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    Misurazione febbre a scuola, Piemonte vince primo round

    (Teleborsa) – Il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva d’urgenza, chiesta dai Ministri Azzolina e Speranza, della delibera con cui il Governatore Alberto Cirio impone alle scuole piemontesi di verificare la temperatura degli studenti all’inizio delle lezioni.Le scuole, dunque, continueranno a misurare la febbre agli studenti, in Piemonte, almeno fino al 14 ottobre, quando la causa sarà discussa in Camera di Consiglio.La decisione di respingere la sospensiva, secondo quanto si apprende, si basa sul fatto che l’ordinanza regionale non sovverte quanto stabilito dallo Stato, ma lo integra. Per i giudici amministrativi, sempre secondo quanto si apprende, il rischio sanitario era comunque tale da giustificare provvedimenti straordinari.”Sono felice, prima di tutto perché la scelta del Piemonte punta a garantire più sicurezza per i propri cittadini, introducendo un livello di controllo in più per tutelare la salute di bambini e ragazzi, del personale scolastico e dei nonni, che rappresentano non solo uno degli affetti più cari, ma anche un aiuto quotidiano prezioso per ogni famiglia italiana e che sono purtroppo tra i soggetti più vulnerabili di fronte alla pandemia – queste le prime parole di Alberto Cirio. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Pacifico: “Record di docenti precari, è ora di finirla”

    (Teleborsa) – “Quest’anno nella scuola si conferirà un numero di supplenze impressionante: oltre 250 mila, pari a tutti gli abitanti di Venezia o di Verona. Così non si può andare più avanti”. È quanto ha affermato oggi, in occasione del rientro a scuola di 5 milioni di alunni, il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico. Dopo avere inviato una lettera a tutto il personale scolastico e agli alunni, dalla sua pagina Facebook il sindacalista autonomo ha ricordato che l’attuale “è un anno scolastico che parte con il record di precariato: siamo convinti che questa battaglia debba essere combattuta con maggiore forza, perché la precarietà deve essere sconfitta. Dobbiamo tornare ad avere una percentuale di precari bassissima e solo per supplenze brevi e saltuarie”.Nell’attuale scenario l’Anief chiede che vengano assorbiti nei ruoli coloro che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio. Per Pacifico è, inoltre, fondamentale che “l’organico di diritto contempli tutti i posti vacanti e disponibili. In particolare, per quanto riguarda i posti di sostegno”. Su questo fronte – ha spiegato il presidente dell’Anief – “stiamo iniziando di nuovo la campagna Non un’ora di meno per tutte quelle ore di sostegno richieste per gli alunni dai dirigenti scolastici, ma non assegnate. E anche per tutti quei posti in deroga che devono essere convertiti in organico di diritto”.”Continueremo le nostre battaglie, – ha assicurato Pacifico – sia in Corte di Giustizia europea sia nei tribunali nazionali. Non per ultime quelli sui punteggi delle Gps, le Graduatorie provinciali per le supplenze, che in molti casi riteniamo profondamente sbagliati”.Sul fronte dei possibili rischi derivanti dal Covid, il presidente Anief ha detto che il suo sindacato “porterà avanti la massima sorveglianza possibile, per la sicurezza e la salute di tutti i lavoratori ma anche degli studenti. È importante riaprire la scuola, come è fondamentale mantenere quel distanziamento sociale, dentro e fuori le aule, necessario affinché questo lavoro da parte di più di un milione di insegnanti, educatori, amministrativi e dirigenti scolastici avvenga nella maggiore sicurezza possibile”.”Sarà un anno difficile, ma insieme ce la faremo. Se lo affronteremo uniti, cercando di ottenere il massimo per la scuola nella battaglia importantissima sulle somme da assegnare del Recovery Fund, – ha sottolineato Pacifico – poi potremo cominciare a discutere, sperando di essere sempre più forti grazie ad una maggiore rappresentatività, anche su come destinare queste risorse. Su cosa? Sul rinnovo dei contratti, sull’incremento delle classi e l’abbattimento quindi di quelle pollaio, la lotta contro il dimensionamento selvaggio, per il riconoscimento dei profili professionali, sia per il personale Ata sia per i docenti”. Lotta che – ha concluso il presidente dell’Anief – “continuerà, certamente, pure per la mobilità del personale che continua ad essere ingabbiato su province lontane o al quale viene negato il trasferimento o l’assegnazione provvisoria perché assunto da meno di cinque anni”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, 5,6 milioni studenti tornano in classe. Conte: “Siamo con voi”

    (Teleborsa) – Torna a suonare la campanella in dodici regioni più la provincia di Trento per 5,6 milioni di studenti (su 8,3 totali) che sancisce ufficialmente l’inizio dell’anno scolastico più difficile perché banco di prova per l’emergenza coronavirus.Lo ammette il Premier Giuseppe Conte che, senza giri di parole, ha riconosciuto che “ci saranno difficoltà, disagi, soprattutto all’inizio”. In una diretta Facebook, il Presidente del Consiglio ha ringraziato gli insegnanti: “avete fatto uno sforzo straordinario in questi mesi di lockdown continuando a fare lezione con la didattica a distanza, non era affatto facile eppure avete svolto un grandissimo lavoro e per questo vi siamo grati”. Poi un messaggio alle famiglie: “Ringrazio le mamme, i papà che hanno fatto molti sacrifici. Grazie anche ai dirigenti e tutto il personale della scuola: in questi mesi estivi non vi siete fermati un attimo, avete lavorato tantissimo per essere pronti per la riapertura. Saremo con tutti voi, saremo al vostro fianco e continueremo a esserlo nei prossimi giorni e mesi”.La cerimonia ufficiale di inaugurazione del nuovo anno si terrà a Vo’ Euganeo (Padova), uno dei luoghi simbolo della lotta alla pandemia, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e della Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.”La scuola è il posto più sicuro: ci sono operatori formati, il distanziamento, ci sono le mascherine, al momento ne sono state inviate 94 milioni. Si stanno distribuendo in tranche. Quale altro luogo fuori dalla scuola ha le stesse regole? Faccio appello perchè le stesse regole siano usate fuori dalla scuola”, ha detto Azzolina intervenuta a L’aria che tira su La 7 sottolineando che l’esecutivo ha lavorato senza sosta, anche nei mesi estivi, per “garantire la sicurezza in un anno di straordinarietà”. LEGGI TUTTO

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    Scuola verso la ripresa. Cisl: “Una su 4 non riaprirà”

    (Teleborsa) – “Una scuola su quattro presenta criticità per l’inizio dell’anno scolastico e non riaprirà regolarmente”. A lanciare l’allarme, in vista dell’avvio dell’anno scolastico il prossimo 14 settembre, è la segretaria della Cisl scuola, Maddalena Gissi sottolineando che si tratta di una “percentuale sottostimata”.”Le tante difficoltà organizzative e logistiche – spiega Gissi – costringeranno i dirigenti scolastici a definire orari a giorni alterni e frequenze parziali, e ricorrendo anche alla didattica a distanza. Non dimentichiamo che anche per la Dad è necessario avere docenti in cattedra che al momento non sono stati ancora nominati”. Ma per il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina “è tutto sotto controllo”. “Ci siamo preparati – afferma il Ministro – ad affrontare i problemi ad uno ad uno. Se ci saranno bambini positivi interverrà il dipartimento di prevenzione territoriale. Sono convinta che la scuola è il posto più sicuro di tutti in questo momento. La scuola inizierà il 14, è stato fatto un lavoro straordinario. Abbiamo sistemato spazi ed eseguito lavori di edilizia leggera. A fine giugno abbiamo dato linee guida precise”. Le incertezze – per Azzolina – derivano “più all’informazione distorta che viene data che non alle regole che noi abbiamo dato e che sono precise. Sono sicura – ha aggiunto – che le famiglie e il personale scolastico sanno esattamente cosa devono fare. È già successo qualche caso in Italia in cui si sia trovato in classe un bambino malato e la scuola è già ripartita da giorni. Ci sono protocolli e procedure precise da applicare”. In tale scenario sono ben viste dal ministro le iniziative regionali anche se orientate a una maggiore cautela. Azzolina ha, infatti, fatto sapere che il governo potrebbe “impugnare il decreto della Regione Piemonte” che impone alle scuole di verificare la temperatura degli studenti.A pochi giorni dalla ripresa delle lezioni in presenza anche i presidi fanno sentire la loro voce chiedendo precisazioni sulle regole per ilrientro in classe dopo assenze per malattia. “In materia sanitaria non interveniamo – dice il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli – ma chiedo che ci sia chiarezza: la riammissione a scuola, ad oggi, diversamente da come avveniva in passato, avviene senza certificati medici. Se uno studente si assenta e la scuola non sa il perché potrebbe avere anche il virus ma se nessun medico lo ha visitato saremmo di fronte a una riammissione non ottimale. Allora bisognerebbe reintrodurre un obbligo di certificazione al rientro”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, circa 13mila dipendenti positivi al test sierologico. Conte: non altera il progetto di rientro.

    (Teleborsa) – Circa 13mila dipendenti scolastici, circa il 2,6% dei 500mila che tra docenti e non ha svolto il test sierologico per il Covid-19 in vista della riapertura della scuola, sono risultati positivi. Non prenderanno servizio fino a quando il tampone non risulterà negativo.È quanto emerge dai dati dell’ufficio del Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri che nelle scorse settimane aveva avviato la distribuzione di 2 milioni di test agli istituti scolastici diffusi dal Tg1. Nel conteggio non si tiene conto dei 200mila tra docenti e non docenti del Lazio che ha deciso di operare in maniera autonoma.Alla data di ieri la regione più virtuosa era la Lombardia, con il 70% di test effettuati mentre all’ultimo posto c’era la Sardegna con solo il 5% del personale che si è sottoposto ai test.Entro il 24 settembre dall’Ufficio del commissario prevedono che la percentuale del personale testato possa salire al 60-70%.”Un elemento di criticità – così ha definito il dato il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte dal vertice Med-7 – ma non altera il progetto di ritorno a scuola: continuiamo a perseguirlo”. Conte ha garantito: “Abbiamo predisposto tutto per la massima sicurezza garantita ai ragazzi. Stiamo affinando tutto per le prossime ore, anche se alcune regioni partiranno più tardi”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Conte: nessun timore, per la scuola un nuovo inizio

    (Teleborsa) – Tutto confermato, la scuola ripartirà come previsto il 14 settembre. Non lascia spazio a dubbi il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che lo ha ribadito a più riprese nel corso della conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi che ha visto protagonisti anche i ministri Azzolina, De Micheli e Speranza in vista dell’apertura dell’anno scolastico”Le famiglie italiane non devono dubitare: abbiamo fatto il massimo per dare ai ragazzi il meglio e per regalare alla scuola un nuovo inizio”, ha detto il premier.Il Presidente del Consiglio rassicura sulle misure sanitarie che verranno prese in caso di infezioni in classe. “Potrà scattare – ha spiegato – nel peggiore dei casi una quarantena dell’intera classe: ci potranno essere difficoltà, ma invito a rispettare le regole e affrontare con fiducia questo anno. Quest’anno si torna a scuola, in presenza”.”Per la riapertura c’è un grande lavoro di squadra”, ha detto Giuseppe Conte che ha ringraziato i ministri Azzolina, Speranza, De Micheli, Boccia, oltre al commissario Arcuri, Borrelli “e tutti i rappresentanti di regioni e enti locali”.Conte è poi tornato sulle misure intraprese per organizzare la giornata a scuola: “Ci sarà un orario scaglionato per evitare assembramenti, questo lo decideranno i dirigenti scolastici, le scuole hanno già quantitivi sufficienti di gel e mascherine per affrontate i primi giorni. Abbiamo predisposto la consegna di 11 milioni di mascherine chirurgiche gratuite per studenti e personale”.”A scuola ci sono delle regole, delle misure sanitarie, ma anche adulti preparati. La scuola è il luogo meno rischioso”, ha assicurato la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina durante la conferenza.”Se a giugno gli studenti che sostanzialmente erano senza un’aula per via del metro di distanza erano 1 milione – ha spiegato la ministra – oggi sono 50mila”. La ministra ha comunque assicurato che la presenza a scuola sarà assicurata anche a loro – “andranno anche senza il metro di distanza ma mettendo la mascherina per questo inizio di anno scolastico” – e ha annunciato un ulteriore stanziamento di 100 milioni di euro “per prendere in affitto altri locali” oltre agli accordi con teatri, parrocchie o scuole paritarie.Il ministro della Salute Roberto Speranza ha ringraziato il personale del servizio sanitario nazionale “per quello che hanno fatto nei mesi passati e per quello che faranno ora in questa nuova fase di relazione con le scuole”, mentre la ministra dei Trasporti Paola De Micheli ha chiarito le nuove regole sui mezzi di trasporto pubblico: “per il trasporto locale abbiamo pensato ad un sistema di flussi complessi pensando anche a chi torna al lavoro. Ci sarà obbligo della mascherina chirurgica, il massimo del riempimento è all’80% e una riduzione dei posti in piedi. Dovranno esserci distributori di disinfettante e il personale dovrà verificare che la mascherina sia indossata”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Azzolina: “Recovery Fund essenziale per rilancio”

    (Teleborsa) – La scuola riparte in sicurezza grazie a “uno sforzo corale di cui il Paese deve essere orgoglioso”. Questo il messaggio lanciato dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina nell’informativa di oggi alla Camera. Riferendosi alle critiche giunte da più parti negli ultimi mesi riguardo alla gestione della didattica durante l’emergenza coronavirus Azzolina ha invitato a “più collaborazione, più proposte e meno scontro politico” in quanto “gli studenti, il personale della scuola, le famiglie non meritano di ascoltare slogan e frasi ad effetto che puntano alla pancia dell’elettorato, ma non lasciano poi nulla di concreto sul tavolo”. Il Ministro ha, inoltre, rivendicato la decisione di sospendere le attività didattiche in presenza con la quale – ha affermato Azzolina – “abbiamo salvato decine di migliaia di vite”.Centrale per il rilancio della scuola è il Recovery Fund. “Di scuola non si era mai parlato così tanto, anche in termini di possibilità, di opportunità. Dovremo ben impiegare le risorse del Recovery Fund che rappresenta un’occasione irripetibile per il progresso dell’Italia” ha affermato Azzolina auspicando un Piano pluriennale di investimenti sulla scuola, che parta dall’edilizia scolastica, fino a toccare temi quali la riduzione del numero degli alunni per classe, la formazione del personale scolastico e la lotta alla dispersione scolastica.In questa fase di emergenza sanitaria, per il Ministro, la ripresa della scuola non deve penalizzare “momenti assolutamente importanti per lo sviluppo del ruolo sociale, di valorizzazione e di crescita di ogni alunno” come “la refezione scolastica, la ricreazione e tutti i momenti di pausa dall’attività didattica”. Per tale ragione – ha spiegato Azzolina – “alle scuole è stata raccomandata la massima cura nel cercare e trovare apposite soluzioni, tutte quelle percorribili, pur di non sacrificare lo svolgimento di momenti di aggregazione così importanti nella crescita individuale. Ho letto – ha aggiunto – approssimazioni e dati senza una fonte certa che parlano di centinaia di migliaia di studenti che non avranno la mensa. Non è così. Saranno necessari adattamenti, ci saranno nuove regole, ma nessuno vuol togliere il tempo pieno ai bambini. Dove ci sono delle criticità i nostri Uffici Scolastici Regionali stanno intervenendo a supporto delle scuole. In raccordo con i Comuni che gestiscono il servizio mensa”.Per quanto riguarda l’attività sportiva, Azzolina ha ricordato che – come scritto nelle Linee guida per la ripartenza – “resta ferma la competenza degli Enti locali nella concessione delle palestre e di altri locali afferenti alle istituzioni scolastiche di competenza, al termine dell’orario scolastico, operate le opportune rilevazioni orarie e nel rispetto delle indicazioni recate dal Documento tecnico del Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute, purché, all’interno degli accordi con le associazioni concessionarie siano esplicitamente regolati gli obblighi di pulizia approfondita e igienizzazione, da condurre obbligatoriamente al termine delle attività medesime, non in carico al personale della scuola”.Sulla fornitura dei nuovi banchi monoposto, altro tema al centro delle polemiche, Azzolina rassicura. “Il Ministero dell’Istruzione – ha spiegato – ha agito con trasparenza e rigore. Abbiamo chiesto a tutti i dirigenti scolastici di fornirci con precisione dati certi rispetto al fabbisogno di arredi di ciascuna scuola. Non abbiamo imposto una sola tipologia di banco, come ho continuato a leggere da più parti, ma semplicemente lo Stato, per la prima volta, si è preso la responsabilità di sostenere le scuole aiutandole a rinnovare gli arredi. Gli istituti ci hanno chiesto 2,4 milioni di banchi. Oltre 750mila sono per la scuola primaria, dunque, necessariamente, banchi di tipo tradizionale, più adatti per i piccoli. Mentre 1,7 milioni sono stati i banchi richiesti per le secondarie di cui oltre uno su quattro di tipo innovativo. E noi glieli stiamo dando. La consegna è già cominciata il 28 di agosto e proseguirà nelle prossime settimane. Come comunicato dal Commissario straordinario per l’emergenza con la nota del 3 settembre 2020, la distribuzione dei banchi è stata avviata partendo da alcuni luoghi particolarmente colpiti nel corso della prima fase della pandemia, come Codogno, Alzano, Nembro, le città di Bergamo, Brescia, Piacenza e Treviso, e sta continuando sull’intero territorio nazionale in 17.863 plessi scolastici, per soddisfare l’intero fabbisogno richiesto entro la fine del mese di ottobre. Ogni scuola avrà gli arredi che ha richiesto”.Azzolina è, poi, intervenuta sulla questione degli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali. “Nel caso in cui, nelle scuole di secondo grado, sia attivata la DDI come metodologia complementare, per le alunne e gli alunni con disabilità – ha affermato – andrà privilegiata la didattica in presenza” ma, per quanto riguarda il sostegno, il Ministro ha ammesso le carenze del sistema, partire dal numero di specialisti, e la necessità di un piano strategico.Nell’ambito degli interventi previsti dal Decreto Rilancio, Azzolina ha annunciato la firma dei decreti di individuazione dei criteri di assegnazione delle risorse per le scuole non statali appartenenti al sistema nazionale di istruzione e formazione. “L’amministrazione ministeriale – ha sottolineato – ripartirà sollecitamente le risorse agli Uffici scolastici regionali, che con la stessa celerità provvederanno alla relativa distribuzione alle scuole”.Ripartenza della scuola non significa, tuttavia, rischio zero. “Il Coronavirus ci impone dei doveri. Non esiste il rischio zero. Lo sappiamo. Quindi – ha detto il Ministro – sarà necessaria la responsabilità di ciascuno, dentro e fuori il perimetro delle nostre scuole. Quelle regole civili, di protezione e di buon senso che le autorità sanitarie hanno indicato come strumenti per contenere la diffusione del virus devono essere rispettate da ognuno di noi. Non farlo significa mettere a rischio la scuola”. In tale scenario Azzolina ha lanciato la proposta “di incentivare, per il presente e per il futuro, un’alleanza stabile tra scuola e sanità” ipotizzando l’eventualità di possibili stop dell’attività in presenza in base all’andamento dei contagi da Covid-19. “Potranno verificarsi – ha detto alla Camera – di settimana in settimana, ipotesi di sospensione delle attività didattiche in presenza delle nostre classi. Non vanno creati allarmismi. Le nostre scuole hanno tutti gli strumenti per affrontare ogni criticità, grazie ai tanti strumenti messi in campo nei mesi scorsi. Dalla didattica digitale integrata, a tutti i dispositivi acquistati, fino alla formazione specifica. Abbiamo previsto anche specifiche misure per i genitori, in modo che, in tali casi, non debbano subire conseguenze negative sul lavoro”.”Con la ripresa delle attività didattiche, – ha concluso Azzolina – inizia una nuova fase della vita del nostro Paese. Una fase che va interpretata in modo differente dal passato e che non può che fondarsi sull’unità, sulla responsabilità, sulla solidarietà sociale. Non sottraiamoci ad una sfida così importante, ma percorriamola con convinzione e con visione”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Azzolina: test a campione su studenti. Per ripartenza stanziati 2,9 miliardi

    (Teleborsa) – Gli studenti verranno sottoposti a test a campione durante l’anno scolastico per ridurre al minimo il rischio infezioni in classe. Ad annunciarlo oggi è stata la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina nel corso della sua informativa al Senato.”Siamo consapevoli del fatto che il rischio zero non esista, anche a scuola. Proprio per questo sarà fondamentale il senso di responsabilità di ciascuno e il rispetto delle Linee guida e dei Protocolli emanati insieme alle competenti autorità sanitarie”, ha dichiarato la ministra.”Durante l’anno saranno fatti test a campione anche agli studenti, il rischio zero non esiste – ha ribadito Lucia Azzolina – proviamo a ridurlo il più possibile per avere la massima sicurezza. I test sierologici al personale scolastico ci sono, tanto personale li sta facendo”.La ministra Azzolina ha difeso l’operato del Governo e la mobilitazione di tutto il mondo della scuola affinché le lezioni potessero riprendere: “C’è stato il massimo sforzo da parte di tutti per il conseguimento di un risultato che riguarda il Paese intero. Il confronto è stato sempre serio, franco. Le opinioni sono state anche divergenti. Ma questo è il sale della democrazia”.Per la riapertura a settembre la ministra Azzolina ha informato che sono stati stanziati 2,9 miliardi – “una cifra non banale, nessun altro Paese europeo ha messo tante risorse sul capitolo ripartenza” – mentre se si guardano le risorse stanziate sull’Istruzione complessivamente da inizio anno la cifra sale a 7 miliardi.”Se consideriamo le risorse mobilitate da quando ho giurato come Ministra, a gennaio, parliamo di circa 7 miliardi che rappresentano, e credo che su questo davvero non si possa che essere tutti d’accordo, un segnale inequivocabile. La stagione dei tagli è stata archiviata. La Scuola torna al centro di investimenti. Puntiamo ad essere un Paese in cui l’Istruzione possa essere davvero motore di sviluppo, innovazione, ascensore sociale per i capaci e meritevoli, come sancito dall’articolo 34 della nostra Costituzione”.La ministra ha poi risposto alle accuse e alle critiche che hanno riguardato il suo lavoro e quello dell’esecutivo: “ho letto diverse corbellerie in queste settimane. Un dibattito quasi surreale sui banchi. Cifre date a caso, anche rispetto ai costi. Ho letto che il Governo sta sprecando denaro sulla scuola. Credo che ogni singolo euro speso per la scuola non sia perduto ma costituisca, invece, un investimento. Un investimento per il futuro dell’Italia”.Nel frattempo però dalla Lega è arrivata una mozione di sfiducia nei confronti della ministra dell’Istruzione. La risposta del M5S a difesa di Lucia Azzolina arriva attraverso una nota dei componenti del partito della commissione Istruzione al Senato che ha definito come “ennesimo autogol” l’iniziativa lanciata dai leghisti.”La mozione di sfiducia è il messaggio più chiaro e inequivocabile di quanto abbia collaborato al rientro a scuola: zero. Tanta propaganda sì, molte bugie anche, tutto sulla pelle degli studenti (e delle loro famiglie)”, si legge nel duro comunicato diffuso. LEGGI TUTTO