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    ENEA inaugura Laboratorio Tecnologie per la sostenibilità in collaborazione con Università di Brescia

    (Teleborsa) – Valorizzare l’economia circolare del e sul territorio. Con questo obiettivo Enea ha inaugurato il Laboratorio Tecnologie per la sostenibilità ospitato presso l’Università degli Studi di Brescia all’interno del CSMT Innovative Contamination Hub, dando seguito all’Accordo di collaborazione siglato con la Regione Lombardia per contribuire al rafforzamento competitivo del sistema produttivo e scientifico regionale.Il Laboratorio, tramite il personale della Divisione Uso efficiente delle risorse e chiusura dei cicli di Enea, in particolare del Laboratorio Valorizzazione delle Risorse nei sistemi produttivi e territoriali, opera in stretta sinergia con l’Università di Brescia e svolge attività di ricerca, servizio e trasferimento tecnologico sui temi relativi alla eco-innovazione di processi e prodotti, alla sostenibilità di aree industriali, alla bonifica e riqualificazione di siti industriali, servendosi di tecnologie informatiche e strumenti digitali, quali la Piattaforma Simbiosi Industriale sviluppata e implementata da Enea (Symbiosis).Le attività, realizzate in connessione con il territorio della Regione Lombardia (quindi bresciano), – spiega Enea in una nota – riguardano, in particolare, lo sviluppo e l’implementazione di soluzioni innovative e approcci integrati per l’uso efficiente e la gestione sostenibile delle risorse e del territorio a supporto della pubblica amministrazione e delle imprese nella transizione verso un modello economico e gestionale sostenibile e circolare.”Con l’apertura di questo Laboratorio, – ha affermato il presidente dell’Enea Gilberto Dialuce – Enea intende mettere a disposizione del territorio lombardo le proprie competenze sulla transizione verso modelli di produzione e consumo più sostenibili e circolari con particolare riferimento a: diagnosi delle risorse, ecologia e simbiosi industriale, gestione del fine vita delle risorse e relativi scenari di valorizzazione, misurazione e standard per l’economia circolare, analisi del ciclo di vita. Oltre alla condivisione di tecnologie informatiche e strumenti digitali per l’economia circolare, quali ad esempio la Piattaforma Symbiosis, il Laboratorio agirà anche da interfaccia con i laboratori e le infrastrutture tecnologiche nel campo della sostenibilità e dell’economia circolare dei Centri di Ricerca Enea presenti sull’intero territorio nazionale”. LEGGI TUTTO

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    Sustainability Day del Gruppo FS: infrastrutture, energia e rigenerazione urbana per creare valore per il Paese

    (Teleborsa) – “Oggi il Gruppo FS non parla più di strategia d’impresa da un lato e di sostenibilità dall’altro. Nel Gruppo oggi parliamo di strategia sostenibile che si orchestra in ambientale, sociale, e di buon governo societario, che ne sono i pilastri dell’ESG”. La presidente di Ferrovie dello Stato, Nicoletta Giadrossi, ha aperto così la prima edizione del Sustainability Day del Gruppo FS, sottolineando la grande attenzione di Ferrovie dello Stato alla sostenibilità basata su un piano industriale decennale focalizzato su “infrastrutture, passeggeri, logistica e città: un sistema integrato e sostenibile”.Organizzato nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2022 di Asvis, il Sustainability Day di Ferrovie dello Stato è stata l’occasione per un confronto tra vertici e manager del Gruppo FS, guidato dall’amministratore delegato Luigi Ferraris, e stakeholder del mondo accademico e delle istituzioni su transizione energetica della logistica e dei trasporti; sviluppo sostenibile delle infrastrutture; valorizzazione e rigenerazione urbana.”Mai come in questo momento di incertezze e instabilità, la sostenibilità è importante – ha proseguito Giadrossi – è importante perché vuol dire resilienza e capacità di adattamento. Renderci più sostenibili e quindi più forti e pronti ad affrontare le sfide che ci vengono poste è un dovere per noi verso il nostro Paese”.Nel giorno del Sustainability Day di Ferrovie dello Stato, Trenitalia ha presentato un Frecciarossa con la livrea decorata con i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. “Già oggi, ma ancora di più nei prossimi anni, il treno avrà la responsabilità di essere il veicolo di uno sviluppo sostenibile – ha dichiarato Luigi Corradi, ad di Trenitalia –. Il Frecciarossa è stato progettato pensando all’ambiente: consuma il 30% in meno ed è fatto di materiali riciclabili fino al 94%”.Tra i relatori del Gruppo FS, intervenuti al Sustainability Day, anche Vera Fiorani, amministratrice delegata di RFI, che ha dialogato con Davide Ciferri, coordinatore Unità di Missione PNRR, ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e Paolo Pileri, docente pianificazione e progettazione urbanistica Politecnico di Milano. “Per creare il massimo valore dalla dimensione e dalla portata degli investimenti, al di là di quelli previsti nell’ambito del PNRR, che ha declinato una serie di strumenti, RFI – ha detto Fiorani – ha improntato il suo sforzo realizzativo e gestionale al rispetto dei principi e delle pratiche per la qualità degli investimenti infrastrutturali e alla sostenibilità dei processi. Dieci le linee di azione strategica confluite nel Piano Industriale del Gruppo per integrare la sostenibilità in tutti i processi aziendali. Bisogna cercare di muovere persone e merci usando la modalità ferroviaria, che è un tipo di trasporto collettivo e green”.Al centro dei temi trattati nel corso della giornata anche il piano di efficientamento energetico avviato dal Gruppo FS, illustrato da Fabrizio Favara, chief strategy officer del Gruppo FS, a confronto con Gianni Silvestrini, direttore scientifico Kyoto Club e Valeria Costantini, docente cambiamenti climatici e politiche energetiche Università degli Studi Roma Tre. “Il Gruppo FS è un perno di un percorso di cambiamento che cerca di coniugare quella che è la transizione energetica con una altrettanto identica e profonda transizione della mobilità – ha spiegato Favara –. Siamo un’azienda energivora che utilizza circa il 2% della domanda nazionale di energia elettrica e abbiamo avviato un piano di autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che ci consentirà di coprire il 40% del nostro fabbisogno con un investimento di 1,6 miliardi. A questa azione, nell’ottica di dare un contributo alla transizione energetica del Paese, si uniscono altri progetti di efficientamento energetico per ridurre i consumi di energia dei mezzi, elettrificare oltre 2mila km di rete ferroviaria a trazione diesel e sperimentare nuovi carburanti per completare il phase-out dei combustibili fossili”.Sulle attività finalizzate alla valorizzazione del patrimonio immobiliare non più funzionale all’esercizio ferroviario e alla rigenerazione urbana è intervenuto Umberto Lebruto, amministratore delegato di FS Sistemi Urbani, che ha partecipato al panel insieme ad Anna Donati, presidente e amministratore delegato Roma servizi per la mobilità – Roma Capitale e Giuseppina Rachele Incarnato, Assessore all’Urbanistica e Edilizia di Cosenza. “I nostri investimenti si concentrano nelle aree intorno alle stazioni – ha spiegato Lebruto – spesso al centro delle città. Guardiamo molto alla sostenibilità ambientale, non solo dal punto di vista della realizzazione di infrastrutture e parchi per la città, ma anche e soprattutto di ricucitura della mobilità, che diventa sempre più integrata tra quella cittadina e quella ferroviaria”.Punto centrale del Sustainability Day del Gruppo FS la piena integrazione tra il Piano Industriale e il piano di sviluppo sostenibile. “Attraverso un piano decennale, in cui la sostenibilità è fattore strategico strutturale e criterio orientativo di tutte le azioni, il Gruppo intende passare a una nuova visione di business incentrata sulla creazione di valore”, ha spiegato Lorenzo Radice, responsabile della Sostenibilità del Gruppo FS. Radice ha ribadito che il Gruppo FS punta alla carbon neutrality al 2040 sottolineando i principali obiettivi dei prossimi anni: 32,4% presenza femminile in ruoli manageriali entro il 2026; 100% smart worker coinvolti in attività formative e informative; 100% fornitori valutati in ottica ESG dal 2026; oltre 14mila alberi e arbusti piantumati nell’ambito degli interventi sulle stazioni e nei progetti di trasformazione urbanistica; 50% di emissioni di CO2 in meno entro il 2030 anche grazie all’incremento del traffico su ferro. LEGGI TUTTO

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    Tim, Romano: “Siamo abilitatori dello sviluppo sostenibile”

    (Teleborsa) – “TIM è un abilitatore e un contributore dello sviluppo sostenibile previsto dagli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu”. È quanto ha affermato Elisabetta Romano, chief Network Operations & Wholesale Officer di TIM e ad di Sparkle, in occasione dell’evento Asvis “L’Italia e gli obiettivi di sviluppo sostenibile”. “Ad esempio, in relazione all’obiettivo per la nutrizione globale, grazie a tecnologie come l’IoT, la sensoristica e il 5G, – ha proseguito Romano – contribuiremo a contrastare fenomeni legati alla malnutrizione con soluzioni di smart factory e progetti che consentono di razionalizzare il consumo dell’acqua e ridurre l’uso di pesticidi. Per quanto riguarda l’obiettivo legato all’energia, siamo abilitatori tecnologici grazie a iniziative di lungo periodo come i data center green di Sparkle distribuiti nel mondo e in particolare quelli recentemente realizzati in Grecia con i più elevati standard di efficienza. Inoltre, Tim è la seconda azienda per consumo di energia in Italia, con circa 2 terawattora (TwH) all’anno utilizzati nel 2021 e grazie all’utilizzo di tecnologie innovative siamo stati in grado di realizzare efficienze del 25%. In relazione all’obiettivo sull’empowerment femminile, contiamo di avere nel 2024 il 25% di donne in posizioni di responsabilità.È anche un tema scolastico e universitario. Con Sparkle sosteniamo ad esempio l’iniziativa ‘Young Women Empowerment’ con Fondazione Ortygia, con cui manager Sparkle fanno mentoring alle neolaureate delle università siciliane”.Romano ha, inoltre, sottolineato l’impegno di TIM verso i giovani. “Abbiamo la responsabilità di far crescere i giovani e creare nuovi manager, in TIM – ha spiegato Romano – siamo nel pieno di un ricambio generazionale, vogliamo assumere giovani che devono crescere in base al merito. TIM sta puntando con forza sull’equità fra i generi perché solo offrendo le stesse opportunità ci può essere una vera meritocrazia. E le aziende hanno bisogno di questo. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo deciso che, entro il 2024, la percentuale di donne in posizioni di responsabilità dovrà rispecchiare la percentuale femminile all’interno del Gruppo: stiamo agendo di conseguenza. Stiamo affrontando il problema supportando i nostri dipendenti nella gestione della loro vita familiare – ha concluso la manager mettendo a disposizione centri estivi per bambini e ragazzi, il rimborso delle spese per il nido, la materna e il baby sitting”. LEGGI TUTTO

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    Formula 1, Standard Ethics: scuderie accelerino su sostenibilità, benefici per filiere

    (Teleborsa) – Il mondo Formula 1 ha avviato il suo percorso verso la sostenibilità, con la società che gestisce il Campionato del mondo che ha annunciato la volontà di raggiungere zero emissioni di carbonio entro il 2030 e di sviluppare un carburante sostenibile al 100% a partire dal 2026, ma le dieci scuderie hanno ancora molta strada da fare. Lo afferma un report di Standard Ethics, agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità.Se da un lato appare già alta l’attenzione rivolta a temi cruciali come i diritti umani, sia all’interno delle scuderie sia nelle rispettive catene di fornitura, dall’altro emergono comunque margini di miglioramento. Ad esempio: innalzando la trasparenza e la fruibilità dei documenti aziendali sui propri siti web; predisponendo e pubblicando strumenti di governance (come il Codice Etico) che siano aderenti alle linee guida internazionali; fissando e rendendo noti specifici obiettivi ESG condivisi dai principali organismi sovranazionali (Onu, Ocse e Ue); dotandosi di una rendicontazione extra-finanziaria in linea con gli standard globali.Secondo Standard Ethics, un’accelerazione nella divulgazione di documenti chiave come i rapporti ESG e gli obiettivi ambientali sarebbe positiva soprattutto perché le squadre che attualmente partecipano al Campionato del mondo di Formula 1 sono rinomate per la loro eccellenza industriale, tecnologica e di ricerca. Per questo motivo, e per la loro visibilità, la loro forza trainante potrebbe essere un esempio per guidare le filiere industriali, come quelle dell’automotive e dei componenti.Tra le dieci scuderie di F1, solo tre squadre (30%) hanno un Codice Etico. Gli analisti hanno notato che la Scuderia Ferrari ha un Codice Etico con riferimenti internazionali, ovvero la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite e le Convenzioni ILO e OCSE.Per quanto riguarda la rendicontazione ESG, cinque delle scuderie di F1 (50%) hanno un rapporto non finanziario sulla sostenibilità o sulla responsabilità sociale d’impresa (CSR). Gli analisti sottolineano che tre squadre (Scuderia Ferrari, McLaren F1 Team e Aston Martin F1 Team) offrono il reporting di sostenibilità, che si basa su criteri internazionali e standardizzati citando il Global Reporting Initiative (GRI). Gli analisti hanno inoltre valutato la Strategia di Sostenibilità adottata da Williams Racing e il Rapporto CSR di Mercedes-AMG.Sei squadre hanno chiari obiettivi ambientali mentre le restanti squadre ne sono ancora prive. Gli analisti “ritengono che gli obiettivi ambientali siano un aspetto cruciale per il raggiungimento della Sostenibilità, considerando l’enorme sforzo del Gruppo Formula Uno per essere a emissioni nette di carbonio zero entro il 2030”, si legge nel rapporto.Quattro squadre hanno il rapporto sul divario retributivo di genere, un documento che misura la differenza nella retribuzione media oraria di uomini e donne. Secondo Standard Ethics, i team devono impegnarsi a ridurre il divario retributivo di genere perché una forza lavoro eterogenea e una forte cultura inclusiva potrebbero aumentare un livello di prestazioni più elevato. Solo una squadra ha una Whistleblower Policy.(Foto: Photo by Hanson Lu on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Economia circolare, ENEL X presenta “Circular Evolution”

    (Teleborsa) – Proporre uno dei più avanzati schemi di misurazione al mondo per calcolare il livello di applicazione dei principi di Economia Circolare nell’ambito delle organizzazioni o dei processi produttivi, rappresentando un punto di riferimento in tutti gli ambiti dell’Economia Circolare in Italia e all’estero. Questo l’obiettivo di Circular Evolution, l’associazione nata dalla partnership tra CESI, Enel X e ICMQ e di cui Bulgari rappresenta il primo socio ordinario. Presentata oggi presso l’Auditorium di Enel X a Roma, l’associazione è stata fondata per divulgare la conoscenza, la diffusione e l’applicazione dei principi della Circular Economy. Circular Evolution vuole promuovere attraverso la diffusione della Circular Certification uno dei primi standard a livello internazionale per permettere una reale misurazione della circolarità di prodotti, organizzazioni e siti produttivi, contribuendo a definire un nuovo approccio all’Economia Circolare basato su parametri oggettivi e condivisi. Circular Certification rappresenta una certificazione unica che fornisce strumenti concreti per la misurazione del livello di adozione dei modelli di Economia Circolare dal punto di vista dell’organizzazione, dei consumi energetici e in ottica di prodotto. Accreditato da Accredia per la garanzia di qualità e trasparenza sul mercato, Circular Certification permette alle aziende di assumere maggiore consapevolezza rispetto ai benefici raggiungibili tramite un paradigma che coniuga competitività, innovazione e sostenibilità e di verificare i miglioramenti ottenuti monitorando il livello di circolarità raggiunto e certificandolo in maniera puntuale attraverso un marchio. La costituzione di Circular Certification si inserisce all’interno di un contesto post-pandemico caratterizzato da un rallentamento nel percorso per il raggiungimento degli obiettivi mondiali inerenti all’Economia Circolare e che ha visto, tra il 2018 e il 2020, un calo del tasso di circolarità dal 9,1% all’8,6% (Circularity Gap Report). In questo scenario la missione di CircularEvolution e il programma Circular Certification offrono un contributo prezioso. Con un tasso di utilizzo circolare della materia del 21,6%, una quota complessiva del riciclo del 68% e una quota di energia rinnovabile sul consumo totale lordo di energia del 18,2%, l’Italia mostra di essere un passo avanti rispetto agli altri paesi europei.”Con la nascita dell’Associazione Circular Evolution vogliamo porre l’accento sull’importanza dell’Economia Circolare come modello di comportamento per rendere più sostenibili e quindi più attente alle esigenze dell’ambiente le attività produttive delle aziende italiane – ha dichiarato Francesco Venturini, responsabile di Enel X e presidente di Circular Evolution –. In Enel X ormai da tempo giochiamo un ruolo da protagonisti nello sviluppo di soluzioni e metodi per l’analisi concreta della circolarità delle realtà che supportiamo, e oggi rafforziamo questo impegno promuovendo un’iniziativa unica nel suo genere. Grazie alla sinergia con altre grandi aziende e alcuni tra i più importanti centri di ricerca del Paese abbiamo realizzato Circular Certification, una certificazione che attraverso l’utilizzo di strumenti innovativi misura la qualità delle pratiche di Economia Circolare delle aziende che decidono di intraprendere un percorso virtuoso per creare valore al business e rispettare le linee guida della transizione energetica che mai come in questo momento storico è necessario accelerare”.”L’impegno in ambito sociale ed ambientale – ha annunciato Eleonora Rizzuto, direttore Sviluppo Sostenibile Bulgari e LVMH Italia, in qualità di vice presidente dell’associazione – rappresenta per Bulgari una parte integrante della propria strategia ed un fattore distintivo. La sostenibilità è imprescindibile per innovazione, competitività e sinergia. Sono tutti obiettivi fortemente complementari che possono essere perseguiti contemporaneamente grazie all’approccio dell’Economia Circolare, modello economico sfidante e non ancora del tutto realizzato in Italia. L’adesione di Bulgari all’Associazione Circular Evolution costituisce un ulteriore passo in tal senso, facendo leva sulla capacità di fare rete tra aziende operanti in settori diversi e promuovendo un approccio scientifico per l’adozione dei modelli di Economia Circolare. Un progetto ambizioso che mira a costituire un polo di eccellenza capace di fornire strumenti di certificazione, competenze e conoscenze efficaci in tutti i principali ambiti dell’Economia Circolare. Il lusso è sinonimo di eccellenza e Bulgari punta a giocare un ruolo di primo piano anche su questo fronte per innovare il presente per un futuro sostenibile”.Nel corso della mattinata è stato presentato in anteprima l’inedito programma Circular Certification, lo strumento ad oggi più innovativo presente nello scenario internazionale per valutare in maniera oggettiva e trasparente le performance di sostenibilità di aziende, università, istituzioni e associazioni attraverso l’utilizzo di schemi accreditati per la misurazione del livello di circolarità di un’organizzazione, dei prodotti e di un sito specifico. “Circular Evolution – ha affermato Matteo Codazzi, ceo di CESI – promuove l’Economia Circolare, mettendo a disposizione strumenti molto innovativi di valutazione e misura necessari per aiutare le organizzazioni nell’implementazione. CESI, focalizzata sull’innovazione, partecipa alla fondazione dell’Associazione contribuendo attivamente allo sviluppo di queste metriche, attraverso le proprie competenze tecnologiche e la profonda conoscenza delle tematiche energetiche e ambientali. Solo seguendo un approccio sistemico si può raggiungere l’obiettivo sempre più urgente di un utilizzo ancora più efficiente e sostenibile di materie prime, risorse ed energia. CESI, insieme agli altri fondatori, è convinta che favorire la diffusione dell’Economia Circolare sia un tassello fondamentale nel percorso del nostro Paese verso la transizione energetica. Circular Evolution avrà senz’altro un ruolo essenziale in questo tragitto”. “Tra gli obiettivi inseriti nella strategia europea per la sostenibilità – ha commentato Lorenzo Orsenigo, presidente di ICMQ – vi è l’estensione dell’Economia Circolare. E anche in questo caso, così come per gli altri obiettivi individuati, diventa essenziale poter verificare i risultati raggiunti, ovvero è necessario definire e dotarsi di strumenti che ne consentano la misurabilità. Lo scenario attuale è prevalentemente dominato da indici puramente qualitativi, non adeguati a soddisfare le richieste dell’UE. Per questo motivo, l’indice di circolarità di prodotto sviluppato da ICMQ, insieme ad ENEL X, riveste una particolare rilevanza. Tale indicatore è relativo a 4 elementi: energia, acqua, rifiuti e il contenuto di materiale riciclato. Esso costituisce il punto di arrivo di un processo avviato da tempo e si ricollega strettamente ad altri strumenti disponibili e utili per disporre di una molteplicità di informazioni relative al Ciclo di Vita (LCA) di un prodotto, così da consentire di attestarne il valore ambientale. È, ad esempio, il caso della Dichiarazione ambientale di prodotto (EPD), anch’essa basata sul ciclo di vita e sull’impatto ambientale relativo. Necessariamente dovranno essere entrambi parte di un unico percorso metodologico. ICMQ, in tutte le sue politiche, ha sempre avuto un atteggiamento multistakeholder, ossia di stimolo nei confronti delle industrie e delle imprese a sostegno di comportamenti virtuosi dal punto di vista ambientale. La scelta di far accreditare lo schema in modo che possa essere adottato anche da altri operatori e la nascita di Circular Evolution come soggetto promotore sul mercato, rientrano in una precisa strategia che, se da un lato è guidata da obiettivi di miglioramento complessivo della filiera e del mercato dal punto di vista della riduzione degli impatti ambientali, dall’altro nasce dalla consapevolezza che un ampliamento generalizzato in questa direzione costituirà un vantaggio per tutti, favorendo la crescita di un’economia realmente sostenibile”. 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    Intesa Sanpaolo, Gota: “Nel ramo vita obiettivo 75% opzioni investimento ESG entro il 2025”

    (Teleborsa) – “Credo che il cambiamento climatico sia una priorità per tutti e che il settore assicurativo abbia la responsabilità di impegnarsi per fronteggiarlo. Il Gruppo Intesa Sanpaolo Vita sente fortemente questa responsabilità, tanto che come investitori istituzionali ci siamo formalmente impegnati ad investire avendo come obiettivo la neutralità climatica, aderendo alla fine del 2021 alla Net Zero Asset Owner Alliance. Ci siamo anche dati degli obiettivi molto sfidanti sui prodotti che proponiamo”. È quanto ha affermato Maria Luisa Gota, vice direttore generale Intesa Sanpaolo Vita Area di Coordinamento Società Ramo Vita in occasione dell’evento ABI-ANIA “Bancassicurazione 2022″ svoltosi oggi a Roma.”Nel ramo vita, ad esempio, – ha proseguito Gota – vogliamo raggiungere nel 2025 il 75% di opzioni di investimento che siano ESG, ovvero compliant all’articolo 8 e all’articolo 9, ma anche sostenibili per il distributore. L’avere un modello di bancassicurazione integrato ci aiuta moltissimo, perché ci consente di garantire una coerenza di approcci tra produttore e distributore. Un altro ambito in cui ci stiamo impegnando molto è quello della cultura assicurativa, dove esercitiamo la nostra responsabilità sociale cercando di indirizzare il gap di protezione presente nel nostro Paese. Lo facciamo con Area X e il Master in Insurance Innovation a Torino, ma anche con le diverse iniziative che proponiamo, come il concorso ‘Proteggere ad arte’, con cui abbiamo provato ad utilizzare un linguaggio diverso per esprimere il concetto di Protezione, o il contest ‘In Action Esg Climate’, con cui abbiamo selezionato piccole medie imprese e start up con soluzioni innovative per contrastare il cambiamento climatico. Sono iniziative di valore e di successo, con cui cerchiamo di fare cultura e di portare messaggi positivi”. LEGGI TUTTO

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    “AmbientAzioni”, al via bando del Comitato Territoriale Iren di Piacenza

    (Teleborsa) – È online da oggi sul sito “irencollabora” il bando AmbientAzioni, promosso dal Comitato Territoriale Iren di Piacenza. Il bando, che rientra nelle finalità espresse dal Comitato di realizzare iniziative concrete per la sostenibilità del territorio, è finalizzato a selezionare e a realizzare fino ad un massimo di tre progetti inerenti: il risparmio di risorse energetiche e idriche, la riduzione della produzione di rifiuti, la riduzione della produzione di CO2 e la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la promozione della fruibilità e della valorizzazione ambientale del territorio provinciale.La partecipazione – fa sapere Iren in una nota – e` gratuita e aperta a cittadini maggiorenni, Istituti Scolastici e Universitari, Enti e Associazioni di persone o di imprese che alla data di pubblicazione del bando, abbiano sede o residenza o siano studenti (anche non residenti) nella Provincia di Piacenza. La partecipazione dei soggetti sopra menzionati può` avvenire come singoli o come gruppi.La richiesta di partecipazione, compilata in tutte le sue parti, dovrà essere inviata, entro e non oltre il 21 novembre 2022, compilando il form online sulla piattaforma dei Comitati Territoriali Iren, previo caricamento di tutto il materiale richiesto, seguendo le istruzioni previste.Il bando mette a disposizione complessivamente 30mila euro che possono essere destinati alla realizzazione di un massimo di tre progetti, ciascuno di valore compreso tra un minimo di 3mila euro e un massimo di 30mila euro.Ai partecipanti viene richiesto di proporre elaborati innovativi, replicabili in altri contesti, con un budget non superiore ai 30mila euro e con benefici economici e sociali per la collettività con ricaduta sul territorio della provincia di PiacenzaTutti gli elaborati progettuali pervenuti nei termini previsti e in regola con le disposizioni del bando verranno esaminati da apposita giuria che selezionerà un massimo di tre progetti da realizzare sulla base di criteri legati alla coerenza al bando, alla originalità e innovatività` del progetto e alla fattibilità tecnico-economica. LEGGI TUTTO

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    Smart cities, Mims: firmato Protocollo d'intesa con nove città selezionate dalla Commissione Ue

    (Teleborsa) – Rafforzare la collaborazione tra il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) e le Amministrazioni delle nove città italiane (Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino) selezionate dalla Commissione europea nell’ambito delle cento città che partecipano alla missione Climate-neutral & smart cities. Questo è l’obiettivo del Protocollo d’intesa firmato oggi dal ministro Enrico Giovannini e dai sindaci delle città coinvolte nell’iniziativa. Lanciata nel 2021 dalla Commissione Ue, la missione – spiega il Mims in una nota – si propone di raggiungere la neutralità climatica entro il 2030, azzerando le emissioni di gas serra o riducendole compensando quelle rimanenti. Il Mims, con le sue competenze in materia di infrastrutture e mobilità sostenibili, edilizia residenziale e politiche per le aree urbane, svolge un ruolo di primo piano nell’elaborare, insieme ai Comuni, proposte e progetti volti al raggiungimento degli obiettivi della missione.”Con la firma del Protocollo d’Intesa – ha spiegato Giovannini – poniamo le basi per una più stretta collaborazione tra Amministrazioni locali e Amministrazione dello Stato per centrare gli obiettivi europei destinati a rendere le città più sostenibili e resilienti per rispondere alle sfide climatiche, sociali ed economiche che ci aspettano da qui al 2030 e migliorare la qualità della vita delle persone”. Le nuove e più estese competenze attribuite al Ministero con l’avvio del Governo Draghi nel campo delle politiche urbane, nonché i finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) hanno consentito al Ministero di avviare nell’ultimo biennio numerosi e importanti progetti per la transizione ecologica delle città, tra cui investimenti sulla mobilità sostenibile con l’eliminazione degli autobus più inquinanti, il potenziamento delle infrastrutture di trasporto, comprese le metropolitane, le busvie e le tranvie, l’estensione delle piste ciclabili, il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare, il miglioramento degli acquedotti per ridurre le perdite idriche. “La dimensione urbana e metropolitana è fondamentale per il perseguimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e del Green Deal europeo – ha aggiunto il Ministro – imponendo un approccio alle politiche che coniughi decarbonizzazione, riduzione delle disuguaglianze tra centri e periferie, sviluppo economico e maggiore inclusione sociale. Le esperienze che matureranno i nove comuni italiani selezionati dalla Commissione europea potranno essere utili per tutto il Paese: per questo, auspico che altri Comuni, specialmente del Mezzogiorno, sottoscrivano presto questo protocollo, anche per contribuire con le loro idee alla transizione ecologica di tutte le città italiane, indipendentemente dalla selezione operata dalla Commissione europea”.La collaborazione tra il Mims e le nove città è finalizzata a elaborare soluzioni utili per conseguire la missione, superare eventuali criticità, operative e normative, che possano impedire o ostacolare la sua realizzazione, promuovere la cooperazione per lo sviluppo di progetti specifici, anche attirando fondi privati, individuare eventuali risorse aggiuntive per il finanziamento degli interventi. Inoltre, per favorire un processo di sensibilizzazione sugli obiettivi di neutralità climatica dell’iniziativa europea, il Mims e le Amministrazioni firmatarie dell’accordo – conclude la nota – potranno raccogliere e condividere buone pratiche e le progettualità sviluppate con l’obiettivo di creare una base di conoscenze utile anche per altri Comuni o altre amministrazioni pubbliche. LEGGI TUTTO