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    USA, PMI manifattura e servizi in contrazione e sotto attese

    (Teleborsa) – In peggioramento l’attività manifatturiera degli Stati Uniti. La stima flash sull’indice PMI manifatturiero di novembre elaborato da Markit indica infatti un livello di 47,6 punti che si confronta con i 50,4 punti del mese precedente e i 50 punti del consensus. Il dato scivola quindi sotto la soglia critica dei 50 punti sotto la quale l’economia è in contrazione.Nello stesso periodo il PMI dei servizi si è attestato a 46,1 punti, in calo dai 47,8 punti del mese precedente ed al di sotto del consensus di 47,9 punti. LEGGI TUTTO

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    USA, sussidi disoccupazione aumentano più del previsto

    (Teleborsa) – Salgono leggermente più delle attese le richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 19 novembre 2022, i “claims” sono risultati pari a 240 mila unità, in aumento di 17.000 unità rispetto al dato della settimana precedente di 223.000 (rivisto da un preliminare 222.000). Il dato è peggiore delle attese degli analisti che erano per richieste in aumento a 225 mila unità. La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a 226.750 unità, in crescita di 5.500 unità rispetto al dato della settimana precedente di 221.250 (rivisto da un preliminare di 221.000). La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente. Infine, nella settimana al 12 novembre, le richieste continuative di sussidio si sono attestate a 1.551.000, in crescita di 48 mila unità rispetto alle 1.503.000 unità della settimana precedente ed in aumento ancher rispetto alle 1.517.000 unità attese. LEGGI TUTTO

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    Stati Uniti, ordini beni durevoli rimbalzano e superano attese

    (Teleborsa) – Sono aumentati più attese gli ordinativi di beni durevoli americani a ottobre 2022. Secondo il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti (Bureau of the Census), gli ordini hanno evidenziato un aumento mensile dell’1% dopo il +0,3% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di +0,4%). Le stime di consensus indicavano un +0,4%.Il dato “core”, ossia al netto degli ordinativi del settore trasporti, risulta in aumento dello 0,5% e si confronta con il -0,9% del mese precedente e il +0,1% atteso dal mercato. Se si esclude il settore della difesa, gli ordinativi sono aumentati dello 0,8%, dopo il +1,4% precedente (dato rivisto da +1,5%). LEGGI TUTTO

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    USA, domande mutui ancora in aumento

    (Teleborsa) – Continuano a crescere le domande di mutuo negli Stati Uniti. Nella settimana al 18 novembre, l’indice che misura il volume delle domande di mutuo ipotecario registra un aumento del 2,2%, dopo il +2,7% della settimana precedente.L’indice relativo alle richieste di rifinanziamento sale dell’1,8% mentre quello relativo alle nuove domande registra un incremento del 2,8%.Lo rende noto la Mortgage Bankers Associations (MBA), indicando che i tassi sui mutui trentennali sono scesi ancora, attestandosi al 6,67% dal 6,9% della settimana precedente. LEGGI TUTTO

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    Euro Zona, migliora fiducia consumatori a novembre

    (Teleborsa) – Segnali di miglioramento per la fiducia dei consumatori europei. La stima flash dell’ultimo sondaggio mensile, condotto dalla Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari della Comunità europea (DG ECFIN), evidenzia che il sentiment dei consumatori è ancora negativo ma mostra un indicatore che risale a -23,9 punti a novembre rispetto ai -27,5 di ottobre. Le attese del mercato erano per un miglioramento più contenuto, ovvero fino a -26 punti. Nel complesso dell’Unione europea l’indicatore è pari a -25,8 punti, in diminuzione di 2,8 punti rispetto al mese precedente. LEGGI TUTTO

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    USA, Fed Richmond: migliora settore manifatturiero a novembre

    (Teleborsa) – Migliora leggermente a novembre 2022 l’indice Fed di Richmond sullo stato del settore manifatturiero. L’indicatore che sintetizza lo stato dell’attività del distretto si mantiene in territorio negativo ma risale a -9 punti dai -10 punti di ottobre risultando in linea con le aspettative di consensus.Il dato, pubblicato dal Distretto Fed della capitale della Virginia, evidenzia un netto peggioramento della componente delle consegne che si porta a -8 punti dai -3 del mese precedente, mentre quella dei servizi si porta a -2 da -8 punti precedenti. LEGGI TUTTO

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    L'OCSE rivede al rialzo crescita 2022: anno prossimo frenata senza recessione

    (Teleborsa) – L’OCSE ha rimodulato le stime di crescita dell’economia mondiale, migliorando lievemente quelle per l’anno in corso e confermando un deciso rallentamento per l’anno prossimo. Nell’ultimo Economic Outlook, la stima di crescita del PIL mondiale nel 2022 è stata ritoccata al rialzo di un punto base al +3,1% e nel 2023 è confermata a +2,2%, mentre nel 2024 si attende una leggera ripresa a +2,7%. “L’economia globale sta affrontando sfide significative. La crescita ha perso slancio, anche se nello scenario centrale non c’è una recessione globale, ma un significativo rallentamento della crescita dell’economia mondiale nel 2023, nonché un’inflazione ancora elevata, sebbene in calo, in molti paesi”, sottolinea l’Organizzazione per la cooperazione economica, aggiungendo che “i rischi sono orientati verso il basso”. “La carenza di approvvigionamento energetico potrebbe spingere i prezzi più in alto”, ribadisce l’OCSE, prevedendo che ulteriori aumenti dei tassi di interesse saranno “necessari per frenare l’inflazione” ed avvertendo che “la guerra della Russia in Ucraina sta aumentando il rischio di crisi del debito nei Paesi a basso reddito e l’insicurezza alimentare”. “La politica ha ancora una volta un ruolo cruciale da svolgere: un ulteriore inasprimento della politica monetaria è essenziale per combattere l’inflazione e il sostegno della politica fiscale dovrebbe diventare più mirato e temporaneo”, afferma Alvaro Santos Pereira nell’editoriale che accompagna il rapporto OCSE, aggiungendo che “una rinnovata attenzione alle politiche strutturali consentirà ai responsabili politici di promuovere l’occupazione e la produttività, nonché di far funzionare la crescita per tutti. In altre parole, è nelle nostre mani superare questa crisi. E se scegliamo di intraprendere la giusta serie di politiche, aumenteremo sicuramente le nostre possibilità di successo”.2023 confermato anno di bassa crescitaScendendo nel dettaglio, la crescita dell’Eurozona è stata rivista al rialzo a +3,3% e quella del 2023 è indicata a +0,5%, mentre per il 2024 è attesa una ripresa a +1,4%. La Germania viene ancora vista in recessione nel 2023 anche se meno pronunciata (-0,3%) mentre quest’anno si attende un +1,8% e nel 2024 una ripresa a +1,5%. Anche gli Stati Uniti seguiranno questa tendenza, con un +1,8% quest’anno, un +0,5% il prossimo ed un +1% nel 2024. Più forte la crescita del Giappone che vedrà un +1,6% quest’anno, +1,8% il prossimo e +0,9% del 2024, mentre la Cina crollerà quest’anno su un minimo storico del +3,3% per poi segnare un +4,6 ed un +4,1% nei due anni successivi. L’inflazione rallenteràL’inflazione invece dovrebbe segnare il passo l’anno venturo, in risposta ad una crescita meno pronunciata ed alle politiche restrittive delle banche centrali. Per l’area OCSE si stima per il 2022 una corsa al massimo storico del 9,4%, per rallentare nel 2023 al 6,5% e nel 2024 al 5,1% del 2024. L’Eurozona dovrebbe registrare un’inflazione dell’ 8,3% quest’anno, del 6,8% il prossimo e del 3,4% nel 2024, mentre gli Stati Uniti dovrebbero avere un’inflazione al 6,2% quest’anno, al 3,5% il prossimo ed al 2,6% nel 2024. Cosa faranno le banche centrali?”La BCE ha avviato un inasprimento della politica monetaria, ma sono necessari ulteriori aumenti dei tassi ufficiali per garantire che le misure lungimiranti dei tassi di interesse reali diventino positive, che il disancoraggio delle aspettative di inflazione sia invertito e le pressioni inflazionistiche siano durevolmente ridotte”, afferma l’OCSE, segnalando che “ciò comporterà probabilmente un periodo di crescita al di sotto del trend per aiutare a ridurre le pressioni sulle risorse”.L’Organizzazione con sede a Parigi ritiene che la BCE complessivamente rialzi di tassi di interesse di altri 225 punti base, portando il tasso di riferimento principale al 4,25% nel secondo trimestre 2023 e mantenendo questo livello anche nel 2024. “Si prevede che i titoli in scadenza saranno integralmente reinvestiti nell’orizzonte di proiezione – spiega l’OCSE – utilizzando tutti i margini di flessibilità nel reinvestire i proventi delle obbligazioni in scadenza nel bilancio della BCE per limitare la frammentazione finanziaria nell’area dell’euro”.Italia rallenterà ma attuazione PNRR può attenuare onda d’urtoL’OCSE ha anche rivisto al rialzo le previsioni di crescita dell’Italia per il 2022 a +3,7% (tre punti base in più della stima precedente), ma ha tagliato la stima sul 2023 a +0,2% (due punti base sotto la precedente previsione), mentre sul 2024 vede una lieve ripresa dell’1%. La disoccupazione aumenterà all’8,3% nel 2023, dopo il calo all’8,1% del 2022, e crescerà ancora nel 2024 all’8,5%. L’inflazione raggiungerà l’8,1% quest’anno, per attestarsi al 6,5% il prossimo ed al 3% nel 2024. “Gli alti prezzi dell’energia agiranno da freno sulla produzione nelle industrie ad alta intensità energetica, mentre il calo dei redditi reali dovuto all’elevata inflazione, all’aumento dei tassi di interesse e alla crescita contenuta del mercato delle esportazioni modererà la crescita della domanda”, spiega l’OCSE.”L’inasprimento della politica monetaria – afferma – sarà in parte compensato da maggiori investimenti pubblici legati al Programma nazionale di ripresa e resilienza. La tempestiva attuazione di nuovi investimenti, la riforma del diritto della concorrenza e l’efficace orientamento delle misure di sostegno alla crisi energetica saranno fondamentali per sostenere l’attività a breve termine e gettare le basi per una crescita sostenibile a medio termine”. 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    USA, CFNAI: peggiora l'attività nazionale a ottobre

    (Teleborsa) – Frena la crescita dell’attività economica americana. L’indice FED Chicago sull’attività nazionale (CFNAI) è pari a -0,5 punti a ottobre 2022, rispetto ai +0,2 punti di settembre (dato rivisto da +0,1). Il dato è anche peggiore delle attese degli analisti che si attendevano un calo dello 0,3%.La media mobile a tre mesi, sempre a settembre, si è portata a +0,09 punti rispetto ai +0,19 punti di settembre.L’indice CFNAI è una media pesata di ben 85 indicatori che riflettono lo stato di salute dell’attività economica nazionale. LEGGI TUTTO