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    Transizione ecologica, IEG e Università di Bologna danno il via a Scuola di Alta formazione

    (Teleborsa) – Collaborare in maniera strutturata sul tema dell’Economia Circolare, oggi di grande attualità e rilievo strategico. Questo l’obiettivo dell’accordo triennale siglato tra l’Università di Bologna e Italian Exhibition Group (Ieg). Nell’ambito dell’accordo, – spiega IEG in una nota – nasce l’organizzazione di una Scuola di Alta Formazione per la Transizione Ecologica rivolta a imprese, enti e associazioni promossa da Ecomondo – Italian Exhibition Group e diretta dall’Università di Bologna, in collaborazione con Rete Ambiente. “L’iniziativa – spiega Ieg – è strategica, nell’ottica della rivoluzione sostenibile del business che attraverserà sempre più a fondo l’economia del Paese, ed è rivolta a tutti i professionisti impegnati nell’innovazione dell’economia circolare, a partire da manager e dirigenti, fino ad amministratori, tecnici, consulenti, operatori. In particolare la Scuola si rivolge a figure come i waste, i sustainable e gli energy manager, ma anche a direttori qualità, all’HR, al marketing, a direttori gare e appalti, facility manager, compliance legal affairs, e comunque a tutti i professionisti interessati alla svolta della sostenibilità”.”Negli ultimi anni – afferma il rettore di Unibo, Francesco Ubertini – l’economia circolare e la transizione ecologica sono state al centro di numerosi progetti nazionali ed internazionali, in stretta collaborazione con le imprese. Anche riguardo all’offerta didattica, questi temi caratterizzano sempre più i nostri corsi, con un approccio che coniuga interdisciplinarità ed innovazione. Per questo ci fa molto piacere attivare questa Scuola di Alta Formazione, in collaborazione con Ieg ed altri soggetti istituzionali ed imprenditoriali, con i quali abbiamo una consolidata interazione, in particolare grazie all’esperienza di Ecomondo”.”La transizione ecologica oggi è il percorso necessario e al contempo il traguardo più prezioso – dice il presidente di Ieg, Lorenzo Cagnoni –. Grazie alla lunga esperienza e alle relazioni internazionali della nostra SpA, maturate non solo in 23 edizioni di Ecomondo ma in tutta la concezione green delle nostre strutture fieristiche e congressuali e della nostra organizzazione, siamo pronti a dare il nostro contributo imprenditoriale alle aziende e a tutti gli operatori che intendono investire nella Circular Economy”.La Scuola di Alta Formazione per la Transizione Ecologica è inserita in un progetto, avviato circa un anno fa dall’Ateneo, per dare risposta alle numerose richieste di formazione continua raccolte dalle aziende, che prevede la possibilità di co-progettare e realizzare corsi singoli o percorsi formativi più strutturati, definiti in maniera sartoriale sulle necessità delle imprese, in particolare quelle di dimensioni medio-grandi. Il corso – si legge nella nota – avrà la durata di otto settimane, a partire dal 15 ottobre fino al 10 dicembre 2021, sarà suddiviso in 4 unità tematiche da 2 settimane ciascuna. Saranno 128 le ore di attività formativa con l’obiettivo di integrare saperi diversi e sviluppare nuovi strumenti per guidare le strategie aziendali verso uno sviluppo innovativo e sostenibile nelle principali industrie. Durante la prossima edizione di Ecomondo e Key Energy alla Fiera di Rimini (26-29 ottobre 2021) sono previste, inoltre, attività in presenza per creare momenti di integrazione culturale e operativa tra fiera e università. Del Comitato Scientifico della scuola fanno parte il direttore Fabrizio Passarini, professore associato – Dipartimento di Chimica Industriale “Toso Montanari”; Alessandra Astolfi Group Brand Manager Ieg; Alessandro Bratti, direttore generale Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), Giovanni De Santi, direzione “Risorse Sostenibili” del Joint Research Centre della Commissione Europea; Fabio Fava, professore ordinario – Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali, direttore Centro Interdipartimentale Alma Mater Institute on Healthy Planet, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna; Paola Ficco, giurista ambientale, direttore della Rivista “Rifiuti-Bollettino di informazione normativa”.L’iniziativa ha avuto il sostegno di Conai, Cib, Cic, Gruppo Cap, Novamont, Ispra, Garc, Forum Finanza Sostenibile, Fantozzi&Associati, Conou. Media Partner della Scuola di Alta Formazione per la Transizione Ecologica è l’agenzia di stampa Adnkronos. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo: Fondo di Beneficenza sostiene progetti sulle conseguenze del Covid-19

    (Teleborsa) – Il Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, in capo alla Presidenza della Banca, ha organizzato il seminario on line #checovidfatigue, per affrontare il tema del long Covid e della Covid Fatigue legato alle le conseguenze psicologiche del confinamento per periodi prolungati.Tornare a una vita normale, per giovani e adulti, per chi ha avuto perdite o chi ha curato i famigliari, comporta sforzi e scelte da supportare. Con l’incontro di oggi, il Fondo di Beneficenza intende richiamare l’attenzione delle organizzazioni del Terzo settore su questo aspetto ancora poco noto ma non secondario con l’obiettivo di raccogliere progetti innovativi rivolti al contrasto di un disagio che rischia di accentuare le fragilità – e farne nascere di nuove – nei prossimi anni.”Abbiamo deciso di organizzare questo seminario perché il tema è rilevante e ancora relativamente poco conosciuto” ha dichiarato Giovanna Paladino, Senior Director Fondo di Beneficenza Intesa Sanpaolo. “Il COVID ha travolto il mondo degli adolescenti e dei bambini che all’inizio sembravano essere stati risparmiati dalla pandemia. Purtroppo non è così e le conseguenze psicologiche del confinamento sono ancora poco conosciute ma, come testimonieranno i relatori, niente affatto secondarie. Tornare a una vita normale sarà difficile, non solo per i ragazzi, ma anche per chi il virus SARS-Covid-2 lo ha vissuto prendendosi cura dei malati o affrontando la perdita di familiari. Per questo richiamiamo l’attenzione del terzo settore affinché presenti progetti innovativi rivolti ad affrontare un disagio che ci condizionerà per alcuni anni”.”Ci sono dei momenti in cui il COVID ha determinato il rischio che non ci si potesse più toccare, stringere una mano” ha aggiunto Damiano Rizzi, psicologo clinico e Presidente di Fondazione Soleterre Onlus, direttamente impegnato in presenza nei reparti Covid del Policlinico San Matteo durante l’emergenza a Marzo 2020 e nelle fasi successive. “E credo che il nostro lavoro come psicologi clinici in prima linea in ospedale (e poi in tutta Italia), abbia anche significato mantenere quel contatto, quella connessione con coloro che rischiavano di smarrirsi in quel periodo traumatico: le persone ricoverate, il personale sanitario, i familiari, chi si sentiva solo e chi era sopraffatto dalla paura. E in qualche modo, a livello simbolico, abbiamo tenuto stretta, con quella mano, la possibilità che nulla, non una parola, non un pensiero, non un gesto, non un suono andasse perso. Il prendersi cura significa questo: non dimenticare nessuno e nessun aspetto, in ogni situazione, anche quando prendersi cura vuole dire dare la propria vita. Perché questo significa dare valore alla vita degli altri”.”Sono molto riconoscente al Fondo di Beneficienza di Intesa Sanpaolo per aver acceso i riflettori su questo importante tema, ovvero l’impatto della pandemia sulla salute fisica e psicologica di soggetti fragili come i bambini, gli adolescenti e gli anziani” ha commentatoRoberto Vignola, Vice Direttore Generale Fondazione Cesvi. “Sono questi dei target ai quali Fondazione Cesvi, in emergenza e post emergenza, ha indirizzato degli interventi quotidiani mirati, diventati un vero ‘osservatorio privilegiato’ di questi fenomeni ancora poco tracciati. L’anno e oltre di pandemia ha creato un vero “trauma collettivo da Covid- 19″ un reale impatto sulla salute fisica e mentale collettiva e a pagarne il prezzo più alto sono stati i più vulnerabili. Migliaia di bambini con fragilità preesistenti, a causa di un maggiore componente stressogena all’interno del proprio nucleo famigliare durante i lockdown sono stati esposti a maggiore rischio di maltrattamento mentre gli anziani, isolati per periodi prolungati, lontani dai propri affetti e dalla normalità che erano abituati a vivere, rischiano ancora oggi un maggior decadimento cognitivo accompagnato dall’insorgenza di ansia e depressione”.Il supporto psicologico ai malati di Covid e ai soggetti maggiormente colpiti dalla pandemia è una delle priorità delle Linee Guida del Fondo di beneficenza di Intesa Sanpaolo per il biennio 2021-2022, come risposta a uno dei molteplici rischi legati alla pandemia Covid-19 segnalato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La cosiddetta pandemic fatigue, ovvero un insieme di demotivazione e fatica nel seguire i comportamenti protettivi indispensabili per fronteggiare l’emergenza sanitaria, tende a emergere negli individui di fronte a eventi avversi, con caratteristiche di lunga durata, tali da considerare la salute mentale un problema urgente e di dimensione significativa da affrontare tanto quanto la necessità di contenere il virus.In questo ambito rientrato a titolo di esempio progetti a favore di operatori sanitari, malati di Covid-19, familiari delle vittime, anziani, caregiver, bambini, adolescenti e giovani con disturbi psichici. Le Linee Guida del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo che ne indirizzano l’attività nei prossimi due anni 2021-2022, indicano tra le tematiche prioritarie di intervento il supporto psicologico a soggetti colpiti dalla pandemia.Nel 2021 saranno 16 milioni di euro le risorse che il Fondo di Beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale di Intesa Sanpaolo potrà erogare per offrire sostegno alle persone più fragili attraverso i progetti realizzati da enti non profit impegnati a dare una risposta ai problemi del Paese causati dalla crisi sanitaria, economica e sociale. LEGGI TUTTO

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    La BCE terrà conto dei rischi climatici negli acquisti di bond corporate

    (Teleborsa) – Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha stabilito gli obiettivi e una tabella di marcia per incorporare ulteriormente le considerazioni sui cambiamenti climatici all’interno della propria politica monetaria. La decisione segue la conclusione della revisione della strategia dell’istituzione di Francoforte, che ha anche rivisto il proprio obiettivo di inflazione. Pure sempre all’interno del suo mandato e rispettando i trattati, la BCE ha deciso di aumentare il proprio contributo alla lotta ai cambiamenti climatici, delineando vari interventi. La maggior parte di essi avrà bisogno di ulteriori approfondimenti e i loro effetti saranno tangibili dal 2022 in avanti.In primis, la BCE accelererà lo sviluppo di nuovi modelli e condurrà analisi teoriche ed empiriche per monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici sull’economia, il sistema finanziario e la trasmissione della politica monetaria. Saranno sviluppati nuovi indicatori riguardanti gli strumenti finanziari green e la carbon footprint degli istituti finanziari, nonché la loro esposizione ai rischi fisici legati al clima.La BCE introdurrà inoltre obblighi di informativa per gli asset del settore privato come nuovo criterio di ammissibilità o come base per un trattamento differenziato nell’ambito delle attività di acquisti di asset. A partire dal prossimo anno, saranno condotti stress test climatici per valutare l’esposizione ai cambiamenti climatici dell’Eurosistema.Uno dei cambiamenti più importanti riguarda poi gli acquisti di obbligazioni societarie. “La BCE adeguerà il quadro che guida l’allocazione degli acquisti di obbligazioni societarie per incorporare i criteri relativi ai cambiamenti climatici, in linea con il suo mandato – viene evidenziato – Questi includeranno l’allineamento degli emittenti con, come minimo, la legislazione dell’UE che attua l’accordo di Parigi attraverso metriche o impegni degli emittenti relativi ai cambiamenti climatici”. LEGGI TUTTO

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    CAREL, finanziamento sustainability linked per 20 milioni da Mediobanca

    (Teleborsa) – Carel Industries, azienda quotata sullo STAR e attiva nella produzione di componenti per apparecchiature e impianti di condizionamento e refrigerazione, ha stipulato con Mediobanca un sustainability linked loan, per un importo pari a 20 milioni di euro con durata quinquiennale e un meccanismo amortizing. L’obiettivo è quello soddisfare l’ordinario fabbisogno finanziario del gruppo e creare un portafoglio di strumenti di finanza sostenibile.Il contratto comprende un meccanismo che prevede la riduzione del tasso di interesse al raggiungimento di target quantitativi annuali in materia di sostenibilità sociale, che riguarderanno il riequilibrio di genere all’interno del gruppo. A questo proposito, CAREL nel 2020 ha partecipato ad operazioni di recruiting ed employer branding orientate verso le giovani donne studentesse di discipline STEM.”La canalizzazione dei flussi finanziari verso iniziative e soggetti che pongono la sostenibilità ambientale e sociale alla base del proprio sviluppo è e sarà un elemento essenziale nel ridisegnare l’economia mondiale nei prossimi decenni – ha detto Nicola Biondo, direttore finanziario del gruppo – Essere in prima linea in questo processo ci rende particolarmente orgogliosi e ci spinge a perseguire con entusiasmo obiettivi sempre più sfidanti”. LEGGI TUTTO

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    A2A, ordini per 1,2 miliardi per sustainability-linked bond da 500 milioni

    (Teleborsa) – A2A ha collocato con successo il suo primo sustainability-linked bond da 500 milioni di euro, con durata 10 anni. L’emissione ha ricevuto ordini per 1,2 miliardi di euro, oltre 2,5 volte l’ammontare offerto. Il titolo è stato collocato ad un prezzo di emissione pari a 99,547% e avrà un rendimento annuo pari allo 0,672% e una cedola di 0,625%, con uno spread di 65 punti base rispetto al tasso di riferimento mid swap.L’obbligazione è collegata al conseguimento di un target di sostenibilità relativo alla riduzione delle emissioni dirette (Scope 1) di gas serra per chilowattora di energia prodotta. In particolare, la cedola è legata al raggiungimento del target di sostenibilità e prevede un incremento (step-up) del tasso d’interesse pari a 25bps in caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo. L’obiettivo della multi-utility italiana, si legge in una nota, è di raggiungere entro il 2025 una quota pari o inferiore a 296 g di CO2 per kWh, coerente con il commitment della Science Based Target approvato a marzo 2020.”Questo primo Sustainability-Linked Bond coniuga obiettivi fissati nel Piano Industriale e traguardi di sostenibilità, confermando l’impegno di A2A a sostegno della lotta al cambiamento climatico – ha dichiarato Andrea Crenna, CFO di A2A – L’operazione si inserisce inoltre nel percorso del gruppo volto ad aumentare la quota di debito ESG, con un target superiore al 70% al 2030″.(Foto: Fre Sonneveld on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    B20, aumenta collaborazione tra big del settore energetico per favorire transizione

    (Teleborsa) – Maggiore collaborazione tra le aziende del settore, una grossa spinta sugli investimenti tecnologici, regolamentazioni più chiare e condivise. Sono questi i temi condivisi che sono emersi dagli interventi dei CEO di alcune delle più grandi aziende energetiche italiane durante il “B20 – G20 Dialogue on Energy, Climate and Environment”, un evento in cui si è riflettuto sul ruolo significativo che hanno le aziende energetiche nell’affrontare il problema del cambiamento climatico e nel favorire un transizione verso forme di energia meno inquinanti. La cornice era quella del B20, l’Engagement Group che ha l’obiettivo di formulare raccomandazioni di policy indirizzate alla presidenza italiana del G20.Secondo il CEO di Enel, Francesco Starace, per facilitare la transizione verso l’utilizzo di energia pulita nei prossimi dieci anni serviranno nuove e più avanzate infrastrutture, una supply chain più resiliente, maggiore accordo sui meccanismi di carbon pricing e il supporto della finanza sostenibile. I cambiamenti attesi non saranno però privi di sfide: “nella transizione molte persone avranno problemi a formarsi e trovare un nuovo lavoro, perciò la politica e le aziende avranno un ruolo così importante”, ha sottolineato Starace. Sul carbon princing (strumento che permette di attribuire un valore economico alla CO2 per aiutare le imprese ad adattare le proprie strategie), ha detto che non c’è ancora un allineamento della metodologia e che sarà fondamentale avere uno “standard unico per accelerare la transizione verso un’economia con meno emissioni di CO2”.Della necessità di meccanismi comuni sulla gestione dell’anidride carbonica ha parlato anche Marco Alverà, CEO di Snam, sottolineando l’importanza di puntare sul CCS, ovvero la cattura e sequestro (o stoccaggio) del diossido di carbonio. Alverà si è detto soddisfatto della collaborazione che sta emergendo tra le aziende del settore energetico nello sviluppo di soluzioni per combattere i cambiamenti climatici, evidenziano che l’apporto principale di Snam riguarderà i biocombustibili. “Avremo un bisogno significativo di biocombustibili e, tra di essi, un prodotto sicuramente non controverso è il biometano – ha detto Alverà – È facilmente trasportabile, immagazzinabile e permette di ridurre le emissioni di CO2. Inoltre, può essere usato nella stessa infrastruttura in cui si usa il metano”.Claudio Descalzi, CEO di Eni, ha allargato ulteriormente lo sguardo durante il suo intervento, citando i “disastri ambientali, le malattie infettive e incidenti informatici” come le tre maxi-categorie di eventi che potranno mettere in pericolo lo sviluppo globale nei prossimi decenni. “Le tecnologie sono il fattore abilitante, per mitigare i rischi e trovare soluzioni innovative per accelerare la transizione, ma non dobbiamo dimenticarci che le persone devono essere al centro della transizione”, ha detto Descalzi. LEGGI TUTTO

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    UE, presentato nuovo standard europeo per i Green Bond

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha presentato un nuovo standard europeo per i Green Bond con l’obiettivo di favorire gli investimenti in progetti che aiuteranno l’Unione europea a raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette di carbonio a metà secolo. Il nuovo regolamento, che potrà essere adottato su base volontaria, mira a creare un gold standard per le aziende e i governi che desiderano raccogliere fondi per progetti e programmi rispettosi dell’ambiente.”In questo decennio, stimiamo che l’Europa avrà bisogno di circa 350 miliardi di euro di investimenti extra annuali per raggiungere il suo obiettivo di emissioni al 2030 nei sistemi energetici. Questo si aggiunge ai circa 130 miliardi di euro necessari per altri obiettivi ambientali – ha commentato Valdis Dombrovskis, vice-presidente della Commissione europea – Sappiamo da tempo che i soldi pubblici non saranno sufficienti. E dobbiamo fare affidamento sul settore privato. Ecco perché la finanza sostenibile è così importante: genera investimenti alla scala necessaria”.Nel presentare il nuovo standard per i Green Bond, la Commissione europea ha sottolineato che il Vecchio Continente è già all’avanguardia sul tema rispetto al resto del mondo. “Siamo leader in questo settore. Circa la metà delle emissioni globali (di green bond, ndr) dello scorso anno ha avuto luogo nell’Unione europea e circa la metà delle obbligazioni green è denominata in euro, il che la rende la valuta più popolare per le obbligazioni verdi – ha spiegato Mairead McGuinness, Commissaria europea per i servizi finanziari – Ma crediamo di poter fare di più per sostenere le obbligazioni green, che rappresentano solo dal 2 al 4% del mercato obbligazionario complessivo. Quindi, la possibilità di espandere questo campo è significativa. E l’European Green Bond Standard stabilirà un gold standard nel mercato delle obbligazioni verdi”. LEGGI TUTTO

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    Bankitalia accelera sull'integrazione della sostenibilità nei propri investimenti

    (Teleborsa) – La Banca d’Italia ha presentato oggi la “Carta degli investimenti sostenibili”, che definisce la visione che la Banca ha della sostenibilità e contiene i principi e i criteri di riferimento per la gestione sostenibile dei propri investimenti finanziari. La Carta, sottolinea Bankitalia, si applica a quelle attività finanziarie sulle quali la Banca ha piena autonomia decisionale, ossia gli investimenti del proprio portafoglio finanziario e delle riserve valutarie, mentre non si applica ai portafogli di politica monetaria, sui quali la responsabilità è dell’Eurosistema.La politica di investimento sostenibile della Banca si ispira ai principi del Global Compact delle Nazioni Unite, gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile e l’Accordo di Parigi sul Clima. Bankitalia, nella Carta degli investimenti, assume tre impegni: promuovere la sostenibilità ESG, per incoraggiare la diffusione di informazioni di sostenibilità da parte degli emittenti, degli intermediari e degli altri operatori; integrare i principi ESG nella gestione dei propri investimenti e nella gestione dei rischi finanziari e promuovere la diffusione di buone pratiche d’investimento sostenibile e di gestione dei rischi nel sistema finanziario; pubblicare informazioni e analisi sulla finanza sostenibile e contribuire alla diffusione della cultura della finanza sostenibile.”I rischi collegati ai cambiamenti climatici hanno implicazioni anche per le banche centrali e le loro principali funzioni: la supervisione sugli intermediari; la tutela della stabilità finanziaria; la politica monetaria – ha commentato Paolo Angelini, vice direttore generale della Banca d’Italia – Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, per conseguire l’obiettivo del dimezzamento delle emissioni entro il 2030, gli investimenti in energie pulite dovranno triplicare, raggiungendo i 4.000 miliardi di dollari l’anno a livello globale”.”Gli operatori della finanza sono indispensabili per realizzare questa rapida trasformazione, in quanto consentono di allocare le risorse necessarie sui progetti per la transizione climatica, in particolare quelli destinati all’innovazione tecnologica e alle infrastrutture – ha aggiunto – Inoltre, i rischi climatici e le politiche miranti a contrastarli hanno importanti ripercussioni sull’attività economica: possono determinare il successo di alcune imprese e un quadro avverso per altre. È immediato il collegamento con i rischi tradizionali degli intermediari finanziari – rischio di credito per le banche, rischi di catastrofe naturale per le assicurazioni. Il raggiungimento degli obiettivi climatici richiede dunque adeguate politiche di regolamentazione e vigilanza sui mercati e sugli intermediari”. LEGGI TUTTO