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    ASviS Live, “10 Anni dell’Agenda 2030: progressi, ostacoli e prospettive future”

    (Teleborsa) – “10 anni dell’Agenda 2030: progressi, ostacoli e prospettive future” è il titolo dell’ASviS Live organizzato oggi dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) per celebrare il decimo anniversario della sua adozione e il primo anniversario del “Patto sul Futuro” da parte delle Nazioni Unite. L’evento online – realizzato in collaborazione con la Rappresentanza permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, UN Global Compact Network Italia e Sustainable Development Solutions Network Italia – ha riunito rappresentanti di istituzioni internazionali, imprese e società civile per analizzare progressi e ritardi dell’Italia rispetto all’Agenda 2030 e valutare lo stato del dibattito globale sui temi del multilateralismo, della finanza per lo sviluppo sostenibile, della lotta al cambiamento climatico e alle disuguaglianze. A cinque anni dalla scadenza per raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 il mondo si trova di fronte a un crocevia: i passi avanti realizzati negli ultimi anni sono stati rallentati o in parte compromessi da crisi interconnesse, dalla pandemia ai conflitti fino all’emergenza climatica e alle guerre commerciali globali. “Le sfide che abbiamo di fronte impongono, come previsto dal Patto sul Futuro sottoscritto dall’Italia nel settembre 2024, di adottare una governance anticipante capace di assumere il futuro come criterio guida delle decisioni presenti – ha affermato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS –. L’Italia sta introducendo la Valutazione di Impatto Generazionale delle nuove leggi, come proposto dall’ASviS. Ma non basta: per realizzare il cambio di paradigma di cui abbiamo bisogno, il futuro va messo al centro dell’educazione e della ricerca, per coinvolgere tutto il Paese nella definizione delle politiche da seguire per realizzare una società che sia più giusta e sostenibile”.In occasione dell’evento sono stati diffusi i dati dell’indagine a cui ha preso parte anche UN Global Compact Network Italia, da cui emerge il forte supporto della popolazione europea per l’Agenda 2030: l’80% dei cittadini europei ritiene che lo sviluppo sostenibile debba essere una priorità per l’UE e i governi nazionali, l’85% che le normative sulla sostenibilità aziendale siano essenziali, il 73% considera la sostenibilità un motore di competitività per le aziende, il 75% ritiene che governi e aziende dovrebbero stanziare maggiori risorse per promuovere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, visto che solo il 37% è convinto che la maggior parte di essi possa essere ancora raggiunta entro il 2030.Interessanti sono anche i risultati del sondaggio sulla popolazione italiana promosso da WeWorld e Manitese insieme a Impresa2030 e all’ASviS sul ruolo delle imprese per la tutela dei diritti umani e ambientali. L’85% dei rispondenti ritiene che le grandi imprese europee e quelle di altri paesi che esportano nel mercato europeo debbano essere obbligate per legge a prevenire i danni causati dalle loro attività a persone, ambiente e clima, anche se questo comporta per loro dei costi in più. L’84% chiede che le grandi aziende siano responsabili dei danni causati dai loro prodotti o servizi lungo tutta la catena del valore e il 79% che le grandi aziende siano obbligate a fare piani per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Inoltre, solo un terzo pensa che i governi facciano abbastanza per limitare l’impatto negativo delle grandi aziende sui diritti umani e clima, mentre tre italiani su quattro affermano che non può esserci competitività senza tutela dei diritti umani, dell’ambiente e senza contrasto al cambiamento climatico. Per affrontare queste sfide e guardare ai prossimi anni, l’ASviS ha presentato il Future Paper “Una governance anticipante per l’Italia. Disegnare il futuro anche nell’interesse delle future generazioni”, realizzato nell’ambito di Ecosistema Futuro, la piattaforma strategica nazionale promossa dall’ASviS proprio per mettere i “futuri” e il pensiero a lungo termine al centro della riflessione culturale, politica, economica e sociale del Paese. Il documento, ispirato dalla riforma dell’articolo 9 della Costituzione italiana che ha introdotto, tra i principi fondamentali, la tutela dell’ambiente anche nell’interesse delle generazioni future, propone un nuovo approccio capace di valutare oggi gli impatti di leggi e politiche di domani, così da dotare il Paese degli strumenti necessari a governare le grandi trasformazioni del nostro tempo, come l’intelligenza artificiale, la crisi climatica, la transizione demografica.Il Future Paper propone alcuni interventi, in linea con il Patto sul Futuro, da realizzare entro il 2027. Innanzitutto, dotare l’Italia di strutture di strategic foresight, un approccio che utilizza metodi analitici e partecipativi per esplorare scenari futuri e identificare rischi e opportunità; in secondo luogo, tutelare i diritti delle future generazioni attraverso l’introduzione della Valutazione di Impatto Generazionale, attualmente in discussione alla Camera e istituire nuove autorità indipendenti con un mandato esplicito sulla tutela delle future generazioni; grande attenzione anche alla formazione della Pubblica Amministrazione per acquisire adeguate capacità di foresight e di valutazione dell’impatto delle politiche sulle future generazioni. E infine, creare una “Assemblea Nazionale sul Futuro” per coinvolgere la società civile, e specialmente i giovani, nella progettazione del Paese.”La Costituzione – ha commentato Giulia Di Donato, una delle autrici del Future Paper – ci impone di tutelare anche gli interessi delle future generazioni. I giovani devono quindi essere i protagonisti di questo processo, anche grazie alla costituenda Assemblea Nazionale sul Futuro”.”L’Agenda 2030 – ha dichiarato Maurizio Massari, rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite – ha rappresentato, sin dal suo lancio, uno strumento di grande ambizione per accompagnare e orientare le scelte degli Stati nei percorsi di crescita sostenibile. I dieci anni dalla sua adozione coincidono con l’80° anniversario delle Nazioni Unite e con i 70 anni dall’ingresso dell’Italia nell’Organizzazione, in un contesto molto complesso sia dal punto di vista geo-politico che di quello dell’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il contributo italiano agli SDGs si distingue su temi centrali per l’Agenda 2030 quali l’SDG16 (istituzioni giuste e trasparenti), il nesso tra sicurezza alimentare e cambiamenti climatici e la trasformazione dei sistemi agroalimentari sostenibili. In quest’ambito, nel luglio 2025 l’Italia ha co-ospitato ad Addis Abeba insieme all’Etiopia l'”Unfss+4″, dopo aver organizzato a Roma, nel 2023, il secondo Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari”. “Oggi, 25 settembre, – ha affermato Filippo Bettini, presidente del UN Global Compact Network Italia – è un’occasione preziosa per dare voce alla ricerca Perception of Sustainable Development by Europeans, che abbiamo condotto in 16 Paesi europei. I risultati parlano chiaro: oltre l’80% dei cittadini europei indica lo sviluppo sostenibile come una priorità, e in Italia tre persone su quattro lo riconoscono anche come leva di competitività. Ma la stessa indagine ci ricorda che la transizione potrà compiersi solo se la regolamentazione in materia sarà proporzionata e applicabile da parte delle aziende, conservando il carattere di efficacia rispetto agli scopi, e se anche le PMI avranno gli strumenti necessari per giocare un ruolo da protagoniste. In questo spirito, come UN Global Compact Network Italia, confermiamo il nostro impegno ad essere in prima linea, con responsabilità e con la convinzione che solo attraverso alleanze solide tra Istituzioni, imprese e società civile sarà possibile dare piena attuazione alla visione dell’Agenda 2030″.”Dieci anni dopo l’adozione dell’Agenda 2030 – ha detto Patrizia Lombardi, co-presidente del SDSN Italia – è tempo di guardare con lucidità ai progressi compiuti e alle sfide ancora aperte. Le crisi recenti hanno reso evidente quanto sia urgente educare al futuro, sviluppando competenze, visioni e responsabilità capaci di orientare le scelte individuali e collettive verso la sostenibilità e la giustizia tra generazioni. In questo percorso le università hanno un ruolo decisivo: attraverso ricerca, educazione e valorizzazione della conoscenza possono generare innovazione, formare cittadini consapevoli e contribuire in modo determinante alla trasformazione del Paese. Come SDSN Italia siamo convinti che scienza, saperi condivisi e dialogo tra istituzioni, imprese e società civile siano la leva fondamentale per tradurre l’Agenda 2030 in azioni concrete, oggi, a beneficio delle future generazioni”.Pierluigi Stefanini, presidente dell’ASviS, ha infine sottolineato l’urgenza di adottare un nuovo approccio. “Se vogliamo affrontare con coerenza le sfide globali e onorare il patto tra generazioni, – ha detto Stefanini – dobbiamo trasformare il futuro da concetto astratto a criterio guida delle decisioni presenti. Solo così potremo coniugare prosperità economica, coesione sociale e tutela dell’ambiente, costruendo un modello di sviluppo equo e sostenibile. È una responsabilità collettiva, che chiama in causa istituzioni, imprese e cittadini, e che richiede visione, coraggio e coerenza”. LEGGI TUTTO

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    ASML Holding, Standard Ethics conferma rating “EE+”

    (Teleborsa) – Standard Ethics ha confermato il Corporate Standard Ethics Rating (SER) “EE+” a ASML Holding, big europea dei semiconduttori. Si tratta del settimo notch su nove (nella fascia “Very Strong”) della scala usata dall’agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità.In linea con la metodologia di Standard Ethics, gli analisti confermano l’approccio olistico alla Sostenibilità del Gruppo olandese. Il sistema di ESG risk management, l’utilizzo di richiami sovranazionali nel Codice di Condotta, la rendicontazione extra-finanziaria in forma standard, le policy e gli obbiettivi ESG aderenti ai principali quadri internazionali e la composizione quali-quantitativa conforme ai principi di indipendenza, parità di genere ed internazionalità sono alcuni degli elementi che guidano l’Agenzia alla conferma del rating “EE+”. LEGGI TUTTO

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    Tecno, Lombardi: Spagna mercato chiave con recenti sviluppi normativi

    (Teleborsa) – Il nuovo quadro normativo sulla sostenibilità della Spagna rappresenta “una grande opportunità” per i fornitori di tecnologie ambientali, strumenti digitali e soluzioni di misurazione e reporting avanzato. Lo afferma Tecno, gruppo quotato su Euronext Growth Milan e tra i principali player nel settore SustainTech, che è già presente in Spagna con la filiale spagnola della controllata Energika.Il Real Decreto 214/2025, entrato in vigore il 12 giugno 2025 e i nuovi strumenti normativi e strategici adottati dal governo spagnolo, stanno dando forma a un vero e proprio ecosistema regolatorio per la sostenibilità: obblighi stringenti su calcolo della Carbon Footprint di Organizzazione (CFO), piani di decarbonizzazione quinquennali con obiettivi quantificati, monitoraggio digitale e trasparenza pubblica spingono le imprese verso una trasformazione profonda. Secondo le stime ufficiali del MITECO (Ministerio para la Transición Ecológica y el Reto Demográfico), i nuovi obblighi riguardano circa 6.000 aziende private spagnole attive in molteplici settori.Tra i comparti più attivi in questa transizione spicca quello estrattivo e degli inerti, al centro di una profonda trasformazione digitale. In questo scenario, in cui la digitalizzazione diventa la via più efficiente per ridurre il carico amministrativo e abbattere i costi di compliance, Tecno si trova in una posizione favorevole grazie alla partnership strategica con Finanzauto, storico distributore di Caterpillar in Spagna.Il posizionamento in Spagna di Tecno si inserisce nella più ampia strategia di espansione internazionale annunciata al mercato: la crescita nei mercati esteri avviene attraverso partnership solide, integrazione tecnologica e valorizzazione della sostenibilità, in linea con l’approccio data-driven del Gruppo.”La Spagna rappresenta per noi uno dei mercati chiave per ampiezza del perimetro regolatorio, maturità industriale e visione ambientale – ha commentato Giovanni Lombardi, Fondatore e Presidente di Tecno – I recenti sviluppi normativi confermano che la sostenibilità, per le imprese, non è più solo un tema reputazionale, ma un requisito operativo e competitivo. Grazie alla partnership con un attore storico come Finanzauto, abbiamo la possibilità di entrare in questo contesto con un’offerta concreta, riconosciuta sul campo e in linea con le esigenze di digitalizzazione e decarbonizzazione di settori ad alta intensità energetica”. “È un esempio chiaro di come intendiamo crescere all’estero: unendo tecnologie proprietarie e alleanze strategiche con partner solidi e radicati nel territorio – ha aggiunto – Continueremo a cogliere le opportunità che emergono dai grandi processi di trasformazione normativa in Europa, offrendo soluzioni digitali scalabili e capaci di generare valore industriale ed economico per i nostri clienti e ritorno per i nostri azionisti”. LEGGI TUTTO

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    Veolia Environnement, Standard Ethics migliora l’outlook a Positivo

    (Teleborsa) – Standard Ethics ha elevato l’Outlook di Veolia Environnement, multinazionale francese impegnata nella fornitura di servizi ambientali, a “Positivo”. Il Corporate Standard Ethics Rating (SER) “EE” è confermato. Si tratta del sesto notch su nove (nella fascia “Strong”) della scala usata dall’agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità.Gli analisti di Standard Ethics riscontrano un progressivo allineamento alle indicazioni sulla Sostenibilità di Onu, Ocse e Ue. L’impianto di governance della Sostenibilità poggia su policy e obbiettivi ESG definiti, su un sistema di ESG risk management appropriato e su una rendicontazione extra-finanziaria standard. La composizione quali-quantitativa dell’organo apicale risponde ai principi di indipendenza e parità di genere.Tra i miglioramenti possibili nel breve termine si segnala la possibilità di rendere più facilmente fruibili le policy a carattere sociale citate dall’azienda. LEGGI TUTTO

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    Diasorin e Interpump entrano nell’indice MIB ESG

    (Teleborsa) – DiaSorin, multinazionale italiana attiva nel campo della diagnostica, e Interpump, gruppo attivo nella produzione di pompe ad acqua e nel settore oleodinamico, saranno incluse nell’indice MIB ESG a partire dall’apertura dei mercati di lunedì 22 settembre 2025. Nessuno uscirà dall’indice.L’indice MIB ESG è primo indice ESG (Environmental, Social and Governance) dedicato alle blue-chip italiane, pensato per individuare i grandi emittenti italiani quotati che presentano le migliori pratiche ESG. L’indice MIB ESG, sviluppato da Euronext, combina la misurazione della performance economica con valutazioni ESG in linea con i principi del Global Compact delle Nazioni Unite.L’indice MIB ESG viene sottoposto a revisione trimestrale (marzo, giugno, settembre, dicembre). La prossima revisione sarà annunciata venerdì 12 dicembre 2025. LEGGI TUTTO

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    Settimana europea della Mobilità, torna ECO: Festival della Mobilità Sostenibile e delle Città Intelligenti

    (Teleborsa) – Il 16 e 17 settembre 2025, in coincidenza con l’inizio della “Settimana europea della Mobilità 2025”, si terrà a Roma (presso il Centro Congressi di Piazza di Spagna, in via Alibert 5A) la terza edizione di ECO Festival della mobilità sostenibile e delle città intelligenti. L’evento farà il punto sullo stato dell’arte della transizione ecologica nella mobilità delle persone e delle merci, focalizzandosi su tematiche strategiche per il nostro Paese: sviluppo delle infrastrutture e dei servizi, avanzata della mobilità elettrica, innovazione, logistica, intermodalità, economia circolare, governance, salute e sicurezza, educazione e cultura ambientale, riforestazione urbana. La due giorni di lavori coinvolgerà i principali attori pubblici e privati nel settore della mobilità sostenibile e vedrà susseguirsi incontri e interviste che metteranno a confronto i rappresentanti del mondo politico, istituzionale, accademico e imprenditoriale. Ad aprire la manifestazione, il 16 settembre, saranno i saluti istituzionali del vicepresidente ANCI Vito Parisi e di Eugenio Patané, assessore Mobilità del Comune di Roma, che precederanno le interviste, previste nella mattinata, sulle tematiche di più stretta attualità al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.Uno dei momenti clou della manifestazione riguarderà la presentazione dei risultati de “L’indagine sulla mobilità sostenibile in Italia”, realizzata dall’Istituto Piepoli. Lo studio, che ha coinvolto un campione rappresentativo di mille italiani, fornirà dati e trend interessanti sulle abitudini di spostamento, sulla consapevolezza dell’impatto ambientale delle proprie abitudini, sulla pluralità tecnologica, sull’economia circolare e sull’impatto dell’IA nel mondo della mobilità e dei trasporti. Assoluta novità proposta da questa ricerca sarà la definizione, sulla base delle risposte raccolte, di un indice di mobilità sostenibile dei cittadini italiani.Spazio poi agli interventi di Claudio Magliulo, Clean cities campaign e di Fabrizio Penna, capo Dipartimento PNRR MASE, sugli investimenti verdi alla luce del nuovo quadro europeo e di Francesco Naso, Direttore di Motus-E, che si soffermerà sulle tante fake news che circolano sulle batterie elettriche. La chiusura dei lavori del mattino è affidata ad Antonio Decaro, presidente Commissione Ambiente clima e sicurezza alimentare Parlamento Europeo. Nel pomeriggio della prima giornata, si terranno alcuni tavoli di lavoro che vedranno protagonisti esperti e istituzioni, cui saranno invitate le aziende che vogliono operare in modo sostenibile.L’apertura dei lavori del 17 settembre vedrà l’intervento di Edoardo Rixi, viceministro Infrastrutture e Trasporti. A fornire ulteriori spunti di dibattito saranno poi gli interventi di: Manuel Marsilio, Industry & Road Safety ambassador per WBIA all’ONU e OMS, sul ruolo chiave della bicicletta nella visione europea del trasporto Sostenibile; del docente Bruno Dalla Chiara del Politecnico Torino sull’opzione idrogeno come alternativa al petrolio per una mobilità più sostenibile; di Francesco Ferrini, docente di Arboricoltura e coltivazioni arboree presso l’Università di Firenze sull’importanza di riforestare le nostre città; di Carla Ancona, Dipartimento Epidemiologia SSR Lazio Salute e Ambiente sull’impatto della mobilità sull’inquinamento atmosferico; di Damiano Meola, direttore Marketing The Data Appeal Company. Grazie anche al patrocinio di ANCI, ECO ospiterà in questa seconda giornata un dibattito tra sindaci di diverse città distribuite sul territorio nazionale, con la presentazione di buone pratiche ed esperienze virtuose che gli enti locali stanno mettendo in campo per favorire una transizione ecologica efficace. Chiuderà la manifestazione l’intervento del presidente dei Senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri.ECO è un evento aperto a tutti, istituzioni, cittadini, studenti, aziende, e si svolge con il patrocino di ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, Comune di Roma, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Bikeconomy Osservatorio e in collaborazione con ENEL, Regionale, brand di Trenitalia (Gruppo FS), Intesa Sanpaolo, ALIS, Conai, Amazon, che porteranno i loro ultimi progetti su temi quali le infrastrutture energetiche, la riforestazione urbana, l’economia circolare, la logistica sostenibile. Durante il Festival ogni partner premierà una realtà che si è distinta nei diversi ambiti della mobilità e della sostenibilità. LEGGI TUTTO

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    PwC, JTI Italia e Arel: “L’evoluzione della sostenibilità tra cultura, percezione e pratiche”

    (Teleborsa) – La sostenibilità è ormai parte integrante del vocabolario quotidiano degli italiani, essendo diventata un principio guida per cittadini, imprese e istituzioni. Ma tra il dire e il fare resta ancora un divario significativo. A raccontarlo è il nuovo studio “L’evoluzione della sostenibilità tra cultura, percezione e pratiche”, realizzato da Fondazione PwC Italia in collaborazione con JTI Italia e Arel, presentato oggi a Milano. Lo studio analizza come la sostenibilità sia oggi compresa, percepita e vissuta dalla popolazione italiana, mettendo in luce l’evoluzione del concetto nel corso degli anni. Attraverso un’indagine condotta su un campione rappresentativo di oltre mille italiani, infatti, il report esplora le pratiche quotidiane, le opinioni e le aspettative dei cittadini, evidenziando un divario significativo tra consapevolezza e azione. All’evento di presentazione dello studio sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni, del mondo delle imprese e della ricerca. Ad aprire i lavori sono stati Giovanni Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato di PwC Italia, Didier Ellena, Presidente e Amministratore Delegato di JTI Italia. La ricerca è stata illustrata da Sara Zanellini, Senior Research Analyst dell’Ufficio Studi di PwC Italia, Andrea Lamberti, Policy Analyst di Arel e Luca Brigada Villa, Ricercatore dell’Università degli Studi di Pavia. A seguire, una tavola rotonda ha visto intervenire Adriana Valle, Corporate Affairs & Communication Director di JTI Italia, Irene Tinagli, Membro del Parlamento europeo, Alice Lazioli, Head of European Affairs di Confartigianato, e Alessandro Colucci, Membro della Camera dei Deputati. Le conclusioni sono state affidate a Enrico Letta, Presidente di Arel. L’evento ha rappresentato un’occasione di confronto sul ruolo della sostenibilità nella società italiana, tra cultura, pratiche e responsabilità condivise.”Per JTI Italia, la sostenibilità non è un obiettivo da raggiungere, ma un principio da vivere e condividere – ha dichiarato Ellena –. Crediamo che le imprese debbano interpretare un ruolo attivo nel cambiamento, contribuendo a costruire una cultura della sostenibilità accessibile, comprensibile e praticabile. Per questo siamo orgogliosi di aver collaborato alla realizzazione di questo studio, uno strumento prezioso che ci aiuta a leggere il presente e a guardare al futuro con più consapevolezza. La sostenibilità è un impegno che ci guida ogni giorno nel modo in cui operiamo e ci relazioniamo con la società”.”La sostenibilità – ha commentato Toselli – è certamente in prima battuta una responsabilità collettiva che coinvolge cittadini, imprese e istituzioni. È quindi fondamentale che la consapevolezza si traduca in comportamenti concreti, coerenti e misurabili. I risultati dello studio raccontano come solo attraverso azioni significative si può costruire un approccio collettivo che sia catalizzatore di inclusione sociale, crescita economica e rigenerazione ambientale. PwC vuole contribuire a creare le condizioni necessarie affinché le buone idee si trasformino ogni giorno in iniziative condivise e ad alto impatto”.”Il report – ha concluso Letta – mostra che la sostenibilità ha conquistato una posizione di rilievo nel discorso pubblico e una diffusa adesione valoriale, ma la sua efficacia trasformativa rimane fortemente condizionata dalla capacità di essere declinata in pratiche concrete, semplici da comprendere e percepite come di impatto. Per questo, la sfida che abbiamo di fronte non è più soltanto culturale, ma soprattutto progettuale. Occorre creare le condizioni affinché la sostenibilità possa essere vissuta, praticata e riconosciuta come parte integrante della quotidianità, ripensando spazi, processi e strumenti affinché la sostenibilità diventi un criterio reale di decisione, capace di incidere sulle scelte individuali, collettive e aziendali”.SOSTENIBILITÀ TRA PERCEZIONE E REALTÀ: GLI ITALIANI LA CONOSCONO, MA FATICANO A METTERLA IN PRATICAL’indagine demoscopica rivela che, sebbene l’82% degli italiani affermi di sapere cosa significhi il termine “sostenibilità”, solo il 36% di essi è in grado di fornirne una definizione corretta. Il 55% ne riduce il significato alla sola dimensione ambientale, mentre il 9% – nell’inquadrare la tematica – fornisce risposte del tutto non pertinenti. Il 51% degli italiani considera la sostenibilità molto importante nella propria vita quotidiana, ma solo una parte minoritaria di essi mette in pratica comportamenti sostenibili dal punto di vista ambientale (44%), economico (41%) e sociale (14%). Il 78% del campione, guardando al futuro, dichiara di voler ridurre l’uso della plastica monouso e il 75% di esso intende diminuire il consumo di beni non essenziali. Ma solo il 44% si dice disposto a partecipare ad attività di volontariato. Il 40% degli intervistati, infine, dichiara di non avere tempo sufficiente per compiere scelte sostenibili, il 41% lamenta la mancanza di opzioni accessibili nel proprio territorio, mentre il 39% esprime sfiducia nell’effettiva sostenibilità dei prodotti dichiarata sulle etichette. GENERAZIONI A CONFRONTO: QUATTRO SGUARDI DIVERSI SULLA SOSTENIBILITÀLo studio offre anche una lettura generazionale della sostenibilità, rivelando come esperienze formative e contesti culturali differenti possano influenzare comportamenti e priorità. La Generazione Z – 18–28 anni – si dichiara intenzionata a ridurre l’uso di plastica monouso (83%) e il consumo di beni non essenziali (79%), e si impegna nella raccolta differenziata e nella riduzione dello spreco alimentare. È inoltre la più disposta a pagare un premium price per prodotti sostenibili (86%) e mostra forte sensibilità verso le tematiche sociali: è la generazione che più si batte per l’inclusione e la lotta alle discriminazioni.I Millennials (29–44 anni) si mostrano propensi ad adottare pratiche come la riduzione dei consumi energetici (79%), l’acquisto da produttori locali (66%) e da filiere etiche (65%). Emerge anche l’intenzione di partecipare attivamente ad iniziative sociali ?quali attività di volontariato (39%) e programmi di formazione per persone vulnerabili (60%). Per loro, sostenibilità significa sobrietà ed equità.La Generazione X (45–60 anni) privilegia comportamenti razionali orientati alla parsimonia e legati alla sfera domestica: riduzione degli sprechi, acquisti stagionali e ricorso a prodotti riutilizzabili. Inoltre, 4 su 5 dichiarano di voler ridurre il consumo energetico, in linea con una cultura della responsabilità maturata negli anni ’80 e ’90.I Baby Boomers (oltre i 60 anni) praticano invece una sostenibilità silenziosa e radicata nel non-spreco. Pur essendo meno familiari con il concetto (solo il 32%conosce la definizione corretta di sostenibilità, vs. 44% della Generazione Z), sono tra i più coerenti nei comportamenti. Solo il 63% di essi, tuttavia, è disposto a pagare di più per prodotti sostenibili, preferendo soluzioni durature e parsimoniose.IL RUOLO DELLE IMPRESE NELLA TRANSIZIONE SOSTENIBILE: IL CASO JTI ITALIAL’indagine si sofferma anche sulla percezione della responsabilità nel promuovere comportamenti sostenibili, evidenziando come gli italiani la attribuiscano principalmente alle istituzioni pubbliche (42%), seguite da singoli individui (28%) e solo in misura minore alle imprese (22%). I dati ISTAT, tuttavia, mostrano come le aziende italiane stiano già assumendo un ruolo centrale sulla tematica: a giugno 2023, il 69% delle imprese manifatturiere e il 62,4% di quelle nei servizi hanno adottato pratiche sostenibili. Tra le grandi imprese dei servizi con oltre mille addetti, la percentuale sale all’85,9%; segno di una crescente consapevolezza del valore strategico della sostenibilità.In questo scenario, il report analizza il percorso intrapreso da JTI Italia nello sviluppo di un approccio integrato alla sostenibilità, attraverso collaborazioni con enti del terzo settore e istituzioni per realizzare iniziative concrete sotto il profilo ambientale, sociale ed economico. Sul piano della sensibilizzazione all’ambiente, ad esempio, l’azienda ha promosso insieme a Save the Planet la campagna anti-littering #IoLaButtoLì, patrocinata dal Ministero dell’Ambiente, e il programma Sustainable Cities, con interventi di riqualificazione sostenibile nelle città italiane. In ambito sociale, ha sostenuto progetti contro la povertà alimentare e per contrastare la povertà energetica. Mentre sul fronte economico, la società ha investito circa 300 milioni di euro negli ultimi dieci anni nella filiera tabacchicola italiana, siglando nel 2023 un accordo triennale con il Ministero dell’Agricoltura per l’acquisto annuale di 8.000 tonnellate di tabacco.TRADURRE I VALORI IN AZIONI: LA SOSTENIBILITÀ COME SFIDA PROGETTUALELo studio si chiude con una riflessione chiara: la sostenibilità ha conquistato una centralità valoriale nel discorso pubblico italiano, ma la sua efficacia trasformativa dipende dalla capacità di essere tradotta in pratiche concrete, comprensibili e dal beneficio percepito come reale. Il successo di azioni come la raccolta differenziata o la riduzione della plastica monouso dimostra che la sostenibilità attecchisce quando si intreccia con gesti quotidiani e riferimenti culturali preesistenti. Tuttavia, la dimensione ambientale ha finora dominato il campo. La sostenibilità sociale ed economica, pur riconosciuta, fatica a trovare ancoraggi pratici altrettanto forti. Per superare questo squilibrio, servono strumenti chiari, accessibili e adatti ai contesti di vita quotidiana. Trasparenza e concretezza sono requisiti fondamentali per costruire fiducia e credibilità. Comunicare in modo sobrio, verificabile e coerente con le azioni intraprese è la chiave per un impegno autentico e duraturo. La sfida, quindi, non è più solo culturale, ma progettuale: è necessario costruire le condizioni operative affinché la sostenibilità possa essere vissuta, praticata e riconosciuta come utile. Per le istituzioni, significa disegnare politiche pubbliche capaci di semplificare l’adozione di comportamenti sostenibili, riducendo gli ostacoli e aumentando la fiducia. Per le imprese, significa adottare strategie di prossimità, trasparenza e coerenza narrativa con i valori dei consumatori. Per il terzo settore, significa rafforzare i ponti tra idealità e concretezza, facilitando l’accesso a esperienze di cittadinanza attiva, economia solidale, educazione inclusiva e sviluppo locale. LEGGI TUTTO

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    ESMA, memorandum d’intesa con Agenzia europea dell’ambiente su finanza sostenibile

    (Teleborsa) – L’Autorità Europea degli Strumenti Finanziari e dei Mercati (ESMA) e l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) hanno firmato un Memorandum d’Intesa (MoU) il cui scopo è rafforzare la cooperazione nell’ambito della finanza sostenibile. Il MoU si concentra sui fattori ambientali e sulla loro integrazione nel quadro normativo dell’UE in materia di finanza sostenibile, inclusa la supervisione di tale quadro.Il MoU delinea le modalità con cui l’ESMA e l’EEA si scambieranno competenze, informazioni e dati e sosterranno le reciproche attività di rafforzamento delle capacità. L’ESMA e l’EEA collaboreranno inoltre per facilitare la collaborazione tra le autorità nazionali di regolamentazione dei valori mobiliari e le autorità o agenzie nazionali responsabili della tutela ambientale. Inoltre, collaboreranno congiuntamente per migliorare il dialogo politico su diversi ambiti dell’agenda della finanza sostenibile.Entrambe le istituzioni “riconoscono che la loro stretta cooperazione in questi compiti e attività porterà reciproci benefici e sinergie, evitando la duplicazione degli sforzi e contribuendo, in ultima analisi, ad affrontare le importanti sfide legate alla biodiversità, ai cambiamenti climatici e all’inquinamento”, si legge in una nota.(Foto: toppercussion | 123RF) LEGGI TUTTO