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    Transizione Ecologica e Digitale, al via il nuovo Liceo quadriennale promosso da Elis e Snam

    (Teleborsa) – Prende il via con il prossimo anno scolastico 2022/2023 il nuovo Liceo quadriennale per la Transizione Ecologica e Digitale. Un percorso formativo che coinvolge 27 scuole superiori in tutta Italia, quattro università e le aziende del Consorzio ELIS sotto la presidenza di Semestre dell’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà.Il nuovo Liceo per la Transizione Ecologica e Digitale (abbreviato in “Liceo T.E.D.”) – spiegano Snam ed Elis in una nota congiunta – punta a integrare in un unico programma didattico le conoscenze umanistiche e scientifiche del tradizionale liceo italiano con una maggiore attenzione alle materie STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics), dalle quali dipenderanno sempre più in futuro le professioni e la comprensione di fenomeni d’interesse globale come ambiente e sviluppo. Il Liceo si inserisce nel piano delle nuove classi quadriennali lanciato dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, in coerenza con gli obiettivi del “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” e in continuità con il piano “Rigenerazione Scuola”. Per presentare domanda d’iscrizione c’è tempo fino al 28 gennaio 2022, rivolgendosi a uno degli istituti scolastici che aderiscono alla sperimentazione.”La sostenibilità e la transizione ecologica e digitale sono temi centrali nella nuova scuola che stiamo costruendo per le nostre studentesse e i nostri studenti, così come è fondamentale il ruolo delle discipline STEM – ha dichiarato Bianchi –. Ringrazio tutti i protagonisti di questo progetto, a cominciare dalle scuole. Una sinergia che ha portato a conseguire un ottimo risultato per gli obiettivi e le sfide del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano Rigenerazione Scuola”.”La nascita del Liceo per la Transizione Ecologica e Digitale – ha affermato Alverà – è un contributo al futuro dei nostri giovani e allo sviluppo sostenibile del nostro Paese, in linea con gli obiettivi del PNRR sulla scuola. È il risultato di una proficua collaborazione tra le istituzioni e la nostra rete di scuole, imprese e università nell’interesse del sistema formativo italiano. Grazie a questo progetto, dal prossimo anno scolastico inizierà per tanti ragazzi in tutta Italia un nuovo percorso su temi chiave per la nostra società come la transizione ecologica e digitale, con nuovi metodi didattici, una virtuosa combinazione tra competenze umanistiche e scientifiche, un filo diretto con le aziende e nuove esperienze come i tirocini e i workshop in rete. Il nuovo Liceo avrà tra le sue priorità anche l’equilibrio di genere, con l’obiettivo di contrastare le disparità che ancora oggi esistono tra ragazze e ragazzi nello studio delle discipline STEM e nello sviluppo delle relative competenze, che saranno decisive per l’80% dei mestieri del futuro”.Centrale nella sperimentazione è anche lo sforzo di rinnovare il metodo d’insegnamento e offrire supporto agli stessi docenti, inserendo ogni singolo istituto scolastico in una rete di cooperazione tra scuole, università e aziende. Il Liceo potrà avvalersi in questo di ELIS, ente non profit che forma e avvia al lavoro ogni anno 2.500 giovani e che raccoglie intorno a sé un consorzio di oltre 100 tra grandi gruppi, aziende e università. “Il nostro impegno – ha spiegato Pietro Cum, amministratore delegato di ELIS – si concentra innanzitutto nell’alimentare una rete del sapere che offra allo studente conoscenze aggiornate con il supporto di centri di ricerca e imprese, e anche l’opportunità di verificarle sul campo attraverso tirocini e altri modelli di didattica esperienziale. Un altro aspetto per noi centrale sarà l’orientamento e la crescita dello studente come persona, stimolando un atteggiamento di curiosità verso il sapere ancora prima che l’acquisizione di conoscenze. Saranno alla fine proprio curiosità e creatività a permettergli di realizzare una strategia personale per affrontare gli studi universitari e la vita lavorativa”.Alla didattica in aula si aggiungeranno momenti di apprendimento come workshop settimanali con esperti su temi altamente specialistici, summer camp, tirocini in azienda e soggiorni all’estero per l’apprendimento delle lingue e la conoscenza di contesti globali. Le potenzialità della didattica digitale saranno sfruttate per collegare contemporaneamente tutte le aule degli istituti scolastici con docenti ed esperti di particolare rilievo. È questa una delle misure con cui i coordinatori della sperimentazione a livello nazionale si prefiggono anche di superare le differenze di qualità dell’insegnamento e di accesso alle fonti di apprendimento, che troppo spesso sono rilevate in diversi contesti territoriali del Paese.”Al centro c’è la sfida di vivere un nuovo modo di apprendere e insegnare, che favorisca le capacità cognitive, emotive e relazionali”, commenta Elena Ugolini, rettrice delle scuole Malpighi e tra i promotori del progetto. “Il rapporto stretto con gli atenei – sottolinea Salvatore Giuliano, dirigente scolastico dell’ISS Majorana di Brindisi e capofila della rete di scuole coinvolte nel progetto – permetterà anche alle scuole di svolgere meglio la propria funzione di orientamento e di trampolino di lancio ai successivi studi universitari”.Quattro le università coinvolte nella sperimentazione: Bocconi, Politecnico di Milano, Università di Roma Tor Vergata e l’Università degli Studi di Padova con lo spin-off Mind4Children. “Gruppi di docenti di scuola superiore e universitari, insieme ad esperti delle aziende – osserva Antonio Capone, preside della Scuola di Ingegneria del Politecnico di Milano – possono offrire un mix di competenze che coniugano i valori della tradizione scientifica e umanistica con una cultura delle tecnologie oggi imprescindibile. Le crisi che si sono susseguite nel nuovo millennio derivano da una scarsa capacità di fare formazione guardando alla realtà anche in base all’evoluzione tecnologica. La didattica in quattro anni rappresenta poi una sfida che è giusto cogliere. Ci allinea ai tempi della scuola nella maggior parte dei Paesi europei e permette agli studenti di entrare un anno prima in università. Un anno prima significa un grado in più di libertà per approfondire specifici interessi con esperienze all’estero più estese del classico Erasmus o esperienze in azienda e di studio extracurriculare che gli permetteranno di costruirsi un profilo scientifico e professionale più originale” LEGGI TUTTO

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    Scuola, Bianchi: oltre il 93% delle classi sono in presenza

    (Teleborsa) – La DAD non è opposizione alla presenza ma la capacità di integrazione attraverso le tecnologie che permettono di sviluppare una didattica partecipativa”. Lo ha detto il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, durante l’audizione in commissione Cultura alla Camera. “Ad oggi, alle 12 – ha affermato – il 93,4% delle classi è in presenza. Di questi il 13,1% con attività integrata per singoli studenti a distanza. Le classi totalmente a distanza sono il 6,6%”. “Lungi da me fare polemiche, però in questi giorni ho sentito proporre stime che non avevano basi numeriche”.Il riferimento è alle stime fornite dall’Associazione Nazionale Presidi, secondo la quale al momento ci sarebbero il 50% delle classi in Dad. “Su un totale di 7.362.181 studenti, gli alunni in presenza sono l’88,4%. Per l’infanzia gli alunni positivi o in quarantena sono il 9%. Per la primaria il 10,9% e per la secondaria il numero di studenti in Dad o in didattica integrata sono il 12,5%”. “Il personale sospeso per non essere in regola con il vaccino è dello 0,9%. Ciò dimostra l’alto grado di responsabilità dei nostri docenti”.”Abbiamo sempre dato priorità ad una scuola in presenza – afferma -, perché era un punto di riferimento per i ragazzi, per le famiglie e per la comunità nel suo insieme”. “La scuola – prosegue – è comunità. E vi può essere anche attività con strumenti digitali ma all’interno di un progetto didattico”. “In termini di vaccinazione abbiamo situazioni molto differenziate per diversi livelli. Un livello molto alto per i ragazzi tra i 12 e i 19 anni, con una copertura vicina all’85%. Più basso, ovviamente, per i ragazzi della primaria per via di aver avuto l’autorizzazione a procedere con le vaccinazioni il 25 di novembre. Ma se all’inizio della settimana scorsa eravamo al 12%, abbiamo poi chiuso al 25%, con un tasso molto alto di adesione alla vaccinazione”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, allarme Presidi: in 7 giorni 200mila classi in Dad

    (Teleborsa) – La scuola riparte in presenza, ma non si placano le polemiche. In particolare, da un lato i Presidi che avrebbero optato per un breve slittamento, dall’altro il Ministro dell’Istruzione Bianchi che ha difeso a spada tratta la ripartenza. “Le previsioni della rivista specializzata Tuttoscuola parlano di 200mila classi in Dad entro 7 giorni da oggi. Una previsione facile da fare guardando i contagi”. Lo ha detto il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, a Rainews24.”Quello che il governo non ha voluto fare lo farà la pandemia – ha continuato -. A mio avviso sarebbe stato preferibile rinviare l’apertura di 2-3 settimane per raggiungere gli obiettivi che al momento non sono raggiunti. Il governo ha compiuto una scelta legittima sulla quale io non sono d’accordo. Ma questo è normale un uno stato democratico”.Torna a difendere la scelta di ripartire, il Ministro Bianchi per il quale “aveva senso aprire subito la scuola. Non si può giustificare che tutto è aperto e l’unico spazio chiuso è la scuola, che è sicura. Sono rientrati la maggior parte degli studenti e dei professori. Stiamo monitorando attentamente la situazione e nel primo pomeriggio avremo i dati. Il dato evidente è che è ripresa la scuola”, ha detto a Rainews 24. “Per Bianchi, “la scelta di riportare tutti gli studenti in aula è motivata dall'”evidenza che il prolungato e diffuso uso di una distanza provoca problemi alla vita di una comunità”. C’è “un disposto sufficientemente flessibile che da una parte stabilisce il principio del ‘tutti a scuola’, dall’altro, laddove ci siano dei problemi, dà la possibilità di ricorrere alla distanza”, sottolinea Bianchi a Radio 1, nel giorno del ritorno in classe degli studenti. “Stiamo lavorando su una partecipazione collettiva, usciamo dalla logica del controllore: c’è un Paese che nel suo insieme si assume l’incarico di far tornare a scuola i ragazzi”.Capitolo Ffp2 “abbiamo fatto un intervento importante, il generale Figliuolo ha raggiunto un accordo con le farmacie per calmierare il prezzo a 0,75 euro. Le diamo inoltre gratuitamente già a tutti gli operatori, soprattutto della scuola dell’infanzia dove non ci sono protezioni per bambini. Però è un tema importante, ho capito che sta molto a cuore e lo porrò in evidenza al Consiglio dei ministri”, così Bianchi sulle mascherine che gli studenti dovranno indossare in classe in caso di autosorveglianza.Di “situazione preoccupante” parla il governatore Luca Zaia a Mattino 5 su Canale 5 sottolineando che “il 25-30% tra studenti e insegnanti sarà assente con defezioni dovute a malattia, quarantena o mancata vaccinazione”. “Draghi – ha aggiunto – si faccia dare un parere dal Comitato tecnico scientifico perché l’assembramento è inevitabile, da noi, almeno 800mila persone saranno confinate in aula per ore, con il rischio che, se ci saranno positivi, ci siano anche contagi”.Il Governo, intanto, ha impugnato l’ordinanza del Governatore della Campania, De Luca sul rinvio del ritorno in classe, LEGGI TUTTO

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    Scuola, scontro Governo-De Luca sul ritorno in presenza da lunedì

    (Teleborsa) – A pochi giorni dal rientro a scuola dopo le vacanze di Natale si riaccende lo scontro sulla didattica in presenza. Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha ribadito che la linea di Palazzo Chigi resta quello del ritorno tra i banchi di scuola lunedì, sottolineando che non c’è nessun ripensamento anche dopo l’appello di più di 1.500 presidi che hanno chiesto di posticipare di due settimane (restando in Dad) il rientro tra i banchi di lunedì, per permettere di vaccinare tutti gli alunni. “Siamo molto attenti a voci che ci arrivano dal Paese, ma anche dalle tante voci che ci dicono che la scuola debba restare in presenza”, ha detto Bianchi. “Abbiamo una situazione differenziata nel Paese e la si affronta differenziando. Abbiamo valorizzato l’autonomia dei dirigenti scolastici. Ma non si dica che vogliamo scaricare loro la responsabilità. Anzi, la responsabilità deve essere di tutti noi, non solo nella scuola”, ha aggiunto.Di tutt’altro avviso il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che ha annunciato che su tutto il territorio regionale lunedì resteranno chiuse le scuole medie ed elementari. “È irresponsabile aprire le scuole il 10 gennaio”, ha dichiarato in una diretta Facebook. “Non ci sono le condizioni minime di sicurezza”, ha aggiunto. Stando a quanto riporta Ansa, a questo punto il governo sembra quindi intenzionato a impugnare la decisione del presidente della Campania. Per l’impugnativa però è necessario un passaggio in Consiglio dei Ministri.Ad assicurare la sicurezza del rientro a scuola già da lunedì in giornata è stato anche il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. “È stata fatta un’attenta valutazione, con un lungo confronto, sono state prodotte linee guida che consentiranno la ripresa della scuola in sicurezza. È verosimile che questa variante Omicron che aumenterà ancora i casi rappresenti il canto del cigno della pandemia, credo che siamo alle battute finali. La pandemia si trasformerà presto in endemia”, ha affermato. “Sappiamo che a scuola i contagi possono avvenire con più facilità perché minore è la popolazione vaccinata, ma minori sono anche i danni – ha aggiunto – con mascherine, distanziamento e quarantena credo che la situazione sarà sotto controllo. E’ chiaro che ci sarà una maggiore circolazione del virus dopo la pausa natalizia, ma credo che con le regole che sono state messe la scuola sarà un posto sicuro. Sicuramente ci saranno quarantene e dad, ma si può ripartire in sicurezza con queste regole”.Di parere contrario il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta: “Non si può continuare con lo slogan ‘niente Dad, scuola sicura’ perché questo di fatto non è possibile in un momento di circolazione di un virus che raddoppia i casi ogni due giorni. È evidente che quello che stanno chiedendo i presidi, ovvero utilizzare queste due settimane per potenziare la vaccinazione, è ragionevole. Però due settimane di Dad senza nessun intervento di incremento delle coperture vaccinali in queste fasce d’età può lasciare il tempo che trova. È evidente che con questa circolazione virale sarà molto difficile mantenere le classi in presenza”. LEGGI TUTTO

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    Allarme presidi per rientro in presenza. La replica di Bianchi: “Nessun ripensamento”

    (Teleborsa) – “Nessun ripensamento sul ritorno a scuola in presenza”. Così il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha risposto alle sollecitazioni dei presidi, che chiedevano 2-3 settimane di Dad per mettere in piedi un programma di ripresa delle lezioni in presenza che garantisse anche la sicurezza di studenti lavoratori della scuola.L’appello era stato firmato da circa 1.500 presidi, che definivano la situazione “ingestibile” e chiedevano più tempo per finalizzare le vaccinazioni dei più giovani, partite nel periodo natalizio. Fra le altre proposte quella di garantire mascherine Ffp2 a tutti e programmare una massiccia campagna di testing.”Siamo molto attenti a voci che ci arrivano dal Paese, ma anche dalle tante voci che ci dicono che la scuola debba restare in presenza”, ha detto Bianchi, aggiungendo “abbiamo valorizzato l’autonomia dei dirigenti scolastici. Ma non si dica che vogliamo scaricare loro la responsabilità. Anzi, la responsabilità deve essere di tutti noi, non solo nella scuola”.Anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri è intervenuto sulla ripartenza delle scuole, assicurando la ripresa in sicurezza. “Sappiamo che a scuola i contagi possono avvenire con più facilità perché minore è la popolazione vaccinata – ha sottolineato – ma minori sono anche i danni e con mascherine, distanziamento e quarantena credo che la situazione sarà sotto controllo”.Preoccupato il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, secondo cui “non si può continuare con lo slogan ‘niente Dad, scuola sicura’, perché questo di fatto non è possibile in un momento di circolazione di un virus che raddoppia i casi ogni due giorni”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, sulla ripresa ancora tante incognite

    (Teleborsa) – A pochi giorni dalla ripresa dell’attività scolastica in presenza, fissata e ad oggi confermata per lunedì prossimo, 10 gennaio, continua ad essere la scuola uno dei temi più caldi per l’esecutivo, ancora in cerca di soluzione. Il picco dei contagi, in scia alla variante Omicron, minaccia infatti il calendario mentre aumenta il pressing di quanti chiedono uno slittamento. “Noi da sempre siamo per la scuola in presenza”. Lo ha detto il presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) Antonello Giannelli su La7 a “L’aria che tira” sottolineando che “se però si vuole mettere in atto un piano effettivo con degli obiettivi da raggiungere allora non sarebbe una cattiva idea prendersi due/tre settimane di DAD e però raggiungere gli obiettivi”. “Al primo posto va messo l’aumento della percentuale di alunni vaccinati”, ribadisce Giannelli. Quel che è certo, intanto, è che per garantire la presenza in sicurezza a scuola, come auspicato dallo stesso ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, sarà necessario rimettere mano ai protocolli sulla didattica a distanza, eliminando la distinzione tra vaccinati e non vaccinati e aumentando la soglia di casi positivi oltre la quale si finisce a casa.Sembra questa la linea che si appresta ad adottare il governo nel consiglio dei ministri, anche se resta ancora in piedi la proposta di alcune regioni – Campania in primis – di far slittare la riapertura delle scuole e contenere dunque l’ondata del virus.Dirimente, secondo i governatori, il parere del Comitato Tecnico Scientifico. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Regioni: “Sopra i 12 anni quarantena per tutti con 3 contagi in classe”

    (Teleborsa) – Soglie diverse rispetto al numero minimo di contagi, dalla materna alle superiori, per far scattare la quarantena e la didattica a distanza. E per evitare “discriminazioni” lo stop alla frequenza sarà esteso a tutta la classe.Alla scuola materna quarantena prevista con un solo alunno positivo al Covid. Alle elementari e in prima media, la quarantena e l’interruzione della frequenza si hanno se ci sono almeno due contagiati (nel caso di un solo positivo i contatti restano in classe in autosorveglianza con raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza tampone). Per gli studenti di età uguale o superiore ai 12 anni delle scuole secondarie di primo e secondo grado, la quarantena scatta con un minimo di 3 casi. Sotto questa soglia è prevista l’autosorveglianza per tutti e la raccomandazione di indossare la mascherina Ffp2, oltre a quella di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti da quelli familiari. Queste le indicazioni contenute nella bozza attualmente sul tavolo delle Regioni sulla base della quale i governatori avanzeranno la proposta al Governo. Nel documento si invita inoltre a “evitare la ripresa delle attività di educazione fisica, canto e utilizzo di strumenti a fiato; verificare la correttezza del consumo dei pasti in mensa; promuovere maggior utilizzo di FFP2; avere attenzione a garantire una corretta aerazione delle aule”. Nonostante la posizione di alcuni governatori, favorevoli a posticipare il ritorno sui banchi visto il trend dei contagi in salita, il governo non sembra arretrare e intende confermare la prevista data di riapertura in presenza. Si lavora dunque a nuove modalità per la gestione delle quarantene. Il tema, sempre oggi, è stato al centro di un incontro a Palazzo Chigi, durato poco più di un’ora, tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e i ministri Patrizio Bianchi e Roberto Speranza, insieme al commissario Francesco Paolo Figliuolo. Alla riunione, convocata per fare un punto sulla scuola in vista della rientro in classe, presente anche il sottosegretario Roberto Garofoli. LEGGI TUTTO

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    Covid, dal Governo nessun passo indietro sulla scuola: si rientra il 10 gennaio

    (Teleborsa) – Nonostante lo scatto in avanti di alcune Regioni, il Governo sembra orientato a confermare il rientro in classe per il 10 gennaio mentre si ragione sulla possibilità di modificare le regole per quel che riguarda le quarantene e la distinzione tra studenti vaccinati e non. Le Regioni, che proprio di questo parleranno domani durante la Conferenza, spingono per eliminare il distinguo e, nel contempo, aumentare la soglia di positivi superata la quale le classi finiscono in Dad.Su quest’ultimo punto l’idea è quella di rivedere la definizione di un numero minimo di contagi in classe, che permetta indistintamente a tutti gli alunni di andare in Dad. Al momento, su quest’ultimo aspetto l’ipotesi è di valutare tre o quattro contagi e, sotto questa cifra, prevedere l’autosorveglianza per tutti. L’Associazione Nazionale Presidi ha denunciato però “una serie di mancanze” in vista del rientro. “Era stato annunciato che sarebbero stati organizzati hub per fare tamponi agli studenti – ha affermato – ma a pochi giorni dalla riapertura non ne abbiamo contezza”. Il Consiglio dei Ministri di mercoledì dovrebbe sciogliere invece i dubbi relativi all’estensione del Super Green Pass suoi luoghi di lavoro. Diversi organi di stampa danno il provvedimento per certo anche se resta un tema piuttosto complesso in cui pesa l’opposizione dei sindacati. In ogni caso la misura non dovrebbe essere immediata: la sua introduzione infatti potrebbe essere prevista a febbraio. LEGGI TUTTO