(Teleborsa) – Il Regno Unito si è sempre distinto e, questa volta, anche in tema di preferenze politiche e, mentre buona parte dell’Europa va a destra, Londra svolta decisamente a sinistra. I laburisti, guidati dal moderato Sir Keir Starmer, hanno stravinto questa partita elettorale dopo 14 anni di governi Tory, conquistando 410 seggi sui 650 complessivi alla Camera dei Comuni. “Servirò ciascuno di voi, che mi abbiate votato o no. Il Paese ha votato per il cambiamento”, ha dichiarato Stamer la scorsa notte, quando è apparsa certa la vittoria.I conservatori guidati dall’attuale premier Rishi Sunak, come ampiamente atteso, hanno registrato un vero e proprio tracollo, aggiudicandosi appena 131 seggi ed attestandosi ai nuovi minimi storici. Il peggior risultato Tory, sinora, era stato quello del 1906, quando il partito guidato da Arthur Balfour aveva preso 156 seggi. Una sconfitta bruciante, ma largamente attesa per i conservatori, che fanno i conti di oltre un decennio caratterizzato da scossoni, da una pandemia, dal susseguirsi di leadership non sempre convincenti, scandali interni e da una lunga crisi economica che ha portato anche al tracollo della sterlina ai minimi storici durante il governo Truss, proprio in vista di una recessione prolungata. I liberaldemocratici di centro, guidati da Ed Davey hanno preso 61 seggi, mentre ha fatto bene anche l’ultradestra di Nigel Farage, che ha preso più voti del previsto aggiudicandosi ben 13 seggi in parlamento. Crollano invece gli indipendentisti scozzesi, che si aggiudicano solo 10 seggi rispetto ai 48 delle precedenti elezioni. La Gran Bretagna, dunque, sceglie una via più moderata, una navigazione tranquilla come quella promessa dall’ala stameriana, anche in reazione a tutte le difficoltà generate dalla Brexit e dalla crisi economica che ne è seguita. Una scelta all’insegna del cambiamento, sotto lo slogan “change” che sa anche di riscatto.Si attende ora la partenza della Borsa di Londra, con il Future sull’indice FTSE 100 che segnala un progresso dello 0,21%, in linea con i mercati di Parigi e Francoforte. La sterlina continua a rafforzarsi sul dollaro a 1,2775 USD (+0,1%), anche in risposta ad un dollaro che si è inidebolito per ragioni legate ai dati macroeconomici deludenti usciti nei giorni scorsi, mentre resta stabile sullì’euro a 1,1803 EUR, ai massimi dell’ultimo periodo. LEGGI TUTTO