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    Nuovo DPCM, stretta a Pasqua: tensione aperturisti-rigoristi nel Governo

    (Teleborsa) – Si alza l’asticella della tensione tra Lega e Pd sulle misure per il contenimento del Covid.Dopo che ieri in Aula il Ministro Roberto Speranza ha spiegato che non ci sono le condizioni per allentamenti anticipando che il prossimo DPCM conterrà indicazioni fino al 6 aprile, includendo dunque anche la Pasqua, il leader del Carroccio va all’attacco: “Mi rifiuto di pensare – ha detto Salvini entrando al Senato – ad altre settimane e altri mesi, addirittura di chiusura e di paura”.”Se ci sono situazioni locali a rischio – ha detto – si intervenga a livello locale. Però parlare già oggi di una Pasqua chiusi in casa non mi sembra rispettoso degli italiani”. “La parola al buon senso – ha premesso – I sindaci di tutta Italia e di tutti i colori politici chiedono di riavviare alcune attività economiche, sociali, imprenditoriali che non comportano alcun rischio”. Salvini ha quindi ribadito la necessità per il Ministro della Salute di un cambio di passo. “Lo aiuteremo a offrire questa discontinuità. Siamo già al lavoro per aiutarlo”.La pensa diversamente il segretario Dem Nicola Zingaretti, subito intervenuto a difesa di un approccio più rigorista: “Vedo che, sulla pandemia – ha scritto su Facebook – Salvini purtroppo continua a sbagliare e rischia di portare fuori strada l’Italia. Prima sono state le mascherine, che erano inutili, ora, cavalcando la stanchezza di tutti, si attaccano le regole per la Pasqua. Quello che è irrispettoso per gli italiani e gli imprenditori è mettere a rischio le loro vite e prolungare all’infinito la pandemia e quindi la possibilità di avere la ripresa economica. Buon senso e coerenza è avere una linea indicata dal Governo e rispettarla. Così si sta in una maggioranza e si danno certezze alle persone. I problemi si risolvono, non si cavalcano”. LEGGI TUTTO

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    Brescia in zona arancione rafforzata, scuole chiuse

    (Teleborsa) – “Oggi il Presidente Fontana firmerà un’ordinanza per l’istituzione in tutta la Provincia di Brescia e nei comuni di Viadanica, Predore San Martino, Sarnico, Villongo, Castelli Caleppio, Credaro e Gandosso in provincia di Bergamo e Soncino, in provincia di Cremona, una zona arancione rafforzata, che preveda oltre alle normali misure della zona arancione, anche la chiusura delle scuole d’infanzia, elementari e medie, il divieto di recarsi nelle seconde case, l’utilizzo dello smart working dove possibile e la chiusura della attività in presenza”. La ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti.”A Brescia evidentemente ci troviamo di fronte alla terza ondata, è questo il punto che va aggredito”, ha aggiunto Guido Bertolaso, parlando anche lui in Consiglio e spiegando che il direttore dell’assessorato al Welfare Giovanni Pavesi “ha elevato il livello di attenzione delle rianimazioni da tre a quattro”. “Balza all’occhio la situazione della provincia di Brescia, che ha di fatto un’incidenza doppia rispetto alle altre province del numero di casi in un determinato territorio in un determinato periodo” sottolinea Bertolaso mostrando alcuni dati.Intanto, in Lombardia rimodulazione della campagna vaccinale al via. “Per quanto riguarda la provincia di Brescia, saranno prioritariamente vaccinati gli abitanti dei 103 comuni con una incidenza del contagio superiore a uno ogni 250 abitanti”, fanno sapere dalla Regione. LEGGI TUTTO

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    Recovery, Confindustria: piano ancora lontano da richieste UE

    (Teleborsa) – Nel Recovery Plan nazionale sono “insufficienti gli interventi su lavoro e politiche attive”. E’ quanto sottolinea il direttore generale di Confindustria, Francesca Mariotti, in audizione al Senato sulla Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza, precisando anche che la riforma degli ammortizzatori sociali è “urgente e non procrastinabile”.Confindustria rilancia la sua proposta, che punta “a valorizzare il capitale umano e l’aumento dell’occupabilità, coniugando la riforma degli ammortizzatori sociali con quella delle politiche attive del lavoro, aprendo al coinvolgimento delle Agenzie private”. E’ necessario “impiegare utilmente anche i periodi di riduzione o sospensione dal lavoro con adeguate iniziative di formazione e riqualificazione, garantendo, in altre parole, non solo il sostegno al reddito al lavoratore, ma anche la sua occupabilità”, ha spiegato Mariotti secondo la quale è “apprezzabile l’intenzione del nuovo Governo di procedere a una riforma delle politiche attive del lavoro, che deve necessariamente coinvolgere le parti sociali”.Quanto alla governance del Recovery Plan nazionale la strada da seguire è quella di creare team dedicati coinvolgendo le parti sociali. E’ quanto suggerisce Mariotti per la quale è evidente nella bozza “la lacuna riguardante la governance del piano, che il governo Draghi intende incardinare presso il MEF. Confindustria consiglia di individuare, per ciascuna linea di intervento, un unico responsabile, con il compito di coordinare un team dedicato, composto dalle migliori professionalità selezionate nelle amministrazioni – centrali e territoriali – coinvolte nella realizzazione dei progetti, così da superare veti e inerzie, anche tra i diversi livelli di governo”.Ancora, un ruolo attivo nella governance “andrà riconosciuto anche agli attori sociali, il cui coinvolgimento dovrà essere sistematico e non episodico, com’è stato fino a oggi. Chiediamo di colmare questa carenza, condividendo dati e informazioni e ingaggiando in itinere le parti sociali nella valutazione d’impatto dei progetti, oltre che nel monitoraggio degli effetti prodotti”, ha osservato.Nel ribadire che il Recovery Plan nazionale rappresenta una “sfida storica” (Il Paese, infatti, “rischia di scivolare indietro” )- Mariotti promuove “l’intenzione del nuovo Governo di rafforzare obiettivi strategici e riforme nel piano”.Il testo “fa registrare alcuni passi avanti rispetto alle precedenti versioni, ma rimane ancora lontano dal livello di dettaglio richiesto dalla Commissione Europea”. C’è solo “un’allocazione delle risorse per macro-temi e l’individuazione degli obiettivi generali che s’intendono raggiungere, ma mancano i progetti con cui le risorse verranno spese e, per ciascuno di essi, gli strumenti, il cronoprogramma per la sua realizzazione, i costi e gli impatti su Pil e occupazione”, ha spiegato Mariotti.In ogni caso, secondo il d.g., “pur in assenza di una visione complessiva del Sistema Paese, nel Piano si ritrovano indirizzi e misure coerenti con le esigenze del tessuto produttivo, come il rafforzamento del Piano Transizione 4.0 e gli interventi in tema di Ricerca, Sviluppo e Innovazione”.Nel complesso, nel Recovery Plan nazionale ci sono “diverse lacune e, soprattutto, manca una visione strategica di politica industriale, col rischio di minare non solo gli ambiziosi obiettivi di transizione digitale ed ecologica, ma anche il rafforzamento delle filiere tecnologiche, determinante per migliorare il nostro posizionamento nelle catene del valore europee e globali”In tema di efficienza energetica, l’indirizzo di policy “è troppo focalizzato sul settore residenziale e terziario. Non emergono specifiche indicazioni sullo sviluppo dell’autoproduzione di rinnovabili a beneficio dei settori industriali. Nella prospettiva di raggiungere gli obiettivi di neutralita’ climatica, grave l’assenza dell’idrogeno blue”, ha osservato.Manca, secondo Confindustria, “anche un capitolo dedicato alla definizione di misure per la patrimonializzazione delle imprese e il loro accesso ai mercati finanziari e dei capitali, aspetti decisivi per riattivare il ciclo degli investimenti. Frammentari e parziali gli indirizzi di riforma del fisco, che invece dovrebbe restituire equità, semplicità e coerenza al sistema di prelievo. Assenti misure strutturali e di ampio respiro per il sostegno dell’export e alla promozione del Made in Italy”.Intanto, il vicepresidente di Confindustria con delega alle relazioni industriali, Maurizio Stirpe ha anticipato ad Askanews che è in arrivo una proposta di Confindustria per lo stop graduale al divieto di licenziare. Il piano verrà sottoposto prima al vaglio del Comitato di presidenza e del Consiglio generale dell’associazione, poi sarà portato all’attenzione delle organizzazioni sindacali. Uno scongelamento “graduale e progressivo” del blocco dei licenziamenti, in scadenza il 31 marzo, in modo da andare incontro alle esigenze di lavoratori e imprese. LEGGI TUTTO

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    Attacco in Congo, morti Ambasciatore italiano e carabiniere scorta

    (Teleborsa) – L’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio e il carabiniere della sua scorta, sono stati uccisi in un attacco a un convoglio delle Nazioni Unite nel Congo orientale.Ancora in corso accertamenti su dinamica e movente. L’attacco – presumibilmente a scopo di rapimento – è avvenuto nel percorso tra Goma e Bukavu da parte, secondo le prime informazioni, di un commando terroristico che ha utilizzato armi leggere. L’ambasciatore viaggiava in un convoglio formato da due veicoli del World Food Programme con a bordo 7 persone. Avvertiti gli spari, immediatamente i rangers di Virunga hanno lanciato un’operazione per liberarlo, ma quando è stato recuperato, Attanasio era purtroppo già deceduto.”Ho appreso con sgomento e immenso dolore della morte oggi del nostro Ambasciatore nella Repubblica Democratica del Congo e di un militare dei Carabinieri – ha detto il Ministro degli Esteri Di Maio sottolineando che “sarà fatto ogni sforzo per fare luce”.Messaggio di cordoglio dal Presidente della Repubblica Mattarella: “Ho accolto con sgomento la notizia del vile attacco che poche ore fa ha colpito un convoglio internazionale nei pressi della citta di Goma uccidendo l’Ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e il loro autista. La Repubblica Italiana è in lutto per questi servitori dello Stato che hanno perso la vita nell’adempimento dei loro doveri professionali in Repubblica Democratica del Congo”.”Il Presidente del Consiglio Draghi e il Governo si stringono ai familiari, ai colleghi della Farnesina e dell’Arma dei Carabinieri”, si legge in una nota di Palazzo Chigi nella quale viene sottolineato che “la Presidenza del Consiglio segue con la massima attenzione gli sviluppi in coordinamento con il Ministero degli Affari Esteri. LEGGI TUTTO

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    Draghi alla Camera: “Su Made in Italy impegno totale. Processo sia giusto e durata ragionevole”

    (Teleborsa) – Il Presidente del Consiglio Mario Draghi, nella sua replica dinanzi alla Camera per il voto di fiducia, ha parlato del futuro delle PMI, in una fase emergenziale e in un percorso ideale di ripartenza-trasformazione, ma anche della corruzione e della lotta all’illegalità, della necessità di riformare la giustizia, per adeguarla agli standard del resto d’Europa, e di alcuni settori che sono stati particolarmente colpiti dalla crisi pandemica, come lo sport ed il turismo.Sulle PMI – spiega il Premier – vi sono tre aspetti che vanno considerati: l’emergenza, la preparazione delle PMI per la ripartenza e le tutele specifiche. La gestione emergenziale “ricalca quello che è stato fatto in altri paesi europei”, mentre la “ripartenza” che copre un arco di medio periodo “comporta e incrocia internazionalizzazione, accesso al capitale, investimenti, per rafforzare la nostra manifattura e renderla più competitiva”. “Sostenere l’internazionalizzazione, potenziare il credito imposta per investimenti in ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno e la consulenza per la quotazione delle PMI” – afferma – sono tutti obiettivi del programma di governo, assieme alla necessità di “estendere il piano di industria 4.0 per favorire ed accompagnare le PMI nel processo di transizione tecnologica e sostenibilità ambientale”. Le tutele specifiche riguardano invece la tutela Made in Italy e contro la concorrenza sleale e “su questo l’impegno del governo è totale”.Draghi ha parlato anche della corruzione, sottolineando che “un Paese capace di attrarre investitori deve difendersi dai fenomeni corruttivi”, perché l’ingerenza delle mafie “porta a effetti depressivi sul tessuto economico e sulla libera concorrenza”. “La prima cosa è assicurare legalità e sicurezza”, afferma il Presidente del Consiglio, ricordando il “ruolo centrale” dell’ANAC ed i suoi compiti di vigilanza e collaborazione con le Istituzioni. Meccanismi “troppo formali, burocratici, non rendono facile contrastare l’illegalità”, afferma Draghi, aggiungendo che “la semplificazione ha funzione anticorruttiva” e “serve per snellire e semplificare processi decisionali pubblici, farraginosità burocratiche, dove tendono ad annidarsi e proliferare fenomeni illeciti”.Non poteva mancare un cenno all’efficienza della giustizia civile e penale che – sottolinea il Premier – “richiede un processo giusto e di durata ragionevole, in linea con la durata degli altri Paesi europei”.Parlando dello Sport, il capo dell’esecutivo ha ricordato che è un “mondo profondamente radicato nella società e nell’immaginario collettivo” e “va tutelato”, non solo sotto il profilo degli investimenti, dei posti di lavoro, ma anche “per il suo straordinario valore sociale, educativo, formativo, salutistico”.Del turismo – ha affermato Draghi – ho già risposto ieri in Senato, ma “voglio ribadire che se c’è un settore che riparte è quello, lì è sicuro che riparte, perché siamo l’Italia, quindi merita sostegno”.”Spero condividiate questo sguardo costantemente rivolto al futuro, che confido ispiri lo sforzo comune verso il superamento di questa emergenza sanitaria e della crisi economica e che, certamente, caratterizzerà nelle mie ambizioni l’azione di questo governo”, ha concluso il Premier. LEGGI TUTTO

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    Crisi Whirlpool: lavoratori protestano, sindacati in pressing

    (Teleborsa) – Esordio col botto per Giancarlo Giorgetti al Ministero dello Sviluppo Economico, subito alle prese con il dossier Whirpool. Questa mattina circa 140 lavoratori della Whirlpool di Napoli hanno raggiunto la Capitale per protestare davanti al MiSE contro la chiusura della fabbrica.”Giorgetti ci ha detto che la prossima settimana inizierà subito a studiare, a prendere contatti, e che quella di Whirlpool sarà una delle prime vertenze che convocherà”. E’ quanto ha riferito il segretario nazionale Fiom, Barbara Tibaldi, dopo il breve incontro tra il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, con i sindacati di categoria sulla vertenza Whirlpool. “Abbiamo posto alcune questioni. La prima è che abbiamo bisogno che ci sia la proroga del blocco dei licenziamenti. Su questo si è impegnato, con il ministero del Lavoro, a lavorarci e ad allungare un tempo di copertura per tutti i lavoratori italiani per poter affrontare le crisi industriali e trovare una soluzione”.”Il Ministro Giorgetti ha ricevuto le segreterie nazionali di Fim Fiom Uilm e una delegazione di lavoratori della Whirlpool di Napoli, in presidio sotto la sede del Ministero dello Sviluppo Economico. Accolte le nostre richieste di interloquire con la multinazionale e di riconvocare a breve il tavolo. Inoltre ha accettato la nostra istanza di adoperarsi, in concerto con il Ministro del lavoro, per evitare che il 31 marzo parta la procedura di licenziamento per i 350 lavoratori di Napoli”. Questa la nota diffusa da Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, e Gianluca Ficco, Responsabile nazionale Uilm per il settore elettrodomestico.”Sappiamo che questo Governo possiede l’autorevolezza necessaria per risolvere questa vertenza – dichiarano – speriamo che dimostri anche una forte volontà di essere al fianco dei lavoratori”.”Abbiamo apprezzato la disponibilità del ministro Giorgetti a riceverci immediatamente – concludono – ora attendiamo azioni importanti per la risoluzione di questa vertenza”. LEGGI TUTTO