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    Johnson & Johnson, entrate da vaccino pari a 2,5 miliardi di dollari nel 2021

    (Teleborsa) – Johnson & Johnson prevede entrate pari a circa 2,5 miliardi di dollari dalla vendita del suo vaccino monodose contro la Covid-19 nel 2021. È quanto emerge dai dati del secondo trimestre pubblicati oggi. La società farmaceutica statunitense si aspetta vendite per l’intero anno di 91,3-92,1 miliardi di dollari dal resto del business, che salgono a 93,8-94,6 miliardi di dollari se si comprende il vaccino. L’incasso atteso per l’anno in corso dal vaccino per l’emergenza pandemica è quindi significativamente inferiore a quello di Pfizer (26 miliardi di dollari) e Moderna (19,2 miliardi di dollari).I ricavi del secondo trimestre dell’anno sono stati pari a 23,3 miliardi di dollari, in crescita del 27,1% rispetto allo stesso periodo del 2020 e superiori ai 22,2 miliardi di dollari attesi dagli analisti (secondo dati Refinitiv). L’utile per azione è stato di 2,35 dollari, in aumento del 72,8%, mentre l’utile per azione rettificato di 2,48 dollari, in crescita del 48,5%. Le previsioni del mercato erano per 2,27 dollari.”I nostri risultati del secondo trimestre mostrano il portafoglio diversificato di Johnson & Johnson, guidato da una forte crescita delle vendite e degli utili nelle nostre divisioni di dispositivi medici, Consumer Health e prodotti farmaceutici”, ha affermato Alex Gorsky, presidente e amministratore delegato. La società ha alzato la propria guidance per l’intero esercizio: nella stima di aprile prevedeva un utile per azione rettificato compreso tra 9,42 e 9,57 dollari (in crescita de 17,3-19,2%), mentre ora lo vede compreso tra 9,60 e 9,70 dollari (in aumento del 19,6-20,8%). LEGGI TUTTO

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    Olimpiadi, Muto: se i casi Covid aumenteranno ci sarà un nuovo vertice

    (Teleborsa) – Cancellare l’evento non è un opzione per il numero uno del Cio, Thomas Bach, ma Toshiro Muto, capo del Comitato organizzatore di Tokyo 2020 ha dichiarato che se la diffusione del virus dovesse proseguire ci sarà un nuovo vertice. “Abbiamo avuto un meeting a cinque l’altro giorno in cui è stato detto che continueremo a monitorare la situazione. A questo punto possiamo dire che se l’infezione si dovesse diffondere dovremmo consultarci, avremmo un altro vertice a cinque”. La risposta è arrivata in una conferenza stampa a tre giorni dalla cerimonia inaugurale, in cui gli è stato domandato se è ancora possibile la cancellazione dei Giochi a fronte di un incremento di contagi da Covid. “La cancellazione sarebbe stata facile, ma non è mai stata un’opzione per noi”, aveva dichiarato in precedenza Thomas Bach, perché “il Cio non abbandona mai gli atleti”. Nel frattempo in Giappone persiste lo stato d’emergenza che è stato prorogato fino a fine evento, con la possibilità di muoversi fuori dal circuito dei Giochi ridotta a zero per i primi 14 giorni e un meccanismo di ingresso nel Paese che tuttavia con il passare dei giorni diventa sempre più rodato. La situazione sanitaria continua a peggiorare nel Paese, dove si teme che la variante Delta possa atterrare con i voli in arrivo a Tokyo per la competizione. Gran parte della popolazione giapponese resta infatti contraria per la paura di nuove impennate di positività durante le Olimpiadi.Ad oggi sono 67 i contagi da Covid-19 fra gli accreditati. “Non possiamo prevedere come evolverà il numero dei contagi. Se ci sarà un picco di casi, continueremo a confrontarci – ha dichiarato Toshiro Muto – a questo punto, i casi possono aumentare o diminuire, noi rifletteremo sul da farsi quando la situazione si presenterà”. LEGGI TUTTO

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    Viaggi all'estero, Farnesina: rischio sanitario e di costi aggiuntivi

    (Teleborsa) – “Qualsiasi spostamento, in questo periodo, può comportare un rischio sanitario: in molte isole greche, inclusa Corfù, la presenza di stranieri risultati positivi è significativa e sta comportando rallentamenti e difficoltà alle autorità sanitarie locali nel reperire alloggi adeguati nei Covid-hotel”. È quanto ha scritto l’Unità di crisi della Farnesina a una società che ha organizzato un viaggio in Grecia, con partenza il 23 luglio, di 400 ragazzi italiani. In queste settimane sono stati diversi i casi di viaggi organizzati all’estero che hanno costretto ragazzi e ragazze minorenni a rimanere, senza che le autorità italiane potessero fare qualcosa, in strutture adibite alla quarante in Paesi esteri.Nella comunicazione – secondo quanto riporta l’ANSA – si invitano gli organizzatori a informare “anche i familiari dei ragazzi” dei rischi e “dei possibili costi aggiuntivi” legati a questi viaggi. Nel caso in cui il test molecolare o antigenico per l’ingresso in Italia dia risultato positivo non è possibile viaggiare con mezzi commerciali e si è soggetti alle procedure di quarantena e contenimento previste dal Paese in cui ci si trova.Soltanto pochi giorni fa la Farnesina aveva raccomandato “di pianificare con massima attenzione ogni aspetto del viaggio, contemplando anche la possibilità di dover trascorrere un periodo aggiuntivo all’estero, nonché di dotarsi di un’assicurazione sanitaria che copra anche i rischi connessi a Covid-19”.La richiesta di tamponi all’ingresso – nonostante il green pass che attesti un ciclo di vaccinazione commpleto – da parte di diversi Paesi europei sta scoraggiando gli italiani a partire per l’estero. Secondo Fiavet, la Federazione italiana associazioni imprese viaggio e turismo, nell’ultima settimana si è registrato un calo del 50% delle richieste di prenotazione sia per l’estero che per l’Italia. Oltretutto, gli italiani che avevano deciso di fare le vacanze oltreconfine erano già pochi: sempre secondo i dati della Federazione, il 15% delle prenotazioni. LEGGI TUTTO

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    Covid, in zona gialla con il 5% delle terapie intensiva e il 10% dei reparti ordinari occupati

    (Teleborsa) – Governo e Regioni sono a lavoro per individuare i nuovi parametri del monitoraggio con il quale attribuire le fasce di colore alle Regioni. In particolare, secondo le ultime ipotesi emerse, si dovrebbe entrare in zona gialla se l’occupazione delle terapie intensive sarà superiore al 5% dei posti letto a disposizione e se quella dei reparti ordinari supererà il 10%. Sarebbe questa, secondo quanto si apprende da diverse fonti di governo e delle regioni, l’ipotesi alla quale si sta lavorando per rivedere i parametri del monitoraggio con il quale vengono attribuite le fasce di colore alle regioni.Sono 2.072 i casi Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Italia con 89.089 i tamponi molecolari e antigenici (ieri erano stati 165.269). Sale leggermente il rapporto positivi/tamponi a 2,3% (in aumento rispetto all’1,9% di ieri). Sono 7 i decessi registrati oggi, che porta il conteggio totale a 127.874 morti da inizio pandemia. Tornano a salire sia il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva (oggi sono 6 in più, 162 totali), sia quello degli ospedalizzati con sintomi, 52 in più rispetto a ieri (sono 1.188 in totale). LEGGI TUTTO

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    Scuola, Bianchi: obbligo di vaccinazione per gli insegnanti in CdM questa settimana

    (Teleborsa) – Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha dichiarato che la decisione in merito all’obbligo vaccinale per gli insegnanti sarà presa dal Consiglio dei Ministri in settimana. “Stiamo lavorando, abbiamo più di un miliardo già investito per la sicurezza: per le persone e per i trasporti, quindi siamo pronti. In merito alle mascherine, il CTS ci ha detto che dovranno restare in atto tutte le precauzioni sanitarie possibili. Per il resto, il Governo si riunirà per tutte le altre misure. Noi ci troveremo questa settimana col Consiglio dei ministri e la decisione sull’obbligo vaccinale o meno per gli insegnanti andrà presa dall’intero collegio”, ha spiegato in occasione dell’inaugurazione LEF, centro di eccellenza per la formazione esperienziale nel campo della trasformazione digitale.Nel frattempo, secondo i dati forniti dal Generale Figliuolo al ministro, la doppia dose di vaccino è stata somministrata al 75% degli insegnanti mentre la quota dei vaccinati sale all’84% se si considerano anche quelli che hanno ricevuto solo la prima: “c’è stata una risposta molto responsabile e ne terremo conto”, ha affermato Bianchi.”Per quanto riguarda cattedre e supplenze, siamo molto avanti – ha aggiunto – con gli interventi che abbiamo fatto come Governo e che sono poi passati in Parlamento, che si chiudono il 24, abbiamo praticamente coperto i posti vacanti con concorsi straordinari, con la chiamata dei concorsi pregressi, con gli interventi previsti per immettere nel concorso dell’anno prossimo tutti i posti vacanti disponibili; abbiamo anticipato più di 40 giorni per le supplenze residue, quindi tutto quello che doveva essere fatto è stato fatto. Su questo mi sento sicuro”.Il ministro ha anche ribadito che la didattica in presenza resta una priorità assoluta. “Dobbiamo guardare con fiducia alla ripartenza delle scuole – ha spiegato Bianchi – stiamo lavorando moltissimo su questo, e abbiamo da tempo messo la scuola in presenza come la nostra priorità assoluta. Lo abbiamo detto dall’inizio, quando durante l’ultima ondata abbiamo voluto che i bambini rimanessero a scuola e facessero gli esami in presenza. Anche l’apporto della scuola in estate, grande successo, ha consentito di recuperare moltissime attività perdute. Lavoriamo giorno e notte per riaprire in presenza”. LEGGI TUTTO

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    Covid, in Italia oltre 27 milioni di immunizzati. Ue punta a raggiungere 70% vaccinati entro fine luglio

    (Teleborsa) – In Italia la campagna vaccinale prosegue a ritmo serrato. Attualmente sono 27.120.766 gli italiani completamente vaccinati, pari al 50,21% della popolazione over 12. In totale – stando ai dati forniti dal Governo – sono 61.543.227 le dosi somministrate, pari al 92,9% di quelle attualmente a disposizione delle regioni. La scorsa settimana sono state somministrate complessivamente oltre 3,8 milioni di dosi ma, scorporando i dati, la somministrazione delle prime dosi continua ad essere inferiore alle 100mila al giorno (per un totale di oltre 580 mila effettuate complessivamente nella settimana passata). Numeri in linea con gli obiettivi europei. “Giorni fa abbiamo raggiunto il 50% della popolazione europea adulta vaccinata. Ed è già stato consegnato un numero sufficiente di dosi per raggiungere il target del 70% a fine luglio – fa sapere la Commissione europea –. I vaccini continueranno ad arrivare a luglio. Ma per raggiungere l’obiettivo occorre che gli Stati continuino a somministrare velocemente le dosi appena arrivano».Nel frattempo proseguono gli appelli alla vaccinazione per persuadere “no vax” e indecisi. “C’è una minoranza rumorosa di no vax, ma c’è anche una quota di persone, che ha un elevato grado di scolarizzazione, che si è incancrenita nell’andare a pensare il peggio riguardo alla vaccinazione – afferma Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e membro del Cts della Lombardia –. Si sono convinti che la malattia è banale, cosa non vera, ma soprattutto pensano che queste vaccinazioni siano sperimentali ed alterino il genoma, oltre ad avere effetti sulla fertilità dei giovani. È un approccio assurdo e incredibile, è come se a fronte di un nuovo farmaco anti tumorale, il soggetto che ne ha bisogno dicesse: aspetto un paio d’anni per capire cosa succederà. C’è ormai evidenza della differenza tra i Paesi che hanno vaccinato in massa e quelli che non l’hanno fatto come la Russia. Noi siamo messi abbastanza bene per ora perché siamo stati gli ultimi a riaprire dal lockdown, spero che ci possa essere più attenzione sul tracciamento anche se è destino che un colpo di coda questo virus ce lo darà ancora”. LEGGI TUTTO

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    Sardegna, Solinas: a lavoro per ripristinare i controlli anti Covid negli scali

    (Teleborsa) – La Regione Sardegna sta lavorando a un’ordinanza per riportare i controlli anti Covid negli scali dell’Isola. “Ripristiniamo un’intensificazione dei controlli rispetto agli arrivi dai Paesi che, in questo momento, hanno il più alto tasso di incidenza di casi dovuti alla variante Delta”, ha dichiarato il presidente Christian Solinas nel fine settimana. “Purtroppo – ha aggiunto – ancora una volta la Sardegna dovrà provvedere da sé. Questi controlli si sarebbero dovuti svolgere alla fonte, cioè agli imbarchi prima della partenza. Avevamo chiesto allo Stato e all’Europa semplicemente di richiedere un controllo del Green pass e della condizione di negatività insieme al biglietto di viaggio. Invece ci ritroviamo, purtroppo, a dover intervenire direttamente”.“Attualmente la situazione è sotto controllo – ha precisato il Presidente in merito al quadro generale –, fortunatamente le ospedalizzazioni sono basse”. Christian Solinas ha espresso soddisfazione per gli effetti della campagna di vaccinazione che andrà avanti: “le positività non sono proporzionali alle ospedalizzazioni, il che significa che il dato rilevante non può più essere solo quello della rilevazione di un caso, ma bisogna anche capire quale sia poi il decorso e la sintomatologia di questa positività”. Quanto all’impatto sulla stagione in corso il Presidente ha precisato: “quello turistico è un settore trainante sul quale la Regione ha scommesso molto. La stagione sta dando numeri confortanti. Stiamo lavorando tutti perché ci sia un governo ottimale dell’epidemia per dare garanzie all’economia in generale”.“Sul Green pass, noi abbiamo detto, in tempi non sospetti, che il tema vero è il controllo della circolazione virale che cammina sulle gambe degli uomini. Quindi se la Sardegna raggiunge, così come già accaduto, una neutralità di fondo rispetto ai contagi, l’utilità è che si eviti l’arrivo di persone che possano portare una nuova circolazione. Da qui la necessità di utilizzarlo prima degli imbarchi, così facendo non ci sarebbe bisogno di pensare a una sua applicazione per l’ingresso nei bar, ristoranti o altri locali”, ha concluso il Presidente. LEGGI TUTTO

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    Covid, ISS-Ministero della Salute: sale l'incidenza dei contagi, in Sardegna, Sicilia e Veneto la più alta

    (Teleborsa) – Secondo i dati contenuti nella scheda sugli indicatori decisionali che accompagnano il monitoraggio settimanale ISS-Ministero della Salute, Sicilia, Sardegna e Veneto sono le tre Regioni con l’incidenza più alta di contagi da Covid-19 nel periodo di riferimento relativo alla settimana 9-15 luglio aggiornato al 15 luglio. Le tre Regioni sono seguite da Campania e Lazio che hanno un’incidenza pari rispettivamente a 21,7 e 24. Toscana, Sicilia e Liguria hanno riportato invece i dati più elevati relativamente all’occupazione delle terapie intensive con 3,4%, 3,1%, 2,8%. Per quanto riguarda l’occupazione in area medica riportano i dati più alti Calabria, Campania e Sicilia con, rispettivamente, 5,5%, 5,1% e 4,6%. Secondo quanto indicato dal Corriere della Sera, lunedì 19 luglio nessuna regione cambierà colore, ma a partire dal 26 luglio alcune Regioni potrebbero rientrare in zona gialla anche se il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha sottolineato che i criteri con cui si deciderà se reinserire o meno le restrizioni saranno cambiati dando più peso alla situazione ospedaliera rispetto a quella dei contagi.Nel frattempo, sono 2.898 i casi Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Italia (ieri erano stati 2.455) con 205.602 i tamponi molecolari e antigenici (ieri 190.922). Il rapporto positivi/tamponi si attesta all’1,4%% (ieri 1,3%). Sono 11 invece i decessi registrati oggi, che porta il conteggio totale a 127.851 morti da inizio pandemia. Secondo giorno con il segno più per i ricoveri in terapia intensiva (oggi sono 8 in più, 161 totali), mentre resta stabile quello degli ospedalizzati con sintomi, 1 in meno rispetto a ieri (sono 1.088 in totale). LEGGI TUTTO