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    Sostenibilità, Enel riconfermata negli indici ESG di FTSE4Good ed Euronext

    (Teleborsa) – Continua ad essere premiato l’impegno di Enel sui temi ESG, ovvero di sostenibilità a livello ambientale, sociale e di governance. L’azienda italiana è stata infatti riconfermata nella FTSE4Good Index Series, un insieme di indici gestiti dal FTSE Group che classificano le migliori imprese al mondo in termini di pratiche e trasparenza a livello ESG, e anche nella revisione semestrale dell’indice Euronext V.E (Vigeo-Eiris) World 120. Quest’ultimo, due volte l’anno, classifica le 120 imprese più sostenibili fra le 1.500 principali società in termini di capitale flottante in Nord America, Asia-Pacifico ed Europa. Enel ha inoltre confermato la propria presenza negli indici che comprendono le 120 imprese più sostenibili fra le 500 aziende con il maggiore capitale flottante rispettivamente nell’Eurozona e in Europa.”Il modello di business di Enel, che fa della sostenibilità il suo valore principale, integrandola lungo tutta la catena del valore, è stato riconosciuto ancora una volta da due dei principali indici del mercato finanziario che misurano la performance delle aziende a livello ambientale, sociale e di governance – ha dichiarato Francesco Starace, CEO e direttore generale di Enel – Incoraggiamo lo sviluppo sostenibile in tutti i Paesi in cui operiamo, promuovendo le imprese e le tecnologie che sono in prima fila nell’affrontare le maggiori sfide che attendono la società, tra cui quella del cambiamento climatico”.I riconoscimenti sul fronte EGS ci sono stati anche per altre società quotate del gruppo Enel, come la controllata spagnola Endesa, che ha visto ribadito il proprio posizionamento nell’indice FTSE4Good e in tutti e tre gli indici di V.E. Anche Enel Américas e Enel Chile, le controllate di Enel che operano in America Latina, sono state confermate nell’indice FTSE4Good. LEGGI TUTTO

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    Gruppo IREN, rinnovata l'intesa con Dott per favorire una micromobilità conveniente ancora più green

    (Teleborsa) – Dott, startup europea attiva nel settore della micromobilità urbana in sharing, rinnova l’intesa con il Gruppo Iren ed estende il servizio su nuove città, diventando di fatto il primo operatore a offrire un servizio di mezzi leggeri per l’ultimo miglio in condivisione davvero sostenibile e green al 100%. La partnership con Iren nasce nel 2019 a Torino, prima città ad aver accolto i monopattini Dott, sulla base dei valori condivisi di sostenibilità, responsabilità e rispetto di alti standard qualitativi per poi estendersi – spiega Iren in una nota – nel 2020 anche al mercato romano con un’offerta di mobilità green anche nella Capitale in occasione del lancio GO National di Iren.”Con Iren abbiamo lanciato con successo il nostro primo mercato italiano, quando la micromobilità nel nostro Paese era agli albori e siamo davvero grati dell’opportunità offerta – afferma Andrea Giaretta, country general manager per Dott Italia –. Con oggi diamo seguito a una collaborazione solida e basata sulle migliori premesse per offrire ai cittadini un’alternativa per gli spostamenti brevi urbani davvero sostenibile”. “Siamo molto soddisfatti della partnership con Dott, che è solida, oggi più che mai, grazie a questo nuovo, importante traguardo – commenta Gianluca Bufo, amministratore delegato di Iren Mercato –. È una collaborazione perfettamente coerente con il nostro posizionamento commerciale su orizzonte national e con il nostro DNA di azienda sostenibile: in tutte le città in cui Dott sarà presente, ci saremo noi a muovere la flotta di monopattini con la nostra energia 100% green, prodotta dagli impianti idroelettrici del gruppo Iren. In questo modo aiuteremo le persone a vivere la città muovendosi con maggiore rispetto per l’ambiente e in modo semplice, divertente e sicuro”.”Il modello operativo di Dott si distingue per gli alti standard qualitativi. Monitoraggio, controllo e manutenzione dei veicoli – sottolinea la nota – vengono, infatti, effettuati solo ed esclusivamente da personale interno puntualmente formato. Alla qualità della gestione si aggiunge una spinta 100% green: a partire dal 2020 tutte le operazioni, le sedi e i magazzini di Dott sono alimentati esclusivamente con energia elettrica 100% green fornita da Iren. Un impegno reale e concreto per rivoluzionare il modo in cui le persone si muovono in città”.La mobilità sostenibile targata Dott powered by IrenGo è presente in sette città italiane: Torino, Collegno, Milano, Monza, Verona, Roma e Palermo. LEGGI TUTTO

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    Osservatorio Compass, italiani più “green” alla ricerca della sostenibilità

    (Teleborsa) – Gli italiani sono sempre più attenti alla sostenibilità ambientale, tema prioritario per il 48% di loro. Fanno più attenzione agli sprechi, scelgono cibi biologici, prodotti ecosostenibili e a basso impatto ambientale, e per averli sono disposti a spendere di più (seppur di poco). Adottano atteggiamenti virtuosi in casa e anche la mobilità inizia a essere più green, con il boom delle biciclette/e-bike e l’ascesa delle auto elettriche e ibride. Sono questi alcuni dei risultati emersi dal recente Osservatorio Green condotto da Compass, la società di credito al consumo leader in Italia, che per la prima volta e in concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Ambiente del prossimo 5 giugno, pubblica un’analisi sugli approcci sostenibili degli italiani partendo dai loro stili di vita e di consumo.Per quasi la metà degli intervistati la sostenibilità ambientale è un tema fondamentale, a cui si aggiunge un ulteriore 43% che la giudica “abbastanza importante”. Una sensibilità che si sta ulteriormente rafforzando rispetto agli scorsi anni: quasi due terzi degli intervistati (64%), infatti, è più attento rispetto a 2/3 anni fa.Il 95% degli italiani fa attenzione agli sprechi nel quotidiano e il 94% svolge regolarmente la raccolta differenziata. Nove su dieci cercano di evitare gli sprechi riutilizzando tutto ciò che può avere una “seconda vita”, favorendo così l’economia circolare.Si evolvono non sono solo i comportamenti, ma anche le abitudini di acquisto: al primo posto (per il 92%) troviamo l’attenzione alla classe energetica degli elettrodomestici, ma sono tanti quelli che si orientano sui cibi a km0 (69%), che evitano di comprare prodotti in confezioni di plastica/monouso (68%), che verificano se i vestiti, i cosmetici e gli accessori sono ecosostenibili (55%) o che acquistano cibo biologico (55%). Per i prodotti ecosostenibili oltre l’80% dichiara di essere disposto a spendere di più, anche se per tanti (46%) l’importo non supera il 10%; per il 7%, invece, supera il 20%. L’attenzione agli sprechi passa attraverso le mura domestiche e il 62% degli italiani ha progetti importanti per la casa. Nelle abitazioni si iniziano ad adottare soluzioni più ecosostenibili: secondo la ricerca di Compass sei intervistati su dieci hanno cambiato le lampadine con i LED a basso consumo, il 54% ha sostituito un vecchio elettrodomestico con uno nuovo di classe energetica superiore, il 24% ha dichiarato di avere effettuato interventi di efficientamento agli impianti di riscaldamento o trattamento aria e il 17% ha sostituito gli infissi. Più basse le percentuali di chi ha recentemente effettuato un intervento di ristrutturazione della casa per migliorare l’efficientamento energetico, come l’installazione di un impianto fotovoltaico (8%) o il cappotto termico (7%). Ma è possibile – sottolinea l’indagine – che nei prossimi mesi ci sia una forte spinta: da un lato grazie agli incentivi governativi, con il 36% che pensa di usare il Superbonus, il 33% il Bonus Ristrutturazioni, e il 29% l’Ecobonus. Dall’altro l’intenzione di quasi un terzo del campione (30%) di realizzare nei prossimi 12 mesi un progetto di efficientamento della propria abitazione, utilizzando principalmente i propri risparmi (49%) o attivando un finanziamento (32%).Sul fronte della mobilità, per i propri spostamenti gli italiani continuano a utilizzare l’auto (72%), anche se quasi la metà (49%) preferisce muoversi a piedi. Cresce l’uso della bicicletta o delle e-bike private (utilizzate dal 19%), tanto che il 2020 è stato anche un anno record per questo settore, supportato anche agli incentivi statali, con oltre 2 milioni di mezzi venduti: un dato in crescita del 17% rispetto all’anno precedente, grazie al sostegno del segmento delle e-bike (+44%). Per quanto riguarda le auto, a fine 2020 l’età media del parco circolante è stimata in 11,5 anni, con effetti negativi sulla salute e sull’ambiente. Ma anche su questo gli italiani iniziano a mostrare una maggiore sensibilità: il 66% in caso di acquisto di una vettura sceglierebbe un modello ibrido, mentre il 47% si orienterebbe su un’auto completamente elettrica. E i dati dei primi quattro mesi dell’anno iniziano a confermare questo trend, con le auto ibride ed elettriche che raggiungono ben il 34,1% delle immatricolazioni totali. Nelle città in cui è attivo, il car sharing è usato dal 16% dei cittadini, con punte del 31% tra gli under 25. Tra i principali vantaggi della mobilità condivisa, gli italiani mettono al primo posto il basso impatto ambientale (39%), seguito dalla possibilità di rinunciare a mezzi privati (36%).”La sostenibilità ambientale influenza sempre più le abitudini di acquisto degli italiani – commenta Luigi Pace, direttore centrale marketing & innovation di Compass –. Comprare prodotti ecosostenibili, come una nuova vettura ibrida, o effettuare interventi di ristrutturazione per rendere un’abitazione più efficiente a livello energetico, consente di avere un ritorno in termini di risparmio e di ridurre l’impatto sull’ambiente. Ne deriva una spinta importante ad alcuni settori come automotive ed edilizia. Si tratta di filiere da sempre pilastro dell’economia italiana e a cui il credito al consumo può dare un supporto importante aiutando i consumatori a realizzare i propri progetti. Senza questo strumento, infatti, la maggior parte degli italiani che sceglie di finanziare l’acquisto, in assenza del servizio rinuncerebbe o rimanderebbe al futuro la spesa, con ricadute importanti sui consumi e sull’economia del Paese”. LEGGI TUTTO

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    Banca d'Italia, Signorini: transizione verso basse emissioni di carbonio è urgente, deve essere accelerata

    (Teleborsa) – Il Direttore Generale della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini ha dichiarato che “la transizione verso basse emissioni di carbonio è urgente e deve essere accelerata: più tardi agiamo, maggiori saranno i costi”. Nel suo messaggio di benvenuto al “G20 Sustainable Finance Working Group Private Sector Roundtable”, Signorini ha sottolineato che gli investimenti necessari per la transizione ecologica “sono certamente enormi” e avranno bisogno di essere “sostenuti per un lungo periodo”. “I governi hanno un ruolo centrale”, ha aggiunto, precisando però che un cammino “chiaro e credibile per le azioni regolatorie e di politica fiscale dei governi è un prerequisito per scelte efficienti da parte della finanza privata”.Per il Direttore Generale della Banca d’Italia, infatti, “è probabile che il settore privato sarà chiamato a finanziare la maggior parte degli investimenti per la transizione. “Non ci sarà transizione senza una generale consapevolezza della sua necessità e della volontà, perfino il desiderio, di finanziarla”, ha ribadito. Signorini ha riconosciuto che ci sono segnali incoraggianti su questo fronte, ma “la strada è ancora piena di difficoltà. Dal lato del mercato, anche se la finanza sostenibile sta diventando sempre più popolare, soffre di una carenza di definizioni e standard chiari”. Secondo il responsabile di Bankitalia, “una compattezza globale è importante, perché la frammentazione degli standard tra le diverse giurisdizioni crea confusione per gli investitori ed è costosa per le imprese”. LEGGI TUTTO

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    Investimenti ESG, per Banche centrali maggior ostacolo è mancata inclusione nel mandato

    (Teleborsa) – Il maggior ostacolo per le banche centrali nel fare investimenti ESG – ovvero che prendano in considerazione le performance anche in ambito ambientale, sociale e di governance – è la mancanza di compatibilità con i loro mandati. È quanto emerge dal Reserve Management Trends 2021 di HSBC, uno studio condotto con sondaggi a funzionari di 57 banche centrali, le quali gestiscono asset per 3,8 trilioni di dollari.La mancata inclusione degli obiettivi ESG nei mandati è citata come un problema dal 64% degli intervistati, seguita dalla preoccupazione per i rendimenti e la liquidità (57%), la mancanza o il costo per acquisire i dati (38%), la mancanza di criteri chiave per valutarli (38%) e la mancanza di coerenza nell’informativa (21%).Il 30% degli intervistati, secondo un’anticipazione del rapporto fornita da Bloomberg, ha comunque detto che sta già implementando investimenti socialmente responsabili, il 45% ha dichiarato che li sta considerando, mentre il 25% non li sta attuando e non lo sta considerando.Il 43% delle banche centrali ha dichiarato di detenere obbligazioni green, una quota superiore a quella delle obbligazioni indicizzate all’inflazione o dei titoli garantiti da ipoteca, ha attestato il Reserve Management Trends, dove viene sottolineato che l’interesse per le obbligazioni verdi è particolarmente forte tra i Paesi ad alto reddito. LEGGI TUTTO

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    CNH Industrial, prosegue cammino verso zero rifiuti in tutto il Sud America

    (Teleborsa) – Raggiungere zero rifiuti in tutti gli stabilimenti produttivi CNH Industrial in Sud America. Questo l’obiettivo di Fabio Belasco, esperto in Salute e Sicurezza per CNH Industrial in Brasile. Per CNH Industrial la creazione di un approccio circolare nei propri processi produttivi e` un aspetto della priorita` in materia di sostenibilita` “Life Cycle Thinking” dell’azienda e – come viene raccontato nella nuova puntata delle Top Stories pubblicate sul sito della società – questa visione sta diventando una realta` nei sette stabilimenti produttivi di CNH Industrial in Brasile. “Si tratta di cambiare l’approccio delle persone nei confronti dei rifiuti e di portarle ad avere cura dell’ambiente – spiega Belasco –. Abbiamo degli obiettivi chiari e un piano per raggiungerli. Stiamo cambiando la mentalita` delle persone, aumentando di conseguenza il loro coinvolgimento”. Tra le iniziative citate da CNH Industrial vi sono le fabbriche di lombrichi allestite presso lo stabilimento di New Holland Construction di Contagem e un programma di riduzione dei rifiuti presso lo stabilimento di New Holland Agriculture di Curitiba.Introdotta per la prima volta nel 2017 in tutti gli stabilimenti sudamericani dei brand di CNH Industrial, la “Strategia Zero Rifiuti” – spiega CNH Industrial – sta facendo una reale differenza e i risultati parlano da soli: con un anticipo di dodici mesi rispetto al target 2020, sei dei sette stabilimenti brasiliani dell’azienda hanno azzerato il quantitativo di rifiuti inviati in discarica, mentre nelle sedi aziendali dislocate in tutto Sud America il 99,7 percento dei rifiuti viene riciclato. Complessivamente, negli ultimi due anni gli stabilimenti hanno generato il 15 per cento in meno di rifiuti. LEGGI TUTTO

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    Agricoltura sostenibile, SACE al fianco di Planet Farms

    (Teleborsa) – Sace è al fianco dell’agricoltura sostenibile di Planet Farms, società agricola e startup innovativa specializzata in vertical farming, con interventi di smobilizzo di crediti IVA a beneficio dell’azienda milanese. Planet Farms ha iniziato le operazioni di realizzazione della sua prima vertical farm nel 2018 e oggi è in procinto di realizzare una struttura completamente integrata e automatizzata di 9mila metri quadrati – la più vasta e all’avanguardia a livello europeo – che fornirà l’intero processo, partendo dai semi terminando con prodotti confezionati pronti al consumo. I benefici – spiega Sace in una nota – sono molteplici: per i consumatori, che avranno a disposizione prodotti sempre freschi 356 giorni all’anno privi di pesticidi e di metalli, e per l’ambiente, grazie al 95% in meno d’acqua utilizzata, all’uso smart dello spazio e all’assenza di diserbanti.”Il vertical farming sta offrendo risposte concrete e sostenibili ai nuovi challenge sociali, ambientali ed economici – afferma Daniele Benatoff co-founder e co-ceo di Planet Farms –. Il nostro processo avanzato ed unico è mirato ad ottenere una qualità eccellente e consistente con un utilizzo parsimonioso delle risorse naturali. Go Vertical, il nostro motto, rappresenta un cambio di prospettiva e siamo felici di avere Sace tra i gruppi che dimostrano visione e forte senso di responsabilità nel sostenere questa nuova dimensione”.”La sostenibilità – ha sottolineato Paolo Alfieri, direttore generale di Sace FCT – è oggi un driver di crescita imprescindibile per le nostre aziende. Siamo quindi orgogliosi di affiancare Planet Farms nello sviluppo di un progetto che rafforzerà la leadership di un’eccellenza tecnologica italiana a livello internazionale. Con questa operazione abbiamo, infatti, modo di contribuire alla scrittura di una pagina importante del futuro dell’agrifood e degli ecosistemi, un settore che rappresenta un pilastro del Made in Italy e che fornirà un contributo importante all’auspicata ripresa economica del nostro Paese”. L’intervento – spiega la nota – si inserisce nell’ambito del mandato di Sace FCT, la società di Sace specializzata nel factoring, che ha nella gamma dei propri prodotti anche l’operatività legata allo smobilizzo dei crediti IVA, per supportare le imprese che richiedono la cessione del loro credito. LEGGI TUTTO

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    Enel aggiorna programma emisisone commercial paper in dollari

    (Teleborsa) – Enel Finance America, controllata di Enel, ha rinnovato il suo Programma di emissione di US Commercial Paper da 3 miliardi di dollari USA istituito nel 2019, aumentando l’importo a 5 miliardi di dollari e collegandolo all’Obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG) 13 delle Nazioni Unite – Lotta contro il cambiamento climatico.Enel Finance America emetterà quindi unsecured commercial paper notes garantite da Enel denominate “SDG 13 (Climate Action) Target Guaranteed Commercial Paper Notes”. S&P e Moody’s hanno confermato il rating A-2/P2 per il programma.In linea con il Sustainability-Linked Financing Framework di Enel, pubblicato nel gennaio 2021, il Programma riflette l’impegno del Gruppo Enel a raggiungere un livello di emissioni di gas serra pari o inferiore a 148 grammi CO2eq/kWh entro il 2023 e pari o inferiore a 82 grammi CO2eq/kWh entro il 2030 (una riduzione dell’80% rispetto all’anno di riferimento 2017.Il Programma è parte della strategia di finanza sostenibile di Enel, in linea con l’obiettivo di raggiungere una quota di fonti di finanziamento sostenibile – sul debito lordo totale del Gruppo – pari al 48% nel 2023 e superiore al 70% nel 2030 come delineato nel Piano strategico del Gruppo. LEGGI TUTTO