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    Ddl capitali, via libera dalla Camera. Il testo torna al Senato

    (Teleborsa) – La Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge su interventi a sostegno della competitività dei capitali (il cosiddetto Ddl Capitali), con 135 voti favorevoli, un voto contrario e 92 astenuti.Il provvedimento che era già stato approvato a fine ottobre dal Senato, ma deve tornare a Palazzo Madama in terza lettura per una una piccola modifica al testo (una copertura di circa 200mila euro che insisteva ancora sul 2023). A Palazzo Madama l’esame dovrebbe quindi essere molto rapido. LEGGI TUTTO

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    Ddl Capitali, Marattin: non si scassa un sistema di governance per esigenze contingenti

    (Teleborsa) – “Il nostro mercato borsistico è sottodimensionato ed è un problema per tutti. Per le imprese, che non hanno altri modi di accedere al credito se non tramite le banche, e per i risparmiatori, che non hanno una vasta gamma di opzioni per allocare il loro risparmio. Inoltre, non va dimenticato che c’è una presenza dominante di banche e società pubbliche, altrimenti sarebbe ancora più sottodimensionato”. Lo ha affermato Luigi Marattin, deputato di Italia Viva, durante le votazioni sul disegno di legge su interventi a sostegno della competitività dei capitali (il cosiddetto Ddl Capitali).”Il Ddl Capitali era un’opportunità di fare bene, e non è che non contenga innovazioni buone, come la parte di semplificazioni per le aziende che si vanno a quotare, prese tra l’altro dal Libro verde – ha aggiunto – E abbiamo approvato anche la disposizione sul voto maggiorato, anche se rappresenta un rischio – ma questo sarà responsabilità del mercato punire o premiare – e le norme sull’educazione finanziaria”.Le critiche di Marattin sono arrivate soprattutto sulle novità per la presentazione della lista del CdA, “una norma secondo cui gli azionisti che votano la lista di maggioranza in maniera maggioritaria possono ritrovarsi in minoranza – un miracolo della matematica e della corporate governance – oppure si trovano una minoranza che sta al 20% anche se ha preso pochissimi voti”. “Non si scassa un sistema di governance delle nostre realtà quotate solo per esigenze contingenti, giuste o sbagliate che siano”, ha sottolineato.Marattin ha anche ricordato che “alcuni operatori hanno firmato manifesto di 10 punti per indicare quello che davvero servirebbe, perché far crescere i mercati non avvantaggia i ricchi, ma serve a creare un benessere diffuso, creando un mercato efficiente per le imprese e i risparmiatori. Questi 10 punti non hanno niente a che fare con quello di cui abbiamo parlato oggi, come ad esempio le norme sui PIR o sul credito d’imposta che le imprese che si quotano”. LEGGI TUTTO

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    Due per mille: Pd partito più scelto con 8,1 milioni. Seguono FdI e M5s

    (Teleborsa) – Partito democratico, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle. Questi – secondo quanto emerge dai dati pubblicati dal Mef relativi alla scelta dei contribuenti di destinare il 2 per mille dell’IRPEF ai partiti politici, riferiti alle dichiarazioni dei redditi del 2023 – i partiti politici maggiormente scelti come destinatari del 2 per mille. I contribuenti italiani che hanno scelto di dare il 2 per mille dell’Irpef ai partiti politici sono stati 1,74 milioni (il 4,2% del totale di 41,5 milioni di contribuenti) e hanno destinato al due per mille a circa 24 milioni di euro. Nel dettaglio hanno scelto il Partito democratico circa 531mila contribuenti (pari al 30,45% del totale), che hanno destinato circa 8,1 milioni di euro. Al secondo posto FdI, scelto da circa 347mila contribuenti (il 19,9%), con un totale del due per mille spettante di 4,8 milioni di euro. Al terzo posto il M5s, scelto da 174mila contribuenti (il 10%), che hanno destinato 1,8 milioni. Si posiziona quarta la Lega (91mila contribuenti hanno destinato 1,1 milioni), seguita da Europa Verde-Verdi (869mila euro con le scelte di circa 80mila contribuenti) e da Sinistra Italiana (72mila scelte e 816mila euro spettanti). Guardando agli importi del 2 per mille spettante (calcolato in proporzione alla base imponibile dei contribuenti che hanno effettuato la scelta), il podio viene confermato, mentre al quarto posto si posiziona Italia Viva (il partito è stato scelto da circa 57mila contribuenti per un importo spettante di 1,13 milioni), seguita da Lega e Azione (la scelta di circa 39mila contribuenti per un importo di poco più di un milione). A chiudere la classifica sia per il numero di scelte per per il totale del 2 per mille spettante, sono Italia al Centro (scelta da 1.338 contribuenti, con un totale di poco più di 13mila euro spettanti), Coraggio Italia (l’hanno scelto poco più di 2.100 contribuenti, destinando 19.700 euro) e Udc (scelta da 2.216 contribuenti per un importo di 32.164 euro). LEGGI TUTTO

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    Streaming musicale, Parlamento UE adotta risoluzione per tutelare artisti

    (Teleborsa) – Il Parlamento europeo ha adottato una serie di proposte per garantire che il settore dello streaming musicale sia equo e sostenibile, e per promuovere la diversità culturale. In una risoluzione non vincolante – approvata con 532 voti favorevoli, 61 contrari e 33 astensioni – gli eurodeputati chiedono di affrontare lo squilibrio esistente nell’assegnazione dei ricavi nel mercato dello streaming musicale, che lascia alla maggioranza degli autori, degli interpreti e degli esecutori un compenso molto basso.I “canoni di royalty pre-digitali” attualmente applicati devono essere rivisti, dicono i deputati, che criticano “i regimi di payola”, che costringono gli autori ad accettare entrate inferiori o inesistenti in cambio di una maggiore visibilità.L’intervento dell’UE è necessario per garantire la visibilità e l’accessibilità delle produzioni musicali europee, in considerazione dell’enorme volume di contenuti, in costante aumento, sulle piattaforme di streaming musicale, si afferma nel testo adottato. I deputati propongono anche di “riflettere sulla possibilità” di imporre misure concrete, come quote per le opere europee.Una futura legge comunitaria dovrebbe obbligare le piattaforme a rendere trasparenti gli algoritmi e gli strumenti di raccomandazione di ascolto, al fine di prevenire pratiche sleali, come la manipolazione delle cifre relative allo streaming, presumibilmente utilizzate per ridurre le entrate degli artisti.I deputati suggeriscono di introdurre un’etichetta per informare il pubblico quando le canzoni che ascoltano sono state generate dall’intelligenza artificiale e sollecitano ad affrontare la questione dei deepfake sulle piattaforme di streaming musicale (che utilizzano identità, voci e sembianze degli autori, senza il loro consenso).Infine, i deputati segnalano studi che indicano che i ricavi nel mercato dello streaming vanno principalmente alle principali etichette e ad alcuni artisti più popolari, mentre gli stili meno popolari e le lingue meno comuni sono proposti meno frequentemente. Nella legislazione dell’UE si dovrebbero pertanto includere indicatori specifici di diversità per valutare la gamma di generi e lingue disponibili e la presenza di autori indipendenti, mentre una strategia industriale europea per la musica dovrebbe promuovere la diversità del settore, stimolando gli attori più piccoli. LEGGI TUTTO

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    Parlamento europeo adotta legge contro greenwashing su etichette prodotti

    (Teleborsa) – Il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo a una direttiva che migliorerà l’etichettatura dei prodotti e vieterà l’uso di dichiarazioni ambientali fuorvianti, a cui spesso ci si riferisce con il termine greenwashing (ambientalismo di facciata). La direttiva – approvata con 593 voti favorevoli, 21 contrari e 14 astensioni – mira a proteggere i consumatori da pratiche di commercializzazione ingannevoli e ad aiutarli a compiere scelte di acquisto più informate. A tal fine, saranno aggiunte all’elenco UE delle pratiche commerciali vietate una serie di strategie di marketing problematiche legate al greenwashing e all’obsolescenza precoce dei beni.Pubblicità più chiara e attendibileLe nuove regole mirano a rendere l’etichettatura dei prodotti più chiara e affidabile, vietando l’uso di indicazioni ambientali generiche come “rispettoso dell’ambiente”, “rispettoso degli animali”, “verde”, “naturale”, “biodegradabile”, “a impatto climatico zero” o “eco” se non supportate da prove.Sarà ora regolamentato anche l’uso dei marchi di sostenibilità, data la confusione causata dalla loro proliferazione e dal mancato utilizzo di dati comparativi. In futuro nell’UE saranno autorizzati solo marchi di sostenibilità basati su sistemi di certificazione approvati o creati da autorità pubbliche.Inoltre, la direttiva vieterà le dichiarazioni che suggeriscono un impatto sull’ambiente neutro, ridotto o positivo in virtù della partecipazione a sistemi di compensazione delle emissioni (offset in inglese).L’attenzione alla durabilità Un altro importante obiettivo della nuova legge è far sì che produttori e consumatori siano più attenti alla durata dei prodotti. In futuro, le informazioni sulla garanzia dovranno essere più visibili e verrà creato un nuovo marchio armonizzato per dare maggiore risalto ai prodotti con un periodo di garanzia più esteso.Le nuove norme vietano anche le indicazioni infondate sulla durata (ad esempio, dichiarare che una lavatrice durerà per 5.000 cicli di lavaggio, se ciò non è esatto in condizioni normali), gli inviti a sostituire i beni di consumo prima del necessario (spesso accade, ad esempio, con l’inchiostro delle stampanti) e le false dichiarazioni sulla riparabilità di un prodotto.Le prossime tappeLa direttiva deve ora ricevere l’approvazione definitiva del Consiglio per essere poi pubblicata nella Gazzetta ufficiale. Gli Stati membri avranno 24 mesi di tempo per recepirla nel diritto nazionale. LEGGI TUTTO

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    Vertice Meloni-Salvini- Tajani a Palazzo Chigi

    (Teleborsa) – Vertice a Palazzo Chigi, questa mattina, tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani. La Premier è arrivata attorno alle 10 nella sede del governo, subito dopo sono arrivati anche i leader di Lega e Forza Italia. L’incontro arriva dopo le tensioni sulle candidature alle prossime elezioni regionali tra Lega e Fratelli d’Italia, in particolare sul caso Sardegna. LEGGI TUTTO

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    Trump, corsa alla Casa Bianca si complica: ecco perchè

    (Teleborsa) – Si complica la corsa alla Casa Bianca per Donald Trump: la segretaria di Stato del Maine, Shenna Bellows, massima funzionaria elettorale dello Stato americano, ha rimosso l’ex presidente dalla scheda elettorale per le primarie repubblicane 2024. Medesima decisione era stata presa, nelle scorse ore, in Colorado dalla locale Corte Suprema.Alla base ancora una volta, il 14esimo emendamento della Costituzione, secondo cui nessun cittadino può assumere un incarico di governo “se è stato coinvolto in una insurrezione o una ribellione contro gli Stati Uniti o ha dato aiuto o sostegno a coloro che l‘hanno intrapresa”. Tra l’altro, il medesimo emendamento è stato invocato anche in altri Stati ma senza successo.Intanto, secondo quanto riporta la CNN, il Partito repubblicano del Colorado ha annunciato di aver chiesto alla Corte Suprema americana di annullare la sentenza senza precedenti del massimo tribunale statale che ha escluso Donald Trump dalle primarie per il 2024. Questo vuol dire che Trump al momento resta nelle primarie in attesa dell’esito degli appelli.ll segretario di stato della California Shirley Weber ha invece respinto la richiesta di rimuovere Donald Trump dalla primarie del 2024. La decisione, dunque, non segue quella di Maine e Colorado che, appunto, hanno squalificato l’ex presidente dalla primarie.Tycoon che nelle scorse ore è tornato a tuonare contro i suoi avversari. “Nessuno dei leader mondiali, buoni o cattivi, è così malvagio e malato come i delinquenti che abbiamo nel nostro Paese che, con le loro frontiere aperte, l’inflazione, la resa in Afghanistan, la nuova truffa verde, le tasse elevate, nessuna indipendenza energetica, la crisi delle forze armate, Russia/Ucraina, Israele/Iran, stanno cercando di distruggere i nostri Stati Uniti, un tempo grandi. Possano marcire all’inferno!”, ha scritto il tycoon chiaramente riferendosi alle politiche dell’amministrazione Biden e al presidente stesso. LEGGI TUTTO

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    Centemero: approvato odg per sostegno a PMI quotate e quotande su MTF

    (Teleborsa) – Il deputato leghista Giulio Centemero si è detto “soddisfatto” per l’approvazione del suo ordine del giorno (odg) al DDL sul Made in Italy che invita il governo a sostenere maggiormente le PMI quotate e quotande sugli MTF e a salvaguardare le dotazioni del fondo di sostegno al Venture Capital.Il testo promosso da Centemero fa notare che l’operatività del Fondo nazionale del made in Italy (con una dotazione iniziale di 700 milioni di euro per l’anno 2023 e di 300 milioni di euro per l’anno 2024) non include anche le aziende quotande o che hanno titoli su sistemi multilaterali di negoziazione; con specifico riferimento, inoltre, alla copertura degli oneri finanziari relativi al fondo, quanto a 300 milioni di euro per l’anno 2024, si è provveduto mediante corrispondente riduzione della dotazione del Fondo di sostegno del venture capital. LEGGI TUTTO