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    Vaccini, Genova: apre grande hub Fiera, presenti Figliuolo e Curcio

    (Teleborsa) – “Non fermiamoci ai numeri ma utilizziamoli per fare un salto in avanti”. Così Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile oggi a Genova per l’apertura del maxi-hub vaccinale della Fiera, insieme al Commissario all’emergenza, Generale Francesco Figliuolo. “Noi – ha sottolineato – siamo in guerra. Servono norme da guerra. E mi pare che qui lo si stia facendo, a cominciare dall’impiego delle farmacie che vedrà in Liguria uno dei punti di prima attivazione, così come la norma che sblocca l’operatività degli infermieri e tante altre cose fatte e recepite per favorire sia la parte tecnica che politica”. “Fateci vedere cosa sapete fare – ha concluso – così che noi possiamo trasferirlo a livello nazionale come best practice da mettere in atto tutti insieme”.”Il piano vaccinale – ha detto il Generale Figliuolo – non deve cambiare ogni due settimane: le Regioni hanno la programmazione bimensile delle aziende più grandi. Di Pfizer e AstraZeneca sanno già cosa arriva fino a fine aprile. Di Pfizer sanno addirittura le date”. Il generale ha confermato l’arrivo di circa tre milioni di dosi per fine mese, che “ci porteranno a un totale da inizio campagna di 14 milioni e 170.000 dosi, rispetto allo stimato iniziale di 15,6 milioni, ma che è di più rispetto ai cali che inizialmente avevano paventato le aziende. E di questo ritengo si debba dare atto all’intervento del nostro Primo Ministro. Poi spazio ad un messaggio di speranza: “Sono convinto che l’Italia ce la farà”. Mercoledì prossimo, 31 marzo, Commissario all’emergenza Covid e Capo della Protezione civile faranno tappa in Lombardia. Lo ha annunciato commissario lombardo Guido Bertolaso al termine della visita al nuovo hub vaccinale nell’ex tribunale di Crema (Cremona). “Verranno a vedere che cosa stiamo facendo – ha detto Bertolaso – verranno a vedere i nostri programmi, faremo il punto sulla situazione e non nasconderemo loro i problemi che abbiamo avuto e stiamo affrontando e risolvendo”. LEGGI TUTTO

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    Vaccini in azienda e più dosi, Governo prepara lo sprint

    (Teleborsa) – “Avremo 4 milioni di dosi di vaccino già a fine mese e poi aspettiamo 50 milioni di dosi per il prossimo trimestre”. Lo avrebbe detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso dell’incontro su vaccini e aggiornamento del protocollo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro cui partecipano il collega di Governo Andrea Orlando e i rappresentanti delle parti sociali.Secondo fonti che partecipano all’incontro Speranza avrebbe sottolineato che tra i 50 milioni di dosi di vaccino nel secondo trimestre “ci saranno le prime dosi di Johnson & Johnson, che è un vaccino monodose che avrà sul piano della logistica un impatto non banale”.Speranza avrebbe aggiunto che nel nuovo piano presentato nella Conferenza Stato-Regioni le fasce anagrafiche saranno un elemento guidante nei prossimi mesi e che sei decessi su dieci riguardano la popolazione oltre gli 80 anni.Il Ministro ha anche detto che “ieri sono state somministrate oltre 230.000 dosi di vaccini. E’ un dato in crescita”. Imperativo categorico adesso, fare in fretta. “Adesso è fondamentale accelerare per completare la vaccinazione degli over 80 e dei soggetti più fragili – ha aggiunto – per i successivi passi della campagna vaccinale lavoriamo al coinvolgimento delle strutture produttive in grado di garantire i necessari standard di sicurezza”.Nel corso dell’incontro, il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha comunicato che nelle “prossime settimane saranno definiti i requisiti minimi essenziali per le vaccinazioni nei posti di lavoro”. “In seguito agli incontri tecnici tra Ministero della Salute, struttura commissariale e Inail possiamo riassumere alcuni punti – ha affermato – il quadro complessivo di riferimento sarà dato dal piano vaccinale che è coordinato dal Commissario straordinario Figliuolo. Noi stiamo pensando a come valorizzare le potenzialità del tessuto produttivo e dei luoghi di lavoro per consentire che siano utilizzati per la vaccinazione. E questo naturalmente, come è ovvio, per rendere il più possibile capillare la vaccinazione, rispettando le priorità che sono individuate dal piano strategico nazionale del Ministero della Salute. La prima questione che si è posta è quella di definire i requisiti minimi essenziali, che consentono di realizzare le condizioni di sicurezza, e che siano in coerenza con i requisiti che sono gia’ previsti per i percorsi ordinari”.Orlando ha poi sottolineato che “queste linee di indirizzo saranno oggetto di confronto con le Regioni e le Province autonome per arrivare a un documento condiviso e i criteri e le modalità di adesione delle aziende agli standard, devono invece essere definite in linea di diritto, da sottoporre alle parti sociali”.Il Ministro del Lavoro ha aggiunto che “abbiamo pensato a un meccanismo di adesione che consenta alla singola azienda, o più aziende assieme, di aderire senza prevedere il requisito minimo di carattere dimensionale. Tuttavia, la campagna potrebbe essere più agevole, articolandola per le aziende medie, quelle fra 50 e 249 dipendenti, e le aziende di grandi dimensioni, quelle fra i 250 e più dipendenti. Le ultime infatti essendo più strutturate, avrebbero una maggiore capacità di rispettare gli standard minimi di agibilità”.La campagna avrà un arco temporale molto ridotto, sulla base di un meccanismo adesione da parte delle imprese senza prevedere un requisito minimo dimensionale. Sarà definito uno standard per le adesioni, mentre per le piccole imprese si può immaginare forme di aggregazione, l’utilizzo spazi Inail e unità mobili. La priorità, tuttavia, resta la vaccinazione delle fasce di popolazione più a rischio in quanto più di otto decessi su dieci riguardano gli ultrasettantenni (6 su 10 oltre gli 80 anni e 2,5 su 10 nella fascia 70-79 anni).Quello di oggi è stato un “passaggio importante” verso la definizione di un protocollo che consentirà di fare le vaccinazioni sui luoghi di lavoro”, ha detto Orlando dando appuntamento al 6 aprile quando “ci rivedremo per iniziare questo percorso per attivare questo canale di vaccinazione che sarà parallelo a quello delle strutture territoriali e consentirà a milioni di lavoratori di accedere al vaccino e, quindi, di andare avanti con più speranza rispetto all’uscita dalla pandemia”. LEGGI TUTTO

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    Dossier Whirlpool, stallo preoccupa lavoratori e Sindacati

    (Teleborsa) – Si alza l’asticella della tensione e dell’attenzione sul delicato dossier Whirpool. Questa mattina, Presidio dei lavoratori in Piazza del Plebiscito a Napoli per sollecitare la Prefettura ad “intervenire sul Governo affinchè al più presto – come precisato da FIM FIOM e UILM nella lettera consegnata in un incontro che si è tenuto al palazzo di Governo – ci sia una convocazione di un incontro sindacale per poter ripresentare le ragioni del nostro No alla chiusura di Napoli e dimostrare il lento disimpegno dall’Italia che in tutti i siti si sta registrando con azioni sistematiche che contraddicono impegni ed accordi”.”Vicinanza” ai lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Napoli è stata immediatamente espressa dal prefetto partenopeo, Marco Valentini, che ha incontrato una delegazione sindacale in rappresentanza delle tute blu, assicurando che “saranno sensibilizzate al riguardo le autorità di Governo”. In una nota della Prefettura si legge che “i segretari confederali di categoria hanno rappresentato il persistere dello stato di tensione dei circa 400 lavoratori coinvolti nella dismissione dello stabilimento, che si inquadra in un contesto sociale ed economico già fortemente critico”. La delegazione, richiamando la manifestazione nazionale prevista per la giornata di domani, ha formulato l’auspicio della pronta ripresa del confronto sulla questione nell’ambito del tavolo istituito presso il ministero dello Sviluppo economico.SINDACATI IN PRESSING – Le parti sociali chiedono di essere parte attiva della trattativa. “Abbiamo ribadito la necessità – ha riferito il segretario generale della Fiom di Napoli, Rosario Rappa – di avere con il Ministro Giorgetti un confronto per poter spiegare il nostro punto di vista: Whirlpool deve rimanere a Napoli a produrre lavatrici”. Domani mattina da Napoli una delegazione di via Argine prenderà parte a Roma ad un presidio promosso da FIM FIOM UILM al MiSE sulle vertenze ancora aperte del settore metalmeccanico.WIl Ministro Giorgetti riattivi il tavolo e riprenda il confronto con il sindacato. A poco più di un mese dall’informale scambio di battute avuto a Roma nel giorno dell’insediamento del nuovo ministro, riteniamo di fondamentale importanza riprendere un confronto affinchè il tempo possa giocare a nostro favore e si dia un vero segno di discontinuità rispetto al Governo precedente”. Lo chiedono Gianpiero Tipaldi e Biagio Trapani, rispettivamente segretari generali della Cisl Napoli e Fim Napoli. “Sarebbe un gravissimo errore smarcare la multinazionale dalle proprie responsabilità che non sono solo industriali, ma anche sociali in un territorio già martoriato dalla mancanza delle istituzioni”. Dura anche la posizione di Giovanni Sgambati, segretario generale della Uil Campania, che questa mattina ha partecipato al presidio dei lavoratori che “aspettano risposte, certezze, è necessario riattivare un tavolo Whirlpool presso il Ministero, così come per le altre vertenze calde della nostra regione, afferma, anche perchè la proroga dei licenziamenti, non può durare in eterno”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Franco: “Ripresa tema numero uno, condizioni restano impegnative”

    (Teleborsa) – “Dal punto di vista dell’economia ci attendiamo un lieve calo del PIL nel primo trimestre, un recupero nel secondo trimestre con una accelerazione nel terzo e nel quarto”. E’ quanto ha affermato il Ministro dell’Economia, Daniele Franco, intervenendo in qualità di presidenza italiana del G20 ad un dibattito organizzato da Bloomberg. “Dobbiamo fare ancora tanta strada per tornare al PIL del 2019″, ha aggiunto.”Nelle prossime settimane” il Governo potrebbe decidere altre misure anticrisi, ma poi “la questione cruciale” è quella della loro rimozione, che inizierà “più avanti nell’anno”. “In Italia stiamo ancora adottando misure, nelle scorse settimane ne sono state introdotte per un ammontare pari all’1,5% del PIL e forse altre misure saranno prese nelle prossime settimane”, ha detto.”In Italia non siamo ancora alla normalità” sull’emergenza pandemica, “abbiamo ancora un flusso rilevante di nuovi contagi, il processo di vaccinazioni è ben avviato e stiamo puntato a raggiungere mezzo milione di dosi al giorno tra circa un mese. Il Paese resta sotto pesanti restrizioni alla mobilità, le scuole resta chiuse”, ha rilevato il ministro dell’Economia, Daniele Franco, durante un convegno online. “Pensiamo che successivamente la situazione migliorerà gradualmente e si muoverà verso la normalità, diciamo verso maggio e giugno data la disponibilita’ di vaccini, da una parte, e dall’altra la stagione e il caldo che aiuteranno”, ha aggiunto.”Lavoriamo per fornire il nostro Piano (di ripresa e resilienza) alla Commissione europea per la fine di aprile”. Per l’Italia il piano apporterà “190 miliardi di euro tra sovvenzioni a fondo perso e prestiti su sei anni, circa il 10% del PIL per sostenere investimenti in varie aree”, ha aggiunto.”Affrontare le sfide climatiche non può più essere rinviato, dobbiamo limitare le ricadute sulle emissioni di carbonio dell’attività umana, ma sappiamo che si può fare solo su scala globale”. “Penso che tutti i Paesi abbiano accettato che dobbiamo fare il prima possibile sul controllo delle emissioni. La sfida – ha concluso Franco – è aggiustare i modi con cui cresciamo, consumiamo e investiamo”. LEGGI TUTTO

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    Cattolica, Bedoni e Ferraresi in audizione in commissione di inchiesta sulle banche

    (Teleborsa) – Dopo il segretario generale dell’Ivass, Stefano De Polis, saranno Paolo Bedoni e Carlo Ferraresi, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Cattolica Assicurazioni, ad essere ascoltati in commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario sulle “recenti vicende della società”.L’audizione, in programma nella mattinata di martedì 23 marzo, sarà focalizzata sulla governance della società, che è finita nel mirino dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, e i cui vertici sono sotto inchiesta della magistratura per illecita influenza sull’assemblea.Gran parte dell’audizione, così come successo con De Polis, dovrebbe essere secretata perché il procedimento sanzionatorio non si è ancora concluso e si tratta di una società quotata.Nel pomeriggio, si legge nell’avviso di convocazione, verranno invece ascoltati i commissari liquidatori di Veneto Banca, “in merito allo stato della procedura di liquidazione coatta amministrativa” dell’ex popolare veneta. LEGGI TUTTO

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    MISE, incontro Giorgetti-Le Maire: visione comune su autonomia strategica dell'Europa

    (Teleborsa) – Italia e Francia hanno “una visione comune sul fatto che la pandemia ha fatto ben capire la necessità di un’autonomia strategica dell’Europa”. È quanto ha sostenuto il ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, al termine dell’incontro con il ministro francese dell’economica, delle finanze e del rilancio Bruno Le Maire.Al centro del bilaterale al MISE c’è stata la cooperazione industriale tra i due Paesi, la strategia industriale europea, la cooperazione trilaterale Italia, Francia, Germania, e le priorità della Presidenza italiana del G20. Tra i temi discussi, ha spiegato Giorgetti, “anche l’opportunità dell’industria europea indipendente sia su biotecnologia che biomedicali”.Guardando alla fase di ripresa post-pandemia, secondo Le Maire sui conti pubblici non bisogna ripetere “l’errore del 2011, quello di voler ripristinare troppo velocemente la finanza pubblica che ha finito per uccidere crescita. Il tempo del risanamento verrà, ma quando la crescita sarò tornata e la crisi sarà alle nostre spalle”. “La rinascita economica sarà la prima cosa da assicurare dopo la soluzione del problema sanitario”, gli ha fatto eco Giorgetti.”Adesso per l’Unione europea è indispensabile avviare il prima possibile il rilancio e invitiamo gli Stati europei che non lo abbiano ancora fatto a ratificare norme sulle le risorse proprie in modo che il rilancio europeo possa finalmente a partire – ha affermato il ministro francese – Non è accettabile che gli Stati uniti rilancino l’economia e l’Europa sia invece frenata. L’Europa deve assolutamente accelerare il rilancio”.IndustriaPer quanto riguarda gli incroci di interessi tra i due Paesi, un fronte caldo è quello di Stellantis, su cui entrambi i ministri si sono detti non interessati ad entrare nel capitale. “Non prevediamo nessuna partecipazione pubblica dello Stato in Stellantis, è una impresa privata”, ha affermato Le Maire, aggiungendo che “per noi la creazione di Stellantis è il segno di questa cooperazione franco-italiana in un settore che ci sta a cuore a tutti”.Per quanto riguarda la competitività del Vecchio Continente nel contesto globale, “la nostra industria non può essere oggetto di politiche predatorie rispetto alla tecnologia di cui disponiamo”, ha sottolineato Giorgetti. “Con il ministro Le Maire abbiamo discusso dei grandi progetti di importanza europea; tra questi quelli legati all’idrogeno e i temi dell’aerospazio”.Rete unica”Siamo in clamoroso ritardo rispetto a quelli che erano gli obiettivi, portare la rete altissima velocità a tutti i cittadini e alle imprese italiane”, ha sottolineato il ministro dello Sviluppo economico italiano parlando del progetto di rete unica.”Il governo italiano non è contrario al progetto di rete unica è contrario ai ritardi sul progetto – ha spiegato – “Il progetto societario di rete unica ha avuto dei ritardi, se va in porto rapidamente e offre risposte efficienti a queste esigenze è sicuramente una cosa accettabile ma se invece è qualche cosa che ostacola, rallenta o impedisce il raggiungimento di questi obiettivi diventa un problema. Quindi è semplicemente un mezzo per arrivare ad un obiettivo. Non c’è un’opzione negativa o positiva a priori”. LEGGI TUTTO

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    Dl sostegni, Durigon: 32 miliardi aiuto determinante per ripartenza economia

    (Teleborsa) – “Sicuramente l’impegno di 32 miliardi è determinante per far ripartire la nostra economia. All’interno c’è un grande intervento sul piano vaccinale e sull’acquisto anche dei farmaci mononucleari. Economicamente ci sarà un ristoro molto importante, superiore ai 4 ristori che fece il Governo Conte, parliamo di 12 miliardi circa per i rimborsi indennizzi partite IVA, professionisti e aziende fino a un fatturato di 10 milioni di euro; quindi un impatto vero per circa 2,8 milioni di aziende”. Lo ha detto il Sottosegretario all’economia, Claudio Durigon, a Rai Radio1, sul dl sostegni che il Governo dovrebbe approvare questa settimana.Per le aziende, partite IVA e professionisti, ha confermato Durigon, “finalmente” si comparerà “l’anno 2020 e il 2019 e si daranno a tutte quelle aziende che hanno avuto una perdita”. La perdita di fatturato da parte del tessuto economico, è stata “di 400 miliardi, questo è il primo atto, non si può pensare che si possa dare tutto o gran parte della perdita effettiva”, ha aggiunto.Decreto sostegni, dunque, pronto a tagliare il traguardo. Ancora in corso le ultime verifiche nel Governo ma secondo fonti dell’esecutivo, è ormai probabile che venerdì sia convocato il Consiglio dei ministri chiamato a dare il via al provvedimento.Nella stessa giornata, secondo le stesse fonti, il Premier Mario Draghi potrebbe tenere una conferenza stampa per illustrare il decreto ma anche per soffermarsi su alcuni punti critici e prioritaria della campagna di vaccinazione. La conferenza, infatti, arriverebbe 24 ore dopo il verdetto dell’EMA su Astrazeneca. LEGGI TUTTO

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    ITA accelera, passi avanti verso il decollo

    (Teleborsa) – La Commissione trasporti della Camera dei Deputati ha votato a larga maggioranza il parere favorevole al nuovo piano industriale di ITA. Lo dichiara Luciano Nobili, capogruppo Italia Viva e relatore del provvedimento.”Si tratta di un passaggio molto importante – afferma – che ha richiesto un approfondimento lungo e serio e una interlocuzione positiva con i vertici della Newco, guidata dal dottor Lazzerini e dall’ingegner Caio e con il Governo. In particolare voglio ringraziare il ministro Giorgietti che con la sua lunga e dettagliata audizione di oggi ha chiarito con precisione le intenzioni del Governo, la mission della nuova compagnia e il percorso sull’amministrazione straordinaria di Alitalia. Un cambio di passo rispetto alle incertezze, ai ritardi, ai rimpalli di responsabilità degli ultimi mesi di cui si vedono i frutti”.”Imperativo ora è fare presto e fare bene – aggiunge -: la temporanea nazionalizzazione della compagnia, l’impegno di ulteriori 3 miliardi di euro stanziati col decreto rilancio, non erano la nostra soluzione preferita, anzi. Ma la pandemia ha così aggravato la situazione da rendere il percorso obbligato. Sta a noi non dimenticare da dove veniamo, e cioè da una compagnia che registrava performance disastrose ben prima dell’arrivo del Covid e sulla quale occorre procedere, in ossequio alle indicazioni europee e alle convinzioni nostre e del Governo Draghi con una profonda discontinuità manageriale, organizzativa, aziendale e con l’obiettivo di scelte nell’interesse della tutela dell’investimento fatto e dell’equilibrio economico e finanziario della nuova compagnia. Nel nuovo piano industriale, che dovrà necessariamente subire degli aggiornamenti, c’è il profilo di un’azienda più snella, dinamica, che riscopre il lungo raggio, che punta sull’hub di Fiumicino, sul business di Linate, sul rapporto col cliente, sulla digitalizzazione e sulla sostenibilità”.”Sarà necessario accelerare l’interlocuzione in corso con la commissione Europea – prosegue Nobili – per permettere di trasferire quanto prima il settore aviation direttamente a Ita, e poi procedere secondo quanto sarà definito per concorrere a gestire handling, manutenzione, per tutelare slot e brand aziendale. L’interlocuzione col governo e l’impegno dello stesso ci fa ben sperare sulla risoluzione rapida della trattativa, nell’interesse del nostro Paese”.”Sarà fondamentale poi garantire adeguate tutele al personale di Alitalia e valorizzare gli asset che la gestione commissariale cederà con l’obiettivo di chiuderla il prima possibile. Allo stesso tempo bisognerà evitare errori del passato: per questo per noi è fondamentale lavorare, prima possibile, alla definizione di una partnership strategica dal punto di vista commerciale che possa tradursi in prospettiva in una partnership industriale con ingresso nel capitale sociale di ITA – conclude -. Negli ultimi 15 anni l’esborso di risorse pubbliche su Alitalia è stato abnorme e ingiustificato a fronte di risultati aziendali disastrosi. Che sia la volta buona per far partire una compagnia in grado di stare sul mercato, di accompagnare la ripartenza post Covid del turismo in Italia, che sarà uno dei nostri vettori di crescita più importanti, di avere un futuro senza debiti”.Proprio oggi, il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti aveva detto che è in corso una profonda revisione del piano industriale approvato dal CdA di Ita, alla luce delle negoziazioni con la Commissaria europea Margrethe Vestager. L’Unione europea per dare il via libera alla costituzione della nuova società ha chiesto all’Italia che questa sia in discontinuità con l’attuale compagnia aerea. “Parola d’ordine è discontinuità, orientamento al mercato e sostenibilità economica”, ha dichiarato Giorgetti in audizione alla commissione Trasporti della Camera. LEGGI TUTTO