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    L'economia USA continua a crescere: PIL +2,9% nel 4° trimestre

    (Teleborsa) – Continua a crescere l’economia statunitense nel 4° trimestre del 2022. Secondo quanto rilevato dal Bureau of Economic Analysis, che pubblica oggi i dati preliminari, il PIL americano è salito del 2,9% su base trimestrale, facendo meglio delle attese degli analisti che indicavano un aumento del 2,6% e seguendo il +3,2% registrato nel trimestre precedente. Si è registrata un’altra crescita dei consumi, che segnano un +2,1% dal +2,3% registrato nel trimestre precedente.Il PCE price index, una misura dell’inflazione, si attesta al 3,2% (dal 4,3%), mentre l’indice PCE core registra un +3,9%, risultando inferiore alle attese (+4%) e al +4,7% precedente.Il reddito personale in dollari correnti è aumentato di 311 miliardi di dollari nel quarto trimestre, rispetto a un aumento di 283,1 miliardi nel terzo trimestre. L’aumento riflette principalmente gli aumenti delle retribuzioni (guidati da salari e stipendi privati), prestazioni sociali del governo e reddito da interessi.Il risparmio personale è stato di 552,9 miliardi di dollari nel quarto trimestre, rispetto a 507,7 miliardi nel terzo trimestre. Il tasso di risparmio personale (risparmio personale come percentuale del reddito personale disponibile) è stato del 2,9% nel quarto trimestre, rispetto al 2,7% nel terzo trimestre.(Foto: Photo by Nik Shuliahin on Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    USA, richieste sussidi disoccupazione scendono più delle attese

    (Teleborsa) – Scendono più delle attese le nuove richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 21 gennaio 2023, i “claims” sono risultati pari a 186 mila unità, in diminuzione di 6.000 unità rispetto al dato della settimana precedente di 192.000 (rivisto da un preliminare di 190.000). Il dato si confronta con i 205 mila del consensus.La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a 197.500 unità, in calo di 9.250 unità rispetto al dato della settimana precedente di 206.750 (rivisto da un preliminare di 206.000). La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente.Infine, nella settimana al 14 gennaio, le richieste continuative di sussidio si sono attestate a 1.675.000, in aumento di 20.000 mila unità rispetto alle 1.655.000 unità della settimana precedente e al di sopra del 1.659.000 attesi. LEGGI TUTTO

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    USA, scorte petrolio settimanali in aumento di 0,5 milioni di barili

    (Teleborsa) – Sono aumentate meno delle attese le scorte di greggio in USA nell’ultima settimana. L’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, ha segnalato che gli stocks di greggio, negli ultimi sette giorni al 20 gennaio 2022, sono aumentati di 0,5 milioni di barili a 448,5 MBG, contro attese per un incremento di 1 milione.Gli stock di distillati hanno registrato un calo di 0,5 milioni a 115,3 MBG, contro attese per un decremento di oltre 1,1 milioni, mentre le scorte di benzine hanno registrato un aumento di 1,8 milioni a quota 232 MBG (era atteso un aumento di 1,8 milioni).Le riserve strategiche di petrolio sono rimaste invariate a 371,6 MBG. LEGGI TUTTO

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    USA, Fed Richmond: peggiora settore manifatturiero a gennaio

    (Teleborsa) – Peggiora a gennaio l’indice Fed di Richmond sullo stato del settore manifatturiero. L’indicatore che sintetizza lo stato dell’attività del distretto si mantiene in territorio negativo e si porta a -11 punti dai +1 punti di dicembre, risultando anche peggiore delle aspettative di consensus (-5).Il dato, pubblicato dal Distretto Fed della capitale della Virginia, evidenzia un netto peggioramento della componente delle consegne che si porta a -3 punti dai +5 del mese precedente, mentre quella dei servizi si porta a -6 da -12 punti precedenti. LEGGI TUTTO

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    Giappone, indici PMI: settore privato torna a crescere a inizio 2023

    (Teleborsa) – Stabile l’attività della manifattura in Giappone. Il dato preliminare dell’indice PMI manifatturiero di gennaio 2023, pubblicato da Markit ed elaborato da Jibun Bank, indica un valore di 48,9 punti, rispetto ai 48,9 di dicembre 2022 e i 49,4 attesi dal mercato. L’indicatore è dunque ancora sotto la soglia critica dei 50 punti, che fa da spartiacque tra contrazione e crescita, ed è la lettura più bassa dall’ottobre 2020.Le condizioni della domanda sono rimaste modeste e hanno portato a forti riduzioni della produzione e dei nuovi ordini, sebbene in entrambi i casi i tassi di calo siano scesi ai minimi di tre mesi.La stima flash del PMI dei servizi indica un miglioramento del settore terziario, con il relativo indice che aumenta a 52,4 punti dai 51,1 di dicembre. Il consensus era per 51,4 punti. Il PMI Composite si è attestato a 50,8 punti, dai 49,7 punti del mese precedente.”Il settore privato giapponese ha iniziato il 2023 con una nota più positiva, come segnalato dal ritorno dell’attività in territorio di crescita a gennaio – ha commentato Laura Denman, economista di S&P Global Market Intelligence – Tuttavia, analogamente alle tendenze registrate in gran parte degli ultimi sei mesi, è rimasta una divergenza tra il settore manifatturiero e quello dei servizi”. “Mentre le aziende manifatturiere hanno continuato a far fronte alla debole domanda dei clienti, i fornitori di servizi hanno ottenuto guadagni sostenuti dal programma di sussidi di viaggio e dal recente allentamento delle misure Covid”, ha spiegato.(Foto: Photo by Alex Knight on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Euro Zona, fiducia consumatori gennaio a -20,9 punti

    (Teleborsa) – Segnali di leggero miglioramento per la fiducia dei consumatori dell’eurozona. La stima flash dell’ultimo sondaggio mensile, condotto dalla Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari della Comunità europea (DG ECFIN), evidenzia che il sentiment dei consumatori è ancora negativo ma mostra un indicatore che risale a -20,9 punti a gennaio 2023 rispetto ai -22 di dicembre 2022. Le attese del mercato erano per un miglioramento più accentuato, ovvero fino a -20 punti. Nel complesso dell’Unione europea l’indicatore è pari a -22,4 punti, in miglioramento di 1,4 punti rispetto al mese precedente.La fiducia dei consumatori rimane, tuttavia, ben al di sotto della sua media di lungo periodo. LEGGI TUTTO

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    USA, leading indicator dicembre -1%

    (Teleborsa) – Scende oltre le attese il superindice USA relativo alle condizioni economiche americane a dicembre 2022. Secondo quanto comunicato dal Conference Board degli Stati Uniti, il Leading Indicator (LEI) si attesta a quota 110,5 punti in calo dell’1% rispetto al mese precedente (quando il calo era stato dell’1,1%, rivisto da -1%) e rispetto al -0,7% atteso dagli analisti.Il LEI è ora in calo del 4,2% nel semestre tra giugno e dicembre 2022, un tasso di calo molto più elevato rispetto alla contrazione dell’1,9% nel semestre precedente (dicembre 2021-giugno 2022).La componente che riguarda la situazione attuale è aumentata dello 0,1% a 109,6 punti, mentre quella sulle aspettative future è cresciuta dello 0,3% a 117,6 punti. “Il LEI statunitense è nuovamente diminuito drasticamente a dicembre, continuando a segnalare la recessione per l’economia statunitense nel breve termine – ha affermato Ataman Ozyildirim, Senior Director, Economics, presso The Conference Board – C’è stata una diffusa debolezza tra gli indicatori anticipatori a dicembre, indicando il deterioramento delle condizioni per i mercati del lavoro, la produzione, l’edilizia abitativa e i mercati finanziari nei prossimi mesi”.(Foto: by Rabih Shasha on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Eurozona, debito pubblico/PIL in calo al 93% grazie a crescita sostenuta

    (Teleborsa) – Il debito pubblico dell’Area Euro si è attestato al 93% del PIL alla fine del terzo trimestre 2022, in calo rispetto al 94,2% del secondo trimestre dell’anno, mentre il debito dell’Unione allargata è sceso all’85,1% dall’86,4%. E’ quanto emerge dalle ultime statistiche Eurostat, segnalando che la roioduzione del debito è da imputare ad una crescita del PIL superiore a quella del debito in termini assoluti.I rapporti più elevati tra debito pubblico e PIL alla fine del terzo trimestre del 2022 si confermano quelli della Grecia (178,2%), Italia (147,3%), Portogallo (120,1%), Spagna (115,6%), Francia (113,4%) e Belgio (106,3%), i più bassi in Estonia (15,8%), Bulgaria (23,1%) e Lussemburgo (24,6%).Sempre nel terzo trimestre, il deficit nell’Area Euro è salito al 3,3% del PIL dal 2% del trimestre precedente, mentre nell’UE allargata lievita al 3,2% dall’1,8% precedente. Il rapporto tra disavanzo e PIL è aumentato principalmente a causa dei notevoli aumenti della spesa pubblica. Le entrate totali e la spesa totale hanno continuato ad essere influenzate dalle politiche per il contrasto della pandemia di COVID-19, anche se in misura minore rispetto ai trimestri precedenti. A queste si sono aggiunte le misure per alleviare l’impatto del caro energia. LEGGI TUTTO