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    Zoppas Industries: finanziamento da 180 milioni per lo sviluppo del Gruppo

    (Teleborsa) – Il Gruppo Zoppas Industries annuncia di aver sottoscritto il primo contratto difinanziamento Sustainability-Linked con un pool di istituti composto da Banca Monte Dei Paschi di Siena SpA, Banco BPM SpA, Intesa Sanpaolo SpA, MPS Capital Services Banca per le Imprese SpA e UniCredit SpA. Bookrunner e Sustainability Coordinator dell’operazione sono Intesa Sanpaolo (Divisione IMI CIB) e UniCredit.”Siamo soddisfatti che il pool, formato dai principali istituti bancari, abbia riconosciuto la bontà quantitativa e qualitativa delle nostre aziende in ambito globale e abbia deciso di supportare la crescita del nostro Gruppo – ha dichiarato Gianfranco Zoppas, presidente del Gruppo Zoppas Industries –. È un dovere di tutte le imprese perseguire obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance, agendo in modo responsabile ed etico per consegnare alle future generazioni un mondo migliore”.Il finanziamento, per un ammontare di 180 milioni di euro, consentirà alle aziende del Gruppo di disporre di ulteriori risorse finanziarie finalizzate allo sviluppo di nuovi prodotti, alimentare il piano di investimenti e l’importante programma di sostenibilità. Per la prima volta, le linee di credito prevedono la presenza di specifici indicatori di performance ESG con condizioni economiche legate al raggiungimento di determinati obiettivi definiti insieme alle aziende del Gruppo: IRCA (ZIHET – Zoppas Industries Heating Element Technologies), leader mondiale nella progettazione e realizzazione di resistenze e sistemi riscaldanti usati anche per l’efficientamento energetico, e SIPA, uno dei più importanti player al mondo per lo sviluppo di soluzioni di packaging e sistemi produttivi integrati con tecnologie innovative e sostenibili.La sfida primaria del Gruppo e delle sue aziende – si legge in una nota – è diventare carbon neutral, azzerando completamente le emissioni di CO2 entro il 2050 e riducendole in modo estremamente significativo (-30%) già entro il 2025. Il Gruppo ha già avviato progetti con partner e fornitori affinché condividano e applichino gli stessi principi di sostenibilità così da intervenire in modo deciso anche sulle emissioni connesse indirettamente all’attività dell’azienda. Il Gruppo si è posto anche l’obiettivo di favorire e supportare le scelte di sostenibilità dei propri clienti, e degli utilizzatori finali dei loro prodotti: IRCA sta perseguendo soluzioni di riscaldamento responsabili ed ecologiche, finalizzate all’efficienza e al risparmio di energia; SIPA è impegnata nell’economia circolare progettando e realizzando macchinari per la produzione di contenitori che utilizzano materiale riciclato al 100%. LEGGI TUTTO

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    Vanguard lascia l'allenza degli asset manager per il Net Zero

    (Teleborsa) – Vanguard, il secondo più grande gestore di fondi al mondo, ha deciso di lasciare la principale alleanza finanziaria per affrontare il cambiamento climatico. Vanguard aveva aderito nel 2021 all’iniziativa Net Zero Asset Managers (NZAM), che ha l’obiettivo di incoraggiare i gestori patrimoniali a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050 e contribuire a mantenere un aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius. Al 9 novembre 2022, NZAM ha 291 firmatari, i quali hanno 66 trilioni di dollari di asset in gestione.”Tali iniziative del settore possono promuovere un dialogo costruttivo, ma a volte possono anche creare confusione sulle opinioni delle singole società di investimento – si legge in una nota di Vanguard – Questo è stato il caso in questo caso, in particolare per quanto riguarda l’applicabilità degli approcci net zero ai fondi indicizzati ampiamente diversificati preferiti da molti investitori Vanguard”. La società ha lasciato l’alleanza per “poter fornire la chiarezza che i nostri investitori desiderano sul ruolo dei fondi indicizzati e su come pensiamo ai rischi materiali, inclusi i rischi legati al clima, e per rendere chiaro che Vanguard parla in modo indipendente su questioni importanti per i nostri investitori”. (Foto: micheile dot com on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Terna, Donnarumma: “Fondamentali investimenti in reti, rinnovabili e accumuli”

    (Teleborsa) – “Gli investimenti nello sviluppo delle reti di trasmissione e nelle fonti di energia rinnovabili, accompagnati da quelli, non meno rilevanti, in accumuli di energia elettrica, sono fondamentali per abilitare la transizione energetica e per renderci indipendenti dal gas importato”. È quanto ha spiegato l’amministratore delegato di Terna, Stefano Donnarumma, intervenendo oggi al convegno MoltoEconomia.”Terna, coerentemente con il suo ruolo di regista del sistema elettrico nazionale,– ha aggiunto Donnarumma – ha un Piano decennale di Sviluppo della rete da 18,1 miliardi di euro con investimenti tesi a renderla ancora più efficiente rinforzando, in particolare, le dorsali di trasporto dal Sud al Nord del Paese. Investimenti che sono destinati ad aumentare e che hanno visto superare il miliardo di euro nei primi nove mesi del 2022, prima volta nella storia del Gruppo. Questo piano, inoltre, genererà importanti ricadute economiche e occupazionali: numerosi studi hanno evidenziato come ogni miliardo di euro investito in infrastrutture elettriche ne genera circa tre in termini di PIL, con la creazione di circa mille posti di lavoro. Per cogliere le opportunità legate allo sviluppo delle rinnovabili, è anche fondamentale avere un sistema sempre più interconnesso a livello internazionale. Grazie alla sua posizione geografica, l’Italia è al centro del Mediterraneo e può diventare l’hub energetico di collegamento tra il Nord Africa e l’Europa continentale. Terna gestisce già oggi 26 linee elettriche transfrontaliere e nel suo Piano di Sviluppo decennale ha inserito una serie di progetti, oltre a quelli già in corso, per collegare ulteriormente l’Italia con gli altri Paesi confinanti e con quelli nel Mediterraneo. Uno dei principali progetti di interconnessione prevede la realizzazione di un collegamento elettrico sottomarino tra Italia e Tunisia con un elettrodotto lungo oltre 200 chilometri che richiederà un investimento complessivo di 850 milioni di euro. Negli ultimi mesi si sono fatti dei passi in avanti sul fronte delle rinnovabili: a ottobre le richieste di connessione alla rete di trasmissione nazionale di nuovi impianti green hanno raggiunto il valore complessivo di circa 300 GW di potenza, di cui 95GW riguardano impianti eolici offshore per i quali, entro la fine del 2022, Terna rilascerà la soluzione tecnica di connessione – ha proseguito l’ad di Terna –. È un dato significativo, pari a oltre 4 volte il fabbisogno di 70 GW di nuova capacità rinnovabile necessario per raggiungere i target definiti dal nuovo pacchetto UE ‘Fit-for-55’ al 2030. Realizzare questi 70GW porterebbe a un risparmio di oltre 26 miliardi di metri cubi di gas, valore sostanzialmente pari alle quantità che il nostro Paese ha importato dalla Russia negli ultimi dodici mesi. Bisogna proseguire su questa strada e accelerare il più possibile i processi di autorizzazione degli impianti eolici e fotovoltaici. I progetti ci sono, gli investitori e le aree idonee anche, la rete di Terna è e sarà in grado di supportare la crescita. Per accompagnare l’integrazione delle rinnovabili, è necessario un cambio di passo anche nello sviluppo degli accumuli. Purtroppo, negli ultimi anni, gli investimenti in questo campo sono stati insufficienti e Terna ha da tempo evidenziato la necessità di promuovere, specialmente nel Sud Italia, lo sviluppo di capacità di accumulo di grande taglia per accompagnare l’integrazione delle energie rinnovabili nella rete. Per realizzare i 10GW di accumuli previsti dal Pniec al 2030 – ha concluso Donnarumma – si può stimare un investimento complessivo pari a circa 15 miliardi di euro che avrebbe un duplice beneficio: da un lato, un impatto positivo sul PIL pari a oltre 40 miliardi di euro; dall’altro, l’immissione in rete, grazie agli accumuli, di circa 16 terawattora all’anno di energia rinnovabile”. LEGGI TUTTO

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    Euronext lancia indici sull'uguaglianza di genere e potenzia offerta ESG

    (Teleborsa) – Euronext (gestore delle borse di Amsterdam, Bruxelles, Dublino, Lisbona, Oslo, Parigi e Milano) ha lanciato due indici sull’uguaglianza di genere, i primi pilastri di una più ampia famiglia di indici che affrontano le sfide relative all’equilibrio di genere sul posto di lavoro. Gli indici, spiega una nota, sono stati sviluppati per aiutare i partecipanti al mercato a investire in società quotate impegnate a migliorare la diversità di genere e a rispondere alla crescente domanda di investimenti tematici sociali.In particolare, si tratta dell’Euronext Equileap Gender Equality Eurozone 100 (che include 100 aziende della zona euro che hanno dimostrato un ruolo importante nel miglioramento della parità di genere) e dell’Euronext Equileap Gender Equality France 40 (che include 40 aziende francesi che hanno dimostrato un ruolo importante nel miglioramento della parità di genere).Le società incluse negli indici sono selezionate in base al loro punteggio di uguaglianza di genere in quattro diverse categorie: equilibrio di genere nella leadership e nella forza lavoro; pari retribuzione e conciliazione vita-lavoro; politiche che promuovono la parità di genere; impegno, trasparenza e responsabilità.”Innoviamo costantemente la nostra offerta di prodotti e servizi per soddisfare la forte domanda degli investitori e la necessità di effettuare la loro transizione ESG – ha commentato Camille Leca, Head of ESG di Euronext – Come infrastruttura di mercato, il nostro ruolo è quello di proporre prodotti per l’investimento diretto in progetti ESG e, in questo caso, aziende all’avanguardia nella performance sulla parità di genere”.Dal 2021, Euronext ha lanciato oltre 30 nuovi indici ESG che coprono nuove categorie in cui investire, tra cui ampie considerazioni ESG, temi specifici come PAB, CTB, Biodiversità, Idrogeno, Acqua e Sociale, nonché il lancio di versioni ESG degli indici di riferimento nazionali, l’AEX ESG ad Amsterdam e l’OBX ESG a Oslo, dopo il successo del lancio del MIB ESG a Milano e del CAC 40 ESG a Parigi. LEGGI TUTTO

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    UniCredit: opzione Lithium di Allianz ai possessori di auto elettriche e plug-in hybrid

    (Teleborsa) – Il mercato delle auto elettriche e ibride è in costante crescita, fattore sempre più importante per conseguire i traguardi che l’Italia si è posta nel Piano per la Transizione ecologica (PTE), approvato a marzo e pubblicato in Gazzetta Ufficiale a giugno. Entro il 2030, infatti, il belpaese dovrà raggiungere i due target prefissati: 6 milioni di veicoli in circolazione e una quota di mercato al 25% per le auto full electric e ibride plug-in. Secondo l’Istat, alla fine del 2021, il totale delle auto elettriche e ibride (con tutti i gradi di elettrificazione) era di circa1.150.000 unità nella Penisola, pari al 2,9% del parco circolante. Un numero che è quasi raddoppiato rispetto al 2020, con una crescita del 92,9% anno su anno. A fare meglio di tutti sono state le full electric, più che raddoppiate, passando da 53.000 a 118.000 unità (a settembre 2022 sono quasi 160.000). Passando alle auto ibride la crescita, nello stesso periodo, è pari al 90%. In tale scenario, grazie alla partnership tra UniCredit e Allianz, UniCredit e UniCredit Allianz Assicurazioni presentano l’opzione Lithium di Allianz che offre garanzie e servizi specifici e su misura per le auto elettriche o plug-in hybrid. Allianz Lithium, – spiega una nota – è una copertura nata a seguito di un attento studio del mercato e delle esigenze dei clienti, tenendo in considerazione le peculiarità delle nuove tecnologie ecosostenibili: le auto ad alimentazione elettrica sono altamente tecnologiche, si guidano in modo diverso, si riparano con procedure nuove e sono dotate di una batteria di trazione molto costosa, che può valere fino al 50% del costo dell’auto.”L’inclusione nell’offerta ai nostri Clienti di una soluzione innovativa come Allianz Lithium è un risultato tangibile della partnership annunciata da UniCredit e Allianz lo scorso gennaio che offre servizi e risposte di valore ai nuovi bisogni connessi al processo di transizione energetica che è uno dei pilastri del PNRR – spiega Annalisa Areni, responsabile Client Strategies di UniCredit. –. La sostenibilità, e in generale i criteri ESG, sono integrati nel nostro modello di business, e come UniCredit desideriamo dare l’esempio e accompagnare i nostri clienti nei processi di cambiamento sociale e di transizione verde”.”La prontezza con la quale abbiamo esteso alla Rete di UniCredit la grande innovazione di Allianz Lithium, – spiega Norbert Lommer, direttore generale di UniCredit Allianz Assicurazioni – testimonia l’efficacia del modello di joint-venture con il quale diamo risposta ai bisogni di protezione dei clienti della banca. Anche quelli che oggi impropriamente possono apparire di nicchia ma che rappresentano invece il futuro”. LEGGI TUTTO

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    UE propone stretta all'uso di “ESG” e “sostenibile” nei nomi dei fondi

    (Teleborsa) – L’Autorità di vigilanza europea sui mercati finanziati (ESMA) crede che i nomi dei fondi siano un potente strumento di marketing e per non trarre in inganno gli investitori “i termini ESG e sostenibilità nei nomi dei fondi devono essere supportati in modo sostanziale da prove di caratteristiche o obiettivi di sostenibilità che si riflettano in modo corretto e coerente negli obiettivi e nella politica di investimento del fondo”.Lo si legge nella comunicazione con cui l’Authority ha avviato una consultazione del mercato in merito all’introduzione di soglie quantitative per la percentuale minima di investimenti sufficiente a supportare i termini ESG o relativi alla sostenibilità nei nomi dei fondi.”Con questa consultazione, l’ESMA continua a dare la priorità alla promozione della trasparenza e alla lotta al rischio di greenwashing”, ha commentato Verena Ross, presidente dell’ESMA.”L’obiettivo è garantire che gli investitori siano protetti da affermazioni di sostenibilità infondate o esagerate, fornendo sia alle autorità nazionali competenti che ai gestori patrimoniali criteri chiari e misurabili per valutare i nomi dei fondi, inclusi ESG o termini relativi alla sostenibilità”, ha aggiunto.Nella proposta dell’ESMA, che ora gli operatori possono commentare, se un fondo contiene la parola ESG nel suo nome, una percentuale minima di almeno l’80% dei suoi investimenti dovrebbe essere utilizzata per soddisfare le caratteristiche ambientali o sociali o gli obiettivi di investimento sostenibile in conformità con gli elementi vincolanti della strategia di investimento.Se un fondo ha la parola “sostenibile” o qualsiasi altro termine derivato dalla parola “sostenibile” nel suo nome, dovrebbe allocare – all’interno dell’80% di cui sopra – almeno il 50% in investimenti sostenibili. LEGGI TUTTO

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    Trasporto aereo, per raggiungere obiettivo Net Zero necessari 106 miliardi di dollari/anno a livello globale

    (Teleborsa) – L’aviazione oggi è responsabile di circa il 2,5% delle emissioni di CO2 a livello globale, il dato più basso tra i mezzi di trasporto. La gran parte delle emissioni, circa l’84%, sono generate durante il volo, mentre le operazioni di terra che vedono coinvolti l’aeroporto e gli spostamenti per raggiungerlo contribuiscono per il 7% del totale. In linea con il programma Fit for 55, l’aviazione europea ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del volo del 55% al 2030 e di diventare completamente Net Zero entro il 2050. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo è fondamentale intervenire sulle principali leve di decarbonizzazione: rinnovo della flotta e miglioramenti tecnologici permetteranno di ridurre le emissioni del 19%; le nuove procedure ATM e di ground operations dell’8%; e l’utilizzo dei nuovi carburanti SAF avrà un impatto del 42%. È quanto emerge dal webinar “Verso un’aviazione a impatto zero: progetti innovativi per coniugare la sostenibilità ambientale e la crescita del settore”, secondo appuntamento di Adl Aviation Talks, il ciclo di incontri organizzato da Arthur D. Little dedicato al rilancio dell’aviazione in Italia.Aeroporti Green, rinnovo delle flotte, carburanti sostenibili e intermodalità, sono stati i temi al centro della conversazione introdotta da Saverio Caldani, amministratore delegato di Arthur D. Little; e guidata da Francesco Marsella, managing partner di Arthur D. Little; con Marco Troncone, amministratore delegato Aeroporti di Roma; Fabio Lazzerini, amministratore delegato ITA Airways e proprio oggi riconfermato dall’Assemblea degli azionisti; Fabrizio Favara, chief strategy officer Gruppo Ferrovie dello Stato; Claudio Eminente, direttore Centrale Programmazione Economica Sviluppo Infrastrutture ENAC. Ad aprire e chiudere il dibattito sono intervenuti rispettivamente Nicola Zaccheo, presidente ART e Pierluigi Di Palma, presidente ENAC.”Il trasporto aereo – ha dichiarato Zaccheo – tra l’altro in forte ripresa specie in Italia, richiede grande attenzione alle tematiche relative alla sostenibilità ambientale. Ancor più se consideriamo la necessità di ridurre la dipendenza energetica dagli idrocarburi. La sostenibilità deve però essere anche economica ed è qui che il ruolo del regolatore diventa cruciale. L’autorità di regolazione dei trasporti già negli attuali modelli per i diritti aeroportuali prevede tariffe articolate in modo da ottimizzare la capacità degli scali, ridurre l’inquinamento acustico e ambientale, grazie a sistemi incentivanti una maggiore qualità degli investimenti in tecnologie sostenibili. Nei nuovi modelli aeroportuali ART, ormai prossimi alla loro approvazione, sono inserite misure che favoriscono ancor più investimenti green, quali, ad esempio, meccanismi che introducono premialità nel tasso di rendimento degli investimenti previsti in materia di tutela ambientale”.”L’aeroporto è il luogo dove si possono implementare sin da subito tecnologie mature per migliorare l’impatto ambientale – ha evidenziato Marsella – le iniziative possono essere molteplici come l’efficienza energetica per diminuire i consumi, elettrificazione dei mezzi di terra, auto-produzione di energia da fonti rinnovabili, soluzioni di storage e flessibilità. Oggi l’aeroporto è un microcosmo in cui le iniziative di sostenibilità possono avere grande impatto sulle comunità locali e rappresentare anche nuove linee di business ancillare”.”L’azzeramento delle emissioni nel trasporto aereo richiede uno sforzo corale, ma – ha sottolineato Troncone – sarà necessario non ragionare più solo in termini di sostenibilità ma di crescita sostenibile. Il focus deve infatti spostarsi sullo sviluppo e sulla crescita per assicurarsi che siano prodotte le risorse per la transizione. Oggi la Tassonomia europea non va in questa direzione, anzi appare molto restrittiva e sembra far prevalere lo stigma nei confronti del settore piuttosto che lo stimolo ad assicurare le risorse per supportare la transizione energetica. Siamo convinti che la direzione possa essere diversa: Aeroporti di Roma ha una politica molto aggressiva di green finance, mettendo in gioco progettualità e obiettivi chiari e verificabili che diano maggiori garanzie di solidità della roadmap e del raggiungimento dei target. Le direttrici di sviluppo industriale nazionale, nel solco già positivamente tracciato da ENAC, anche per comporre gradualmente il gap di connettività del Paese, dovranno concentrarsi sulla crescita infrastrutturale per incentivare il rispetto dei massimi requisiti green. In tal modo sarà possibile evitare crisi di capacità nel medio termine e al contempo assicurare focus massimo sull’intermodalità, intesa non solo come treno/aereo ma anche come terrestre elettrica, nonché aria/aria con gli e-Vtol, i c.d. taxi volanti, velivoli a impatto zero”.”L’impegno di tutti – ha dichiarato Eminente – deve andare verso la sostenibilità: sociale, economica e ambientale da raggiungere utilizzando tutti gli strumenti a disposizione e in particolare l’innovazione tecnologica, la digitalizzazione e l’intermodalità. Questi principi sono alla base del Piano Nazionale degli Aeroporti che Enac sta sviluppando e che rappresenta la visione strategica del nostro Paese per il trasporto aereo per i prossimi 15 anni”.”Nei prossimi vent’anni saranno introdotti nel mercato circa 40mila velivoli di nuova generazione, che garantiranno migliore efficienza grazie all’evoluzione dell’aerodinamica, dei materiali e della propulsione (incluso ibrido e elettrico). Il 40% dei nuovi velivoli – ha detto Marsella – andrà a sostituire la flotta attuale, mentre il 60% soddisferà le esigenze di crescita del settore. Ma la sfida più grande è rappresentata dall’introduzione dei carburanti alternativi, per i prossimi trent’anni l’aviazione dovrebbe concentrarsi sulla produzione e adozione di Biofuel e Synfuel e, contestualmente, prepararsi per lo shift all’Idrogeno Liquido (post-2050)”.”Abbiamo avuto la fortuna incredibile di partire come compagnia aerea in modalità di start up, per cui fare della sostenibilità uno dei nostri pilastri è stata una scelta naturale – ha dichiarato Lazzerini – L’aspetto ambientale di sostenibilità per noi deve comunque andare di pari passo con quello economico, perché un’azienda deve fare profitti per sostenere investimenti legati a progetti green. La nostra ambizione è quella di diventare entro il 2026 la compagnia aerea più green d’Europa, infatti il prossimo anno entreranno in flotta 39 nuovi aeromobili di ultima generazione. Il nostro è un obiettivo di ampio respiro che rappresenta sia un asset di valorizzazione per la Compagnia sia un tassello fondamentale per fare sistema”.Gli aeroporti italiani scontano ancora un gap importante in termini di intermodalità, un aspetto fondamentale per migliorare l’esperienza del passeggero e assorbire in maniera sostenibile il previsto aumento di traffico presso gli scali italiani. “Ad oggi – ha evidenziato Marsella – il collegamento aeroporto-centro città è affidato per il 70% dei passeggeri ai mezzi privati, poiché sono ancora pochi gli aeroporti con un collegamento ferroviario efficiente con il centro città. I nuovi Masterplan prevedono per il 2030 la costruzione di 11 nuovi collegamenti con importanti aeroporti che consentiranno di servire l’80% del traffico passeggeri domestico”. “L’intermodalità – ha commentato Favara – rappresenta la sostenibilità del settore dei trasporti. Il Gruppo FS sta aumentando e potenziando l’accessibilità ai territori, partendo dai collegamenti tra i nodi di trasporto, come aeroporti e stazioni. Stiamo lavorando per realizzare nuovi collegamenti ferroviari con gli aeroporti e connetterli con destinazioni oggi non servite direttamente da voli aerei, in una logica di servizio integrato hub-spoke. Per una vera intermodalità è importante che tutti gli stakeholder lavorino insieme, valorizzando i differenti servizi di trasporto. Il servizio Leonardo Express, che con fino a 126 treni al giorno collega la stazione ferroviaria di Roma Termini a Fiumicino Aeroporto, ha raggiunto quest’estate i livelli pre covid (2019) in alcuni giorni anche superandoli, con oltre 350mila passeggeri al mese”.”ENAC, attraverso la sua leadership, accompagna la trasformazione in chiave green di tutto il settore aereo in maniera orchestrata – ha affermato Di Palma –. L’orizzonte temporale decennale di tali trasformazioni necessita di una continuità di supporto istituzionale e di finanza pubblico/privata per assicurare competitività al sistema italiano. In tale contesto sarebbe necessaria una rimodulazione del PNRR per sostenere gli ingenti investimenti indispensabili per assicurare la transizione del settore aereo”.”L’investimento stimato per portare a termine questa trasformazione ammonta a 106 mld di dollari/anno a livello globale. L’aviazione non solo non ha da sola le risorse da investire, ma si trova anche in una situazione di alto indebitamento ereditato dalla crisi del Covid19. È fondamentale quindi – ha concluso Marsella – avere accesso a programmi di finanza pubblica e privata attivabile sulla base di progetti selezionati e condivisi da tutto il settore”. LEGGI TUTTO

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    “Piante elìte”, TIM avvia progetto per salvaguardare la biodiversità forestale in Umbria

    (Teleborsa) – Tutelare e valorizzare gli alberi pregiati, tra cui il sorbo domestico, il ciavardello, il rovere, il ciliegio e l’acero campestre, sporadicamente presenti nelle aree della Foresta di Città della Pieve – Piegaro. Questo l’obiettivo del progetto “Piante elìte” per la gestione forestale sostenibile in Umbria, avviato da TIM e Rete Clima attraverso strumenti e tecniche innovative di selvicoltura.L’iniziativa rientra in una più ampia strategia di TIM per contribuire attivamente alla tutela delle foreste nazionali, alla biodiversità e alla lotta al cambiamento climatico. Il progetto è stato promosso anche in collaborazione con PEFC nell’ambito della Campagna Foresta Italia di Rete Clima, realizzata con il Patrocinio morale del ministero della Transizione Ecologica e del ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.In particolare, il progetto prevede una puntuale attività di mappatura tramite GPS delle piante di pregio e l’adozione di tecniche di gestione forestale volte a favorire la crescita, la capacità fotosintetica e la vitalità degli alberi. Inoltre, è previsto un percorso tematico per il pubblico attraverso aree di sosta e bacheche divulgative per raccontare la biodiversità delle specie presenti nella foresta.(Foto: © gonewiththewind/123RF) LEGGI TUTTO