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    Nomisma, la transizione ecologica della Gdo parte dal packaging

    (Teleborsa) – La svolta “green” della Gdo italiana parte dalla sostenibilità del packaging. Un giudizio unanime, confermato dal 100% delle insegne della grande distribuzione con il 78% di queste già impegnato nella riduzione del pack a vantaggio di soluzioni più eco-friendly. È questo uno dei risultati che emerge dalla seconda edizione dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo – realizzato da Nomisma in collaborazione con SpinLife – presentato oggi e che ha dedicato un approfondimento al ruolo del packaging nelle strategie di sostenibilità dei retailer italiani.Le 9 insegne che hanno partecipato attivamente all’Osservatorio, infatti, hanno confermato la loro sostenibilità e la loro prontezza a rispondere alla crescente richiesta che arriva da istituzioni e consumatori. Se da un lato infatti l’Europa e l’Italia hanno prontato o stanno approntando il loro piani di ripresa post Covid-19 sulla transizione verde – si pensi agli obiettivi del Green Deal e alla strategia From Farm to Fork di Bruxelles o all’attenzione italiana per la transizione ecologica per il Recovery Plan – c’è dall’altro lato anche una sempre più accentuata sensibilità dei cittadini per il tema dopo l’inizio della pandemia.Secondo quanto rilevato dallo studio di Nomisma, infatti, per il 23% degli italiani è cresciuto l’acquisto di prodotti con pack sicuro e 1 su 5 di essi ha preferito acquistare presso punti vendita che promuovono prodotti sostenibili. Sono 2 italiani su 3 quelli che privilegiano gli acquisti fatti in punti vendita che presentano iniziative a favore della sostenibilità e 7 italiani su 10 sono disposti a cambiare il negozio in cui fanno la spesa alimentare a favore di punti vendita che offrono prodotti con confezioni sostenibili.Una spinta rilevante per gli shopper italiani che hanno appunto individuato nel packaging sostenibile un punto di partenza e nella sua riciclabilità effettiva come elemento più importante. Nei prossimi mesi il 44% delle insegne concentreranno infatti la comunicazione sul tema del pack, per valorizzare le azioni di riduzione del pack in eccesso, utilizzo di plastica vergine e dei materiali provenienti da fonti rinnovabili. Una insegna su tre concentrerà la comunicazione sui temi della filiera e del territorio nonché sull’attenzione alla riduzione degli sprechi.Elevata importanza attribuita anche a confezioni fatte con materiali provenienti da fonti rinnovabili o vegetali e a ridotte emissioni di CO2 (rispettivamente con un giudizio di 8,4 e 8,0 su 10). 6 insegne hanno invece ridotto (o sono intenzionate a farlo) l’imballaggio in eccesso o hanno preferito pack in carta. Infine, il 55% dei retailer ha deciso di adoperare nelle proprie confezioni pack con plastica da fonte vegetale, il 44% ha optato per pack con materiali a ridotte emissioni di CO2.”In questo periodo caratterizzato da forti cambiamenti nelle abitudini di acquisto degli italiani, il tema dell’eco-sostenibilità deve confrontarsi con altre priorità sopraggiunte. È altresì vero che il suo ruolo in ambito di innovazione continuerà ad essere rilevante, bisognerà solo trovare il corretto posizionamento in una scala di valori dei clienti che è cambiata”, ha evidenziato Nicola De Carne, Retailer Client Business Partner Nielsen. Per Alessandro Manzardo, socio fondatore di SPIN LIFE: “L’adozione di modelli di produzione e consumo sostenibili oltre che una necessita’, può essere una forte leva competitiva. LEGGI TUTTO

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    Sostenibilità, siglato accordo tra Edison Energia e BNL

    (Teleborsa) – Supportare e incoraggiare le scelte sostenibili dei clienti. Con questo obiettivo Edison Energia, la società di Edison dedicata alla vendita di commodity e servizi a valore aggiunto a famiglie, imprese e partite Iva, e BNL Gruppo BNP Paribas hanno annunciato una partnership strategica volta ad agevolare l’adozione di soluzioni smart per l’efficientamento energetico degli edifici residenziali e il consumo di energia green, iniziative a favore della de-carbonizzazione e della transizione energetica del Paese.”La partnership tra BNL ed Edison – commenta Marco Tarantola, vicedirettore Generale di BNL e Responsabile della Divisione Commercial Banking e Reti Agenti – si inserisce nella nostra strategia di open banking che punta ad integrare l’offerta di prodotti e servizi tipici dell’industria bancaria con il meglio delle proposte derivanti da altre industry, per mettere a disposizione del cliente (privati, famiglie, imprese) una piattaforma moderna, ricca e in continuo sviluppo di soluzioni bancarie e non bancarie, per il quotidiano e per le piccole e grandi progettualità delle persone. Crediamo come banca e come gruppo che ciò rappresenti un concreto valore aggiunto per il cliente, verso il quale l’azienda si pone come un hub grazie al quale poter avere accesso, in modo facile ed utile, a ciò di cui il cliente ha davvero bisogno, con una proposta di qualità e attenta alla sostenibilità ambientale, che è al centro del nostro agire sia come operatore economico-finanziario sia come gruppo attento alla Società e al futuro”.”L’alleanza con BNL – afferma Massimo Quaglini, amministratore delegato di Edison Energia – ci permette di ampliare la gamma di soluzioni offerte per la casa e il benessere delle persone contribuendo a sviluppare stili di vita sempre più sostenibili grazie al consumo di energia rinnovabile e ad efficientare il patrimonio edilizio italiano valorizzandolo nel tempo. Siamo convinti che anche questa iniziativa, che rappresenta un ecosistema di soluzioni altamente innovative, uniche nel settore, dia un contributo concreto alla progressiva decarbonizzazione del Paese”.Nel 2019 – secondo i dati che emergono dall’analisi delle dinamiche del mercato immobiliare in funzione delle caratteristiche energetiche degli edifici svolta da Enea in collaborazione con l’Istituto per la Competitività (I-Com) e la Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali (Fiaip) pubblicata ad aprile 2020 – il 70% degli scambi immobiliari in Italia ha interessato immobili non ancora efficientati, ossia da ristrutturare. In sintesi, in Italia il mercato della compravendita, nonostante la buona crescita della domanda di edifici con classi energetiche virtuose, rimane dominato dalle categorie energetiche meno performanti. E la scarsa qualità energetica degli edifici rimane una caratteristica marcata del settore immobiliare italiano, con percentuali di edifici appartenenti alle ultime classi energetiche (D-G) che si attestano intorno al 85% per monolocali, bilocali e trilocali e intorno al 73% per villette e case unifamiliari. L’efficientamento energetico degli immobili è dunque un tema attuale e concreto per la maggioranza degli italiani, sia per chi è in cerca di casa sia per chi ne ha una di proprietà e desidera ottimizzare i propri costi, riuscendo allo stesso tempo ad abbassare il proprio impatto ambientale e ad accrescere il valore dell’abitazione.In questo scenario il pacchetto offerto in partnership da Edison e BNL prevede opzioni per acquisto casa, ristrutturazione ed energia green. Per chi acquista una casa e accende un mutuo vi è, ad esempio, la possibilità di includere nell’erogazione del prestito anche le spese di acquisto e installazione di caldaia, climatizzatore, pannelli fotovoltaici o wallbox di ricarica per l’auto elettrica. Servizi a cui può aggiungere anche l’attivazione della fornitura green di luce e gas, rateizzando tutte le spese energetiche. Nel caso, invece, di una ristrutturazione ed efficientamento degli impianti energetici, il cliente accede a un finanziamento con rate di 24 o 36 mesi. Inoltre, – si legge nella nota – a seconda della tipologia e importanza degli interventi di efficientamento da eseguire, può beneficiare o degli eco-bonus introdotti dal Governo con il Decreto Rilancio, per i quali BNL è attiva con servizi dedicati, oppure può cedere il credito a Edison, pagando soltanto il 35 per cento del valore delle soluzioni scelte (clima, caldaia, pompa di calore o solare termico). La Banca può, inotre, acquisire il credito d’imposta dalle imprese-clienti, anche supportandole nelle esigenze finanziarie all’avvio dei lavori, oltre che dai privati. Previste anche agevolazioni sul fronte dell’energia green con soluzioni di fornitura domestica di energia rinnovabile e gas a prezzo fisso per 12 mesi. LEGGI TUTTO

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    “RI-PESCATO”, al via l'iniziativa solidale di Intesa Sanpaolo e Banco Alimentare

    (Teleborsa) – Dal mercato illegale al mercato solidale. È stato presentato oggi ai Mercati Agro-Alimentari Sicilia (MAAS) “Ri-Pescato”, il progetto di Intesa Sanpaolo e Banco Alimentare finalizzato al recupero e alla lavorazione del pesce sequestrato e alla sua distribuzione agli enti caritativi. L’obiettivo è assicurare che questo prodotto, altamente deperibile e allo stesso tempo con un elevato valore nutrizionale, sia destinato a chi vive situazioni di difficolta` sociale ed economica.La Sicilia la prima regione di sviluppo dell’iniziativa che si svolge grazie al lavoro congiunto di diversi soggetti: le Capitanerie di Porto siciliane, il MAAS – Mercati Agro- Alimentari Sicilia, la Societa` Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva, gli enti caritativi convenzionati con la rete del Banco Alimentare. Nei primi 18 mesi di sperimentazione, il progetto ha consentito la distribuzione di circa 83mila pasti a persone bisognose grazie al recupero di oltre circa 12mila kg di pescato di frodo.L’attivita` – spiega Intesa Sanpaolo in una nota – si articola in diverse fasi. Il prodotto, dopo la confisca, viene conservato in celle frigorifere idonee, fino alla certificazione di idoneita` al consumo umano da parte dell’ASP entro 24 – 48 ore. Successivamente viene trasferito con appositi furgoni refrigerati presso cooperative locali per essere lavorato, congelato e infine distribuito alle organizzazioni caritative siciliane. L’impatto sociale e i benefici del progetto sono numerosi: il contenimento dello spreco alimentare, la tutela della salute, il rispetto dei valori di legalita` (potrebbe essere immesso sul mercato illegalmente), la salvaguardia dell’economia del territorio e dell’occupazione.Lo sviluppo di questo progetto e del suo innovativo modello di recupero potra` essere esteso dal territorio siciliano ad altre regioni costiere in Italia nei prossimi mesi, raggiungendo alcuni tra i piu` importanti obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda Onu 2030. Ri-pescato si candida, inoltre, come une delle migliori best practice nell’ambito della prima “Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari” (International Day of Awareness for Food losses and waste) istituita dalle Nazioni Unite il 29 settembre per sensibilizzare la popolazione mondiale sull’importanza di questa tematica.”Siamo molto contenti di questo nuovo intervento che – afferma Elena Jacobs, responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Universita` di Intesa Sanpaolo – ci vede ancora una volta insieme al Banco Alimentare. Dopo l’accordo di collaborazione quadriennale e il sostegno al progetto Siticibo che ci hanno permesso di offrire milioni di pasti alle persone in difficolta`, questa iniziativa originale e innovativa rafforza l’impegno della Banca a favore delle persone in stato di bisogno, cosi` come previsto dal Piano d’Impresa. Un progetto complesso, sfidante, che ci ha consentito, attraverso il lavoro sinergico di una pluralita` di soggetti locali, pubblici e privati, di raggiungere numerosi obiettivi SDGs dell’agenda 2030 Onu: contrasto alla poverta`, riduzione delle disuguaglianze, tutela della salute, salvaguardia ambientale, contenimento dello spreco alimentare e sostegno al lavoro dignitoso e alla crescita economica”.”La collaborazione tra Banco Alimentare ed Intesa Sanpaolo – ha commentato Giuseppe Parma, direttore generale di Fondazione Banco Alimentare – ha radici storiche e negli ultimi anni si e` ulteriormente sviluppata. È stata la stessa Banca a proporci la possibilita` di finanziare progetti innovativi che potessero aprire nuove possibilita` di sostegno alimentare per le persone in difficolta`, andando ad incidere anche su inclusione sociale e sui temi di economia circolare. Il sostegno di Intesa Sanpaolo per il Progetto RiPescato ha consentito una strutturazione dello stesso e l’impiego di risorse adeguate per la sua gestione. Banco Alimentare guarda a questo progetto come conferma della necessita` di collaborazione tra profit e no-profit, che mettendo a disposizione l’uno dell’altro risorse, competenze ed idee, possono lavorare insieme impattando positivamente sull’intera comunita`. Una collaborazione come questa infatti potenzia la nostra mission e ci apre a nuove possibilita` di progettazione e di sostegno alle persone in difficolta”. LEGGI TUTTO

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    Sostenibilità, ENEL pubblica terzo studio sulle città circolari

    (Teleborsa) – Si intitola “Città circolari – Le città di domani” e mostra come i paesaggi urbani di domani possano raggiungere la sostenibilità ambientale, l’inclusione sociale e la competitività economica. Il terzo studio sulle città circolari pubblicato da Enel è stato condotto con il contributo della società Arup, attiva globalmente nel campo dell’edilizia sostenibile, il Gruppo Intesa Sanpaolo, banca all’avanguardia nei finanziamenti per l’economia circolare, e Future Food Institute, Ong focalizzata sulle future sfide legate al cibo in una prospettiva circolare.”È all’interno delle città che la nostra società pulsa di vita e si evolve. Ogni città – ha spiegato Michele Crisostomo, presidente del Gruppo Enel – è diversa per architettura, cultura e contesto storico, ma tutte sono il frutto della propensione dei nostri antenati a riunire e formare comunità. L’urbanizzazione ha vissuto una repentina accelerazione negli ultimi anni, dal momento che oggi le città ospitano più della metà della popolazione mondiale e generano oltre l’80% della produzione economica globale, oltre a tutte le sfide sociali, economiche, ambientali e, come recentemente sperimentato, sanitarie. Ecco perché è fondamentale promuovere nelle nostre città la competitività economica, l’inclusione sociale e il rispetto per l’ambiente, considerando tali obiettivi in una visione che unisca innovazione e sostenibilità e che si esprima più compiutamente nell’economia circolare. La transizione verso un modo di vivere più circolare costituisce la soluzione migliore ai problemi che le città si trovano oggi ad affrontare, nonché un passo avanti indispensabile per migliorare la qualità della vita nelle città di domani”.”Molto prima che l’umanità potesse vedere il bagliore delle luci delle città dallo spazio, Parigi era chiamata la Ville lumière, evidenziando la grande conquista che fu l’illuminazione pubblica ai tempi. Dall’invenzione dell’illuminazione pubblica – ha affermato Francesco Starace, amministratore delegato del Gruppo Enel – abbiamo percorso molta strada e nelle nostre città utilizziamo sempre più energia, specialmente sotto forma di elettricità, per il lavoro e la vita quotidiana. L’elettricità è, e sarà sempre di più, la linfa vitale delle città grazie alla crescente elettrificazione. In quanto attore chiave nel campo dell’energia, vogliamo contribuire allo sviluppo di una visione urbana sostenibile per il futuro. Per farlo, abbiamo iniziato coniugando obiettivi di sostenibilità economica, sociale e ambientale, prendendo in considerazione tutti i settori e gli elementi che compongono una città. Questa visione, ancora più urgente se consideriamo le difficoltà del periodo attuale, si riflette nello studio che stiamo presentando oggi ed è implementata nei progetti di città circolari che stiamo realizzando nel mondo, i quali rappresentano un ulteriore contributo verso un futuro più sostenibile”.Le città – spiega Enel – generano oltre l’80% della produzione economica mondiale ma sono anche il luogo in cui le sfide globali sono più critiche. Pertanto, per la Società, “re-immaginare le città di domani in termini di qualità di vita migliore, seguendo un approccio basato sull’economia circolare, rappresenta un’enorme opportunità: dal punto di vista ambientale, in quanto l’economia circolare può contribuire fino al 45% all’impegno per la decarbonizzazione globale entro il 2050 (Ellen MacArthur Foundation, 2019); dal punto di vista sociale, in quanto l’economia circolare dovrebbe creare posti di lavoro meno sostituibili dall’automazione, che richiedono nuove capacità e competenze, laddove l’ultima stima di Enel e The European House – Ambrosetti (2020) parla della creazione di 2,5 milioni di posti di lavoro in Europa associati all’economia circolare nel 2018; e da un punto di vista economico, in quanto la competitività di materiali e risorse, unitamente all’uso di energia rinnovabile, può assicurare servizi più competitivi per i cittadini e minori costi per le imprese.L’approccio della città circolare conserva – sottolinea Enel – il ruolo fondamentale della tecnologia integrandola in una visione più olistica, in una governance aperta e nei principi dell’economia circolare al fine di conseguire la competitività economica, la sostenibilità ambientale e l’inclusione sociale. Uno scenario nel quale i partenariati pubblico-privati svolgono un ruolo importante nell’implementare tale approccio. LEGGI TUTTO

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    SDG, Snam: Taskforce dei CFO del Global Compact ONU presenta principi guida

    (Teleborsa) – Presentati oggi dalla Taskforce dei CFO costituita nell’ambito del Global Compact delle Nazioni Unite, di cui Snam è tra i fondatori, i primi principi integrati per la finanza e gli investimenti legati agli SDG (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) dell’Onu.I principi – spiega Snam in una nota – hanno l’obiettivo di guidare le aziende nel far coincidere i propri impegni di sostenibilità e strategie finanziarie credibili in grado di creare impatto reale sugli SDG.”Siamo convinti – afferma Alessandra Pasini, CFO di Snam e membro della Taskforce – che questi principi avranno un’importanza cruciale nel supportare le aziende di diversi settori e Paesi nella transizione verso lo sviluppo sostenibile, consentendo loro di fornire un contributo concreto agli SDG. La sfida climatica che abbiamo di fronte e l’esigenza di fare progressi anche nelle sfere del sociale e della governance richiedono uno sforzo da parte di tutte le imprese. In Snam ci impegniamo a mettere in pratica queste linee guida e a scambiare esperienze per gettare le basi di un mercato finanziario SDG trasparente ed efficace, e invitiamo i CFO e le loro aziende a unirsi a noi in questa iniziativa”.I membri della CFO Taskforce hanno individuato quattro aree chiave per gli investimenti SDG che necessitano di miglioramento: impatto e misurazione, strategie e investimenti integrati, finanza aziendale integrata e comunicazione e reporting integrati. L’obiettivo – si legge nella nota – è lavorare insieme all’intera catena del valore, da investitori, banche e istituzioni finanziarie per lo sviluppo alle agenzie di credit rating e alle società di valutazione della sostenibilità, per creare un mercato ampio, liquido ed efficiente per gli investimenti e i flussi di capitale legati agli SDG.Snam fornisce il proprio supporto agli SDG e in particolare agli obiettivi 7 (Affordable and Clean Energy), 9 (Industry, Innovation and Infrastructure), 11 (Sustainable Cities and Communities), 13 (Climate Action) e 15 (Life on Land). Nell’ambito di un piano strategico da complessivi 6,5 miliardi di euro al 2023, Snam investe 1,4 miliardi nel programma SnamTec, focalizzato sull’innovazione nel core business, con l’obiettivo di abbattere le emissioni, e sui nuovi business della transizione energetica, dall’efficienza energetica alla mobilità sostenibile, al biometano e all’idrogeno. Nel 2019 e nel 2020, Snam è stata tra le prime aziende al mondo a emettere rispettivamente un Climate Action Bond e un Transition Bond, con l’obiettivo di allineare la propria strategia finanziaria con gli obiettivi di sostenibilità.I principi integrati per la finanza e gli investimenti SDG sono stati sviluppati insieme da 34 aziende provenienti da 14 Paesi e da diversi settori di business. LEGGI TUTTO

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    ONU, ENI confermata nel Global Compact LEAD

    (Teleborsa) – Eni è stata riconosciuta tra i partecipanti più attivi nell’ambito del Global Compact, il movimento globale delle Nazioni Unite che sostiene le imprese nell’allineare le proprie strategie e operazioni con dieci principi universali su temi quali diritti umani, lavoro, ambiente e trasparenza e che sostiene inoltre le imprese nell’intraprendere azioni strategiche per raggiungere gli obiettivi più ampi dell’Onu come gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Un riconoscimento che ha determinato la conferma della presenza della società all’interno di Lead, una piattaforma per i partecipanti particolarmente coinvolti nel Global Compact.”Questo riconoscimento – ha detto Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni – conferma il valore delle nostre iniziative per la sostenibilità e rinforza ulteriormente la nostra visione di lungo termine, orientata fortemente verso la creazione di valore per, e in cooperazione con, i nostri stakeholder, dalle organizzazioni internazionali alla società civile, dagli investitori alle comunità nelle quali operiamo, combinando sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Il nostro impegno deve essere ancora più forte oggi, in un momento di trasformazione globale, perché é solo attraverso la collaborazione internazionale e multilaterale che possiamo costruire un futuro sostenibile”.Quest’anno, Eni – spiega la società in una nota – ha dimostrato il proprio impegno nel Global Compact partecipando alle Action Platforms Reporting on the SDGs e Financial Innovation for the SDGs. Ogni Action Platform riunisce imprese, reti locali del Global Compact, esperti autorevoli, società civile, governi e partner delle Nazioni Unite per risolvere problemi complessi e interconnessi, e per stimolare l’innovazione sui temi degli SDGs. In linea con questi impegni, Descalzi ha anche firmato la Dichiarazione Onu dei Business Leaders for Renewed Global Cooperation, che impegna a investire per affrontare le ineguaglianze e le ingiustizie attraverso un processo di decision-making inclusivo, partecipativo e rappresentativo a tutti i livelli del business, come anche a rafforzare l’accesso alla giustizia, ad assicurare la trasparenza e il rispetto dei diritti umani. La dichiarazione chiede inoltre anche ai governi di sostenere il multilateralismo e la global governance per lottare contro la corruzione e costruire resilienza per raggiungere gli SDGs.Infine, Eni è tra i firmatari dei CFO Principles on Integrated SDG Investments and Finance. I principi, annunciati ai margini dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e firmati dal chief financial officer di Eni Francesco Gattei, si propongono di sottolineare il ruolo che le imprese e i CFO possono giocare nel contribuire al finanziamento degli SDGs. Sviluppati nel contesto della CFO Taskforce for the SDGs creata da UN Global Compact, i principi – si legge nella nota – puntano a guidare le imprese nell’allineare i propri impegni di sostenibilità con strategie di corporate finance credibili, al fine di creare un impatto reale a favore degli SDGs. L’obiettivo è quello di lavorare con la catena di valore dell’investimento – investitori, banche, istituzioni finanziare per lo sviluppo, agenzie di credit rating e società di valutazione di sostenibilità – per creare un mercato per investimenti e capitali a favore degli SDGs che sia vasto, liquido ed efficiente. LEGGI TUTTO

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    Clima, Generali firma richiesta a governi UE per riduzione gas serra entro il 2030

    (Teleborsa) – Ridurre le emissioni di gas serra almeno del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, superando l’obiettivo del 40% previsto in precedenza. Questa la richiesta contenuta nella lettera redatta dall’associazione Corporate Leaders Group, che chiede ai leader europei di definire il quadro di riferimento per una ripresa resiliente al cambiamento climatico e favorire investimenti verdi per conseguire la neutralita` climatica entro il 2050. Tra gli amministratori delegati che hanno sottoscritto l’appello, anche il Group Ceo di Generali Philippe Donnet.La partecipazione di Generali all’iniziativa – si legge in una nota – “e` coerente con l’impegno a includere la sostenibilita` in tutte le aree di business”. Il Gruppo era, infatti, stato tra i promotori, in linea con l’approccio dell’Unione Europea, del raggiungimento degli obiettivi al 2030, attuando una strategia declinata in una serie di priorita`: finanziare la transizione verso una societa` sostenibile e a basse emissioni, con nuovi investimenti green e sostenibili pari a 2,7 miliardi di euro realizzati nel 2019; ridurre l’impronta carbonica del portafoglio investimenti del Gruppo e sostenere i clienti nella transizione verde con oltre 1,3 miliardi di euro di premi raccolti da prodotti a valenza ambientale.Nel 2019 Generali e` stata inoltre la prima compagnia di assicurazione in Europa ad aver emesso un Green Bond subordinato (pari a 750 milioni di euro); dialogare e coinvolgere i principali stakeholder, quali decisori politici, organizzazioni non governative e aziende, per una “Transizione giusta” che combini le strategie di decarbonizzazione con misure di protezione sociale.Generali – continua la nota del Gruppo – offre inoltre il proprio contributo in diversi tavoli di lavoro per promuovere la finanza verde come la Net-Zero Asset Owner Alliance, un gruppo di 29 fondi pensione e compagnie assicurative, con un portafoglio di investimenti di circa 5 trilioni di dollari. Nato su iniziativa delle Nazioni Unite, ha l’obiettivo di ridurre a zero le emissioni nette di gas serra dei propri portafogli per evitare un aumento della temperatura globale oltre 1,5 gradi centigradi, in linea con l’accordo di Parigi. L’impegno del Gruppo si estende anche allo sforzo di allineamento della ripresa economica a seguito dell’emergenza Covid-19 con la transizione verso uno sviluppo sostenibile: e` per questo che Generali ha aderito all’Alleanza europea per il Green Recovery e ha destinato circa 1 miliardo di euro per investimenti nella sostenibilita`. LEGGI TUTTO

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    Enel nello STOXX Global ESG Leaders per il settimo anno consecutivo

    (Teleborsa) – Per il settimo anno consecutivo, Enel è stata inclusa nell’indice STOXX Global ESG Leaders, classifica delle società con le migliori performance ambientali, sociali e di governance (ESG). La classifica è stata redatta sulla base della ricerca svolta da Sustainalytics, fornitore indipendente leader a livello globale di ricerche in ambito ESG e corporate governance e di rating per gli investitori. Anche Endesa, la controllata spagnola di Enel, è stata nuovamente inclusa nell’indice.L’indice ha riconosciuto l’eccezionale performance di Enel nello sviluppo di pratiche aziendali affidabili nei campi della responsabilità ambientale, della biodiversità, della corporate governance, dell’etica di impresa, della salute e sicurezza, così come, tra gli altri, dello sviluppo del capitale umano. Enel sta applicando tali pratiche aziendali, riconosciute dall’indice STOXX Global ESG Leader, lungo l’intera catena di valore in tutti i Paesi in cui è presente.Un esempio concreto legato a queste pratiche riguarda il modello di sustainable plant che Enel sta sviluppando nei suoi impianti rinnovabili al fine di ridurre al minimo l’impatto ambientale delle operazioni e delle attività di manutenzione, creando al contempo valore per le comunità locali, coinvolgendole in progetti sostenibili avviati dall’azienda e promuovendo in tal modo relazioni durature con gli stakeholder mediante un approccio di creazione di valore condiviso.Enel è inoltre presente in diversi altri ranking e indici di sostenibilità di riferimento, come ad esempio negli MSCI ESG Leaders Indices, i Dow Jones Sustainability Indices, la Climate “A” List del CDP (ex Carbon Disclosure Project), gli indici Euronext Vigeo-Eiris 120, la serie di indici FTSE4Good, l’ISS “Prime” rating, il Bloomberg Gender Equality Index, la classifica “100 Most Sustainable Corporations in the World” di Corporate Knights Global, gli indici ECPI e i Thomson Reuters/S-Network ESG Best Practices Indices. LEGGI TUTTO