More stories

  • in

    Origine Covid, Cina esaminerà 200mila campioni sangue del 2019

    (Teleborsa) – La Cina sarebbe pronta a testare decine di migliaia di campioni di sangue prelevati a Wuhan nel 2019 nell’ambito dell’indagine sulle origini del Covid-19. E’ quanto anticipa la CNN in esclusiva – che cita un funzionario cinese – spiegando anche come la decisione di Pechino sia la risposta alle sempre maggiori richieste di trasparenza sull’origine del virus. Sarebbero circa 200.000 i campioni (tra cui quelli degli ultimi mesi del 2019) nell’archivio del Wuhan Blood Center, individuato nei mesi scorsi dal gruppo di ricercatori dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come possibile risorsa chiave dalla quale potrebbero arrivare informazioni utili a capire quando e dove il virus è passato per la prima volta nell’uomo. LEGGI TUTTO

  • in

    CureVac interrompe sviluppo del candidato vaccino Covid di prima generazione

    (Teleborsa) – La società di biofarmaceutica tedesca CureVac ha deciso di interrompere lo sviluppo del suo candidato al vaccino contro il Covid-19 di prima generazione CVnCoV (per il quale era in corso un processo di approvazione con l’EMA) e di concentrarsi sullo sviluppo della tecnologia di un vaccino a mRNA di seconda generazione assieme a GSK.CureVac stima che la prima potenziale approvazione di CVnCoV sarebbe arrivata nel secondo trimestre del 2022, periodo nel quale si aspetta che il candidato di seconda generazione arrivi alla fase clinica avanzata. Inoltre, i vaccini mRNA potrebbero essere più efficaci per la seconda fase della pandemia, in quanto possono essere adattati più velocemente alle varianti. Va anche considerato che CVnCoV non aveva superato gli studi clinici in fase avanzata, mostrando una bassa efficacia.”La lotta globale contro il Covid-19 continua e noi rimaniamo impegnati a fare la differenza con un vaccino sicuro ed efficace – ha affermato Franz- Werner Haas, amministratore delegato di CureVac – Questo obiettivo non è cambiato, ma sono cambiati i requisiti per affrontare efficacemente il virus e le varianti emergenti”.”Nella transizione in corso da pandemia acuta a endemica, la nostra decisione di ritirare CVnCoV dal processo di approvazione normativa e concentrare i nostri sforzi sui candidati al vaccino mRNA di seconda generazione riflette i cambiamenti previsti nelle esigenze di salute pubblica che il nostro vaccino di seconda generazione può potenzialmente affrontare”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

  • in

    Vaccini Covid, OMS raccomanda la terza dose per tutte le persone immunocompromesse

    (Teleborsa) – Il gruppo di esperti per i vaccini dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha raccomandato una terza dose di tutti vaccini autorizzati finora dall’Agenzia internazionale per le persone immunocompromesse. “Alle persone moderatamente e gravemente immunocompromesse dovrebbe essere offerta una dose aggiuntiva – ha spiegato oggi lo Strategic Advisory Group of Experts on Immunization – perché queste persone hanno meno probabilità di rispondere in modo adeguato alla prima vaccinazione e sono ad alto rischio di malattia grave da Covid-19”.L’OMS ha autorizzato finora, in via di emergenza, i vaccini Pfizer-BioNTech, Janssen, Moderna, Sinopharm, Sinovac e AstraZeneca. Oggi il gruppo di esperti ha inoltre raccomandato di offrire “alle persone di etù pari o sopra i 60 anni” vaccinate con Sinovac e Sinopharm “una terza dose dello stesso vaccino”.In Italia, intanto, sono 1.516 i casi Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Italia con 114.776 tamponi totali effettuati (ieri ne erano stati effettuati 270.044). Sale il rapporto positivi/tamponi a 1,3% (ieri 0,8%). Sono 34 i decessi registrati oggi, che porta il conteggio totale a 131.335 morti da inizio pandemia. In leggero aumento sia il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva (oggi sono 10 in più rispetto a ieri, 374 totali), sia quello degli ospedalizzati con sintomi, 37 in più rispetto a ieri (sono 2.688 in totale). LEGGI TUTTO

  • in

    Green Pass, Costa: prima valutazione su revisione a dicembre, possibile un uso parziale nel 2022

    (Teleborsa) – Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha dichiarato che una prima revisione del Green Pass potrebbe avvenire già a dicembre, in concomitanza con la scadenza dello Stato di emergenza. “Sarà possibile rivedere ed eventualmente ridurre l’attuale applicazione del green pass con l’inizio del nuovo anno se i dati dell’epidemia di Covid-19 continueranno a mostrare un trend di miglioramento”, ha affermato all’ANSA. ma una valutazione più precisa sarà fatta a dicembre in concomitanza con la scadenza dello Stato di emergenza che auspichiamo possa avere termine”. In particolare, la revisione del Green Pass “potrebbe significare mantenere l’attuale carta verde per alcune circostanze e non per altre. Mentre ora siamo di fronte ad una applicazione totale del Green Pass, si potrebbe passare ad una sua applicazione parziale”. “Abbiamo ancora due mesi che si dimostreranno decisivi”, ha aggiunto.Costa ha poi fatto chiarezza sui termini di validità del Green Pass anche con i richiami. “Testa ovviamente la validità di 12 mesi, a partire dalla data di somministrazione della terza dose per chi la farà o della seconda dose per chi non rientra nelle categorie indicate per il richiamo”, ha spiegato. “Rispetto poi alla scadenza del Green Pass per gran parte della popolazione, abbiamo comunque davanti un ragionevole tempo per valutare quello che sarà il quadro, augurandosi che da qui a pochi mesi il Green Pass magari non serva più perché siamo usciti dalla pandemia”, ha sottolineato il sottosegretario.”Al momento non è sul tavolo un’ipotesi di obbligo per la terza dose anti-Covid – ha infine dichiarato Costa –. In generale, non c’è alcun tabù rispetto all’obbligo vaccinale ed il governo lo ha già previsto per alcune categorie, ma nel frattempo abbiamo deciso di avviare un percorso dando fiducia ai cittadini che hanno dimostrato grande disponibilità alla vaccinazione e attualmente proseguiamo su questa strada”. LEGGI TUTTO

  • in

    USA, Merck chiede autorizzazione d'emergenza a FDA per pillola anti-Covid

    (Teleborsa) – Merck & Co. (conosciuta anche come MSD al di fuori di USA e Canada), una delle più grandi società farmaceutiche del mondo, e Ridgeback Biotherapeutics hanno presentato una domanda di autorizzazione all’uso di emergenza alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense per molnupiravir, il promettente farmaco orale per il trattamento della Covid-19. Le due aziende stanno “lavorando attivamente” con le agenzie di regolamentazione di tutto il mondo per presentare domande per l’uso di emergenza o l’autorizzazione all’immissione in commercio nei prossimi mesi, sottolinea una nota congiunta. Queste richieste si basano sui dati preliminari presentati la settimana scorsa, i quali affermano che la pillola antivirale molnupiravir è capace di ridurre il rischio di ospedalizzazione o morte per Covid-19 del 50% in pazienti adulti a rischio e non ricoverati con Covid-19 da lieve a moderato.”L’impatto straordinario di questa pandemia richiede che ci muoviamo con un’urgenza senza precedenti, ed è ciò che i nostri team hanno fatto presentando questa domanda per molnupiravir alla FDA entro 10 giorni dalla ricezione dei dati”, ha affermato Robert Davis, amministratore delegato e presidente di Merck. “Non vediamo l’ora di lavorare con la FDA sulla revisione della nostra domanda e di lavorare con altre agenzie di regolamentazione mentre facciamo tutto il possibile per portare molnupiravir ai pazienti di tutto il mondo il più rapidamente possibile”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

  • in

    Moderna debole in Borsa. Paesi scandinavi ne limitano l'uso nei giovani

    (Teleborsa) – Si muove al ribasso la società americana di biotecnologia con i prezzi allineati a 306,1 per una discesa dell’1,04%. A contribuire al ribasso del titolo Moderna è la notizia che Finlandia, Danimarca e Svezia stanno limitando l’uso del suo vaccino Covid-19 nei giovani a causa delle preoccupazioni relative a rari effetti collaterali cardiovascolari.In Finlandia, a tutti i maschi di età pari o inferiore a 30 anni verrà offerto il vaccino Pfizer-BioNTech, la Svezia ha fermato l’utilizzo del vaccino Moderna per i nati dopo il 1991, mentre la Danimarca ha deciso di non usarlo più per i minori di 18 anni. Le autorità sanitarie dei tre Paesi hanno citato uno studio non ancora pubblicato che è stato inviato all’Agenzia europea per i medicinali per una valutazione.Le maggiori attese vedono un’estensione del ribasso verso l’area di supporto stimata a 297,8 e successiva a 289,4. Resistenza a 314,3. LEGGI TUTTO

  • in

    Covid-19, studio clinico italiano dimostra gli effetti benefici della lattoferrina

    (Teleborsa) – La somministrazione di lattoferrina in capsule (Mosiac, Pharmaguida) da sola in pazienti asintomatici, o in associazione con altri farmaci in pazienti paucisintomatici o moderatamente sintomatici, può essere un efficace trattamento privo di effetti avversi nella gestione dell’infezione da SARS-CoV-2. È quanto afferma uno studio clinico italiano sulla somministrazione orale della lattoferrina in un centinaio di pazienti affetti da Covid-19, pubblicato a settembre sul “Journal of Clinical Medicine”. “Al di là dell’indiscutibile efficacia dei vaccini anti-SARS-CoV-2, la grande diffusione dell’infezione associata a questo coronavirus richiede anche la disponibilità di agenti antivirali. La lattoferrina – spiega Piera Valenti, professore ordinario di Microbiologia dell’Università di Roma La Sapienza e Membro del Comitato internazionale di Esperti sulla lattoferrina – è nota possedere un’attività antivirale. Infatti, quando è in contatto con il virus impedisce il suo ingresso all’interno della cellula e dunque la sua replicazione. La lattoferrina, inoltre, svolge una potente attività anti-infiammatoria ed anti-trombotica, funzioni essenziali nel trattamento del Covid-19”. RISULTATI DELLO STUDIO – “In questo studio clinico retrospettivo la tempestiva somministrazione orale di lattoferrina si è dimostrata utile nei pazienti Covid. Un primo dato rilevante – si legge nello studio – riguarda il tempo necessario per ottenere la negativizzazione del tampone molecolare negli 82 pazienti trattati con lattoferrina, tempo che è stato nettamente inferiore rispetto a quello osservato nei 39 pazienti non trattati (15 anziché 24 giorni). Nessuno dei pazienti appartenenti al gruppo trattato con lattoferrina, inoltre, è stato ospedalizzato. I pazienti asintomatici, paucisintomatici e moderatamente sintomatici sono stati trattati con un diverso numero di capsule (da 1 a 5) contenenti ciascuna 200 mg di lattoferrina (Mosiac, Pharmaguida) a seconda della severità del Covid-19. I risultati mettono, inoltre, in evidenza l’esistenza – affermano i ricercatori – di un legame tra la maggiore efficacia del trattamento con la lattoferrina, la significativa riduzione dei sintomi e l’età. Infatti, la lattoferrina viene sintetizzata sotto il controllo ormonale e la sua produzione diminuisce con l’avanzare dell’età. Ne consegue che, nei soggetti più anziani che ne sintetizzano una minore quantità, la supplementazione della proteina esogena mostra una maggiore efficacia rispetto a quella osservata in pazienti più giovani. Lo studio giunge dopo due pubblicazioni internazionali apparse a giugno 2021 su Frontiers in Pharmacology e ad agosto 2021 su PNAS riguardanti l’efficacia della lattoferrina in vitro nell’inibire l’infezione da Covid-192”. “Questa pubblicazione e questi dati sono molto interessanti – commenta Paolo Manzoni, direttore di Pediatria e Neonatologia dell’ASL di Biella – rendono ancora più significativo lo studio randomizzato prospettico contro placebo e in doppio cieco che abbiamo condotto col medesimo prodotto e che abbiamo appena terminato a Biella e Novara, per valutare se la lattoferrina può dare benefici clinici in pazienti già ospedalizzati per Covid-19. I risultati che saranno resi pubblici a breve, potrebbero ulteriormente integrare e completare quelli oggi disponibili riguardo a una possibile azione anti-Covid-19 della lattoferrina stessa”. LEGGI TUTTO

  • in

    Covid, Sicilia torna bianca da sabato. Fondazione Gimbe: “In Italia contagi in calo da 5 settimane”

    (Teleborsa) – La Sicilia torna in zona bianca con due giorni di anticipo. Il rientro – secondo quanto ha annunciato l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, presentando in conferenza stampa il nuovo bollettino settimanale sull’andamento della pandemia nell’Isola – è previsto a partire da sabato prossimo. La cabina di regia si esprimerà domani ma il passaggio in zona bianca è stato anticipato alla Regione siciliana dalla cabina tecnica in quanto oggi scade il 14esimo giorno che sancisce il rientro nei parametri. “Nelle ultime ore ho sentito il ministro Speranza – ha detto l’assessore Razza – per la Sicilia varrà il decreto legge convertito, quindi la zona bianca sarà immediata: non da lunedì ma da sabato, questo mi ha anticipato il ministro”. A migliorare è tutto il quadro nazionale. Dal 29 settembre al 5 ottobre – come rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, che confronta i dati della settimana dal 29 settembre-5 ottobre 2021, con quelli della precedente – calano, per la quinta settimana consecutiva, i nuovi casi di Covid-19 (sono stati 21.060 rispetto a 23.159 della settimana precedente, pari al -9%), così come calano dell’8,5% le persone in isolamento domiciliare (86.898 rispetto a 94.995). Si registra, inoltre, un netto calo, pari a -19,4%, si vede nei decessi, passati da 311 a 386.”Ormai da 5 settimane consecutive il dato nazionale mostra una discesa dei nuovi casi settimanali, anche se nell’ultima settimana, rispetto alla precedente, 5 Regioni registrano un incremento percentuale dei contagi”, spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. Gli aumenti riguardano Basilicata (+73,6%), Prov. Aut. Bolzano (+8,7%), Prov. Aut. Trento (+20,9%), Sardegna (+5%), Valle D’Aosta (+64,5%), ma rimangono “contenuti in termini assoluti”.”Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – si registra un ulteriore calo dei posti letto occupati da pazienti Covid-19: rispetto alla settimana precedente scendono del 13,2% in area medica e del 5,7% in terapia intensiva”. A livello nazionale il tasso di occupazione rimane basso (5% in area medica e 5% in area critica) e nessuna Regione supera le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per quella critica.Nella mappa aggiornata del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) sull’incidenza dei contagi da Covid in Italia e in Europa, Umbria, Puglia e Provincia di Trento si aggiungono alle Regioni italiane colorate in verde. La Calabria torna in giallo dal rosso scuro della scorsa settimana, mentre la Basilicata rimane l’unica Regione italiana in rosso. LEGGI TUTTO