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    Moncler ottiene massimo rating (A) nella classifica CDP

    (Teleborsa) – Moncler, azienda di lusso italiana quotata su Euronext Milan, ha conquistato il massimo rating (A) nella classifica stilata a livello mondiale da CDP, per la sua leadership in tema di trasparenza e gestione delle tematiche legate ai cambiamenti climatici.CDP è la più grande organizzazione no-profit che gestisce il principale database internazionale in ambito di rendicontazione ambientale, le cui valutazioni sono altamente prese in considerazione dalla comunità finanziaria per orientare le decisioni di investimento. LEGGI TUTTO

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    Inwit, CDP Climate Change migliora lo score ad “A-“

    (Teleborsa) – Inwit, società quotata su Euronext Milan e attiva nel settore delle infrastrutture per le telecomunicazioni elettroniche, è stata promossa da CDP Climate Change, che porta lo score da “B” a “A-“, al livello Leadership. Il principale tower operator italiano è tra le oltre 23.000 aziende che hanno rendicontato il proprio impegno in termini di governance, impatti, rischi e opportunità legati al cambiamento climatico.I principali punti di forza che hanno portato al miglioramento dello score – si legge in una nota – sono una governance forte degli aspetti climatici e la piena integrazione di questi aspetti nelle strategie di business. Significativi i progressi raggiunti dall’azienda nelle aree “value chain engagement” e nella rendicontazione delle emissioni Scope 1&2 e Scope 3.”Questo upgrade ci rende orgogliosi e ci stimola a fare sempre di più nella lotta al cambiamento climatico – ha dichiarato Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di Inwit – Aver raggiunto il livello Leadership nel CDP Climate Change rappresenta un tassello importante nel nostro percorso e consolida la validità della nostra strategia climatica verso il Net Zero”. LEGGI TUTTO

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    Salcef ottiene score “B” nel questionario CDP su cambiamento climatico

    (Teleborsa) – Salcef Group, quotato su Euronext STAR Milan e attivo nel settore delle infrastrutture ferroviarie, ha comunicato che, nel primo anno di compilazione del questionario sul cambiamento climatico, CDP ha assegnato lo score “B”, corrispondente al punteggio più alto della fascia “management”.Il punteggio ottenuto colloca Salcef Group nella media sia a livello Europeo che di settore “Construction”, con una performance superiore alla media nelle categorie “Emission reduction initiatives and low carbon products”, “Energy”, “Risk Management processes”, “Scope 1 & 2 emissions”. LEGGI TUTTO

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    Brembo, CRIF assegna Rating “ESG2” con outlook stabile

    (Teleborsa) – CRIF Ratings ha assegnato il Rating “ESG2” a Brembo, gruppo quotato su Euronext Milan e attivo nella produzione di sistemi frenanti, e contestualmente ha assegnato un outlook “Stabile”. Il rating è assegnato da CRIF Ratings su base unsolicited, senza la partecipazione dell’entità valutata e basandosi esclusivamente su informazioni pubbliche, si legge in una nota.”L’assegnazione del rating ESG2 riflette la solidità del gruppo ed il suo forte profilo di sostenibilità, supportato da elevati livelli di trasparenza e disclosure, da una delineata strategia di medio-lungo termine e dall’adozione di Codici e Policies interni”, afferma Marco Bonsanto, Associate Director di CRIF Ratings. LEGGI TUTTO

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    Sostenibilità, Ryanair sigla accordo con Enilive per fornitura SAF

    (Teleborsa) – Ryanair ed Enilive, società controllata da Eni, annunciano di aver firmato una Lettera d’Intenti (LoI) per una fornitura a lungo termine di carburante sostenibile per l’aviazione (SAF, Sustainable Aviation Fuel) fornito da Enilive in alcuni aeroporti in Italia in cui opera Ryanair: la compagnia aerea porta così avanti la sua strategia di decarbonizzazione al 2050, Pathway to Net Zero. Questo accordo con Enilive potrebbe consentire a Ryanair di avere accesso a fino a 100mila tonnellate (33 milioni di galloni) di SAF tra il 2025 e il 2030 (equivalenti a 20mila voli dall’aeroporto di Milano Malpensa a Dublino). Il SAF rappresenta una soluzione concreta per contribuire alla decarbonizzazione dell’aviazione nei prossimi decenni, benché oggi sia una minima parte del consumo di carburante a livello mondiale. Nelle bioraffinerie in Italia, Enilive lavora prevalentemente materie prime di scarto come oli esausti da cucina, grassi animali e residui dell’industria agroalimentare per produrre l’Eni Biojet, un SAF che contiene il 100% di componente biogenica e che è idoneo ad essere utilizzato in miscela con il jet convenzionale fino al 50%.”L’aumento della produzione di SAF – ha dichiarato Thomas Fowler, direttore della Sostenibilità di Ryanair – è un’importante sfida che il settore dovrà affrontare nei prossimi anni. La collaborazione con un leader del settore come Eni aiuterà Ryanair a raggiungere il suo ambizioso obiettivo di utilizzare il 12,5% di SAF entro il 2030 e di azzerare le emissioni nette entro il 2050. Eni è un fornitore di riferimento per il nostro mercato principale, l’Italia, e il suo successo nella produzione di SAF sarà fondamentale perché il nostro gruppo è in crescita con l’obiettivo di trasportare 300 milioni di passeggeri l’anno entro il 2034″.”Siamo lieti di avviare un accordo con un operatore importante come Ryanair subito dopo la definizione della normativa ReFuelEU dell’Unione Europea, che mira ad estendere l’adozione dei SAF entro il 2050. Enilive – ha aggiunto Stefano Ballista, amministratore delegato di Enilive – prevede di aumentare la propria capacità di bioraffinazione fino a oltre 5 milioni di tonnellate/anno entro il 2030 ed è concentrata nello sviluppo di nuovi progetti per estenderla: i biocarburanti possono avere un ruolo importante nella decarbonizzazione della mobilità, compresi i settori ‘hard to abate’ come l’aviazione. Gli impianti e le tecnologie che abbiamo sviluppato nell’ultimo decennio consentono a Enilive di produrre le quantità di SAF necessarie a soddisfare le esigenze di compagnie come Ryanair e di rispondere alle indicazioni delle normative europee”. LEGGI TUTTO

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    BofA: afflussi di 32 miliardi di dollari verso fondi obbligazionari ESG nel 2023

    (Teleborsa) – Nel 2023 si sono registrati afflussi di 32 miliardi di dollari nei fondi obbligazionari ESG a livello globale, con un aumento del 53% rispetto al 2022. Lo si legge in un’analisi di Bank of America, dove emerge che l’8% degli afflussi obbligazionari totali del 2023 è andato ai fondi obbligazionari ESG, mentre i flussi di obbligazioni non ESG hanno registrato una forte ripresa rispetto ai deflussi del 2022. Gli afflussi cumulativi verso i fondi obbligazionari ESG hanno raggiunto i 264 miliardi di dollari, in aumento del 14% da inizio anno. A dicembre 2023, l’AUM dei fondi obbligazionari ESG globali ammonta a 641 miliardi di dollari, in aumento di 151 miliardi di dollari su base annua. Alla fine di ottobre i fondi obbligazionari ESG rappresentano ora il 12,6% di tutti i fondi obbligazionari, rispetto al 10,6% registrato entro la fine del 2022, con 276 nuovi fondi ESG nel 2023.I fondi obbligazionari ESG dell’Europa occidentale hanno registrato un afflusso di 15,6 miliardi di dollari nel 2023, a fronte di 46,5 miliardi di dollari di afflussi non ESG (dopo deflussi di 52,9 miliardi di dollari nel 2022). Gli afflussi ESG europei hanno rappresentato il 25% degli afflussi totali di fondi obbligazionari nel 2023. Gli afflussi cumulativi verso i fondi obbligazionari ESG in Europa occidentale hanno raggiunto i 119 miliardi di dollari, in aumento di 16 miliardi di dollari da inizio anno. L’AUM delle obbligazioni ESG dell’Europa occidentale ammonta a 350 miliardi di dollari entro la fine del 2023, superando il precedente picco di 292 miliardi di dollari raggiunto nel dicembre 2021. I fondi ESG rappresentano il 21% di tutti i fondi obbligazionari e il numero di fondi è aumentato di 111 nel 2023. LEGGI TUTTO

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    Parlamento europeo adotta legge contro greenwashing su etichette prodotti

    (Teleborsa) – Il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo a una direttiva che migliorerà l’etichettatura dei prodotti e vieterà l’uso di dichiarazioni ambientali fuorvianti, a cui spesso ci si riferisce con il termine greenwashing (ambientalismo di facciata). La direttiva – approvata con 593 voti favorevoli, 21 contrari e 14 astensioni – mira a proteggere i consumatori da pratiche di commercializzazione ingannevoli e ad aiutarli a compiere scelte di acquisto più informate. A tal fine, saranno aggiunte all’elenco UE delle pratiche commerciali vietate una serie di strategie di marketing problematiche legate al greenwashing e all’obsolescenza precoce dei beni.Pubblicità più chiara e attendibileLe nuove regole mirano a rendere l’etichettatura dei prodotti più chiara e affidabile, vietando l’uso di indicazioni ambientali generiche come “rispettoso dell’ambiente”, “rispettoso degli animali”, “verde”, “naturale”, “biodegradabile”, “a impatto climatico zero” o “eco” se non supportate da prove.Sarà ora regolamentato anche l’uso dei marchi di sostenibilità, data la confusione causata dalla loro proliferazione e dal mancato utilizzo di dati comparativi. In futuro nell’UE saranno autorizzati solo marchi di sostenibilità basati su sistemi di certificazione approvati o creati da autorità pubbliche.Inoltre, la direttiva vieterà le dichiarazioni che suggeriscono un impatto sull’ambiente neutro, ridotto o positivo in virtù della partecipazione a sistemi di compensazione delle emissioni (offset in inglese).L’attenzione alla durabilità Un altro importante obiettivo della nuova legge è far sì che produttori e consumatori siano più attenti alla durata dei prodotti. In futuro, le informazioni sulla garanzia dovranno essere più visibili e verrà creato un nuovo marchio armonizzato per dare maggiore risalto ai prodotti con un periodo di garanzia più esteso.Le nuove norme vietano anche le indicazioni infondate sulla durata (ad esempio, dichiarare che una lavatrice durerà per 5.000 cicli di lavaggio, se ciò non è esatto in condizioni normali), gli inviti a sostituire i beni di consumo prima del necessario (spesso accade, ad esempio, con l’inchiostro delle stampanti) e le false dichiarazioni sulla riparabilità di un prodotto.Le prossime tappeLa direttiva deve ora ricevere l’approvazione definitiva del Consiglio per essere poi pubblicata nella Gazzetta ufficiale. Gli Stati membri avranno 24 mesi di tempo per recepirla nel diritto nazionale. LEGGI TUTTO

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    Decarbonizzazione, Gruppo Mediobanca: “Neutralizzate emissioni di CO2 relative al 2022-2023”

    (Teleborsa) – Il Gruppo Mediobanca consolida il suo percorso di decarbonizzazione compensando le proprie emissioni di CO2 residue per l’anno fiscale 2022-23, in accordo con i principali standard di rendicontazione della sostenibilità. Un risultato – sottolinea il Gruppo in una nota – coerente con gli obiettivi di decarbonizzazione previsti dal Piano Strategico 2023-2026 – One Brand One Culture che prevede la compensazione delle emissioni di gas serra prodotte direttamente dai propri asset aziendali (Scopo 1) così come delle emissioni indirette derivanti dall’acquisto di energia elettrica e termica (Scopo 2), per un totale di 2.927,62 tonnellate di CO2eq nell’esercizio 2022-23. Anche quest’anno, il Gruppo Mediobanca ha privilegiato il consumo di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili.L’attività di neutralizzazione delle emissioni residue è stata resa possibile acquistando, in collaborazione con l’impresa sociale Rete Clima, crediti di carbonio certificati destinati al finanziamento del progetto ambientale “Ghani Solar Renewable Power Project” certificato secondo lo standard VCS-Verra. Il progetto, sviluppato nello stato indiano dell’Andhra Pradesh, prevede la generazione di energia pulita tramite l’installazione di un impianto di tipo fotovoltaico con una potenza di 500 MW. Si stima che l’impianto produrrà circa 919.800 MWh/anno, contribuendo a decarbonizzare il mix energetico locale dominato principalmente da centrali termiche e combustibili fossili, con un impatto socio-economico di medio e lungo termine grazie alla creazione di posti di lavoro e al trasferimento di know-how tecnologico all’interno della regione.Parallelamente, Mediobanca parteciperà a un progetto nazionale per la riforestazione nel Parco Nazionale del Vesuvio, allo scopo di ripristinare la copertura vegetale nelle aree colpite dagli incendi verificatesi negli anni passati. Queste zone, identificate come le più a rischio di dissesto, richiedono un intervento urgente per ripristinare le condizioni di sicurezza e per supportare la ricostituzione naturale. Tale iniziativa rientra nella Campagna nazionale “Foresta Italia” di Rete Clima, nata con l’obiettivo di incrementare la naturalità dei territori e le connessioni ecologiche locali, ma anche di tutelare la biodiversità, migliorare la qualità dell’aria e contribuire a contrastare il riscaldamento climatico globale.”Rinnoviamo per il quarto anno consecutivo il nostro impegno nel percorso di decarbonizzazione. Stiamo lavorando – commenta Giovanna Giusti del Giardino, Head of Group Sustainability – per con un traguardo intermedio del 18% entro il 2026, in linea con il nostro Piano Strategico 2023-2026 One Brand One Culture”. LEGGI TUTTO