More stories

  • in

    Covid: rallentano i contagi a 60.381, in calo anche le vittime

    (Teleborsa) – Si stabilizzano i contagi di Covid-19, che negli ultimi giorni sono tornati a scendere, favorendo anche una inversione della curva dei ricoveri negli ospedali. Secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute, nelle ultime 24 ore, si sono registrati 60.381 i nuovi casi rispetto ai 63.837del giorno precedente. Rallenta anche il numero delle vittime che si porta a 199, in calo rispetto alle 207 di ieri. Il tasso di positività scende al 20,3%, in lieve calo rispetto a ieri quando era al 21%, a fronte di 296.304 tamponi eseguiti fra antigenici e molecolari. Scendono sia i pazienti ricoverati in terapia intensiva a invece 406 (18 meno di ieri), a fronte di ingressi giornalieri pari a 49, sia i ricoverati nei reparti ordinari che sono 10.911 (183 in meno rispetto a ieri). Anche il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE ha rilevato una diminuzione di nuovi casi rispetto alla precedente a 473.820 (-25%), ma si registra un aumento dei decessi a 1.019 da 823. In calo i casi attualmente positivi e le persone in isolamento domiciliare, mentre sono ancora in crescita i ricoveri con sintomi e le terapie intensive. Nella settimana analizzata in tutte le Regioni si è registrato una diminuzione percentuale dei nuovi casi: dal -11,1% della Calabria al -31,2% della Campania. “Per la seconda settimana consecutiva – conferma il Presidente Nino Cartabellotta – il numero dei nuovi casi settimanali registra una flessione”. LEGGI TUTTO

  • in

    Covid, scendono i contagi a 63.837 e la curva dei ricoveri ripiega (-2%)

    (Teleborsa) – Scendono i contagi e le vittime del Covid-19, facendo invertire anche la curva dei ricoveri che fa segnare un -2%. Secondo i dati giornalieri del Ministero della Salute, relativi alle ultime 24 ore, i nuovi contagi sono scesi a 63.837 dagli 88.221 del giorno precedente.Le vittime sono 207 contro le 253 di ieri. Il tasso di positività si è portato al 21%, in aumento rispetto a ieri quando era al 19,7% a fronte dei 317.720 tamponi antigenici e molecolari effettuati. Gli italiani positivi al coronavirus sono attualmente 1.380.127, mentre raggiungono quota 20.837.233 i contagiati dall’inizio della pandemia ed i morti salgono a 171.439. Nelle ultime 24 ore i ricoverati nei reparti ordinari sono stati 11.094, 30 in meno rispetto a ieri, mentre restano stabili i pazienti ricoverati in terapia intensiva a 424 dopo 47 ingressi giornalieri. Nell’ultima settimana dal 19 al 26 luglio si inverte la curva dei ricoveri in area medica, facendo segnare un -2%, dopo la forte crescita (+17%) registrata la settimana al 19 luglio.Anche negli ospedali aderenti alla rete sentinella della Fiaso si registra una diminuzione dei ricoveri del 4,2%, ma la gran parte dei pazienti (il 56% del totale) viene trovata incidentalmente positiva al tampone pre-ricovero, arrivando in ospedale per curare altre patologie. Il 75% dei pazienti Covid ricoverati negli ospedali ha una età media di 73 anni ed ha effettuato la vaccinazione da oltre sei mesi. Diminuisce il numero dei bambini ricoverati (-21,6%). LEGGI TUTTO

  • in

    Covid, 80.653 nuovi casi e 157 morti. Tasso di positività al 22%

    (Teleborsa) – Nelle ultime 24 ore si sono registrati 80.653 i nuovi contagi da Covid (ieri 86.067) e 157 morti, lo stesso numero di ieri. Sono stati complessivamente, tra antigenici e molecolari, eseguiti 366mila tamponi con il tasso di positività che risulta in lieve calo, al 22%, rispetto al 22,6% di ieri. Questi i dati dell’ultimo bollettino del ministero della Salute.Stabile il numero di pazienti in terapia intensiva dove si registrano 410 i pazienti ricoverati con 40 ingressi giornalieri. I ricoverati nei reparti ordinari sono, invece, 10.984, 53 in meno di ieri. A livello generale il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe evidenzia l’inizio del declino dei contagi dopo 5 settimane di aumento. Nella settimana dal 13 al 19 luglio i nuovi casi sono stati 631.700 (con una media di 90mila al giorno), a fronte dei 728.700 della settimana precedente, pari a -13,3%. Continuano, invece, ad aumentare i decessi che sono stati 823 a fronte di 692 della settimana precedente, con un aumento del 18,9%. I positivi in Italia sono 1,45 milioni e potrebbero essere in realtà almeno il doppio con un verosimile aumento dei ricoveri nelle prossime settimane. È stabile il numero dei tamponi rapidi e molecolari effettuati: sono stati 2.517.540 nella settimana 6-12 luglio a 2.560.557 del 13-19 luglio. In 6 regioni si registra un incremento percentuale di casi (da +0,6% delle Marche a +28,6% della Val D’Aosta), mentre in 15 una diminuzione (da -0,6% del Piemonte a -18,8% della Campania). Continuano a crescere le reinfezioni, che dal 6 al 13 luglio sono state in tutto 79.179, con un’incidenza dell’11,7%, rispetto al 10,8% della settimana precedente. “A metà luglio, dopo il raggiungimento del picco, – spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – è iniziata la discesa dei nuovi casi, che tuttavia potrebbe essere più lenta del previsto a causa del numero molto elevato di casi non noti alle statistiche ufficiali che rappresentano un moltiplicatore dei contagi”. Nonostante i contagi siano in flessione in 62 province l’incidenza supera ancora i 1.000 nuovi casi di Covid per 100mila abitanti: Chieti (1.605), Ascoli Piceno (1.523), Messina (1.459), Pescara (1.396), Enna (1.379), Teramo (1.379), Latina (1.357), Taranto (1.355), Macerata (1.344), Perugia (1.342), Fermo (1.328), Lecce (1.327), Avellino (1.308), Rimini (1.306), Salerno (1.294), Vicenza (1.286), Caserta (1.276), Agrigento (1.275), Forlì-Cesena (1.274), Padova (1.268), Siracusa (1.265), Venezia (1.258), Treviso (1.254), Ravenna (1.242), Catanzaro (1.237), Napoli (1.229), Ancona (1.224), Brindisi (1.216), Gorizia (1.210), Matera (1.186), Frosinone (1.175), Rovigo (1.173), Bari (1.163), Reggio di Calabria (1.159), Oristano (1.158), Benevento (1.156), Trieste (1.153), Potenza (1.144), Ferrara (1.143), L’Aquila (1.138), Catania (1.136), Belluno (1.133), Terni (1.132), Nuoro (1.128), Pordenone (1.108), Barletta-Andria-Trani (1.106), Cagliari (1.095), Bologna (1.086), Ragusa (1.084), Trapani (1.075), Rieti (1.055), La Spezia (1.041), Udine (1.040), Verona (1.038), Mantova (1.034), Reggio nell’Emilia (1.032), Siena (1.032), Sassari (1.031), Trento (1.030), Caltanissetta (1.029), Bolzano (1.022) e Cosenza (1.008).Continua a crescere il peso dell’ondata estiva sugli ospedali. Nella settimana dal 13 al 19 luglio ci sono stati 10.975 ricoverati con sintomi nei reparti di area medica, rispetto a 9.724 della settimana precedente, ovvero +1.251, pari al +12,9%. Mentre in terapia intensiva sono finiti 413 pazienti rispetto a 375 dei sette giorni precedenti, ovvero +10,1%. A crescere del 7,5%, sono state anche le persone in isolamento domiciliare: 1.441.553 rispetto a 1.340.382 della settimana precedente. “Sul fronte degli ospedali – commenta Marco Mosti, direttore Operativo della Fondazione Gimbe – prosegue l’aumento dei ricoveri, sia in area medica che in terapia intensiva (o area critica)”. In particolare, nelle ultime cinque settimane i ricoveri sono più che raddoppiati in area critica, passando da 183 il 12 giugno a 413 il 19 luglio, mentre sono quasi triplicati in area medica, passando da 4.076 il 11 giugno a 10.975 il 19 luglio. Un andamento crescente che si riflette sulla percentuale di posti in ospedale occupati da parte di pazienti Covid, indice di un affaticamento del sistema sanitario regionale poiché, man mano che cresce, si traduce in una minor capacità di presa in carico di pazienti con altre malattie. Il tasso nazionale di occupazione al 19 luglio era del 17,1% in area medica, con una forbice che va dall’8,9% del Piemonte al 42,9% dell’Umbria, e del 4,5% in area critica, con una forbice che va dallo 0% della Basilicata al 10,2% della Calabria. “Aumentano ancora gli ingressi in terapia intensiva – conclude Mosti – anche se in misura minore rispetto alla scorsa settimana: la media nella settimana passata è stata di 49 ingressi al giorno rispetto ai 47 di quella precedente”.Sul fronte dei vaccini si impennano le somministrazioni della quarta dose (+190% in 7 giorni), ma siamo ancora lontani dal target di 100mila al giorno e vi sono troppe differenze regionali. Al 20 luglio risultano 1.303.485 di quarte dosi, con una media di 31.686 somministrazioni al giorno (erano 11.000 la scorsa settimana). Crescono le somministrazioni di quarte dosi “ma – avverte Cartabellotta – le coperture restano ancora molto basse e persistono inaccettabili e differenze regionali”, che andrebbero superate quanto prima perché, “con il progressivo declino della protezione vaccinale nei confronti della malattia grave dopo 120 giorni dalla terza dose, la quarta dose rappresenta un vero e proprio trattamento salvavita, in particolare negli over 80”. Restano ferme le percentuali di chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino, pari all’88,1% della platea, e di chi ha completato il ciclo vaccinale, pari all’86,6%. Mentre sono ancora 6,84 milioni i non vaccinati di cui 2,42 milioni di guariti, protetti solo temporaneamente. Sono invece 7,78 milioni le persone non hanno ancora ricevuto la terza dose, di cui 2,64 milioni di guariti che non possono riceverla nell’immediato. Il tasso di copertura nazionale in questo caso è dell’83,7%: dal 77,9% della Provincia Autonoma di Bolzano all’87,6% della Valle D’Aosta. LEGGI TUTTO

  • in

    Amazon acquista One Medical per 3,9 miliardi di dollari

    (Teleborsa) – Amazon ha stretto un accordo per acquisire One Medical, società quotata al Nasdaq che ha l’obiettivo di trasformare l’assistenza sanitaria attraverso un modello incentrato sull’uomo e basato sulla tecnologia. Attiva in tutti gli Stati Uniti, offre una combinazione di servizi di assistenza di persona, digitali e virtuali. Amazon acquisirà One Medical per 18 dollari per azione in una transazione interamente in contanti del valore di circa 3,9 miliardi di dollari, incluso il debito. Amir Dan Rubin rimarrà come CEO di One Medical.”Pensiamo che l’assistenza sanitaria sia in cima alla lista delle esperienze che hanno bisogno di essere reinventate. Prenotare un appuntamento, aspettare settimane o addirittura mesi per essere visti, prendersi una pausa dal lavoro, guidare in una clinica, trovare un parcheggio, aspettare in sala d’attesa e poi in sala d’esame per quelli che troppo spesso sono pochi minuti frettolosi con un medico, quindi fare un altro viaggio in farmacia: vediamo molte opportunità sia per migliorare la qualità dell’esperienza che per restituire alle persone tempo prezioso delle loro giornate”, ha affermato Neil Lindsay, SVP di Amazon Health Services. “Adoriamo inventare per rendere più facile ciò che dovrebbe essere facile e vogliamo essere una delle aziende che contribuirà a migliorare notevolmente l’esperienza sanitaria nei prossimi anni – ha aggiunto – Insieme all’approccio all’assistenza sanitaria incentrato sull’uomo e basato sulla tecnologia di One Medical, crediamo di poter aiutare e aiutare più persone a ricevere cure migliori, quando e come ne hanno bisogno. Non vediamo l’ora di portare a termine questa missione a lungo termine”. LEGGI TUTTO

  • in

    Abbott Laboratories aumenta outlook su utili dopo solido Q2

    (Teleborsa) – Abbott Laboratories, multinazionale statunitense attiva nella produzione di dispositivi medici e nell’assistenza sanitaria, ha registrato vendite pari a 11,3 miliardi di dollari nel secondo trimestre 2022, in aumento del 10,1% su base reported e del 14,3% su base organica, il che esclude l’impatto dei cambi. Le vendite globali relative ai test Covid-19 sono state pari a 2,3 miliardi di dollari. L’utile netto della società è salito a 2,02 miliardi di dollari, o 1,14 dollari per azione, da 1,19 miliardi di dollari, o 0,66 dollari per azione, di un anno fa. L’utile per azione rettificato è stato di 1,43 dollari, che riflette una crescita del 22,2% rispetto all’anno precedente.”Abbiamo ottenuto un altro trimestre di forte crescita e stiamo aumentando la nostra previsione per l’EPS per l’intero anno – ha affermato Robert B. Ford, presidente e amministratore delegato – La nostra nuova pipeline di prodotti è rimasta altamente produttiva e il nostro business diversificato ha continuato a essere resiliente in un contesto macro difficile”.Abbott sta aumentando la sua previsione per l’utile diluito per azione dell’intero anno 2022 ad almeno 3,50 dollari. Abbott prevede voci specifiche per l’intero anno 2022 di 1,40 dollari per azione relative ad ammortamenti immateriali, costi relativi a un richiamo volontario, spese associate ad acquisizioni, ristrutturazioni e iniziative di riduzione dei costi e altre spese nette. Escludendo gli elementi specificati, Abbott sta aumentando la stima per l’utile per azione ad almeno 4,90 dollari per l’intero anno 2022.Le guidance per il 2022 include vendite previste relative ai test Covid-19 di 6,1 miliardi di dollari, che include vendite di 5,6 miliardi di dollari fino a giugno 2022 e vendite previste di 500 milioni di dollari nei prossimi mesi. LEGGI TUTTO

  • in

    Covid, Ecdc: “Casi e decessi aumenteranno”

    (Teleborsa) – “Sia i tassi di notifica dei casi che i tassi di mortalità aumenteranno”. Questo l’allarme lanciato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie nella nota che accompagna le “Considerazioni preliminari di salute pubblica per le strategie di vaccinazione Covid-19 nella seconda metà del 2022”. Sebbene i tassi di mortalità da Covid in Europa “siano rimasti stabili nelle ultime cinque settimane” in vista dell’autunno, l’Ecdc, sulla base dei propri modelli epidemiologici, indica l’urgenza di stabilire sistemi di sorveglianza solidi e integrati sulla pandemia e in generale sui virus respiratori. I sistemi di sorveglianza, rileva l’Ecdc, sono tarati sulla comune influenza. “Questi sistemi e quelli stabiliti per Sars Cov-2 durante la pandemia di Covid non sono ancora del tutto idonei per la sorveglianza integrata dei virus respiratori, i Paesi dovrebbero quindi pianificare un miglioramento dei test per i virus dell’influenza, e del virus del Covid, se necessario in risposta all’emergere di una nuova variante preoccupante Sars-Cov-2 o variante influenzale”. Secondo i dati a disposizione dell’Ecdc, “attualmente non ci sono prove di una maggiore gravità della malattia causata” dalle varianti BA.4 e BA.5, ma “l’aumento della trasmissione tra i gruppi di età più avanzata sta iniziando a provocare forme di malattia grave”. In questa fase della pandemia l’obiettivo delle campagne di vaccinazione dovrebbe essere, per l’Ecdc, “quello di ridurre i ricoveri, le malattie gravi e i decessi e di proteggere i sistemi sanitari”. Per farlo i dati sul secondo richiamo per gli over 60 “suggeriscono chiari vantaggi”. La strategia – evidenzia la nota – è oggi “particolarmente rilevante e di impatto nei paesi in cui l’onda BA.4/5 sta iniziando o non ha ancora raggiunto il picco. Le campagne di vaccinazione dovrebbero anche incoraggiare le persone idonee a completare la loro serie primaria di vaccinazioni e la prima dose di richiamo, se non l’hanno già fatto”.”Le infezioni da Sars-CoV-2 sono di nuovo in crescita in tutta l’Ue e con questo aumento assistiamo anche a un aumento dei casi gravi, dei ricoveri ospedalieri, dell’occupazione di posti in terapia intensiva e della mortalità. Dobbiamo agire ora per affrontare questo problema e intensificare le azioni per accrescere la protezione anche in previsione di ulteriori ondate autunnali e invernali – ha spiegato Stella Kyriakides, commissaria europea per la Salute e la sicurezza alimentare –. La vaccinazione rimane la nostra protezione più efficace contro l’ospedalizzazione, le malattie gravi e la morte da Covid. Ribadisco ancora una volta il mio invito a tutti coloro che non hanno ancora tutte le dosi raccomandate di farle urgentemente, compresi il primo booster per tutti e il secondo richiamo per gli over 60 e le persone vulnerabili. Oggi presentiamo raccomandazioni aggiornate sia per la vaccinazione che per rafforzare la sorveglianza integrata delle malattie respiratorie. Questo è fondamentale per il monitoraggio continuo di Covid e per eventuali future pandemie”. LEGGI TUTTO

  • in

    Farmindustria, Italia del farmaco si conferma leader produzione

    (Teleborsa) – Nel 2021 l’Italia ha consolidato la sua leadership di produttore farmaceutico in Ue, insieme a Germania e Francia, con 34,4 miliardi di euro. Grazie al traino di un export che rappresenta oltre l’85% della produzione e che è aumentato tra il 2011 e 2021 del 117%,in confronto al 112% della media Ue. Dal 2016 al 2021 il valore medio dei farmaci esportati e’ cresciuto del 52%, più del totale Ue (+35%) “a dimostrazione dell’aumento dell’innovatività della nostra produzione”. Questa la fotografia scattata dal presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, nel corso dell’assemblea pubblica dell’associazione. Nel 2021, “abbiamo avuto – ha spiegato – un saldo estero positivo per farmaci e vaccini di 5,3 miliardi di euro, consolidando un trend che nell’ultimo triennio ne ha cumulati 18”. L’Italia è sul gradino più alto del podio per produzione conto terzi, Contract Development and Manufacturing Organization, con 2,7 miliardi che rappresentano oltre il 20% del totale europeo. Risultati frutto di “qualita’ delle risorse umane, tecnologia, specializzazioni di eccellenza nella ricerca, nella manifattura, nei rapporti con le Università e con la filiera. E di una composizione unica in Europa: il 42% del settore è composto da imprese a capitale italiano, il 58% a capitale internazionale. Con un forte radicamento di tutte – grandi, piccole e medie – sull’intero territorio nazionale”.Le risorse umane “sono il fiore all’occhiello dell’industria farmaceutica nel Paese”, ha aggiunto Cattani. Sono 67mila gli addetti totali delle aziende del farmaco, di cui 6.770 in R&S. Laureati e diplomati rappresentano il 90% degli occupati, rispetto al 63% della media dell’industria. Le donne sono il 43% del totale (29% la media manifatturiera), con una percentuale identica tra dirigenti e quadri (22% è la media manifatturiera). E nella R&S sono il 51%. Negli ultimi 5 anni gli under 35 sono cresciuti del 13%. Le imprese acquisiscono nuove competenze, che crescono costantemente anche dopo l’assunzione attraverso azioni per la formazione e lo sviluppo professionale, all’insegna di multidisciplinarità e soft skills. Le imprese del farmaco “hanno sempre uno sguardo proiettato al futuro, come dimostrano i numerosi progetti con scuole superiori, Its e Università per offrire agli studenti orientamento, formazione e occupazione” ha concluso.Per il settore farmaceutico “i costi di energia e logistica hanno avuto un incremento del 350% tra gennaio 2021 e marzo 2022. Così come (+25%), nello stesso periodo lo hanno avuto quelli di: principi attivi, eccipienti, filtri e ghiere, prodotti della carta, della plastica e del vetro, macchinari, guanti e camici”. Aumenti di costo che “le imprese non possono trasferire, nemmeno in parte, sui prezzi, che sono amministrati. Questo determina difficoltà rilevanti alle aziende anche perchè l’incidenza degli aumenti è molto superiore in Italia rispetto a Francia e Germania. Un gap che ci penalizza in un contesto di competizione globale sempre piu’ affollata di Paesi europei ed extraeuropei”, ha concluso.”Tutto il governo è pienamente consapevole del ruolo dell’industria farmaceutica in Italia e, più in generale in Europa”. Questa industria “ha un ruolo fondamentale nell’economia italiana, non solo come settore industriale, ma più in generale come elemento di sicurezza nazionale in termine di salute dei cittadini”, ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, intervenendo all’assemblea di Farmindustria.Un settore quindi “che svolgerà un ruolo fondamentale per la competitività dell’intero sistema economico e sociale italiano e piu’ in generale per la competitività dell’economia europea”, ha aggiunto il ministro dello Sviluppo economico dal palco dell’assemblea. Pur sapendo che l’industria farmaceutica e la ricerca sottostante “sono organizzate lungo catene di approvvigionamento internazionali globalizzate, siamo ora piu’ consapevoli in Italia e in Europa che e’ necessario – ha spiegato Giorgetti – rafforzare le parti di queste catene di approvvigionamento situate nei territori nazionali in una prospettiva di maggiore autonomia, preparazione e sicurezza”. Quindi, “siamo di fronte ad una competizione tra paesi al fine di attirare investimenti strategici dall’industria farmaceutica e non possiamo non notare che la concorrenza è globale, ma è anche interna all’Unione europea tra i vari Stati membri”. LEGGI TUTTO

  • in

    Coronavirus in Italia, tasso positività balza al 26,4%. Speranza: Sfida ancora aperta

    (Teleborsa) – Sono 94.165 i nuovi contagi da coronavirus registrati nel nostro Paese nelle ultime 24 ore a fronte di poco più di 357 tamponi (la metà rispetto a ieri quando erano stati oltre 700 mila) con il tasso di positività che schizza al 26,4%. Sono 60 i decessi. Dopo oltre 3 settimane di stabilità cresce di un punto l’occupazione delle intensive che torna al 3% in 24 ore. Questi i numeri diffusi oggi, mercoledì 29 giugno, diffusi dal Ministero della Salute. Numeri che dimostrano che questa del Covid “è una sfida aperta”, dice il ministro della Salute, Roberto Speranza per il quale “Dovremo prepararci per campagna di vaccinazione in autunno”.Intanto, i sintomi del Long Covid interessano circa 4 bambini su 10 sotto i 14 anni guariti dal Sars-CoV-2, durano almeno un paio mesi e spesso riguardano disturbi gastrointestinali o difficoltà a concentrarsi. A studiarli in modo approfondito, il più ampio studio condotto finora in materia e pubblicato sulla rivista ‘The Lancet Child & Adolescent Health’.Secondo il report sulle vaccinazioni contro il Covid-19 in Italia aggiornato con i dati di oggi, sono state somministrate fino ad ora 138.231.220 dosi. Sono 48.651.795 le persone che hanno ricevuto le due dosi del primo ciclo o il vaccino monodose, una cifra pari a oltre il 90,11% della popolazione interessata. Sono 39.766.469 le persone che hanno ricevuto la terza dose, pari all’ 83,36% della popolazione potenzialmente oggetto di dose addizionale. I bambini tra i 5 e gli 11 anni che hanno ricevuto almeno una dose sono 1.396.692. LEGGI TUTTO