More stories

  • in

    USA, prezzi alla produzione febbraio +0,8% mese +10% anno

    (Teleborsa) – Crescono secondo attese i prezzi alla produzione USA nel mese di febbraio 2022. Secondo il Dipartimento del Lavoro americano (BLS), i prezzi alla produzione sono cresciuti dello 0,8% su mese rispetto al +1,2% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di +1%) e al +0,9% atteso dal consensus.Su base annua i prezzi hanno registrato un incremento del 10%, uguale al consensus (+10%) e al mese precedente (dato rivisto da un preliminare di ).I prezzi dei beni e servizi “core”, ovvero l’indice depurato dalle componenti più volatili quali il settore alimentare e quello dell’energia, segnano un +0,2% su mese (+1% nella precedente rilevazione e +0,6% atteso), mentre su anno registrano un +8,4% dopo il +8,5% precedente (+8,7% atteso). LEGGI TUTTO

  • in

    USA, fiducia consumatori Università di Michigan marzo scende a 59,7 punti

    (Teleborsa) – Peggiora la fiducia dei consumatori americani a marzo 2022. Secondo i dati dell’Università del Michigan, il sentiment dei consumatori è stimato a 59,7 punti rispetto ai 62,8 punti del mese di febbraio. Il dato è anche inferiore alle aspettative degli analisti che erano per una diminuzione più contenuta fino a 61,4 punti. Nello stesso periodo l’indice sulla situazione presente è sceso a 67,8 punti dagli 68,2 precedenti e sorprende il consensus (66 punti), mentre l’indice sulle attese è calato a 54,4 punti dai 59,2 precedenti, sotto le attese (58,8 punti). LEGGI TUTTO

  • in

    Giappone, spese famiglie in calo a gennaio

    (Teleborsa) – Nel mese di gennaio, i consumi familiari mensili in Giappone sono scesi dell’1,2% in termini reali dopo il -0,1% di dicembre, mentre sono scesi dello 0,7% in termini nominali. Il dato comunicato l’Ufficio statistico nazionale nipponico risulta tuttavia migliore delle attese degli analisti che avevano stimato una flessione del 3%.Sempre a gennaio, la media mensile dei redditi delle famiglie operaie, si è attestata a 287.801 yen con un aumento tendenziale nominale del 7,5% e reale in salita del 5,9%. LEGGI TUTTO

  • in

    USA, stoccaggi gas ultima settimana -124 BCF

    (Teleborsa) – Diminuiscono più delle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 4 marzo 2022, sono risultati in diminuzione di 124 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela leggermente al di sopra del consensus (-117 BCF). La settimana prima si era registrata un calo di 139 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 1.519 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 15,6% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 1.800) e in diminuzione del 16% rispetto alla media degli ultimi cinque anni (1.809 BCF). LEGGI TUTTO

  • in

    Stati Uniti, richieste sussidi alla disoccupazione in aumento e sopra attese

    (Teleborsa) – Tornano a salire le richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 5 marzo, i “claims” sono risultati pari a 227.000 unità, in aumento di 11 mila unità rispetto al dato della settimana precedente di 216.000 (rivisto da 215.000). Il dato è peggiore delle attese degli analisti, che erano per richieste pari a 217 mila unità.La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a 231.250 unità, in aumento di 500 unità rispetto al dato della settimana precedente di 230.750 (rivisto da 230.500). La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente. Infine, nella settimana al 26 febbraio, le richieste continuative di sussidio si sono attestate a 1.494.000, in aumento di 25 mila unità rispetto al dato rivisto della settimana precedente (1.469.000). Il consensus indicava una livello 1.460.000. LEGGI TUTTO

  • in

    USA, inflazione su nuovi massimi da 40 anni

    (Teleborsa) – Accelera ancora l’inflazione negli Stati Uniti a febbraio. Secondo il Bureau of Labour Statistics (BLS) americano, i prezzi al consumo hanno registrato un incremento dello 0,8% su base mensile, in linea con il consensus, rispetto allo 0,6% del mese di gennaio. Su base annua, la crescita dell’inflazione è stata del 7,9%, in linea con le attese, superiore al +7,5% del mese precedente. Il dato però segna nuovi massimi da 40 anni.Il “core” rate, ossia l’indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili quali cibo ed energia, più osservato dalla FED, ha registrato un aumento dello 0,5% su base mensile, come atteso, rispetto allo 0,6% del mese precedente. Il dato tendenziale però attesta un aumento del 6,4%, anche in questo caso superiore alle aspettative (+5,9%) ed al dato del mese prima (+6%). LEGGI TUTTO

  • in

    USA, balzo delle richieste di mutui settimanali (+8,5%)

    (Teleborsa) – Tornano ad aumentare le domande di mutuo negli Stati Uniti nella settimana al 4 marzo 2022. L’indice che misura il volume delle domande di mutuo ipotecario registra una crescita dell’8,5% dopo il -0,7% della settimana precedente. L’indice relativo alle richieste di rifinanziamento è salito dell’8,5%, mentre quello relativo alle nuove domande segna un decremento dell’8,6%. Lo rende noto la Mortgage Bankers Associations (MBA), precisando che i tassi sui mutui trentennali sono scesi al 4,09% dal 4,15% rilevato in precedenza.”I tassi sui mutui sono scesi per la prima volta in 12 settimane, poiché la guerra in Ucraina ha stimolato una fuga degli investitori verso la qualità, che ha spinto i rendimenti dei Treasury statunitensi al ribasso – ha affermato Joel Kan, economista MBA – Guardando al futuro, il potenziale per una maggiore inflazione in mezzo alle interruzioni dei flussi di petrolio e altre materie prime porterà probabilmente a un periodo di volatilità dei tassi poiché questi effetti agiscono l’uno contro l’altro”.(Foto: Mirko Kaminski / Pixabay) LEGGI TUTTO

  • in

    Italia, Istat: shock energetico costa 0,7 punti percentuali di PIL

    (Teleborsa) – L’impatto dello shock sui prezzi dei beni energetici porterà a un effetto al ribasso sul livello del PIL italiano nel 2022 di 0,7 punti percentuali, rispetto a uno scenario base con le quotazioni dei beni energetici sui livelli di inizio anno. Lo afferma l’Istat nella nota mensile sull’andamento economia italiana, evidenziando che la stima dell’impatto della crisi geopolitica sull’economia italiana “è estremamente difficile” e che l’evoluzione del conflitto e gli effetti delle sanzioni finanziarie ed economiche decise dai paesi occidentali “sono caratterizzati da elevata incertezza”.L’Istituto nazionale di statistica spiega che, in Italia, la decelerazione della ripresa economica nel quarto trimestre del 2021 è stata seguita, a gennaio, dalla caduta della produzione industriale e da una flessione delle vendite al dettaglio. L’evoluzione del mercato del lavoro si è associata a quella dell’attività produttiva con un rallentamento tra ottobre e dicembre della crescita delle unità di lavoro e delle ore lavorate e, a gennaio, una stabilizzazione del tasso di occupazione.A febbraio, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo IPCA ha segnato un ulteriore significativo aumento tendenziale, raggiungendo il 6,2%, quattro decimi di punto in più rispetto alla media dell’area euro. “Il differenziale dell’indice al netto dei beni energetici si mantiene, tuttavia, a favore dell’Italia”, viene sottolineato.L’Istat evidenzia che le prospettive per l’economia italiana sono cambiate velocemente, in quanto a inizio anno mostravano un quadro favorevole. A febbraio, la fiducia dei consumatori, su livelli storicamente elevati, aveva segnato moderate correzioni, con la componente clima futuro ancora in deciso aumento. Nello stesso mese, anche la fiducia delle imprese, era cresciuta dopo il forte calo di gennaio, in particolare nelle costruzioni e nei servizi di mercato. Le forti tensioni geopolitiche hanno però modificato sostanzialmente il quadro internazionale e la possibile evoluzione dell’economia italiana. Con l’impennata dei prezzi energetici, “l’attività economica verrebbe condizionata negativamente dal più basso livello dei consumi delle famiglie che si accompagnerebbe a una riduzione della propensione al risparmio. Rispetto allo scenario base risulterebbe più bassa sia l’occupazione, sia il saldo della bilancia di beni e servizi misurato in percentuale di PIL”. LEGGI TUTTO