato attenuano tale tendenza. Va sottolineato come Iliad e Open Fiber abbiano complessivamente quasi raggiunto a fine 2021 i 2.000 addetti (erano poco più di 600 nel 2017), mentre i livelli occupazionali dei principali operatori FWA (Eolo e Linkem) nel periodo osservato siano cresciuti di circa 200 unità, e che anche alcuni tra gli operatori di minori dimensioni considerati nel campione analizzato nel 2017-21 hanno visto, seppure in misura contenuta, aumenti dei livelli occupazionali. LEGGI TUTTO

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    T-Mobile, trimestrale in chiaroscuro. Crescono abbonati

    (Teleborsa) – T-Mobile, una delle più grandi compagnie telefoniche statunitensi, ha registrato ricavi in calo del 2,5% a 20,27 miliardi di dollari nel quarto trimestre del 2022 e in calo dello 0,7% a 79,57 nell’intero anno. L’utile netto è aumentato del 250% su base annua a 1,5 miliardi di dollari nel quarto trimestre ed è diminuito del 14% su base annua a 2,6 miliardi di dollari nel 2022 (che ha incluso costi relativi alla fusione di 3,7 miliardi di dollari e perdite associate alla vendita anticipata dell’attività di rete fissa per 815 milioni di dollari).L’EPS è aumentato anno su anno a 1,18 dollari per azione nel quarto trimestre del 2022 ed è diminuito anno su anno a 2,06 dollari per azione nel 2022. Gli analisti si aspettavano in media, secondo dati Refinitiv, un utile per azione di 1,10 dollari su ricavi per 20,6 miliardi di dollari nel quarto trimestre.T-Mobile ha aggiunto 927.000 abbonati telefonici postpagati nel quarto trimestre, il dato più alto tra le aziende del settore. Tuttavia, il tasso di abbandono è stato il più alto rispetto ai concorrenti, allo 0,92%.T-Mobile prevede di aggiungere tra 5 milioni e 5,5 milioni di abbonati netti che pagano le fatture mensili nel 2023, rispetto ai 6,4 milioni di aggiunte segnalate nel 2022. LEGGI TUTTO

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    Open Fiber, attiva la fibra ottica nei comuni della della provincia di Biella

    (Teleborsa) – L’infrastruttura ultrabroadband di Open Fiber è attiva in 66 dei 70 comuni della provincia di Biella già raggiunti dalla rete ultraveloce. Sono state connesse, ad oggi, in questi comuni oltre 53.400 unità immobiliari in modalità Fiber To The Home (FTTH) e sono stati stesi circa 690 Km di rete. Sono inoltre connesse e vendibili – fa sapere Open Fiber in una nota – ulteriori 20mila unità abitative raggiunte in modalità FWA (Fixed Wireless Access). Questo significa che cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni possono accedere ai più innovativi servizi digitali di oggi e a quelli che lo sviluppo tecnologico renderà disponibili in futuro. In particolare, nel 2022 sono stati cablati 15 comuni della provincia (Donato, Valle Mosso, Salussola; Viverone, Cavaglià, Lessona, Sala Biellese, Strona, Cerreto Castello, Dorzano, Ponderano; Brusnengo, Netro, Cossato) e raggiunte circa 12.800 case e uffici. Open Fiber si è infatti aggiudicata le tre gare indette da Infratel Italia (società del ministero delle Imprese e del Made in Italy ex MISE) per realizzare e gestire la rete in concessione per 20 anni dopo la chiusura del progetto BUL (Banda Ultra Larga) su tutto il territorio nazionale.”La rete ultraveloce di Open Fiber permette di utilizzare i servizi digitali disponibili sulla rete internet in modalità sicura, con un’alta velocità e una bassa latenza – afferma il field manager Dario Vultaggio, responsabile dei lavori nella provincia di Biella –. Questa tecnologia FTTH è diventata indispensabile nella vita quotidiana delle singole persone e aiuta a migliorare e potenziare il business delle imprese, perché consente di mettere tutti nelle condizioni di poter sfruttare i servizi digitali di ultima generazione”. LEGGI TUTTO

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    TIM, Cassazione respinge ricorso Consob: Vivendi non ha controllo

    (Teleborsa) – La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha respinto il ricorso della Consob e confermato che Vivendi, maggiore azionista di TIM, non ha il controllo di fatto sul gruppo di telecomunicazioni italiano. L’Autorità di vigilanza sulla Borsa aveva fatto ricorso contro la decisione del Consiglio di Stato che aveva annullato, su ricorso di TIM e Vivendi, la deliberazione della stessa Consob che qualificava il rapporto partecipativo di Vivendi in Telecom Italia in termini di controllo di fatto. Il Consiglio di Stato a sua volta aveva annullato la decisione del TAR che dava ragione alla Consob.La vicenda ha origine nel giugno del 2015, quando la società francese quotata alla Borsa di Parigi è entrata nel capitale di Telecom con una partecipazione iniziale pari al 6,66%, che poi si era progressivamente incrementata fino a raggiungere, nel 2016, il 24,68%, e fino a portare nel 4 maggio 2017 al rinnovato consiglio di amministrazione di TIM con nomina della maggioranza dei consiglieri tratti dalla lista presentata da Vivendi.La decisione della Cassazione potrebbe avere risvolti nel prossimo futuro, con Vivendi che – se avesse la maggioranza nel CdA di TIM – non avrebbe il controllo e quindi non dovrebbe consolidare il debito. Tra l’altro, il consiglio ha visto di recente l’uscita di Arnaud de Puyfontaine, CEO di Vivendi. Inoltre, la notizia potrebbe avere ripercussioni sul tavolo voluto dal governo per arrivare a una soluzione sul progetto di rete pubblica. LEGGI TUTTO

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    AT&T, 4° trim in perdita per contraccolpo da tassi e svalutazioni

    (Teleborsa) – AT&T, società statunitense di telecomunicazioni, ha chiuso il quarto trimestre del 2022 con ricavi delle operazioni continue pari a 31,3 miliardi di dollari, in aumento dello 0,8% rispetto ai 31,1 miliardi di dollari dello stesso trimestre, e una perdita da operazioni continue di 23,1 miliardi di dollari, o 3,20 dollari per azione, dopo una svalutazione di 25 miliardi di dollari principalmente a causa dell’aumento dei tassi di interesse e delle svalutazioni delle attività.Su base rettificata, la società ha guadagnato 61 centesimi per azione. Gli analisti si aspettavano in media un profitto di 57 centesimi, secondo i dati Refinitiv.Sul fronte operativo, AT&T, ha aggiunto 656.000 abbonati telefonici postpagati nell’ultimo trimestre, al di sopra delle stime Factset di 644.800 unità. Il totale per l’anno è di quasi 2,9 milioni.Per il 2023 AT&T prevede: crescita dei ricavi dei servizi wireless del 4% o superiore; crescita dei ricavi della banda larga del 5% o superiore; crescita dell’EBITDA rettificato pari o superiore al 3%; un utile per azione rettificato compreso tra 2,35 e 2,45 dollari, che include un impatto previsto di -0,25 dollari derivanti da voci non ricorrenti, rispetto alle stime degli analisti di 2,56 dollari per azione. LEGGI TUTTO