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    USA, Fed Richmond: migliora settore manifatturiero a novembre

    (Teleborsa) – Migliora leggermente a novembre 2022 l’indice Fed di Richmond sullo stato del settore manifatturiero. L’indicatore che sintetizza lo stato dell’attività del distretto si mantiene in territorio negativo ma risale a -9 punti dai -10 punti di ottobre risultando in linea con le aspettative di consensus.Il dato, pubblicato dal Distretto Fed della capitale della Virginia, evidenzia un netto peggioramento della componente delle consegne che si porta a -8 punti dai -3 del mese precedente, mentre quella dei servizi si porta a -2 da -8 punti precedenti. LEGGI TUTTO

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    L'OCSE rivede al rialzo crescita 2022: anno prossimo frenata senza recessione

    (Teleborsa) – L’OCSE ha rimodulato le stime di crescita dell’economia mondiale, migliorando lievemente quelle per l’anno in corso e confermando un deciso rallentamento per l’anno prossimo. Nell’ultimo Economic Outlook, la stima di crescita del PIL mondiale nel 2022 è stata ritoccata al rialzo di un punto base al +3,1% e nel 2023 è confermata a +2,2%, mentre nel 2024 si attende una leggera ripresa a +2,7%. “L’economia globale sta affrontando sfide significative. La crescita ha perso slancio, anche se nello scenario centrale non c’è una recessione globale, ma un significativo rallentamento della crescita dell’economia mondiale nel 2023, nonché un’inflazione ancora elevata, sebbene in calo, in molti paesi”, sottolinea l’Organizzazione per la cooperazione economica, aggiungendo che “i rischi sono orientati verso il basso”. “La carenza di approvvigionamento energetico potrebbe spingere i prezzi più in alto”, ribadisce l’OCSE, prevedendo che ulteriori aumenti dei tassi di interesse saranno “necessari per frenare l’inflazione” ed avvertendo che “la guerra della Russia in Ucraina sta aumentando il rischio di crisi del debito nei Paesi a basso reddito e l’insicurezza alimentare”. “La politica ha ancora una volta un ruolo cruciale da svolgere: un ulteriore inasprimento della politica monetaria è essenziale per combattere l’inflazione e il sostegno della politica fiscale dovrebbe diventare più mirato e temporaneo”, afferma Alvaro Santos Pereira nell’editoriale che accompagna il rapporto OCSE, aggiungendo che “una rinnovata attenzione alle politiche strutturali consentirà ai responsabili politici di promuovere l’occupazione e la produttività, nonché di far funzionare la crescita per tutti. In altre parole, è nelle nostre mani superare questa crisi. E se scegliamo di intraprendere la giusta serie di politiche, aumenteremo sicuramente le nostre possibilità di successo”.2023 confermato anno di bassa crescitaScendendo nel dettaglio, la crescita dell’Eurozona è stata rivista al rialzo a +3,3% e quella del 2023 è indicata a +0,5%, mentre per il 2024 è attesa una ripresa a +1,4%. La Germania viene ancora vista in recessione nel 2023 anche se meno pronunciata (-0,3%) mentre quest’anno si attende un +1,8% e nel 2024 una ripresa a +1,5%. Anche gli Stati Uniti seguiranno questa tendenza, con un +1,8% quest’anno, un +0,5% il prossimo ed un +1% nel 2024. Più forte la crescita del Giappone che vedrà un +1,6% quest’anno, +1,8% il prossimo e +0,9% del 2024, mentre la Cina crollerà quest’anno su un minimo storico del +3,3% per poi segnare un +4,6 ed un +4,1% nei due anni successivi. L’inflazione rallenteràL’inflazione invece dovrebbe segnare il passo l’anno venturo, in risposta ad una crescita meno pronunciata ed alle politiche restrittive delle banche centrali. Per l’area OCSE si stima per il 2022 una corsa al massimo storico del 9,4%, per rallentare nel 2023 al 6,5% e nel 2024 al 5,1% del 2024. L’Eurozona dovrebbe registrare un’inflazione dell’ 8,3% quest’anno, del 6,8% il prossimo e del 3,4% nel 2024, mentre gli Stati Uniti dovrebbero avere un’inflazione al 6,2% quest’anno, al 3,5% il prossimo ed al 2,6% nel 2024. Cosa faranno le banche centrali?”La BCE ha avviato un inasprimento della politica monetaria, ma sono necessari ulteriori aumenti dei tassi ufficiali per garantire che le misure lungimiranti dei tassi di interesse reali diventino positive, che il disancoraggio delle aspettative di inflazione sia invertito e le pressioni inflazionistiche siano durevolmente ridotte”, afferma l’OCSE, segnalando che “ciò comporterà probabilmente un periodo di crescita al di sotto del trend per aiutare a ridurre le pressioni sulle risorse”.L’Organizzazione con sede a Parigi ritiene che la BCE complessivamente rialzi di tassi di interesse di altri 225 punti base, portando il tasso di riferimento principale al 4,25% nel secondo trimestre 2023 e mantenendo questo livello anche nel 2024. “Si prevede che i titoli in scadenza saranno integralmente reinvestiti nell’orizzonte di proiezione – spiega l’OCSE – utilizzando tutti i margini di flessibilità nel reinvestire i proventi delle obbligazioni in scadenza nel bilancio della BCE per limitare la frammentazione finanziaria nell’area dell’euro”.Italia rallenterà ma attuazione PNRR può attenuare onda d’urtoL’OCSE ha anche rivisto al rialzo le previsioni di crescita dell’Italia per il 2022 a +3,7% (tre punti base in più della stima precedente), ma ha tagliato la stima sul 2023 a +0,2% (due punti base sotto la precedente previsione), mentre sul 2024 vede una lieve ripresa dell’1%. La disoccupazione aumenterà all’8,3% nel 2023, dopo il calo all’8,1% del 2022, e crescerà ancora nel 2024 all’8,5%. L’inflazione raggiungerà l’8,1% quest’anno, per attestarsi al 6,5% il prossimo ed al 3% nel 2024. “Gli alti prezzi dell’energia agiranno da freno sulla produzione nelle industrie ad alta intensità energetica, mentre il calo dei redditi reali dovuto all’elevata inflazione, all’aumento dei tassi di interesse e alla crescita contenuta del mercato delle esportazioni modererà la crescita della domanda”, spiega l’OCSE.”L’inasprimento della politica monetaria – afferma – sarà in parte compensato da maggiori investimenti pubblici legati al Programma nazionale di ripresa e resilienza. La tempestiva attuazione di nuovi investimenti, la riforma del diritto della concorrenza e l’efficace orientamento delle misure di sostegno alla crisi energetica saranno fondamentali per sostenere l’attività a breve termine e gettare le basi per una crescita sostenibile a medio termine”. 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    USA, CFNAI: peggiora l'attività nazionale a ottobre

    (Teleborsa) – Frena la crescita dell’attività economica americana. L’indice FED Chicago sull’attività nazionale (CFNAI) è pari a -0,5 punti a ottobre 2022, rispetto ai +0,2 punti di settembre (dato rivisto da +0,1). Il dato è anche peggiore delle attese degli analisti che si attendevano un calo dello 0,3%.La media mobile a tre mesi, sempre a settembre, si è portata a +0,09 punti rispetto ai +0,19 punti di settembre.L’indice CFNAI è una media pesata di ben 85 indicatori che riflettono lo stato di salute dell’attività economica nazionale. LEGGI TUTTO

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    OCSE, PIL 3° trimestre rallenta a +0,4%

    (Teleborsa) – Economie Area OCSE in frenata nel 3° trimestre dell’anno. Il PIL dell’area registra un incremento dello 0,4% a fronte del +0,5% registrato nel 2° trimestre, portando la variazione dal periodo pre-Covid (quarto trimestre 2019) a +3,7%. Nel 3° trimestre la crescita è stata più lenta per quasi tutti i Paesi del G7: ancora positiva Stati Uniti +0,6%, Canada +0,4% , negativa per Giappone -0,3% e Regno Unito -0,2%. Fra le economie dell’Eurozona, la Germania registra un aumento dello 0,3%, mentre l’Italia e la Francia segnano rispettivamente un +0,5% ed un +0,2%.Nel complesso dell’UE si registra una espansione del PIL dello 0,2% (da +0,7%), mentre nell’Area Euro un aumento dello 0,2% (da +0,8%).(Foto: © Tomas Griger | Dreamstime) LEGGI TUTTO

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    USA, vendita di case esistenti peggio di attese a ottobre

    (Teleborsa) – Continuano a giungere segnali di peggioramento dal mercato immobiliare statunitense. Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti hanno registrato a ottobre 2022 un calo dello 0,8%, secondo quanto comunicato dall’Associazione Nazionale degli Agenti Immobiliari (NAR), dopo il -0,5% riportato a settembre (dato rivisto da un preliminare di -0,4%).Sono state vendute 4,43 milioni di unità rispetto ai 4,71 milioni di settembre ed ai 4,38 milioni di unità previste dagli analisti. Su base annua, le vendite sono scese del 19,9% (erano state 5,99 milioni di unità ad agosto 2021). LEGGI TUTTO

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    USA, leading indicator ottobre suggerisce che l'economia è in recessione

    (Teleborsa) – Scende oltre le attese il superindice USA relativo alle condizioni economiche americane. Secondo quanto comunicato dal Conference Board degli Stati Uniti, il Leading Indicator (LEI) si attesta a quota 114,9 punti in calo dello 0,8% rispetto al mese precedente (quando il calo era stato dello 0,5%, rivisto da -0,4%) e rispetto al -0,4% atteso dagli analisti. La componente che riguarda la situazione attuale è aumentata dello 0,1% a 109,3 punti, mentre quella sulle aspettative future è cresciuta dello 0,1% a 116,3 punti. “Il LEI statunitense è sceso per l’ottavo mese consecutivo, suggerendo che l’economia è probabilmente in recessione” – ha affermato Ataman Ozyildirim, Senior Director, Economics, presso The Conference Board -. “La flessione del LEI riflette il peggioramento delle prospettive dei consumatori a causa dell’elevata inflazione e dell’aumento dei tassi di interesse, nonché delle prospettive in calo per la costruzione di alloggi e la produzione. Il Conference Board prevede che la crescita del PIL reale sarà dell’1,8% su base annua nel 2022, ed è probabile che una recessione inizi verso la fine dell’anno e duri fino alla metà del 2023″.(Foto: by Rabih Shasha on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Giappone, inflazione core ottobre sui massimi da 40 anni

    (Teleborsa) – Continua ad aumentare l’inflazione in Giappone. Secondo l’Ufficio nazionale di statistica, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) ha registrato a ottobre 2022 una variazione pari a +3,7% su anno rispetto al +3% di settembre. La lettura è stata al livello più alto dal 2014.Il dato su base mensile evidenzia un aumento dello 0,6%.Il dato core, che esclude la componente alimentare, registra un +3,6% a livello tendenziale, superiore al +3,5% del consensus e dopo il 3% indicato a settembre. Si tratta del massimo in circa 40 anni.(Foto: Photo by Andre Benz on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    USA, stoccaggi gas ultima settimana +64 BCF

    (Teleborsa) – Aumentano in linea con le attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata l’11 novembre 2022 sono risultati in aumento di 64 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela al di sopra del consensus (+63 BCF). La settimana prima si era registrata una crescita di 79 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 3.644 miliardi di piedi cubici, risultando in aumento dello 0,1% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 3.640) e in diminuzione dello 0,2% rispetto alla media degli ultimi cinque anni (3.651 BCF). LEGGI TUTTO