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    Volotea e Enilive: accordo per promuovere un trasporto aereo più sostenibile

    (Teleborsa) – Volotea ed Enilive, società di Eni per una mobilità più sostenibile, hanno siglato una Lettera di Intenti (LoI) per favorire un accordo commerciale per la fornitura a lungo termine di SAF (Sustainable Aviation Fuel) in 15 aeroporti italiani in cui opera il vettore. L’accordo potrebbe consentire a Volotea di avere accesso fino a 15 milioni di litri di SAF tra il 2025 e il 2030. Volotea, già a partire dal 2022, ha iniziato a introdurre SAF nei suoi aerei e, tra il 2022 e il 2023, ha utilizzato un milione di litri di carburante sostenibile SAF. Le due aziende lavoreranno insieme per promuovere l’adozione di SAF, il biocarburante Enilive prodotto prevalentemente da rifiuti e scarti biologici nelle proprie bioraffinerie e che può essere utilizzato in miscela con jet convenzionale fino al 50%.Secondo studi dell’IATA, il SAF è l’alternativa più immediata per incentivare in modo concreto la decarbonizzazione del settore aereo, perché in grado di ridurre fino all’80% le emissioni di CO2 rispetto ai carburanti tradizionali durante tutto il ciclo di vita (dalla produzione al consumo).”La sigla di questa lettera di intenti è un ulteriore passo avanti verso un’aviazione più sostenibile e il primo atto di un nuovo percorso insieme a un partner importante come Enilive, che speriamo ci consentirà di fornire SAF ai nostri aerei in alcuni degli aeroporti italiani in cui operiamo – ha commentato Gloria Carreras, direttore ESG di Volotea –. Nel corso degli anni abbiamo avviato diverse iniziative per ridurre il nostro impatto sull’ambiente e adottare un approccio più responsabile per i viaggi low-cost. Grazie a questo impegno costante e ai rapidi progressi ottenuti nell’ultimo periodo, saremo in grado di ridurre le nostre emissioni dirette di CO2 per passeggero-chilometro del 50% entro il 2025, con ben 5 anni di anticipo rispetto al target iniziale”.”Questo accordo è un’ulteriore conferma della strategia di Enilive, tra i leader mondiali nella produzione di biocarburanti HVO, basata sull’offerta di prodotti più sostenibili a livello globale. Stiamo investendo da oltre dieci anni con l’obiettivo di aumentare la capacità di bioraffinazione a oltre 5 milioni di tonnellate/anno e di produzione di SAF fino a 2 milioni di tonnellate/anno – ha aggiunto Stefano Ballista, amministratore delegato di Enilive –. Da fine anno sarà operativo l’impianto per la produzione di SAF nella nostra bioraffineria a Gela e dal 2026 a Porto Marghera. Ciò ci consentirà di soddisfare le richieste delle compagnie aeree come Volotea per raggiungere gli obblighi previsti dal Regolamento europeo ReFuelEU Aviation, che stabilisce quote minime di carburante sostenibile, a iniziare dal 2% minimo dal 1°gennaio 2025 fino al 70% dal 2050″.Il programma di sostenibilità di Volotea, “Voloterra”, si basa su cinque pilastri: un modello di business efficiente, la riduzione delle emissioni di CO2, innovazione e sviluppo, compensazione delle emissioni e trasparenza. Questo programma di sostenibilità ha superato per il secondo anno consecutivo l’accurata audit di Bureau Veritas, che conferma l’impegno della compagnia per un’aviazione più sostenibile.Enilive è tra i leader mondiali nella produzione di biocarburanti da materie prime rinnovabili (ai sensi della Direttiva europea sulle energie rinnovabili) nelle bioraffinerie di Venezia, di Gela, nella bioraffineria SBR negli Stati Uniti d’America. Dal 2026 Enilive produrrà biocarburanti anche a Livorno, dove è in corso la trasformazione di una raffineria Eni, e dal 2028 in Malesia, dove sarà operativa una bioraffineria in joint venture con PETRONAS ed Euglena. I biocarburanti HVO sono ottenuti prevalentemente dalla lavorazione di scarti, come gli oli esausti da cucina e i grassi animali, e di residui provenienti dall’industria agroalimentare, e sono una soluzione già disponibile per contribuire a decarbonizzare la mobilità su strada, aerea, ferroviaria e marina. LEGGI TUTTO

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    Trasporto aereo, McKinsey: “Da SAF contributo maggiore per decarbonizzazione”

    (Teleborsa) – Le compagnie aeree di tutto il mondo stanno adottando obiettivi di decarbonizzazione ambiziosi per raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050. Tra le possibili misure di decarbonizzazione, il carburante sostenibile per l’aviazione (SAF) darà il contributo maggiore, fino al 50 percento della riduzione, a seconda della compagnia aerea. I carburanti sostenibili, il cui utilizzo nei motori a reazione odierni è già certificato, producono, infatti, circa l’80% di emissioni di gas serra in meno rispetto al cherosene fossile. È quanto emerge dallo studio “How the aviation industry could help scale sustainable fuel production” a cura di McKinsey & Company. La ricerca analizza le sfide e le prospettive per l’industria dell’aviazione per sviluppare e scalare la produzione di carburante sostenibileLa domanda di carburante per aviazione sostenibile – evidenzia l’analisi – potrebbe superare l’offerta entro il 2030, a meno che si verifichi un aumento significativo del volume della capacità produttiva. In questo contesto, gli attori più proattivi del settore aereo stanno adottando diverse strategie in materia di approvvigionamento di SAF, tra cui investimenti azionari, al fine di sostenere la crescita dell’ecosistema.L’industria del SAF è ancora agli inizi. Nel 2024, la capacità produttiva non supererà 1,5 milioni di tonnellate metriche (Mt), appena lo 0,5 percento del fabbisogno totale di carburante per jet, secondo le stime dell’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo. “Tuttavia, – rileva McKinsey & Company – ci aspettiamo che la domanda aumenti, sostenuta dalle regolamentazioni e degli impegni volontari delle compagnie aeree. La domanda globale stimata di SAF obbligatorio è di circa 4,5 milioni di Mt nel 2030. Considerando la domanda obbligatoria e quella target, questa cifra aumenta di 2 milioni di Mt dall’Asia e di 10 milioni di Mt dall’America del Nord, per un totale di 16 milioni di Mt o più”. Le compagnie aeree si sono impegnate volontariamente a utilizzarne ancora di più: gli annunci delle più grandi compagnie aeree prevedono un totale di oltre 20 milioni di Mt nel 2030. Tuttavia, – prosegue lo studio – in un settore particolarmente interessato dalla volatilità, da un’intensa competizione globale e margini ridotti, alcune compagnie aeree potrebbero non riuscire a raggiungere i propri obiettivi di decarbonizzazione, se il SAF rimane costoso e in poca disponibilità di approvvigionamento, ad esempio, il SAF costa attualmente circa 3 volte di più rispetto al cherosene fossile.Dal lato dell’offerta, sono in corso progressi in tutto il mondo. Le principali aziende energetiche, le compagnie aeree, le start-up e le scale-up stanno perseguendo più di 200 progetti di produzione di SAF. Alcuni – spiega lo studio – sono già in funzione, mentre altri sono in fase di sviluppo, in attesa delle decisioni finali sugli investimenti (FID). Tenendo conto di tutti gli impianti già annunciati, McKinsey stima che la capacità produttiva annuale globale di SAF possa avvicinarsi a 11 milioni-25 milioni di Mt entro il 2030. Tuttavia, queste forniture sono accompagnate anche da incertezze. Ad esempio, non tutti i progetti annunciati si concretizzeranno. L’espansione della produzione oltre l’uso degli oli di scarto richiederà lo sviluppo di tecnologie nuove e immature, con i tassi di interesse relativamente elevati e i premi di rischio che potrebbero scoraggiare gli investimenti, specialmente in tecnologie immature come i carburanti sintetici.Dal 2022, la capacità produttiva annunciata che dovrebbe essere operativa entro il 2030 è aumentata in modo significativo, mentre la capacità che si prevedeva diventasse operativa a breve termine ha registrato un rallentamento.Le compagnie aeree possono implementare alcune di strategie approvvigionamento mirate per gestire l’incertezza e l’accesso a SAF.Espandere la produzione di SAF richiede finanziamenti significativi, che vanno dal venture capital agli investimenti in infrastrutture per la costruzione di impianti di SAF. Tuttavia, gli investitori sono frenati dall’incertezza riguardante la domanda futura e la preparazione tecnologica. In questo, i protagonisti del settore dell’aviazione – evidenzia l’analisi – possono svolgere un ruolo chiave aiutando a creare slancio per l’ulteriore espansione della capacità produttiva di SAF. I player più proattivi del settore stanno implementando una serie di strategie di approvvigionamento in materia di SAF, a partire da contratti di acquisto fino ad investimenti azionari in fornitori e produzione: accordi individuali di offtake, partnership e consorzi, investimenti diretti, fondi SAF. Questo tipo di assetto consente di ottenere una serie di vantaggi: un consorzio sinergico di investitori fornisce alla società in portafoglio competenze e supporto lungo la catena del valore, mentre la struttura del fondo riduce i rischi per ciascun partecipante, massimizzando il budget complessivo dell’investimento. Alcuni investitori possono richiedere crediti di carbonio per le emissioni generate dal SAF prodotto e venduto. I coinvestitori, come le altre compagnie aeree, possono anche assicurarsi condizioni più flessibili e prezzi più bassi.L’organizzazione dei fondi e la gestione degli investimenti non rientrano tra le competenze principali della maggior parte delle compagnie aeree, ma alcuni strumenti avanzati possono offrire dei vantaggi. Rispetto agli investimenti diretti, dal punto di vista dell’allocazione del capitale, i fondi possono ridurre il rischio attraverso la diversificazione ma le compagnie aeree possono avere difficoltà ad assicurarsi il capitale, soprattutto in tempi di incertezza finanziaria, senza la promessa di ritorni immediati.I principali fondi di sostenibilità hanno le competenze per individuare le operazioni, valutare i rischi e le opportunità sulla base di una profonda esperienza nei percorsi SAF, nell’economia e nelle tecnologie di produzione, guidare la strategia di portafoglio, gestire i fondi e riunire un’ampia gamma di partner di investimento nelle fasi iniziali. Poche compagnie aeree o OEM dispongono internamente di queste capacità nella misura richiesta e la loro creazione potrebbe richiedere spese e sforzi significativi.Negli ultimi anni, i fondi SAF sono emersi come una nuova categoria di veicoli di investimento legati alla sostenibilità nel settore dell’aviazione. Possono assumere forme diverse: ad esempio, possono essere entità indipendenti come fondi di venture capital o, più vicini alle compagnie aeree, fondi di venture capital aziendali (corporate venture capital funds – CVC)Lo studio di McKinsey individua tre best practice per la progettazione e la costituzione di fondi SAF: 1) Stabilire obiettivi e target di investimento chiari: I management team sono più efficaci quando sono allineati sui target che si intende raggiungere. Non solo i leader all’interno della compagnia aerea devono essere allineati, ma anche l’intero consorzio di stakeholder e le potenziali aziende target devono concordare obiettivi generali e metriche di successo. 2) Coinvolgere i partner giusti per favorire sinergie e supporto alle società in portafoglio: sebbene alcuni fondi siano istituiti da una singola azienda, la collaborazione con un consorzio di partner può fornire vantaggi sinergici che vanno oltre la scala, ad esempio unendo gli stakeholder in tutto l’ecosistema, aumentando la consapevolezza e l’impatto e consentendo ai partner di sostenere congiuntamente le politiche di supporto. Alcuni fondi coinvolgono partner di tutta la catena del valore dell’aviazione, tra cui compagnie aeree, clienti aziendali, finanziatori, OEM, società di gestione dei viaggi e aeroporti. 3) Plasmare la governance con l’obiettivo di agire rapidamente, concentrarsi sui rendimenti e coinvolgere gli esperti: Le best practice per i fondi di venture capital aziendali prevedono la creazione di una struttura di governance simile a quella dei fondi di venture capital indipendenti, con decisioni di investimento autonome nell’ambito del mandato concordato del fondo. LEGGI TUTTO

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    Sostenibilità, UE: “Nel 2023 il consumo di materie prime è diminuito del 5 percento”

    (Teleborsa) – Nel 2023 il consumo di materie prime nell’UE è diminuito del 5 percento (14,1 tonnellate pro capite) rispetto al 2018 (14,9 tonnellate pro capite). La quota di materie prime secondarie rispetto a tutti i fattori produttivi nell’economia (“tasso di circolarità”) si è attestata all’11,5 percento nel 2022. Ciò significa che non ci sono stati cambiamenti dal 2017. Inoltre, nel 2021 il valore aggiunto lordo nel settore dei beni e dei servizi ambientali è aumentato di 0,28 punti percentuali (pp), passando dal 2,24 percento nel 2016 al 2,52 percento del PIL. È quanto emerge da un report dell’Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea, su Consumo e produzione responsabili.”I modelli di consumo e di produzione – si legge nel report – hanno ampi impatti ambientali e sociali. L’obiettivo di sviluppo sostenibile ‘Consumo e produzione responsabili’ (SDG 12) richiede un’azione su molti fronti, tra cui l’adozione di pratiche sostenibili da parte delle imprese, la promozione di pratiche di appalto sostenibili da parte dei responsabili politici e stili di vita rispettosi dell’ambiente dei consumatori. Il monitoraggio dell’SDG 12 nel contesto dell’UE si concentra sui progressi compiuti nel dissociare gli impatti ambientali dalla crescita economica, nel promuovere l’economia verde e nel contrastare la produzione e la gestione dei rifiuti.Il consumo di materie prime (impronta materiale) indica la quantità di estrazione necessaria per produrre i prodotti richiesti dagli utilizzatori finali nella zona geografica di riferimento. Nel 2023 i minerali non metallici rappresentano la percentuale più elevata del 52,3 percento, seguiti dalla biomassa (21,8 percento), dai vettori di energia fossile (18,1 percento) e dai minerali metallici (7,8 percento). La Commissione europea ha recentemente adottato un importante pacchetto di misure per l’uso sostenibile delle principali risorse naturali. L’obiettivo è rafforzare la resilienza degli ecosistemi naturali in tutta l’UE, aiutare meglio l’Europa ad adattarsi ai cambiamenti climatici e garantire una sicurezza alimentare e materiale duratura. LEGGI TUTTO

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    BofA: afflussi verso fondi obbligazionari ESG hanno già superato l’intero 2023

    (Teleborsa) – Luglio 2024 ha registrato un afflusso di 6,3 miliardi di dollari nei fondi obbligazionari ESG, il più alto afflusso mensile da marzo. Lo afferma Bank of America (BofA), sottolineando che gli afflussi obbligazionari ESG totali da inizio anno hanno ora raggiunto 38,4 miliardi di dollari, ampliando il vantaggio rispetto agli afflussi totali del 2023 di 31,6 miliardi di dollari. L’8% degli afflussi obbligazionari YTD è andato ai fondi obbligazionari ESG. Gli afflussi cumulativi verso fondi obbligazionari ESG hanno raggiunto 302 miliardi di dollari, in aumento del 15% YTD. L’AUM nei fondi obbligazionari ESG globali è di 698 miliardi di dollari a luglio 2024, in aumento di 56 miliardi YTD. I fondi obbligazionari ESG rappresentano ora il 12,9% di tutti i fondi obbligazionari. In base all’AUM, il 6,3% del totale dei fondi obbligazionari è ora in fondi obbligazionari ESG.Europa: 23 miliardi di afflusso (oltre il 50% degli afflussi globali)I fondi obbligazionari ESG dell’Europa occidentale hanno registrato gli afflussi mensili più elevati a luglio, con 4,1 miliardi di dollari, portando gli afflussi YTD a 23 miliardi. Gli afflussi cumulativi nei fondi obbligazionari ESG nell’Europa occidentale hanno raggiunto 142 miliardi, in aumento del 27% anno su anno. Gli AUM hanno raggiunto 393 miliardi, in aumento del 22% anno su anno. Oltre il 22% dei fondi obbligazionari sono ora fondi ESG, poiché il numero di fondi obbligazionari ESG è aumentato di 59 YTD. Il 34% degli afflussi dei fondi obbligazionari europei YTD è stato verso fondi ESG.Stati Uniti: afflussi mensili più forti da febbraio 2022I fondi obbligazionari ESG statunitensi hanno registrato il loro ottavo afflusso mensile consecutivo di 1,8 miliardi di dollari a luglio, il più forte da febbraio 2022. Gli afflussi YTD sono ora di 8,6 miliardi, superando di gran lunga gli afflussi totali del 2023 di 2,3 miliardi. Gli AUM sono saliti a 110 miliardi, in crescita del 15% anno su anno. Gli afflussi cumulativi nei fondi obbligazionari ESG negli Stati Uniti sono saliti a 59 miliardi a luglio 2024. Gli afflussi ESG hanno rappresentato il 3% degli afflussi totali YTD, il triplo dell’1% registrato un anno fa. LEGGI TUTTO

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    ESMA, da 21 novembre efficace nuova nomenclatura per fondi ESG o sostenibili

    (Teleborsa) – L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) ha pubblicato le traduzioni in tutte le lingue ufficiali dell’UE delle sue Linee guida sui nomi dei fondi che utilizzano termini ESG o correlati alla sostenibilità. Le Linee guida, pubblicate in inglese lo scorso 14 maggio, inizieranno ad applicarsi tre mesi dopo questa pubblicazione, ovvero il 21 novembre 2024.Entro due mesi dalla data di pubblicazione delle Linee guida, ovvero il 21 ottobre 2024, le autorità nazionali competenti devono notificare all’ESMA se (i) sono conformi, (ii) non sono conformi, ma intendono conformarsi, o (iii) non sono conformi e non intendono conformarsi alle linee guida. Il periodo transitorio per i fondi esistenti prima della data di applicazione sarà di sei mesi dopo tale data, ovvero il 21 maggio 2025. Tutti i nuovi fondi creati a partire dalla data di applicazione devono applicare immediatamente le Linee guida.L’obiettivo delle Linee guida, ricorda l’ESMA in una nota, è garantire che gli investitori siano protetti da affermazioni di sostenibilità infondate o esagerate nei nomi dei fondi e fornire ai gestori patrimoniali criteri chiari e misurabili per valutare la loro capacità di utilizzare termini ESG o correlati alla sostenibilità nei nomi dei fondi.I destinatariLe Linee guida si applicano alle società di gestione di OICVM, compresi gli OICVM che non hanno designato una società di gestione, ai gestori di fondi di investimento alternativi (GEFIA), compresi i fondi di investimento alternativi (FIA) gestiti internamente, nonché ai gestori di EuVECA, EuSEF, ELTIF e FCM, oltre che alle autorità competenti.L’oggettoLe Linee guida si applicano in relazione all’obbligo di agire, nell’esercizio della propria attività, in modo leale e corretto, nonché all’obbligo di garantire che tutte le informazioni contenute nelle comunicazioni di marketing siano corrette, chiare e non fuorvianti. Gli obblighi valgono per tutta la documentazione relativa ai fondi e tutte le comunicazioni di marketing destinate agli investitori o ai potenziali investitori.I termini chiavePer termini relativi alla dimensione della “transizione” si intendono tutti i termini derivati dalla parola base “transizione”, ad esempio “in transizione”, “di transizione” ecc., nonché i termini derivati da “miglioramento”, “progresso”, “evoluzione”, “trasformazione”, “zero emissioni nette” ecc. Per termini relativi alla dimensione “ambientale” si intendono tutte le parole che danno all’investitore l’impressione di promuovere caratteristiche di rispetto dell’ambiente, ad esempio “verde”, “ambientale”, “climatico”, ecc., comprese eventualmente le abbreviazioni “ESG”. Per termini relativi alla dimensione “sociale” si intendono tutte le parole che danno all’investitore l’impressione di promuovere caratteristiche di socialità, ad esempio “sociale”, “uguaglianza”, ecc. Per termini relativi alla dimensione della “governance” si intendono tutte le parole che danno all’investitore l’impressione di dare priorità alla governance, ad esempio “governance”, “controversie”, ecc. Per termini relativi alla dimensione dell'”impatto” si intendono i termini derivati dalla parola di base “impatto”, ad esempio “impattante”, “incidente”, ecc. Per termini relativi alla dimensione della “sostenibilità” si intendono tutti i termini derivati unicamente dalla parola di base “sostenibile”, ad esempio “sostenibilmente”, “sostenibilità”, ecc.Le raccomandazioniI fondi che utilizzano termini relativi a “transizione”, “società”, “governance”, “ambiente”, “impatto”, “sostenibilità” devono utilizzare una soglia minima dell’80% degli investimenti per soddisfare caratteristiche ambientali o sociali o conseguire obiettivi di investimento sostenibili, in conformità agli elementi vincolanti della strategia di investimento. Quelli con termini relativi a “sostenibilità” dovrebbero anche impegnarsi a effettuare un livello significativo degli investimenti sostenibili. A tutti si applicano esclusioni di investimenti nelle società di cui all’articolo 12 del RDC (UE) 2020/1818. LEGGI TUTTO

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    Banco BPM fissa obiettivi intermedi di decarbonizzazione al 2030

    (Teleborsa) – Banco BPM ha fissato gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 per ognuno dei 5 settori che erano stati individuati come prioritari e comunicati in sede di adesione alla Net Zero Banking Alliance (NZBA), avvenuta nel marzo 2023. A tal fine, gli scenari “net zero” 2050 proposti dai migliori standard di mercato (Agenzia Internazionale dell’Energia) sono stati applicati ai portafogli della banca, sulla base della situazione rilevata al 31 dicembre 2022.I target al 2030 sono espressi in termini di riduzione percentuale rispetto a fine 2022 dell’intensità emissiva media ponderata sulla base dell’esposizione nei confronti di controparti corporate).Per l’Automotive: riduzione del 48% dell’intensità emissiva rilevata a fine 2022 (0,45 milioni di tonnellate di CO2e per miliardo di passeggeri-chilometro percorsi dai veicoli venduti). Il target considera le emissioni di Scope 1, 2 e 3 delle controparti in portafoglio, che includono i produttori di mezzi pesanti.Per Cement: riduzione del 23% dell’intensità emissiva rilevata a fine 2022 (0,50 tonnellate di CO2e per tonnellata di prodotto cementizio). Il target considera le emissioni di Scope 1 e 2 delle controparti in portafoglio.Per Coal: run-off (ovvero -100%) delle esposizioni entro il 2026.Per Oil & Gas: riduzione del 14% dell’intensità emissiva rilevata a fine 2022 (60,7 grammi di CO2e per megajoule di prodotto petrolifero/gas naturale prodotto o distribuito). Il target considera le emissioni di Scope 1, 2 e 3 delle controparti in portafoglio.Per Power Generation: riduzione del 56% dell’intensità emissiva rilevata a fine 2022 (0,17 tonnellate di CO2e per megawattora di energia prodotta). Il target considera le emissioni di Scope 1 e 2 delle controparti in portafoglio. LEGGI TUTTO

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    Federalimentare, Paolo Mascarino: “Con Transizione 5.0, nuove opportunità per rendere aziende più sostenibili e competitive”

    (Teleborsa) – “Il piano Transizione 5.0, presentato ieri dal Ministro Adolfo Urso è una ottima notizia ed una grande opportunità per le imprese e per il comparto dell’industria che potranno veder riconosciuto un credito d’imposta nell’ambito di progetti di innovazione rivolti ad una riduzione dei consumi energetici, finalizzati a centrare gli obiettivi di decarbonizzazione e a rendere le nostre imprese più sostenibili”. È quanto dichiara il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino.”Con questo nuovo strumento, da noi fortemente auspicato sin dall’avvio dei lavori del Tavolo Mimit-Masaf per le politiche industriali del settore agroalimentare, le imprese – prosegue Mascarino – avranno la possibilità di avviare un percorso verso un modello energetico sempre più efficiente, sostenibile, con minore impatto ambientale e basato su fonti rinnovabili, rendendo così le aziende più autonome dalle fluttuazioni dei costi dell’energia. L’impegno economico fra fondi europei e nazionali è davvero significativo (12.7 miliardi di euro per il biennio 2024-2025; 6,3 miliardi di euro, provenienti dal programma RePower EU e 6,4 miliardi, previsti dalla legge di bilancio) e di questo dobbiamo ringraziare il Governo e il ministro Urso per aver mostrato grande attenzione e sensibilità verso un settore primario e strategico del Paese”.”Rendere maggiormente competitiva l’industria grazie alla possibilità di investire in impianti energetici più sostenibili e di poter produrre energia rinnovabile – conclude il presidente di Federalimentare – è una delle grandi sfide che come Italia abbiamo l’obbligo di conseguire e certamente il combinato disposto delle due iniziative, siamo certi, abbatterà i costi industriali e migliorerà ulteriormente l’impatto ambientale e la produttività rendendo le imprese del settore alimentare ancora più competitive sui mercati internazionali”. LEGGI TUTTO

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    Gruppo Ludoil, nel 2023 distribuite oltre 1.657 milioni di tonnellate di carburanti (+58%)

    (Teleborsa) – Il Gruppo Ludoil ha presentato il Bilancio di sostenibilità 2023, redatto in conformità con le best practices internazionali e inserito all’interno della Relazione sulla Gestione, con l’obiettivo di favorire una completa integrazione tra informazioni finanziarie e non finanziarie.In un contesto macroeconomico complesso, caratterizzato dalla volatilità dei prezzi delle materie prime, il Gruppo Ludoil ha dimostrato notevoli capacità di diversificazione delle fonti di approvvigionamento, assicurando forniture costanti e ininterrotte al Paese. Nel corso del 2023, Ludoil ha distribuito oltre 1.657 milioni di tonnellate di carburanti, registrando un incremento del 58% rispetto al 2022 e aumentando la propria quota di mercato dall’1,8% al 2,9%.Questo successo – spiega il Gruppo in una nota – si riflette in una realtà aziendale in costante espansione, con un capitaleinfrastrutturale composto da 9 depositi fiscali, 120 km di oleodotti, un terminal bunker, una piattaforma offshore, 157 stazioni di servizio, 28 infrastrutture di ricarica elettrica, 9 pale eoliche e un impianto di biometano attualmente in costruzione. Gli investimenti si sono concentrati sul recupero dei rifiuti organici tramite processi di digestione anaerobica e compostaggio, rispondendo in modo concreto a uno dei problemi più critici in Italia: la gestione dei rifiuti urbani. Da tale visione è nato il progetto di revamping dell’impianto dicompostaggio di Belpasso (CT), gestito dalla Raco S.r.l., società interamente controllata dal Gruppo Ludoil. Con un investimento superiore a 100 milioni di euro, l’obiettivo è la realizzazione di nuove linee di processo per la produzione di biometano, con l’intento di trasformare l’impianto in uno dei più grandi ed efficienti stabilimenti semi-dry al mondo entro il 2025. Il progetto è pienamenteallineato con l’ambizioso obiettivo di offrire prodotti decarbonizzati, in conformità con le direttive della Commissione europea.Il Gruppo Ludoil ha inoltre deciso di consolidare ulteriormente il proprio percorso di disclosure, sottoponendosi volontariamente alla valutazione di enti indipendenti in ambito ESG (Environmental, Social, Governance). In tal senso, Ludoil Energia, società del Gruppo, ha recentemente ottenuto il badge COMMITTED da EcoVadis, leader globale nella valutazione della sostenibilità aziendale. Con una Sustainability Scorecard di 55 punti, superiore al 58% delle aziende del settore valutate, questo riconoscimento – si legge nella nota – testimonia il valore delle azioni intraprese e la capacità dell’azienda di rispondere efficacemente alle aspettative degli stakeholder attraverso pratiche sostenibili e responsabili.Con circa 215 dipendenti, il 90% dei quali con contratto a tempo indeterminato, e oltre 30 nuove assunzioni nell’ultimo anno,il Gruppo investe costantemente nella formazione, come dimostrano le quasi 2mila ore di formazione erogate nel 2023. Per il prossimo triennio, è in fase di sviluppo un nuovo programma di welfare aziendale, con piani integrativi volti a migliorare il benessere personale e organizzativo, focalizzandosi in particolare sul benessere psicofisico e sull’equilibrio tra vita privata e lavoro.”Crescita, diversificazione strategica verso fonti rinnovabili e investimenti in progetti di economia circolare sono i pilastri del nostro piano industriale. Stiamo costruendo solide fondamenta per affrontare le sfide future legate al cambiamento del paradigma energetico, pronti a supportare l’Italia in questa indispensabile fase di transizione” ha commentato Donato Ammaturo, presidente del Gruppo Ludoil.”Il nostro modello innovativo si basa su un solido e comprovato track record imprenditoriale, al servizio di un progetto ambizioso di cambiamento di paradigma. Stiamo investendo in asset strategici infrastrutturali per sostenere la transizione energetica, instaurando alleanze e partnership con istituzioni finanziarie e stakeholder industriali, con un focus mirato sulla clean energy, la valorizzazione del capitale umano e una decisa spinta verso l’internazionalizzazione” ha commentato Rodolfo Errore, direttore generale del Gruppo Ludoil. LEGGI TUTTO