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    Vodafone, Fitch: cessione operazioni in Spagna è credit neutral

    (Teleborsa) – L’accordo con cui Vodafone intende vendere la filiale spagnola a Zegona per 5 miliardi di euro non influisce sul credit profile del colosso britannico delle telecomunicazioni, secondo Fitch Ratings.L’agenzia di rating prevede che il margine EBITDA del gruppo migliorerà di 0,6 punti percentuali nell’anno finanziario fino a marzo 2025 (FY25), data la minore redditività dell’attività ceduta rispetto al resto del gruppo. Tuttavia, l’impatto sulla leva finanziaria dipenderà dall’utilizzo dei proventi, che al momento non è chiaro. Inoltre, si aspetta un calo di 0,1 volte nell’EBITDA net leverage se la liquidità viene mantenuta in bilancio o utilizzata per ridurre il debito totale.Fitch non ritiene che questa transazione crei un significativo deterioramento del profilo aziendale del gruppo, date le solide posizioni di mercato di Vodafone negli altri principali mercati europei e la forte diversificazione geografica complessiva. LEGGI TUTTO

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    TIM in tensione in vista primo CdA: al vaglio le offerte KKR e Merlyn

    (Teleborsa) – Seduta vivace per TIM, che vanta un progresso del 2,21% in Borsa, alla vigilia del primo dei due CdA (venerdì e domenica) che dovranno valutare la proposta recapitata da KKR sulla rete e quella concorrente di Merlyn, saltata fuori a sorpresa la scorsa settimana, che non contempla la vendita di NetCo e chiede la sostituzione dell’Ad Pietro Labriola con l’ex Dg di TIM Stefano Siragusa.Il primo step sdarà la valutazione dell’offerta vincolante di KKR per Netco e di quella non vincolante per Sparkle. Dopo la prima fase di valutazione, si passerà alla fase di deliberazione nella giornata di domenica. Va ricordato che nella proposta avanzata da KKR c’è spazio anche per l’ingresso del Governo con una quota del 20% e fino a 2,5 miliardi di investimento, tanto che l’esecutivo di Giorgia Meloni ha chiarito che considera questa offerta come l’unica alternativa valida. La proposta però sarà valutata in parallelo all’altra offerta presentata dal fondo Merlyn di Alessandro Barnaba, un fondo infrastrutturale che ha messo sul piatto un piano di rilancio alternativo denominato “TimValue”, che non prevede la vendita della rete, ma l’uscita di TIM dalla divisione Consumer, e la sostituzione dell’attuale Ad con Stefano Siragusa, un volto noto in casa TIM.E proprio Siragusa, in una intervista a Il Sole 24 Ore, ha difeso la proposta avanzata dal Merlyn, affermando che è una soluzione “concreta e soprattutto industriale” che “facilita la creazione della rete unica a guida Cdp, salvaguardando l’occupazione”. L’ex manager di TIM ha anche smentito che dietro la proposta vi sia Vivendi, la quale ha comunque sollecitato il Board a consultare gli azionisti. “Il nostro piano è inclusivo: tutti possono contribuire, da Vivendi a Cdp, Kkr e Macquarie”, afferma Siragusa, ribadendo che TimValue è “un piano solido” e dovrà trovare il consenso degli azionisti.Secondo gli analisti di Intermonte, TimValue è “un chiaro tentativo dell’ultimo minuto di destabilizzare il Board di Tim” e l’offerta per il Consumer di 9 miliardi appare anche “poco realistica” mentre la cesisone della quota di Tim Brasil per 7 miliardi implicherebbe un premio di circa il 45% sull’attuale valore. Anche gli analisti di Intesa Sanpaolo ritengono che la vendita di Tim Brasil sarebbe sopravvalutata, implicando un potenziale valore del 100% di 10,5 miliardi rispetto all’attuale valore di mercato di 7,3 miliardi, così come la cessione del Consumer a 9 miliardi. LEGGI TUTTO

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    Fastweb: nei nove mesi ricavi a 1,91 miliardi (+6%)

    (Teleborsa) – Nei primi nove mesi dell’anno Fastweb ha acquisito 392mila nuovi clienti complessivi nei segmenti dei servizi di accesso fisso, mobile e wholesale con un incremento pari al 6% mentre i ricavi totali hanno raggiunto 1.911 milioni di euro, in aumento del 6% rispetto allo stesso periodo del 2022. Prosegue la crescita anche dei margini con l’EBITDA complessivo che al 30 settembre 2023 ha raggiunto i 640 milioni di euro (+2% rispetto ai primi nove mesi del 2022) e l’EBITDA inclusivo dei costi di locazione (EBITDAaL) che si attesta a 586 milioni di euro, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2022 e che senza una partita negativa straordinaria derivante da un contenzioso regolamentare nel secondo trimestre dell’anno si sarebbe attestato a 599 milioni di euro (+ 14 milioni di euro, rispetto allo stesso periodo del 2022).Al 30 settembre 2023 i clienti che hanno sottoscritto connessioni ultraveloci erano 2,3 milioni, in aumento dell’1% rispetto allo scorso anno. Circa l’89% della base clienti (+4 p.p. rispetto ai primi nove mesi del 2022), usufruisce di una connessione con performance da 100 Mbps fino a 1 Gigabit mentre sono 400mila clienti che navigano ad una velocità fino a 2,5 Gigabit al secondo. Grazie agli investimenti sull’infrastruttura di rete fissa Fastweb attualmente raggiunge il 93% delle famiglie e delle imprese sul territorio nazionale con connettività a banda ultralarga.In forte progressione anche il mobile che continua la sua crescita a doppia cifra. Al 30 settembre le SIM attive sono 3,4 milioni in crescita del 17% rispetto allo stesso periodo del 2022. In costante aumento è anche la quota dei clienti “convergenti” che adottano servizi mobili assieme a quelli fissi e rappresenta il 42,4% della customer base di Fastweb (+2 p.p. in 12 mesi) mentre prosegue il roll out della rete 5G mobile che attualmente è la più estesa d’Italia con una copertura pari al 70% della popolazione nazionale. I ricavi del segmento Consumer raggiungono quota 869 milioni di euro segnando un incremento dell’1,5% rispetto a primi nove mesi del 2022.Il numero di linee a banda ultralarga fornite dalla divisione Wholesale agli altri operatori nazionali è stato pari a 579mila, con un aumento di ben il 39% rispetto all’anno precedente mentre gli altri business più tradizionali della divisione Wholesale hanno avuto uno sviluppo più lineare. Nei primi nove mesi dell’anno in crescita anche i ricavi che si attestano a 228 milioni di euro, in crescita del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.Con una quota di mercato consolidata al 34% anche la Business Unit Enterprise registra ottime performance, con ricavi in crescita che nei primi nove mesi dell’anno si sono attestati a 814 milioni di euro (+11% rispetto al pari periodo del 2022), un incremento significativo sostenuto grazie all’ampio portafoglio di servizi abilitanti la digital transformation delle PA e delle aziende, come il Cloud Computing, la sicurezza informatica e il 5G e lo sviluppo di nuove soluzioni data-driven come l’IoT e l’Intelligenza Artificiale.Prosegue inoltre anche l’impegno dell’azienda sul fronte della sostenibilità sociale per la più ampia diffusione delle competenze digitali tra la popolazione. A fine settembre il numero dei partecipanti ai corsi gratuiti erogati dalla Fastweb Digital Academy sulle nuove professioni digitali è salito a 250mila. LEGGI TUTTO

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    Assemblea nazionale Anci, WINDTRE presenta il progetto Smart City

    (Teleborsa) – WINDTRE sarà presente all’annuale assemblea nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia, che si terrà a Genova dal 24 al 26 ottobre, per presentare il progetto Smart City e i servizi dedicati alla pubblica amministrazione locale con l’obiettivo di sostenere i comuni nel loro percorso verso il modello di città intelligente. Sono già molti i comuni che hanno aderito al protocollo d’intesa Smart City con l’obiettivo di accrescere le competenze tecnologiche e di progettare soluzioni innovative dedicate a cittadini e imprese del territorio. Efficienza energetica, digitalizzazione dei processi decisionali in ambito turistico, servizi di mobilità intelligente e tutela dell’ambiente attraverso l’utilizzo dei Big Data Analytics sono alcune delle aree di maggior interesse per le quali WINDTRE si propone di supportare i Comuni in questo percorso di cambiamento.”Siamo felici di collaborare con le pubbliche amministrazioni nella trasformazione digitale e sostenibile – afferma Stefania Matrone, Direttrice Transformation & Development Office dell’azienda –. Negli ultimi mesi abbiamo incontrato numerosi sindaci di comuni in tutto il Paese, con i quali abbiamo discusso di innovazione e riscontrato un interesse diffuso. Il progetto Smart City si inserisce nel solco dell’impegno di WINDTRE di ridurre il divario digitale mettendo a disposizione un vero e proprio patrimonio di informazioni per le amministrazioni che vogliono innovare secondo un approccio data-driven”.”Per essere efficaci e coerenti con i nostri obiettivi ESG intendiamo supportare concretamente i Comuni italiani in questo percorso di trasformazione verso la Smart City – afferma Michele Lucantonio, Direttore vendite Enterprise di WINDTRE –. La nostra azienda si propone, infatti, come advisor delle amministrazioni e degli enti locali per sviluppare, grazie ad un’infrastruttura di ultima generazione e a competenze specifiche maturate dall’esperienza sul campo, una serie di servizi evoluti e personalizzati in base alle esigenze del territorio, capaci di semplificare e migliorare la vita quotidiana di cittadini e imprese”.Durante l’assemblea saranno siglati dei nuovi protocolli d’intesa che si aggiungono a quelli sottoscritti dalle altre amministrazioni che hanno già aderito al progetto. LEGGI TUTTO

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    TIM, doppio CdA il 3 e 5 novembre per offerte KKR

    (Teleborsa) – Il CdA di TIM ha comunicato che si riunirà il prossimo 3 novembre per esaminare l’offerta vincolante su NetCo e quella, di natura non vincolante, relativa a Sparkle, ricevute dal fondo statunitense KKR lo scorso 16 ottobre, nonché per esaminare la questione di quale organo sociale sia competente a decidere in merito. Il 4 novembre si terrà una riunione informale del consiglio per continuare a interpellare il management e i consulenti, specifica una nota. Ilconsiglio si riunirà di nuovo formalmente il 5 novembre per deliberare.Intanto, la Corte dei Conti italiana ha espresso alcune osservazioni critiche non vincolanti sul piano del Tesoro di aderire all’offerta di KKR per la rete di TIM, secondo quanto riportano diversi media italiani.”Pur prendendo atto che le attività valutative dell’operazione societaria risultano ancora in corso, queste Sezioni riunite ritengono che, allo stato attuale, il contenuto della motivazione del DPCM e dei prospetti finanziari preliminari trasmessi, anch’essi sintetici, non appaiono idonei a suffragare adeguatamente il giudizio di sostenibilità finanziaria dell’investimento”, secondo la Corte dei ContiImmediata la replica del MEF, che in un comunicato ha detto: “La Corte dei conti, al contrario di quanto riportato da alcuni organi di stampa, non ha espresso un giudizio preclusivo rispetto all’operazione di una Netco per l’acquisizione di TIM. I profili inerenti la sostenibilità finanziaria e la convenienza economica non sono stati analizzati in quanto la fase delle trattative non consentiva, allo stato, l’esame di dati definitivi rispetto all’operazione”. LEGGI TUTTO

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    Vivendi non ha ancora detto l’ultima parola sulla rete TIM

    (Teleborsa) – Non è ancora chiara la posizione di Vivendi sull’offerta presentata dal fondo americano KKR per la rete TIM, nonostante le “interlocuzioni” avute di recente con il governo. In occasione della conference call con gli analisti per la presentazione dei risultati preliminari del terzo trimestre, il Cfo del gruppo francese, Francois Laroze ha chiarito che l’ultima parola sarà di Vivendi e che la decisione sarà presa in assemblea. La posizione dei francesi “La posizione di Vivendi è molto chiara: è una mossa importante per l’evoluzione di Tim, la rete è una grossa parte del gruppo”. ha spiegato il manager, aggiungendo “in quanto maggiori azionisti, con oltre il 23% dei diritti di voto, vogliamo esprimere la nostra posizione ufficialmente nel corso di un’assemblea degli azionisti o di un’assemblea straordinaria”.”Credo che sia dovere di Tim dare la possibilità a tutti gli azionisti di esprimere la propria posizione”, ha aggiunto Laroze, ricordando che Vivendi ha sempre sostenuto che il valore dell’operazione è di 30 miliardi. A proposito delle diverse partecipazioni detenute da Vivendì, fra cui quella in Mediaset (ora MFE), il Cfo del gruppo francese ha spiegato “non abbiamo fretta, siamo molto pragmatici, vedremo, dipende dall’evoluzione, dai risultati mese dopo mese, poi decideremo che cosa fare”.L’offerta del fondo KKR Entro il termine di scadenza del 15 ottobre, TIM ha ricevuto dal fondo americano KKR l’offerta vincolante per NetCo, la società in cui è confluita la rete di TIM, ed include anche la vendita di Sparkle, a società di servizi infrastrutturali internazionali. Per quest’ultima, però, gli americani hanno formulato una nuova offerta non vincolante che si tradurrà in un’offerta vincolante entro il prossimo 20 dicembre, al termine delle attività di due diligence.Stando alle indiscrezioni circolate l’offerta di KKR per NetCo avrebbe raggiunto un valore complessivo di circa 20 miliardi di euro, più 3 miliardi di euro come “earn out” legati all’integrazione futura con Open Fiber. Per Sparkle sarebbero stati offerti solo 600 milioni. do cui 150 milioni di “earn out”. Con KKR si sarebbero mossi anche il governo che punta ad una quota del 20% con un investimento di circa 2,5 miliardi e F2i che potrebbe entrare nella partita con una partecipazione del 15%.Governo pronto a ogni opzione La posizione del governo intanto sembra alquanto neutrale, posto che sulla rete TIM c’è un interesse pubblico. Lo ha chiarito il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, presentando la Manovra. “Vediamo l’esito finale. Altrimenti si penserà a qualcosa di diverso ma non ci stiamo tirando indietro”, ha spiegato il titolate dell’Economia, ricordando che l’offerta di KKR “rispetta gli interessi dello Stato”. “La proposta è sul tavolo, ma il tema è complesso. La decisione spetterà al CdA di TIM e all’assemblea”. ha sottolineato Goorgetti, aggiungendo “non entro in questi aspetti”. Titolo TIM a piccoLe reazioni della Borsa l’indomani non sono state delle migliori. Le azioni TIM hanno ceduto circa il 6%, segno evidente che la partita è ben lontana da una conclusione. A generare malumore lo slittamento al 20 dicembre, l’ennesimo di una vicenda che si trascina da molto tempo, ed anche la vallorizzazione dell’offerta di KKR, che non ha avvicinato di molto la valutazione dei francesi. LEGGI TUTTO

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    Vivendi, ricavi in crescita nei 9 mesi grazie a Canal+ e Havas

    (Teleborsa) – Vivendi, una delle principali media company europee, ha chiuso i primi nove mesi del 2023 con ricavi pari a 7.124 milioni di euro, rispetto a 6.895 milioni di euro dello stesso periodo del 2022. L’aumento del 3,3% è dovuto principalmente alla crescita dei ricavi di Canal+ (+167 milioni di euro) e di Havas (+ 82 milioni di euro), parzialmente compensato dal decremento di Vivendi Village (-25 milioni di euro). A valuta e perimetro costanti, i ricavi di Vivendi sono cresciuti del 3,2%.I ricavi del terzo trimestre 2023 sono aumentati del 2,5% e del 3,1% a valuta e perimetro costanti, a 2,426 miliardi di euro.”La crescita dei ricavi per i primi nove mesi del 2023 riflette la validità della strategia di Vivendi – hanno commentato Yannick Bolloré, Presidente, e Arnaud de Puyfontaine, CEO – Canal+ e Havas hanno dimostrato la rilevanza delle azioni di trasformazione e internazionalizzazione che abbiamo implementato con loro negli ultimi anni”.”Prevediamo di finalizzare l’aggregazione con Lagardère entro la fine dell’anno, subordinatamente all’ottenimento delle necessarie approvazioni -hanno aggiunto – Il nostro gruppo assumerà quindi una nuova dimensione, con un incremento dei ricavi di circa il 70% grazie, in particolare, al contributo di Hachette, terzo editore di libri trade e didattici, e delle attività di travel retail. Allo stesso tempo anche la nostra posizione internazionale verrà rafforzata in modo significativo”. LEGGI TUTTO

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    Reti TLC, ANIE SIT Confindustria: “Oneri per investimenti imprese costruttrici + 300%”

    (Teleborsa) – Gli oneri finanziari degli investimenti sono oggi tutti a carico delle imprese e gravano per il 300 per cento in più che nel 2022. Nello scorso anno gli investimenti Capex hanno superato il margine operativo delle imprese che costruiscono le reti: uno squilibrio che pesa sulla cassa per -3,8 miliardi di euro. Il quadro della situazione emerge dall’incontro che si è tenuto stamane a Roma tra le imprese raggruppate in ANIE SIT e le Telco. All’incontro ha partecipato anche Luciano Ciocchetti, vicepresidente della XII commissione Affari sociali della Camera dei deputati. Per contrastare il combinato disposto di inflazione e tassi BCE, che agisce sulla già critica mancanza di manodopera qualificata per il settore, il presidente di ANIE SIT Luigi Piergiovanni ha presentato tre proposte. Anzitutto, una maggiore verticalizzazione sul Decreto Flussi, con l’assegnazione di numeriche dedicate al solo settore delle TLC, accompagnate a finanziamenti a fondo perduto per l’accoglienza e la formazione del personale. In secondo luogo, un contributo di inserimento professionale forfettario “on boarding” di 10 mila euro. Modalità già in uso presso le Regioni, in forma di una tantum per i primi tre mesi di inserimento. Infine, l’utilizzo dell’incentivo assunzione “Neet 2023” per la durata di tre anni, pari al 60% della Ral mensile, utile ai fini del TFR (Art. 27 Dlgs. maggio 2023 N.48, convertito in Legge 3/7/2023 N. 85). “L’indice dei prezzi al consumo sale – spiega Piergiovanni –, mentre non si intravvede una discesa del tasso Euribor. Questo ha un impatto sui nostri conti in media del +5,2 per cento. Nonostante siano state scaricate sul mercato gare del PNRR per 5,5 miliardi di euro, vediamo una progressione in discesa negli ultimi tre anni del saldo di cassa tra investimenti Capex e Ebitda degli operatori. Se nel 2019 si registrava un saldo positivo di 3,1 miliardi, nel 2021 eravamo scesi a 1,1 miliardi, per arrivare infine a -3,8 nel 2022”.Personale da formare, automezzi e dotazioni tecnologiche, costo dei ripristini stradali sono voci su cui occorre intervenire in maniera urgente e puntuale: ANIE SIT chiede, oltre al credito di imposta per investimenti in beni strumentali, deroghe di legge a favore delle aziende (senza limiti di dimensioni) che svolgono attività nell’ambito del PNRR, e la leva della legge 178/2020 per i beni materiali e immateriali 4.0. “Per reagire – conclude Piergiovanni – occorre intervenire subito con una maggiore verticalizzazione sul Decreto Flussi, perché nel nostro settore la formazione è più complessa rispetto ad altri comparti. Complessivamente una risorsa può arrivare a costare nel primo anno sino a 80 mila euro, il che spinge il break even delle aziende al termine di un arco di tempo di dieci anni. Non solo. La domanda fondamentale che dobbiamo porci ora è che cosa accadrà con l’outplacement di queste risorse dopo il 2026. Ringrazio l’onorevole Luciano Chiocchetti, intervenuto stamane ai nostri lavori e che si è detto pronto a far presente al ministro dell’Interno delle nostre esigenze. Ogni giorno in cui non mettiamo in campo azioni per raggiungere gli obiettivi del PNRR è un giorno perso». LEGGI TUTTO