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    TIM, ricavi primo trimestre salgono a 3,8 miliardi (+4,3%)

    (Teleborsa) – Il Gruppo TIM ha chiuso il primo trimestre 2023 con ricavi totali in crescita del 4,3% a 3,8 miliardi ed un ebitda organico pari a 1,5 miliardi (+3,8%), in aumento per il secondo trimestre consecutivo. La perdita attribuibile ai soci della controllante peggiora a 689 milioni (con 427 mln di oneri non ricorrenti) dal rosso di 204 milioni dello stesso periodo del 2022. L’indebitamento finanziario netto è pari a 25,8 miliardi, in aumento di 0,5 da fine 2022, mentre l’indebitamento finanziario netto after lease si attesta a 20,5 miliardi (+0,4 mld). I risultati del primo trimestre, durante il quale è proseguita l’azione di stabilizzazione e di rilancio del business domestico e l’accelerazione dello sviluppo di TIM Brasil, sono pienamente in linea con i target per l’esercizio 2023 comunicati al mercato lo scorso febbraio, sottolinea TIM nella nota dei conti. L’ebitda di gruppo segna una crescita del 3,8% attestandosi a 1,5 miliardi, confermando il trend di miglioramento dei trimestri precedenti (+2,7% nel quarto trimestre 2022, -6,5% nel terzo trimestre, -8,5% nel secondo trimestre e -13,3% nel primo trimestre), grazie sia alla progressiva stabilizzazione della Business Unit Domestic (1 mld, -2,8% rispetto a -4,2% nel quarto trimestre 2022, -16,2% nel terzo trimestre, -16,3% nel secondo trimestre e -18,3% nel primo trimestre), sia al contributo fortemente positivo di Tim Brasil (0,5 mld, +21,8%). Il margine di liquidità risulta superiore a 8 miliardi e copre le scadenze del debito fino a tutto il 2024. L’Equity free cash flow after lease è negativo per 0,4 miliardi. TIM ha raggiunto nel primo trimestre il 26% del target incrementale di contenimento dei costi previsto per il 2023 – sottolinea il gruppo nella nota -. Nel corso del trimestre, sono proseguite le azioni di contenimento dei costi volte ad aumentare il livello di efficienza strutturale di Tim Domestic (Piano di Trasformazione, target cumulato di riduzione dei cash cost di 1,5 miliardi entro il 2024 rispetto all’andamento inerziale). Al 31 marzo, la riduzione dei costi operativi rispetto al trend inerziale è stata di circa 0,2 miliardi, pari al 26% del target incrementale fissato per il 2023. LEGGI TUTTO

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    Tlc, Report I-Com-WINDTRE 2023: “Le semplificazioni funzionano ma 5 misure sono ancora insoddisfacenti”

    (Teleborsa) – Migliora l’impatto delle misure di semplificazione normativa a sostegno dello sviluppo infrastrutturale in Italia, ma permangono ostacoli alla realizzazione di nuove opere sui territori ed è ancora frequente il superamento dei termini previsti per legge per il rilascio delle autorizzazioni. Sono queste alcune delle evidenze più rilevanti dello studio “Da Nimby a Pimby: fare infrastrutture in Italia”, realizzato da I-Com, Istituto Italiano per la Competitività, e presentato nel corso nel corso della prima tavola rotonda del 2023 del Futur#Lab, il Laboratorio sull’innovazione progettato dal think tank in collaborazione con WINDTRE e realizzato in partnership con Join Group, Ericsson e Inwit. Il rapporto aggiorna la valutazione realizzata per la prima volta nel 2022 sull’impatto di 15 misure di semplificazione. Rispetto all’anno scorso, le misure prese in esame sono 13 (alcune innovazioni sono state nel frattempo superate o accorpate) e di queste 5 presentano ancora criticità (erano 9 nel rapporto 2022). Nel dettaglio, 3 provvedimenti su 6 nell’infrastrutturazione di rete fissa presentano ancora criticità irrisolte (in particolare, relative alle difficoltà di utilizzo delle microtrincee, alla conferenza dei servizi e al divieto di imporre ulteriori oneri). Per quanto concerne le norme indirizzate a semplificare l’infrastrutturazione di rete mobile le criticità riguardano adesso 2 innovazioni su 7 mentre altre due appaiono parzialmente risolte.Dalle risposte delle aziende alla survey condotta da I-Com emerge che la persistenza di criticità ancora irrisolte e di margini di progresso non riguardi la formulazione delle norme generali quanto piuttosto riguardo la loro applicazione e armonizzazione con quelle territoriali adottate dalle amministrazioni locali che a vario titolo sono coinvolte nelle procedure di autorizzazione. Questo riduce il potenziale beneficio degli interventi di semplificazione e allunga i tempi di realizzazione delle opere: la maggior parte degli operatori dichiara, infatti, il frequente superamento dei termini previsti per legge per il rilascio delle autorizzazioni. Tra le proposte per superare le criticità e garantire uniformità di applicazione della disciplina sull’intero territorio nazionale e favorire strumenti di cooperazione tra operatori ed enti locali, il rapporto suggerisce di intraprendere iniziative di formazione rivolte agli amministratori locali attraverso ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e UNCEM (Unione Comuni Comunità Enti Montani), nonché di realizzare un monitoraggio dei procedimenti autorizzativi aperti per le diverse infrastrutture e impianti, allo scopo di aumentare il livello di collaborazione inter-istituzionale e pubblico-privato, nonché la capacità delle singole amministrazioni, sia nazionali che locali. LEGGI TUTTO

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    INWIT, Galli: “Vediamo opportunità di investimento e remunerazione azionisti”

    (Teleborsa) – INWIT potrà valutare “maggiori opportunità di investimento o remunerazione degli azionisti” entro i l 2026. Lo ha assicurato il Direttore generale della tower company italiana, Diego Galli, in una intervista a Il Sole 24 Ore, a margine della presentazione del piano industriale 2023-2026 che prevede un’accelerazione degli investimenti a 900 milioni di euro per la realizzazione di nuovi siti, l’ammodernamento delle infrastrutture esistenti e lo sviluppo delle micro-antenne (DAS).”C’è sicuramente un positivo interesse da parte del mercato verso gli asset delle torri”, ha affermato il manager, aggiungendo “riteniamo positivo che gli investitori vedano valore in INWIT”. Il gruppo – ha spiegato Galli – resta focalizzato “nel supportare le esigenze del mercato di maggiore copertura e densificazione”, in quanto ci sarà bisogno dell’installazione di oltre 8mila nuove torri e 50 mila antenne nei prossimi anni. A proposito del rapporto fra torri tradizionali (macro-grid) e micro-antenne (DAS e small cells) ha detto che queste ultime “si dovranno integrare in modo efficace con le torri, che sono sempre più al centro dell’ecosistema digitale”. grazie alle loro caratteristiche che condivisione e distribuzione.Il Dg di INWIT ha confermato che le micro-antenne conosceranno un grande sviluppo, in ogni settore, ed ha ribadito che “una buona parte degli investimenti previsti dal nuovo piano industriale sono indirizzati proprio al forte sviluppo delle micro-coperture dedicate indoor con sistemi Das”.Galli ha parlato anche del problema dei limiti elettromagnetici in Italia, che sono 100 volte inferiori ai limiti raccomandati dall’UE ed adottati da altri Paesi europei. Un problema – ha il manager – che non è risolvibile con le small cells, le quali “integrano ma non sostituiscono il segnale radiomobile delle torri di trasmissione” e andrà quindi risolto con “buon senso”, attraverso l’adeguamento normativo dei limiti di emissione elettromagnetica in Italia, in modo da garantire una “maggiore competitività ed efficienza dell’industria”. A proposito del PNRR, il manager ha affermato che rappresenta “un’opportunità di crescita e sviluppo delle infrastrutture” e consentirà di “ridurre il digital divide”, ma occorre “accelerare negli iter autorizzativi per rispettare i target fissati”. La copertura in 5G delle aree più remote del Paese, aggiudicata a INWIT con TIM e Vodafone, sta “procedendo velocemente, in linea con i programmi previsti”, e così il progetto portato avanti con Open Fiber per la copertura in FWA di 600 comuni, che procede “in maniera spedita”. LEGGI TUTTO

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    Copertura FTTH: l’Italia raggiunge la media europea

    (Teleborsa) – Buone notizie per l’Italia dal punto di vista della copertura FTTH. Il nostro paese si conferma al terzo posto in termini assoluti (dopo Francia e Spagna) per unità immobiliari coperte in FTTH, con 14.6 milioni di unità immobiliari (+2.1 rispetto all’ultima rilevazione). In termini percentuali, con il 55.5% di UI in FTTH sul totale delle linee, il nostro Paese ha raggiunto la media UE 27+1 (i paesi dell’Unione e il Regno Unito), che è del 55.3%, mentre lo scorso anno l’Italia era di circa un punto percentuale indietro (47.7% contro il 48.5% europeo).È quanto emerge dal nuovo report presentato dal FTTH Council Europe, l’organizzazione di imprese europee che punta ad accelerare la diffusione di una rete interamente in fibra ottica in Europa. Il rapporto, curato da Idate, illustra lo scenario europeo su FTTH con dati aggiornati a settembre 2022. La maggior parte del contributo a questo traguardo è ascrivibile a Open Fiber, che nel periodo in esame aveva coperto in FTTH oltre 12.7 milioni di UI e che è di gran lunga il principale operatore FTTH del Paese e uno dei primi in Europa.Buone notizie anche dalle aree rurali (secondo la definizione di Idate, le zone con una densità di popolazione inferiore a 150 persone per km2). In queste zone – largamente coincidenti con le aree bianche dove Open Fiber sta realizzando una rete ultrabroadband come concessionario pubblico nell’ambito del piano BUL – la copertura dell’Italia è passata dallo 0% del 2017 (quando il piano BUL non era ancora operativo ) al 33% del 2022, avvicinandosi sempre di più alla media UE del 41%. Il nostro Paese resta invece ancora indietro dal punto di vista dell’adozione delle reti in FTTH, dove con il suo 22% è ancora molto lontana dalla media UE 27+1, vicina al 53%. LEGGI TUTTO

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    Ericsson, primo trimestre sopra le attese ma visibilità è scarsa

    (Teleborsa) – Ericsson, multinazionale svedese attiva nella fornitura di tecnologie e servizi di comunicazione, software e infrastrutture in ambito ICT, ha registrato vendite nette in aumento del 14% a 62,6 miliardi di corone svedesi (SEK) nel primo trimestre del 2023. L’EBIT è sceso a 3 miliardi di corone dai 4,7 miliardi di corone dell’anno precedente (-36%). Gli analisti si aspettavano in media, secondo i dati di Refinitiv, un EBIT di 3,28 miliardi su vendite di 60,43 miliardi.Le vendite organiche del gruppo sono rimaste invariate su base annua. Come previsto, le vendite organiche del segmento Networks sono diminuite del -2%, trainate da minori spese in conto capitale degli operatori e dall’ottimizzazione dell’inventario tra più clienti. Il calo è stato compensato dalla crescita in altri segmenti di attività.L’utile netto è stato di SEK 1,6 miliardi (-46%). L’utile per azione è stato di SEK 0,45 (vs SEK 0,88 un anno fa).”Continuiamo a vedere un ambiente difficile durante il 2023 con scarsa visibilità – ha commentato il CEO Borje Ekholm – Nel secondo trimestre, prevediamo che gli operatori rimangano cauti con gli investimenti in conto capitale e continuino ad adeguare le scorte. Prevediamo che questa dinamica sarà in gran parte compensata dalla crescita dei grandi progetti di roll-out che, come notato in precedenza, saranno diluitivi per il margine lordo a breve termine”. LEGGI TUTTO

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    MFE (ex Mediaset) prosegue rally innescato da ricovero Berlusconi

    (Teleborsa) – I titoli MFE (ex Mediaset, che ora scambia con azioni MFE A e MFE B) continuano il rally a Piazza Affari, innescato la settimana scorsa dal ricovero del fondatore Silvio Berlusconi all’ospedale San Raffaele. Oggi è l’ottavo giorno di ricovero per il presidente di Forza Italia. I medici che lo stanno curando, il primario della terapia intensiva Alberto Zangrillo e il primario di Ematologia Fabio Ciceri, che ha in cura il Cavaliere per una leucemia mielomonocitica cronica, hanno parlato di un “progressivo e costante miglioramento delle funzionalità d’organo monitorate”.Migliora l’andamento di MFE A, che si attesta a 0,4624 euro, con un aumento dello 0,65%. Il titolo ha guadagnato quasi il 10% nell’ultima settimana. Operativamente le attese sono per un proseguimento della giornata in senso positivo con resistenza vista a quota 0,4663 e successiva a 0,4745. Supporto a 0,4581.Si muove al rialzo MFE B, che si attesta a 0,722 euro, con un aumento del 3,51%. Il titolo ha guadagnato oltre il 15% nell’ultima settimana. Operativamente le attese sono per un proseguimento della giornata in senso positivo con resistenza vista a quota 0,7382 e successiva a 0,7767. Supporto a 0,6997.(Foto: Ansa / Uff. Stampa Mediaset) LEGGI TUTTO

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    Innovazione per il sociale, Fondazione TIM: stanziati oltre 2 milioni di euro per progetti più meritevoli

    (Teleborsa) – Fondazione TIM, presieduta da Salvatore Rossi e guidata dalla direttrice generale Giorgia Floriani, promuove l’innovazione per il sociale e lancia una nuova iniziativa realizzata per sostenere le idee e i progetti più innovativi che utilizzano la tecnologia come strumento distintivo per lo sviluppo sociale. In particolare, – fa sapere TIM in una nota – le nuove idee dovranno trovare applicazione in ciascuno dei tre macro ambiti: inclusione sociale, per garantire una risposta ai bisogni inclusivi della nostra società, con particolare attenzione ai problemi che la pandemia e le conseguenze della guerra hanno lasciato nelle nostre comunità; arte e cultura, per salvaguardare e sostenere il patrimonio culturale italiano. L’iniziativa è anche aperta a sostenere progetti che puntano alla realizzazione di spettacoli musicali e teatrali che utilizzano linguaggi nuovi, sostenibili e tecnologici; istruzione e ricerca scientifica, per realizzare progetti didattici e di ricerca che siano al passo con l’incessante e rapido cambiamento della società.Per ognuna delle tre aree è previsto il finanziamento di uno o più progetti fino ad un massimo di 700mila euro. Saranno favoriti progetti che prevedono un cofinanziamento pari ad almeno il 20% del costo complessivo del progetto stesso e saranno valutati in base al livello di innovazione tecnologica, all’impatto sul contesto sociale oltre al grado di fattibilità e sostenibilità economica. L’iniziativa di Fondazione TIM è rivolta a Enti filantropici, Fondazioni, Associazioni Riconosciute e di Promozione Sociale, Cooperative Sociali, Organizzazioni di volontariato, Università, Enti religiosi, Enti pubblici che operano senza finalità di lucro e con il coinvolgimento delle comunità territoriali. Le proposte potranno essere presentate dal 3 aprile al 10 luglio accedendo al sito della Fondazione TIm. LEGGI TUTTO

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    MFE (ex Mediaset) corre in Borsa dopo ricovero Berlusconi

    (Teleborsa) – I titoli MFE (ex Mediaset, che ora scambia con azioni MFE A e MFE B) sono in netto rialzo a Piazza Affari, dopo un’apertura in ribasso, in seguito alla notizia che il fondatore Silvio Berlusconi è stato nuovamente ricoverato all’ospedale San Raffaele. Secondo quanto riporta ANSA, citando fonti, Berlusconi è stato ricoverato in terapia intensiva per problemi cardiovascolari e si trova “in stato stazionario ma vigile”.Berlusconi, 86 anni, ha subito un importante intervento al cuore nel 2016 e ha avuto anche un cancro alla prostata. Nel settembre del 2020 a costringerlo a uno stop e al ricovero di nuovo al San Raffaele è stato il Covid, come lo ha chiamato lui stesso una “infernale malattia”. L’ultimo ricovero al San Raffaele è stato quello di fine marzo, quattro giorni di degenza.I trader si stanno muovendo sul titolo in modo speculativo, in quanto una eventuale scomparsa di Berlusconi aprirebbe scenari imprevedibili per l’azienda di Cologno Monzese, che è anche impegnata in una campagna per consolidare il settore televisivo a livello europeo.Buona la performance di MFE A, che si attesta a 0,4378 euro, con un aumento del 3,79%. A livello operativo si prevede un proseguimento della seduta all’insegna del toro con resistenza vista a quota 0,4497 e successiva a 0,4773. Supporto a 0,4221.Spicca il volo MFE B, che si attesta a 0,6545 euro, con un aumento del 4,30%. Operativamente le attese sono per un proseguimento della giornata in senso positivo con resistenza vista in area 0,672 e successiva a quota 0,715. Supporto a 0,629. LEGGI TUTTO