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    Coronavirus, record di contagi e vittime. Impennata delle terapie intensive

    (Teleborsa) – Nuovi record, purtroppo, sul fronte di contagi e vittime da coronavirus nelle ultime 24 ore nel nostro Paese . I nuovi positivi sono 21.994 a fronte di 174.398 tamponi. Preoccupa il numero delle vittime, sono 221 (ieri erano 141). Balzo anche dei pazienti in terapia intensiva: 127 in più da ieri. Questi i dati del Ministero della Salute, per un totale di 1.411 persone in rianimazione. Nei reparti ordinari ci sono ora 13.955 pazienti, con un incremento di 958. Gli attualmente positivi sono arrivati a 255.090, ben 18.406 più di ieri.Mini lockdown, che riguardino singole zone, sono “un’opzione da prendere in considerazione, quasi un automatismo”, ha detto il Direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, nella conferenza stampa organizzata dallo stesso ministero. “Quando la situazione sfugge di mano in una determinata area – questa può essere un’opzione”. D’altro canto, ha aggiunto, “abbiamo avuto zone rosse dai tempi di Codogno: quello era, per esempio, un lockdown geograficamente limitato”.Fare un tampone rapido dal medico di famiglia costerà 18 euro se eseguito nello studio del professionista. Se invece verrà somministrato in una struttura delle asl al medico saranno pagati 12 euro. L’accordo con i sindacati dei medici convocati oggi pomeriggio dalla Sisac (Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati) non è ancora stato firmato poiché alcuni punti sono in discussione ma la sigla dovrebbe arrivare in serata. Il testo, che confluisce nell’Accordo collettivo nazionale stralcio prevede l’obbligatorietà per tutti i medici di medicina generale di eseguire i test rapidi.Il virus continua a correre anche in Europa. Il presidente francese Emmanuel Macron, tornerà a rivolgersi alla Nazione domani, alle ore 20:00. Tra le misure allo studio per contrastare il coronavirus in Francia, che potrebbero essere annunciate dal presidente, c’è un lockdown a livello nazionale o un coprifuoco anticipato con confinamento nel fine settimana. LEGGI TUTTO

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    Milano e Napoli, osservate speciali: lockdown necessario?

    (Teleborsa) – “A Milano e Napoli uno può prendere il Covid entrando al bar, al ristorante, prendendo l’autobus. Stare a contatto stretto con un positivo è facilissimo perché il virus circola tantissimo. In queste aree il lockdown è necessario, in altre aree del Paese no”. Walter Ricciardi, consigliere del Ministro della Salute, torna a chiedere dei lockdown mirati nelle zone dove il virus circola di più, perché “ci sono delle aree del Paese dove la trasmissione è esponenziale e le ultime restrizioni adottate, che possono essere efficaci nel resto del territorio, in quelle zone non bastano a fermare il contagio”.”Non sono d’accordo adesso” su un lockdown a Milano. Così il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha replicato in diretta con lagiornalista Milena Gabanelli a Dataroom del Corriere della Sera a quanto detto da Ricciardi. Incalzato su una chiusura totale tra 15 giorni, Sala ha risposto che “non ho elementi per dirlo”.Sul tema di un possibile lockdown è tornato anche Guido Bertolini, responsabile del Coordinamento Covid-19 per i reparti dei pronto soccorso lombardi. Per Bertolini “arrivati a questo punto, con una curva di crescita esponenziale dei contagi, l’unica cosa che si può fare è chiudere tutto, un lockdown a livello nazionale. La situazione nei pronto soccorso è drammatica, non solo in Lombardia, ma ovunque a livello nazionale”.Resta, per ora, sul fronte opposto il Governatore Attilio Fontana: “Escludo che ci siano le condizioni per prevedere ipotesi di questo genere, anzi, tutti i nostri interventi vanno nella direzione di evitare ogni tipo di lockdown”. E’ quanto ha rimarcato a margine della presentazione della mostra sui 50 anni della Regione Lombardia organizzata in collaborazione con Ansa a Palazzo Pirelli. LEGGI TUTTO

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    Covid, cresce preoccupazione in Germania

    (Teleborsa) – Non si ferma, purtroppo, la marcia del coronavirus in Europa. Cresce la preoccupazione anche in Germania dove Angela Merkel non nasconde più la preoccupazione per gli sviluppi della pandemia e ha più… LEGGI TUTTO

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    Coronavirus: cresce ancora il numero di contagi, sono quasi mille le terapie intensive

    (Teleborsa) – Cresce ancora il numero di nuovi casi accertati di Covid-19 in Italia, mentre non si arresta la crescita del numero di vittime giornaliere. Lievita anche il numero dei posti in terapia intensiva occupati da malati Covid-19: sono 66 in più rispetto a ieri per 992 totali in tutto il Paese.Oggi il Ministero della Salute segnala 16.079 nuovi contagi (ieri 15.199), con il numero di tamponi effettuati che resta stabile intorno a quota 170mila (ieri 177mila). Il rapporto positivi/tamponi sale quindi a 9,43% (ieri 8,54%). Da inizio pandemia il numero complessivo casi di Covid-19 registrati in Italia è di 465.726.Sono 136 le vittime registrate oggi (ieri 127): da inizio pandemia i decessi per Covid-19 sono stati 36.968.La Lombardia si conferma di gran lunga la Regione con più casi (4.125), mentre le altre Regioni con più di mille casi giornalieri oggi sono cinque: Piemonte (1.550), Campania (1.541), Veneto (1.325), Lazio (1.251) e Toscana (1.145).I ricoveri con sintomi crescono di 637 unità per un totale di 9.694, invece in isolamento domiciliare oggi ci sono 158.616 persone (+13.157 rispetto a ieri). LEGGI TUTTO

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    Covid-19, da ENEA un dispositivo a basso costo per test rapidi sul respiro

    (Teleborsa) – Effettuare test rapidi, attendibili e a basso costo per diagnosticare l’infezione da virus responsabile del Covid. Con questo obiettivo Enea sta sviluppando un innovativo sensore che, soffiando in una cannuccia collegata a uno specifico dispositivo, permetterà di avere una risposta attendibile in 10/15 minuti. Il dispositivo si chiama Asdeco (Asymptomatic Detection Coronavirus), ha dimensioni paragonabili ad uno smartphone, è riutilizzabile, non ha bisogno di reagenti e permetterà di effettuare screening su un ampio numero di persone in ambienti come, ad esempio, scuole e aeroporti per individuare, in particolare, i casi asintomatici.”L’idea è nata dall’esigenza di avere a disposizione nuove tecnologie di diagnostica precoce e non invasiva – spiega Antonia Lai, ricercatrice del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia presso il Centro Ricerche Enea di Frascati –. Stiamo lavorando a pieno ritmo per realizzare entro pochi mesi il primo sensore. La sperimentazione sul campo partirà una volta conclusa la parte di laboratorio e sarà gestita da strutture sanitare e ospedali, con i quali stiamo avviando accordi di collaborazione”. Il sensore – spiega Enea – utilizzerà una tecnica ad alta sensibilità e selettività, attualmente impiegata in laboratori di analisi specializzati, che permetterà di individuare in tempo reale le proteine virali contenute nel respiro. “La presenza del virus SARS-Cov2 nel sensore – continua Lai – induce un cambiamento sulla luce riflessa, individuata attraverso algoritmi identificativi che permettono una risposta in tempi rapidi senza l’utilizzo di reagenti. Finora lo screening di massa su intere popolazioni ha dimostrato la sua efficacia nel rallentare l’epidemia, anche grazie all’individuazione degli asintomatici. Per questo è indispensabile lo sviluppo di nuovi strumenti diagnostici a basso costo che permettano il monitoraggio su vasta scala, essenziale per il contenimento della diffusione del virus”.Attualmente esistono diversi tipi di test diagnostici: il cosiddetto “gold standard”, vale a dire il tampone molecolare tradizionale, che ricerca il patrimonio genetico del patogeno su un campione prelevato dal tratto naso-faringeo (risultato in 24-48 ore); il test antigenico o tampone rapido che individua le componenti proteiche del virus su un campione naso-faringeo consentendo un risultato più rapido (circa 30 minuti), generalmente ritenuto valido per un primo screening, ma meno affidabile rispetto al tampone molecolare; il test sierologico o immunologico che rileva, con un prelievo di sangue, se si è entrati in contatto con il virus, ma non se è in atto un’infezione allo stato precoce; infine il test salivare, che però si presta difficilmente allo screening di massa in quanto richiede comunque un laboratorio attrezzato a supporto. “Il sensore Enea non punta a sostituire il test molecolare, ma ad affiancarlo come test diagnostico rapido su grandi numeri di popolazione. E, in prospettiva, – conclude la ricercatrice – sarà utilizzabile da personale non specializzato e potrà essere impiegato per rilevare la presenza altri agenti patogeni, cambiando semplicemente esca e marcatore”. LEGGI TUTTO