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    Scuola, ombre sulla ripartenza: si teme la “fuga” dei prof

    (Teleborsa) – Dopo aver incassato da un lato il via libera della Conferenza Unificata al protocollo per la gestione di possibili casi di Covid dall’altro l’intesa sui trasporti essenziali per portare i ragazzi negli istituti, la scuola si prepara a ripartire.Da ieri, martedì 1 settembre, le porte delle scuole italiane hanno riaperto per i collegi dei docenti, le ultime sistemazioni delle aule, il recupero degli apprendimenti di oltre 500 mila tra studentesse e studenti, alcuni con lezioni a distanza, altri in presenza.Molte ombre però rimangono sulla presenza del personale, soprattutto dei docenti ma anche dei collaboratori scolastici: l’incremento dei contagi – seppure ancora sotto controllo – delle ultime settimane, infatti, sta destando allarme tra il corpo docente, soprattutto quello più avanti con l’età – nella scuola la percentuale di over 55 è del 40-45% e gli ultra 62 enni sono 171 mila – e cresce di ora in ora il numero di prof che stanno presentando certificato medico.”C’è un certo timore” sul ritorno a scuola “ma è motivato dall’incertezza delle comunicazioni: mascherina sì o no, fragili si o no: tutto questo accentua le preoccupazioni di chi si sente minacciato dal punto di vista della salute”, dice il leader della Uil Scuola, Pino Turi. “Abbiamo bisogno di indicazioni e regole per i lavoratori fragili: i dirigenti non possono operare in modo differente,”, ribadisce anche la segretaria della Cisl Scuola Maddalena Gissi.Intanto, è partita la formazione dell’Istituto superiore di Sanità e del Ministero dell’Istruzione per il responsabile Covid nelle scuole. Due i corsi, a distanza e organizzati su piattaforma in grado di ospitare fino a 70mila corsisti tra insegnanti, personale scolastico e professionisti sanitari per monitorare e gestire possibili casi di Covid-19 e focolai negli istituti scolastici. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Anief: “Al via i corsi di recupero. Necessari compensi aggiuntivi ai docenti”

    (Teleborsa) – Riprende in diverse scuole superiori, dopo sei mesi di chiusura, l’attività in presenza con l’avvio dei corsi per il recupero degli apprendimenti. Tuttavia, da un punto di vista contrattuale, lo svolgimento del recupero degli apprendimenti dell’anno scolastico 2019/2020 prevede una doppia problematica: la prima è quella relativa al rientro in classe anche dei docenti fragili, a seguito della mancata presenza di tali profili nell’ultimo rapporto dell’Istituto superiore della Sanità “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”. La seconda questione riguarda l’inserimento nel Decreto Legge 8 aprile 2020, n. 22, convertito con modificazioni dalla Legge del 6 giugno 2020 n. 41, attraverso la quale è stato disposto che da oggi le attività concernenti PIA e PAI siano considerate attività ordinaria. Quindi senza prevedere alcun compenso per i docenti coinvolti. Queste le criticità che accompagnano l’avvio del nuovo anno scolastico evidenziate in una nota dall’Anief.”I corsi di recupero andranno a colmare gap formativi generati dall’interruzione precoce della didattica in presenza – sottolinea il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico –. Tali insegnamenti vanno secondo noi remunerati, attraverso specifica contrattazione integrativa che dovrebbe quindi regolare i compensi delle attività intercorse tra il 1 settembre e l’inizio delle lezioni ordinamentali: nel dettaglio, queste ore dovrebbero essere considerate come ore aggiuntive di insegnamento ai senti della Tabella 5 del CCNL dall’inizio delle lezioni ordinamentali. Anche perché, lo ripetiamo, non si può creare un blocco ora e poi, improvvisamente, a scuola avviata, decidere che le stesse attività non sono più ordinarie e quindi da pagare”. Il sindacato ritiene che, trattandosi di attività aggiuntive, il ministero avrebbe dovuto prevedere risorse aggiuntive, ancora di più perché nel Contratto Collettivo Nazionale di categoria all’art. 28 comma 5 si specifica che l’attività oraria di insegnamento va considerata solo “nell’ambito del calendario scolastico delle lezioni definito a livello regionale” e non partendo “dal 1 settembre”. Inoltre, rileva l’Anief, bisogna tenere presente che, in considerazione della sospensione delle attività didattiche in presenza e delle iniziative svolte in modalità a distanza, se necessario, il Consiglio di classe redige un Piano di Integrazione degli Apprendimenti (PIA) per ciascuna disciplina in cui non sono stati raggiunti gli obiettivi di apprendimento programmati all’inizio dell’anno. Queste attività si possono certamente collocare “nell’alveo degli adempimenti contrattuali ordinari correlati alla funzione docente”, ma non tra le attività funzionali all’insegnamento, attività non retribuite in aggiunta. Tali attività infatti sono indicate nell’art. 29 del CCNL e non comprendono alcuna attività di insegnamento ordinario.Quello iniziato oggi, per il giovane sindacato, è un vero e proprio “secondo test post lockdown, dopo gli esami di maturità celebrati a inizio estate, da considerare un prologo del rientro in classe previsto in prevalenza per il prossimo 14 settembre, con alcune regioni che hanno tuttavia posticipato l’avvio delle lezioni a dopo la tornata elettorale e referendaria del 20 e 21 settembre, quando torneranno sui banchi di scuola (speriamo monoposto, con o senza rotelle) oltre otto milioni di alunni complessivi sparsi in oltre 42 mila plessi”. Per gli studenti che tornano in aula, mascherine obbligatorie all’ingresso e in uscita, ma non in classe, salvo nei casi in cui non si può rispettare il distanziamento. LEGGI TUTTO

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    Scuola, prove di ripartenza. Azzolina scrive a presidi e docenti

    (Teleborsa) – La scuola riparte con i corsi di recupero e gli istituti si organizzano per far fronte alle nuove linee guida. Nel frattempo è arrivato l’accordo sul trasporto pubblico locale.Niente mascherina a scuola se viene rispettata la distanza di un metro. Nella scuola primaria, “per favorire l’apprendimento e lo sviluppo relazionale, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro e l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (ad esempio il canto). E’ quanto chiarisce il Comitato Tecnico Scientifico, in una nota.”Nella scuola secondaria, anche considerando una trasmissibilità analoga a quella degli adulti, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro, l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto) e in situazione epidemiologica di bassa circolazione virale come definita dalla autorità sanitaria”.”Lavoriamo tutti insieme e riconsegniamo le scuole ai nostri studenti: il Paese ce ne sarà riconoscente. Abbiamo una responsabilità storica grande. Sarà un anno duro. Ma anche l’inizio di un percorso diverso. Avremo le risorse dall’Europa con cui costruire la scuola di domani, a partire dagli insegnamenti di questi mesi. Abbiamo le idee e il coraggio per realizzarle”. Lo scrive la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in una lettera indirizzata ai docenti, ai presidi e a tutto il personale scolastico alla vigilia della riapertura della scuola. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Anief: “I docenti italiani sono i più vecchi, meno pagati e considerati d'Europa”

    (Teleborsa) – “La gente considera gli insegnanti i paria del pubblico impiego”. A dirlo è l’esperto di malattie professionali Vittorio Lodolo D’Oria sottolineando come nel nostro Paese i docenti siano i “più anziani e peggio pagati d’Europa”. In tale contesto per l’Anief “l’emergenza Covid-19 deve essere anche un momento di riflessione per capire che il personale scolastico va valorizzato e svecchiato, considerandolo come una categoria da tutelare”. Tuttavia, per il giovane sindacato, le ultime decisioni del Governo non sembrano andare in questo verso.”Negli ultimi protocolli istituzionali sul rientro in classe – spiega l’Anief – ci si è dimenticati dei lavoratori fragili della scuola, si è cancellato solo per loro lo smart working, si è sorvolato sul fatto che più del 60% dei docenti è over 50 e che crescono le patologie derivanti dallo stress da cattedra”. Per il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico “la pandemia che ha colpito il mondo va giustamente affrontata in chiave di rinascita di determinati settori vitali per il benessere dei cittadini, come la Conoscenza, la Sanità e il Welfare. Auspichiamo, quindi, che le indicazioni fornite dall’Anief al premier Giuseppe Conte sull’utilizzo esclusivo per la scuola del 10% dei fondi dei 172 miliardi in arrivo dal Recovery Fund possano effettivamente trovare seguito. Occorre assolutamente cancellare dai vincoli di bilancio pubblico le spese di funzionamento della scuola, abbandonando la linea dei tagli e del dimensionamento degli ultimi 12 anni. E andare finalmente a valorizzare il corpo docente e tutti i lavoratori della scuola che negli ultimi anni sono scesi nella scala sociale a livelli indegni: è la sfida delle sfide. Che va vinta senza se e senza ma”.”Ci si è ricordati – dichiara Lodolo D’Oria in un’intervista a Orizzonte Scuola – che gli insegnanti esistevano solo grazie al loro preannunciato diniego a sottoporsi agli esami sierologici (un terzo di loro) e soprattutto dopo l’individuazione della cosiddetta categoria dei lavoratori fragili over 55. Solamente allora – continua l’esperto – si è compreso che, senza docenti, non si può fare scuola, anzi, la scuola senza di loro proprio non esiste. Ad aggravare il quadro di quelli che ormai la gente considera i paria del pubblico impiego ecco intervenire il fattore anagrafico perché il nostro Paese vanta gli insegnanti più anziani, oltreché i peggio pagati, d’Europa”. Lo stesso medico ricorda che il ministero dell’Istruzione, anche se le responsabilità maggiori sono di quello della Salute, ha confermato lo storico disinteresse “rispetto all’impegno nell’individuazione delle malattie professionali della categoria. Molti sindacati hanno tenuto lo stesso atteggiamento del dicastero di Trastevere, mentre altri (tra cui l’Anief) si sono fermati di fronte al muro di gomma opposto dal Ministero Economia e Finanze che si è sempre rifiutato ostinatamente di mettere a disposizione i dati nazionali sull’inidoneità all’insegnamento per causa di salute”.Per Lodolo D’Oria l’Italia, pur disponendo dei dati, “è l’unico Paese europeo a non possedere studi clinici su scala nazionale circa le inidoneità all’insegnamento per motivi di salute, mentre gli studi locali a disposizione (Milano, Torino, Verona) mostrano l’assoluta prevalenza dei disturbi psichiatrici tra le malattie professionali della categoria. Per quanto riguarda l’estero basti ricordare che in Francia (2005) e Gran Bretagna (2009 e 2012) negli insegnanti è stato accertato il maggior rischio suicidario tra tutte le categorie professionali. La speranza – aggiunge – è che la vicenda del Covid-19 faccia comprendere la centralità degli insegnanti e della loro salute nella scuola”.”È bene – afferma l’Anief – che chi governa il Paese dia seguito alle indicazioni fornite, perché collimano con quelle adottate da tutti i Paesi moderni. L’occasione per farlo c’è: è quella di utilizzare i miliardi provenienti dall’Unione europea e finalizzati proprio al sostegno dei Paesi membri più toccati, come l’Italia, dall’emergenza epidemiologica”.”Bisogna fare di tutto per cogliere l’occasione dello status di gravità in cui versa il settore scolastico – commenta Pacifico – per cancellare la politica assurda dei tagli e del dimensionamento. E per dare merito a chi permette la crescita formativa e umana delle nuove generazioni. Cominciamo con il ringiovanire il personale docente più vecchio del mondo, cancellando l’obbligo di andare in pensione a 67 anni, dopo anche oltre 40 anni di insegnamento, bisogna andare in pensione nella scuola a 61 anni senza penalizzazione come era prima della Legge Monti-Fornero. Inoltre, si riconosca una volta per tutte lo stress da lavoro correlato, visto che è scientificamente provato che la docenza porta malattie e patologie invalidanti anche in alto numero e crescenti con l’avanzare dell’età”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Ministro Speranza lancia coalizione europea per misure anti-Covid

    (Teleborsa) – Norme di igiene di base, distanziamento, politiche specifiche per bambini a rischio con esigenze di apprendimento o condizioni di salute speciali e per docenti con condizioni di salute che li rendono vulnerabili a infezioni più gravi.Sono le quattro misure per la riduzione del rischio contagio negli ambienti scolastici individuate in una dichiarazione congiunta del direttore Regionale per l’Europa dell’OMS, Hans Kluge, e del ministro della Salute, Roberto Speranza, al termine del summit con 53 paesi per individuare misure comuni di contrasto al Coronavirus in tema di scuola. Promossa anche la didattica online in particolari situazioni.Immediato il plauso del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per l’iniziativa. “Ancora una volta l’Italia in prima fila per elaborare strategie utili per combattere il coronavirus. Grazie al ministro Roberto Speranza oggi 53 Paesi si confrontano con l’Oms sulla riapertura delle scuole in sicurezza. Questa oggi è la nostra priorità”, ha scritto Conte su Twitter.”Lavoriamo tutti insieme e riconsegniamo le scuole ai nostri studenti: il Paese ce ne sarà riconoscente”. Si apre così, invece, la lettera inviata dalla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a docenti, presidi e personale scolastico a due settimane dalla riapertura ufficiale della scuola.”Una responsabilità storica” la definisce la titolare del Ministero di viale Trastevere, che riconosce che “sarà un anno duro”, “ma anche l’inizio di un percorso diverso”.La Ministra difende i lavoratori della scuola dalle voci che negli ultimi giorni sono circolate in merito a possibili forfait dovuti alla paura di contrarre il Covid-19. “Respingeremo sempre con forza le insinuazioni che mirano a gettare discredito sulle istituzioni scolastiche e soprattutto su chi ci lavora – ha scritto Lucia Azzolina – Dimostriamo ancora una volta che il corpo dei docenti è sano. Composto da insegnanti che ci credono. Che amano il proprio lavoro e lo svolgono con professionalità e impegno”.Azzolina nella missiva ha anche difeso il lavoro del suo dicastero – “già a giugno è stato varato il Piano per la ripartenza di settembre, preparato insieme ai tanti attori del sistema scolastico e istituzionale. Da allora non ci siamo mai fermati” –, spiegato come le modifiche intervenute nelle ultime settimane siano dettate dal mutamento della crisi sanitaria in corso – “il quadro di una pandemia non è una fotografia, non è statico, e al mutare delle condizioni la politica può e deve prendere nuove decisioni – e ha promesso nuovi interventi grazie al Recovery Fund.”Abbiamo un obiettivo preciso, da raggiungere in tempi certi: dotare il nostro Paese di scuole migliori, più sicure e funzionali alle esigenze di studentesse e studenti”, ha garantito la Ministra. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Gualtieri firma decreto per assunzione 80 mila docenti

    (Teleborsa) – Buone nuove per la Scuola che si prepara ad assumere 80mila nuovi docenti. Lo ha annunciato il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in un post su Twitter.”Firmato il decreto finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato di 80mila docenti. Una buona notizia per gli insegnanti precari e per gli studenti che avranno così garantita la continuità didattica”, ha affermato il titolare del MEF, aggiungendo “l’istruzione e la ripartenza della scuola sono priorità per questo Governo”.Frattanto, fervono i preparativi per la riapertura delle scuole in sicurezza. La Conferenza delle Regioni ha dato il via libera alle “indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-Cov-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”, predisposte da Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione e Inail.”Tutti si rendono conto che ci sono rischi ma la necessità assoluta è quella di riaprire la scuola”, ha affermato il Presidente del Cts Agostino Miozzo, aggiungendo “distanziamento, uso mascherine, igiene, rimangono fondamentali come prevede anche la comunità scientifica. Noi abbiamo adottato il parametro del metro e su quello abbiamo dato l’impostazione su tutto”.Questa mattina sono stati consegnati dal commissario straordinario Domenico Arcuri i primi banchi monoposto alle scuole di Alzano, Nembro e Codogno, zone simbolo della lotta al coronavirus: 350 i banchi, non a rotelle, ma leggermente più piccoli, sono stati consegnati ad alcuni istituti di Alzano e Nembro.Resta il nodo trasporto pubblico locale, in attesa di trovare una soluzione condivisa entro lunedì 31 agosto, quando si terrà una riunione straordinaria della Conferenza Unificata. LEGGI TUTTO

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    Scuola, ANP: “Mancata intesa su trasporti rischia di far arenare ripresa”

    (Teleborsa) – A pochi giorni dalla ripartenza dell’anno scolastico, sono ancora diversi i nodi da sciogliere. “È assolutamente necessario fare in modo che i ragazzi possano raggiungere le scuole e possano farlo in sicurezza. Non possiamo rischiare che la ripresa della scuola, dopo tanta fatica e un immenso lavoro dei dirigenti e del personale tutto, si areni ora sul problema trasporti che, lo ricordo, è noto da tempo” ha affermato il presidente dell’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola (Anp), Antonello Giannelli.Ma la mancata intesa sui trasporti non è l’unica questione ancora da risolvere. Da qui l’appello di Giannelli affinché Governo e Regioni si mobilitino per agevolare una ripresa delle lezioni che, nell’anno dell’emergenza sanitaria, si prospetta particolarmente complessa. “Mi auguro – ha concluso il presidente dell’Anp – che il Governo e le Regioni riescano a trovare in tempi brevi un accordo e un coordinamento su questo e sugli altri problemi ancora da risolvere”. LEGGI TUTTO

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    Vertice scuola si chiude con un nulla di fatto. Resta nodo trasporti

    (Teleborsa) – Si chiude con un sostanziale nulla di fatto il vertice sulla scuola, convocato per la tarda mattinata per dare una risposta alle questioni irrisolte, come quella dei trasporti e dell’uso di mascherine in classe.All’incontro i ministri dell’Istruzione Lucia Azzolina, dei Trasporti Paola De Micheli, della Salute Roberto Speranza e degli Affari regionali Francesco Boccia. Presenti anche il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri ed il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo.Fra tutti, il tema del trasporto scolastico resta il principale nodo da sciogliere, ma le proposte avanzate dalla Ministra De Micheli, fra cui quella di estendere il termine “congiunti” ai compagni di classe, non hanno trovato consenso unanime ed il governo si è preso “qualche altro giorno” per arrivare ad una decisione definitiva.”Il tema che desta più preoccupazione è quello dei trasporti, ad oggi non ci sono soluzioni sostenibili né per il Trasporto Pubblico Locale, né per quello Scolastico”, ha ammesso Bonaccini.Altra questione calda l’uso delle mascherine in classe, laddove non ci sia lo spazio sufficiente a garantire il distanziamento fra gli alunni. Su questo punto, i Governatori hanno avanzato la proposta di valutare l’utilizzo dei dispositivi di protezione in maniera differenziata solo nei territori che presentano indici di contagio più elevati e focolai.”Dal Governo solo dubbi e incertezze. Sindaci, presidi, insegnanti e governatori attendono invece risposte concrete e attuabili”, ha commentato critico il Governatore della Lombardia Attilio Fontana. Di nulla di fatto ha parlato anche il Governatore della Liguria Giovanni Toti tirando le somme del vertice: “nessuna decisione sull’uso o meno delle mascherine in aula, né sulle modalità di rientro, così come sul trasporto pubblico locale”.Domani si terrà una nuova riunione della Conferenza delle Regioni sul documento dell’ISS per la gestione del Covid nelle scuole. Un documento che ha trovato un consenso di massima dei governatori così come la proposta del ministro della Salute Roberto Speranza di considerarlo un documento aperto, da arricchire ed aggiornare in via continuativa.Il commissario straordinario Domenico Arcuri ha poi annunciato che venerdì inizierà la distribuzione dei banchi monoposto alle scuole, mentre è partita oggi la distribuzione di gel igienizzante e mascherine. LEGGI TUTTO