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    Piano vaccini, a che punto siamo? Le prossime tappe

    (Teleborsa) – Mettere al sicuro la maggioranza della popolazione, a partire dalle categorie più fragili per tornare a una “pseudo” normalità in tempi relativamente brevi. Sulla carta la strada è tracciata, nella pratica – come prevedibile – non mancano difficoltà e intoppi. L’imperativo categorico è comunque accelerare sulla campagna vaccinale. In arrivo questa settimana circa due milioni e duecentomila dosi di vaccino. Nello specifico da ieri, lunedì e fino a mercoledì, è previsto un nuovo carico settimanale di Pfizer, con notevole aumento: circa un milione e mezzo di dosi. A queste, si aggiungeranno poi altre 400mila di Moderna. Oggi, martedì 13 aprile, 360mila dosi saranno stoccate nell’hub della Difesa a Pratica di Mare. Di queste, 184.800 riguardano il primo carico di Johnson & Johnson mentre altre 175.200 sono di AstraZeneca.Sono oltre 4,2 milioni i vaccini che verranno complessivamente consegnati tra il 15 e il 22 di aprile alle strutture sanitarie delle Regioni. In particolare è prevista la distribuzione di oltre tre milioni di Pfizer suddivisi in due mandate di 1,5 milioni, circa mezzo milione di Vaxzevria, oltre 400 mila di Moderna, e di più di 180 mila di Johnson & Johnson. Per la settimana 16-22 aprile si stimano circa 315 mila somministrazioni giornaliere negli oltre 2.200 punti vaccinali in tutta Italia attivi. E’ quanto comunica in una nota la struttura Commissariale per l’Emergenza Covid del generale Francesco Figliuolo. “Nel quadro delle priorità indicate dall’Ordinanza numero 6 del Commissario straordinario, il numero di persone di età superiore agli 80 anni che ha ricevuto almeno una somministrazione ha intanto superato quota 3 milioni, con un incremento di 500 mila unità rispetto alla settimana precedente. E’ stato così raggiunto con almeno una dose il 70% della platea di oltre 4,5 milioni rilevata con il sistema informatico ‘Tessera sanitaria’ e verificata dalle Regioni/Province autonome”.La campagna di vaccinazione “deve proseguire in modo uniforme a livello nazionale, senza deroghe ai principi che lo regolano, facendo riferimento all’ordinanza che indica le categorie prioritarie”, ha detto Figliuolo replicando alle parole del presidente della Campania Vincenzo De Luca. “L’obiettivo – aggiunge il Commissario – è quello di mettere al sicuro le persone fragili e le classi di età più anziane, che sono le più vulnerabili all’infezione. Più celermente si concluderà questa fase, prima si potrà procedere a vaccinare le categorie produttive”.”La Campania – aveva detto poco prima De Luca – è stata una regione tra le più rigorose d’Italia, ma una cosa è il rigore altro è la stupidità. Ho appena finito di parlare con il commissario Figliuolo al quale ho detto che una volta completati gli ultra ottantenni e i fragili noi non intendiamo procedere per fasce di età. Dedicheremo la struttura pubblica a curare i fragili e le persone anziane ma lavoreremo anche sui settori economici perché se decidiamo di andare avanti solo per fasce di età, quando avremo finito le fasce di età l’economia italiana sarà morta”. LEGGI TUTTO

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    “Io Apro”, manifestazione non autorizzata ristoratori ad alta tensione

    (Teleborsa) – “Siamo tutti un autogrill”, “Libertà, libertà”, “Vogliamo solo lavorare”: solo alcuni degli slogan scanditi a gran voce dai manifestanti che si sono dati appuntamento oggi a Roma per un’altra giornata di proteste. Molti i manifesti funebri che annunciano la morte di palestre e piscine.Inizia a salire l’asticella della tensione nel Paese in scia alle restrizioni in atto nel nostro Paese che hanno colpito alcuni settori più di altri. Ristoratori e vari movimenti autonomi ancora in piazza per un sit in che non è stato autorizzato. Piazza Montecitorio e dintorni completamente interdette dalle forze dell’ordine schierate in tenuta antisommossa con i manifestanti che sono stati fatti confluire in piazza San Silvestro dove non sono mancati lanci di petardi, bottiglie di vetro e oggetti vari. “Maggio sarà il mese delle riaperture”, dice la ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini. Che spiega: “Ad aprile abbiamo utilizzato il poco di agibilità guadagnata riaprendo le scuole e facendo ripartire i concorsi: dal 20 aprile ci sarà un punto in CdM per valutare la possibilità, sulla base dei contagi e dell’andamento del piano vaccinale, di qualche segnale di apertura già da subito; ma maggio sarà il mese della ripartenza: quindi tutti i ministeri sono al lavoro, stanno costruendo i protocolli per poter ripartire”. “Il nostro impegno – ha aggiunto – è di alleggerire il più possibile le misure laddove i dati lo consentano. Vogliamo su questo essere molto seri: si parte dall’analisi dei contagi e dall’andamento delle vaccinazioni”. “Messi in sicurezza gli over80 e i pazienti fragili, le persone che contraendo il Covid possono andare incontro alle conseguenze più gravi, siamo pronti a ripartire”. LEGGI TUTTO

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    Dl Sostegni, pioggia di emendamenti. Verso modifiche testo solo in Senato

    (Teleborsa) – Sul Dl Sostegni si va verso la predisposizione di circa 500 emendamenti “segnalati” sui 2.852 presentati oggi alla scadenza del termine nelle commissioni Finanze e Bilancio del Senato. Quelli cioè su cui i gruppi puntano e che saranno concretamente posti in votazione nelle Commissioni. Contrariamente alle intenzioni della vigilia, il dl Sostegni va verso due sole letture e quindi il cantiere delle modifiche al testo si aprirà e chiuderà in Senato. Secondo quanto si apprende, infatti, si sarebbe preso atto che i tempi sono troppo stretti e che ci sarebbe il rischio di sovrapposizioni con il decreto imprese che l’esecutivo Draghi varerà con le risorse del nuovo scostamento che è all’ordine del giorno del consiglio dei ministri di mercoledì prossimo.E poichè Montecitorio rischierebbe così di non toccare palla, nei giorni scorsi si sono tenute riunioni tra Senatori e Deputati per concordare i temi su cui incentrare le modifiche al decreto, a cominciare dal tema dei costi fissi e quindi degli affitti che le imprese si trovano a dover pagare seppur con le saracinesche abbassate. Non è inoltre escluso, a quanto si apprende, che la dote di 550 milioni di euro prevista per le modifiche possa crescere attingendo al nuovo scostamento.Nella conversione del dl sostegni “il Pd ritiene essenziale un primo intervento nell’azzeramento dei costi fissi per i pubblici esercizi, la ristorazione e per la filiera del turismo, azzeramento degli oneri per l’occupazione del suolo pubblico, esenzione della seconda rata dell’IMU per i settori più fragili della filiera del turismo, insieme ad un credito d’imposta per le locazioni sono le nostre priorità per evidenziare il nostro sostegno nei confronti dei settori più fragili ma così importanti per i servizi erogati e che spesso rappresentano il volto e la la luce delle nostre città”. E’ quanto ha detto il senatore Daniele Manca, capogruppo Pd in commissione Bilancio a Palazzo Madama sottolinea le priorità contenute negli emendamenti DEM al Dl Sostegni.”Il grido di dolore dei pubblici esercizi, dei ristoranti, degli operatori del turismo e delle attività più colpite dalle restrizioni va compreso e richiede risposte urgenti dal governo che come sappiamo tutti anticipa con il DEF un nuovo scostamento per affrontare con risorse aggiuntive non solo nuovi ristori ma soprattutto le misure necessarie per garantire la liquidità alle imprese per la ripartenza. Le prime misure economiche, le più importanti, la velocizzazione del piano vaccinale e la programmazione delle riaperture in sicurezza sono gli assi portanti dell’attività del Governo”, scrive Manca.”Al fine di sostenere il settore turistico-ricettivo e termale, per l’anno 2021 non è dovuta la seconda rata dell’imposta municipale propria (IMU)” per gli “immobili delle imprese operanti nel settore turistico-ricettivo e termale”. Stop anche alla Tari per le aziende del settore turistico-alberghiero, chiede la Lega in due emendamenti al Dl Sostegni depositato nelle commissioni Bilancio e Finanze del Senato.Per il settore alberghiero e i centri commerciali la Lega chiede “agevolazioni per l’Imu” anche sugli immobili “concessi in locazione, oppure oggetto di un contratto di affitto di ramo d’azienda, mediante un credito d’imposta in misura pari all’Imu versata nel 2020 per detti immobili, a condizione che le parti pattuiscano, entro il 31 dicembre 2021, una riduzione del canone dovuto per il 2020 o il 2021 almeno pari alla predetta imposta”. LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, Sindacati proclamano sciopero il 23 aprile

    (Teleborsa) – Fim, Fiom e Uilm di Taranto hanno proclamato uno sciopero di 24 ore dei lavoratori dell’ex Ilva per venerdì 23 aprile. E’ prevista anche una manifestazione davanti alla sede del ministero dello Sviluppo economico.”Bisogna far sentire la voce dei lavoratori, stanchi di subire anni di mancate scelte da parte dei Governi che si sono susseguiti – dicono in un comunicato unitario – senza mai programmare un futuro di rilancio dello stabilimento di Taranto, sia in termini ambientali che occupazionali”. I sindacati chiedono di “avviare da subito un confronto con le parti sociali per costruire un futuro, attraverso anche i fondi del Recovery Fund, e porre fine a questa estenuante vertenza ormai lunga oltre un decennio”.Dal sequestro preventivo dell’area a caldo “continuiamo ad assistere a continui rinvii e modifiche di piani industriali e ambientali – proseguono Fim, Fiom e Uilm – che determinano una destabilizzazione nella conduzione e gestione della fabbrica. La situazione diventa sempre più insostenibile. Non si può continuare a vivere in un clima di assoluta incertezza”.I sindacati di categorie dicono no ai licenziamenti discriminatori. Chiedono, tra le priorità, di accelerare per favorire l’ingresso di Invitalia nel capitale necessario a garantire il processo di risanamento ambientale e la piena occupazione; l’individuazione di risorse economiche dedicate esclusivamente alla realizzazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e l’introduzione di misure a salvaguardia della salute dei lavoratori e dei cittadini. LEGGI TUTTO

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    Da vaccini nei luoghi di lavoro a sprint su ristori, le mosse del Governo

    (Teleborsa) – L’accordo raggiunto ieri sera tra Governo e parti sociali è importante perchè “significa avere la possibilità di vaccinarsi sui luoghi di lavoro e mettere in sicurezza soprattutto i lavoratori più esposti al contagio”. E’ quanto ha sottolineato il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, al Tg2.”I vantaggi sono evidenti – ha detto – la possibilità di ripartire più rapidamente, di far accedere più persone alla vaccinazione e di mettere i luoghi di lavoro nella condizione di ripartire”. Orlando ha aggiunto che “non appena ultimate le vaccinazioni delle categorie fragili questo sarà un ulteriore canale che si affiancherà a quello della sanità territoriale”.Per le aziende “si tratta solo di rispettare i requisiti minimi – ha concluso – avere gli spazi necessari per fare la vaccinazione. Saranno poi i medici del lavoro o quelli convenzionati con l’impresa a svolgere tutte le funzioni di carattere sanitario”.Orlando ha spiegato a Radio Rtl 102.5 la modalità con cui avverranno le vaccinazioni del dipendenti nelle aziende che aderiranno al protocollo siglato nella giornata di ieri. “Si procederà cronologicamente secondo le richieste, poi spetterà alle Regioni smistare il traffico e definire anche le modalità logistiche con le quali realizzare la consegna. La data di avvio è molto legata all’approvvigionamento delle dosi di vaccini che, in questo momento, è rimesso alle valutazioni del Ministero della Sanità” Quanto agli scontri di ieri a Roma in occasione della manifestazione di ristoratori e ambulanti “fino a qui gli interventi hanno contenuto un disagio che è fortissimo e di cui ci rendiamo conto e ciò che è successo ieri mi fa capire che dobbiamo procedere rapidamente ad interventi di ristori”, ha detto Orlando per il quale “il problema è che, in quel disagio, si inserisce anche chi cerca di strumentalizzare la situazione, c’è bisogno di intervenire anche per evitare che questo produca guai più grossi alla tenuta democratica”.”La ripartenza – ha aggiunto il ministro – troverà una condizione economica che non sarà quella di un equilibrio adeguato rispetto all’andamento delle imprese e quindi credo che una situazione di supporto alle imprese sarà ancora necessaria a tutte le attività, soprattutto a quelle legate alla socialità, al tempo libero, a quelle che vedono piu’ persone stare insieme e quindi correre rischi piu’ forti di contagio. La cosa importante però è procedere il più rapidamente possibile con la vaccinazione, quella è l’unica vera strada, tutti gli altri discorsi della riapertura in sicurezza scontano sempre un margine di rischio molto grande, la vera sicurezza che ci permette di parlare di normalità, passa attraverso l’accelerazione della vaccinazione”.Quanto alla possibilità di prime riaperture il 20 aprile, secondo il ministro è “sbagliato deprimere le persone, ma anche alimentare aspettative che poi non si realizzano, penso che adesso dobbiamo vedere i primi impatti della vaccinazione e quanto può incidere effettivamente sulla mortalità”.”Credo poi che sia giusto fare delle valutazioni ad ogni step e capire quali sono gli adeguamenti che si possono fare. Dividersi tra chi vuole aprire e chi vuole tenere chiuso mi sembra un esercizio abbastanza stupido, lavoriamo tutti quanti perchè da qui a qualche settimana la vaccinazione abbia raggiunto gli obiettivi più ambiziosi possibili”. LEGGI TUTTO

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    Ex Embraco, futuro appeso a un filo: accelerare progetto Italcomp

    (Teleborsa) – Fissato per il prossimo 15 aprile un incontro tra il Ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e i presidenti delle Regioni Piemonte e Veneto, Alberto Cirio e Luca Zaia, per affrontare la questione Italcomp, la newco che dovrebbe nascere dall’accorpamento dell’ex Embraco e Acc di Belluno. Ad annunciarlo ai sindacati e ai lavoratori della ex Embraco di Riva di Chieri in presidio ( quando mancano 18 giorni ai licenziamenti collettivi che scatteranno il 25 aprile) sotto la sede della Prefettura, il prefetto di Torino, Claudio Palomba.Le sigle sindacali hanno subito replicato che si tratta di un incontro politico a porte chiuse, senza dunque il necessario coinvolgimento delle parti sociali. Tavolo con il Governo che potrebbe essere convocato il 19 o 20 aprile ma non c’è ancora ufficialità. Le deleghe non sono ancora state assegnate – la spiegazione ufficiale che arriva dalla prefettura – forse saranno assegnate giovedi’ prossimo. Si dovrà dunque attendere di sapere chi sarà l’interlocutore per il Governo.Intanto, sul delicato dossier interviene l’assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Elena Chiorino: sono due le strategie che bisogna porre in essere, affinchè la situazione dei lavoratori dell’ex Embraco possa trovare una soluzione. Il progetto alla base e’ quello che le due società si uniscano in Italcomp, che vedrebbe Riva di Chieri (To) sede della grande manifattura dei compressori. I posti di lavoro in gioco sono circa 400 per la torinese Embraco e 300 per la bellunese Acc.”In primo luogo – ha spiegato l’assessore in Consiglio regionale – serve un forte appello al sistema bancario, che però al momento sembra essere fermo: la situazione di Embraco è collegata a quella di Acc di Mel in Veneto che ha una difficoltà ma solo in termini economico-finanziari, perchè le commesse ci sono”. Nel dettaglio specifica che “Ad Acc manca la liquidità, per cui il commissario è costretto a chiedere una riduzione dei salari dei dipendenti e addirittura il rifiuto di alcune commesse”.Secondo Chiorino “il piano in essere è importante e di grande rilancio del territorio. Si può creare un polo non solo italiano, ma anche europeo per la produzione dei compressori”. L’altra strategia è quella di intervenire sulla Commissione europea, che per il momento non ha concesso il via libera a un aiuto finanziario pubblico per la fusione, mentre le lettere di licenziamento sono arrivate.”Un comportamento – ha sottolineato l’assessore – che non è coerente rispetto a decisioni prese in situazioni simile successe in altri Paesi”. Ma intervenire in sede europea “richiede comunque tempi più lunghi, adesso la priorità è un aiuto rapido da parte del sistema bancario”. “La procedura di licenziamento è in corso, i tempi sono stretti: bisogna riuscire ad avere un finanziamento. Speriamo che con un passaggio istituzionale anche al MiSE, si ottenga il risultato. Finpiemonte potrà intervenire nel passaggio successivo, ma non su Acc direttamente che non è piemontese. Siamo anche in continuo contatto con la Regione Veneto”, ha concluso Chiorino. LEGGI TUTTO

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    Elica, sindacati scrivono a Giorgetti per scongiurare 400 esuberi

    (Teleborsa) – Due giorni dopo che Elica, società specializzata nella produzione di cappe aspiranti da cucina e quotata sul segmento STAR di Borsa Italiana, ha comunicato di prevedere circa 400 esuberi nei suoi stabilimenti italiani, si sono mosse le segreterie nazionali di Fim-Fiom-Uilm, che chiedono un urgente incontro al MISE.”Considerata la gravissima situazione dell’annunciata intenzione del trasferimento delle produzioni da parte del gruppo Elica, i sindacati chiedono a Giancarlo Giorgetti “un incontro urgentissimo per scongiurare la delocalizzazione e l’aggravarsi delle tensioni sociali nel territorio di Fabriano”. Le sigle sindacali evidenziano che Elica ha comunicato 409 esuberi su 560 totali dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate oggi nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo. Massimiliano Nobis, segretario nazionale Fim-Cisl, Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm-Uil, lo definiscono “inaccettabile”. I dipendenti di Elica hanno iniziato la mobilitazione attraverso un presidio permanente davanti ai cancelli degli stabilimenti di Cerreto D’Esi e Mergo, che andrà avanti almeno fino al 6 aprile, dalle 6 alle 21. LEGGI TUTTO

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    Assopetroli-Assoenergia, positiva iniziativa MITE su stabilizzazione Superbonus

    (Teleborsa) – “Occorre coordinare ed estendere i bonus per l’efficienza energetica e rendere strutturali la cessione del credito e lo sconto in fattura. Questo l’intento del Governo, annunciato dal Sottosegretario Vannia Gava, che accogliamo con piena soddisfazione”. A dichiararlo è il presidente di Assopetroli-Assoenergia, Andrea Rossetti, che commenta positivamente la risposta del sottosegretario Vannia Gava resa in commissione Attività produttive della Camera a un question time a firma dell’onorevole Gianluca Benamati.Il ministero della Transizione ecologica ha così riconosciuto la necessità di un’azione di semplificazione per il Superbonus e per le altre detrazioni sull’efficienza, con l’obiettivo di arrivare a un’armonizzazione complessiva delle varie aliquote.Dello stesso avviso è Assopetroli-Assoenergia, la quale ritiene che per dare massima incisività alle detrazioni previste per gli interventi di efficientamento energetico degli immobili siano fondamentali iniziative di semplificazione delle procedure che passano, come annunciato anche dal sottosegretario Gava, per una revisione complessiva delle attuali detrazioni fiscali attraverso un approccio integrato a tali incentivi.L’associazione, spiega in una nota, ritiene inoltre che i tempi siano maturi per iniziare a ragionare su un Testo Unico che raccolga tutte le politiche di incentivi attivati in materia di efficientamento energetico degli edifici con l’introduzione di un unico modello procedurale che possa così contribuire a dare un forte slancio alla spesa per edilizia abitativa. LEGGI TUTTO