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    Crisi governo, Mattarella scioglie le Camere: “Decisione inevitabile. Nuove elezioni entro 70 giorni”

    (Teleborsa) – “Come è stato ufficialmente comunicato, ho firmato il decreto di scioglimento delle Camere affinché vengano indette nuove elezioni entro il termine di settanta giorni indicato dalla Costituzione”. Poco prima delle 18 le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha definito la decisione “inevitabile”, hanno ufficialmente segnato la fine del governo Draghi. Nel pomeriggio, come previsto dalla procedura di scioglimento delle Camere da parte del capo dello Stato, il presidente della Repubblica ha ricevuto al Palazzo del Quirinale la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e, successivamente, il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico. Dopo i colloqui con i presidenti delle Camere, Mario Draghi è salito al Colle per controfirmare il decreto di scioglimento delle Camere. Le nuove elezioni, ha annunciato Mattarella, si terranno tra 70 giorni. Poco dopo lo scioglimento delle Camere ha preso il via a Palazzo Chigi il Consiglio dei ministri. Nel corso della seduta dovrebbe essere definito il perimetro per il disbrigo degli affari correnti e fissata la data delle prossime elezioni politiche, probabilmente il 25 settembreLA DICHIARAZIONE DI MATTARELLA – “Lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l’ultima scelta da compiere, particolarmente se, come in questo periodo, davanti alle Camere vi sono molti importanti adempimenti da portare a compimento nell’interesse del nostro Paese. Ma la situazione politica che si è determinata – ha detto Mattarella nella dichiarazione resa subito dopo aver firmato il decreto di scioglimento delle Camere – ha condotto a questa decisione. La discussione, il voto e le modalità con cui questo voto è stato espresso ieri al Senato hanno reso evidente il venir meno del sostegno parlamentare al Governo e l’assenza di prospettive per dar vita a una nuova maggioranza. Questa condizione ha reso inevitabile lo scioglimento anticipato delle Camere. Il Governo ha presentato le dimissioni. Nel prenderne atto ho ringraziato il Presidente del Consiglio Mario Draghi e i Ministri per l’impegno profuso in questi diciotto mesi. È noto che il Governo, con lo scioglimento delle Camere e la convocazione di nuove elezioni, incontra limitazioni nella sua attività. Dispone comunque di strumenti per intervenire sulle esigenze presenti e su quelle che si presenteranno nei mesi che intercorrono tra la decisione di oggi e l’insediamento del nuovo Governo che sarà determinato dal voto degli elettori. Ho il dovere di sottolineare – ha proseguito il presidente della Repubblica – che il periodo che attraversiamo non consente pause negli interventi indispensabili per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale e, in particolare, dell’aumento dell’inflazione che, causata soprattutto dal costo dell’energia e dei prodotti alimentari, comporta pesanti conseguenze per le famiglie e per le imprese. Interventi indispensabili, dunque, per fare fronte alle difficoltà economiche e alle loro ricadute sociali, soprattutto per quanto riguarda i nostri concittadini in condizioni più deboli. Indispensabili per contenere gli effetti della guerra della Russia contro l’Ucraina sul piano della sicurezza dell’Europa e del nostro Paese. Indispensabili per la sempre più necessaria collaborazione a livello europeo e internazionale. A queste esigenze si affianca, con importanza decisiva, quella della attuazione nei tempi concordati del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, cui sono condizionati i necessari e consistenti fondi europei di sostegno. Né può essere ignorato il dovere di proseguire nell’azione di contrasto alla pandemia, che si manifesta tuttora pericolosamente diffusa. Per queste ragioni mi auguro che, pur nell’intensa, e a volte acuta, dialettica della campagna elettorale, vi sia, da parte di tutti, un contributo costruttivo, riguardo agli aspetti che ho indicato. Nell’interesse superiore dell’Italia”. LEGGI TUTTO

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    Crisi Governo, Draghi al Senato: “Voi decidete”. Fiducia su risoluzione Casini

    (Teleborsa) – “La mia sarà una replica breve: per primo ringrazio tutti coloro che hanno sostenuto l’operato del governo con lealtà e partecipazione. Il secondo punto è un’osservazione a proposito di alcune parole che avrebbero messo addirittura in discussione la natura della nostra democrazia, come se non fosse parlamentare mentre lo è e io la rispetto e mi riconosco”. Così il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, in sede di replica al Senato.”Il sostegno che ho visto nel Paese”, ha aggiunto, “mi ha indotto a riproporre un patto di coalizione e sottoporlo a vostro voto, voi decidete. Niente richieste di pieni poteri”. Draghi ha anche voluto chiarire dubbi sollevati su RdC e Superbonus. Nel dettaglio, “Il Reddito di cittadinanza è una cosa buona, ma se non funziona è cattiva”, ha detto. Quanto al superbonus “voi sapete quello che ho sempre pensato ma il problema sono i meccanismi di cessione. Chi li ha disegnati senza discrimine o discernimento? Sono loro i colpevoli di questa situazione per cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti”. Il Presidente del Consiglio ha quindi chiesto che “sia posta la fiducia sulla risoluzione presentata da senatore Casini”. “Sul salario minimo ho detto quello che dovevo dire, c’è una proposta della commissione europea, abbiamo aperto un tavolo con i sindacati e Confindustria, continueremo la discussione qualunque sia la vostra decisione oggi”, ha detto il Premier sottolineando che “c’è una proposta che non veda l’imposizione, il diktat del governo sul contratto di lavoro”.Intanto, particolarmente attivo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che avrebbe avviato delle consultazioni telefoniche sentendo i leader della maggioranza per fare il punto della situazione. Tra le ipotesi, si ragiona sempre in ambienti parlamentari, anche quella delle condizioni per un Draghi bis. Sullo sfondo, resta sempre lo scioglimento delle Camere. LEGGI TUTTO

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    Crisi, Draghi in Aula mercoledì: ipotesi ritiro Ministri M5s prima?

    (Teleborsa) – Entra nel vivo la crisi di Governo dopo le dimissioni di ieri del Premier Draghi, “congelate” dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in attesa della verifica in Parlamento, in programma mercoledì. Intanto, in ambienti del M5s circola l’ipotesi del ritiro dei ministri del Movimento prima di mercoledì, uno scenario che secondo fonti parlamentari sarebbe fra quelli sul tavolo dei confronti interni in corso. Soluzione che, a quanto si apprende, è stata discussa anche nel consiglio nazionale di ieri. “Il consiglio nazionale si riunirà di nuovo oggi e faremo le nostre valutazioni”, ha risposto la capogruppo al Senato, Mariolina Castellone, arrivando nella sede del Movimento.”Dobbiamo lavorare per un bis di Draghi. Lo richiede la sicurezza dell’Italia. Ma senza un chiaro impegno della Lega ad abbandonare la linea ‘diversamente 5S’ e la consapevolezza dalle parti del PD che Conte non potrà farne parte, è meglio astenersi ed evitare ulteriori figuracce”. Lo scrive su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda.Nel frattempo, il Ministro degli Esteri Di Maio affonda: “Il M5s non c’è più, ora si chiama il partito di Conte. È un partito padronale che ha deciso di anteporre le proprie bandierine alla sicurezza e all’unità nazionale. Se da mercoledì andiamo in ordinaria amministrazione non potremo fare quasi più nulla di ciò che serve per superare la crisi economica. Parlo del decreto di 15 miliardi contro il caro bollette. Non abbiamo i poteri per fare la legge di bilancio e andremo in esercizio provvisorio. Non abbiamo più il potere negoziale ai tavoli internazionali per ottenere il tetto ai prezzi del gas. È da irresponsabili non capirlo”. LEGGI TUTTO

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    Crisi di Governo, allarme rosso a Bruxelles

    (Teleborsa) – Scatta l’allarme rosso a Bruxelles dopo le dimissioni del Presidente del Consiglio Draghi che di fatto ufficializzano la crisi nel nostro Paese, uno dei più monitorati, anche in ottica PNRR. Non è certo mistero che l’ex BCE è considerato una figura di assoluta garanzia, probabilmente l’unico in grado di garantire stabilità, credibilità e reputazione. Almeno questo sembrava fino alle 18.45 di ieri quando, nel corso di un CdM lampo, il Premier ha annunciato la volontà di dimettersi. “Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di Governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più”, si legge nel comunicato diffuso a margine del CdM.Ufficialmente nessuna presa di posizione allarmistica: “La Commissione non commenta mai gli sviluppi politici nei Paesi membri. La presidente Ursula von der Leyen ha ripetutamente enfatizzato la stretta e costruttiva cooperazione con il presidente Mario Draghi. Von der Leyen attende di proseguire nella cooperazione con le autorità italiane sulle priorità e sulle politiche europee”, spiega Eric Mamer, portavoce della Commissione Ue, interpellato sulla crisi di governo in Italia”.Ma, nelle stanze di Bruxelles, cresce la preoccupazione per i possibili sviluppi di una crisi che nessuno – fino a qualche giorno fa – poteva prevedere nè augurarsi. Intanto, arrivano cattive notizie dalle Borse, in particolare quella di Milano, e dallo spread tra Btp e Bund tedeschi tornato ai picchi di diversi mesi fa.Il Colle, intanto, ha congelato le dimissioni rimandando ad una verifica in Parlamento per mercoledì 20 luglio quando Draghi prenderà la parola. In quell’occasione, capiremo se il Premier farà marcia indietro, in scia alle pressioni di quanti gli chiedono di restare (scenario al momento meno quotato) oppure tirerà dritto per la sua strada (ipotesi più probabilme) ripassando così la palla al Quirinale. LEGGI TUTTO

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    Crisi – Draghi presenta dimissioni, Colle le respinge: Verifica in Parlamento

    (Teleborsa) – “Voglio annunciarvi che questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio Mario Draghi nel Consiglio dei Ministri lampo durato appena il tempo di comunicare la sua decisione. “Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di Governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più”.”Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico. La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c’è più. È venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di Governo”.”In questi giorni da parte mia c’è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, anche cercando di venire incontro alle esigenze che mi sono state avanzate dalle forze politiche. Come è evidente dal dibattito e dal voto di oggi in Parlamento questo sforzo non è stato sufficiente”. “Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo raggiunto, in un momento molto difficile, nell’interesse di tutti gli Italiani”. Ai ministri Draghi ha rivolto un ringraziamento “per il vostro lavoro, i tanti risultati conseguiti”. Subito dopo arriva la nota del Colle che di fatto respinge le dimissioni. “Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa sera al palazzo del Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri, professor Mario Draghi, il quale ha rassegnato le dimissioni del governo da lui presieduto. Il presidente della Repubblica non ha accolto le dimissioni e ha invitato il presidente del Consiglio a presentarsi al Parlamento per rendere comunicazioni, affinché si effettui, nella sede propria, una valutazione della situazione che si é determinata a seguito degli esiti della seduta svoltasi oggi presso il Senato della Repubblica”. La decisione è arrivata dopo che il Governo aveva ottenuto la fiducia a palazzo Madama sul Dl Aiuti ma i senatori M5s avevano abbandonato l’Aula. LEGGI TUTTO

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    Ddl Concorrenza, tassisti protestano a Roma

    (Teleborsa) – Non si ferma la protesta dei tassisti in Via del Corso con Palazzo Chigi e le vie di accesso limitrofe blindate dalla polizia che chiedono ormai da giorni lo stralcio dell’art. 10 del ddl concorrenza che prevede la liberalizzazione del settore: sono stati esplosi petardi e accesi fumogeni, con la polizia che fronteggia i manifestanti tenendoli a distanza dal Palazzo del governo. Slogan contro l’esecutivo, ma soprattutto contro Uber. “Chiediamo che il governo stralci l’articolo 10 del ddl concorrenza e apra subito un tavolo di confronto con tutti gli attori interessati”. E’ la richiesta che le organizzazioni sindacali dei tassisti avanzano in una lettera aperta alle istituzioni e alla società civile. Il documento, ripercorrendo le tappe della causa avviata contro Uber Black nel 2016 per concorrenza sleale, sottolinea “come alla luce di quanto già accaduto e in funzione di ciò che ulteriormente emerge dall’inchiesta Uber Files, gli operatori del comparto taxi non sono assolutamente disposti ad accettare che le regole del loro lavoro vengano riscritte attraverso una delega che non comporta un loro coinvolgimento diretto e dell’intero Parlamento”.Intanto prosegue l’esame in commissione Attività produttive della Camera del ddl concorrenza, ma il nodo della liberalizzazione del settore taxi, contenuto appunto nell’articolo 10, non è ancora stato affrontato. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, si starebbe lavorando a una riformulazione dell’articolo, in modo da trovare una sintesi tra le diverse sensibilità. LEGGI TUTTO

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    Grano, oggi incontro Mosca-Kiev-Onu

    (Teleborsa) – Si terrà oggi a Istanbul un incontro sulle esportazioni di grano ucraino. Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri russo a Interfax. Anche il ministro della Difesa turco Hulusi Akar ha confermato che nella giornata di oggi le delegazioni militari di Ankara, Mosca e Kiev e rappresentanti dell’Onu si incontreranno per discutere di come aprire corridoi per l’esportazione di grano dall’Ucraina. Lo ha reso noto il ministero della Difesa turco.”L’Ucraina sostiene che la questione dello sblocco del grano ucraino deve essere risolta sotto gli auspici dell’Onu. In questo contesto siamo grati al segretario generale Antonio Guterres per gli attivi sforzi volti a trovare una soluzione che garantisca la sicurezza per le regioni meridionali del nostro paese”. E’ quanto scrive Ukrinform, citando il portavoce del ministero degli Esteri, Oleg Nikolenko. Anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha parlato di “timidi segnali, che dobbiamo prendere con cautela, sui corridori del grano”. “Se domani (oggi, ndr) a Istanbul – ha spiegato a Filorosso su Rai3- Russia e Ucraina trovano un accordo per sbloccare le decine di migliaia di tonnellate di grano bloccate nei porti ucraini, questa può diventare una piccola costruzione di fiducia tra le due parti per poi arrivare alla pace”.Intanto, gli Usa hanno annunciato 1,7 miliardi di nuovi aiuti umanitari all’Ucraina. I nuovi fondi destinati a Kiev arrivano dall’Agenzia Usa per lo sviluppo internazionale, dal Dipartimento del Tesoro e dalla Banca mondiale, si legge in una nota di Usaid. Obiettivo del nuovo pacchetto di aiuti è “alleviare gli effetti del forte deficit di bilancio causato dalla brutale guerra del presidente russo Vladimir Putin”. LEGGI TUTTO

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    Corridoi per il grano, colloqui Putin-Erdogan

    (Teleborsa) – “E’ giunto il momento di agire per attuare il piano per la creazione di corridoi per l’esportazione del grano” ucraino. Lo ha detto il Presidente turco Recep Tayyp Erdogan a Vladimir Putin nel corso della conversazione telefonica odierna. Secondo quanto riporta Tass, i due leader, ha riferito la presidenza turca, “hanno discusso della situazione in Siria, della situazione in Ucraina alla luce delle operazioni militari russe, della creazione di corridoi sicuri per l’esportazione di grano dal Mar Nero”. Erdogan ha avuto una conversazione telefonica anche con il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky sulla creazione di corridoi sicuri per le esportazioni di grano nel Mar Nero. E’ quanto riferisce l’agenzia Anadolu citando la Direzione delle Comunicazioni della Presidenza turca.Affermando che il più grande desiderio è che la pace arrivi in Ucraina, Erdogan ha dichiarato che la Turchia continua a lavorare al piano preparato dalle Nazioni Unite per la consegna dei prodotti cerealicoli ucraini al mercato mondiale e ha sottolineato che la soluzione Ucraina-Russia avverrà in ogni caso attraverso la diplomazia. LEGGI TUTTO