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    Stato di diritto, si inasprisce scontro Ungheria-UE

    (Teleborsa) – Si inasprisce ancora lo scontro tra Budapest e Bruxelles sullo stato di diritto. L’Ungheria, con una decisione del Governo, firmata da Viktor Orban, respinge con forza gli addebiti della Commissione Ue sui deficit democratici nel Paese, accusando l’Esecutivo comunitario di “pressioni” e “doppie misure”.Il documento è stato diffuso su Twitter in inglese, francese e tedesco, dalla guardasigilli Judit Varga.”L’ Ungheria – scrive – ha subito un attacco senza precedenti, solo perché la protezione dei bambini e delle famiglie è la nostra priorità e, a questo proposito, non vogliamo che la lobby Lgbtq entri nelle nostre scuole e asili”. LEGGI TUTTO

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    Riforma giustizia, ok Camera a doppia fiducia. M5S compatto

    (Teleborsa) – Con 462 e 458 voti favorevoli e una cinquantina di contrari, passa per ben due volte consecutive alla Camera la fiducia (una per ognuno dei due articoli di cui è composta la legge) posta dal governo Draghi sulla riforma del processo penale firmato da Marta Cartabia.La seduta fiume, terminata a notte fonda, segna anche il ricompattamento del Movimento 5 stelle che solo 24 ore prima registrava un quarto delle defezioni e un voto in dissonanza dal gruppo. La percentuale dei 5 stelle partecipanti al voto è salita dal 66,04% di domenica sera sulla pregiudiziale di costituzionalità all’87,42% di stanotte sulla prima fiducia.”Solo” in tredici su 159 non hanno preso parte al voto: l’ex sottosegretario alla Giustizia, Vittorio Ferraresi, insieme ai colleghi D’Arrando, Iorio, Mammì, Parentela, Segneri, Buompane, Federico, Frusone, Lorenzoni Gabriele, Misiti, Pignatone e Vianello. Tra gli altri gruppi quello che ha fatto registrare la percentuale più alta di votanti è stato il Pd, con l’89,5%.Tra poco si riparte: dalle 9 e per tutta la giornata è previsto l’esame e i voti sugli ordini del giorno. Quindi, il voto finale in serata. Poi il testo passerà in Senato. LEGGI TUTTO

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    Riforma Giustizia, il governo pone la fiducia: in serata il voto

    (Teleborsa) – Il governo nella serata di ieri ha posto la fiducia, in Aula alla Camera, su entrambe gli articoli della riforma della giustizia. Il voto è in programma questa sera invecd con due chiame successive a partire dalle 22.30. La decisione è arrivata attraverso il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. La dichiarazione del ministro è stata rumorosamente contestata da alcuni deputati della componente di Alternativa c’é che hanno anche occupato i banchi del governo. I deputati del gruppo di minoranza, ex appartenenti al gruppo M5s, hanno protestato contro la limitazione degli spazi del Parlamento. La seduta è però ripresa quasi subito, con l’invito del presidente della Camera, Roberto Fico, a sgombrare i banchi del governo. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha potuto così annunciare la questione di fiducia protetto dai commessi mentre i deputati di Alternativa C’è urlavano “vergogna, vergogna”. Alle ore 14 scade il termine per la presentazione degli ordini del giorno. Intorno alle 20.30 dovrebbe poi iniziare la seduta d’Aula con un’unica dichiarazione di voto di ciascun gruppo sui due voti di fiducia. Martedì si voteranno gli ordini del giorno a partire dalle 9. La Camera dei Deputati ha bocciato le pregiudiziali di costituzionalità presentate alla riforma della giustizia con 357 voti contrari. I voti favorevoli sono stati 48. LEGGI TUTTO

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    Riforma giustizia all'ultimo miglio, Governo cerca sintesi

    (Teleborsa) – Draghi mette il turbo sulla riforma della Giustizia con l’obiettivo di approvare il testo alla Camera, anche con la fiducia, prima della pausa estiva. Ieri, giro di telefonate con Enrico Letta e Matteo Salvini, ma non è mistero il “grosso” della partita si gioca con i Cinquestelle e l’ex Premier Conte che, sul tema, ha più volte promesso battaglia. Si punta, comunque, a trovare una sintesi entro oggi, con un nuovo passaggio della riforma in CdM, prima che Marta Cartabia presenti le sue proposte in Commissione, passaggio attesi ieri ma slittato, appunto, in attesa di trovare il punto di caduta finale sugli emendamenti che riguardano il processo penale.A quanto si apprende da qualificate fonti di Governo, i ministri M5s,sono ancora impegnati nella discussione con Conte sulla proposta di mediazione giunta questa mattina, e sono dunque assenti in CdM ma non avrebbero ad ora chiesto sospensioni della riunione, che è iniziata – “anche per una questione di cortesia istituzionale” – con la discussione sugli altri temi ma potrebbe trattare anche quello della riforma della giustizia.”Stiamo lavorando come Lega affinchè passi questa riforma in Parlamento. Abbiamo chiesto di aggiungere i reati di violenza sessuale e traffico di droga tra quelli su cui andare fino in fondo. Se verranno accolte dal governo le proposte della Lega che oltre ai reati di mafia anche i reati di violenza sessuale e spaccio di droga non possano decadere noi siamo contenti. Sto facendo opera di mediazione tra governo, partiti, ministro e quindi vediamo di chiuderla entro oggi”, dice il leader della Lega Matteo Salvini ad un gazebo a Roma per la raccolta firma per i referendum sulla giustizia. “Per la Lega la partita è chiusa”, aggiungeIntanto, il plenum del Csm, a maggioranza, ha approvato il parere sulla riforma. LEGGI TUTTO

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    PNRR, Brunetta: al via “rivoluzione gentile”, PA alleata per rilancio Paese

    (Teleborsa) – “Il Governo Draghi mantiene gli impegni con l’Europa e con gli italiani. Con il via libera definitivo del Senato al decreto semplificazioni, l’Italia entra in una nuova fase che vede la Pubblica amministrazione forza propulsiva della ripresa. Da oggi comincia davvero quella rivoluzione gentile che permetterà alla PA di sostenere le transizioni digitale ed ecologica, al centro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e di spendere presto e bene i 235 miliardi che il Paese avrà a disposizione, tra fondi europei e nazionali”.Così Renato Brunetta, Ministro per la Pubblica amministrazione, commenta il disco verde dell’Aula del Senato al Dl sulle semplificazioni e sulla governance del PNRR. “Sarà più facile accedere al superbonus 110% grazie alla presentazione al Comune della sola Cila, la comunicazione di inizio lavori asseverata, senza bisogno di ulteriori certificazioni di regolarità.Domani approderà all’esame della Conferenza Unificata il modulo standard per ottenere l’agevolazione: un’altra straordinaria semplificazione. Il provvedimento, inoltre, accelera le procedure di appalto e impedisce che eventuali ricorsi al Tar blocchino la realizzazione delle opere previste dal Pnrr. E’ la garanzia che l’Italia procederà in velocità senza pregiudicare le legittime tutele per le imprese”, sottolinea Brunetta. “Dimezziamo i tempi delle valutazioni ambientali, acceleriamo le autorizzazioni per la banda ultra larga per portare la fibra nelle case di tutte le famiglie, rafforziamo silenzio assenso e poteri sostitutivi. Basta attese e inutili duplicazioni. La PA sara’ fast track, e starà finalmente dalla parte dei cittadini e delle imprese. Abbiamo un’occasione storica, irripetibile: le amministrazioni pubbliche saranno le alleate del cambiamento per il rilancio del Paese”, conclude. LEGGI TUTTO

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    “Cantiere” Pensioni, entra nel vivo confronto Orlando-Sindacati

    (Teleborsa) – “Si è aperto un confronto sul tema della previdenza e il sindacato ha esposto la sua piattaforma. Noi abbiamo proposto il lavoro che è emerso da una Commissione che dovrà definire i lavori gravosi. Alla luce anche delle valutazioni e dei pareri degli altri ministeri coinvolti proseguirà la discussione mi auguro con un esito positivo”. Lo ha detto il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, a margine dell’incontro con i sindacati.Presenti i segretari di Cgil Maurizio Landini, Cisl Luigi Sbarra, e Uil Pierpaolo Bombardieri, affiancati dai segretari confederali che si occupano di previdenza. Per il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli: “Siamo ormai a ridosso della Legge di Bilancio e quindi è arrivato il momento di capire quali sono le reali intenzioni del governo sulla previdenza e verificare se c’è davvero la disponibilità a sviluppare un confronto con l’obiettivo di arrivare ad una riforma del sistema, partendo dalle proposte contente nella Piattaforma sindacale”. Nello specifico la Cgil propone di superare l’impianto della Legge Fornero a partire dal 2022, l’introduzione di una forma di flessibilità in uscita a partire dal 62 anni di età o con 41 anni di contribuiti a prescindere dall’età. Viene proposto poi di riconoscere con dei benefici previdenziali la diversa gravosità dei lavori, il lavoro di cura e delle donne. La Cgil, insieme a Cisl e Uil propone inoltre di offrire una prospettiva previdenziale anche ai più giovani e a chi svolge lavori poveri o discontinui attraverso l’introduzione di una pensione di garanzia. Tra le richieste sindacali contenute nella piattaforma c’è anche la tutela del potere d’acquisto delle pensioni e il rafforzamento e l’estensione della quattordicesima mensilità. Inoltre nella piattaforma delle confederazioni si parla del rilancio della previdenza complementare attraverso un semestre di silenzio assenso.”Il Governo dovrà chiarire se vuole procedere sulla strada della riforma della previdenza, degli ammortizzatori sociali e del fisco. A settembre in caso di mancate risposte si decideranno le forme di protesta”. “Abbiamo chiesto al ministro Orlando se il governo intenda aprire una vera trattativa sulla riforma delle pensioni sulla base della piattaforma unitaria di Cgil, Cisl, Uil. Auspichiamo quindi che nel mese di settembre si possa aprire una vera trattativa su questi temi entrando finalmente nel merito”. Questo il commento del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dopo l’incontro con il ministro Orlando.”Il nostro giudizio è positivo perchè finalmente si è aperto il confronto sulla previdenza e sulle pensioni, reso urgente anche per la conclusione a dicembre della sperimentazione di Quota 100. Un confronto che ora deve andare avanti in maniera spedita”, dice il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra.”Dal confronto avviato oggi, ci aspettiamo decisioni veloci e risposte chiare e che diano certezze ai lavoratori e alle lavoratrici che devono andare in pensione”, commenta il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri. LEGGI TUTTO

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    USA, Yellen a Congresso: alzare tetto debito o si rischia default

    (Teleborsa) – Il segretario al Tesoro USA, Janet Yellen, ha avvertito il Congresso che il suo dipartimento dovrà intraprendere “misure straordinarie” il 2 agosto per impedire al governo degli Stati Uniti di fallire se i legislatori statunitensi non saranno in grado di raggiungere un accordo per aumentare o estendere il tetto del debito pubblico del Paese.”Come sapete, il Bipartisan Budget Act del 2019 ha sospeso il limite legale del debito fino a sabato 31 luglio 2021. Vi scrivo per informarvi che a partire da domenica 1 agosto 2021, il debito residuo degli Stati Uniti sarà al limite di legge”, si legge nella missiva inviata ai leader di Repubblicani e Democratici del Congresso. “Se il Congresso non avrà agito per sospendere o aumentare il limite del debito entro lunedì 2 agosto 2021, il Tesoro dovrà iniziare a prendere alcune misure straordinarie aggiuntive per evitare che gli Stati Uniti non adempiano ai propri obblighi”, ha aggiunto.L’ex presidente della Federal Reserve sottolinea che l’aumento o la sospensione del limite di debito non aumenta la spesa pubblica, né autorizza spesa per future proposte di bilancio. La misura consente semplicemente al Tesoro di pagare le spese precedentemente approvate. “L’attuale livello di indebitamento riflette l’effetto cumulativo di tutte le precedenti decisioni di spesa e fiscali, che sono state assunte dalle Amministrazioni e dai Congressi di entrambe le parti nel tempo – ha scritto Yellen – Il mancato rispetto di tali obblighi causerebbe danni irreparabili all’economia degli Stati Uniti e ai mezzi di sussistenza di tutti gli americani. Anche la minaccia di non adempiere a tali obblighi ha causato in passato impatti dannosi, compreso l’unico declassamento del rating creditizio nella storia della nazione nel 2011”.Il messaggio tra il segretario del Tesoro e il presidente della Camera è una formalità richiesta se il debito in essere degli Stati Uniti si avvicina al limite legale. Mentre le misure straordinarie sono state già implementate in passato per prevenire un default, non è chiaro quanto durerà il capitale di emergenza di Yellen di fronte agli sforzi di stimolo senza precedenti innescati dalla crisi di Covid-19. LEGGI TUTTO

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    PNRR, Franco: primi 25 miliardi da Commissione UE tra pochi giorni

    (Teleborsa) – “E’ fondamentale attuare tutti i gli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e aiutare le città a migliorare la propria qualità della vita, i servizi pubblici, la qualità dell’aria. La sfida che abbiamo davanti è quella di utilizzare a pieno le risorse del Piano nazionale. Tra pochi giorni la Commissione europea ci verserà i primi 25 miliardi”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Daniele Franco, intervenuto all’evento “Quale città” organizzato dal senatore Luciano D’Alfonso.”Dei fondi assegnati un paio di settimane fa nelle riunioni del Consiglio europeo, metà circa viene come prima tranche assegnata all’Italia e questo è un segnale di grande solidarietà europea per un paese che ha avuto problemi di stagnazione ed è stato pesantemente colpito dalla pandemia, quindi la sfida è usare i fondi”, ha aggiunto Franco sottolineando che “il finanziamento dei progetti è subordinato a obiettivi quantitativi e a tempi predeterminati e questo deve indurci ad accelerare il modo in cui gestiamo i progetti”. “Il piano – ha proseguito – si associa ad un insieme di riforme della Pubblica amministrazione, la giustizia, la semplificazione. Quindi grandi dimensioni, tempi auspicabilmente molto rapidi e tutto questo dipende dalla capacità di realizzare tutto questo e in particolare i progetti di investimento. Il fatto di avere il piano e di avere i fondi non deve darci niente per scontato. Bisogna lavorare, lavorare, lavorare”, ha detto. Capitolo crescita. “Il nostro è un Paese che da tanti anni cresce poco da circa 25 anni meno di altri paesi con cui commerciamo. Siamo sotto di 10 punti rispetto alla media europea. Dietro il PIL ci sono redditi, occupazione, famiglie imprese. Quando la pandemia è arrivata il Pil era 4 punti inferiore al 2007. Lo scorso anno abbiamo perso circa 9 punti. L’economia si sta riprendendo e contiamo di crescere almeno il 5% quest’anno. Vedremo se riusciremo a fare di più ma l’obiettivo più difficile è tornare a crescere stabilmente di più, terminata la sfida della pandemia. Questa è la vera sfida economica”. LEGGI TUTTO