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    Milleproroghe, nuovo rinvio. Opposizioni: “Ritirare rottamazione”

    (Teleborsa) – Continua a slittare l’avvio dei lavori sul dl milleproroghe in commissione Affari costituzionali del Senato. La seduta, prevista per le 18, è iniziata ma è stata subito riconvocata per le 20. Nel frattempo si è svolta una riunione tra il governo, presente il ministro dei rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, la maggioranza e le opposizioni per decidere come procedere. Sarebbero arrivati alcuni pareri del Mef, ma non ancora tutti e non si è trovato l’accordo per iniziare a votare da stasera. In serata è stato, dunque, annunciato un nuovo rinvio dell’avvio delle votazioni degli emendamenti al decreto Milleproroghe in Commissione Affari costituzionali del Senato che si è aggiornata a domani alle 12. Le opposizioni hanno chiesto unitariamente il ritiro dell’emendamento dei relatori che prevede la riammissione alla rottamazione quater per i contribuenti che non hanno effettuato regolamente i pagamenti delle rate e che posticipa di due mesi, al 30 settembre 2025, il termine per l’adesione al concordato preventivo. “Ci hanno presentato senza relazione tecnica e senza bollinatura un emendamento che introduce un nuovo concordato e riapre la rottamazione, non è serio” ha detto il capogruppo dem in I CommissioneAndrea Giorgis al termine di una riunione col governo.Sul tavolo c’è, infatti, la riapertura della possibilità di usufruire della rottazione quater delle cartelle fiscali per quei contribuenti che avevano già aderito ma che poi sono decaduti perché non hanno effettuato regolamente i pagamenti delle rate. La misura è contenuto in un emendamento dei relatori al decreto milleproroghe, presentato in Commissione affari costituzionali delo Senato. Secondo l’emendamento, i contribuenti interessati sono riammessi alla rottamazione presentando una nuova dichiarazione entro il 30 aprile 2025 e versando le somme dovute, con gli interessi del 2% annuo, in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2025 oppure fino ad un massimo di dieci rate consecutive. Sono interessati alla riammissione alla rottamazione delle cartelle fiscali i contribuenti che alla data del 31 dicembre 2024 sono decaduti dai benefici per mancato o tardivo versamento delle somme dovute. Per coloro che presentano la nuova dichiarazione, vengono riammesso e scelgono di versare a rate, di pari importo, fino ad una massimo di dieci, le scadenze sono, rispettivamente: le prime due, il 31 luglio e il 30 novembre 2025 e le successive, il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre degli anni 2026 e 2027.Si va verso il posticipo di due mesi, dal 31 luglio 2025 al 30 settembre 2025, del termine per l’adesione al concordato preventivo per il biennio 2025-2026. La misura è contenuta in un emednamento dei relatori al decreto milleproroghe all’esame della Commissione affari costituzionali del Senato. Nei confronti dei contribuenti con periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare, il termine è differito all’ultimo giorno del nono mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta. Il differimento, spiega la relazione illustrativa, “è finalizzato a distribuire in modo più razionale gli adempimenti fiscali considerato il necessario periodo di avviamento correlato al nuovo istituto del concordato preventivo biennale”. Secondo il senatore del Pd, Daniele Manda, il rinvio del termine sarebbe funzionale a consentire l’adesione al concordato anche a quei contribuenti che potranno prima regolarizzare la loro posizione usufruendo della riammissione alla rottamazione quater delle cartelle prevista in un altro emendamento dei relatori al decreto milleproroghe. Arriva la possibilità anche per il 2025 di ricorrere ai contratti per “prestazioni agricole di lavoro subordinato occasionale a tempo determinato” introdotti per il 2023-24 in sostituzione dei voucher. E’ quanto prevede un emendamento dei relatori al decreto Milleproroghe depositato in Commissione affari costituzionali del Senato. La norma stabilisce la proroga di questa forma contrattuale nel settore agricolo fino a fine 2025 per prestazioni di natura stagionale per una durata non superiore a 45 giornate annue per lavoratore. LEGGI TUTTO

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    Caso Almasri, informativa di Piantedosi e Nordio: cosa hanno detto

    (Teleborsa) – Banchi del governo quasi al completo per l’informativa dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi che riferiscono alle Camere sul caso Almasri. Presenti diversi esponenti dell’esecutivo ma non ci sono la premier Giorgia Meloni e i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani.”Il 18 gennaio la Cpi emetteva un mandato di arresto internazionale nei confronti di Almasri per una serie di reati – ha detto il ministro della Giustizia, Nordio, sottolineando che Il mandato di arresto è stato eseguito domenica 19 gennaio alle ore 9.30″ ed una “notizia informale dell’arresto è stata trasmessa via email da un funzionario Interpol alle ore 12.37, sempre domenica: una comunicazione assolutamente informale, priva di dati identificativi e priva del provvedimento in oggetto e delle ragioni sottese. Non era nemmeno allegata la richiesta di estradizione”.”Il 20 gennaio il procuratore della Corte d’appello di Roma trasmetteva il complesso carteggio” sull’arresto di Almasri “al ministero della Giustizia alle 11.40. Alle 13.57 il nostro ambasciatore all’Aja trasmetteva al ministero la richiesta dell’arresto provvisorio. La comunicazione della questura al ministero è avvenuta ad arresto già fatto”, ha spiegato Nordio.Quanto al ruolo del ministro – dice Nordio – “non è semplicemente quello di un organo di transito delle richieste, è un organo politico che deve meditare sul contenuto di queste richieste in funzione di un eventuale contatto con altri ministeri e funzioni organo dello Stato. Non faccio da passacarte, ho il potere di interloquire con altri organi dello Stato in caso di necessità e questa necessità si presentava eccome. Inoltre serve valutare la “coerenza delle conclusioni cui perviene la decisione della Cpi”. Questa coerenza manca completamente e quell’atto era nullo, in lingua inglese senza essere tradotto e con vari allegati in lingua araba”, ” con una serie di criticità che avrebbero reso impossibile l’immediata adesione del ministero alla richiesta arrivata dalla Corte d’appello” di Roma, ha aggiunto Nordio. “L’atto è arrivato in lingua inglese senza essere tradotto”: dice con le opposizioni in Aula che rumoreggiano. Osama Njeem Almasri “non è mai stato un interlocutore del Governo per vicende che attengono alla gestione e al contrasto del complesso fenomeno migratorio”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sul caso Almasri. “Smentisco, nella maniera più categorica, che, nelle ore in cui è stata gestita la vicenda – così il ministro dell’Interno, Piantedosi -, il Governo abbia ricevuto alcun atto o comunicazione che possa essere, anche solo lontanamente, considerato una forma di pressione indebita assimilabile a minaccia o ricatto da parte di chiunque, come è stato adombrato in alcuni momenti del dibattito pubblico sviluppatosi in questi giorni. Al contrario, ogni decisione è stata assunta, come sempre, solo in base a valutazioni compiute su fatti e situazioni (anche in chiave prognostica) nell’esclusiva prospettiva della tutela di interessi del nostro Paese”.Alla fine dell’intervento della segretaria del Pd Elly Schlein nell’Aula della Camera, dopo l’informativa sul caso Almasri, i deputati dem hanno esposto cartelli con scritto “Meloni dove sei?” .(Foto: Per gentile concessione dell’ufficio stampa di Palazzo Chigi) LEGGI TUTTO

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    Germania, il presidente Steinmeier scioglie il Parlamento. Il 23 febbraio al voto

    (Teleborsa) – Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha sciolto il Parlamento, fissando le elezioni legislative al 23 febbraio prossimo. Si tratta di una decisione ampiamente prevista che giunge dopo la crisi del governo del cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz e in un momento di pesante crisi economica per il Paese. Il cancelliere, lo scorso 16 dicembre, con 394 voti contrari, 207 a favore e 116 astenuti, ha perso la votazione sulla fiducia al Bundestag, spianando di fatto la strada alle elezioni anticipate.(Foto: Increa – stock.adobe.com (ex Fotolia.it)) LEGGI TUTTO

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    Putin pronto a incontrare Trump. Negoziati di pace solo con leader “legittimo”

    (Teleborsa) – Il Presidente russo Vladimir Putin ha affermato di essere “pronto” ad incontrare “in qualsiasi momento” il Presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump. “Non so quando lo vedrò. Non gli parlo da più di quattro anni”, ha precisato Putin durante la conferenza stampa di fine anno in diretta radio e TV, alla presenza della stampa e di cittadini russi, durata oltre 4 ore.Putin ha parlato anche del conflitto in Ucraina, affermando di non sapere quando sarà ripreso il controllo della regione di Kursk, occupata dalle truppe ucraine dalla scorsa estate, poi ha detto che questi ultimi tre anni di guerra “sono stati una prova seria per tutti noi, per l’intero Paese e per me”.A proposito dei negoziati per la pace, Putin ha affermato di voler trattare solo con “il legittimo leader dell’Ucraina” ed ha aggiunto che parlerà con Zelensky, il cui mandato è scaduto la scorsa primavera e prorogato causa guerra, “solo se andrà alle elezioni e sarà rieletto”. Affermazioni cui il Presidente ucraino ha replicato affermando “credo sia pazzo” ed aggiungendo “se raggiungessimo una tregua, lui potrebbe fra giorni, mesi o anni – come è giù successo – riprendere a bombardarci”, ecco perché “le vere garanzie, attuali o future, sono la Nato”.Il Presidente Putin ha poi affrontato il tema delle “sanzioni” imposte a Mosca a causa della guerra, dicendo che “sono uno strumento sleale per combattere la concorrenza”, ma “non saranno in grado di ucciderci completamente”. “Non mi sono limitato a difendere la Russia – ha sottolineato – ma l’ho allontanata dall’orlo dell’abisso, quando si stava dirigendo verso la completa perdita della sua sovranità, senza la quale il Paese non può esistere”.Parlando delle relazioni tra Russia e Cina, Putin ha affermato che i due Paesi stanno coordinando le loro azioni a livello internazionale e le relazioni hanno raggiunto un “livello mai visto prima”. LEGGI TUTTO

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    Macron nomina il centrista Bayrou premier

    (Teleborsa) – Il Presidente francese Emmanuel Macron sceglie il centrista Francois Bayrou quale nuovo premier, incaricandolo di formare un governo. Lo ha annunciato oggi l’Eliseo, rompendo gli indugi degli ultimi due giorni.Bayrou, 73 anni, è leader di MoDem, il maggior partito di centro della Francia, ed è stato fin dalla prima campagna elettorale un forte sostenitore di Macro, pur non tacendo qualche disaccordo su temi specifici. Secondo fonti vicine all’Eliseo, il lungo colloquio intrattenuto stamattina tra i due sarebbe stato piuttosto teso.Macron era appena rientrato in Francia dalla missione in Polonia ed il suo primo atto, rientrato in patria, è stato nominare il nuovo premier dopo che l’ex commissario Barnier è stato sfiduciato dal Parlamento sulla finanziaria lacrime e sangue. Una sfiducia che ha gettato il paese nel caos, a causa della mancanza di una maggioranza parlamentare e dell’impossibilità di formare un govermno.Ora bisognerà vedere se il parlamento francese accoglierà la nomina di Bayrou o se lo sfiducerà a priori. Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen, ha detto che “non ci sarà una sfiducia a priori” contro Bayrou, ma “le linee rosse” del partito “restano le stesse”. “Il nuovo premier – ha aggiunto – deve prendere in considerazione il nuovo dato politico, che rende necessario un dialogo” con tutte le forze politiche. Ma la leader del partito Marine Le Pen ha affermato che “un prolungamento del macronismo”, “può soltanto portare all’impasse”. E d’altro canto, anche la sinistra non è contenta della nomina di Bayrou. Mathilde Panot, dirigente de La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, annuncia che presenterà subito “una mozione di sfiducia”. Anche Fabien Roussel, segretario nazionale del Partito comunista francese parla di una “brutta notizia” e sollecita “un cambiamento di direzione politica, il rispetto del Parlamento e un governo che non metta la fiducia” per far passare le leggi. LEGGI TUTTO

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    Caos in Corea del Sud. Sotto pressione Etf e Won con legge marziale

    (Teleborsa) – Il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk Yeol, ha dichiarato a sorpresa la legge marziale d’emergenza nel Paese. Una decisione che ha fatto scivolare il won ai minimi da due anni a circa 1.430 dollari. Pesanti le ripercussioni anche sugli ETF: l’iShares MSCI South Korea è sceso di oltre il 5%, mentre l’ETF Franklin FTSE South Korea e l’ETF Matthews Korea Active hanno toccato il -4%, secondo i dati FactSet.Yoon Suk Yeol ha affermato che la misura si è resa necessaria per proteggere il Paese dalle “forze comuniste”. “Per salvaguardare una Corea del Sud liberale dalle minacce poste dalle forze comuniste della Corea del Nord e per eliminare gli elementi anti-Stato”, ha affermato il Presidente in un discorso trasmesso in diretta televisiva alla nazione.Da maggioranza e opposizione non si è fatta aspettare la risposta che hanno condannato la legge marziale. Han Dong-hoon, il capo del People Power Party al potere a Seul, ha definito “sbagliata” la mossa e ha assicurato che “la bloccherà” con il sostegno della gente. Il Partito democratico, forza principale d’opposizione, ha parlato di azione “incostituzionale”, chiamando una convocazione d’urgenza dell’Assemblea nazionale (Parlamento di Seul).Secondo quanto reso noto dall’agenzia Yonhap, il parlamento sudcoreano ha approvato all’unanimità il rifiuto della legge marziale adottata dal presidente Yoon Suk Yeol. L’Assemblea nazionale, in sessione plenaria, ha approvato una risoluzione che ne richiede l’abolizione. Hanno votato a favore tutti i 190 deputati presenti. Intanto, il vicesegretario americano di Stato Kurt Campbell, ha espresso “grave preoccupazione” per la Corea del Sud. “Stiamo osservando i recenti sviluppi nella Corea del Sud con grave preoccupazione. Abbiamo ogni speranza e aspettativa che qualsiasi disputa politica venga risolta pacificamente e in conformità con lo stato di diritto”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Governo: a Foti Affari europei, Coesione e attuazione Pnrr

    (Teleborsa) – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sentito il Consiglio dei ministri, ha affidato oggi al ministro Tommaso Foti le deleghe relative agli affari europei, alla coesione territoriale e all’attuazione del PNRR. Meloni, secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, ha mantenuto in capo a sé il coordinamento delle politiche per il Sud e ha avviato, da subito, una ricognizione all’interno del Governo in merito a quanto già realizzato per rafforzare lo sviluppo del Mezzogiorno, ai programmi in atto e alle proposte ancora da implementare, in particolare su incentivi, infrastrutture e investimenti. Come Meloni ha ricordato recentemente, “nel 2023 il Sud è stato la locomotiva d’Italia, con PIL e occupazione in crescita sopra la media nazionale e un forte impulso alle esportazioni”. È – sottolineano le fonti – “intenzione della presidente del Consiglio procedere su questo percorso con ancora maggiore determinazione”. LEGGI TUTTO

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    PSB, Freni: “La casa è sacra per il centrodestra, nessuna nuova tassa”

    (Teleborsa) – “Sarebbe bastato ascoltare le parole del ministro Giorgetti e guardare cosa c’è scritto nel Psb (a pagina 156 ultimo capoverso) per vedere che nessuno prospetta alcuna nuova tassa sulla casa. La casa per il centrodestra è sacra, fatevene una ragione, e nessuno la tasserà”. È quanto ha detto il sottosegretario all’Economia Federico Freni (Lega), prendendo la parola in aula al Senato per la replica del Governo alla discussione generale sul Psb. LEGGI TUTTO