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    Horizon 2020, dall'Ue 1,8 miliardi alle università italiane

    (Teleborsa) – Dal 2014 ad oggi sono quasi 1,8 miliardi di euro i contributi europei per progetti di ricerca e innovazione raccolti dalle università italiane. Si tratta di circa un terzo dei circa 5,6 miliardi di euro di contributi erogati nell’ambito del programma per la ricerca e l’innovazione europeo Horizon 2020 a imprese, organizzazioni di ricerca e soggetti pubblici italiani. A rilevarlo è un’analisi di ART-ER, condotta su dati dell’UE Open Data Portal del marzo 2022 e tradotta in un tool interattivo di facile utilizzo e con tutti i dettagli sui progetti e enti finanziati.Complessivamente, l’Italia è al quinto posto in Europa per numero di progetti (16.019) e contributo ricevuto (5,6 miliardi euro circa), alle spalle di Germania (19.333 progetti e oltre 10 miliardi di euro di contributo), Gran Bretagna, Francia e Spagna. Sono 87 le università italiane che hanno realizzato 3.631 progetti di ricerca e innovazione (4.609 le partecipazioni totali di più università ai medesimi progetti), assumendo il ruolo di leader nel 36% dei casi. Il Politecnico di Milano (432 partecipazioni e 188 milioni di euro), l’Università di Bologna (350 partecipazioni e 151 milioni di euro), il Politecnico di Torino (264 partecipazioni e 105 milioni di euro) e l’Università di Padova (276 partecipazioni e 103 milioni di euro) sono gli atenei che evidenziano la performance migliore a livello nazionale. Il 95% dei progetti finanziati da Horizon 2020 è stato realizzato da atenei statali, a cui è arrivato il 94% dei contributi erogati. Ma il dato nazionale restituisce anche un punto di vista ulteriore: uno squilibrio tra la capacità di accesso ai fondi da parte delle università più grandi rispetto a quelle di minori dimensioni. Le università nelle prime 10 posizioni in graduatoria raccolgono oltre il 50% del contributo totale ricevuto (967,4 milioni di euro). Se si tiene conto delle caratteristiche degli atenei (statali e non statali, suddivisi in categorie omogenee per dimensioni), la classifica restituisce un dato in linea con le aspettative. Sono i Politecnici e le Università “Mega” a posizionarsi nelle prime posizioni, intervallati da alcune eccezioni positive: si tratta dell’Università Ca’ Foscari di Venezia (181 progetti per 59 milioni di euro) e dell’Università di Trento (131 progetti per 55 milioni di euro), rispettivamente in nona e decima posizione. Inoltre, se l’Università Federico II di Napoli è il primo ateneo del Mezzogiorno (127 progetti per 51 milioni di euro), l’Università Commerciale Luigi Bocconi è la prima in graduatoria tra quelle non statali (56 progetti per 46 milioni di euro).Quanto al ranking degli atenei per i “Pillar” in cui è strutturato il Programma Horizon 2020, il Politecnico di Milano risulta primo per “Excellent Science” e “Industrial Leadership” (quest’ultimo prevalentemente dedicato alle imprese), mentre l’Università di Bologna è leader sul terzo pilastro “Societal Challenges”. Analizzando nel dettaglio i progetti, si nota che la formazione e mobilità dei ricercatori, finanziata dalla misura Marie Sklodowska Curie (MSCA), è quella con più partecipazioni finanziate: 1.332, pari al 29% del totale.A seguire con 417 partecipazioni finanziate, pari al 9% del totale, la misura relativa allo European Research Council (ERC), che sostiene ricercatori di eccellenza in attività di ricerca di frontiera, orientata a progressi fondamentali della conoscenza. Inoltre, Tecnologie dell’informazione e della Comunicazione (297 partecipazioni – 6,4%), Salute, cambiamento demografico e benessere (279 partecipazioni – 6,1%) e Sicurezza alimentare, marittima e bioeconomia (252 partecipazioni – 5,5%), chiudono la classifica dei primi 5 programmi con maggiori partecipazioni.Un’ulteriore lettura dei dati è quella dedicata ai temi di ricerca dei progetti finanziati. Dall’analisi dei 3.631 progetti totali che coinvolgono le università italiane, “Natural Sciences” è il macro ambito con più progetti (1.857), al cui interno spiccano quelli sulle scienze informatiche, in particolare data science e Intelligenza artificiale, le scienze biologiche e quelle fisiche. In seconda posizione “Engineering and Technology” con 1.290, è evidente la spinta alla progettazione che viene di temi connessi all’ambiente e alle tecnologie energetiche sostenibili. Seguono “Social Sciences” con 1.021 progetti, “Medical and health sciences” (746), “Humanities”(282) e “Agricultural sciences” (256).Terminato Horizon 2020, il sostegno all’eccellenza scientifica, alla ricerca collaborativa e a tutte le forme di innovazione è assicurato dal nuovo programma Horizon Europe che, con una dotazione di 95,5 miliardi di euro, prosegue nella missione di identificare grandi traguardi e contribuire a risolvere alcune delle più grandi sfide del nostro tempo. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Consiglio di Stato conferma diritto card docenti a supplenti precari

    (Teleborsa) – Deve esserci parità di diritti a scuola fra insegnanti a termine e di ruolo. Lo ha ribadito con una sentenza il Consiglio di Stato, confermando che i supplenti hanno gli stessi diritti dei colleghi di ruolo e che la card docenti da 500 euro spetta anche a agli insegnanti di religione. “Ogni disparità di trattamento giuridica ed economica tra personale di ruolo e precario deve essere rimossa: scatti di anzianità, ferie, salario accessorio, formazione pagata e permessi devono essere gli stessi”, ribadisce Marcello Pacifico, presidente del sindacato della scuola Anief.Anief ha invita i docenti ad aderire al ricorso, per recuperare fino a 2.500 euro di arretrati per la mancata erogazione della Card, ed ha organizzato un webinar dal titolo “Card Docenti, quali iniziative per recuperare il Bonus 500 euro”, mercoledì 22 marzo, alle ore 17. Saranno presenti come relatori: Marco Giordano, segretario generale Anief, e gli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Giovanni Rinaldi. LEGGI TUTTO

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    Periodi di supplenza sono utili a ricostruzione di carriera? A Firenze giudice dice sì

    (Teleborsa) – Solo l’amministrazione continua a negare la validità dei servizi svolti dai precari ai fini della carriera: i tribunali continuano ad accordare il riconoscimento delle progressioni economiche connesse all’anzianità di servizio maturate durante il periodo di precariato. Uno degli ultimi è stato quello di Firenze, che esaminando il ricorso di una docente, difeso dei legali dell’Anief, che rivendicava l’espletamento di tale diritto, nella sentenza ha condannato “il Ministero dell’Istruzione a pagare, in favore della ricorrente, la somma di euro 1.574,06” a seguito “dei motivi in diritto del ricorso e calcolate con il prospetto analitico allegato, oltre ad interessi legali, dalla data di maturazione dei singoli crediti al saldo ex art. 429 del c.p.c. ovvero a titolo di maggior danno ex art. 1224 del c.c.”.Per il giudice, infatti, non può essere negato “il diritto della ricorrente alla progressione stipendiale riconosciuta dalla contrattazione collettiva di comparto tempo per tempo applicabile al personale docente assunto a tempo indeterminato in relazione al servizio effettivamente prestato in forza dei contratti di lavoro subordinato a tempo determinato stipulati con il Ministero convenuto”. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, questa sentenza conferma che “la domanda relativa alla progressione professionale retributiva comprensiva di tutti i periodi di servizio svolti, compresi quelli da precari, non può essere ignorata. Invitiamo tutti coloro che hanno ancora dei dubbi a rivolgersi ai nostri consulenti, anche dopo verifica del tipo di risarcimento da rivendicare al giudice”.Per verificare l’entità delle somme a compensazione del servizio svolto da precario, ogni lavoratore può utilizzare il Calcolatore online gratuito messo a disposizione da Anief: verificato questo, ogni lavoratore della scuola, anche di ruolo ma con un passato da supplente, può decidere se presentare ricorso con il giovane sindacato per ottenere una ricostruzione di carriera integrale. LEGGI TUTTO

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    Sostegni Ter: Anief presenta emendamenti su soluzioni per i precari, fine del dimensionamento e organici

    (Teleborsa) – Precari da assumere in ruolo, attraverso l’utilizzo di tutte le fasce delle graduatorie, prevedendo per chi è in seconda e senza abilitazione dei corsi ad hoc di formazione e abilitanti all’insegnamento per poter esercitare la professione durante l’anno di prova. Ma anche la stabilizzazione degli insegnanti di religione cattolica, a favore dei quali è arrivata di recente anche una sentenza della Corte di Giustizia Europea per fermare una volta per tutte l’abuso in Italia dei contratti a termine: spazio quindi ad una graduatoria, un canale parallelo per poter reclutare più di 15mila insegnanti di religione cattolica. Queste alcune delle richieste presentate dal giovane sindacato Anief alla V Commissione del Senato in occasione del vaglio degli emendamenti al Sostegni ter. Tra le modifiche richieste dal sindacato vi è quella di riconoscere in pieno l’anno di prova neo-assunti 2021 da Gps, le assunzioni dei candidati risultati idonei ai concorsi e dei facenti funzione Dsga; l’attivazione dei passaggi professionali “verticali” per il personale ATA; la fine del “dimensionamento” imposto dalla Legge Gelmini tagli sedi e posti di lavoro, oltre che di tante ore di tempo scuola, delle compresenze e dei docenti specializzati; la conferma per tutto l’anno scolastico corrente dell’organico Covid, poi da collocare in quello di diritto; la valorizzazione del personale Ata, dimenticato da decenni; il rinnovo del CSPI entro fine primavera; l’assegno alimentare ai lavoratori sospesi e senza stipendio perché non vaccinati; il potenziamento del personale amministrativo, tecnico e ausiliario; la conferma in ruoli di tutti coloro che hanno firmato un contratto a tempo indeterminato con riserva; misure a sostegno, almeno fino al 2024, degli enti di ricerca non vigilati dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Tra le richieste di modifica del DL presentate dal sindacato risulta anche, ai fini del reclutamento dei dirigenti scolastici, l’ammissione dei ricorrenti avverso il bando di concorso 2011 e dei presidi incaricati a un nuovo corso intensivo per l’immissione nei ruoli di dirigente scolastico per sanare il contenzioso in corso giunto alla Corte Costituzionale.”Sono troppi i problemi da affrontare e risolvere per migliorare l’offerta formativa scolastica – ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché con il Covid19 il funzionamento delle scuole ha mostrato tutti i suoi limiti. L’emblema del mancato apporto di chi governa verso le esigenze delle Scuola è nella mancata considerazione della vittoria ottenuta da Anief a livello UE, con il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa e da quello dei Diritti Sociali che anno accolto una denuncia che obbliga lo Stato Italiano a risolvere il problema del precariato entro il 2022: la pronuncia è stata netta, ma sinora in Italia non si è fatto praticamente nulla. La scadenza però rimane. La verità è che non si può continuare ad abbandonare il personale, come pure i lavoratori degli enti di ricerca, ancora di più perché in questo modo si danneggiano anche gli studenti”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Bianchi: “Pronto a ragionare su riforma”

    (Teleborsa) – “Io sto ascoltando da tempo i ragazzi, ci sono state le elezioni e un milione e seicentomila ragazzi hanno votato per le Consulte, non sono stato incapace di ascoltare. Certo, i ragazzi sono milioni e hanno diversi modi di parlare e agire. Io ho dei tavoli di lavoro con i ragazzi delle Consulte; oggi uno ha terminato il suo lavoro. Ho già ascoltato alcune associazioni, domani sento il Forum. Ieri ci sono stati gli Stati generali, sono pronto a ragionare su una riforma più grande della scuola: con il Pnrr stiamo mettendo mano alla riforma delle scuole professionali e tecniche”. È quanto ha annunciato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi intervistato da Sky.”Ricordo – ha proseguito Bianchi – che l’Alternanza scuola lavoro non c’è più, oggi ci sono i Percorsi di orientamento e la formazione professionale fatta dalle Regioni finanziati dai fondi europei. È giusto affrontare tutti i temi della scuola, sono pronto a farlo. La sicurezza certamente deve essere di più ma bisogna distinguere tra formazione e orientamento: le due tragedie avvenute riguardano la formazione professionale, l’orientamento che viene fatto dalle scuole è invece un pezzo di scuola. Apriamo insieme il cantiere della scuola, ragioniamo insieme”.Infine riguardo alle polemiche sull’esame di maturità il ministro dell’Istruzione ha esortato gli studenti a avere fiducia. “Abbiamo accolto l’idea che fossero gli istituti a preparare la seconda prova: questo ritorno di fiducia reciproca studenti professori – ha sottolineato Bianchi – è fondante per affrontare la seconda prova. Ai ragazzi dico di avere fiducia negli insegnanti, insieme prepareranno questa prova, i ragazzi hanno bisogno di ritrovare fiducia in se stessi e nella scuola, si ritrovino con i loro insegnanti. Bisogna andare avanti”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, la protesta degli studenti: no a nuova maturità, alternanza scuola-lavoro e violenza della polizia

    (Teleborsa) – Studenti in corteo questa mattina per protestare contro il sistema dell’alternanza scuola-lavoro, gli scontri avvenuti con la polizia nelle piazze, e soprattutto contro la decisione del ministro Patrizio Bianchi di far riprendere gli esami scritti per la maturità. “Non è possibile questa modalità dopo due anni di pandemia. Il governo non sta investendo su di noi e sulla scuola. A questo diciamo no. La mobilitazione inizia oggi ma non ci fermeremo qui”, fanno sapere gli studenti.Studenti romani in corteo da Piramide fino alla sede del ministero dell’Istruzione. Previsti cortei e presidi poi in piazza Fontana a Milano, a Palermo, Genova, Bari, Firenze, Perugia, Verona, Padova, Varese, Lodi, Agrigento, Taranto, Venezia, Latina, Pisa, Modena e nel resto del Paese.”È impensabile tornare a questo tipo di esame dopo mesi di pandemia – spiegano i ragazzi – e anche adesso, seppure la scuola sia in presenza dall’inizio dell’anno, sappiamo che la situazione non è davvero così: ci sono moltissime classi in quarantena o che sono state più volte in quarantena e quindi in dad durante tutto l’anno. Queste direttive, arrivate solo ora dopo mesi di incertezza, sono l’ennesima dimostrazione di un Ministero che non ascolta gli studenti e che non prende in considerazione la grave situazione psicologica che stanno vivendo, ma pensa invece solamente a valutarli. Persino il Presidente della Repubblica, nel suo discorso di insediamento, ha sottolineato l’importanza dell’ascolto di noi studenti. Vogliamo risposte dal Ministro”. Le associazioni studentesche chiedono un esame che elimini gli scritti e inserisca una tesina. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Bianchi: Dad genera problemi ma è stata rilevante durante il lockdown, ok solo per tempi brevi

    (Teleborsa) – “Il prolungamento dell’attività a distanza genera problemi, ma immaginiamo cosa sarebbe stato se quest’ultima non ci fosse stata. All’inizio della pandemia c’è stato uno sbando proprio perché non c’era nessun collegamento con la scuola. In quella bufera è stato rilevante avere almeno un collegamento con la scuola, presente con strumenti inediti”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che ha partecipato ad un evento online dell’università Bocconi. “La scuola – ha aggiunto Bianchi – vuole essere caparbiamente in presenza: possono esserci esercizi di attività a distanza o integrata e surrogatoria, ma solo per tempi molto brevi”. “C’è un problema di nuova centralità della scuola – ha inoltre osservato il ministro – che però va costruita e non è così ovvio e scontato. Non tutti i problemi sono sorti con la Dad e la pandemia, non attribuiamo problemi che sono molto più radicati nella nostra storia”. “Il virus ha esasperato le disuguaglianze. Attraverso il PNRR stiamo facendo investimenti sulla scuola come mai successo prima”, ha assicurato. “Abbiamo mantenuto la posizione di mantenere aperta la scuola in una fase in cui il virus ancora circola, in cui c’è ancora bisogno di strumenti a distanza per gestire con tutela alcune situazioni”, ha ribadito il ministro Bianchi. LEGGI TUTTO

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    Scuola, l'appello delle Regioni: “Stop alla dad per i vaccinati”

    (Teleborsa) – “Basta caos nelle scuole: chi è vaccinato con tre dosi non deve andare in dad. Restino a casa solo i positivi e chi non è vaccinato”. Questo– fa sapere il presidente della Toscana, Eugenio Giani, al termine di una riunione con i governatori – l’appello che le Regioni lanciano al Governo.”I presidenti delle Regioni, di vario orientamento politico – spiega Giani – sono tutti compatti: serve un salto di qualità con un adeguamento delle misure Covid all’andamento della pandemia”.”Guardare al futuro e procedere rapidamente verso una normalizzazione della situazione che consenta una ripresa più ordinata e il rilancio del nostro Paese. Questi gli obiettivi – ha affermato Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni – che ci siamo posti oggi e che sono la base di una posizione che i Presidenti della Regioni hanno condiviso in modo unanime. Superare definitivamente il sistema a colori delle zone di rischio assieme all’esigenza che la sorveglianza sanitaria sia riservata ai soggetti sintomatici rappresentano i caposaldi di un documento che sarà inviato al Governo e che sarà una piattaforma imprescindibile per il futuro confronto fra l’Esecutivo e le Regioni”.Sul fronte della scuola la richiesta delle Regioni sembra essere in linea con le ipotesi sul tavolo del ministero dell’Istruzione. “Stiamo lavorando per rivedere le norme sulla quarantena. Molti ragazzi – ha dichiarato la sottosegretaria all’Istruzione del M5S Barbara Floridia su Radio Cusano Campus – si trovano a stare a lungo in quarantena pur essendo in salute: almeno per i più piccoli lavoriamo per ridurre i giorni, ma non è una scelta che possiamo fare solo come Ministero dell’Istruzione. Le quarantene si cercherà di snellirle: hanno creato difficoltà nelle scuole e la malattia si sta endemizzando e questo può farci abbassare quel livello di sicurezza che avevamo previsto. Nonostante le molte difficoltà le scuole hanno riaperto i battenti, come volevamo tutti e come il Paese ha bisogno che sia. Ora stiamo cercando, anche dando le Ffp2 alle scuole, di aiutare i presidi affinché, nonostante le difficoltà che conosciamo e riconosciamo, possiamo tenere questo presidio fondamentale, che è la scuola, aperto. Riaprire – ha sottolineato – è stata la scelta migliore. È vero che comunque molte classi sono andate in Dad, ma a priori decidere di tenere tutto chiuso avrebbe impedito a quei territori dove la situazione poteva essere più tranquilla o dove alcuni bambini avevano più necessità. Il sacrificio che tutti abbiamo fatto ne è valsa la pena. Non è stato a costo zero: molte classi sono andate in Dad, lo avevamo previsto, era inevitabile, ma l’idea di tenere aperto era fondamentale. Passati i giorni del picco, – ha annunciato Floridia – la scuola potrebbe nel giro di poche settimane tornare a uno stato di normalità. Per sopperire a queste settimane più difficili abbiamo fatto in modo che finalmente i tamponi per le scuole secondarie di I e II grado fossero non solo gratuiti, ma anche reperibili facilmente nelle farmacie, per decongestionare l’imbuto che si è creato nella procedura del T0 e del T5. Abbiamo messo in campo tutte le risorse possibili. Speriamo fortemente nella normalità al più presto”. LEGGI TUTTO