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    Manovra, il governo pone la questione di fiducia alla Camera: domani sera il voto

    (Teleborsa) – Il Governo ha posto la questione di fiducia alla Camera sulla Manovra. Si è riunita quindi la conferenza dei capigruppo, chiamata a decidere sul prosieguo dei lavori dell’Aula. “Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico d’Incà, ha posto la questione di fiducia nell’Aula della Camera sull’articolo 1 del Ddl di Bilancio con la manovra 2022 nel testo approvato dal Senato”, si legge in una nota ufficiale della Presidenza del Consiglio.Il voto è atteso nella serata di mercoledì. La legge di bilancio si avvia così a incassare il via libera definitivo del Parlamento. Poi toccherà all’esame degli ordini del giorno mentre l’ok definitivo al provvedimento è previsto nella stessa nottata o nella mattinata del 30 evitando così l’esercizio provvisorio. LEGGI TUTTO

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    Manovra, verso via libera Senato il 24 dicembre

    (Teleborsa) – Il voto di fiducia del Senato sulla manovra arriverà il 24 dicembre. Il maxiemendamento è infatti atteso per domani non prima delle 18. E’ questo l’esito della capigruppo di Palazzo Madama, che ha deliberato a maggioranza. “Oggi proseguirà fino alla sua conclusione la discussione generale sul ddl di bilancio – ha annunciato il vicepresidente di turno Roberto Calederoli in Aula – cui seguiranno le repliche dei relatori e del governo”.Nella giornata di domani invece, “a partire dalle 9,30 verrà discusso, anche ove non concluso in commissione, il decreto legge in materia di attuazione del Pnrr”, già approvato dalla Camera. L’ordine del giorno della seduta di domani, ha aggiunto Calderoli, prevede poi il seguito dell’esame della manovra, che andrà avanti anche venerdì 24 dicembre. “L’orario di tale seduta – ha precisato Calderoli riportando la decisione della capigruppo – potrà essere anticipato in relazione all’andamento dei lavori”.Tra i pilastri della prossima Legge di Bilancio, senza dubbio, il pacchetto fiscale proposto dal governo. La norma vara, di fatto, la nuova Irpef a quattro scaglioni con una clausola di salvaguardia per i redditi inferiori a 15.000 euro che manterranno il bonus da 100 euro. Aliquote, dunque, da cinque a quattro: Il 23% fino a 15.000 euro, il 25% da 15.000 a 28.000 euro, il 35% da 28.000 a 50.000 euro ed il 43% oltre i 50.000 euro. I redditi al di sotto i 15.000 euro mantengono il bonus 100 euro mentre quelli da 15.000 a 28.000 lo avranno in base all’ammontare delle detrazioni. Arriva anche l’abolizione dell’Irap per gli autonomi.Approvato anche l’atteso emendamento sul Superbonus 110%, che elimina il vincolo del tetto Isee per le villette per ottenere lo sgravio in caso di ristrutturazione.In arrivo, intanto, un fondo per l’istituzione di una banca dati dei minori per i quali è disposto l’affidamento familiare, nonchè delle famiglie e delle singole persone disponibili a diventare affidatarie. E’ quanto prevede un emendamento alla manovra approvato dalla commissione Bilancio del Senato. Lo stanziamento ammonta a 500mila euro per il 2022.Le pubbliche amministrazioni impegnate nell’attuazione del Pnrr, “nell’ambito della propria autonomia”, possono prorogare, “per una sola volta”, i contratti di consulenza e collaborazione esterna ad esperti di particolare e comprovata specializzazione e ad alto contenuto di professionalità “fino al 31 dicembre 2026”. La proroga è consentita “previa valutazione della copertura economica” a carico della stessa amministrazione interessata.Da registrare, il plauso di AssoBirra “allo sforzo compiuto dai Ministeri dell’Agricoltura e dell’Economia nonchè di PD, Lega, M5S e Forza Italia per la riduzione triennale delle accise sulla birra oltre a ulteriori importanti agevolazioni fiscali per i birrifici artigianali. Un intervento che vede la leva fiscale come fattore per favorire la ripresa e la crescita della filiera brassicola italiana”, così Alfredo Pratolongo, Presidente di AssoBirra, commenta positivamente l’approvazione al Senato dell’emendamento alla Legge di Bilancio per il sostegno al comparto della birra. “La scelta del Governo di abbassare la pressione fiscale sull’unica bevanda da pasto ancora gravata da accise è anche una scelta di politica economica e industriale a sostegno del comparto agroalimentare italiano”. LEGGI TUTTO

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    Manovra, oggi l'approdo in Aula al Senato: è attesa alla Camera il 28 dicembre

    (Teleborsa) – La Conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha stabilito che la Legge di Bilancio approderà in Aula della Camera martedì 28 dicembre, con l’avvio della discussione generale alle 14. Le votazioni non avranno inizio prima delle 18. I lavori proseguiranno nelle giornate del 29 e del 30 e c’è anche l’ipotesi del 31 dicembre. Sempre in capigruppo, viene riferito, è stata avanzata l’ipotesi che il governo possa mettere la fiducia sulla legge di Bilancio, per il via libera definitivo.Dopo il via libera della commissione Bilancio del Senato a tutti gli emendamenti del governo – da quello ‘omnibus’, che introduce in manovra il taglio di Irpef e Irap, la rateizzazione delle bollette, riscrive il patent box e rifinanzia il bonus tv, a quelli su delocalizzazioni e stabilizzazione delle toghe onorarie – alle 15,30 la Legge di Bilancio è approdata in Aula al Senato dove è in corso la discussione generale.Tra gli emendamenti approvati dalla Commissione c’è quello sul Superbonus 110%, che toglie il vincolo del tetto Isee per le villette. Il testo approvato è lo stesso riformulato e poi presentato in nottata in commissione Bilancio durante l’esame della legge di bilancio. Previsto anche un bonus del 75% per abbattere le barriere architettoniche. Si prevede una detrazione da scontare in 5 anni per le spese sostenute dal 1 gennaio al 31 dicembre 2022, con tetto a 50mila euro per le villette, 40mila ad appartamento per i piccoli condomini e 30mila per le abitazioni nei palazzi oltre le 8 unità. Il bonus serve per installare ad esempio ascensori o montacarichi, e sarà esteso anche a “interventi di automazione degli impianti degli edifici”, comprese le spese di smaltimento dei vecchi impianti. LEGGI TUTTO

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    Manovra: ripresa Commissione, stallo Superbonus

    (Teleborsa) – La Manovra dovrebbe approdare in aula al Senato alle 15.30. Intanto, sono andate avanti a singhiozzo le votazioni degli emendamenti alla manovra nella Commissione bilancio al Senato, riunita tutta la notte, sospesa questa mattina presto e poi ripresa verso le 8.30. L’obiettivo è sempre chiudere entro la giornata, per inviare il testo in Aula giovedì. Resta ancora da sciogliere, infatti, il nodo Superbonus: l’emendamento riformulato è stato presentato e subito accantonato, e non è ancora chiaro se verrà riformulato in giornata.In particolare, sono decalage e teleriscaldamento a tenere in standby l’emendamento riformulato sul Superbonus, la più attesa fra le centinaia di proposte di modifica alla manovra. Il testo riformulato dovrebbe cancellare il tetto Isee per le le villette e applicare il Superbonus agli impianti solari fotovoltaici fino a 48mila euro di spesa. Per quanto riguarda le colonnine di ricarica, se collegate a lavori ‘trainanti’, la detrazione è nei limiti 2mila euro per villette, 1.500 euro per condomini con massimo 8 colonnine e 1.200 euro per quelli che superano le 8. Detrazioni al 75% nel 2022 sono inoltre previste per gli interventi con cui si eliminano barriere architettoniche In questa riformulazione, lamentano i gruppi di maggioranza, il meccanismo del decalage dopo il 2023 non è soft come quello richiesto in particolare dal M5s. Questa soluzione, fanno notare fonti di governo, non era nelle ipotesi. Il secondo aspetto riguarda gli immobili con il teleriscaldamento, per i quali al momento non è prevista l’applicazione degli interventi agevolati. Un problema di classificazione energetica che la maggioranza contava di sanare con un emendamento interpretativo, per includere anche quel tipo di immobili fra quelli a cui si applica il Superbonus.Ieri, intanto, arrivato via libera ad un bonus per l’installazione di sistemi di accumulo negli impianti di produzione elettrica da rinnovabili, anche già esistenti. E’ quanto prevede un emendamento alla manovra approvato dalla commissione bilancio del Senato. La norma stanzia 3 milioni di euro per il 2022 e delega al Mef la definizione delle modalità attuative.Previsto anche un fondo da 60 milioni di euro complessivi (30 per il 2022 e 30 per il 2023) presso il Ministero del lavoro “al fine di introdurre nell’ordinamento un sostegno economico in favore dei lavoratori titolari di un contratto di lavoro a tempo parziale ciclico verticale”.Prorogato a fine 2022 il credito d’imposta pari al 50% delle spese di consulenza per le piccole e medie imprese che si collocano in borsa in un Paese dell’Unione europea. La norma riduce il massimale del beneficio da 500mila e 200mila euro. LEGGI TUTTO

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    Manovra: da Irpef a bonus Tv, arriva emendamento omnibus del Governo

    (Teleborsa) – Dal taglio di Irpef e Irap passando per il rifinanziamento, con 68 milioni, del bonus tv: il governo presenta in commissione al Senato un emendamento omnibus che recepisce l’intesa sulle tasse, compresa la decontribuzione per un anno “in via eccezionale”, e anche sulle bollette. Arrivano una serie di novità, dalla riscrittura del patent box alle nuove norme ‘salva-comuni’.Nuovo sistema, dunque, del prelievo fiscale a 4 aliquote: l’emendamento alla manovra riscrive anche il sistema delle detrazioni e introduce una clausola salva-bonus Irpef per i redditi bassi. Nel dettaglio le aliquote passano da 5 a 4 e saranno al 23% per i redditi fino a15mila euro, al 25% per i redditi tra 15 e 28mila euro, al 35% tra 28mila e 50mila euro e 43% oltre questa soglia. Per i redditi fino a 15mila euro resta anche il bonus 100 euro, che rimane, almeno in parte, anche fino a 28mila euro per evitare che qualcuno ci rimetta con il mix tra nuova Irpef, detrazioni e assorbimento del bonus.Nasce anche un fondo ad hoc per aiutare i settori del turismo, dello spettacolo e dell’auto. L’emendamento prevede l’esonero dei contributi previdenziali di 0,8 punti percentuali per i lavoratori dipendenti (con l’esclusione dei rapporti di tipo domestico) con una retribuzione massima di 2.692 euro al mese, ovvero 35.000 euro annui considerando tredici mensilità. Si tratta, viene spiegato, di una misura “eccezionale” riferita solo al periodo primo gennaio-31 dicembre 2022. L’emendamento recepisce l’accordo raggiunto a Palazzo Chigi un paio di settimane fa.Tra i temi affrontati dal governo anche il Giubileo, la proroga del programma Strade sicure e fondi per le scuole dell’infanzia paritarie e per le regioni colpite dagli incendi della scorsa estate.”Siamo decisamente delusi dalla decisione del governo di non inserire il Patent Box nella legge di Bilancio 2022. Pur consapevoli del potenziamento di altre misure ‘sostitutive’, riteniamo che questa scelta sia comunque penalizzante per le imprese del settore che avevano imparato a conoscere e utilizzare il Patent Box operativo ormai da alcuni anni”. Lo ha dichiarato Barbara Colombo, presidente di Ucimu-Sistemi per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione. “Il cambiamento di misure – ha proseguito – crea confusione e destabilizza le aziende, lo abbiamo già visto con il passaggio da super e iper ammortamento al credito di imposta: vi fu un momento di sospensione degli investimenti determinato dalla necessità di comprendere come funzionava il nuovo provvedimento. Tutto questo non può accadere proprio ora quando il mercato si presenta vivace e ricettivo”, ha concluso Colombo. LEGGI TUTTO

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    Sciopero generale Cgil e Uil: “Oggi qui Paese reale”

    (Teleborsa) – Si sta determinando una distanza tra i bisogni del Paese reale e la politica che si sta sempre più chiudendo al suo interno e non si pone il problema che più della metà del corpo elettorale non va a votare”. Con queste parole il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha preso la parola durante la manifestazione per lo sciopero generale in una piazza del Popolo, stracolma, a Roma. “Siamo fuori tempo massimo? No, siamo all’inizio di questa battaglia”, dice ancora Landini: “Poterla fare con questa forza e questo consenso nel Paese ci rafforza”.Sulla stessa linea Pierpaolo Bombardieri, leader della Uil. “Oggi ci sono cinque piazze piene. È strano dire che non rappresentiamo il Paese reale, chi è rimasto indietro – attacca – Chiediamo al governo di fare scelte diverse. Il Paese ha bisogno di risposte, che finora non sono sufficienti”. Assente invece la Cisl. Otto ore di astensione indette, che riguardano lavoratori pubblici e privati e i servizi e cinque manifestazioni organizzate: non solo a Roma, ma anche a Milano, Bari, Cagliari, Palermo. Fisco, pensioni, politiche industriali, contrasto alle delocalizzazioni e alla precarietà, sanità, non autosufficienza e scuola sono i punti critici della manovra, secondo Cgil e Uil. Per le due confederazioni “non ridistribuisce ricchezza, non riduce le disuguaglianze e non genera uno sviluppo equilibrato e strutturale e un’occupazione stabile”. “Sta aumentando la distanza tra il palazzo della politica e il Paese. Noi invece diamo voce al disagio sociale che c’è nel Paese. Abbiamo bisogno di prendere la parola e farebbe bene chi è in Parlamento ad ascoltarci”, dice Landini, dalla manifestazione per lo sciopero generale. “Oggi è l’avvio di una mobilitazione perché pensiamo che il Paese vada cambiato, con una riforma fiscale e delle pensioni degna di questo nome e cancellando la precarietà. È l’inizio di una battaglia”, afferma. “Se non si fanno le cose che stiamo chiedendo, noi scioperiamo e torniamo in piazza perché non dobbiamo rispondere ad alcun governo – conclude Landini -. Per noi questa non è la fine di un ciclo di manifestazioni, per noi è l’inizio perché non rinunciamo all’idea di una riforma delle pensioni, del fisco e della lotta alla precarietà. Ora ancora con più forza. Le piazza di oggi ci dicono che non siamo isolati”. “Siamo davanti a uno sciopero-farsa contro l’Italia e i lavoratori, la Cgil ci aiuti a ricostruire il Paese anziché bloccarlo”, commenta il leader della Lega Matteo Salvini. LEGGI TUTTO

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    Violenza donne: ok CdM a disegno di legge, le novità

    (Teleborsa) – Semaforo verde in Consiglio dei Ministri – a quanto si apprende da fonti governative – al disegno di legge per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne e della violenza domestica.Il testo di 11 articoli è frutto del lavoro delle ministre Elena Bonetti, Luciana Lamorgese, Marta Cartabia , Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Fabiana Dadone ed Erika Stefani. Secondo quanto previsto nella bozza del testo, alcuni dei reati contro le donne, in particolare nei casi di violenza domestica, i magistrati potranno procedere anche d’ufficio.L’organo di polizia che procede a seguito di denuncia o querela in ambito di violenza domestica, “qualora dai primi accertamenti emergano concreti e rilevanti elementi di pericolo di reiterazione della condotta”, lo comunica al prefetto competente il quale può adottare “misure di vigilanza dinamica, da sottoporre a revisione trimestrale, a tutela della persona offesa”. Le pene previste per i reati di percosse, lesioni, minacce, violazione di domicilio e danneggiamento sono aumentate “se il fatto è commesso nell’ambito di violenza domestica da soggetto già ammonito”.Nuova ipotesi di fermo per i reati di stalking e violenza sessuale. Una stretta decisa sull’ammissione condizionata della pena, che sarà possibile solo se il reo abbia compiuto un percorso di recupero. Carcere per chi manomette il braccialetto elettronico e obbligo di informare la vittima se il suo aggressore sta per essere scarcerato. Una tutela dinamica alle donne che denunciano violenza, nei casi più gravi e senza stravolgere la vita delle vittime: questa misura, fortemente voluta dal ministro Maria Stella Gelmini, compare nel disegno di legge sulla violenza contro le donne approvato in Consiglio dei ministri. Dopo una denuncia o una querela, le forze dell’ordine, dopo i primi accertamenti, in caso di pericolo concreto potranno dunque avviare l’iter per disporre una vigilanza a tutela della persona offesa. LEGGI TUTTO

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    Orlando: questo è il momento di fare patto sul lavoro

    (Teleborsa) – “In queste ore si è riavviato un confronto sul fisco che mi auguro consenta di migliorare ulteriormente la proposta che è sul tavolo”. Lo ha detto il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, nel corso di un convegno della Cisl parlando dell’incontro di stasera tra il Ministro dell’Economia Franco e i leader dei sindacati confederali.”L’idea del patto che spesso la Cisl pone è importante perchè ha due vantaggi: ci costringe a guardare ad un tempo lungo e ci mette al riparo dal cambio delle maggioranze politiche. Non possiamo fare e disfare ogni sei mesi. Ci deve essere il momento in cui si scoprono le carte e si cerca di di convergere su una piattaforma comune. E se c’è un momento in cui questo deve avvenire è proprio adesso”, dice Orlando sottolineando che “ora è il momento del secondo tempo della risposta al Covid. Dopo la riduzione del danno fatta meglio di altri paesi e lo dobbiamo rivendicare, ci sarà il tempo che determinerà gli aspetti strutturali del mercato del lavoro per i prossimi 20-30 anni. E’ importante che la battaglia la si faccia con un largo dibattito. Non possono essere solo i decisori a scegliere”.”Non ci possiamo permettere che di quei 200 e oltre miliardi del PNRR vada poco o nulla nei salari dei lavoratori italiani”, prosegue Orlando. “Il 25% dei lavoratori è attorno alla soglia di povertà – ha ricordato – Il 20% dei percettori di Reddito di Cittadinanza ha un contratto di lavoro a tempo determinato o indeterminato con part time involontari e forme estreme di precarietà che riguardano soprattutto le donne. Si tratta di un grande tema che dobbiamo provare ad affrontare. In parte una risposta deve arrivare sul fronte fiscale ma c’è anche il tema di come adeguiamo gli strumenti per contrastare il dumping contrattuale, con molto pragmatismo”. “Dobbiamo trovare le formule che funzionano meglio, che vanno concertate – ha proseguito. Questa è una grandissima urgenza, perchè non ci possiamo permettere che di quei 200 e oltre miliardi del PNRR vada poco o nulla nei salari dei lavoratori italiani”. “Sarebbe un modo per fare peggio di quello che c’era prima, aumentando diseguaglianze sociali” ha concluso Orlando. LEGGI TUTTO