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    Putin pronto a incontrare Trump. Negoziati di pace solo con leader “legittimo”

    (Teleborsa) – Il Presidente russo Vladimir Putin ha affermato di essere “pronto” ad incontrare “in qualsiasi momento” il Presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump. “Non so quando lo vedrò. Non gli parlo da più di quattro anni”, ha precisato Putin durante la conferenza stampa di fine anno in diretta radio e TV, alla presenza della stampa e di cittadini russi, durata oltre 4 ore.Putin ha parlato anche del conflitto in Ucraina, affermando di non sapere quando sarà ripreso il controllo della regione di Kursk, occupata dalle truppe ucraine dalla scorsa estate, poi ha detto che questi ultimi tre anni di guerra “sono stati una prova seria per tutti noi, per l’intero Paese e per me”.A proposito dei negoziati per la pace, Putin ha affermato di voler trattare solo con “il legittimo leader dell’Ucraina” ed ha aggiunto che parlerà con Zelensky, il cui mandato è scaduto la scorsa primavera e prorogato causa guerra, “solo se andrà alle elezioni e sarà rieletto”. Affermazioni cui il Presidente ucraino ha replicato affermando “credo sia pazzo” ed aggiungendo “se raggiungessimo una tregua, lui potrebbe fra giorni, mesi o anni – come è giù successo – riprendere a bombardarci”, ecco perché “le vere garanzie, attuali o future, sono la Nato”.Il Presidente Putin ha poi affrontato il tema delle “sanzioni” imposte a Mosca a causa della guerra, dicendo che “sono uno strumento sleale per combattere la concorrenza”, ma “non saranno in grado di ucciderci completamente”. “Non mi sono limitato a difendere la Russia – ha sottolineato – ma l’ho allontanata dall’orlo dell’abisso, quando si stava dirigendo verso la completa perdita della sua sovranità, senza la quale il Paese non può esistere”.Parlando delle relazioni tra Russia e Cina, Putin ha affermato che i due Paesi stanno coordinando le loro azioni a livello internazionale e le relazioni hanno raggiunto un “livello mai visto prima”. LEGGI TUTTO

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    Macron nomina il centrista Bayrou premier

    (Teleborsa) – Il Presidente francese Emmanuel Macron sceglie il centrista Francois Bayrou quale nuovo premier, incaricandolo di formare un governo. Lo ha annunciato oggi l’Eliseo, rompendo gli indugi degli ultimi due giorni.Bayrou, 73 anni, è leader di MoDem, il maggior partito di centro della Francia, ed è stato fin dalla prima campagna elettorale un forte sostenitore di Macro, pur non tacendo qualche disaccordo su temi specifici. Secondo fonti vicine all’Eliseo, il lungo colloquio intrattenuto stamattina tra i due sarebbe stato piuttosto teso.Macron era appena rientrato in Francia dalla missione in Polonia ed il suo primo atto, rientrato in patria, è stato nominare il nuovo premier dopo che l’ex commissario Barnier è stato sfiduciato dal Parlamento sulla finanziaria lacrime e sangue. Una sfiducia che ha gettato il paese nel caos, a causa della mancanza di una maggioranza parlamentare e dell’impossibilità di formare un govermno.Ora bisognerà vedere se il parlamento francese accoglierà la nomina di Bayrou o se lo sfiducerà a priori. Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen, ha detto che “non ci sarà una sfiducia a priori” contro Bayrou, ma “le linee rosse” del partito “restano le stesse”. “Il nuovo premier – ha aggiunto – deve prendere in considerazione il nuovo dato politico, che rende necessario un dialogo” con tutte le forze politiche. Ma la leader del partito Marine Le Pen ha affermato che “un prolungamento del macronismo”, “può soltanto portare all’impasse”. E d’altro canto, anche la sinistra non è contenta della nomina di Bayrou. Mathilde Panot, dirigente de La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, annuncia che presenterà subito “una mozione di sfiducia”. Anche Fabien Roussel, segretario nazionale del Partito comunista francese parla di una “brutta notizia” e sollecita “un cambiamento di direzione politica, il rispetto del Parlamento e un governo che non metta la fiducia” per far passare le leggi. LEGGI TUTTO

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    Caos in Corea del Sud. Sotto pressione Etf e Won con legge marziale

    (Teleborsa) – Il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk Yeol, ha dichiarato a sorpresa la legge marziale d’emergenza nel Paese. Una decisione che ha fatto scivolare il won ai minimi da due anni a circa 1.430 dollari. Pesanti le ripercussioni anche sugli ETF: l’iShares MSCI South Korea è sceso di oltre il 5%, mentre l’ETF Franklin FTSE South Korea e l’ETF Matthews Korea Active hanno toccato il -4%, secondo i dati FactSet.Yoon Suk Yeol ha affermato che la misura si è resa necessaria per proteggere il Paese dalle “forze comuniste”. “Per salvaguardare una Corea del Sud liberale dalle minacce poste dalle forze comuniste della Corea del Nord e per eliminare gli elementi anti-Stato”, ha affermato il Presidente in un discorso trasmesso in diretta televisiva alla nazione.Da maggioranza e opposizione non si è fatta aspettare la risposta che hanno condannato la legge marziale. Han Dong-hoon, il capo del People Power Party al potere a Seul, ha definito “sbagliata” la mossa e ha assicurato che “la bloccherà” con il sostegno della gente. Il Partito democratico, forza principale d’opposizione, ha parlato di azione “incostituzionale”, chiamando una convocazione d’urgenza dell’Assemblea nazionale (Parlamento di Seul).Secondo quanto reso noto dall’agenzia Yonhap, il parlamento sudcoreano ha approvato all’unanimità il rifiuto della legge marziale adottata dal presidente Yoon Suk Yeol. L’Assemblea nazionale, in sessione plenaria, ha approvato una risoluzione che ne richiede l’abolizione. Hanno votato a favore tutti i 190 deputati presenti. Intanto, il vicesegretario americano di Stato Kurt Campbell, ha espresso “grave preoccupazione” per la Corea del Sud. “Stiamo osservando i recenti sviluppi nella Corea del Sud con grave preoccupazione. Abbiamo ogni speranza e aspettativa che qualsiasi disputa politica venga risolta pacificamente e in conformità con lo stato di diritto”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Governo: a Foti Affari europei, Coesione e attuazione Pnrr

    (Teleborsa) – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sentito il Consiglio dei ministri, ha affidato oggi al ministro Tommaso Foti le deleghe relative agli affari europei, alla coesione territoriale e all’attuazione del PNRR. Meloni, secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, ha mantenuto in capo a sé il coordinamento delle politiche per il Sud e ha avviato, da subito, una ricognizione all’interno del Governo in merito a quanto già realizzato per rafforzare lo sviluppo del Mezzogiorno, ai programmi in atto e alle proposte ancora da implementare, in particolare su incentivi, infrastrutture e investimenti. Come Meloni ha ricordato recentemente, “nel 2023 il Sud è stato la locomotiva d’Italia, con PIL e occupazione in crescita sopra la media nazionale e un forte impulso alle esportazioni”. È – sottolineano le fonti – “intenzione della presidente del Consiglio procedere su questo percorso con ancora maggiore determinazione”. LEGGI TUTTO

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    PSB, Freni: “La casa è sacra per il centrodestra, nessuna nuova tassa”

    (Teleborsa) – “Sarebbe bastato ascoltare le parole del ministro Giorgetti e guardare cosa c’è scritto nel Psb (a pagina 156 ultimo capoverso) per vedere che nessuno prospetta alcuna nuova tassa sulla casa. La casa per il centrodestra è sacra, fatevene una ragione, e nessuno la tasserà”. È quanto ha detto il sottosegretario all’Economia Federico Freni (Lega), prendendo la parola in aula al Senato per la replica del Governo alla discussione generale sul Psb. LEGGI TUTTO

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    Ddl startup, dopo ok al Senato torna alla Camera. C’è il Fondo dei fondi

    (Teleborsa) – Il disegno di legge per le start up approvato dal Senato, che ora deve tornare alla Camera, contiene anche la norma che interessa le piccole e medie imprese (PMI) con la quale si istituisce il “Fondo dei fondi”, che dovrebbe vedere la luce nei primi mesi del prossimo anno.Il fondo è strutturato attraverso l’allargamento di uno strumento per le imprese già creato in Cassa Depositi e Prestiti durante il periodo del Covid, ovvero “Patrimonio Destinato”. La norma prevede che il 49% delle quote sia di CDP e che il restante 51% dell’ammontare del patrimonio “sia sottoscritto da co-investitori privati alle medesime condizioni del Patrimonio Destinato”.Nell’ambito della operatività a condizioni di mercato, potrà “effettuare interventi tramite la sottoscrizione di quote o azioni di organismi di investimento collettivo del risparmio di nuova costituzione e istituiti in Italia” che investano “prevalentemente in titoli quotati in mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione italiani emessi da emittenti di medio-piccola capitalizzazione con sede legale o significativa e stabile organizzazione in Italia, anche con fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro”. Possono rientrare nell’ambito delle nuove disposizioni anche i “titoli emessi da emittenti che hanno completato positivamente il processo di ammissione alla quotazione su mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione italiani, con data certa di inizio negoziazione”.”Soddisfazione per l’approvazione in seconda lettura della Pdl Start up, arricchita ulteriormente dal Senato, in particolare con il fondo dei fondi. Questa norma farà la differenza nel settore dell’innovazione e sui mercati finanziari”, ha detto il deputato della Lega Giulio Centemero, capogruppo in Commissione Finanze e primo firmatario del Ddl. LEGGI TUTTO

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    Commissione Ue, Ursula von der Leyen pronta a presentare la lista definitiva

    (Teleborsa) – Fra colpi di scena e bocciature, la nuova Commissione europea targata Ursula Bis potrebbe veder luce nella giornata di oggi, con la presentazione della lista definitiva dei nominativi del team. A quanto hanno riferito fonti europee, sarebbe giunto ieri sera il via libera dei gruppi di maggioranza dell’Eurocamera e, questa mattina, la Presidente von der Leyen sarebbe pronta a presentare la sua lista formale ai alla Conferenza dei presidenti dei gruppi.Non soni mancati i colpi di scena dell’ultimo minuto, come quello delle dimissioni improvvise del Commissario europeo per il mercato interno e i servizi Thierry Breton, che ha lasciato la Commissione europea dopo aver appreso che la stessa Presidente aveva chiesto alla Francia la sua sostituzione in cambio di un ruolo di maggior peso dentro la nuova Commissione. “Negli ultimi cinque anni mi sono impegnato senza sosta per sostenere e promuovere il bene comune europeo, al di sopra degli interessi nazionali e di partito”, ha scritto Breton in una lettera pubblicata su X, spiegando “nella fase finale dei negoziati sulla composizione del futuro Collegio, avete chiesto alla Francia di ritirare il mio nome per motivi personali”, in cambio di “un portafoglio presumibilmente più influente per la Francia nel futuro Collegio”. A sostituire Breton, quanto trapelato nelle ultime ore, sarà Stéphane Séjourné, cui sarà affidato un posto di peso a Bruxelles. Si parla della nomina a vicepresidente esecutivo con delega alla sovranità industriale e alla competitività, anche se si parla di includere il portafoglio ambitissimo dell’Economia.L’altro grande ostacolo che la Commissione Ursula ha dovuto superare, dopo le bocciature di Meloni in Consiglio e FdI nella plenaria di luglio, è la nomina di Raffaele fitto a vicepresidente esecutivo, subito osteggiata da socialisti e verdi. Ma anche questa partita è stata vinta e von der Leyen, che assegnerà a Fitto una posizione analoga a quella degli altri vicepresidenti, il francese Séjourné, la spagnola Teresa Ribera, il lettone Valdis Dombrovskis, lo slovacco Maros Sefcovic e l’estone Kaja Kallas.Per il neo Commissario italiano è stata pensata la delega alla Coesione e al PNRR, con il compito non facile, ma per Gentiloni “non impossibile”, di prorogare la scadenza del PNRR dall’attuale 2026. Per gli altri ruoli forti si parla del ceco Jozef Sikela, che avrebbe conquistato il Commercio, mentre l’olandese Woepke Hoekstra sarebbe indicato per l’Economia. La delega alla Giustizia sarbbe riservata alla svedese Jessika Roswall, l’Agricoltura al lussemburghese Christophe Hanses, i Trasporti al greco Apostolos Tzitzikostas. Il dossier sulla Migrazione potrebbe essere assegnato alla belga Hadja Lahbib ed il Digitale alla finlandese Henna Virkkunen.A parte i ruoli forti, necessariamente patteggiati e talvolta poco graditi,la Commissione Ursula dovrebbe rispecchiare fedelmente la visione della Presidente e – a quanto si afferma – operare “aspettando i suoi placet”. LEGGI TUTTO

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    Manovra, Maggioranza: “Priorità a famiglie, imprese, giovani e natalità. Fine a stagione dei bonus”

    (Teleborsa) – Il piano strutturale di medio termine, introdotto dalla riforma delle regole del Patto di stabilità e crescita che l’Italia dovrà presentare alla Commissione europea entro il 20 settembre prossimo, e la Legge di Bilancio per il 2025. Questi i temi al centro del pranzo di lavoro svoltosi oggi a Palazzo Chigi fra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Giorgetti – si legge in una congiunta dei leader del centrodestra – ha illustrato ai leader del Centrodestra la situazione dei conti pubblici ad oggi e le nuove procedure di bilancio alla luce del nuovo Patto europeo. L’incontro di oggi si configura come un appuntamento che si punta a far diventare di routine, almeno ogni due settimane fino alla chiusura della legge di bilancio, per coordinare a livello politico l’iter della manovra.”È stata ribadita – prosegue la nota – la volontà di proseguire nel solco di una politica di bilancio seria ed equilibrata, confermare quanto di buono è stato fatto e verificare cosa di nuovo può essere attuato concentrando tutte le risorse a disposizione sulle priorità già indicate (famiglie, imprese, giovani e natalità), mettendo definitivamente la parola fine alla stagione dei bonus che hanno dimostrato non produrre alcun risultato”.Tra le ipotesi di intervento cui il governo non intende rinunciare in primis il taglio del cuneo contributivo (dal costo di 10,7 miliardi) e poi un intervento a sostegno dei redditi medi, riducendo dal 35% al 33% la seconda aliquota Irpef. Il costo dell’operazione si aggira attorno a 2,2 miliardi. “Vogliamo lavorare sulle aliquote Irpef, passando dal 35 al 33% fino a 60mila euro di reddito – ha riferito stamattina Tajani – alzando dunque il tetto minimo di chi trae beneficio. Riteniamo necessaria una zona ‘zero tasse’ fino ai 12mila euro”. Sembra tramontata la possibilità di un intervento sulle pensioni anticipate come quota 41 mentre lo stesso Tajani insiste “sempre trovando le coperture” su “un ulteriore intervento sulle pensioni minime”. Il governo sarebbe orientato anche a reperire fondi, si punta ad almeno due miliardi, per aumentare le risorse del fondo per il servizio sanitario nazionale. Sul fronte delle coperture oltre alla fine dei bonus certificata dal governo sono in arrivo una rimodulazione dell’assegno unico che probabilmente sarà ridotto per i redditi più alti a vantaggio di interventi a sostegno delle fasce più deboli e l’attesa revisione delle detrazioni fiscali. Resta in piedi anche l’ipotesi di una rivalutazione solo parziale degli assegni pensionistici più alti. Rinviata a un altro incontro (secondo quanto riferito da più fonti) la questione delle nomine Rai. LEGGI TUTTO