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    Materie prime, SACE: con “Push Strategy” nuove forniture e opportunità per le aziende italiane

    (Teleborsa) – Sostenere l’export italiano e garantire le materie prime necessarie alla nostra industria in un contesto geopolitico complesso. Questo il duplice obiettivo della prima operazione di import strategico realizzata nell’ambito della Push Strategy di SACE. Nel dettaglio SACE è intervenuta con una garanzia su un finanziamento di 500 milioni di dollari erogato da SMBC nel ruolo di Arranger ed Agent alla guida di un pool di banche in favore di Trafigura, gruppo specializzato nell’approvvigionamento, stoccaggio e trasporto di materie prime. Con questa operazione – spiega SACE in una nota – la società di trading, si impegna a valutare l’acquisto di forniture e subforniture dalle imprese italiane a supporto dei propri piani di investimento. L’operazione potrà quindi aprire nuove opportunità per l’export, in particolare per le PMI, in settori strategici per la transizione quali, ad esempio, le tecnologie per il risparmio energico e per le energie rinnovabili (solare, eolico, waste to energy). A tal fine, è prevista anche l’organizzazione di incontri di business matching volti ad agevolare il contatto e la conoscenza delle aziende italiane.In parallelo, Trafigura fornirà all’industria italiana materie prime, quanto mai strategiche alla luce dell’attuale contesto internazionale e a rischio fornitura per almeno 300 milioni di dollari l’anno. Si tratta di commodity come materiali non ferrosi fondamentali per le attività di numerosi comparti industriali e che assumono ancor maggiore centralità alla luce degli effetti del conflitto russo-ucraino. “Siamo contenti di essere la prima Commodity Trading House ad essere supportata da SACE nell’ambito della Push Strategy e non vediamo l’ora di costruire un rapporto a lungo termine con loro e con l’industria italiana,” ha dichiarato Christophe Salmon, Trafigura Group Chief Financial Officer.”Tempi di complessità inedita richiedono nuove e innovative modalità di supporto alle aziende e siamo quindi orgogliosi di questa operazione che, nell’ambito della nostra Push Strategy, accompagna le imprese italiane su nuovi mercati e al tempo stesso consente l’accesso a materie prime fondamentali per la continuità e la sostenibilità del loro business – ha dichiarato Michal Ron, Chief International Officer di SACE –. Supportare l’import strategico è una nuova e tempestiva risposta di SACE che, in linea con gli obiettivi del Piano Industriale INSIEME 2025, si pone l’obiettivo di garantire una maggiore resilienza al tessuto economico nazionale, rilanciando la competitività delle imprese sui mercati esteri e consolidando la crescita su quello domestico”.”SMBC è lieta di aver svolto il ruolo di Facility and Sustainability Coordinator per questa importante operazione a sostegno del suo cliente Trafigura – ha dichiarato Nigel Scott, Managing Director Global Head Structured Trade Commodity Finance di SMBC – e della futura attività imprenditoriale italiana, compresa la fornitura di materie prime chiave per il Paese”.Clifford Chance nel ruolo di Legal Counsel per SMBC e SACE ha contribuito alla finalizzazione dell’operazione. LEGGI TUTTO

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    USA, peggiora a gennaio l'attività manifatturiera nell'area di Chicago

    (Teleborsa) – Peggiora l’attività manifatturiera nell’area di Chicago. Nel mese di gennaio, l’indice PMI Chicago si è attestato a 44,3 punti contro i 45,1 punti del mese precedente. Il dato risulta anche inferiore alle attese degli analisti che erano per una discesa più contenuta, ovvero fino a 45 punti. Si ricorda che un livello dell’indice al di sopra di 50 punti denota un’espansione mentre un livello al di sotto dei 50 punti indica una contrazione del settore manifatturiero statunitense. LEGGI TUTTO

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    USA, PMI: a gennaio migliorano terziario e manifatturiero

    (Teleborsa) – Migliora l’attività manifatturiera degli Stati Uniti nel mese di gennaio. La stima flash sull’indice PMI elaborato da S&P Global indica infatti un livello di 46,8 punti, in aumento dai 46,2 punti di dicembre e dai 46 punti attesi dagli analisti. L’indicatore si conferma dunque al di sotto la soglia chiave dei 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione. In aumento anche l’indice del settore terziario, sempre nel mese di gennaio. La stima flash, sul PMI dei servizi, pubblicata da S&P Global, indica un valore di 46,6 punti, che si confronta con i 45 di dicembre e contro i 44,7 del consensus. Il PMI composito si attesta così a 46,6 punti, dai 45 precedenti. LEGGI TUTTO

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    Coopfond compie 30 anni: oltre un miliardo di euro di interventi a sostegno di 1200 imprese

    (Teleborsa) – Dal 1993 sono stati investiti 1 miliardo e 200mila euro in interventi rotativi per sostenere 1200 imprese. Con questi risultati Coopfond, il fondo mutualistico di Legacoop, giovedì 12 gennaio a Roma (Palazzo Wedekind, Piazza Colonna), festeggia il trentennale con un confronto a Roma tra il mondo cooperativo e i rappresentanti delle istituzioni sul tema “Persone, imprese, comunità: per una nuova economia cooperativa”. Parteciperanno tra gli altri, Maria Teresa Bellucci viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali e Massimo Bitonci, sottosegretario alle Imprese e del Made in Italy. “L’intento – spiega Legacoop in una nota – è condividere le azioni necessarie per contribuire allo sviluppo sostenibile del Paese”. Il Fondo mutualistico di Legacoop opera senza nessun fondo pubblico utilizzando il 3% degli utili annuali delle cooperative più grandi versati in favore di quelle più piccole, per sostenerne la nascita, lo sviluppo e l’aiuto nelle situazioni di crisi.Con una raccolta trentennale pari a 577 milioni di euro (Nord: circa 420 milioni, Centro: circa 131, Sud e isole: circa 24 milioni), Coopfond ha un patrimonio di quasi 500 milioni di euro accumulato grazie al contributo annuale di una media di 2.300 cooperative. “Coopfond è impegnato per costruire una nuova economia cooperativa – spiega il direttore generale Simone Gamberini – capace di generare uno sviluppo equo e sostenibile per il nostro Paese. Lo facciamo orientando all’impatto i nostri interventi, per stimolare l’evoluzione delle cooperative verso l’inclusione, il green e il digitale. Per riuscirci utilizziamo le risorse delle stesse imprese, realizzando il valore del mutualismo, ma vogliamo anche rendere appetibile il mondo cooperativo a soggetti finanziari che finora mai avevano guardato ad esso e aiutare le cooperative a cogliere le opportunità offerte dal PNRR”. Non solo manifattura, sociale e agroalimentare, negli anni Coopfond ha sviluppato e adattato gli interventi alle richieste di mercato. “I risultati dell’attività di Coopfond, con la significativa evoluzione in nuovi settori di intervento – aggiunge Mauro Lusetti, presidente di Legacoop e di Coopfond – testimoniano il valore dell’impegno di Legacoop per la promozione e lo sviluppo dell’impresa cooperativa, che ha permesso di estendere oltre i confini della singola impresa il principio della mutualità. Gli effetti positivi di questa azione hanno dato un contributo importante al rafforzamento di un modello di impresa che può giocare un ruolo centrale nella costruzione di un nuovo paradigma di sviluppo”. I progetti – Con il programma nazionale Coopstartup sono state create 75 startup cooperative, 15 solo durante l’ultimo esercizio (2021/22), con il 95% dei soci costituito da giovani laureati. In totale, sono state incentivate 1.313 idee progettuali, per 4.165 iscritti alla piattaforma, presentati 267 business plan e sono stati risultati vincitori dei bandi 101 progetti. Per sostenere la nascita di imprese al femminile e reagire alla crisi lavorativa scoppiata in seguito alla pandemia che ha interessato principalmente le donne, Coopfond, in sinergia con la commissione Pari opportunità di Legacoop, ha lanciato il bando CoopstartupHER, attualmente in svolgimento, che accompagnerà le aspiranti cooperative e finanzierà con 10mila euro a fondo perduto ognuno dei 5 progetti vincitori. Sono 1.762 i posti di lavoro recuperati con i Workers buyout, i lavoratori di un’impresa in crisi o destinata alla chiusura, comprese le aziende confiscate alla criminalità organizzata, che associati diventano imprenditori di sé stessi. Dagli anni più intensi della crisi economica, il Fondo ha sostenuto attraverso partecipazioni temporanee al capitale sociale (13,8 milioni di euro) e finanziamenti (9,4 milioni di euro) 70 operazioni.Con Respira, la piattaforma di Coopfond, Legacoop, Banca Etica ed Ecomill, in pochi mesi sono stati avviate oltre 50 domande da gruppi di cittadini e cooperative o enti locali per attivare il percorso per la costituzione di una comunità energetica in forma cooperativa. Sul fronte caro-bollette, nell’ultimo periodo, Coopfond ha stanziato oltre 1,5 milioni di euro a copertura degli oneri finanziari generati dai prestiti sottoscritti dalle cooperative per affrontare gli extra costi energetici.I dati dell’ultimo anno – Nell’esercizio 2021/22 Coopfond ha raccolto 18,9 milioni da 2.375 coop conferenti. Più 2,2 milioni rispetto all’esercizio precedente (16,7 milioni di euro) e con un dato che conferma la tendenza alla crescita e al consolidamento: il totale arriva, infatti, da un numero di cooperative conferenti inferiore rispetto al 2020/2021(2.860). A livello regionale, si confermano Emilia-Romagna, Umbria e Toscana che da sole raccolgono il 73% circa del totale, con il decremento registrato in quasi tutte le altre regioni più che compensato dall’aumento della raccolta in Emilia-Romagna (+32%). Il record della raccolta di Sud e Isole è della Sardegna: con un +210% rispetto all’esercizio precedente l’isola raccoglie con le sue 110 coop un totale di 313mila euro, posizionandosi anche prima del Lazio (110 coop per una raccolta di 227mila euro). Se in Italia sono le coop del settore manifatturiero (273) a raccogliere la cifra più alta in favore di Coopfond (circa 6 milioni), sono i dettaglianti (16) a versare di più rispetto al numero di imprese conferenti: poco meno di 4 milioni. LEGGI TUTTO

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    USA, migliora attività manifatturiera nell'area di Chicago

    (Teleborsa) – Migliora l’attività manifatturiera nell’area di Chicago. Nel mese di dicembre, l’indice PMI Chicago si è attestato a 44,9 punti contro i 37,2 punti del mese precedente. Il dato risulta anche migliore delle attese degli analisti che erano per una salita più contenuta, ovvero fino a 40 punti. Si ricorda che un livello dell’indice al di sopra di 50 punti denota un’espansione mentre un livello al di sotto dei 50 punti indica una contrazione del settore manifatturiero statunitense. LEGGI TUTTO

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    USA, S&P Global: settori terziario e manifatturiero peggiori delle attese a dicembre

    (Teleborsa) – Si contrae l’attività manifatturiera degli Stati Uniti nel mese di dicembre. La stima flash sull’indice PMI elaborato da S&P Global indica infatti un livello di 46,2 punti, in diminuzione dai 47,7 punti di novembre e atteso dagli analisti. L’indicatore si conferma quindi al di sotto la soglia chiave dei 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione. In calo anche l’indice del settore terziario, sempre nel mese di dicembre. La stima flash, sul PMI dei servizi, pubblicata da S&P Global, indica un valore di 44,4 punti, che si confronta con i 46,2 di novembre e contro i 46,8 del consensus. Il PMI composito si attesta così a 44,6 punti, dai 46,4 precedenti e rispetto ai 47 attesi. LEGGI TUTTO

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    Export: oltre 3 miliardi di euro alle Pmi italiane tutelando il proprio credito estero

    (Teleborsa) – L’export italiano previsto nel 2022 è pari a 600 miliardi di euro. Dei 45 di questi che sono a rischio di ritardato pagamento se non di insolvenza, oltre tre potrebbero essere recuperati a vantaggio delle Pmi italiane, indebolite prima dalla pandemia, oggi alle prese con l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime, conseguente alla guerra alle porte dell’Europa iniziata nel febbraio scorso con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Le Pmi potrebbero così superare la loro storica sottocapitalizzazione, disporre di una forma di finanziamento alternativa a quella bancaria, investire in innovazione, essere competitive e crescere sui mercati. È quanto emerge da uno studio realizzato da Invenium Legaltech, startup fintech milanese specializzata nella gestione del credito internazionale. L’export italiano vale quasi un terzo del Pil. Nel 2022 le esportazioni di beni e servizi dall’Italia verso i mercati esteri toccheranno quota 600 miliardi (proiezione Invenium Legaltech su dati Istat), un valore pari a oltre il 30% della ricchezza del Paese. Protagonisti di tale performance sono le 200mila Pmi nazionali, organizzazioni che hanno tra i 10 e i 249 addetti e un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro annui. Queste numericamente rappresentano solo il 5% del tessuto imprenditoriale, ma sono responsabili del 41% del fatturato generato in Italia, del 33% degli occupati del privato e del 38% del valore aggiunto del Paese. Tuttavia, un’azienda su sei ha problemi di capitale e di liquidità e gli strumenti alternativi al finanziamento bancario (minibond, crowdfunding, invoice trading, direct lending, ICOs, private equity e venture capital, quotazioni in Borsa su listini specifici per Pmi come Euronext Growth Milan) sono in aumento, ma non bastano nella congiuntura negativa attuale. Dal cinque al 10% dei crediti internazionali sono a rischio di ritardato pagamento se non di insolvenza nei casi peggiori, una cifra in Italia pari a 45 miliardi dei 600 complessivi previsti nel 2022. Di questi 45 possiamo stimare che il 25%, equivalente a 11,25 miliardi, possa “cronicizzarsi” in un effettivo mancato pagamento sul quale è necessario avviare l’attività di credit management internazionale. La media di successo nelle controversie estere può andare dal 20 al 40%, che corrisponde a un valore di oltre tre miliardi di euro disponibili per le Pmi.”Tutelare il credito – afferma Paolo Colombari, CEO Invenium Legaltech – significa risolvere uno degli annosi problemi delle Pmi italiane. Queste soffrono di mancanza cronica di capitali e ricorrono di continuo alla leva bancaria. A parità di dimensioni medie, le nostre Pmi fanno impresa con il 17% di capitale proprio, mentre in Usa e Regno Unito si ha una media del 70%, e gli altri Paesi Ue si collocano intorno al 40%. Gli esportatori operano in un ambiente che diventa ogni giorno più complesso. Oltre ai rischi legati al commercio internazionale (fluttuazioni dei tassi di cambio, interruzioni della catena di approvvigionamento, questioni ambientali etc.), devono affrontare sfide legali e normative, nonché la criminalità informatica internazionale, o eventi straordinari come una pandemia globale o conflitti militari, come quello in atto in Ucraina, che portano a criticità e mancati pagamenti. La tecnologia può rendere i servizi legali più accessibili, efficaci e veloci nel gestire le problematiche giudiziarie. Fare una simile scelta consente alle aziende di disporre del credito, una fonte di liquidità e di capitale di rischio, che potenzialmente è sempre e già disponibile”. LEGGI TUTTO

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    Artigiancassa presenta nuove soluzioni di credito alle PMI

    (Teleborsa) – Artigiancassa, banca di riferimento delle piccole e medie imprese controllata da BNL BNP Paribas e partecipata dalle Confederazioni Nazionali dell’artigianato, rafforza la sua attività a supporto della piccola imprenditoria e ritorna nel mercato del credito diretto con proprie soluzioni di finanziamento. Si tratta – spiega la banca in una nota – di un’iniziativa per supportare specifiche operazioni attraverso erogazioni garantite direttamente dal Fondo di Garanzia delle PMI (L.662/96) o da un Confidi, a sua volta contro-garantito. Dal punto di vista operativo, l’azienda che sceglierà il credito diretto da parte di Artigiancassa potrà presentare un’unica richiesta, in modalità paperless e con firma remota digitale, con una concreta riduzione dei tempi e snellimento dei processi operativi. Per tutta la durata del contratto, anche un servizio dedicato di assistenza con supporto costante.La nuova offerta di credito è data da un finanziamento a medio lungo termine, direttamente erogato da Artigiancassa, per importi fino a 50mila euro con tasso fisso o variabile e una durata che può arrivare fino a 72 mesi; si aggiunge poi una linea di credito a breve termine, erogata da BNL BNP Paribas, per far fronte a brevi e impreviste esigenze di liquidità aziendale; oltre ad un conto corrente, convenzionato con la Banca.”Con il ritorno al credito diretto, – Massimo Maccioni, direttore generale di Artigiancassa – aggiungiamo un importante servizio alla nostra offerta commerciale, accrescendo il ruolo di Artigiancassa come banca di riferimento delle PMI in sinergia con BNL BNP Paribas e supportando la piccola imprenditoria sul territorio per esigenze di liquidità e progetti di investimento”.”Quest’iniziativa di Artigiancassa, per giunta in un momento cruciale per le dinamiche economiche nazionali ed internazionali,– Marco Tarantola, direttore generale di BNL BNP Paribas – ci consente di mettere a disposizione dei clienti una piattaforma ancora più ricca di soluzioni finanziarie e di rafforzare ulteriormente le sinergie tra BNL, le sue società e le realtà specializzate del Gruppo BNP Paribas attive in Italia”. LEGGI TUTTO