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    TLC, Mediobanca: mercato italiano tra i più frammentati e competitivi

    (Teleborsa) – Nel primo semestre 2023 il giro d’affari aggregato dei principali gruppi mondiali delle telco ha realizzato una crescita del 2,4% rispetto al primo semestre 2022. Con un aumento del 5,9%, le società asiatiche hanno guidato la crescita del settore grazie ai player cinesi (+7,1%) forti del rafforzamento della quota di mercato nel 5G e così dell’accelerazione delle strategie di premiumization. È quanto emerge dal rapporto annuale dell’Area Studi Mediobanca sui maggiori gruppi nel settore delle telecomunicazioni.In rialzo anche gli operatori dell’Emea (+1,4%), ma con l’Europa pressoché stazionaria (+0,6%). In controtendenza i ricavi delle telco americane con una contrazione dell’1,3%. Le condizioni geopolitiche e i timori di recessione hanno frenato gli investimenti, scesi nel complesso del 2,6%, con punte del 3,9% nelle Americhe e del 5% in Europa. Anche considerano l’intero esercizio 2022 – che ha visto il giro d’affari aggregato dei 32 maggiori operatori mondiali crescere del 3,9% – le telco asiatiche continuano a dominare, chiudendo in progressione del +7,3%, mentre le dinamiche sono più contenute per i gruppi americani (+1,1%) e per l’Emea (+2,1%). Al primo posto per ricavi tra i colossi mondiali si colloca la statunitense Verizon (128,3 mld), tallonata dalla cinese China Mobile (127,4 mld). Seguono Deutsche Telekom (114,2 mld, i due terzi dei quali sviluppati negli Usa dalla controllata T-Mobile) e l’altra statunitense AT&T (113,2 mld), scalzata dal podio in seguito alla cessione di WarnerMedia dell’aprile 2022. La centralità dei player asiatici è confermata dalla presenza di cinque di essi tra i primi dieci operatori. Nella classifica mondiale, Tim è 20esima, superata dall’indiana Bharti Airtel, ma scenderebbe in 22esima posizione con ricavi stimati in 13,5 miliardi escludendo le attività di NetCo. Grazie alla cessione di NetCo, viene sottolineato, è stimata per Tim una riduzione dei debiti finanziari di 14,2 miliardi, con abbattimento della leva finanziaria al di sotto del 100%. Tale assetto, spiega il rapporto, consentirebbe di allineare l’incumbent italiano alle best practices europee, rimuovendo i vincoli che ne limitano il potenziale di crescita, sia in termini di operazioni non organiche che di sviluppi strategici che richiedono ingenti investimenti. In Europa il mercato italiano è quello in maggior contrazione – Nel 2022 il settore europeo delle telco è in timido miglioramento, ma non in Italia che, negli ultimi 5 anni, ha subìto il più ampio ridimensionamento tra i mercati del Vecchio Continente. Il primo mercato è quello tedesco con ricavi per 59,1 miliardi (+1,3% sul 2021), seguito da Francia (36,7 mld; +1,8%), Regno Unito (36 mld, al netto della vendita di device i cui importi non sono disponibili; +2,7%), e Spagna (30 mld; +0,6%); il nostro Paese occupa la quinta posizione con 26,9 miliardi, in contrazione del 3,3% sul 2021 e del 13,8% nel quinquennio, in entrambi i casi il più ampio ridimensionamento nel Vecchio Continente. Sul fronte dei ricavi, nel primo semestre 2023 Deutsche Telekom domina la classifica europea con 55 miliardi (-0,9% sul primo semestre 2022), seguita da Vodafone (22 mld, -2%), Orange (21,5 mld; +1,2%), Telefònica (20,2 mld; +3,7%), BT (10,3 mld; +2,4%), Altice (8 mld; +0,9% su base pro-forma) e Tim (7,8 mld; +3,8%). Estendendo il confronto al 2010, in Italia il giro d’affari del settore è diminuito di circa 15 miliardi (-3,7% medio annuo), con la rete mobile in maggior affanno (-5,1%) rispetto alla fissa (-2,4%). Le dinamiche sono influenzate da numerose variabili, sottolinea il rapporto, tra queste ci sono gli effetti regolamentari, con le tariffe di terminazione mobile in costante riduzione (passate da 0,76 euro nel 2020 a 0,4 euro nel 2023) e le pressioni competitive che in Italia hanno causato la più marcata contrazione dei prezzi dei servizi telefonici (-17,6%) rispetto al -3,2% medio europeo nell’ultimo quinquennio. L’Italia, sottolinea comunque il rapporto, ha recuperato terreno nel benchmarking europeo della connettività, con la copertura delle reti ad altissima velocità che è salita nel 2022 al 53,7% delle famiglie residenti (33,7% nel 2020) rispetto al 73,4% della media europea. In Italia la diffusione della banda larga fissa >100 Mbps, pari al 59,6%, è ora superiore alla media europea (55,1%) e di Germania (38,5%) e Francia (51,4%). Dal confronto tra i conti aggregati degli 11 principali operatori italiani e dei big player con sede nell’Emea, emerge una redditività inferiore dei primi, con graduale allargamento del divario nel quinquennio 2018-2022. Per i principali gruppi italiani il calo del giro d`affari e il rialzo dei costi hanno portato a un ebit margin dell’1,2% nel 2022 (dal 14,5% nel 2018), rispetto al 14,3% segnato dalle big dell`Emea (13,4% nel 2018). Anche la redditività del capitale investito descrive un percorso analogo, con il ROI aggregato delle telco italiane in discesa dal 6,2% del 2018 allo 0,5% nel 2022 (rispetto al 6,9% dell’Emea nel 2022), risultando costantemente inferiore, nell`ultimo quinquennio, al costo del capitale, stimato al 7,6% nel 2022. I principali operatori in Italia nel 2022 – Il mercato italiano delle telecomunicazioni è tra i più frammentati e competitivi del Vecchio Continente. Il Rapporto evidenzia come la necessità di raggiungere dimensioni di scala per affrontare investimenti infrastrutturali di lungo periodo, unita a una redditività non sempre adeguata, stia ridefinendo i contorni del settore. A fine 2022 nel nostro Paese operavano 5 player infrastrutturati e 20 operatori virtuali (MVNO) nel comparto mobile, mentre erano numerosi i soggetti attivi nella rete fissa, con l’aggiunta di nuovi attori quali Iliad, Sky Italia, Virgin Fibra e, da ultimo, Enel Fibra. L’unione tra Tiscali e le attività retail di Linkem (ora Tessellis) lo scorso agosto rappresenta un primo segnale di consolidamento del settore, anche se ancora non paragonabile a quanto osservabile a livello europeo, evidenzia Mediobanca. Basti pensare al mercato spagnolo e a quello inglese, nel primo caso con l’annunciata integrazione tra Orange Spain e Masmovil (il secondo e il quarto operatore mobile) e con Vodafone che a ottobre ha annunciato la cessione delle proprie attività nel Paese iberico, operazione che fa seguito all’annunciata integrazione delle proprie attività nel Regno Unito con quelle di Three UK (controllata da CK Hutchison). LEGGI TUTTO

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    Open Fiber, conclusi i lavori per la rete a Balvano

    (Teleborsa) – È già operativa a Balvano la nuova rete pubblica di telecomunicazioni a banda ultra larga. Open Fiber ha concluso i lavori di realizzazione dell’infrastruttura di rete che consente a cittadini, imprese e professionisti del Comune in provincia di Potenza di accedere ad Internet con prestazioni efficaci e all’avanguardia. L’intervento si è in particolare concentrato sulle zone meno densamente popolate e finora sprovviste di connettività ultraveloce. La rete ultraveloce oggi disponibile a Balvano raggiunge 1.036 unità immobiliari attraverso la tecnologia FTTH (Fiber-to-the-home, la fibra ottica stesa fino all’interno degli edifici), unica soluzione in grado di garantire velocità di connessione a 1 Gigabit al secondo e anche oltre. Tra gli edifici rilegati spiccano anche 10 sedi di pubblica amministrazione, a partire dagli istituti scolastici.Si tratta – spiega Open Fiber in una nota – di un investimento strategico per la digitalizzazione del territorio che non grava sul bilancio del Comune. L’infrastruttura tecnologica, infatti, è stata finanziata con fondi regionali e statali nell’ambito del Piano Banda Ultra Larga (BUL) gestito da Infratel Italia, società del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con il coordinamento della Regione Basilicata. Molto ridotto l’impatto per la posa della fibra, grazie a tecniche di scavo innovative e sostenibili che consentono ad Open Fiber di riutilizzare infrastrutture esistenti.”Grazie alla rete FTTH e al progetto di cablaggio di Open Fiber, Balvano si dota di una rete ultra broadband in grado di erogare volumi di traffico dati sempre maggiori, consentendo di fare un uso veloce e abilitante dei collegamenti per lo smart working, lo streaming dei contenuti in HD, gli acquisiti online e l’accesso ai servizi da remoto della Pubblica amministrazione”, spiega Alessio Giammarino, field manager dell’azienda guidata dall’amministratore delegato Giuseppe Gola. LEGGI TUTTO

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    TLC, Asstel: In Italia ricavi 2022 in calo di 800 milioni, dal 2012 prezzi -34%

    (Teleborsa) – Nel 2022 i ricavi degli Operatori Tlc in Italia sono stati pari a 27,1 miliardi (-0,8 miliardi rispetto al 2021). Prosegue, dunque, il calo dei ricavi, a differenza di quanto registrato in Francia (+2%) e Germania (+1%). È quanto emerge dal Rapporto sulla filiera delle Telecomunicazioni in Italia 2023 presentato oggi – presso l’Aula Magna Mario Arcelli dell’Università Luiss Guido Carli di Roma – da Asstel-Assotelecomunicazioni e dalle Organizzazioni Sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil ed elaborato grazie alla collaborazione con gli “Osservatori Digital Innovation” della School of Management del Politecnico di Milano. Il Forum Nazionale delle Telecomunicazioni in Italia Edizione 2023 “Connessi per l’Italia Persone, infrastrutture e servizi per il futuro del Paese” è stato patrocinato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale e si è tenuto alla presenza del Presidente del BEREC, Konstantinos Masselos, del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale, Alessio Butti e del Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Claudio Durigon.I primi sei mesi del 2023, secondo gli ultimi dati Agcom, evidenziano una ripresa dei ricavi del mercato fisso (+3,4%), mentre per il mercato mobile continua il segno negativo (-3,5%). I costi operativi in aumento del +1% nel 2022, malgrado i programmi di contenimento attivati, a causa principalmente dell’andamento dell’inflazione in Italia e dell’imprevedibile aumento dei costi energetici. Tra il 2021 e il 2022 in Italia i prezzi relativi a terminali e servizi di comunicazione sono scesi del -1,4%, contro una media europea del -0.4%. Da dicembre 2012 a dicembre 2022 l’Italia mostra un calo del -34%, il maggiore tra i principali Paesi europei. Nei primi sei mesi del 2023, secondo i dati dell’Osservatorio Agcom, si assiste ad una leggera ripresa dei prezzi con un +0,4%. Gli investimemti invece sono stati pari a i pari a 7 miliardi, con un’incidenza del 26% sui ricavi totali degli operatori Tlc. Il saldo di cassa degli operatori Tlc (differenza tra Ebitda e Capex) per la prima volta è negativo e pari a -3,8 miliardi (nel 2010 era 10,5 miliardi), “segno che la marginalità del settore, in continuo calo da diversi anni, è sempre più assorbita dagli investimenti sostenuti. Il valore negativo registrato nel 2022 risente soprattutto della maxi-rata di 4,5 miliardi di euro pagati per le frequenze 5G e della riduzione dell’Ebitda, frutto di un aumento dei costi e di una continua contrazione dei ricavi. Al netto delle licenze, il valore sarebbe comunque in diminuzione e pari a 0,7 miliardi”. Nel 2022 continuano a crescere i volumi di traffico dati da rete fissa (+10%) e da rete mobile (+31%). Considerando solo gli ultimi tre anni, il valore del traffico dati mobili è quasi triplicato (+184%) mentre quello fisso è aumentato del 93%. Gli operatori tlc nel 2022 hanno coinvolto in attività di upskilling e reskilling quasi il 97% del totale dei lavoratori, in crescita rispetto al 94% del 2021. Mediamente nel corso del 2022, ciascuna persona coinvolta ha seguito circa 6 giornate di formazione, in aumento rispetto alle 4/5 previste. Anche tra gli altri attori della Filiera Tlc la percentuale di lavoratori coinvolti in attività di formazione è elevata: quasi uno su due. La filiera delle Tlc è strategica in quanto abilita la trasformazione digitale e i processi di innovazione del Paese, grazie alla connettività, alla creazione e allo sviluppo di nuovi servizi digitali ad essa direttamente collegati. Le imprese TLC, attraverso le proprie competenze distintive, di progettazione, costruzione ed esercizio del sistema di reti più articolato del mondo, anche grazie alla diffusa presenza sui territori e alla loro alta professionalità, conoscono le necessità degli utenti e sono in grado di sviluppare nuovi servizi digitali che rispondono alle esigenze di persone, imprese e Pa in tutti i principali settori del sistema economico. “La Filiera delle TLC è strategica in quanto – ha affermato Massimo Sarmi, Presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni – abilita la trasformazione digitale e i processi di innovazione del Paese, grazie alla connettività, alla creazione e allo sviluppo di nuovi servizi digitali ad essa direttamente collegati. Le imprese TLC, attraverso le proprie competenze distintive, di progettazione, costruzione ed esercizio del sistema di reti più articolato del mondo, anche grazie alla diffusa presenza sui territori e alla loro alta professionalità, conoscono le necessità degli utenti e sono in grado di sviluppare nuovi servizi digitali che rispondono alle esigenze di persone, imprese e PA in tutti i principali settori del sistema economico. La TLC vedono nel cloud, nella cybersecurity, nei data analytics e nei servizi industriali 5G le principali aree di sviluppo per l’offerta diretta di servizi digitali. Tuttavia, le dinamiche economiche stanno minando la sostenibilità del Settore. In uno scenario di mercato in cui l’Europa registra dinamiche di crescita inferiori alle altre grandi aree mondiali, l’Italia mostra un quadro particolarmente difficile. Tra i principali Paesi europei, l’Italia risulta quello con la diminuzione dei ricavi più significativa negli ultimi 12 anni. Nel 2022, rispetto all’anno precedente – ha proseguito Sarmi – i ricavi degli Operatori TLC, nel nostro Paese, sono diminuiti del 3%, come effetto di una riduzione del 4% del segmento mobile e del 2% di quello fisso, mentre in Francia, Germania e Spagna si è registrato un incremento dei ricavi grazie alla crescita dei ricavi business e alla differenziazione dei canoni delle offerte in funzione del livello di servizio. Gli Operatori italiani hanno messo in campo programmi di contenimento dei costi, ostacolati dall’inflazione crescente e dall’elevato costo di approvvigionamento energetico. Nel 2022, inoltre, è diminuito lievemente il valore dei CAPEX infrastrutturali per gli Operatori italiani, attestandosi, comunque, nell’intorno dei 7 miliardi di euro. L’effetto netto di questi andamenti è una riduzione del saldo di cassa (EBITDA -CAPEX), pari a 0,7 miliardi di euro nel 2022 e che, considerando anche il pagamento della maxi-rata per le frequenze 5G, 4,5 miliardi di euro, diventa addirittura negativo. Questo indicatore mette in evidenza come la marginalità del Settore sia assorbita dagli investimenti necessari per lo sviluppo dell’infrastruttura e il supporto alla trasformazione digitale del Paese. Per la sostenibilità e lo sviluppo industriale della Filiera sono fondamentali da un lato la sfida della trasformazione digitale, la costruzione delle competenze necessarie, accanto a nuove strategie di business, dall’altro la realizzazione di una nuova politica industriale dedicata per accompagnare le trasformazioni in atto e la modifica del quadro normativo per ridurre i costi e la burocrazia nonché per una rapida diffusione delle infrastrutture e dei nuovi servizi. Questa consapevolezza sta maturando anche a livello Europeo, come emerge dalle più recenti iniziative comunitarie. Un’infrastruttura di telecomunicazioni all’avanguardia è un pilastro fondamentale per l’innovazione e la crescita del Paese”.”Anche quest’anno la fotografia dello stato del settore – commenta Fabrizio Solari, Segretario Generale SLC-CGIL – non si discosta dal trend negativo che perdura da almeno un decennio. L’anomalia continua ad essere costituita da una domanda che cresce, sia in quantità che in qualità, mentre i ricavi arrancano. Il minimo è ribadire che gli attuali assetti di mercato sono gravemente squilibrati sul lato dell’ossessiva attenzione al consumatore e perdono di vista gli interessi generali del Paese. Un prolungato contesto di questo tipo frena gli investimenti e l’industria delle TLC rischia di trasformarsi da fattore abilitante dell’innovazione a freno dello sviluppo. Permane l’assenza di una politica industriale di raccordo delle diverse azioni in campo, si fa quel che si può, comprando tempo senza però avere una reale prospettiva di rilancio duraturo. Penso che la novità più significativa del tempo presente non sta nei numeri del Rapporto, ma in quello che quei numeri stanno provocando. In effetti è in corso un profondo riassetto delle principali aziende del settore. Purtroppo, il tratto distintivo di queste iniziative non ci fa ben sperare, lo stato di necessità sembra farla da padrone e il modello prevalente dell’Europa che conta si sta sempre più allontanando da noi. Tutto questo peggiora la condizione del lavoro di oggi e pregiudica il lavoro di domani, con buona pace dei propositi di innovazione e di crescita economica e sociale”.”I dati presentati oggi – ha dichiarato Alessandro Faraoni, Segretario Generale Fistel Cisl – descrivono un quadro della Filiera TLC molto complesso. La sfida per la sostenibilità della Filiera nel suo insieme passa dalla sua trasformazione attraverso l’individuazione di nuove tendenze tecnologiche e nuove strategie di business che dovranno essere accompagnate da una nuova politica industriale. Siamo alla vigilia della presentazione della piattaforma contrattuale e guardando il contesto di difficoltà oggettiva della Filiera siamo consapevoli che sarà una sfida particolarmente complessa che però, come componente sindacale, dobbiamo intraprendere per dare risposte alle persone che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di una Filiera strategica per il Paese. Abbiamo la necessita di creare forti competenze digitali per includere i nativi digitali nella Filiera e allo stesso tempo trovare soluzioni per non escludere la fascia di lavoratrici e lavoratori più maturi. Determinante diventa quindi un significativo investimento sulla formazione permanente, anche per offrire nuovi gradi di occupabilità alle persone. Il Fondo di Solidarietà della Filiera TLC è uno strumento essenziale per favorire il raggiungimento di questo obiettivo. Per questo è necessario che il Fondo venga messo in condizione di operare fin da subito anche attraverso un contributo economico pubblico. L’appello è quello di lavorare insieme, Istituzioni, Sindacati e Asstel per gli interessi primari del Paese senza pregiudizi, valorizzando il nostro modello di Relazioni Industriali partecipativo, che da sempre rappresenta un fattore abilitante del cambiamento, che diventa ancora più importante in funzione del prossimo rinnovo del CCNL TLC e delle sfide che interessano tutte le imprese della Filiera a partire da quelle del CRM/BPO”.”La Filiera TLC è arrivata a un bivio drammatico. I numeri presentati oggi lo dimostrano in maniera evidente. Allo stesso modo anche sul lavoro abbiamo dovuto registrare un lungo periodo caratterizzato da modelli difensivi, che hanno visto un forte utilizzo di ammortizzatori sociali e razionalizzazioni, elementi che hanno inciso sia sulla contrattazione aziendale che sulla necessità di avviare l’indispensabile ricambio generazionale. Per questo, come già fatto lo scorso anno rinnoviamo la richiesta, ancora una volta, dell’apertura di un tavolo con il Governo per affrontare i tanti temi su cui abbiamo necessità di confrontarci per individuare soluzioni utili al rilancio del Settore. È necessario dare corso, insieme alle Istituzioni, – commenta Salvo Ugliarolo, Segretario Generale Uilcom-Uil – ad un intervento strutturale che possa dare stabilità alla Filiera rilanciando un asset strategico per il sistema Paese e tutelando oltre 200mila lavoratori che operano nel variegato mondo delle Telecomunicazioni cominciando dal mondo del CRM/BPO. Questo Settore merita delle regole che vadano nella direzione di dare una prospettiva industriale con una forte attenzione al mondo del lavoro e alle persone che ci lavorano, cosa che ad oggi non è ancora avvenuta”.”La trasformazione in atto della Filiera TLC richiede l’implementazione di nuovi modelli di organizzazione del lavoro, il rafforzamento e l’ampliamento delle competenze dei lavoratori, il coinvolgimento dei giovani in un’ottica di evoluzione generazionale. Sono questi i fattori chiave – concludono il Presidente di Asstel, Massimo Sarmi e i Segretari Generali delle Organizzazioni Sindacali di Categoria, Fabrizio Solari (SLC-CGIL), Alessandro Faraoni (FISTEL-CISL), Salvo Ugliarolo (UILCOM-UIL) – per contribuire allo sviluppo economico e sociale del Paese, dotando soprattutto i giovani delle skill necessarie, attraverso un dialogo costante con le Istituzioni scolastiche, accademiche e gli ITS Academy, per essere pronti al mondo del lavoro di oggi e di domani, per rispondere ai nuovi modelli di business che le imprese stanno sviluppando, grazie anche all’impulso dei fattori abilitanti digitali come i Big data, il Cloud, l’IoT, la Cybersecurity, l’Intelligenza Artificiale e il 5G. Abbiamo il compito di accompagnare il processo di evoluzione del lavoro e riteniamo che il futuro della Filiera passi anche per la creazione di percorsi formativi permanenti, in chiave di upskilling e di reskilling. Resta fondamentale un pieno sostegno da parte delle Istituzioni agli investimenti pubblici e privati in Ricerca e Sviluppo, agli investimenti in formazione delle competenze e al rafforzamento dell’istruzione professionale e STEM. Sono queste le sfide che ci vedono impegnati, e per affrontarle è necessario poter disporre anche di strumenti come il Contratto di Espansione che in questi anni ha dimostrato la sua capacità di accompagnare l’evoluzione del lavoro in linea con le trasformazioni in corso. Sarebbe, quindi, determinante che il Governo rifinanzi questo strumento in ragione della sua capacità di favorire il cambio generazionale e i necessari percorsi di aggiornamento delle competenze dei lavoratori in coerenza con la trasformazione digitale delle imprese. Inoltre, crediamo che il Fondo di Solidarietà TLC, istituito con il Decreto del Ministero del Lavoro, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze 4 agosto 2023 sia un ulteriore strumento essenziale per accompagnare le azioni di formazione, riqualificazione e riorganizzazione rese necessarie dai processi di innovazione tecnologica. Il Fondo sarà attivo dal 1° gennaio 2024 e per consentirne fin da subito, per il primo triennio di attività, il pieno perseguimento dei propri obiettivi è necessario un sostegno economico pubblico aggiuntivo al finanziamento da parte di imprese e lavoratori. Per questo è determinante un dialogo costante con le Istituzioni per dare forma a strumenti che rispondano concretamente ai bisogni dei lavoratori e delle imprese”. LEGGI TUTTO

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    TIM, Labriola: “Per rete necessario dialogare. Italianità garantita”

    (Teleborsa) – L’Ad di TIM, Pietro Labriola, si dice convinto che l’operazione NetCo “andrà in porto” ed “estremamente fiducioso” per la cessione di Sparkle “che viaggia parallela”. Lo ha ribadito il manager in una intervista a Cass Cnbc, che sarà pubblicata domani anche da Milano Finanza, spiegando che l’italianità della rete sarà garantita dal Golden Power e dalla partecipazione del MEF all’operazione.”Il dialogo con i francesi in questi due anni è stato anche costruttivo”, ha detto Labriola a proposito di Vivendi, azionista di riferimento con una quota vicina al 24%, che avrebbe preferito un esame dell’operazione da parte dell’Assemblea. “Ritengo che sia importante in questo momento sedersi al tavolo e dialogare nell’interesse degli azionisti, dell’azienda, dei dipendenti e di tutti gli stakeholder”, ha detto Labriola dopo le polemiche scaturite a valle del CdA che ha approvato l’operazione NetCo. “Il progetto concluso domenica scorsa è un progetto approvato a luglio dell’anno scorso, quando in CdA sedeva ancora il maggiore azionista. Poi hanno tutti il diritto di poter dare delle indicazioni, io sono a disposizione però secondo me dobbiamo aprire sempre più al dialogo ed evitare di strumentalizzare”, ha affermato Labriola, ricordando che questo progetto “ridefinisce la strategia industriale di Tim, ma avrà anche impatti sulla strategia industriale delle tlc del nostro Paese”.Affrontando il tema della stabilità occupazionale, il manager ha ricordato che “Open Fiber ha dichiarato di voler assumere 5000 persone, quindi vuol dire che per le attività di rete c’è bisogno di personale”. “La nostra è una azienda che utilizza la leva del prepensionamento indistintamente e ininterrottamente da 10 anni – ha proseguito – è un azienda che fino ad oggi ha utilizzato tutti gli strumenti disponibili volti a garantire il più possibile la stabilità occupazionale, come l’utilizzo della solidarietà”. Guardando al futuro ed in particolare alla scadenza del suo mandato nella primavera del 2024, Labriola ha detto “avendo avviato questo progetto, io sento il peso e la responsabilità di portarlo a termine. Ma non sono io a scegliere. Se gli azionisti vorranno che io continui questo progetto io sono disponibile”. LEGGI TUTTO

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    TIM: S&P pone rating in creditwatch positivo dopo offerta KKR

    (Teleborsa) – S&P ha messo il rating di TIM sotto osservazione per un possibile rialzo, “a seguito del recente annuncio per cui il consiglio di amministrazione di TIM ha approvato l’offerta di KKR su NetCo”, scrive l’agenzia di rating. “Abbiamo quindi posto tutti i nostri rating su TIM, compreso il nostro rating creditizio a lungo termine ‘B+’, su CreditWatch con implicazioni positive”. LEGGI TUTTO

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    Intred, fatturato 9 mesi sale a 36,8 milioni di euro

    (Teleborsa) – Intred, operatore di telecomunicazioni quotato su Euronext Growth Milan, ha registrato un fatturato al 30 settembre 2023 pari a 36,8 milioni di euro, in crescita del 8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.L’incremento di fatturato è stato sostenuto principalmente dalle vendite di connessioni in fibra ottica pari a 22,2 milioni in aumento del 13,3% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno. La crescita è dovuta principalmente ai servizi con canoni ricorrenti, core business dell’azienda, che rappresentano circa l’86,8% del fatturato, pari a 31,9 milioni.”Nel terzo trimestre del 2023, prosegue in modo significativo la crescita del fatturato, il quale riflette i notevoli sforzi compiuti da Intred nello sviluppo della sua rete in fibra ottica proprietaria in tutta la Lombardia – ha commentato il CEO Daniele Peli – Grazie ai Bandi Scuole, l’azienda sta promuovendo l’espansione delle vendite anche in province dove la nostra presenza era precedentemente limitata. Questo risultato ha notevolmente incrementato le vendite anche nel settore pubblico locale e nei comparti Wholesale e Professionale. Questo notevole sviluppo è il risultato diretto degli investimenti continui in attività di marketing ed del rafforzamento della forza vendita.La rete in fibra ottica di proprietà è cresciuta fortemente nel terzo trimestre 2023 con un +16,8%, passando dai 9.500 Km del 31 dicembre 2022 agli oltre 11.000 Km di settembre 2023. LEGGI TUTTO

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    TIM, Rossi: “Vendita rete decisione giusta: verso riduzione consistente del debito”

    (Teleborsa) – “Ieri il consiglio di amministrazione ha preso decisioni molto importanti per la vita dell’azienda, sulla base di un’analisi molto approfondita e anche molto lunga, perché il consiglio è durato praticamente tre giorni ininterrotti”. È quanto ha detto il presidente di Tim, Salvatore Rossi, a margine del premio Anima per la cultura in merito all’operazione Netco di vendita della rete a Kkr che oggi non è stata apprezzata dal mercato. “Questa analisi – ha aggiunto Rossi – ha avuto il conforto intanto di una copiosa documentazione messa a disposizione dal management e poi anche dei pareri di numerosissimi consulenti di alta reputazione di cui ci siamo avvalsi. Dunque siamo convinti di avere fatto integralmente il nostro dovere e di avere preso decisioni nell’interesse dell’azienda, del personale che vi lavora che è tanto e che aspettava queste decisioni con ansia, e dei suoi azionisti, di tutti i suoi azionisti. La borsa, il mercato azionario, è volatile per definizione, quindi una singola giornata di contrattazioni non ha grande significato. Vediamo nel corso dei prossimi giorni e nelle prossime settimane, via via che le informazioni su questa operazione, che è molto complicata, che non è semplice da capire neanche per analisti professionisti, saranno rese note, anche nella call con gli analisti di giovedì dopo l’esame dei conti da parte del Cda”.”Gli azionisti hanno i loro diritti, come ha detto il ministro Giorgetti, e li fanno valere nelle sedi che ritengono opportune e nessuno conculca i diritti quindi sono liberi di farlo. Che il progetto rimanga impantanato non direi, direi che il progetto comunque va avanti” ha detto Rossi in merito al contenzioso annunciato da Vivendi sul progetto di vendita di Netco a Kkr –. Ci sarà un contenzioso? Non ci sarà? Non lo so, non posso saperlo. In ogni caso noi si va avanti con la certezza di aver fatto veramente tutto quello che era in nostro potere fare, per il bene dell’azienda, di chi vi lavora e di tutti gli azionisti”.”I posti di lavoro, per quello che è sta a me, posso assicurare che fino a questo momento nessuno è stato licenziato. Ci sono state alcune uscite volontarie ma nessuno è stato licenziato, non c’è stato ricorso alla cassa integrazione e non è previsto che né l’una né l’altra cosa ci siano a seguito di questa operazione” ha detto il presidente di Tim spiegando che in Netco passeranno circa 20.000 dipendenti. “Gli aspetti riguardanti il debito è bene che li chiarisca Labriola, che è l’amministratore delegato e che ha la responsabilità e anche la capacità di farlo molto meglio di me. Il debito – ha concluso Rossi – si ridurrà molto a seguito di quest’operazione, uno degli scopi è proprio quello di ridurre in modo consistente, vorrei dire decisivo, il peso finanziario del debito che negli scorsi 25 anni ha gravato su Telecom Italia, su Tim, e l’ha molto frenata nei suoi disegni legittimi di sviluppo”. LEGGI TUTTO

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    TIM, firmato transaction agreement per Netco. ADIA partecipa con KKR

    (Teleborsa) – TIM ha comunicato che, in esecuzione delle deliberazioni assunte ieri dal CdA, è stato sottoscritto con Optics BidCo (società controllata da KKR e come ulteriore investitore Azure Vista, società interamente controllata da Abu Dhabi Investment Authority) il transaction agreement relativo a Netco.Il transaction agreement disciplina: il conferimento da parte di TIM di un ramo d’azienda – costituito da attività relative alla rete primaria, all’attività wholesale e dall’intera partecipazione nella controllata Telenergia – in FiberCop, società che già gestisce le attività relative alla rete secondaria in fibra e rame; e il contestuale acquisto da parte di Optics Bidco dell’intera partecipazione detenuta da TIM in FiberCop medesima, all’esito del predetto conferimento (FiberCop post conferimento Netco).Inoltre – si legge in una nota – il transaction agreement prevede che alla data del closing dell’operazione si proceda alla sottoscrizione di un master services agreement che regolerà i termini e le condizioni dei servizi che saranno resi da NetCo a TIM e da TIM a NetCo a seguito del completamento dell’operazione.Il perfezionamento dell’operazione è atteso per l’estate del 2024, una volta completate le attività prodromiche e soddisfatte le condizioni sospensive (completamento del conferimento della rete primaria, autorizzazione Antitrust, autorizzazione in materia di sovvenzioni estere distorsive e Golden Power).In relazione alle informazioni e alle dichiarazioni diffuse negli ultimi giorni e alla loro correttezza, la “società non ritiene opportuno esprimersi sugli organi di stampa riservandosi di farlo nelle sedi opportune anche alla luce dei loro effetti sull’andamento dei corsi di Borsa”, si legge nella nota. LEGGI TUTTO