More stories

  • in

    Covid, Johnson: serve un radar pandemico globale

    (Teleborsa) – Il premier britannico Boris Johnson ha sottolineato la necessità di creare un “radar pandemico globale” con lo scopo di combattere la crisi attuale e di evitare quelle future. “È il momento di unirsi per sconfiggere la pandemia e prevenirne di nuove: nessuno è al sicuro finché non lo saremo tutti. Dobbiamo sfruttare la dichiarazione di Roma di per andare oltre, istituire una difesa collettiva contro le future minacce sanitarie, come abbiamo fatto contro quelle militari”, ha dichiarato in occasione del Global Health Summit in corso a Roma. “Dobbiamo rievocare lo spirito che ha forgiato la cooperazione globale dopo la II Guerra Mondiale: come presidente G7, abbiamo chiesto al Wellcome Trust di collaborare con i partner per una rete mondiale di centri di sorveglianza, una sorta di radar pandemico globale”, ha spiegato Johnson.Il premier ha assicurato che il Regno Unito farà la sua parte e si adopererà “per consolidare tutte le misure contenute nella dichiarazione di oggi al G7 di Carbis Bay il mese prossimo”. “È giunto il momento di abbandonare gli schemi del nazionalismo competitivo, l’approccio del ‘si salvi chi può’, e riaffermare invece il potere, il dovere, la necessità della cooperazione tra nazioni per la costruzione di una difesa collettiva contro il nemico comune, la malattia, e per la protezione di tutti i nostri popoli e le generazioni a venire”, ha aggiunto.Johnson ha fatto poi appello al ruolo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel sancire le misure che ciascun paese deve adottare per prevenire un Covid bis e ha dichiarato che le misure proposte dal Regno Unito nel piano in cinque punti possono essere “una buona base di partenza”. “Servono protocolli comuni di risposta in tempi di pandemia, come l’azzeramento dei dazi sul commercio di materiale medico essenziale – ha spiegato – Serve una rete globale di centri di ricerca zoonotica che sappiano identificare gli agenti patogeni pericolosi in grado di passare dagli animali all’uomo”. “Questi progressi – ha infine sottolineato Johnson – possono anche aiutare ad accelerare la produzione di vaccini, terapie e diagnosi, dai 300 giorni di questa pandemia a 100 giorni in futuro”. LEGGI TUTTO

  • in

    Global Health Summit, FMI propone maxi piano anti-pandemia

    (Teleborsa) – “Non ci può essere una fine della crisi economica senza una fine della crisi sanitaria. Mettere fine alla pandemia è un problema risolvibile ma richiede un’ulteriore azione globale coordinata”. Lo afferma il direttore generale del FMI, Kristalina Georgieva, proponendo un piano da 50 miliardi di dollari per mettere fine alla pandemia. “Il mondo non deve sperimentare il dolore di una altro balzo di casi di Covid. Con una forte azione globale ore e pochi finanziamenti rispetto ai benefici, possiamo uscire da questa crisi finanziaria”. Nel dettaglio, la proposta del Fmi prevede un ambizioso sforzo di vaccinare almeno il 40% della popolazione globale entro la fine di quest’anno e il 60% o più nella prima metà del 2022. La seconda parte della proposta riguarda l’assicurarsi contro i nuovi rischi al ribasso legati alle nuove varianti del Covid: “questo significa investire nella produzione di vaccini, rafforzare la sorveglianza e delineare piani di emergenza per gestire le mutazioni del virus o gli shock alle catene di approvvigionamento”, afferma Georgieva. La terza gamba della proposta del Fmi prevede la gestione del periodo ad interim in cui le forniture di vaccini sono limitate con i test, il tracciamento e misure di sanità pubbliche.”Come abbiamo già detto un’uscita più veloce dalla pandemia non solo salva vite ma potrebbe essere anche l’equivalente di un’iniezione da 9.000 miliardi di dollari nell’economia globale entro il 2025 grazie a una più rapida ripresa dell’attività economia”, spiega Georgieva. “Le economie avanzate, alle quali si chiede di contribuire maggiormente a questo sforzo, vedranno probabilmente i maggiori rendimenti sugli investimenti pubblici nella storia moderna, catturando il 40% dei guadagni del PIL e circa 1.000 miliardi di dollari in ulteriori entrate fiscali”, osserva ancora. Intanto, il presidente francese Macron ha annunciato 30 milioni al programma Covax mentre la casa farmaceutica Pfizer e la società tedesca BioNTech hanno annunciato che “forniranno due miliardi di dosi del nostro vaccino anti-Covid ai Paesi a basso e medio reddito nei prossimi 18 mesi”. Lo ha detto nel corso del Global Healt Summit di Roma il ceo di Pfizer Albert Bourla. “Prevediamo di fornire un altro miliardo di dosi a questi Paesi nel 2022”, ha aggiunto. “La nostra speranza è di velocizzare la nostra capacità di salvare sempre pià vite in tutto il mondo”.Moderna mette sul piatto 900 milioni dosi di vaccino anti Covid-19 per i Paesi a basso e medio reddito il prossimo anno sui tre miliardi che ha in programma di produrre e conta di ricevere a settembre l’approvazione delle autorità Ue per il suo richiamo specifico contro la variante sudafricana. Lo ha dichiarato l’AD della casa farmaceutica americana Stephane Bancel intervenendo al Global Health Summit del G20, al quale ha chiesto al libertà di esportazione sia per i materiali necessaria a produrre i vaccini sia per i prodotti finiti.Arriva anche l’appello del co-presidente della Bill and Melinda Gates Foundation, Bill Gates : “Dobbiamo garantire un accesso più equo ai vaccini – ha detto in collegamento con il vertice -. Oltre l’80% del primo miliardo di dosi è andato a persone nei paesi ricchi, solo lo 0,2% è andato a paesi a basso reddito. Se non chiudiamo questo immenso gap altre persone moriranno inutilmente”. I paesi ricchi possono contribuire con aiuti finanziari, ma non solo, ha aggiunto Gates: “hanno prenotato piu’ vaccini di quel che serve loro. Senza compromettere le campagne vaccinali interne, questi paesi possono contribuire agli sforzi globali per accelerare l’accesso globale ai vaccini condividendo le dosi in eccesso. Invito i paesi a essere coraggiosi e a condividere oltre un miliardo di dosi nel 2021 attraverso Gavi”, l’alleanza globale per i vaccini. “Spero che il vertice di oggi promuova lo sforzo globale per porre fine a questa pandemia nell’unico modo possibile, con equità” ha aggiunto Gates. LEGGI TUTTO

  • in

    Covid, Pfizer e Moderna avviano corsa al “vaccino baby”

    (Teleborsa) – Con l’avanzare, a livello globale, della campagna di vaccinazione le aziende farmaceutiche hanno iniziato la corsa per la messa a punto di “vaccini baby”, adatti all’immunizzazione dei giovanissimi a partire dai 6 mesi di età. Pfizer conta di ottenere l’approvazione degli enti regolatori entro l’inizio del 2022 e anche Moderna ha avviato i test.”Prevediamo che i risultati della sperimentazione del vaccino anti-Covid Pfizer-BioNTech nei bambini tra 6 mesi e 11 anni saranno disponibili nella seconda metà del 2021: se la sicurezza e immunogenicità saranno confermate, speriamo di ricevere l’autorizzazione per la vaccinazione di questi bambini più piccoli entro l’inizio del 2022″, ha reso noto Pfizer. L’azienda ha iniziato i test lo scorso marzo inoculando il proprio vaccino ai primi bambini sani in uno studio globale di fase 1/2/3 per valutarne ulteriormente sicurezza, tollerabilità e immunogenicità. Il protocollo prevede l’inoculazione di due dosi a circa 21 giorni di distanza in tre gruppi di età: bambini dai 5 agli 11 anni, dai 2 ai 5 anni e dai 6 mesi ai 2 anni. Intanto, il prossimo 28 maggio – come annunciato dal ministro della Salute Roberto Speranza – si prevede che l’Agenzia europea per i medicinali Ema rilasci l’autorizzazione al vaccino Pfizer per la fascia 12-15 anni. Per il momento solo questo vaccino è previsto a partire dall’età di 16 anni, gli altri dai 18. Moderna ha avviato la sperimentazione negli Stati Uniti arruolato 3000 ragazzi tra 12 e 17 anni di età. Un altro studio di fase 2-3 è stato avviato anche sui bambini più piccoli, tra 6 mesi e 11 anni, e l’azienda punta ad arruolare complessivamente 6.750 bambini sani in Usa e Canada a cui verranno date due dosi di vaccino a distanza di 28 giorni. “I vaccini contro Covid-19 – ha affermato l’immunologo Anthony Fauci, direttore dell’Istituto per le allergie e le malattie infettive degli Stati Uniti – potrebbero venire approvati per le persone di ogni età, inclusi i bambini più piccoli, al massimo all’inizio del 2022: è l’obiettivo finale e speriamo di avere vaccinato i bambini di ogni età al più tardi entro i primi tre mesi del prossimo anno”. LEGGI TUTTO

  • in

    Covid, in risalita contagi e vittime. OMS: “Non sicuro riprendere viaggi”

    (Teleborsa) – Tornano a crescere i contagi da Covid-19 in Italia e le vittime, con un tasso di positività che risale al 2,3% dall’1,9% di ieri. I nuovi casi nelle ultime ventiquattro ore sono risultati pari a 5.741 contro i 5.506 di ieri, le vittime sono aumentate a 164 da 149 a fronte di 251.037 tamponi effettuati.E’ quanto emerge dal consueto bollettino giornaliero del Ministero della Salute, secondo cui gli attualmente positivi sono inferiori a 300mila, in calo di 7.244 rispetto a ieri, mentre il numero dei guariti e dimessi si attesta a 3.753.965, con un incremento di 12.816 unità. Il totale delle vittime da inizio pandemia sale a 124.810 mentre quello dei contagi si porta a 4.178.261.Nelle ultime 24 ore si è registrato un calo delle terapie intensive (-99 a 1.544) e dei ricoveri nei reparti ordinari (-635 a 10.383).In Lombardia si registrano 1.003 nuovi contagi, in Campania 649, in Toscana 559 e nel Lazio 558. In Sardegna, Trentino e Friuli Venezia Giulia si riportano meno di una cinquantina di casi. Frattanto, l’OMS ha confermato che i vaccini attualmente in commercializzazione sono efficaci contro “tutte le varianti del virus”, inclusa quella che alimenta l’attuale ondata in India, ma “non è ancora sicuro riprendere i viaggi internazionali”. A precisarlo il direttore regionale dell’Oms per l’Europa, Hans Kluge, ammettendo che i progressi contro la pandemia di coronavirus rimangono “fragili”. LEGGI TUTTO

  • in

    Kolinpharma, prescrizioni mediche confermano crescita nel 1° trimestre

    (Teleborsa) – Kolinpharma, società operante nel settore nutraceutico e quotata su AIM Italia, ha annunciato i dati relativi all’andamento delle prescrizioni mediche del 1° trimestre 2021, un indicatore chiave dell’andamento del business. Nel periodo in questione si è registrata una ripresa delle prescrizioni mediche con una crescita significativa rispetto sia al primo trimestre 2020 che al primo trimestre 2019. Il numero di prescrizioni mediche nei primi tre mesi del 2021 è pari a 143.364, evidenziando un balzo del 22,6% in termini di volumi (116.919 nello stesso periodo del 2020) e del 25,6% in termini di valori rispetto al primo trimestre 2020. Anche nel confronto con il primo trimestre 2019, non influenzato dal Covid-19, la società evidenzia una crescita del 27,9% in termini di volumi (112.077 nel 1° trimestre 2019) e del 32,3% in termini di valori. Al 31 marzo 2021 il numero di Informatori Medico Scientifici (IMS) è pari a 87, anche questo dato in crescita rispetto ai 51 al 31/12/2020 e ai 71 al 31/03/2020.”Nonostante le misure restrittive per il contenimento della pandemia non siano cessate, siamo riusciti già nel primo trimestre di quest’anno ad accelerare sul trend crescente delle prescrizioni come nei periodi pre-Covid – ha commentato Rita Paola Petrelli, presidente di Kolinpharma – Cresciamo infatti non solo rispetto allo scorso anno, partito bene a gennaio e febbraio poi rallentato a marzo dal rigido lockdown, ma cresciamo anche rispetto al primo trimestre 2019″. LEGGI TUTTO

  • in

    Vaccini, produzione record nel 2021

    (Teleborsa) – “Oltre 11 miliardi nel mondo. E’ il numero previsto di dosi dei vaccini contro Covid-19 che saranno prodotti entro il 2021. Un numero impensabile per una malattia sconosciuta fino a poco più di un anno fa. Eppure – oggi – rappresenta un traguardo realistico da raggiungere”. Lo ha dichiarato il Presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi.”Se è stato possibile arrivare a questo punto – ha aggiunto – è grazie soprattutto al virtuoso processo di collaborazione e di partnership tra i vari attori della Sanità in Italia – a cominciare dal Ministro della Salute, Roberto Speranza – e a livello internazionale nella ricerca e nei processi regolatori. E anche grazie alla proprietà intellettuale. Senza la spinta agli investimenti garantita dai brevetti, oggi non potremmo beneficiare di questi strumenti, fondamentali per superare la crisi pandemica e ritornare a una vita normale. E la loro esistenza non ha impedito le necessarie collaborazioni tra imprese per aumentare al massimo la capacità produttiva, visto che sono quasi 300 le collaborazioni tra produttori a livello globale”.”Come è stato ricordato recentemente dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, la produzione di vaccini è molto complessa e non facilmente replicabile. La liberalizzazione dei brevetti non è quindi la soluzione. E oltretutto crea un disincentivo agli investimenti a danno delle cure. La strada da intraprendere, lo ha sottolineato il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, è quella di una crescente partnership per attrarre sempre nuovi investimenti, perseguire il trasferimento tecnologico e porre le basi di un Polo di ricerca per farmaci e vaccini pubblico-privato che consenta all’Italia e all’Europa di dare un contributo ancora più forte alla produzione di vaccini. Ora è il momento di fare un deciso scatto in avanti. E i 5 step per garantire maggiore equità (aumentare la condivisione delle dosi; ottimizzare la produzione; eliminare le barriere commerciali; sostenere la distribuzione nei Paesi a basso e medio reddito; sviluppare nuovi vaccini e terapie) suggeriti dalle Federazioni internazionali delle imprese biofarmaceutiche vanno in quella direzione. Siamo pronti a dare il nostro contributo e a fare la nostra parte al fianco di cittadini e Istituzioni.”(Foto: EPA/Biontech) LEGGI TUTTO

  • in

    Vaccini, von der Leyen: 200 milioni di vaccinati in Ue. Dombrovskis presenta la proposta per WTO

    (Teleborsa) – Le vaccinazioni all’interno dell’Unione europea hanno raggiunto quota 200milioni. Lo ha comunicato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen con un messaggio su Twitter. “Siamo sulla buona strada verso il nostro obiettivo: somministrare dosi sufficienti per immunizzare il 70% degli adulti nell’Unione europea entro luglio”. “La vaccinazione – ha aggiunto – ci aiuterà a sconfiggere la pandemia”.Un passo in avanti per la comunità europea che deve però essere protagonista anche della lotta alla pandemia in tutto il mondo. “Si sta arrivando ad una svolta nella lotta alla pandemia, ma nessuno è sicuro finché tutti non saranno sicuri. In questo momento cruciale, l’accesso universale ed equo ai vaccini e ai trattamenti deve essere la priorità numero uno della comunità globale”, ha dichiarato il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, intervenuto al Parlamento europeo. “Il modo più efficace per raggiungere questo obiettivo è chiaro: dobbiamo continuare a incrementare la produzione. Dobbiamo condividere i vaccini in modo più ampio e più veloce. E dobbiamo rendere i vaccini accessibili a prezzi abbordabili”, ha aggiunto. “L’Ue ha una rinnovata responsabilità – ha sottolineato Dombrovskis – come principale produttore ed esportatore di vaccini, per garantire l’accesso globale, soprattutto per i più vulnerabili. Il sistema commerciale globale basato su regole può e deve contribuire a questo obiettivo”. Dombrovskis ha poi illustrato la proposta che verrà presentata all’Organizzazione mondiale del commercio basata sull’agevolazione degli scambi e delle discipline sulle restrizioni all’esportazione, l’espansione della produzione, anche attraverso impegni da parte di produttori e sviluppatori di vaccini, e il chiarimento e facilitazione delle flessibilità dell’accordo Trips relativo alle licenze obbligatorie. “Siamo inoltre – ha aggiunto il vicepresidente esecutivo della Commissione europea – aperti all’esame di altre opzioni, purché contribuiscano all’obiettivo di espandere la produzione e facilitare un equo accesso ai vaccini e alle terapie. A tale riguardo, l’Ue è pronta a impegnarsi in modo costruttivo per esaminare in che misura le proposte relative a una rinuncia mirata e limitata nel tempo ai diritti di proprietà intellettuale contribuiscono a tali obiettivi”.(Foto: Lukasz Kobus – © Unione Europea) LEGGI TUTTO

  • in

    Covid, decreto Covid: il “green pass” vale 9 mesi, a partire dalla prima dose di vaccino

    (Teleborsa) – Il nuovo decreto Covid ha stabilito che la “certificazione verde Covid-19” ha validità di nove mesi dalla data del completamento del ciclo vaccinale. Il testo dispone inoltre che il “green pass” sia rilasciato “anche contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino” e che sia valido dal quindicesimo giorno dopo la somministrazione fino “alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale”.Va avanti nel frattempo la campagna vaccinale. Ieri il Commissario Straordinario per l’Emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, ha fatto visita ad alcuni hub in Toscana. “È facile farsi prendere dalla propaganda – ha dichiarato – ma se non mettiamo in sicurezza gli over 60 che hanno il 95% possibilità di finire in ospedale, o peggio ancora in terapia intensiva, o peggio ancora di morire, non ne usciamo”. “C’è stato un calo vertiginoso dei ricoveri e dei decessi dando priorità alle classi vulnerabili. Adesso abbiamo davanti 2-3 settimane in cui dobbiamo tenere la barra dritta”, ha sottolineato Figliuolo. “I target più importanti, di qualità cioè i vaccini ad anziani e fragili, sono quelli che hanno fatto sì che ieri, nella cabina di regia e nel conseguente Consiglio dei ministri, si siano prese decisioni importanti per il prosieguo della stagione e della vita di tutti noi, cioè verso le riaperture in maniera ordinata e sicura”, ha aggiunto.Quanto alle difficoltà che incontrerà la campagna di vaccinazione durante l’estate, Il Commissario straordinario ha garantito di restare a disposizione delle Regioni per l’individuazione delle soluzioni più idonee. “E’ bene che chi va in vacanza regoli le proprie vacanze in funzione dell’appuntamento vaccinale”, ha detto. “Oggi sappiamo che il vaccino Astrazeneca si può fare dalle 4 alle 12 settimane tra prima e seconda dose; con i vaccini a Rna ci sono 42 giorni. Ci sono studi recenti che dicono addirittura che dopo 90 giorni c’è il meglio della performance. Chiaramente ce lo dovranno dire gli scienziati, io dico solo quello che ho letto su questi studi”. Quello delle seconde vaccinazioni durante l’estate “potrebbe essere un non problema – ha però sottolineato Figliuolo – La soluzione c’è già. Basta essere molto aderenti a quelle che sono le necessità dei cittadini. Io credo che in un hub vaccinale come questo uno viene e chiede di spostare la seconda dose di una o di due settimane e ritengo che questa sia la soluzione migliore”. “Però – ha concluso – sono aperto a qualsiasi altra proposta che le Regioni vorranno farmi. Ovviamente a tutto c’è un limite: il pragmatismo, i piedi per terra. Se facciamo i voli pindarici e invenzioni, io non ci sto”. Intanto la struttura del Commissario Straordinario per l’Emergenza, ha reso noto che entro lunedì saranno consegnati alle Regioni e alle Province autonome circa 3 milioni di vaccini. Le dosi riguarderanno tutte le linee vaccinali: Pfizer, Vaxzevria, Moderna e Jannsen. LEGGI TUTTO