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    USA, spese costruzioni agosto in frenata

    (Teleborsa) – Diminuisce la spesa per costruzioni in USA ad agosto 2022. Il dato, comunicato dal Dipartimento del Commercio americano, si attesta a 1.781,3 miliardi di dollari registrando una diminuzione dello 0,7% su base mensile, dopo il -0,6% di luglio (rivisto da un preliminare -0,4%) e contro il -0,3% stimato dagli analisti. Su base annua si è visto invece un incremento dell’8,5%.Tra le costruzioni private, le cui spese sono scese dello 0,6% a 1.425,9 miliardi di dollari, quelle di tipo residenziale sono calate dello 0,9 a 912 miliardi di dollari. La spesa in ambito pubblico ha segnato un decremento dello 0,8% a 355,3 miliardi di dollari. LEGGI TUTTO

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    USA, si rafforza l'attività manifatturiera a settembre

    (Teleborsa) – Si rafforza l’attività manifatturiera degli Stati Uniti a settembre. Lo conferma l’indice dei direttori acquisto delle aziende elaborato da Markit-S&P Global, che conferma una fase di crescita dell’economia.A settembre, l’indice PMI manifatturiero si è portato a 52 punti, dai 51,8 indicati dal consensus e dalla stima preliminare, e contro i 51,5 punti del mese precedente.L’indice si conferma sopra la soglia chiave di 50 punti, che denota espansione dell’attività. LEGGI TUTTO

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    Giappone, indice PMI manifattura settembre cala a 50,8 punti

    (Teleborsa) – L’attività della manifattura in Giappone ha registrato un rallentamento nel mese di settembre 2022. Il dato dell’indice PMI manifatturiero, pubblicato da S&P Global ed elaborato da Jibun Bank, indica un valore di 50,8 punti, rispetto ai 51,5 punti di agosto e ai 51 punti attesi dal mercato. L’indicatore si porta così al livello più basso da gennaio 2021, ma si conferma comunque al di sopra della soglia critica dei 50 punti, denotando crescita dell’attività.Il settore manifatturiero giapponese ha subito ulteriori pressioni a settembre a causa dell’accelerazione della flessione della produzione e dei nuovi ordini, secondo l’analisti di S&P Global-Jibun Bank. Inoltre, la domanda di beni giapponesi è diminuita al ritmo più rapido degli ultimi due anni, poiché l’inflazione elevata e l’indebolimento delle condizioni economiche presso i principali partner commerciali hanno frenato la spesa dei clienti.”La debolezza dello yen sta facendo ben poco per rafforzare la domanda di esportazione e invece sta spingendo drasticamente l’inflazione importata e ha spinto ulteriormente le pressioni sui prezzi interni – ha commentato Joe Hayes, Senior Economist di S&P Global Market Intelligence – I costi complessivi di input sono aumentati a uno dei tassi più elevati mai registrati a settembre”.”Gli indicatori previsionali dell’indagine suggeriscono che la tendenza al ribasso della produzione sembra destinata a persistere nel quarto trimestre – ha aggiunto – I nuovi ordini sono diminuiti a un ritmo molto più forte della produzione, il che implica un’ulteriore debolezza della produzione all’orizzonte. Aumenti delle scorte, che secondo per i relatori è stato dovuto alle scarse prestazioni di vendita, evidenzia anche la debolezza delle condizioni di base della domanda di prodotti giapponesi”. LEGGI TUTTO

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    Giappone, peggiora l'indice Tankan nel 3° trimestre

    (Teleborsa) – Sentiment in calo per le imprese giapponesi. È quanto emerge da sondaggio trimestrale dalla bank of Japan. Nel 3° trimestre del 2022, l’indice Tankan relativo alle grandi imprese della manifattura è sceso infatti a 8 punti dai 9 punti del periodo precedente e risulta anche inferiore alle attese degli analisti (11 punti).Quello delle medie imprese non manifatturiere si è portato a 14 punti da 13 contro i 13 punti attesi, mentre quello delle piccole imprese manifatturiere è stabile a -4 (atteso -3) e delle PMI non manifatturiere 2 da -1 (atteso -2). Da rilevare che un valore inferiore allo zero segnala che le imprese pessimiste sono più numerose di quelle ottimiste. Il calo ha indotto anche un deterioramento delle aspettative future, con l’indice per le grandi imprese manifatturiere che passa a 9 punti da 10 punti (atteso 11). LEGGI TUTTO

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    USA, Università Michigan: fiducia consumatori rivista al ribasso

    (Teleborsa) – Rivisto al ribasso l’indice che misura la fiducia dei consumatori statunitensi, secondo l’ultimo sondaggio condotto dall’Università del Michigan, che ha pubblicato la stima definitiva. Nel mese di settembre 2022, l’indice sul consumer sentiment è stato rivisto a 58,6 punti dai 59,5 della lettura preliminare e del consensus e di agosto.Rivista al ribasso anche la componente relativa alle aspettative, che si posiziona a 58 sopra i 59,9 stimati dagli analisti e dalla prima lettura, mentre quella sulla condizione attuale si posiziona a 59,7 punti superiore ai 58,9 dell’indicazione preliminare e degli analisti. LEGGI TUTTO

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    Inflazione USA, indice PCE si infiamma oltre attese

    (Teleborsa) – Salgono più delle attese le spese delle famiglie americane ad agosto ed in linea con il consensus i redditi. Secondo il Bureau of Economic Analysis (BEA) degli Stati Uniti, i consumi personali (PCE) sono saliti dello 0,4% dopo il -0,2% del mese precedente (dato rivisto da +0,1%) e si confrontano con il +0,2% stimato dagli analisti.I redditi personali hanno registrato un incremento dello 0,3%, come da attese e rispetto al +0,3% precedente (dato rivisto da un preliminare di +0,2%).Il PCE price index core, una misura dell’inflazione, evidenzia una variazione positiva dello 0,6% su mese (+0,1% il mese precedente) e aumenta del 4,9% su anno meno delle previsioni di consensus (+4,7% il mese precedente).(Foto: TheDigitalArtist / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    UK, deficit partite correnti 2° trimestre si riduce a 33,8 miliardi

    (Teleborsa) – Diminuisce a 33,8 miliardi di sterline (5,5% del PIL) il deficit delle partite correnti in Gran Bretagna nel 2° trimestre del 2022, rispetto al disavanzo rivisto di 43,9 miliardi del trimestre precedente. Il dato, comunicato dall’Office for National Statistics del Regno Unito, risulta migliore della stima degli analisti che avevano previsto un rosso di 43,8 miliardi. Il deficit di beni è rimasto a livelli record, aumentando a 61,1 miliardi di sterline nel secondo trimestre 2022. Gli elevati prezzi del carburante continuano a incidere sulle importazioni poiché le importazioni di petrolio e altri combustibili sono salite a 29,2 miliardi di sterline nel secondo trimestre 2022, con un aumento di 4,4 miliardi di sterline rispetto al trimestre precedente. Anche le importazioni record di semilavorati (37,8 miliardi di sterline) e prodotti finiti (71,0 miliardi di sterline) stanno contribuendo a un deficit più ampio rispetto ai trimestri recenti.Anche i livelli di esportazione di merci sono aumentati, raggiungendo un record di 97,9 miliardi di sterline, poiché il commercio di semilavorati e prodotti finiti è aumentato di 8,9 miliardi di sterline rispetto al trimestre precedente. Il commercio di servizi ha rafforzato la sua posizione eccedentaria di 0,5 miliardi di sterline, aumentando a 36,1 miliardi di sterline nel secondo trimestre 2022, poiché le esportazioni sono aumentate a 91,7 miliardi di sterline e le importazioni sono aumentate a 55,6 miliardi di sterline. LEGGI TUTTO

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    UK, PIL 2° trimestre rivisto al rialzo a +0,2% su trimestre

    (Teleborsa) – Rivista al rialzo la stima preliminare per il PIL del Regno Unito del 2° trimestre dell’anno, che segnala una leggera crescita dell’economia britannica.Il dato rivisto e diffuso dall’Office for National Statistics (ONS) evidenzia un aumento del PIL dello 0,2% su trimestre, migliore del -0,1% indicato dalla stima preliminare e atteso dal mercato. Nel trimestre precedente il PIL era salito dello 0,8%.La variazione tendenziale del PIL è stata invece indicata a +4,4%, al di sopra del +2,9% della stima preliminare e del consensus.Le stime dell’ONS mostrano che il PIL del Regno Unito si è contratto di un 11% rivisto al ribasso nel 2020, riflettendo gli effetti delle restrizioni del coronavirus (COVID-19), mentre si stima che il PIL del Regno Unito si sia ora ampliato di un 7,5% rivisto al rialzo nel 2021.Il livello del PIL reale è ora stimato essere inferiore dello 0,2% rispetto al livello pre-coronavirus nel quarto trimestre (da ottobre a dicembre) 2019, rivisto al ribasso rispetto alle stime precedenti dello 0,6%. LEGGI TUTTO