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    Scuola, Azzolina: “Recovery Fund essenziale per rilancio”

    (Teleborsa) – La scuola riparte in sicurezza grazie a “uno sforzo corale di cui il Paese deve essere orgoglioso”. Questo il messaggio lanciato dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina nell’informativa di oggi alla Camera. Riferendosi alle critiche giunte da più parti negli ultimi mesi riguardo alla gestione della didattica durante l’emergenza coronavirus Azzolina ha invitato a “più collaborazione, più proposte e meno scontro politico” in quanto “gli studenti, il personale della scuola, le famiglie non meritano di ascoltare slogan e frasi ad effetto che puntano alla pancia dell’elettorato, ma non lasciano poi nulla di concreto sul tavolo”. Il Ministro ha, inoltre, rivendicato la decisione di sospendere le attività didattiche in presenza con la quale – ha affermato Azzolina – “abbiamo salvato decine di migliaia di vite”.Centrale per il rilancio della scuola è il Recovery Fund. “Di scuola non si era mai parlato così tanto, anche in termini di possibilità, di opportunità. Dovremo ben impiegare le risorse del Recovery Fund che rappresenta un’occasione irripetibile per il progresso dell’Italia” ha affermato Azzolina auspicando un Piano pluriennale di investimenti sulla scuola, che parta dall’edilizia scolastica, fino a toccare temi quali la riduzione del numero degli alunni per classe, la formazione del personale scolastico e la lotta alla dispersione scolastica.In questa fase di emergenza sanitaria, per il Ministro, la ripresa della scuola non deve penalizzare “momenti assolutamente importanti per lo sviluppo del ruolo sociale, di valorizzazione e di crescita di ogni alunno” come “la refezione scolastica, la ricreazione e tutti i momenti di pausa dall’attività didattica”. Per tale ragione – ha spiegato Azzolina – “alle scuole è stata raccomandata la massima cura nel cercare e trovare apposite soluzioni, tutte quelle percorribili, pur di non sacrificare lo svolgimento di momenti di aggregazione così importanti nella crescita individuale. Ho letto – ha aggiunto – approssimazioni e dati senza una fonte certa che parlano di centinaia di migliaia di studenti che non avranno la mensa. Non è così. Saranno necessari adattamenti, ci saranno nuove regole, ma nessuno vuol togliere il tempo pieno ai bambini. Dove ci sono delle criticità i nostri Uffici Scolastici Regionali stanno intervenendo a supporto delle scuole. In raccordo con i Comuni che gestiscono il servizio mensa”.Per quanto riguarda l’attività sportiva, Azzolina ha ricordato che – come scritto nelle Linee guida per la ripartenza – “resta ferma la competenza degli Enti locali nella concessione delle palestre e di altri locali afferenti alle istituzioni scolastiche di competenza, al termine dell’orario scolastico, operate le opportune rilevazioni orarie e nel rispetto delle indicazioni recate dal Documento tecnico del Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute, purché, all’interno degli accordi con le associazioni concessionarie siano esplicitamente regolati gli obblighi di pulizia approfondita e igienizzazione, da condurre obbligatoriamente al termine delle attività medesime, non in carico al personale della scuola”.Sulla fornitura dei nuovi banchi monoposto, altro tema al centro delle polemiche, Azzolina rassicura. “Il Ministero dell’Istruzione – ha spiegato – ha agito con trasparenza e rigore. Abbiamo chiesto a tutti i dirigenti scolastici di fornirci con precisione dati certi rispetto al fabbisogno di arredi di ciascuna scuola. Non abbiamo imposto una sola tipologia di banco, come ho continuato a leggere da più parti, ma semplicemente lo Stato, per la prima volta, si è preso la responsabilità di sostenere le scuole aiutandole a rinnovare gli arredi. Gli istituti ci hanno chiesto 2,4 milioni di banchi. Oltre 750mila sono per la scuola primaria, dunque, necessariamente, banchi di tipo tradizionale, più adatti per i piccoli. Mentre 1,7 milioni sono stati i banchi richiesti per le secondarie di cui oltre uno su quattro di tipo innovativo. E noi glieli stiamo dando. La consegna è già cominciata il 28 di agosto e proseguirà nelle prossime settimane. Come comunicato dal Commissario straordinario per l’emergenza con la nota del 3 settembre 2020, la distribuzione dei banchi è stata avviata partendo da alcuni luoghi particolarmente colpiti nel corso della prima fase della pandemia, come Codogno, Alzano, Nembro, le città di Bergamo, Brescia, Piacenza e Treviso, e sta continuando sull’intero territorio nazionale in 17.863 plessi scolastici, per soddisfare l’intero fabbisogno richiesto entro la fine del mese di ottobre. Ogni scuola avrà gli arredi che ha richiesto”.Azzolina è, poi, intervenuta sulla questione degli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali. “Nel caso in cui, nelle scuole di secondo grado, sia attivata la DDI come metodologia complementare, per le alunne e gli alunni con disabilità – ha affermato – andrà privilegiata la didattica in presenza” ma, per quanto riguarda il sostegno, il Ministro ha ammesso le carenze del sistema, partire dal numero di specialisti, e la necessità di un piano strategico.Nell’ambito degli interventi previsti dal Decreto Rilancio, Azzolina ha annunciato la firma dei decreti di individuazione dei criteri di assegnazione delle risorse per le scuole non statali appartenenti al sistema nazionale di istruzione e formazione. “L’amministrazione ministeriale – ha sottolineato – ripartirà sollecitamente le risorse agli Uffici scolastici regionali, che con la stessa celerità provvederanno alla relativa distribuzione alle scuole”.Ripartenza della scuola non significa, tuttavia, rischio zero. “Il Coronavirus ci impone dei doveri. Non esiste il rischio zero. Lo sappiamo. Quindi – ha detto il Ministro – sarà necessaria la responsabilità di ciascuno, dentro e fuori il perimetro delle nostre scuole. Quelle regole civili, di protezione e di buon senso che le autorità sanitarie hanno indicato come strumenti per contenere la diffusione del virus devono essere rispettate da ognuno di noi. Non farlo significa mettere a rischio la scuola”. In tale scenario Azzolina ha lanciato la proposta “di incentivare, per il presente e per il futuro, un’alleanza stabile tra scuola e sanità” ipotizzando l’eventualità di possibili stop dell’attività in presenza in base all’andamento dei contagi da Covid-19. “Potranno verificarsi – ha detto alla Camera – di settimana in settimana, ipotesi di sospensione delle attività didattiche in presenza delle nostre classi. Non vanno creati allarmismi. Le nostre scuole hanno tutti gli strumenti per affrontare ogni criticità, grazie ai tanti strumenti messi in campo nei mesi scorsi. Dalla didattica digitale integrata, a tutti i dispositivi acquistati, fino alla formazione specifica. Abbiamo previsto anche specifiche misure per i genitori, in modo che, in tali casi, non debbano subire conseguenze negative sul lavoro”.”Con la ripresa delle attività didattiche, – ha concluso Azzolina – inizia una nuova fase della vita del nostro Paese. Una fase che va interpretata in modo differente dal passato e che non può che fondarsi sull’unità, sulla responsabilità, sulla solidarietà sociale. Non sottraiamoci ad una sfida così importante, ma percorriamola con convinzione e con visione”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Azzolina: test a campione su studenti. Per ripartenza stanziati 2,9 miliardi

    (Teleborsa) – Gli studenti verranno sottoposti a test a campione durante l’anno scolastico per ridurre al minimo il rischio infezioni in classe. Ad annunciarlo oggi è stata la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina nel corso della sua informativa al Senato.”Siamo consapevoli del fatto che il rischio zero non esista, anche a scuola. Proprio per questo sarà fondamentale il senso di responsabilità di ciascuno e il rispetto delle Linee guida e dei Protocolli emanati insieme alle competenti autorità sanitarie”, ha dichiarato la ministra.”Durante l’anno saranno fatti test a campione anche agli studenti, il rischio zero non esiste – ha ribadito Lucia Azzolina – proviamo a ridurlo il più possibile per avere la massima sicurezza. I test sierologici al personale scolastico ci sono, tanto personale li sta facendo”.La ministra Azzolina ha difeso l’operato del Governo e la mobilitazione di tutto il mondo della scuola affinché le lezioni potessero riprendere: “C’è stato il massimo sforzo da parte di tutti per il conseguimento di un risultato che riguarda il Paese intero. Il confronto è stato sempre serio, franco. Le opinioni sono state anche divergenti. Ma questo è il sale della democrazia”.Per la riapertura a settembre la ministra Azzolina ha informato che sono stati stanziati 2,9 miliardi – “una cifra non banale, nessun altro Paese europeo ha messo tante risorse sul capitolo ripartenza” – mentre se si guardano le risorse stanziate sull’Istruzione complessivamente da inizio anno la cifra sale a 7 miliardi.”Se consideriamo le risorse mobilitate da quando ho giurato come Ministra, a gennaio, parliamo di circa 7 miliardi che rappresentano, e credo che su questo davvero non si possa che essere tutti d’accordo, un segnale inequivocabile. La stagione dei tagli è stata archiviata. La Scuola torna al centro di investimenti. Puntiamo ad essere un Paese in cui l’Istruzione possa essere davvero motore di sviluppo, innovazione, ascensore sociale per i capaci e meritevoli, come sancito dall’articolo 34 della nostra Costituzione”.La ministra ha poi risposto alle accuse e alle critiche che hanno riguardato il suo lavoro e quello dell’esecutivo: “ho letto diverse corbellerie in queste settimane. Un dibattito quasi surreale sui banchi. Cifre date a caso, anche rispetto ai costi. Ho letto che il Governo sta sprecando denaro sulla scuola. Credo che ogni singolo euro speso per la scuola non sia perduto ma costituisca, invece, un investimento. Un investimento per il futuro dell’Italia”.Nel frattempo però dalla Lega è arrivata una mozione di sfiducia nei confronti della ministra dell’Istruzione. La risposta del M5S a difesa di Lucia Azzolina arriva attraverso una nota dei componenti del partito della commissione Istruzione al Senato che ha definito come “ennesimo autogol” l’iniziativa lanciata dai leghisti.”La mozione di sfiducia è il messaggio più chiaro e inequivocabile di quanto abbia collaborato al rientro a scuola: zero. Tanta propaganda sì, molte bugie anche, tutto sulla pelle degli studenti (e delle loro famiglie)”, si legge nel duro comunicato diffuso. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Conte: “Superata la maggior parte delle criticità. Fiducioso su riaperture”

    (Teleborsa) – “È stata superata la maggior parte delle criticità, i lavori procedono molto bene”. Questo il commento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ieri – dopo la firma del Dpcm che ha prorogato di un mese le misure anti-Covid – al suo arrivo a Beirut, si è detto “fiducioso” sulla riapertura delle scuole.”Devo dire la verità, – ha affermato Conte – quest’anno c’è una particolare attenzione e tutti pretendiamo che funzioni tutto perbene, regolarmente. Non sempre è stato così negli anni passati, anche quasi mai, ma è giusto che ci sia l’attenzione da parte di tutti. Abbiamo lavorato tantissimo perché quest’anno si possa garantire a tutti gli studenti un’attività scolastica in presenza e in piena sicurezza”.Centrale, in vista della riapertura, rimane il tema degli arredi scolastici. “Per la consegna dobbiamo attendere anche fino a tutto il mese di ottobre – ha spiegato il premier –. Però lo ripetiamo sino alla noia: in Italia si producono duecentomila banchi, è impensabile che 2 milioni e 400mila banchi possano essere già pronti il 14 settembre. Anche perché, tengo a sottolinearlo, stiamo parlando di un ricambio nelle attrezzature scolastiche e negli arredi incredibile, alcune regioni hanno chiesto un ricambio fino al 70%. È giusto, abbiamo investito tanto, oltre 7 miliardi per la scuola da inizio anno, quindi continueremo a lavorare ogni ora e ogni minuto perché tutti i nostri ragazzi possano lavorare per un anno scolastico più sicuro, più digitale e con gioia possano affrontare l’anno scolastico”.Conte ha, infine, preso le distanze dalla mozione di sfiducia targata Lega al ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. “Io non rispondo del comportamento delle opposizioni. Se un partito d’opposizione ritiene, in un momento del genere, dopo tutti gli sforzi che stiamo facendo, dopo tutti gli investimenti che sono stati fatti, di formalizzare una mozione di sfiducia nei confronti di un ministro che credo non abbia preso nemmeno un giorno di pausa per trascorrere un giorno di vacanza, bé, la Lega farebbe bene a chiedersi, – ha sottolineato il presidente del Consiglio – negli anni passati al governo, se forse avrebbe dovuto presentare tante mozioni di sfiducia ai propri ministri”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, al via i primi istituti ma restano i dubbi

    (Teleborsa) – La scuola riparte ma è ancora un cantiere aperto. Sono diversi, infatti, gli istituti scolastici che hanno aperto oggi i loro cancelli ai primi studenti che tornano tra i banchi di scuola a 6 mesi dallo stop delle lezioni a causa del Coronavirus.Restano però aperti alcuni punti interrogativi sulla ripartenza. “Abbiamo lavorato per trovare nuovi spazi e garantire il distanziamento di un metro in classe. Se c’è il metro di distanza la mascherina può non essere usata. Si deve usare nei momenti di dinamicità, quando si è in movimento, si va alla toilette, durante la ricreazione, certo non quando si mangia”, ha spiegato ai microfoni di Agorà su Rai3 la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, questa mattina.Ma non c’è solo il nodo mascherina in classe. Persistono ancora diversi dubbi sulla questione “Dad”, la didattica a distanza: in molti istituti, soprattutto superiori, sarà la modalità più utilizzata e non complementare come era stato richiesto dalla ministra che intanto rassicura sulla questione banchi.”Consegnare 2,4 milioni di banchi è uno sforzo enorme, è ingiusto essere accusati di ritardi. In due mesi li consegneremo. A settembre sarà quasi completamente coperta la primaria, poi entro ottobre tutto il resto”, ha aggiunto Lucia Azzolina ad Agorà.Tra i grandi punti interrogativi anche il problema dei docenti di ruolo mancanti. Su questo fronte sembrano trascurabili i risultati della cosiddetta call veloce introdotta dal Ministero. Lo strumento dovrebbe consentire lo spostamento volontario degli insegnanti fuori regione. Secondo quanto riferito dalla ministra Azzolina a Repubblica 2.500 trasferimenti sono stati avviati su 10mila domande – “è uno strumento nuovo, ha margini di miglioramento – mentre per Cisl i trasferimenti realmente avviati sono circa 300.”Se i presidi hanno dubbi o problemi abbiamo messo a disposizione un help desk per aiutarli”, a tendere la mano ai responsabili degli istituti scolastici è anche la viceministra Anna Ascani.”Nel decreto sui trasporti abbiamo destinato fondi per 34 milioni, oltre ai 70 del decreto di agosto, perché gli enti locali possano pagare l’affitto di spazi privati da destinare alle scuole. In questa settimana stiamo risolvendo le criticità residuali”, ha dichiarato Ascani in un’intervista al Corriere della Sera.Quanto alla carenza di docenti, “abbiamo digitalizzato il sistema di reclutamento e ci sono alcuni errori”, ma “molti sono simili e dunque si possono correggere”, ha dichiara Ascani che propone: “una volta aperte le scuole, mettiamoci a riscrivere le regole per l’accesso al ruolo”. LEGGI TUTTO

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    Covid: studente positivo, primo caso in scuola a Roma

    (Teleborsa) – Primo caso di Covid tra gli studenti di una scuola della Capitale. Un ragazzo iscritto alla Marymount International, in zona Cassia, è risultato positivo al Coronavirus.Secondo quanto si è appreso, la Asl Roma 1 ha messo in isolamento domiciliare 60 persone, tra cui compagni di classe e insegnanti, in via prudenziale.La Asl moniterà l’andamento clinico e si aspetteranno 7 giorni per l’eventuale comparsa di sintomi prima di effettuare i tamponi. I ragazzi in isolamento – a quanto riferito – seguiranno le lezioni con la didattica a distanza. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Anief: “cattedre Covid” non possono essere docenti di “Serie B”

    (Teleborsa) – A pochi giorni dalla riapertura delle scuole e dopo la polemica scatenata dalla pubblicazione delle graduatorie delle docenze, l’Anief è tornata a ribadire la propria contrarietà all’introduzione di contratti atipici nella scuola pubblica per le cosiddette “cattedre Covid”.“Introducendo dei contratti senza scadenza, che potrebbero venire meno all’istante, in caso di secondo lockdown, si va a determinare un precedente pericoloso – spiega l’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori – L’istruzione impartita in sedi scolastiche statali non può comportare differenze contrattuali di sorta tra insegnanti che svolgono la medesima professione, hanno gli stessi doveri e responsabilità. Riteniamo centrale questo punto. Per questo motivo abbiamo deciso di farci tramite per chiedere un emendamento al decreto agostano, con il quale collocare in organico di diritto i 60-70 mila docenti che verranno assunti in più rispetto all’organico aggiuntivo”.Il riferimento è per i docenti che verranno nominati come supplenti in aggiunta all’organico canonico: si tratta, in media, di un insegnante in più per ognuno dei 42 mila plessi scolastici che si metterà a disposizione dei dirigenti scolastici per permettere loro di organizzare la didattica in presenza anche con classi sdoppiate, orari pomeridiani, in aule aggiuntive o per dare seguito a tutte le disposizioni previste da ogni singolo istituto nell’ambito della sua autonomia, spiega Anief in una nota.Il rischio è quello di creare docenti di “Serie B”, “che potrebbero perdere il lavoro in caso di ritorno anche breve dei contagi nella loro scuola senza la certezza di essere confermati sulla stessa scuola. Ma soprattutto gli alunni delle classi affidate dovrebbero accontentarsi di avere docenti molto temporanei, provvisori e ‘volatili’ che non potranno partecipare nemmeno alla programmazione d’inizio d’anno (le nomine decorreranno dal 14 settembre) e saranno esclusi dalle commissioni d’esame per le classi affidate (le nomine terminano l’ultimo giorno di lezione)”.Ma c’è un altro rischio legato ai docenti delle “cattedre Covid” che sottolinea il portale Tuttoscuola e che è stato ripreso da Anief: “ I dirigenti scolastici li nomineranno a decorrere dal 14 settembre; tuttavia molti di loro, prima di accettare la nomina, si avvarranno del diritto di scelta più vantaggiosa, come quella prevista per ricoprire un normale posto annuale o temporaneo fino al 30 giugno, in base alla posizione di graduatoria provinciale”.”In questo modo – conclude Tuttoscuola – molte nuove classi ottenute per sdoppiamento non potranno partire fino a quando non disporranno di questi docenti ‘volatili’ e provvisori”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Anief: “È record precari da assumere. Scoperte quasi due cattedre su tre”

    (Teleborsa) – “Nell’anno in cui più di 750mila docenti presentano la domanda per fare i supplenti e in alto numero devono fare i conti con errori di valutazione di titoli e servizi, mancano gli insegnanti nelle quattro graduatorie valide per assumere gli 85mila a tempo indeterminato autorizzati dal ministero dell’Economia. E il 14 settembre si inizierà l’anno scolastico, oramai è certo, con una quantità di precari mai così alta”. Questo l’allarme lanciato dall’Anief mentre si attende la pronuncia del Consiglio d’Europa sulle denunce presentate dal sindacato e della Commissione UE sulla procedura d’infrazione ancora attiva contro l’Italia per l’abuso dei contratti a termine, a seguito dalla mancata applicazione della direttiva 1999/70/CE del Consiglio dell’Ue sull’assorbimento automatico in ruolo per coloro che hanno svolto 36 mesi su posto vacante.”Per evitare sanzioni dall’Unione europea e ulteriori risarcimenti dai tribunali italiani, in attesa dei nuovi concorsi, con quello straordinario per 32mila posti che dovrebbe partire in autunno, – spiega il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico – bisogna correre ai ripari e assolutamente assumere dalle graduatorie dei supplenti dalle GPS, così come abbiamo chiesto in uno specifico emendamento al decreto agostano n. 104 al momento all’esame del Senato in vista della sua conversione in legge”.Sul fronte delle stabilizzazioni – rileva l’Anief – risultano quasi 50mila assunzioni in ruolo di docenti andate deserte a fronte di 85mila posti autorizzati dal Mef, anche al termine della innovativa Call veloce, “compromessa come più volte detto dal vincolo anticostituzionale di permanenza dei 5 anni”.Secondo gli ultimi dati saranno soltanto 6mila le assunzioni in più rispetto alle 24mila già assegnate dalle graduatorie di merito ordinarie, riservate e in coda alle stesse, ad esaurimento. Di conseguenza saranno più di 250mila i supplenti chiamati il prossimo anno, uno su cinque di quelli in pianta organica utile per l’ordinato avvio dell’anno scolastico. “L’incremento di supplentite – commenta il sindacato – è notevole, se si pensa che erano 190mila le supplenze assegnate l’anno scorso, al netto di 30mila nuovi pensionamenti. Di queste supplenze, circa 50mila dovrebbero far parte dell’organico anti-Covid voluto dal Governo per affrontare la pandemia, in risposta ai tagli di 300mila unità avvenuti negli ultimi dodici anni”.Pur apprezzando l’obiettivo raggiunto dalla ministra dell’Istruzione di invertire la tendenza con posti per le assunzioni e nuove cattedre dopo anni di tagli selvaggi, l’Anief sottolinea la necessità di alcuni passaggi fondamentali a determinare un’inversione di tendenza. “Dopo avere una volta per tutte cancellato le finte cattedre di fatto e quelle su sostegno in deroga ingabbiate per legge, – spiega il sindacato – le priorità sono quelle di assumere i precari con oltre 36 mesi, quindi anche da graduatoria d’istituto, pensando a un corso formativo, anche abilitante, nell’anno di prova, con verifica finale; portare a 200mila gli incrementi di organici, di cui 40mila Ata, e non licenziare i futuri assunti in caso di nuove chiusure degli istituti perché si tratterebbe di un clamoroso errore a danno di lavoratori già con diritti ingiustamente minori del personale di ruolo”. LEGGI TUTTO

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    Harvard non apre campus, prima volta in 384 anni

    (Teleborsa) – Per la prima volta in 384 anni di storia l’Università di Harvard non aprirà il suo campus per il semestre autunnale. Le porte per l’inizio dell’attività didattica avrebbero dovuto aprirsi il 2 settembre, ma a causa della pandemia tutte le attività didattiche sono state trasferite online.L’accesso ai dormitori è stato consentito solo agli studenti che non hanno la possibilità di apprendere altrimenti. Tuttavia non possono accedere agli altri edifici dell’Università che fa parte del circuito della prestigiosa Ivy League. In un contesto normale il 97% degli studenti che frequenta Harvard vive nel campus per tutta la durata degli studi. LEGGI TUTTO