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    Lavoro, da indennizzi a blocco licenziamenti: le mosse di Orlando

    (Teleborsa) – “Il 30 giugno finirà il blocco per le grandi imprese che dispongono degli ammortizzatori sociali” mentre “per le altre si proseguirà fino in autunno anche in ragione di una riforma che stiamo portando avanti e dovrà estendere questi strumenti anche alle imprese più piccole e alla aree del lavoro che non sono coperte da questi strumenti”. Ma “la data del 30 di giugno può essere affrontata con ulteriori mezzi sui quali, con il Ministro Giorgetti, dobbiamo lavorare”. Così il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, a Radio Capital sottolineando che “ci sono settori che sono ripartiti in modo solido e ci sono settori invece nei quali, a prescindere dalle dimensioni, ci sono effetti che vanno affrontati con mezzi diversi”.Sul fronte degli indennizzi “sappiamo che, con il decreto di qualche giorno fa, è stata fatta solo una parte di quanto necessario e che dobbiamo fare di più, che dobbiamo metterci subito a lavoro per andare in questa direzione”. Orlando ha poi chiarito che “non è prevista alcuna ipotesi di licenziamento per i lavoratori del settore sanitario che non intendono vaccinarsi”, invitando a non disperdere le energie “in polemiche abbastanza inutili”. “Nella norma – ha spiegato – non è prevista l’ipotesi di licenziamento ma “questo lo valuterà eventualmente il datore di lavoro con un passaggio di fronte al giudice. Si tratta di capire se nei casi più estremi, il prolungarsi di questa sospensione può portare a questo tipo di conseguenze. Noi non l’abbiamo prevista perchè non vogliamo che questa cosa sia gratuitamente punitiva nei confronti di nessuno”.Quanto all’incontro tra il Leader della Lega, Matteo Salvini, e il Primo ministro dell’Ungheria, Viktor Orban, “non credo sia stato opportuno”, dice il Ministro. “Penso non sia utile fare dei passi nella direzione di chi non ha mai aiutato nè l’Europa nè il nostro Paese. E “noi sappiamo di dover governare con forze molto distanti da noi ma se queste distanze aumentano ulteriormente diventa anche più difficile. Credo che, in questo momento, di difficoltà ne abbiamo già abbastanza”. LEGGI TUTTO

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    PNRR, ok della Camera alla Risoluzione sulla Relazione al Piano della maggioranza

    (Teleborsa) – La Camera dei Rappresentanti ha approvato con 412 sì, 11 no e 44 astenuti la Risoluzione sulla Relazione al PNRR della maggioranza. Nel testo si legge che il Governo si impegna “a redigere il Piano nazionale di ripresa e resilienza, nella sua versione definitiva, tenendo conto degli orientamenti” espressi dal Parlamento e a “rendere comunicazioni alle Camere prima della sua trasmissione alla Commissione europea”. L’esecutivo di Mario Draghi dovrà inoltre “assicurare il pieno coinvolgimento del Parlamento nelle fasi successive del PNRR”. Nella Relazione si chiede poi di precisare “la natura, la tempistica e le modalità di realizzazione delle riforme strutturali” e la “tempistica di realizzazione degli interventi programmati, nonché in merito alla ripartizione della spesa tra spesa in conto capitale e spesa di parte corrente”. La Relazione invita a valutare la “possibilità di istituire un Fondo Sovrano italiano pubblico-privato e Fondo dei Fondi, volto a favorire la patrimonializzazione delle imprese in cui possano confluire parte delle risorse del Piano, oltre al risparmio privato fiscalmente incentivato”. E chiede di favorire un “forte coinvolgimento dei privati attraverso l’utilizzo di strumenti che favoriscano l’apporto del capitale privato ai fini del raggiungimento degli obiettivi del Piano, anche attraverso l’utilizzo del Project financing”. “Si dovrebbe prevedere un adeguato coinvolgimento della Banca europea degli Investimenti (BEI) ad iniziative di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e delle banche del territorio per fornire linee di finanziamento agevolato alle micro-imprese supportandole nella transizione ecologica e digitale”, si legge. Nel testo si sollecita inoltre il Governo a introdurre una “disciplina semplificata in materia di appalti applicabile ai progetti del PNRR”.Domani la discussione si sposta in Senato. LEGGI TUTTO

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    USA, Biden lancia piano da 2.000 miliardi per ammodernare le infrastrutture

    (Teleborsa) – Ponti, strade, aeroporti, veicoli elettrici, banda larga, acquedotti, rete elettrica. Il piano da oltre 2.000 miliardi del presidente USA Joe Biden intende modernizzare ogni aspetto delle infrastrutture del Paese, non solo per dare un ulteriore impulso alla ripartenza dell’economia (grazie alla creazione di posti di lavoro per gli interventi), ma anche per affrontare sfide sociali di lunga data.Secondo molti esperti, se la spesa da 2.000 miliardi fosse confermata, il piano (i cui interventi sarebbero spalmati su 8 anni) potrebbe infatti porre fine a decenni di stagnazione degli investimenti federali in infrastrutture e riporterebbe gli investimenti governativi in quest’ambito, se rapportati alla grandezza dell’economia, ai livelli più alti dagli anni ’60.Approvare l’intero pacchetto non sarà però semplice: anche se c’è consenso bipartisan sulla necessità di investire sulle infrastrutture nella fase di uscita dalla pandemia, i repubblicani al Congresso cercheranno di contrastare l’ingente spesa pubblica prevista, oltre che frenare l’aumento della corporate tax previsto per finanziare il piano.I grandi investimenti del piano sarebbero finanziati in particolare da un aumento delle imposte sulle imprese, che passerebbero dal 21% al 28%. Secondo la Casa Bianca, il tasso rimarrebbe comunque, dopo questo aumento, al minimo dalla Seconda guerra mondiale, ad eccezione degli anni trascorsi dalla riforma fiscale di Donald Trump approvata nel 2017. Altri interventi per recuperare fondi riguarderebbero l’eliminazione di tutte le agevolazioni fiscali sui combustibili fossili e l’abrogazione degli incentivi per spostare attività e posti di lavoro offshore.Secondo le ricostruzioni di Reuters, il piano comprende 650 miliardi di dollari per strade, ferrovie e trasporti. In particolare, si punterebbe a modernizzare 20.000 miglia di autostrade e strade, e 10.000 ponti. Raddoppierebbero i finanziamenti federali per il trasporto pubblico con un investimento di 85 miliardi di dollari, sarebbero destinati 25 miliardi per aeroporti, 17 miliardi per vie navigabili interne, porti e traghetti. Ci sarebbero inoltre 174 miliardi di dollari per stimolare il mercato dei veicoli elettrici.Un’altra grande parte del piano riguarda le cosiddette “infrastrutture domestiche”, come banda larga, acqua pulita, rete elettrica e alloggi di buona qualità, per complessivi 650 miliardi di dollari. Tra le altre cose, sarebbero sostituiti il 100% dei tubi di piombo che trasportano l’acqua nelle città di tutto il Paese e si porterebbe l’accesso alla banda larga per circa il 35% degli americani delle zone rurali che non hanno il servizio.Altri 400 miliardi sarebbero per la “care economy”, con fondi per gli operatori sanitari e l’assistenza domiciliare o comunitaria per centinaia di migliaia di anziani e persone con disabilità. 580 miliardi di dollari andrebbero invece per produzione, formazione e ricerca. Di questi, 50 miliardi per la produzione domestica di semiconduttori e 180 miliardi in ricerca e sviluppo con un focus sull’energia pulita. LEGGI TUTTO

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    Covid, Johnson e la politica dei “piccoli passi”: serve ancora cautela

    (Teleborsa) – Zero morti conteggiati per Covid ieri a Londra, come non succedeva da sei mesi: lo confermano i dati disaggregati diffusi da Public Health England ripresi dai media del Regno, dopo che le cifre nazionali diffuse domenica su un totale di decessi giornalieri ridotto a 19 in tutto il Regno Unito. L’indicazione si giova del ritardo statistico su parte dei dati del weekend, ma comunque conferma una tendenza al calo delle vittime ai minimi da inizio pandemia. I medici londinesi parlano di risultato “fantastico” notando la parallela riduzione dei ricoveri, con non più di una media di “1 o 2 morti ogni due giorni” nelle terapie intensive.Da oggi in Inghilterra torna in vigore la cosiddetta regola del 6, che allarga la possibilità dei contatti sociali fino a 6 persone di due nuclei familiari diversi, nell’ambito dell’allentamento graduale e a tappe del lockdown (in vigore da ormai tre mesi) annunciato da Boris Johnson nelle scorse settimane: allentamento che resta comunque cauto e condizionato all’andamento “dei dati, non a date” prestabilite, come ribadito nelle scorse ore dallo stesso premier Tory britannico, mentre il Regno Unito continua a correre sul fronte dei vaccini con quasi 34 milioni di dosi somministrate (oltre 30 milioni di persone sottoposte alla prima iniezione, secondo l’aggiornamento di ieri, e oltre 3 milioni e mezzo di richiami). Dopo la riapertura delle scuole d’inizio marzo, la novità di oggi riguarda la ripresa delle attività sportive individuali all’aperto (tennis o golf). Ancora chiusi negozi non essenziali, pub, ristoranti (salvo asporto), cinema, teatri, piscine e luoghi d’intrattenimento. Per negozi e parrucchieri la riapertura, se la tendenza al calo dei contagi da Covid proseguirà, è fissata per il 12 aprile, quando tornerà ad essere consentito anche il servizio solo all’aperto in pub e ristoranti; cinema, teatri e locali al chiuso dovranno aspettare la seconda metà di maggio, quando potrebbero essere riviste pure alcun vincoli sui viaggi interni. Per i viaggi internazionali, l’attività alberghiera e gli eventi pubblici collettivi una speranza di normalizzazione è indicata non prima del 21 giugno.LA POLITICA DEI PICCOLI PASSI – L’alleggerimento dal lockdown iniziato oggi in Inghilterra “è un piccolo passo reso possibile da mesi di sacrifici” e permette di “sfruttare il bel tempo” per fare ad esempio più esercizio sportivo all’aperto. Lo ha detto Boris Johnson nel briefing di giornata, annunciando anche personalmente l’intenzione di tornare a giocare a tennis, ma non senza ammonire che il percorso avviato deve proseguire “con cautela”.Il Premier ha infatti notato che la seconda ondata di contagi è ancora in ascesa “nel continente”, mentre ha insistito sulla necessità “vitale” di continuare con i vaccini, inclusi i richiami e a partire dai “più vulnerabili”. LEGGI TUTTO

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    Gentiloni: priorità rimane sostegno all'economia

    (Teleborsa) – “La priorità, quest’anno e il prossimo, rimane il sostegno all’economia poichè non siamo ancora usciti dalla crisi. Qualsiasi ritiro prematuro delle misure potrebbe avere conseguenze molto negative e ritardare la ripresa”. Il Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha ribadito l’approccio della Commissione di fronte alla pandemia da Coronavirus, in audizione davanti alla Corte dei Conti francese: “come già indicato il 3 marzo, la clausola di deroga al Patto dovrà rimanere in piedi fino al 2022 incluso” e Bruxelles, ha sottolineato, “confermerà la sua posizione a maggio”.Per Gentiloni occorre muoversi con “molta prudenza e molto gradualmente” oltre che in maniera “coordinata” e “passare progressivamente da un approccio globale ad azioni mirate, meno costose per le finanze pubbliche”, con una politica fiscale che sappia adattarsi “all’evoluzione della situazione”.La revisione delle regole di Bilancio europee, ha detto, “appare più che mai necessaria” e “riprenderemo il dibattito dopo l’estate”. Bisogna fare in modo che queste possano “sostenere la crescita” e “a mio avviso, le nuove regole di bilancio dovrebbero prevedere un trattamento speciale per gli investimenti”. Occorre anche “riflettere su scenari di riduzione del debito pubblico più graduali, realisti e differenti a seconda degli Stati membri”.”Ma – ha concluso Gentiloni – se vogliamo essere ambiziosi dobbiamo prendere in considerazione modifiche legislative. Tenendo conto delle circostanze, credo che abbiamo una chance storica di rivedere le nostre regole in maniera profonda”. LEGGI TUTTO

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    Vaccini, Genova: apre grande hub Fiera, presenti Figliuolo e Curcio

    (Teleborsa) – “Non fermiamoci ai numeri ma utilizziamoli per fare un salto in avanti”. Così Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile oggi a Genova per l’apertura del maxi-hub vaccinale della Fiera, insieme al Commissario all’emergenza, Generale Francesco Figliuolo. “Noi – ha sottolineato – siamo in guerra. Servono norme da guerra. E mi pare che qui lo si stia facendo, a cominciare dall’impiego delle farmacie che vedrà in Liguria uno dei punti di prima attivazione, così come la norma che sblocca l’operatività degli infermieri e tante altre cose fatte e recepite per favorire sia la parte tecnica che politica”. “Fateci vedere cosa sapete fare – ha concluso – così che noi possiamo trasferirlo a livello nazionale come best practice da mettere in atto tutti insieme”.”Il piano vaccinale – ha detto il Generale Figliuolo – non deve cambiare ogni due settimane: le Regioni hanno la programmazione bimensile delle aziende più grandi. Di Pfizer e AstraZeneca sanno già cosa arriva fino a fine aprile. Di Pfizer sanno addirittura le date”. Il generale ha confermato l’arrivo di circa tre milioni di dosi per fine mese, che “ci porteranno a un totale da inizio campagna di 14 milioni e 170.000 dosi, rispetto allo stimato iniziale di 15,6 milioni, ma che è di più rispetto ai cali che inizialmente avevano paventato le aziende. E di questo ritengo si debba dare atto all’intervento del nostro Primo Ministro. Poi spazio ad un messaggio di speranza: “Sono convinto che l’Italia ce la farà”. Mercoledì prossimo, 31 marzo, Commissario all’emergenza Covid e Capo della Protezione civile faranno tappa in Lombardia. Lo ha annunciato commissario lombardo Guido Bertolaso al termine della visita al nuovo hub vaccinale nell’ex tribunale di Crema (Cremona). “Verranno a vedere che cosa stiamo facendo – ha detto Bertolaso – verranno a vedere i nostri programmi, faremo il punto sulla situazione e non nasconderemo loro i problemi che abbiamo avuto e stiamo affrontando e risolvendo”. LEGGI TUTTO

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    Vaccini in azienda e più dosi, Governo prepara lo sprint

    (Teleborsa) – “Avremo 4 milioni di dosi di vaccino già a fine mese e poi aspettiamo 50 milioni di dosi per il prossimo trimestre”. Lo avrebbe detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso dell’incontro su vaccini e aggiornamento del protocollo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro cui partecipano il collega di Governo Andrea Orlando e i rappresentanti delle parti sociali.Secondo fonti che partecipano all’incontro Speranza avrebbe sottolineato che tra i 50 milioni di dosi di vaccino nel secondo trimestre “ci saranno le prime dosi di Johnson & Johnson, che è un vaccino monodose che avrà sul piano della logistica un impatto non banale”.Speranza avrebbe aggiunto che nel nuovo piano presentato nella Conferenza Stato-Regioni le fasce anagrafiche saranno un elemento guidante nei prossimi mesi e che sei decessi su dieci riguardano la popolazione oltre gli 80 anni.Il Ministro ha anche detto che “ieri sono state somministrate oltre 230.000 dosi di vaccini. E’ un dato in crescita”. Imperativo categorico adesso, fare in fretta. “Adesso è fondamentale accelerare per completare la vaccinazione degli over 80 e dei soggetti più fragili – ha aggiunto – per i successivi passi della campagna vaccinale lavoriamo al coinvolgimento delle strutture produttive in grado di garantire i necessari standard di sicurezza”.Nel corso dell’incontro, il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha comunicato che nelle “prossime settimane saranno definiti i requisiti minimi essenziali per le vaccinazioni nei posti di lavoro”. “In seguito agli incontri tecnici tra Ministero della Salute, struttura commissariale e Inail possiamo riassumere alcuni punti – ha affermato – il quadro complessivo di riferimento sarà dato dal piano vaccinale che è coordinato dal Commissario straordinario Figliuolo. Noi stiamo pensando a come valorizzare le potenzialità del tessuto produttivo e dei luoghi di lavoro per consentire che siano utilizzati per la vaccinazione. E questo naturalmente, come è ovvio, per rendere il più possibile capillare la vaccinazione, rispettando le priorità che sono individuate dal piano strategico nazionale del Ministero della Salute. La prima questione che si è posta è quella di definire i requisiti minimi essenziali, che consentono di realizzare le condizioni di sicurezza, e che siano in coerenza con i requisiti che sono gia’ previsti per i percorsi ordinari”.Orlando ha poi sottolineato che “queste linee di indirizzo saranno oggetto di confronto con le Regioni e le Province autonome per arrivare a un documento condiviso e i criteri e le modalità di adesione delle aziende agli standard, devono invece essere definite in linea di diritto, da sottoporre alle parti sociali”.Il Ministro del Lavoro ha aggiunto che “abbiamo pensato a un meccanismo di adesione che consenta alla singola azienda, o più aziende assieme, di aderire senza prevedere il requisito minimo di carattere dimensionale. Tuttavia, la campagna potrebbe essere più agevole, articolandola per le aziende medie, quelle fra 50 e 249 dipendenti, e le aziende di grandi dimensioni, quelle fra i 250 e più dipendenti. Le ultime infatti essendo più strutturate, avrebbero una maggiore capacità di rispettare gli standard minimi di agibilità”.La campagna avrà un arco temporale molto ridotto, sulla base di un meccanismo adesione da parte delle imprese senza prevedere un requisito minimo dimensionale. Sarà definito uno standard per le adesioni, mentre per le piccole imprese si può immaginare forme di aggregazione, l’utilizzo spazi Inail e unità mobili. La priorità, tuttavia, resta la vaccinazione delle fasce di popolazione più a rischio in quanto più di otto decessi su dieci riguardano gli ultrasettantenni (6 su 10 oltre gli 80 anni e 2,5 su 10 nella fascia 70-79 anni).Quello di oggi è stato un “passaggio importante” verso la definizione di un protocollo che consentirà di fare le vaccinazioni sui luoghi di lavoro”, ha detto Orlando dando appuntamento al 6 aprile quando “ci rivedremo per iniziare questo percorso per attivare questo canale di vaccinazione che sarà parallelo a quello delle strutture territoriali e consentirà a milioni di lavoratori di accedere al vaccino e, quindi, di andare avanti con più speranza rispetto all’uscita dalla pandemia”. LEGGI TUTTO

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    Dossier Whirlpool, stallo preoccupa lavoratori e Sindacati

    (Teleborsa) – Si alza l’asticella della tensione e dell’attenzione sul delicato dossier Whirpool. Questa mattina, Presidio dei lavoratori in Piazza del Plebiscito a Napoli per sollecitare la Prefettura ad “intervenire sul Governo affinchè al più presto – come precisato da FIM FIOM e UILM nella lettera consegnata in un incontro che si è tenuto al palazzo di Governo – ci sia una convocazione di un incontro sindacale per poter ripresentare le ragioni del nostro No alla chiusura di Napoli e dimostrare il lento disimpegno dall’Italia che in tutti i siti si sta registrando con azioni sistematiche che contraddicono impegni ed accordi”.”Vicinanza” ai lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Napoli è stata immediatamente espressa dal prefetto partenopeo, Marco Valentini, che ha incontrato una delegazione sindacale in rappresentanza delle tute blu, assicurando che “saranno sensibilizzate al riguardo le autorità di Governo”. In una nota della Prefettura si legge che “i segretari confederali di categoria hanno rappresentato il persistere dello stato di tensione dei circa 400 lavoratori coinvolti nella dismissione dello stabilimento, che si inquadra in un contesto sociale ed economico già fortemente critico”. La delegazione, richiamando la manifestazione nazionale prevista per la giornata di domani, ha formulato l’auspicio della pronta ripresa del confronto sulla questione nell’ambito del tavolo istituito presso il ministero dello Sviluppo economico.SINDACATI IN PRESSING – Le parti sociali chiedono di essere parte attiva della trattativa. “Abbiamo ribadito la necessità – ha riferito il segretario generale della Fiom di Napoli, Rosario Rappa – di avere con il Ministro Giorgetti un confronto per poter spiegare il nostro punto di vista: Whirlpool deve rimanere a Napoli a produrre lavatrici”. Domani mattina da Napoli una delegazione di via Argine prenderà parte a Roma ad un presidio promosso da FIM FIOM UILM al MiSE sulle vertenze ancora aperte del settore metalmeccanico.WIl Ministro Giorgetti riattivi il tavolo e riprenda il confronto con il sindacato. A poco più di un mese dall’informale scambio di battute avuto a Roma nel giorno dell’insediamento del nuovo ministro, riteniamo di fondamentale importanza riprendere un confronto affinchè il tempo possa giocare a nostro favore e si dia un vero segno di discontinuità rispetto al Governo precedente”. Lo chiedono Gianpiero Tipaldi e Biagio Trapani, rispettivamente segretari generali della Cisl Napoli e Fim Napoli. “Sarebbe un gravissimo errore smarcare la multinazionale dalle proprie responsabilità che non sono solo industriali, ma anche sociali in un territorio già martoriato dalla mancanza delle istituzioni”. Dura anche la posizione di Giovanni Sgambati, segretario generale della Uil Campania, che questa mattina ha partecipato al presidio dei lavoratori che “aspettano risposte, certezze, è necessario riattivare un tavolo Whirlpool presso il Ministero, così come per le altre vertenze calde della nostra regione, afferma, anche perchè la proroga dei licenziamenti, non può durare in eterno”, ha concluso. LEGGI TUTTO